La stagione dei teatri
2016 17 Teatro Alighieri Teatro Rasi Ravenna
www.ravennateatro.com
spettacoli in abbonamento
FAUST
una ricerca sul linguaggio dell’Opera di Pechino
giovedì 17 novembre venerdì 18 novembre sabato 19 novembre domenica 20 novembre ore 21 turno A
ore 21 turno B
ore 21 turno C
ore 15.30 turno D
LUS
Concerto-spettacolo
giovedì 1 dicembre venerdì 2 dicembre sabato 3 dicembre domenica 4 dicembre ore 21 turno A
ore 21 turno B
ore 21 turno C
ore 15.30 turno D
Macbeth
giovedì 9 febbraio venerdì 10 febbraio sabato 11 febbraio domenica 12 febbraio ore 21 turno A
ore 21 turno B
ore 21 turno C
ore 15.30 turno D
Mar del plata
gli “angeli del rugby” che sfidarono il regime argentino
martedì 21 febbraio ore 21
mercoledì 22 febbraio ore 21
valgono la data e l’assegnazione riportate sul biglietto
Preamleto
martedì 7 marzo ore 21
mercoledì 8 marzo ore 21
valgono la data e l’assegnazione riportate sul biglietto
Il borghese gentiluomo
Giocando con Orlando
Mad in europe
Mr Pùntila e il suo servo matti
lunedì 16 gennaio martedì 17 gennaio mercoledì 18 gennaio giovedì 19 gennaio ore 21 turno A
ore 21 turno B
ore 21 turno C
ore 21 turno D
giovedì 9 marzo venerdì 10 marzo sabato 11 marzo domenica 12 marzo venerdì 20 gennaio ore 21
valgono la data e l’assegnazione riportate sul biglietto
giovedì 23 marzo venerdì 24 marzo sabato 25 marzo domenica 26 marzo ivanov
Abramo
Uno spettacolo in lingua originale
sabato 28 gennaio ore 21
domenica 29 gennaio ore 15.30
valgono la data e l’assegnazione riportate sul biglietto
Amore
mercoledì 1 febbraio ore 21
valgono la data e l’assegnazione riportate sul biglietto
ore 21 turno A
ore 21 turno B
ore 21 turno C
ore 15.30 turno D
ore 21 turno A
ore 21 turno B
ore 21 turno C
ore 15.30 turno D
mercoledì 12 aprile
ore 21
valgono la data e l’assegnazione riportate sul biglietto
I giganti della montagna
mercoledì 26 aprile ore 21
giovedì 27 aprile ore 21
valgono la data e l’assegnazione riportate sul biglietto
La stagione dei teatri
2016 17 Teatro Alighieri Teatro Rasi Ravenna
La prima volta de La stagione dei teatri unisce insieme
due luoghi della città ad alto valore simbolico: il teatro
Alighieri ed il teatro Rasi. E segna il punto di approdo
di un percorso maturato negli anni da Ravenna Teatro
all’insegna del superamento della tradizionale
separazione fra i generi.
A dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, che nel
teatro e più in generale nella produzione di cultura,
antico e contemporaneo, classico e contemporaneo,
lungi dall’essere contrapposti o distinti, dialogano in
modo stringente e si alimentano a vicenda. In particolare
a Ravenna, una città straordinariamente ricca di storia
e di testimonianze artistiche.
La stagione dei teatri si conferma quest’anno come uno
dei capisaldi dell’offerta culturale della città, capace
di coinvolgere migliaia di cittadini in attività molteplici
di vera e propria cultura teatrale diffusa.
È una proposta ricca, attenta a dare risposte ad esigenze
diverse con protagonisti di grande notorietà, apporti
di respiro internazionale e di ricerca orientati a mettere
in valore talenti che nascono nella nostra città e ne
portano, con il loro prestigio, il nome nel mondo.
L’auspicio è che i nostri concittadini in gran numero
vogliano essere presenti a teatro per godere di questa
stagione innovativa. E che numerosi siano i più giovani,
per i quali abbiamo voluto elaborare una proposta
dedicata: se hai 18 anni e godi del bonus cultura,
porta con te a teatro gratuitamente un tuo amico
o una tua amica.
Michele De Pascale Sindaco di Ravenna
Elsa Signorino Assessora alla Cultura
del Comune di Ravenna
Con La stagione dei teatri abbiamo voluto operare
un cambio di passo: abbiamo intrecciato insieme
le due storiche programmazioni: stagione di prosa
e scena contemporanea. Abbiamo creato infatti una
programmazione che respira all’unisono nei due teatri
della città, entrambi simbolicamente importanti:
un teatro all’italiana che è un vero gioiello e una chiesa
romanica trasformata in teatro a fine ‘800 e che
è diventata negli ultimi due decenni un “cantiere
del nuovo” riconosciuto in tutta Italia.
Fin dagli anni ‘90 ci siamo resi conto che, a livello
europeo, la denominazione “teatro di prosa” non
esisteva, che non aveva senso, che in Europa, a Parigi,
a Berlino a Mons, esiste “il teatro”, semplicemente,
capace di essere insieme antico e sperimentale,
capace di coniugare insieme la Tradizione e l’attenzione
al nostro presente.
Fin dagli anni ‘90 abbiamo quindi creato stagioni
di prosa che vedevano presenze di artisti che non hanno
mai sopportato “confini” e “riserve”, che hanno
sempre cercato, ognuno a modo proprio, un teatro vivo,
pulsante.
Ecco perché siamo arrivati a maturare questa
decisione che ci sembra assai significativa nella storia
della cultura teatrale della nostra città: lo abbiamo fatto
per dare forma piena e disegno riconoscibile a quello
che Ravenna è diventata negli anni: un centro
di cultura teatrale di respiro europeo, dove non
è necessaria una patente data da fuori per sentirsi
“capitale”, sono necessari invece lavoro quotidiano
paziente e grande, accesa immaginazione per unire
nella bellezza il teatro e la polis.
Parliamo di una stagione che cerca di rispondere
alle esigenze di un’intera città e dei suoi diversi
spettatori: quindi attori popolari, di cinema e televisione,
si alterneranno a maestri dell’arte, a interpreti che stanno
scrivendo la storia del teatro di questi ultimi anni.
Mentre sul piano degli autori, si passerà dai classici
alle drammaturgie del presente. E sapendo che in tutto
questo è fondamentale l’entusiasmo e la sapienza
delle spettatrici e degli spettatori che anno dopo
anno seguono con passione gli spettacoli e gli incontri
di approfondimento.
Infine grazie al prezioso aiuto degli storici e dei nuovi
sostenitori che continuano, nonostante la forte crisi
economica in atto, a scommettere sul Teatro
e su questa nuova e avvincente Stagione.
Marcella Nonni Direttore di Ravenna Teatro
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TEATRO ALIGHIERI
giovedì 17, venerdì 18, sabato 19 novembre ore 21
domenica 20 novembre ore 15.30
FAUST
una ricerca sul linguaggio dell’Opera di Pechino
di Li Meini . basato sul dramma Faust: prima parte di Johann Wolfgang Goethe . traduzione Fabrizio Massini
consulente artistico Xu Mengke . musiche originali Luigi Ceccarelli, Alessandro Cipriani, Chen Xiaoman . con Liu Dake, Xu Mengke,
Zhao Huihui, Zhang Jiachun . musica in scena Fu ChaYina (yueqin), Vincenzo Core (chitarra elettrica ed elaborazione elettronica),
Wang Jihui (jinghu), Niu LuLu (gong), Laura Mancini (percussioni), Giacomo Piermatti (contrabbasso), Wang Xi (bangu)
scene Anna Peschke
. luci Tommaso Checcucci
. costumi Akuan
. materiali scenici Li Jiyong
trucco e acconciature Ai Shuyun, Li Meng . coreografie Zhou Liya, Han Zhen
Emilia Romagna Teatro Fondazione / China National Peking Opera Company . si ringrazia per la collaborazione l’Istituto Confucio
progetto e regia Anna Peschke
Spettacolo in lingua cinese sottotitolato in italiano
sabato 19 novembre ore 18 . sala Corelli del teatro Alighieri
Incontro con la Compagnia a cura di Roberto Cuppone, regista, storico del teatro e docente universitario
Il mio obiettivo è di indurre il pubblico italiano a unirsi a me nel
misterioso universo Jīngjù, in una forma nuova e contemporanea in cui, nel contesto del Faust di Goethe, si mescolano anche
il mio background teatrale europeo e le composizioni italiane. Il
punto di partenza è il capolavoro di Goethe Faust: prima parte
della tragedia, dal quale la drammaturga Li Meini ha tratto un
nuovo dramma in Jīngjù mandarino poetico.
