UNAE Segreteria Tecnica AGGIORNAMENTO FORMATIVO SULLA SICUREZZA NEI LAVORI ELETTRICI Parte VII Regole generali del lavoro fuori tensione. Lavori fuori tensione in BT e in AT Pag. 1 di 5 7. Premessa È opinione diffusa che l’esecuzione di lavori elettrici fuori tensione sia un’attività priva di rischi o assai meno pericolosa di quella effettuata sotto tensione. Non è sempre così perché se è vero che le regole per il lavoro fuori tensione sono poche è altrettanto vero che la loro concreta applicazione sui vari tipi d’impianto non si presenta sempre agevole al punto da indurre spesso gli operatori a ometterne qualcuna o ad attuarle in maniera approssimativa. Questo generale atteggiamento di sottovalutazione dei rischi è una delle principali cause della maggior frequenza d’infortuni che si deve registrare nei lavori fuori tensione rispetto anche agli altri tipi di lavori elettrici previsti dalle norme. Le cinque regole generali per il lavoro fuori tensione sono stabilite dall’art. 6.2.1 della norma CEI 11-27. 1) Sezionare completamente. 2) Assicurarsi contro le richiusure. 3) Verificare che l’impianto sia fuori tensione. 4) Eseguire la messa a terra e in corto circuito. 5) Provvedere alla protezione contro alle parti attive adiacenti. Queste cinque regole hanno il carattere dell’essenzialità e di conseguenza vanno sempre e comunque applicate, per qualsiasi tipo d’impianto e per qualsiasi livello di tensione. Eventuali deroghe o semplificazioni per determinati tipi d’impianto e di situazioni, se pur possibili, non possono discostarsi da quelle specificate dalla norma stessa. Le prime due regole competono al RI (Parte IV), mentre le altre devono essere eseguite dal PL una volta ricevuto in consegna l’impianto o un elemento dello stesso oggetto dei lavori. 7.1 I rischi presenti nei lavori fuori tensione In generale nell’effettuazione dei lavori fuori tensione s’incontrano i seguenti rischi: • mancato sezionamento di tutte le fonti di possibile alimentazione, per errore di manovra ovvero per mancata individuazione dei punti di possibile alimentazione o ancora per guasto alle apparecchiature di sezionamento, ecc; • contatto accidentale con parti in tensione, adiacenti al posto di lavoro, di un altro impianto non a distanza di sicurezza o non adeguatamente protetto; • tensioni trasferite in conseguenza di un guasto a terra; • tensioni indotte da parallelismi con altri impianti; • tensioni indotte da scariche atmosferiche. 7.2 Il sezionamento di tutte le fonti di possibile alimentazione La normativa impone che tutte le fonti di possibile alimentazione dei circuiti oggetto dei lavori siano sezionate. Ciò è pianificato dall’URI ovvero dal RI, cioè dai soggetti a conoscenza dell’assetto dell’impianto e quindi di tutte le fonti di possibile alimentazione e dei relativi punti di sezionamento. Costituiscono fonti di possibile alimentazione tutte le sorgenti autonome di energia quali gli UPS, i gruppi elettrogeni e i generatori in genere connessi con l’impianto sede dei lavori anche se possono essere attivati solamente con un intervento manuale. L’intervento delle protezioni d’interfaccia, nel caso venga a mancare l’alimentazione principale, che prevedono il distacco automatico dall’impianto di una sorgente funzionante in parallelo con lo stesso, sono da considerare dispositivi idonei al sezionamento ai fini dei lavori, se conformi alla norme CEI 0-21 e 0-16. Norme che attengono rispettivamente alle regole tecniche di connessione alle reti pubbliche di distribuzione di BT e MT-AT. In tal senso I sezionamenti devono essere eseguiti mediante organi previsti allo scopo (in BT possono essere utilizzati anche interruttori automatici, purché ritenuti idonei allo scopo dalle relative norme di prodotto, gli interruttori specificati nella norma 64-8/5 e i UNAE Segreteria Tecnica AGGIORNAMENTO FORMATIVO SULLA SICUREZZA NEI LAVORI ELETTRICI Parte VII Regole generali del lavoro fuori tensione. Lavori fuori tensione in BT e in AT Pag. 2 di 5 sezionatori), in grado di