Cristianesimo - Scuole Sassuolo

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IL CRISTIANESIMO
Il Cristianesimo è una religione monoteista a carattere universalistico, originatasi nel I secolo dalla
religione ebraica, fondata sull'insegnamento attribuito a Gesù Cristo ed elaborato nella letteratura
neo-testamentaria.
Tra le religioni maggiori è la più diffusa, con circa 2,1 miliardi di fedeli.
1 Dottrina
Il cristianesimo si basa sulle rivelazioni che, secondo la tradizione, Dio avrebbe fatto al popolo di
Israele (tradizione comune anche alla religione ebraica), e sulla predicazione e la dottrina di
salvezza di Gesù di Nazareth detto Il Cristo ("Unto di Dio"). Questa tradizione sarebbe rispecchiata
nella Bibbia (Antico Testamento e Nuovo Testamento), considerato un testo ispirato ma non dettato
da Dio, e quindi un testo sacro. Importante anche l'elaborazione teologica dei secoli successivi,
presente nella letteratura cristiana e nei Padri della Chiesa (a partire da IV secolo vengono così
chiamati alcuni scrittori di materia religiosa, il cui insegnamento e la cui dottrina erano ritenuti
corrispondenti alla retta tradizione e alla fede della Chiesa. I loro scritti, che formano la cosiddetta
letteratura patristica, sintetizzano la dottrina quale emerge dalla Bibbia, specialmente dai Vangeli,
dagli scritti degli Apostoli, dai pronunciamenti della Chiesa e dalle decisioni dei concili, fornendo
un compendio omogeneo di insegnamenti cristiani da trasmettere alle popolazioni dell'Impero
Romano)
2 Storia e origine
Il cristianesimo emerse dal Giudaismo nel I secolo. I cristiani assunsero dal giudaismo le sue Sacre
Scritture, dottrine fondamentali come il monoteismo, la fede in un Messia o Cristo, forme del culto
(incluso il sacerdozio), l'uso dei Salmi (canti religiosi o poemi di lode) nelle preghiere comuni.
Messia è un termine che deriva dall’ebraico mashìach e significa “unto”. In greco mashìach si
traduce con Christòs, da cui l’italiano Cristo. Si tratta di appellativi dati a Gesù, il cui nome
significa “Dio salva”.
3 Il simbolo del pesce
Le prime comunità cristiane per identificare la propria religione non utilizzavano la croce, brutale e
ignominioso strumento di morte, ma il pesce. "Pesce" in greco antico si dice ichts e fu considerato
come l'acronimo di cinque parole, identificative dello status di Gesù Cristo: Iesoùs Christòs Theoù
Yiòs Sotèr che significa "Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore".
4 Suddivisioni
Le chiese cristiane possono essere classificate in diversi modi. Una suddivisione abbastanza
semplice è quella che distingue le chiese occidentali da quelle orientali.
 Le Chiese occidentali sono quelle derivate dalla Chiesa latina, la cui autorità si estendeva
originariamente da Roma sulla parte occidentale dell'Impero Romano. Oltre alla stessa
chiesa cattolica, di questo gruppo fanno parte tutte le chiese protestanti (termine che si
riferisce al rapporto conflittuale di queste chiese con il cattolicesimo, ed in particolare con il
papato) che da essa si sono staccate nel corso dei secoli. Fra di esse, le più importanti sono,
indubbiamente, quelle nate nel XVI secolo con il movimento della Riforma (luterani,
calvinisti, anglicani ecc.), ma vi sono anche gruppi che hanno origini diverse come ad
esempio i valdesi. Questi ultimi ebbero origine nel medioevo, in seguito alla predicazione di
Pietro Valdo di Lione, il quale decise di approfondire lo studio della Bibbia e fu colpito
soprattutto dalle parole di Gesù rivolte al giovane ricco: “Se vuoi essere perfetto, va', vendi
quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguim” (Matteo
XIX, 21). Decise allora di abbandonare la moglie e le figlie (accolte in un monastero), di
offrire la sua ricchezza ai poveri e di andare in giro a predicare la Parola di Dio insieme ai
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suoi seguaci. Il movimento dei valdesi fu scomunicato da papa Lucio III, in quanto ai laici
come Valdo non era permessa la predicazione della Parola di Dio.