Protagonisti di questa vicenda sono Faust e Mefistofele, affiancati da Margherita e da suo fratello Valentino. Faust è interpretato da Liu Dake, in origine attore Jìng, mentre a incarnare
Mefistofele è un attore Shēng. I ruoli che figurano nell’opera
di Pechino sono determinati da un rigido schema di non più di
quattro personaggi: accanto a Shēng (il ruolo maschile) vi sono
Dàn (il ruolo femminile), Jìng (ruolo maschile con il viso dipinto)
e Chou (il clown).
Il sistema dei ruoli può essere paragonato a quello della Com-
media dell’Arte. Solitamente gli attori non cambiano mai la propria categoria di personaggio. In questa produzione, invece, è
stata messa da parte questa regola fondamentale: Faust è inizialmente un nobile Shēng ma quando, con avidità ed egoismo,
lascia dietro di lui una scia di distruzione, rivela via via la sua vera
natura: un selvaggio Jìng. La figura del Jìng è solitamente quella
di un personaggio energico, dalla voce potente, il trucco forte e
le movenze molto ampie.
Mefistofele lascia tracce sul viso di Faust, segni demoniaci, come
sfregi della sua avidità e della sua brama di vita. Il personaggio
di Mefistofele supera a sua volta i tradizionali confini del ruolo,
mostrando aspetti di diverse personalità: un gentiluomo, un demone, un imbroglione e un guerriero.
Anna Peschke
foto Zhang Xinwei
TEATRO ALIGHIERI
giovedì 1, venerdì 2, sabato 3 dicembre ore 21
domenica 4 dicembre ore 15.30
LUS
Concerto-spettacolo
di Ermanna Montanari, Luigi Ceccarelli, Daniele Roccato . testo Nevio Spadoni . musica Luigi Ceccarelli, Daniele Roccato
voce Ermanna Montanari . live electonics Luigi Ceccarelli . contrabbasso Daniele Roccato
spazio scenico e costumi Margherita Manzelli, Ermanna Montanari . disegno abito di Bêlda Margherita Manzelli
animazione dello sfondo con opere originali Margherita Manzelli a cura di Margherita Manzelli, Alessandro e Francesco Tedde
elaborazione e tecnica video Alessandro e Francesco Tedde - Antropotopia
Emilia Romagna Teatro Fondazione in collaborazione con Teatro delle Albe/Ravenna Teatro
regia Marco Martinelli
foto Luca Del Pia
Ermanna Montanari e Luigi Ceccarelli hanno realizzato pagine indimenticabili di teatro-in-musica, da L’Isola di Alcina a La
mano, spettacoli del Teatro delle Albe che hanno segnato la storia del teatro italiano negli ultimi due decenni.
Ora si cimentano con LUS
. (LUCE), un poemetto di Nevio Spadoni in lingua romagnola, centrato su Bêlda, veggente e guaritrice
delle campagne romagnole di inizio Novecento. Una figura potente di donna vittima dell’ipocrisia del paese, che nell’orgoglioso grido di rivolta contro la codardia degli uomini si permette
un maleficio di morte ai danni di un “pretaccio”, colpevole di
aver disseppellito la madre di lei. In questo concerto, il testopreghiera-maledizione di Spadoni si sposa con un’architettura
sonora originale realizzata da Luigi Ceccarelli (compositore tra i
più importanti del panorama italiano, da molti anni in relazione
artistica con le Albe) e Daniele Roccato (contrabbassista solista
e compositore, una delle voci più originali e prestigiose della
scena musicale internazionale), in un’alchimia che vede in scena
tre figure duellare con i loro “strumenti”: la voce caleidoscopica
della Montanari, Ceccarelli con il suo computer per l’elaborazione elettronica in tempo reale, e Roccato con il suo contrabbasso. Diretto da Marco Martinelli, LUS. è un concerto che racconta,
senza raccontare, la magia incantatoria dei suoni, antica come il
mondo, incarnata con forza nel nostro presente, nelle “facce”,
malate e abbacinate, nei gorghi di colore, sangue e mercurocromo dipinti ad acquerello da Margherita Manzelli.
TEATRO ALIGHIERI
lunedì 16, martedì 17, mercoledì 18, giovedì 19 gennaio ore 21
IL BORGHESE GENTILUOMO
di Molière . con Emilio Solfrizzi, Viviana Altieri, Anita Bartolucci, Fabrizio Contri, Cristiano Dessì, Lisa Galantini, Lydia Giordano,
Simone Luglio, Elisabetta Mandalari, Roberto Turchetta
scene Andrea Taddei . costumi Sandra Cardini
Roberto Toni per ErreTiTeatro30
regia Armando Pugliese
giovedì 19 gennaio ore 18 . sala Corelli del teatro Alighieri
Incontro con la Compagnia a cura di Matteo Cavezzali giornalista, regista della compagnia TeatrOnnivoro,
guida della non-scuola, direttore artistico di Scrittura festival e curatore della rassegna Il tempo ritrovato
Il signor Jourdain, che sogna di diventare un gentiluomo, è il
modello esemplare e imprescindibile del nuovo ricco, dell’arrampicatore sociale, dell’ambizioso che pretende di comprare,
col denaro, quei meriti e quei titoli di cui è irrevocabilmente
privo. È circondato dal maestro di musica, di ballo, di scherma,
di filosofia. La trama si arricchisce delle rivalità tra i diversi maestri che scroccano denaro a Jourdain e ciascuno di loro ritiene e
predica che la propria arte, la propria scienza, è il fondamento
primo dell’esser un gentiluomo. Quando si tratta di maritare la
figlia si presenta l’occasione del riscatto sociale.
Ne nasce una farsa, chiassosa e colorata, tipica del teatro comico.
Come l’Avaro, come il Malato immaginario, come l’ipocrita Tartufo, anche questo Borghese che sogna di diventare
un gentiluomo è, nella cultura letteraria europea, un archetipo: è il modello esemplare e imprescindibile del nuovo ricco, dell’arrampicatore sociale, dell’ambizioso che pretende di
comprare col denaro quei meriti e quei titoli che non avrà mai.
Armando Pugliese
TEATRO RASI
venerdì 20 gennaio ore 21
mad in europe
Uno spettacolo in lingua originale
drammaturgia originale Angela Dematté . con Angela Dematté . scene e costumi Ilaria Ariemme
disegno luci e audio Marco Grisa
Karamazov Associati (CapoTrave/Kilowatt, Pierfrancesco Pisani, Progetto Goldstein)
regia del gruppo Mad in Europe
venerdì 20 gennaio ore 22.30 . sala Mandiaye N’Diaye del teatro Rasi
Incontro con Angela Dematté a cura di Cristina Valenti, presidente del Premio Scenario e docente di Storia del Nuovo Teatro
all’Università di Bologna
C’è una donna, lavora al Parlamento Europeo, fino ad un certo
punto della sua vita ha avuto una magnifica identità liquida. Così
liquida che, ad un certo punto, si è liquefatta tutta. Ce n’è un’altra che ha vergogna delle sue origini perché vuole confrontarsi
con un modello linguistico ed estetico contemporaneo.
Queste due donne aspettano un bambino. E questo fatto rende
più complesso il tema, fa entrare nello spettacolo una riflessione
sul “femminile”. In particolare su quella parte legata al generare
e al prendersi cura. Caratteristiche non immediatamente associate alla parola “libertà”.
Ma cosa vuol dire essere liberi? Come conciliare ciò di cui siamo
fatti (l’origine, la lingua madre) e il bisogno di trovare se stessi?