realizzare una interruzione metallica che garantisca la tenuta dielettrica fra la parte sezionata e quella che rimane in tensione. Sono ammessi come sezionamento la sconnessione fisica e relativo isolamento dei conduttori del circuito o anche l’interruzione attuata mediante le cartucce per fusibili, le prese a spina, le barrette, ecc. Devono essere sezionati tutti i conduttori attivi quindi anche il neutro, secondo le seguenti regole: • nei sistemi TN-C il conduttore PEN non deve mai essere sezionato; • nei sistemi TN-S non è richiesto il sezionamento del neutro, salvo nei circuiti a due conduttori fase-neutro, quando tali circuiti abbiano a monte un dispositivo di interruzione unipolare sul neutro, per esempio un fusibile; • nei sistemi TT e IT il conduttore di neutro deve essere sempre Fig. 7.1 Interruttore di sezionato. Sezionatore In AT gli interruttori automatici in esecuzione estraibile delle Manovra (IMS) con indicatore di apparecchiature prefabbricate con involucro metallico trattate nella posizione sicuro Norma CEI EN 62271-200 svolgono anche la funzione di sezionamento. Diversamente devono prevedere a monte un sezionatore. Attualmente gli Interruttori di Manovra Sezionatori (IMS) sono costruiti con “l’indicatore di posizione sicuro” in conformità alla norma CEI EN 62271-102 (fig. 7.1) che stabilisce le prove meccaniche che la catena cinematica di potenza e quella cinematica di segnalazione (le due catene interferiscono fra loro in un punto di connessione che è la parte in comune più prossima ai contatti mobili) devono superare positivamente perché possa essere garantita la posizione di apertura/chiusura indicata all’operatore. Tale sistema era in passato richiesto da DM 27-3-1998 in alternativa alla visibilità, requisito ora non più richiesta dalla legge. 7.3 I provvedimenti contro le richiusure nei punti di sezionamento Il principio informatore di questa regola parte dal presupposto che un organo di manovra possa passare dallo stato di aperto a quello di chiuso anche senza intervento volontario di un operatore. Ossia che possa determinarsi una così detta “falsa manovra” per un guasto tecnico (ad esempio la riattivazione di un automatismo di richiusura per un’avaria di natura elettrica, un guasto meccanico che collassi le molle di trattenuta, ecc.) che rilanci la tensione d’esercizio dell’impianto sul posto di lavoro. In altri termini la crescente complessità delle apparecchiature e degli impianti hanno fatto ritenere agli odierni normatori non più sufficiente a scongiurare i rischi di rialimentazione intempestiva la semplice apposizione (prevista Fig. 7.2. La chiusura del sezionatore di terra blocca la richiusura del dall’abrogato DPR n. 547/55) su tutti i posti di manovra e sezionatore di linea (IMS) di comando, del cartello monitore «lavori in corso, non effettuare manovre» che resta comunque obbligatoria. Di conseguenza i provvedimenti in questione devono essere di natura per così dire impeditivi, la cui rimozione possa quindi avvenire solamente dietro una precisa volontà. In BT non è sempre facile attuare degli accorgimenti che impediscono la richiusura dei sezionamenti, specialmente se questi sono attuati mediante interruttori. In genere la norma si può dire sostanzialmente osservata quando sia attuata una delle seguenti misure: UNAE Segreteria Tecnica AGGIORNAMENTO FORMATIVO SULLA SICUREZZA NEI LAVORI ELETTRICI Parte VII Regole generali del lavoro fuori tensione. Lavori fuori tensione in BT e in AT Pag. 3 di 5 blocchi meccanici con dispositivo a chiave che impediscano la manovra dell’apparecchiatura; in alternativa blocchi meccanici che per essere sbloccati o raggiunti richiedono attrezzi o dispositivi specifici.; • impedimenti all’accesso a personale non autorizzato alle aree, ai locali o quadri contenenti il sezionamento; • sorveglianza atta ad impedire manovre indebite. In AT si ricorre invece quasi sempre a dei veri e propri blocchi meccanici degli organi di manovra mediante il ricorso, se del caso, a lucchetti con chiave