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SGUARDI D'ARTISTA: LOUIS KAHN
Louis Kahn
è considerato uno dei più importanti architetti del XX secolo. Nato in Estonia nel 1901, Kahn emigra a 4
anni insieme alla famiglia, poverissima, negli USA, a Filadelfia. Il suo talento nella musica e nell’arte non passa
inosservato e dopo la laurea in architettura (1924) comincia una brillante carriera che lo porterà in giro per il mondo. Nel
American Institute of Architects e viene nominato membro dell’American Academy
delle Arti e Letterature. Nel 1972 tocca invece al Royal Institute of British Architects assegnargli la RIBA Gold Medal. Tra
1971 riceve l’AIA Gold Medal
dall’
i suoi capolavori la nuova Galleria d'arte di Yale, i laboratori Richards a Philadelphia, l'Unitarian Church a Rochester, il
museo Kimbell a Fort Worth.
My Architect, il film-documentario firmato dal figlio di Kahn, Nathaniel, oltre che racconto della vita e dell’arte del celebre
architetto, è una storia d’amore, di tradimento e di perdono attraverso cui
il figlio compie un viaggio alla scoperta di un
padre che ha conosciuto poco e male. Nathaniel aveva 11 anni quando nel 1974,
al ritorno da un viaggio in India, suo
padre morì solo, colpito da un infarto in un bagno pubblico della Penn Station di New York.
Louis Kahn lasciava tre famiglie, di cui due illegittime, e alcune delle opere architettoniche più interessanti e spesso
discusse del secolo scorso, come la Exeter Library nel New Hampshire. Nathaniel vuole conoscere suo padre e
intraprende un viaggio che possa aiutarlo a ricomporre la sua vita e il suo lavoro. In 5 anni attraversa 5 continenti per
visitare i lavori da lui realizzati e, attraverso immagini, incontri e interviste ricostruisce la figura di Louis Kahn come uomo
e come artista. Punto di partenza la Penn Station. Il viaggio tocca mete tra loro molto distanti, non solo geograficamente,
dalle coste del New England fino a Gerusalemme, dalla California al Bangladesh, dove Kahn realizzò uno dei suoi
progetti più significativi: la sede del Parlamento di Dacca.
Lungo questo affascinante itinerario attraverso lo spazio e il tempo di una esistenza complessa e articolata si incontrano
una serie di personaggi che hanno avuto a che fare con l'artista: i tassisti di Philadelphia, i clienti, le ex-amanti, i colleghi
famosi Frank O. Gary, Philip Johnson e I.M. Pei. Ciò che emerge è il ritratto di un uomo unico, difficile, affascinante, tanto teso alla ricerca della verità e della
chiarezza nel suo lavoro di architetto, quanto misterioso
e disordinato nella vita privata.
My Architect
nasce come percorso personale per trasformarsi
Chicago International Film Festival
(2003), candidato all’Oscar come Miglior Documentario (2004), nominato agli Indipendent Spirit Award (2004), il film ha vinto il Premio al Director’s Guild of
America (2004).
agevolmente in una inchiesta universale sull’identità, sull’arte e sulla vita stessa. Premiato come Miglior documentario al
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