Ma soprattutto: possiamo davvero capire cosa vogliamo in fondo all’anima? Si può dire “anima”?
Mi ricordo che, da piccola, un vecchio signore mi disse che noi
dovevamo guardare all’Europa. Aveva un’idea luminosa di essa.
Niente a che vedere con oggi. L’Europa ha tolto dai suoi documenti i riferimenti alle sue origini giudaico-cristiane. Ma queste
origini sono l’ultimo ostacolo alla libertà o sono quelle che la
tengono in piedi? Dove affondano le parole che oggi ci vengono proposte?
Angela Dematté
foto Manuela Giusto
TEATRO ALIGHIERI
sabato 28 gennaio ore 21 e domenica 29 gennaio ore 15.30
ivanov
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di Anton Cechov
. traduzione Danilo Macrì . con Filippo Dini, Sara Bertelà, Nicola Pannelli, Antonio Zavatteri, Orietta Notari,
Valeria Angelozzi, Ivan Zerbinati, Ilaria Falini, Fulvio Pepe . musiche Arturo Annecchino, Luca Annessi (assistente)
scene e costumi Laura Benzi . luci Pasquale Mari . assistente alla regia Carlo Orlando
Fondazione Teatro Due, Teatro Stabile di Genova
regia Filippo Dini
foto Michele Lamanna
L’impossibilità di mutare la propria esistenza in meglio, l’incapacità di muovere, spostare e rinnovare la personale visione delle
cose, insomma quello che qui tutti i personaggi chiamano ancora una volta “noia”, si trasforma in azione, è sempre motore di
una nuova scelta, di un’inversione o di un disastro.
Ivanov continuamente sceglie. Sceglie di uscire e lasciare sua
moglie a casa, sceglie di baciare Saša, di umiliare Borkin, di tormentare la padrona di casa dei Lebedev, di uccidere Anna Petrovna.
Eppure per tutti e per se stesso lui è un uomo superfluo,
un Amleto.
Ivanov è certamente il Male.
Poiché trascina tutti nel tunnel nero
dell’inattività, della paralisi mentale e spirituale, tutti ne sono intaccati al suo passaggio, e appunto lottano contro di lui o tenta-
no di guarirlo, fino all’estremo sacrificio della giovane Saša, che
Ivanov non può proprio accettare, e di conseguenza non può
far altro che uccidersi, giacché nessuno è stato in grado di farlo.
Ivanov è certamente il Bene.
Perché mette tutti di fronte a se
stessi, ai propri limiti, alla propria povertà, dà ad ognuno di loro
l’occasione e gli strumenti per la salvezza personale, li pone singolarmente nella zona del dubbio, mentale e spirituale, in cui
si ha la possibilità di intravedere un nuova vita, diversa, migliore e possibile.
Per questo Ivanov può soltanto soccombere nel
sacrificio estremo a vantaggio dei suoi compagni e delle future
generazioni.
Filippo Dini
TEATRO RASI
mercoledì 1 febbraio ore 21
AMORE
di Spiro Scimone . con Francesco Sframeli, Spiro Scimone, Gianluca Cesale, Giulia Weber
scene Lino Fiorito . disegno luci Beatrice Ficalbi
Compagnia Scimone Sframeli in collaborazione con Théâtre Garonne Toulouse
regia Francesco Sframeli
mercoledì 1 febbraio ore 22.30 . sala Mandiaye N’Diaye del teatro Rasi
Incontro con la Compagnia a cura di Dario Tomasello, studioso di teatro e docente dell’Università di Messina
Le tenere e insieme crudeli quotidianità del sentimento amoroso vengono qui rappresentate con la consueta e delicata poesia
delle cose semplici, a partire dai gesti affettuosi e familiari, alla
prova del tempo e dei ricordi, che non tornano più. Quattro vite
al tramonto si muovono tra le tombe di un simbolico cimitero. La
scena è infatti composta da due tombe a due piazze, il tempo è
sospeso e, forse, stanno tutti prendendo parte all’ultimo giorno
della loro vita. Due coppie comuni, senza nome: il “vecchietto”
e la “vecchietta”, il comandante e il pompiere. Moglie e marito
i primi, clandestini i secondi.
Amore, oltre che titolo della creazione di Scimone e Sframeli, è
anche l’appellativo con cui, quasi ossessivamente, la donna si
rivolge al marito: un modo che è tipico del gergo degli affetti, in
cui le parole si logorano fino a perdere il significato originario,
per diventare qualcosa d’altro. Entrambe le coppie si abbando-
nano ai ricordi, creando un universo parallelo abitato da memorie e rimpianti, giocose affettuosità, dimenticanze e amari sorrisi.
Queste due coppie sono vicine alla morte, ma con leggerezza
infantile parlano di quello che hanno provato da giovani e di ciò
che forse non è ancora perduto. Alla fine di tutto, il senso della
vita si può trovare solo nell’amore.
L’intimità scorre lungo un tempo sospeso, al ritmo di parole ripetute e ossessive che delineano dettagli di intimità domestica,
ormai trasfigurate dalla nebbia della vecchiaia, dove “le fiamme
possono arrivare all’improvviso!...Le fiamme possono divampare
all’improvviso!”.
Francesco Sframeli e Spiro Scimone
foto Paolo Galletta
TEATRO ALIGHIERI
giovedì 9, venerdì 10, sabato 11 febbraio ore 21
domenica 12 febbraio ore 15.30
macbeth
di William Shakespeare . traduzione Agostino Lombardo . con Franco Branciaroli e Valentina Violo e con Tommaso Cardarelli,
Daniele Madde, Stefano Moretti, Livio Remuzzi, Giovanni Battista Storti, Alfonso Veneroso
scene Margherita Palli . costumi Gianluca Sbicca . luci Gigi Saccomandi
CTB Centro Teatrale Bresciano, Teatro de Gli Incamminati
regia Franco Branciaroli
sabato 11 febbraio ore 18 . sala Corelli del teatro Alighieri
Incontro con la Compagnia a cura di Claudio Longhi, direttore di Emilia Romagna Teatro Fondazione, regista e docente di Istituzioni
di regia all’Alma Mater Studiorum di Bologna
foto Umberto Favretto
Il Macbeth inizia da un mondo esterno in guerra, dove caratteristiche come efferatezza e sete di sangue, al pari del coraggio,
sono ritenute virtù, in quanto preservano il mondo interno della
corte, una società patriarcale civilizzata regolata da leggi divine.
La violenza che si applica all’esterno non vale per l’interno, altrimenti tutto salta e tra il dentro e il fuori non c’è più differenza,
tutto diventa guerra. Macbeth a un certo punto sceglie di portare la violenza all’interno e a questo si somma il fatto che anche la
Lady, la sua parte femminile, si snatura e prende caratteristiche
maschili: allora il caos è totale. Macbeth viene infatti “sedotto”
all’ambizione dalle streghe, che storicamente rappresentano la
minaccia al mondo patriarcale, e indotto all’assassinio da sua
moglie, che viola il suo ruolo sociale di donna agendo come
agirebbe un uomo. Al caos generato da donne che sono uomini
(ovvero da una natura femminile perversa) solo un “non nato di
donna” potrà porre fine. Ma il dramma è ancora più complesso
e tremendo: Macbeth, uccidendo il re, simbolo del padre e del
divino, uccide la sua stessa umanità ed entra in una dimensione
di solitudine dove perde tutto, amore, ragione, sonno, scopo di
vivere. In più, la sua vittoria è sterile perché non ha eredi, e questa sua rinuncia alla sua umanità servirà solo a passare il trono
al figlio di un altro. Il Macbeth è la tragedia del male dell’uomo,
della violazione delle leggi morali e naturali. Intorno all’inquietante parabola di seduzione dell’anima al male pulsa l’enigmatico cuore di questa tragedia.