Ad oriente abbiamo invece le chiese ortodosse, emanazioni delle chiese di lingua greca nate
originariamente nel territorio dell'Impero Romano d'Oriente. A differenza di quanto accadde
in Occidente, per quanto la chiesa greca assumesse rilevanza particolare, essa non fu mai in
grado di imporre la propria supremazia sulle chiese "sorelle", che rimasero autocefale (cioè i
loro capi non riconoscono nessuna autorità religiosa al di sopra di essi). Allo stesso modo,
anche le chiese fondate da missionari ortodossi (specialmente fra le popolazioni slave) si
resero rapidamente autonome dalle rispettive chiese-madri, considerandosi allo stesso loro
livello. Fra queste la più importante è indubbiamente la Chiesa ortodossa russa. Anche la
chiesa copta fa parte delle chiese ortodosse.
Da notare che le chiese ortodosse, da una parte, e quella cattolica dall'altra, sono tra loro
scismatiche, ma non si considerano reciprocamente eretiche (l’eresia nell’ambito del
cristianesimo è una dottrina che si oppone apertamente e direttamente ad una verità rivelata.
Eresia è ad esempio negare la natura divina di Cristo), a differenza di quanto avviene per
esempio per le chiese protestanti.
Fra le chiese orientali vanno annoverate le cosiddette chiese orientali antiche (chiese che nel
corso del primo millennio cristiano si sono distinte dalla chiesa greca e da quella latina),
derivate dalle dispute sul monofisismo (dottrina religiosa cristiana che afferma che nella
persona storica di Gesù Cristo esista solo la natura divina del Figlio di Dio. La natura umana
di Gesù, dunque, fu solo apparente o per lo meno, totalmente “dissolta” nella sua divinità) e
il nestorianesimo (i nestoriani, seguaci di Nestorio, patriarca di Costantinopoli,
riconoscevano in Cristo la presenza non di due nature, ma di due persone (l’uomo e il dio)
per cui negavano a Maria di Nazareth l’appellativo di “genitrice di Dio”, in quanto madre
del solo Cristo-uomo), teologicamente differenti dalle chiese ortodosse vere e proprie
(entrambe nacquero durante le controversie cristologiche del V e VI secolo).
Sono sorti anche altri culti del Cristianesimo, i quali o vogliono differenziarsi dai primi qui
menzionati, oppure affermano di avere una linea storica separata. I più estesi fra questi sono
i testimoni di Geova (comunità di origine cristiana fondata nel 1870 in Pennsylvania. Il
nome viene ripreso da un versetto biblico di Isaia, in cui si dice “Voi siete miei testimoni”.
Geova è la forma italianizzata del nome biblico di Dio) ed i mormoni (il mormonismo
nacque agli inizi dell’Ottocento negli Stati Uniti. I mormoni considerano la loro fede di
ispirazione cristiana e riconoscono in Cristo l’unico capo della Chiesa e l’unico salvatore il
mondo. Tuttavia la chiesa dei mormoni non è annoverata tra le chiese cristiane dal Concilio
Ecumenico), che, anche se ritenute derivazioni del protestantesimo anglosassone, sono
fortemente caratterizzate e dalle figure individuali dei primi fondatori del XIX secolo, sia
dalle convinzioni interne che le portano a ritenersi chiese od organizzazioni completamente
esclusive dal punto di vista dottrinale ed organizzativo. I mormoni hanno inoltre libri
aggiuntivi forniti dal loro fondatore, dove le dottrine cristiane vengono ampliate e ridiscusse
in modo completamente univoco ed originale.
Vi sono, infine, una serie di culti cristiani ormai estinti, soprattutto legati alle numerosissime
eresie (variamente represse) che interessarono tutta la cristianità nella sua storia: fra gli altri,
segnaliamo il cristianesimo ariano (che ebbe una grande importanza storica all'epoca delle
invasioni barbariche. L’arianesimo è una eresia antitrinitaria che sosteneva l’inferiorità del
Cristo rispetto a Dio Padre) e l'eresia degli albigesi (o càtari. Essi professavano in un’eresia
dualistica e nella predestinazione. Rifiutavano i beni materiali e credevano che il re
dell’amore (Dio) e il re del male (Rex mundi) rivaleggiassero con uguale potere per il
dominio delle anime umane).