che bloccano le leve di manovra o più frequentemente, se si tratta di sezionatori, inserendo il sezionatore di terra agli stessi associato (fig. 7.2). Negli organi di manovra motorizzati con alimentazione elettrica deve essere interrotta la fonte di energia. • 7.4 La verifica di assenza di tensione nell’impianto La verifica di assenza di tensione della parte d’impianto su cui si deve operare costituisce misura essenziale ai fini della sicurezza in quei lavori su installazioni elettriche di BT per le quali non sussiste l’obbligo della messa a terra e in corto circuito. Negli altri casi la verifica di assenza di tensione costituisce invece misura propedeutica atta a garantire la messa in opera in condizioni di sicurezza del dispositivo mobile di messa a terra e in corto circuito1. In BT la verifica di assenza di tensione non è sempre agevole perché spesso non sono disponibili parti attive accessibili di cui sia possibile avere la certezza visiva della loro continuità metallica con la parte d’impianto oggetto dei lavori. Essa deve essere eseguita anche sull’eventuale neutro e sulle masse presenti sul posto di lavoro se non protette contro i contatti indiretti. In AT l’assenza/presenza di tensione è ritenuta probatoria dalla segnalazione luminosa delle lampade installate dal costruttore a bordo quadro. La chiusura di un sezionatore di terra tiene luogo della verifica assenza di tensione. Naturalmente il sezionatore di terra in questione deve avere, come richiesto nei quadri di ultima generazione, un potere di stabilimento del corto circuito adeguato all’effettiva corrente di corto circuito che può manifestarsi quando il sezionatore di terra viene chiuso con l’impianto stesso in tensione (sezionatori di classe E1 o E2 della norma CEI EN 62271-102 ). Nelle linee in cavo sia di BT che di AT non è in genere possibile eseguire come vuole la norma la verifica di assenza di tensione per cui si procede come sotto riportato. • Cavi BT: vengono installati speciali morsetti a perforazione d’isolante provvisti di tappo di chiusura rimuovendo il quale ed introducendovi il puntale (elettrodo) del rivelatore si va contatto con la parte attiva (se non è possibile la verifica di assenza di tensione si deve procedere con la metodologia dei lavori sotto tensione). • Cavi MT: la verifica non è possibile se non mediante tranciatura o perforazione del cavo stesso, utilizzando dispositivi idraulici per il taglio di cavi conformi alla norma CEI EN 50340 (CEI 11-70). Tale operazione, che tra l’altro serve a individuare il cavo oggetto dei lavori specialmente quando lo stesso si trova compreso in un fascio di altri cavi in esercizio, non è distruttiva perché i lavori implicano sempre “la messa a nudo del cavo” (esecuzione di un giunto o di un terminale su un cavo guasto o raccordo con un nuovo tronco di linea). • Cavi AT: in pratica viene omessa la verifica di assenza di tensione dal momento che ne é consentita l’individuazione mediante schemi, planimetrie e/o rilievi strumentali. 1 Non sono rari gli infortuni accaduti in occasione dell’installazione di un dispositivo mobile di messa a terra e in corto circuito in un impianto, rimasto erroneamente in tensione, sul quale non era stata preliminarmente verificata l’assenza di tensione. UNAE Segreteria Tecnica AGGIORNAMENTO FORMATIVO SULLA SICUREZZA NEI LAVORI ELETTRICI Parte VII Regole generali del lavoro fuori tensione. Lavori fuori tensione in BT e in AT Pag. 4 di 5 7.5 La messa a terra ed in corto circuito sul posto di lavoro La messa a terra e in corto circuito costituisce la fondamentale misura di protezione a salvaguardia della sicurezza del personale che opera sugli impianti per l’esecuzione dei lavori fuori tensione (Fig. 7.3). Può essere effettuata con i dispositivi fissi, associati ai sezionatori di linea, oppure con dispositivi mobili aventi le caratteristiche riportate nella Parte VI. La messa a terra e in corto circuito è obbligatoria solamente per lavori sulle installazioni AT (> 1000 V). Lo diventa anche