Franco Branciaroli
TEATRO ALIGHIERI
martedì 21 e mercoledì 22 febbraio ore 21
mar del plata
Gli “Angeli del Rugby” che sfidarono il regime argentino
di Claudio Fava . con
Claudio Casadio, Giovanni Anzaldo, Fabio Bussotti, Andrea Paolotti, Tito Vittori
e con Edoardo Frullini,
Fiorenzo Lo Presti, Giorgia Palmucci, Alessandro Patregnani, Guglielmo Poggi . scene Alessandro Chiti . costumi Sabrina Chiocchio
light design Umile Vainieri
Società per Attori, Accademia Perduta/Romagna Teatri
regia Giuseppe Marini
Spettacolo realizzato con il patrocinio istituzionale dell’Ambasciata Argentina in Italia e della Federazione Italiana Rugby in collaborazione
con Amnesty International - sezione italiana
mercoledì 22 febbraio ore 18 . sala Corelli del teatro Alighieri
Incontro con la Compagnia cura di Massimo Marino, critico, saggista teatrale e docente di Storia del teatro musicale
al Conservatorio di Bologna
La prima volta che andai in Argentina la memoria di molte cose
accadute era ancora intatta. Cose accadute laggiù, a Buenos Aires, dove la storia si era fermata su quell’elenco interminabile di
nomi cancellati dalla vita e dal lutto, desaparecidos, ammazzati
senza nemmeno il diritto a portarsi la propria morte addosso.
Ma
anche cose accadute quaggiù, in Italia, dove un’altra guerra e un
altro nemico che non facevano prigionieri s’erano portati via, assieme a tanti altri, anche mio padre.
Mi era sembrato un viaggio
necessario: imparare che nessun luogo è il centro del mondo. Si
moriva in Argentina come in Sicilia perché una banda di carogne
regolava in questo modo i propri conti con i dissidenti. Pensarla
storta, fuori dal coro, era un peccato imperdonabile. A Buenos
Aires come a Catania. Negli anni ho imparato a raccontare quei
morti con le parole dei vivi, le madri di Plaza de Mayo, le vedove
di via d’Amelio. (…) Ho provato a immaginare i pensieri e i gesti
di quei ragazzi che scelsero di restare e di morire. Ho cercato di
riannodare i fili invisibili che legano vite lontane tra loro: i giovani
agenti di Paolo Borsellino che rinunciano alle ferie per far da
scorta al loro giudice, i giovani rugbisti di Mar del Plata che rinunciano a trovare rifugio in Francia pur di giocarsi fino all’ultima
partita il loro campionato… II nome di Raul, il sopravvissuto, l’ho
conservato. Gli altri, carnefici e vittime, li ho ribattezzati: volevo
che ciascuno di loro portasse in questo teatro qualcosa in più
della propria storia, qualcosa in più della propria morte. Perché
alla fine poco importa che quei ragazzi fossero argentini o siciliani. Importa come vissero. E come seppero dire di no.
Claudio Fava
foto Federico Riva
TEATRO ALIGHIERI
martedì 7 e mercoledì 8 marzo ore 21
preamleto
di Michele Santeramo . con Massimo Foschi, Manuela Mandracchia, Francesco Villano, Lino Musella, Matteo Sintucci
scene e costumi Barbara Bessi . luci Gianni Staropoli . musiche Paolo Coletta
assistenti alla regia Antonino Pirillo, Giacomo Bisordi
Teatro di Roma
regia Veronica Cruciani
mercoledì 8 marzo ore 18 . sala Corelli del teatro Alighieri
Incontro con la Compagnia a cura di Massimo Marino, critico, saggista teatrale e docente di Storia del teatro musicale
al Conservatorio di Bologna
Un testo che parte da Shakespeare per raccontare in scena cosa
succede prima della morte di Re Amleto, analizzando in chiave
contemporanea il concetto di potere. Re Amleto non è morto,
Amleto vuole il potere, Gertrude sente che tutto le sfugge, Claudio non vuole usare nessun veleno contro suo fratello, Polonio
aspetta che le cose si mettano a suo vantaggio. Così, i personaggi di Shakespeare sono colti nel loro privato prima che la
tragedia abbia inizio e “sono diversi prima della vendetta - riflette la regista Veronica Cruciani - prima della violenza, quando
ancora le cose si possono salvare. Ma forse, forse, le cose non si
possono salvare”.
Immaginare quel che può accadere prima di quel “vendica il
mio brutale e snaturato assassinio” da cui prende vita l’Amleto,
significa provare a scoprire intrecci e motivazioni che nel testo
shakespeariano si affidano solo alla fantasia dello spettatore.
“Se cambiassero le premesse, la storia di Amleto sarebbe comunque piena di uccisioni, vendette, assassini? – si interroga
l’autore Michele Santeramo – E quali le storture che si svilupperebbero in un gruppo stretto dal vincolo familiare e costretto
a relazionarsi con il potere?”. Il testo prova a mettere di fronte
allo spettatore i personaggi nell’atto di prendere la decisione
che cambierà le vite di tutti, mostrando i retroscena dei rapporti
familiari che diventano lo specchio di quanto il comportamento
umano possa distorcersi ogni volta che si confronta con il potere. È questa l’indagine che Veronica Cruciani, regista da sempre
interessata al rapporto tra memoria e drammaturgia, compie sul
testo del Bardo: alla ricerca di una storia il cui canone non è
più, come è stato per Amleto e per tutta la modernità, la parola
“vendetta”.
foto Serafino Amato
TEATRO ALIGHIERI
giovedì 9, venerdì 10, sabato 11 marzo ore 21
domenica 12 marzo ore 15.30
giocando con orlando
liberamente tratto da Orlando Furioso di Ludovico Ariosto . adattamento teatrale e regia Marco Baliani
con Stefano Accorsi e Marco Baliani . scene Mimmo Paladino . impianto scenico Daniele Spisa . costumi Alessandro Lai . luci Luca Barbati
Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo
sabato 11 marzo ore 18 . sala Corelli del teatro Alighieri
Incontro con Stefano Accorsi e Marco Baliani a cura di Claudia Sebastiana Nobili, docente di Letteratura teatrale italiana
presso l’Ateneo ravennate e studiosa della letteratura del Trecento
foto Alessandro Moggi
Il centro sarà sempre il tema dell’amore, corrisposto e non, violento e non, tradito e non, con le due coppie di Orlando e Angelica e Bradamante e Ruggiero, e noi due che entriamo e usciamo
dai personaggi, creandone altri intorno, mostri compresi, giocando, appunto, sulla corrispondenza delle rime infilate in un
ritmo galoppante, con molta improvvisazione verbale, con rime
difficili da trovare, con gesti difficili da compiere.
Saltando spazi e tempi con un semplice gioco di luci, o con un
salto in più su una pedana rialzata.
Stefano sarà il cantore che aggancia i vari episodi in un flusso
più continuativo, io invece sarò un full, a far da regista in scena,
a diventare spalla e comprimario, a tendere trappole e inventare
strofe. Ma ecco, che grazie a questo gioco, a questa ludica gio-
ia teatrale, a tratti apparirà, per intero, la passione dell’amore,
distillata e resa straziante, la forza dell’amicizia, in un attimo di
commossa fratellanza, la furia della gelosia in un esercizio distruttivo.
Giocando con Orlando sorprenderà lo spettatore, che, dopo
esser stato condotto al campo da gioco, alla giostra e alla helzapoppiniana baraonda, si troverà all’improvviso di fronte a qualcosa di antico: i sentimenti. Avrà appena il tempo per sentirli e
provare qualcosa che assomiglia alla nostalgia, per poi essere
trascinato di nuovo sulle montagne russe dell’Ippogrifo volante
o dell’Orca ruggente.