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5. La chiesa ortodossa copta
5.1 Storia
La Chiesa Copta fu fondata in Egitto nel I secolo d.C.. Il nome deriva dalla parola greca aigptios
“egizio”, trasformata dapprima in gipt e poi in qibt. La Chiesa Copta ha origine dalle prediche di
san Marco, discepolo, che scrisse il suo Vangelo nel primo secolo d.C. e portò il cristianesimo in
Egitto, al tempo dell'imperatore Nerone. È una delle chiese d'oriente. La liturgia è simile a quella
ortodossa, ma le due liturgie si sono evolute differentemente anche perché quella ortodossa è stata
influenzata dal ruolo del patriarcato di Costantinopoli, mentre quella copta dal ruolo del patriarcato
di Alessandria. La Chiesa Copta vanta, infatti, di aver mantenuto le credenze e la dottrina del
cristianesimo più antico, tramandandole di generazione in generazione, senza cambiamenti radicali
e rimanendo conforme alla dottrina e ai riti apostolici.
I primi monaci copti vissero in Egitto durante il IV secolo, molti di loro morirono come martiri.
Durante il IV e V secolo si ebbe lo scisma della Chiesa Copta dalla Chiesa ortodossa. All'epoca,
cioè prima dello Scisma d'Oriente del 1054, per Chiesa ortodossa si intendeva le attuali Chiese
cattolica ed ortodossa insieme. Il IV ed il V secolo furono caratterizzati dalle c.d. "eresie
cristologiche". I cristiani, cioè, si divisero circa la natura di Cristo. I monofisiti, come la Chiesa
copta e quella armena, pur non negando che Gesù fosse sia Dio che uomo, non potevano accettare
che un Dio soffrisse in croce, e accentuavano, quindi, la natura "divina" di Cristo. Gli ariani
accentuavano la natura "umana", i nestoriani, consideravano Cristo sia uomo che Dio, ma la non
contemporaneità di tali nature.
La Chiesa riunita nel Concilio di Calcedonia affermò che Cristo era, al tempo stesso,
completamente Dio e completamente uomo. Ciò provocò lo scisma dei monofisiti e nestoriani, che
si separano dal resto della Chiesa. Va, comunque, precisato che nel caso di nestoriani e monofisiti le
differenze nascevano, oltre che da motivazioni teologiche, comunque esistenti, da questioni
politiche e sociali.
La Chiesa copta è stata una delle Chiese a soffrire di più dell'avanzata araba nel Nord Africa.
Nonostante la legislazione islamica permettesse alle "religioni del Libro", cioè cristiani, ebrei e
zoroastriani, di professare la propria fede, in qualità di dhimmi (secondo la legge musulmana ogni
cristiano, ebreo o zoroastriano cui è di norma concesso di vivere la propria fede religiosa in un
paese governato secondo i principi dell’Islam pur assoggettati ad alcune limitazioni), impediva le
conversioni dall'Islam al Cristianesimo, o il matrimonio di donne musulmane con cristiani. I
musulmani arrivarono, sotto il califfato degli Omayyadi (661-750), ad imporre la marchiatura a
fuoco delle mani dei copti oppure, dinastia Abbaside (750-868), l'obbligo di portare pesanti croci (2
kg.) intorno al collo. Solamente con la dinastia fatimide (969-1171) i copti poterono liberamente
esercitare la loro fede, ma in seguito, la situazione peggiorò per le persecuzioni sotto i Mamelucchi
(schiavi al servizio dei califfi abbasidi, impiegati nell’amministrazione e nell’esercito) e i Turchi.
Risultato di queste persecuzioni è stato il calo del numero dei vescovi, dai 168 del VI secolo ai 17
del XVII secolo. Il periodo buio finì con l'avvento al potere di Mehmet Ali nel 1804 e con i
protettorati britannico e francese
5.2 La Chiesa Copta oggi
5.2.1 Diffusione
Si stima che i copti siano circa 10 milioni. La maggioranza vive in Egitto, Etiopia ed Eritrea.
Esistono altre comunità copte in Europa, Australia e America, in particolare negli Usa con circa
200.000 fedeli.
5.2.2.Il Papa
La Chiesa Copta ha il proprio papa, attualmente Shenuda III, che vive a Il Cairo ed è il patriarca
numero 117 dalla predicazione di San Marco. A differenza della Chiesa cattolica i copti non
attribuiscono al loro papa l'infallibilità papale (dogma, cioè principio che non può essere messo in
dubbio da parte dei fedeli, secondo cui il papa, essendo ispirato dallo Spirito Santo nel suo incarico
di successore di Cristo, non può sbagliare)
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5.2.3 Caratteristiche peculiari
Il Natale è celebrato il 7 gennaio invece del 25 dicembre.