per lavori sugli impianti di BT, se: • c’è rischio di tensione indotte; • c’è rischio di tensioni trasferite per incroci con altre linee/impianti; • non c’è certezza di aver individuato e quindi sezionato tutte le fonti di possibile alimentazione (ma come già detto in 7.2 la norma considera idonei al sezionamento i dispositivi d’interfaccia degli impianti di generazione che funzionano in Fig. 7.3 La messa a terra e parallelo con la rete pubblica se conformi alla norma CEI 0- in corto circuito sul posto 21); di lavoro • non è certa l’efficacia dei provvedimenti adottati per assicurarsi contro le richiusure degli organi di sezionamento: • non è stato possibile sezionare il neutro di sistemi TT e IT. La messa a terra e in corto circuito, deve: • risultare visibile dal posto di lavoro a tutti gli addetti; • essere apposta da entrambi i lati in caso d’interruzione del circuito; • essere effettuata, nel caso dei cavi MT e AT, ad entrambi gli estremi sezionati o nei punti nudi più vicini ad essi; in questa ipotesi le terre di sezionamento assumono la valenza di terre di lavoro; • essere installata dal PL o da altra persona a lui subordinata sotto la sua responsabilità. Per la sua messa in opera la norma stabilisce che deve essere rispettata la seguente sequenza operativa2: • il collegamento lato terra deve sempre precedere l’applicazione della morsa lato parte attiva per ciascuna fase; • il collegamento a terra delle fasi dell’impianto (calata) deve sempre precedere l’applicazione del collegamento per il cortocircuito delle fasi fra loro; operazione facilitata con i dispositivi portatili di ultima generazione (figura 6.3 della Parte VI) costruiti in due parti separabili. Sotto l’aspetto normativo nulla è precisato, nel caso delle linee aeree, in ordine al posizionamento che deve assumere l’operatore, rispetto dei conduttori che, ovviamente, devono essere considerati in tensione fino alla messa a terra ed in corto circuito. 7.6 La protezione contro le parti attive adiacenti il posto di lavoro Con la messa a terra e in corto circuito delle installazioni non si esaurisce il controllo del rischio elettrico. Resta fondamentale la delimitazione del posto di lavoro nel senso che da questo non deve risultare possibile entrare in contatto o determinare pericolosi avvicinamenti (invasione della zona 2 La messa a terra e in corto circuito, effettuata con dispositivi portatili, non è considerato un lavoro in tensione. Tuttavia deve essere effettuata da una PES o PAV, allo scopo adeguatamente addestrata, osservando una apposita procedura, stabilita in DVR (Parte I), e utilizzando i DPI contro il rischio elettrico. UNAE Segreteria Tecnica AGGIORNAMENTO FORMATIVO SULLA SICUREZZA NEI LAVORI ELETTRICI Parte VII Regole generali del lavoro fuori tensione. Lavori fuori tensione in BT e in AT Pag. 5 di 5 di lavoro sotto tensione – Parte III) con parti attive prossime, mantenute in esercizio. Premesso che in generale è preferibile la messa in sicurezza anche delle parti d’impianto che pur non essendo oggetto d’intervento possono interferire con l’esecuzione dei lavori, spetta al RI individuare le misure e i provvedimenti di prevenzione e protezione da adottare e al PL metterli in atto. I provvedimenti da intraprendere devono tener conto: • del tipo di lavoro da eseguire; • dell’attrezzature e mezzi d’opera (previsti d’intesa dal RI e dal PL). Di conseguenza si tratta di mettere in opera degli apprestamenti in grado di impedire l’invasione della zona di lavoro sotto tensione mediante: • la realizzazione d’impedimenti fisici o in alternativa; • il mantenimento di distanze sicure; • un’adeguata organizzazione del lavoro che oltre a prevedere precise disposizioni agli addetti (sovraintendenza) deve basarsi, in qualche caso, anche su una puntuale azione di sorveglianza da parte del PL. Gli apprestamenti suddetti configurano l’esecuzione di un lavoro in prossimità, come definito al punto 3.2 della Parte III, che sarà meglio approfondito nella Parte IX. agu fine Parte VII