Marco Baliani
TEATRO ALIGHIERI
giovedì 23, venerdì 24, sabato 25 marzo ore 21
domenica 26 marzo ore 15.30
'
mr puntila e il suo servo matti
di Bertolt Brecht . traduzione Ferdinando Bruni . con Ferdinando Bruni, Luciano Scarpa, Ida Marinelli, Corinna Agustoni, Elena Russo Arman,
Luca Toracca, Umberto Petranca, Nicola Stravalaci, Matteo De Mojana, Francesca Turrini, Francesco Baldi, Carolina Cametti .
costumi Gianluca Falaschi . musiche originali Paul Dessau, arrangiamenti Matteo de Mojana .luci Nando Frigerio . suono Giuseppe Marzoli
Teatro dell’Elfo
regia e scene Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
sabato 25 marzo ore 18 . sala Corelli del teatro Alighieri
Incontro con il Teatro Dell’Elfo a cura di Massimo Marino, critico, saggista teatrale e docente di Storia del teatro musicale
al Conservatorio di Bologna
Un Brecht quasi inedito, un Brecht sorridente, un Brecht che
vuole divertire, che mischia il fascino delle favole nordiche all’umorismo stralunato delle comiche di Chaplin, il sarcasmo della
critica sociale e l’allegria delle canzoni popolari.
La prima immagine che vediamo all’apertura del sipario è un
enorme dollaro dal cui centro spunta il muso sorridente di un
maiale felice. Pùntiland, lo sterminato possedimento di Pùntila è
un circo dove gli uomini vengono trattati come animali e il loro
valore viene pesato sulla bilancia dell’utilità. Finché il padrone riuscirà a mantenere i suoi sudditi come schiavi e a imporre le sue
regole Pùntiland potrà sopravvivere e Pùntila trionfare, ma cosa
succederà se qualcuno dovesse ribellarsi? Il tema forte di questo
testo è il valore della dignità dell’uomo, la necessità di non svendersi. Pùntila quando è ubriaco sorride e promette felicità, come
il milionario di Luci della città, ma quando torna sobrio indossa
di nuovo la sua maschera crudele. Diffidare della sua generosità
è una buona regola di sopravvivenza. Se leggiamo i dati sulla
divisione della ricchezza nel mondo ci viene il sospetto che da
qualche parte qualcuno ci stia sorridendo come un ubriaco promettendoci il paradiso in terra, un paradiso però dove a pagare
sono in molti e a godere in molto pochi.
Mr Pùntila e il suo servo Matti per noi è un capitolo importante
del nostro lavoro per la creazione di un teatro che superi la vecchia dicotomia tra teatro d’arte e teatro popolare, in cui contenuti e divertimento vadano di pari passo e la profondità non sia
un ostacolo alla comunicazione.
Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
foto Laila Pozzo
TEATRO RASI
mercoledì 12 aprile ore 21
abramo
di Ermanno Bencivenga . con Augusto Masiello, Teresa Ludovico, Christian Di Domenico, Michele Altamura, Gabriele Paolocà,
Domenico Indiveri . spazio e luci Vincent Longuemare . costumi Teresa Ludovico e Cristina Bari . aiuto regia Christian Di Domenico
Teatro di Bari / Kismet
regia e adattamento Teresa Ludovico
mercoledi 12 aprile ore 22.30 . sala Mandiaye N’Diaye del teatro Rasi
Incontro con la Compagnia a cura di Massimo Marino, critico, saggista teatrale e docente di Storia del teatro musicale
al Conservatorio di Bologna
foto Cristina Bari
Abramo è la storia del patriarca raccontata in tre atti, secondo
lo schema della tragedia classica, da un autore che s’interroga sul senso della fede e sull’idea che l’uomo ha del proprio
dio. Come nella narrazione biblica, tre viandanti annunciano ad
Abramo che Dio vuole sottoporlo a una prova e gli chiedono di
uccidere il suo unico figlio, fondamento della sua speranza, del
suo futuro, del destino di un popolo. Contrariamente a quanto
accade nella Bibbia, però, Abramo va fino in fondo: porta Isacco
sul monte e lo uccide. Dio non ferma la sua mano, lascia che il
gesto venga compiuto per intero. Abramo rientra a casa senza il
figlio, affronta l’ira e la disperazione di Sara e scopre di lì a poco
che non era il delitto la vera prova. Tornano, infatti, i viandanti
a rimproverarlo e a spiegargli che non obbedienza cieca ci si
aspettava da lui, ma la messa in discussione di un’immagine incoerente con la realtà del suo dio. Dio voleva, cioè, essere contraddetto, non riconosciuto in una richiesta così aberrante; come
ha ben chiarito il cardinale Ravasi nel suo articolato commento
sul Sole-24 Ore, Abramo ha violato la logica dell’amore in nome
di una fede ottusa.
Teresa Ludovico
TEATRO ALIGHIERI
mercoledì 26 e giovedì 27 aprile ore 21
i giganti della montagna
di Luigi Pirandello . con Roberto Latini . musiche e suoni Gianluca Misiti . luci Max Mugnai . video Barbara Weigel
elementi di scena Silvano Santilli, Luca Baldini . assistenti alla regia Lorenzo Berti, Alessandro Porcu
Fortebraccio Teatro in collaborazione con Armunia Festival Costa degli Etruschi, Festival Orizzonti-Fondazione Orizzonti d’Arte,
Emilia Romagna Teatro Fondazione
regia e adattamento Roberto Latini
giovedì 27 aprile ore 18 . sala Corelli del teatro Alighieri
Incontro con Roberto Latini a cura di Katia Ippaso e Massimo Marino. Katia Ippaso è giornalista e scrittrice
e ha curato il volume Io sono un’attrice (Editoria&Spettacolo) che racconta “i teatri di Roberto Latini”
Quando Roberto mi disse, ormai quasi due anni fa, di voler affrontare questo testo ammisi di non conoscerlo se non per cultura generale e quello che subito mi venne in mente fu la messa
in scena di Leo De Berardinis, ma non per averla vista ma perché
avevo stampata negli occhi la locandina di quello spettacolo che
per tanti anni era stata affissa nel nostro “teatrino”, ex scuola di Perla Peragallo, dove nacque nel lontano 1994 la nostra
collaborazione artistica in quella forma che ancora adesso ne
costituisce l’essenza oltre che le fondamenta. La figura ieratica e
potente di Leo, vestito di nero, dritto in piedi ed in primo piano
rispetto alla lunga fila di attori sullo sfondo aveva accompagnato
per tanti anni quelle giornate passate in “cantina” a provare ad
immaginare quale potesse essere il nostro di teatro, in un’allora
giovane, inconsapevole nonché entusiastica voglia di fare quello
che per me era ancora assolutamente qualcosa di nuovo e di
sconosciuto.
Fin da quei primi anni non abbiamo mai avuto un metodo, libertà era l’unica regola, ma soprattutto “sentire scenico” così come
mi ripeteva spesso proprio Roberto, un binomio di parole a cui
solo nel tempo ho saputo dare un reale e profondo significato.
Ed è stato ancora così che ho affrontato i nostri “Giganti”, abbandonandomi a quell’IMMAGINAZIONE che ne è stata e che
ne è a tutti gli effetti il prologo.
Gianluca Misiti
foto Simone Cecchetti
VULKANO
OLTRE ABBONAMENTO
da venerdì 30 settembre a mercoledì 19 ottobre ore 16 e 21
e’ bal
di e con Roberto Magnani e Simone Marzocchi . testo Nevio Spadoni
musica Simone Marzocchi
Teatro delle Albe/Ravenna Teatro
E’ BAL racconta la storia di Ezia, donna emarginata di un paese della campagna romagnola, vittima delle dicerie della gente,
continuamente in cammino alla ricerca di un uomo da sposare.
Questo suo andare in cerca, assomiglia a un ballo, un continuo
sgambettare che smuove tutto il corpo della giovane donna.
Ezia è vittima a suo dire, di un abbandono: il grande amore della sua vita l’ha lasciata sola e per questo motivo viaggia senza
sosta per cercare di rimpiazzare il vecchio fidanzato ormai fra le
braccia di un’altra. Ma il tempo passa, gli anni volano, e il ballo
di Ezia si fa stanco e sgraziato, il decadimento fisico è accompagnato da una perdita progressiva della ragione, Ezia comincia a
“sbacchettare”, ad avere le allucinazioni, ricorda solo una vecchia giostra, teatro, a quanto pare, del primo incontro con quel
cavaliere che l’ha lasciata sola a ballare questa danza folle, che
assomiglia a un sogno, che è la vita.