5.2.4 Rapporti con il mondo islamico
Durante gli ultimi anni si sono anche verificati episodi di violenza tra la comunità copta e quella
musulmana. Infatti, con l'aumento dell'attività dei fondamentalisti islamici dalla fine degli anni '70
le condizioni di vita dei copti in Egitto sono peggiorate. Tra il 1981 e il 1985 il papa Shenuda III fu
tenuto agli arresti domiciliari in un monastero nel deserto.
Diffusione
Sotto il termine Cristianesimo sono raggruppate chiese molto diverse e a volte in polemica tra loro.
Secondo stime recenti, i cristiani sono complessivamente il 33 % degli abitanti del globo e sono
così divisi: cattolici 17,5%, protestanti, 5,6%, ortodossi delle varie chiese (russa, greca, armena)
3,6%, anglicani 1,3%, copti ed altri (battisti (sostanzialmente gli eredi degli anabattisti) e
pentecostali (chiesa che pone particolare enfasi nel dono dello Spirito Santo e nel giorno della
Pentecoste) in ascesa) 5,0%.
Attualmente il cristianesimo è la religione più diffusa al mondo, con circa 2,1 miliardi di fedeli (1
miliardo di cattolici, 500 milioni di protestanti, 240 milioni di ortodossi, e 275 milioni d'altri),
davanti all'Islamismo, tra 900 milioni ed 1,4 miliardi, e all'Induismo, tra 850 milioni e un miliardo.
Gran parte delle statistiche si fondano su sondaggi a campione nei vari stati o sui dati delle anagrafi
(quando la religione professata è registrata), preferiti rispetto ai dati forniti dalle varie
organizzazioni religiose che spesso si riferiscono al numero di battezzati, ignorando la posizione di
coloro che, battezzati nell'infanzia (come accade presso la Chiesa cattolica di rito latino), si siano
discostati dal cristianesimo in età adulta.
È noto che in Europa occidentale ad esempio l'aderenza alla pratica religiosa delle varie chiese in
età adulta è, ormai da parecchi anni, in forte calo, mentre negli Stati Uniti o al di fuori
dell'Occidente esso appare in crescita, oppure, in certe aree del Terzo Mondo come il Sud America
si sia avuta un'avanzata delle chiese evangeliche di tipo pentecostale a scapito del cattolicesimo
tradizionale, quindi con movimenti e travasi fra le varie confessioni cristiane.
6. Il Cristianesimo nell'Europa contemporanea
L'occidente europeo ha subito, a partire dalla fine del '700, una progressiva diminuzione degli
aderenti alle chiese storiche, cioè al cattolicesimo e alle diverse confessioni protestanti. Questo
processo ha avuto un'accelerazione nel XX secolo, soprattutto a partire dagli anni '60. Nell'Europa
dell'est la scristianizzazione di stato è avvenuta prima in Russia (nell'ex Unione Sovietica) e poi, nel
dopoguerra, nei paesi governati da regimi comunisti satelliti dell'URSS. Dopo il 1989 le chiese
orientali hanno di nuovo avuto libertà di culto. La caduta progressiva dei divieti ha portato alla luce
un desiderio represso fino ad allora di spiritualità con l'apertura di numerose chiese di varie
confessioni di tipo cristiano, assieme al proliferare di culti esotici ed esoterici.
In Europa occidentale da molte persone la fede cristiana è percepita come "poco moderna", come in
effetti è, se si considerano le antiche origini della chiesa cristiana e le sue radici nell'ancora più
antica religione ebraica. Bisogna aggiungere che il concetto di modernità è molto vago e
controverso, e non da tutti considerato necessariamente positivo. In Europa occidentale inoltre, a
causa dell'immigrazione da altri paesi con altre tradizioni religiose, dell'interesse verso nuove
religioni e della diffusione dell'agnosticismo (l’agnosticismo è una posizione concettuale per cui si
sospende il giudizio rispetto ad una problema poiché non si ha o non si può avere sufficiente
conoscenza), il numero di aderenti al cristianesimo ha subito un declino complessivo, pur
rimanendo la religione più diffusa.
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LA LITURGIA NEL CRISTIANESIMO
Le forme della liturgia cristiana possono variare a seconda delle chiese. Gli elementi comuni alle
chiese con tradizione liturgica sono i seguenti:
 L'anno liturgico, cioè il calendario delle varie festività
 i sacramenti e i sacramentali, cioè i vari riti celebrati, come il battesimo, la eucarestia o
benedizioni per circostanze particolari.
 I testi e le musiche delle preghiere. Fin dai tempi apostolici i testi più usati della liturgia
cristiana sono i salmi (vedi anche musica sacra).