Roberto Magnani
foto Cesare Fabbri
TEATRO RASI
OLTRE ABBONAMENTO
venerdì 28 ottobre ore 21
allarmi!
ideazione Davide Sacco e Agata Tomsic / ErosAntEros . testo Emanuele Aldrovandi . dramaturg Agata Tomsic
con Marco Cavicchioli, Giusto Cucchiarini, Luca Mammoli, Massimo Scola, Agata Tomsic . spazio Davide Sacco e Agata Tomsic
costumi Laura Dondoli . music design Davide Sacco . luci Vincenzo Bonaffini e Davide Sacco . video Francesco Tedde
disegni Gianluca Costantini . animazioni e foto di scena Gianluca Sacco . fonica Giampiero Berti e Davide Sacco
assistenti alle prove Jessica Sedda e Marta Ruggiero
Emilia Romagna Teatro Fondazione
regia Davide Sacco
Allarmi! narra le vicende di un gruppo di terroristi che vuole sovvertire con la violenza il potere costituito: diffondono le proprie
idee e cercano proseliti attraverso la rete, preparano fisicamente i corpi a fare la rivoluzione. Non credono nella democrazia,
odiano gli immigrati e vogliono instaurare una nuova dittatura in
Europa. Nella sua cameretta, un leader molto particolare, tesse
un piano per fissare il proprio nome nella storia per l’eternità.
A fine 2014 il crescente fenomeno degli estremismi di destra in
Europa ci ha fatto decidere di dedicarvi il nostro prossimo spettacolo. A differenza dei nostri precedenti lavori abbiamo scelto
di confrontarci con un autore vivente e l’incontro con Emanuele
Aldrovandi è stato per questo scopo fondamentale. La collaborazione che ne è seguita ha dato vita a un lavoro pungente e
ironico che vuole lasciare lo spettatore libero di riflettere e decidere da che parte stare, in cui gli attori-performer fluiscono
attraverso molteplici ruoli scavalcando i confini tra i piani del
racconto e facendo divenire gli artifici teatrali parte integrante
della narrazione, enfatizzando a volte il pathos della recitazione
fino a toccare la parodia.
Davide Sacco e Agata Tomsic / ErosAntEros
venerdì 28 ottobre ore 18 . sala Mandiaye N’Diaye del teatro Rasi
presentazione di Culture teatrali 24/2015 - la terza avanguardia. Ortografie dell’ultima scena italiana a cura di Silvia Mei
Ravenna Teatro ospita questo incontro sul teatro degli anni Dieci del nuovo millennio o, più comunemente, degli “anni Zero”.
Uno sguardo su un panorama difficilmente classificabile, malgrado le etichette coniate per tentare di mettere ordine nel rutilante
presente artistico.
Intervengono Claudio Angelini/Città di Ebla, Lorenzo Donati, Laura Gemini, Graziano Graziani,
Chiara Lagani/Fanny & Alexander, Agata Tomsic/ErosAntEros, Cristina Valenti e la curatrice.
Coordina Marco De Marinis
foto Gianluca Sacco
TEATRO RASI
OLTRE ABBONAMENTO
martedì 28 febbraio e mercoledì 1 marzo ore 21
VITA AGLI ARRESTI DI AUNG SAN SUU KYI
di Marco Martinelli . ideazione Marco Martinelli e Ermanna Montanari . con Ermanna Montanari, Roberto Magnani, Alice Protto,
Massimiliano Rassu . incursione scenica Fagio . musica Luigi Ceccarelli . spazio scenico e costumi Ermanna Montanari
luci Francesco Catacchio, Enrico Isola . montaggio ed elaborazione video Alessandro Tedde, Francesco Tedde
Teatro delle Albe/Ravenna Teatro in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione
regia Marco Martinelli
C’è qualcosa di scandaloso nella vita di Aung San Suu Kyi: la
mitezza d’acciaio, la compassione, la “bontà”, un termine che
avrebbe fatto storcere il naso a Bertolt Brecht. La “bontà” intesa come la intende Aung San Suu Kyi, e come prima di lei
una teoria di combattenti, da Rosa Luxemburg a Simone Weil,
da Gandhi a Martin Luther King, da Jean Goss a Aldo Capitini,
(più i tanti, innumerevoli “felici molti” di cui ignoriamo il nome),
è scandalo in quanto eresia, ovvero, etimologicamente, scelta:
si sceglie di non cedere alla violenza, alla legge che domina il
mondo, si sceglie di restare “esseri umani”: nonostante tutto.
Interrogarci sulla vita di Aung San Suu Kyi ha significato interro-
gare il nostro presente: cosa intendiamo per “bene comune”?
Per “democrazia”? Cosa significano parole come “verità e giustizia”? Ha senso usare queste parole, e come? Non sono ormai
usurate, sacrificate sull’altare della chiacchiera dei media? O
hanno senso proprio partendo dalla volontà di un sereno, paradossale, gioioso “sacrificio di sé”? Di un silenzioso, non esibito
eroismo del quotidiano? Di un cercare nel quotidiano “ciò che
inferno non è”, e dargli respiro, spazio, durata?
Marco Martinelli
foto Enrico Fedrigoli
TEATRO ALIGHIERI
OLTRE ABBONAMENTO
lunedì 13 marzo ore 21
IL VOLO-LA BALLATA DEI PICCHETTINI
di Luigi Dadina, Laura Gambi e Tahar Lamri . con Tahar Lamri e Luigi Dadina (narrazione), Francesco Giampaoli e Diego Pasini (basso
e percussioni), Lanfranco-Moder-Vicari (rap) . musiche Francesco Giampaoli . testi rap Lanfranco-Moder-Vicari
scene e costumi Pietro Fenati e Elvira Mascanzoni
Teatro delle Albe/Ravenna Teatro, Ravenna Festival
regia Luigi Dadina
Il Teatro delle Albe/Ravenna Teatro e la CGIL della nostra città da circa un anno lavorano per commemorare il trentennale
della tragedia della Mecnavi. Le altre organizzazioni sindacali confederali CISL e UIL, il Comune di Ravenna e Ravenna Manifestazioni
hanno aderito e partecipato attivamente alla realizzazione di questa ricorrenza. Il progetto prende il via da Ravenna e avrà un ampio
respiro regionale per poi concludersi a Genova dove il porto e i suoi lavoratori, con la loro storia, sono testimonianza centrale
della vicende sindacali e politiche italiane.
foto Davide Baldrati
Tahar Lamri e Luigi Dadina, nati rispettivamente il 24 e il 25
dicembre del 1958, il primo ad Algeri, il secondo a Ravenna,
hanno deciso di tenere, assieme a tre musicisti, una Conferenza sul Marzo per raccontare di fabbrica, porti, lavoro, incidenti,
cormorani, nebbia semafori in cammino, morti che continuano a
parlarci. Conferenza sul Marzo anche per ripercorre la tragedia
della Mecnavi, cercando di evitare quello che si rischia sempre
parlando di tragedie sul lavoro, finendo per invocare maggiori
diritti per i lavoratori e auspicando applicazioni concrete, precise, puntuali delle norme di sicurezza, rischiando così di banalizzare un discorso ben più complesso, che ha a che fare con la
dignità dell’essere umano in relazione al lavoro. La tragedia è
una cosa concreta, ma riguarda anche l’intangibile. Simone Weil
diceva “Mi sembra duro pensare che il rumore del vento tra le
foglie non sia un oracolo; duro pensare che questo animale, mio
fratello, non abbia anima; duro pensare che il coro delle stelle
nei cieli non canti le lodi dell’Eterno”.
La nostra conferenza prova a guardare nella direzione di questo
eterno. Parliamo di tutto questo con “leggerezza”, così come la
intende Italo Calvino nelle Lezioni americane, in cui dice che “alla
precarietà dell’esistenza della tribù - siccità, malattie, influssi maligni - lo sciamano rispondeva annullando il peso del suo corpo,
trasportandosi in volo in un altro mondo, in un altro livello di percezione, dove poteva trovare le forze per modificare la realtà.”
Luigi Dadina
CISIM
OLTRE ABBONAMENTO
mercoledì 10, giovedì 11, venerdì 12 maggio ore 20
'
CAFÉ BERLIN
di Marco Maria Linzi
. ispirato al fallimento di Kurt Tucholski . con Massimo Airoldi, Stefania Apuzzo, Micaela Brignone, Fabio Brusadin,
Sabrina Faroldi, Stefano Slocovich, Stefano Tornese, Eugenio Vaccaro, Nazaré Xavier (cast in via di definizione)
musica composta da Massimo Airoldi e Marco Maria Linzi . luci Luna Mariotti
Teatro della Contraddizione in collaborazione con Teatro dell’Elfo
regia Marco Maria Linzi
Siamo a Berlino, nel periodo a cavallo tra la Repubblica di Weimar e l’avvento del nazismo. Siamo in quei kaffè dove la decadenza si aggrappa alle pareti, dove la musica zoppica a ritmo
del disagio che si mastica e della diversità che si beve. O forse
non siamo né a Berlino né a Milano, né nei primi del Novecento
né nei primi del Duemila. Non ci siamo e basta, sospesi, sbattuti, gravitanti in uno spazio che diventa un gioco di specchi e
sguardi che si attorcigliano, che si scompongono. Café Berlin
è abitato da personaggi che oscillano tra essere qui ed essere
altrove, tra essere nella propria Prigione/Rifugio e nel Bordello/
Desiderio. Li vediamo instabili, forse raccontano frammenti di un
passato o forse quel passato è solo simulato, un’idea di futuro
ancora da vivere: un raccontare per avere la forza di poter un
giorno divenire il racconto. Un ritorno del rimosso o del futuro
sognato, che appare a ondate e che i personaggi depositano
in mano allo spettatore come fosse uno specchio rotto. Café
Berlin è come un mosaico da ricomporre, tra tasselli che non
combaciano. Tra balli, canti, reggicalze e vestitini succinti. Tra
sprofondamenti e lingue che inumidiscono labbra protratte verso il peggior offerente.
Marco Maria Linzi
foto Luigi Guaineri
TEATRO RASI
TEATRO RASI
da giovedì 2 a lunedì 20 marzo
da sabato 1 aprile a domenica 9 aprile non-scuola
ENTER
Liceo Artistico “P. L. Nervi - G. Severini”, Liceo Classico “D. Alighieri”,
Liceo Scientifico “A. Oriani”, I.P.S.I.A. “C. Callegari”, I.T.C. “G. Ginanni”,
I.P.S.S.C.T. “A. Olivetti”, I.T.I.S. “N. Baldini”, I.T.G. “C. Morigia”,
I.T.A.S. “L. Perdisa”, Fondazione Flaminia per l’Università in Romagna,
Castiglione di Ravenna - Assessorato al decentramento del Comune di Ravenna,
I.C.S. “Darsena” - Scuola Secondaria di primo grado “Mario Montanari”,
I. C. “San Biagio” - Scuola Secondaria di primo grado “Don Minzoni”,
Cooperativa Libra, il Lato Oscuro Della Costa.
Ricorre quest’anno il 25° anniversario della non-scuola,
che come di consueto metterà in atto la sua gioiosa festa
al teatro Rasi dal 2 al 20 marzo prossimi. È dal 1991 che
il Teatro delle Albe/Ravenna Teatro conduce in relazione
con associazioni e istituzioni locali e scolastiche questa
pratica pedagogica e teatrale, un’importante esperienza
formativa che negli anni ha portato migliaia di giovani ad
appassionarsi alla scena contemporanea e a rivitalizzare
in profondità la cultura teatrale della città. Non a caso l’e-
FB non-scuola/Teatro delle Albe
ditrice Ponte alle Grazie ha dato quest’anno alle stampe
Aristofane a Scampia, in cui il regista, drammaturgo e fondatore del Teatro delle Albe Marco Martinelli racconta i
cinque lustri di un fenomeno “contagioso” esportato in
tutta Italia e nel mondo. Trasferte che quest’anno la nonscuola porterà anche a Milano, Reggio Emilia, San Chirico
Raparo (Potenza), Roma, Santarcangelo di Romagna, Seneghe (Oristano), Lamezia Terme (Catanzaro), La Spezia e
San Felice sul Panaro.
ravennateatro.com
accessi imperdonabili
direzione artistica Ermanna Montanari
in collaborazione con Silvia Pagliano e Cristina Ventrucci
Nove giornate d’aprile dedicate a percorsi sghembi praticati nell’arte
e al dialogo con artisti, filosofi, teologi e critici.
Con Cristina Campo, ENTER guarda agli “imperdonabili” come figure che
agli occhi dei contemporanei sappiano sopportare e guadagnare alla mente
la bellezza e la perfezione in un’epoca di crocifissione della bellezza.
I fondamenti del teatro
In quanti modi si può scrivere per il teatro? Come un testo
diventa carne e vita in scena grazie agli attori, che rendono azione, pensiero, visione, sentimenti le immaginazioni
degli autori? Che rapporto abbiamo oggi con i messaggi
nella bottiglia lasciati dai cosiddetti “classici”, lettere nere
su fogli bianchi, antenati, fantasmi, che devono tornare
a palpitare di un’esistenza più vera di quella reale? Che
cosa fa il regista: deve rispettare, interpretare, mettere
in scena, mettere in vita un testo? Come si inventano gli
spazi della condivisione teatrale e come il teatro muta gli
spazi che adopera?
ABBONAMENTO OTTO SPETTACOLI
Cinque incontri, per attraversare i fondamenti del teatro,
il testo, l’attore, i classici, la regia, lo spazio scenico. Saranno condotti da Massimo Marino, con l’intervento di
altri critici e studiosi, con il confronto con attori e registi.
Cinque momenti, da dicembre ad aprile, aperti a tutti gli
spettatori di Ravenna, per entrare nella bottega meravigliosa della creazione teatrale.
Gli incontri si terrano al teatro Rasi alle ore 20, l’ultimo invece a Bagnacavallo nella sede de La bottega dello sguardo, lo spazio scenico ideato e curato da Renata Molinari.
La partecipazione è gratuita.
L’abbonamento conta 8 appuntamenti e si rifà alla formula della
Stagione di Prosa con i turni A B C D
6 sono i titoli fissi: Faust, Lus,
. Il borghese gentiluomo, Macbeth,
Giocando con Orlando, Mr Pùntila e il suo servo Matti
2 sono i titoli da scegliere tra: Mad in Europe, Ivanov, Amore,
Mar del Plata, Preamleto, Abramo, I giganti della montagna
ABBONAMENTO sei SPETTACOLI
L’abbonamento conta 6 appuntamenti a partire da quelli in scena al teatro Rasi
3 sono i titoli fissi: Mad in Europe, Amore, Abramo
2 sono i titoli da scegliere tra: Ivanov, Mar del Plata, Preamleto,
I giganti della montagna
1 titolo da scegliere tra: Faust, Lus,
. Il borghese gentiluomo,
Macbeth, Giocando con Orlando, Mr Pùntila e il suo servo Matti
INFORMAZIONI GENERALI
Calendario degli appuntamenti
giovedì 15 dicembre ore 20 teatro Rasi
Il testo teatrale con il critico Attilio Scarpellini
martedì 31 gennaio ore 20 teatro Rasi
L’attore con gli attori delle Teatro delle Albe
lunedì 27 febbraio ore 20 teatro Rasi
Rivivere i classici con il drammaturgo e regista Marco Martinelli
martedì 28 marzo ore 20 teatro Rasi
La regia con il critico Andrea Porcheddu
venerdì 21 aprile ore 20 La bottega dello sguardo, Bagnacavallo
Lo spazio scenico con la studiosa Renata Molinari
Tutti possono sottoscrivere l’abbonamento da giovedì 22 settembre a sabato 5 novembre. Ricordiamo che per i titoli a scelta
l’assegnazione sarà data in base alla disponibilità del teatro. Il
diritto di prelazione riservato agli Abbonati alla Stagione di Prosa 2015-16 scade sabato 15 ottobre e dopo tale data i posti non
confermati saranno rimessi in vendita. Si invitano coloro che non
intendono confermare il proprio abbonamento a segnalarlo al
più presto alla biglietteria del teatro Alighieri.
È sempre valida l’opzione del rinnovo via mail, inviando la richiesta entro il 31 ottobre a stagionediprosa@ravennateatro.
com. Il pagamento dovrà essere effettuato con bonifico bancario in un’unica soluzione e l’abbonamento potrà essere ritirato
da una settimana prima dell’inizio della Stagione alla biglietteria
dell’Alighieri. Se acquistato presso il botteghino, l’abbonamento può essere pagato in due rate: la prima (50% dell’importo) al
momento della sottoscrizione; la seconda entro il 5 novembre
(l’abbonamento sarà consegnato al momento del saldo).
Gli Abbonati sono invitati a rispettare i posti e i turni assegnati;
coloro che vorranno assistere allo spettacolo in un turno diverso dal proprio pagheranno un ingresso di 2 €. Per Il borghese
gentiluomo il cambio turno costa solo 50 centesimi. Il cambio
turno non prevede mai l’assegnazione di posto. L’abbonamento può essere occasionalmente utilizzato da persone non aventi
diritto alle stesse riduzioni: in questo caso per accedere alla sala
è necessario pagare un ingresso supplementare di 10 €. In caso
di smarrimento dell’abbonamento, si dovrà informare la biglietteria del teatro Alighieri o del teatro Rasi che provvederà a un
documento sostitutivo. Ravenna Teatro si riserva la possibilità di
effettuare spostamenti di alcuni posti anche in abbonamento in
caso di inderogabili esigenze tecniche.
LUS
Lo spettacolo Maryam è stato sostituito da Lus.
. Le repliche vanno in scena al teatro Alighieri e rispettano i tradizionali turni e
assegnazioni dell’abbonamento. Invitiamo coloro che hanno
sottoscritto l’abbonamento nel periodo estivo a riportare i tagliandi in biglietteria entro sabato 5 novembre per provvedere
alla necessaria sostituzione.
18APP, IL BONUS PER I RAGAZZI
DEL 1998
Un bonus di 500 € consegnato dal MIBACT (Ministero dei beni
e delle attività culturali e del turismo) a tutti i diciottenni da
spendere in spettacoli dal vivo, libri, ingressi ai musei o altri
servizi culturali. Rientrano in questa categoria anche gli abbonamenti e biglietti teatrali. Ravenna Teatro e Ravenna Festival
raddoppiano l’offerta e per ogni biglietto acquistato per gli
spettacoli in cartellone, i ragazzi potranno ritirarne un secondo
per un amico (fino a 26 anni). Tutte le info su come accreditarsi
sul sito www.18app.it, presso le biglietterie dei teatri o scrivendo a [email protected]
LA CARTA DEL DOCENTE
Le spese sostenute per acquistare l’abbonamento o il biglietto
alla stagione teatrale possono rientrare nel Bonus di 500 € di
cui dispongono tutti i Docenti (a chi lo desidera sarà rilasciata
una quietanza che, unita ai titoli di ingresso, ne certificherà il
pagamento).
TI PRESENTO I MIEI
È una formula di abbonamento dedicato alle famiglie e vale per
gli under20 che, oltre a un abbonamento per se stessi, decidono
di acquistarne uno per un genitore che in questo caso paga la
tariffa under30. Non ci sono limiti di turno e di settore, gli abbonamenti sono nominali e non possono essere mai ceduti ad altre
persone (è necessario presentare i documenti al momento della
sottoscrizione), devono appartenere allo stesso turno/giorno.
100 CARNET ALIGHIERI
Il Carnet dà diritto a 8 ingressi divisi tra le stagioni di Opera,
Danza, Concertistica e La stagione dei teatri. È in vendita al teatro Alighieri dal 14 novembre. Intero 80 €, fino a 26 anni 48 €.
ABBONAMENTO
8 SPETTACOLI
Platea e palco I, II e III ordine
sostenitore 162 €
under30 90 €
ridotto* 143 €
under20 35 €
Galleria e palco IV ordine
sostenitore 110 €
under30 68 €
ridotto* 100 €
under20 30 €
Loggione
sostenitore 48 €
20 €
under20 under30 30 €
BIGLIETTI
I biglietti per tutti gli spettacoli si possono acquistare da sabato
12 novembre presso la biglietteria del teatro Alighieri e del teatro Rasi, sui siti teatroalighieri.org e ravennateatro.com presso
le agenzie della Cassa di Risparmio di Ravenna e Iat Ravenna.
Il servizio di prevendita comporta la maggiorazione del 10% sul
prezzo del biglietto che non sarà rimborsata in caso di annullamento dello spettacolo.
Dal 12 novembre inoltre tutti gli Abbonati de La stagione dei teatri possono acquistare ad un prezzo speciale anche il biglietto
per gli spettacoli che hanno escluso dal proprio abbonamento:
10 € per i titoli in scena al teatro Alighieri, 5 € per quelli al teatro
Rasi.
Per informazioni e prenotazioni degli spettacoli “oltre l’abbonamento” E’ Bal, Allarmi!, Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi,
Il volo - la ballata dei picchettini, Café Berlin contattare direttamente gli uffici di Ravenna Teatro.
MENO 30
a partire da 30 minuti prima dell’inizio degli spettacoli coloro
che hanno meno di 30 anni possono acquistare biglietti a 5 € nel
settore gradito a seconda della disponibilità del teatro.
S PETTACOLI AL TEATRO ALIGHIERI
Platea e palco I, II e III ordine
sostenitore ridotto* under30 under20 24 €
20 €
16 €
8€
Teatro Alighieri, via Mariani 2 Ravenna
Teatro Rasi, via di Roma 39 Ravenna
VulKano, via Cella 261 San Bartolo Ravenna
CISIM, via Parini 48 Lido Adriano Ravenna
17 €
15 €
10 €
8€
contatti
Loggione
sostenitore under20 Gli uffici di Ravenna Teatro sono aperti al pubblico dal lunedì
al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 presso il teatro Rasi
ingresso laterale, via di Roma 39 a Ravenna
tel. 0544 36239,
[email protected]
[email protected]
7€
5€
SPETTACOLI AL TEATRO RASI
LA STAGIONE DEI TEATRI
Settore Unico
ABBONAMENTO 6 SPETTACOLI
Settore unico
sostenitore 68 €
under30 40 €
ridotto* 60 €
under20 30 €
sostenitore ridotto* under30 Teatro Alighieri, via Mariani 2 Ravenna, tel. 0544 249244,
aperta tutti i feriali dalla 10 alle 13,
il giovedì anche dalle 16
alle 18 e da un’ora prima di ogni spettacolo.
Teatro Rasi, via di Roma 39 Ravenna, tel. 0544 30227,
aperta il giovedì dalle 16 alle 18 e da un’ora prima di ogni
spettacolo. Ricordiamo che al teatro Rasi è possibile
pagare solo in contanti o assegni.
luoghi di spettacolo
Galleria e palco IV ordine
sostenitore ridotto* under30 under20 Biglietterie
ravennateatro.com
FB Ravenna Teatro Teatro Rasi
Twitter @RavennaTeatro
12 €
10 €
5€
*cral e gruppi organizzati, insegnanti, oltre i 65 anni, iscritti
all’Università per gli Adulti Bosi Maramotti, Soci Coop Alleanza 3.0,
EspClub Card, Soci BCC, tessera TCI.
Questo programma è stato stampato nel novembre 2016.
La direzione si riserva di apportare modifiche che cause
di forza maggiore imporranno.
In caso di annullamento
o sostituzione di uno spettacolo, verrà data tempestiva
comunicazione ai giornali locali e alla mailing list
(per iscriversi teatrodellealbe.com/ita/mailinglist).
Per il sostegno a La stagione dei teatri si ringrazia SAPIR Ravenna,
Fondazione Flaminia per l’Università in Romagna e
COMETHA Soc. Coop. p.a.
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La stagione dei teatri
2016 17 Teatro Alighieri Teatro Rasi Ravenna
Centro di Produzione Teatrale
Ideazione immagine e grafica Casa Walden - Stampa Litografia Fabbri Modigliana
Comune di Ravenna
Assessorato alla Cultura