La liturgia nella religione cattolica
Per la Chiesa Cattolica, la liturgia è l'esercizio del sacerdozio di Cristo ad opera del popolo dei
battezzati. Nelle celebrazioni liturgiche Cristo agisce e si rende presente alla comunità riunita.
Il Concilio Vaticano II ha definito la Liturgia come "fonte e culmine della azione della Chiesa"
nella Costituzione conciliare Sacrosanctum concilium (n°10) (1964).
La liturgia definisce la forma e il contenuto delle celebrazioni religiose solenni, ma anche
l'ordinario e il proprio dei riti quotidiani, quali la Messa, i sacramenti, la liturgia delle ore.
I riti dell'Eucarestia si suddividono in quattro gruppi: la liturgia iniziale (o d'apertura), la liturgia
della parola, la liturgia eucaristica ed i riti di congedo. La liturgia iniziale, comincia con il canto
d'inizio, con l'ingresso del celebrante ed il segno della Croce che apre la Santa Messa. Segue il
riconoscimento dei propri peccati (ad es. mediante il Confesso), il Gloria (un inno che non viene
recitato nei giorni feriali ed in Quaresima e in Avvento), la Colletta (ovvero una preghiera recitata o
cantata dal sacerdote che raccoglie le orazioni di tutti i fedeli). La liturgia della parola, consiste
nella lettura di passi della Bibbia: le prime due letture possono essere effettuate da tutti i fedeli
(generalmente la prima risale al Vecchio Testamento e la seconda alle Lettere degli Apostoli)
mentre la terza, la più importante, viene effettuata solo dai fedeli che hanno ricevuto il sacramento
dell'ordine. Tra le due letture vi è un canto responsoriale proveniente dal libro dei salmi. La terza
lettura è un passo del Vangelo e rappresenta l'argomento che si celebra in quella domenica. Dopo
l'omelia del celebrante, si recita il Credo (preghiera che riassume tutti i principi fondamentali della
dottrina cattolica) le Preghiere dei Fedeli, il Santo. Si entra così nella liturgia eucaristica, il
momento centrale dell'Eucarestia: infatti, il celebrante, dopo aver offerto a Dio il pane e il vino, essi
diventano (secondo la liturgia) corpo e sangue di Cristo. Questo rito, è ritenuto fondamentale,
perché è stato comandato direttamente da Gesù nell'Ultima Cena e veniva recitato già dagli apostoli.
Seguono altre brevi preghiere (tra cui la recita del Padre Nostro), la consegna ai fedeli
dell'Eucarestia, la benedizione finale.
La Chiesa segue durante l'anno, un ciclo definito: "anno liturgico". L'anno liturgico inizia la prima
domenica d'avvento (generalmente fra novembre e dicembre). L'Avvento, comprende alcune
settimane (nella tradizione romana quattro) ed è un periodo di riflessione e preghiera in attesa del
Natale, in cui non si recita il Gloria. Il colore delle vesti e degli addobbi è il viola, eccetto la terza
domenica detta "Gaudete" quando il colore può essere il rosa (quasi una pausa nel cammino
penitenziale verso il Natale). All'interno dell'Avvento, si celebra la solennità dell'Immacolata
Concezione (8 dicembre). Il tempo di Natale, si apre con la messa di mezzanotte della Vigilia e si
conclude la domenica del Battesimo di Gesù. Il tempo di Natale, contempla Gesù Bambino e si
chiude appunto, con il ricordo del Battesimo che Gesù ebbe all'età di trent'anni e che venne fatto da
suo cugino Giovanni il Battista. Dopo il Battesimo, Gesù iniziò la sua predicazione. Il colore delle
vesti è bianco. Inzia il Tempo Ordinario, un breve periodo d'intervallo fra il Natale e la Quaresima,
che comincia il mercoledì delle Ceneri, esattamente quaranta giorni prima della domenica delle
Palme. La Quaresima, cinque domeniche, è un tempo di riflessione e di conversione. In segno di
ciò, il colore è viola, eccetto la quarta domenica detta "Laetare" quando il colore può essere rosa,
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per sottolineare che anche in un periodo di meditazione non deve mancare la speranza cristiana
nella Provvidenza divina e nella Resurezione. La domenica delle Palme, che ricorda l'ingresso
trionfale di Cristo a Gerusalemme, a bordo di un asino, apre quindi la Settimana Santa, al cui
interno (dal Venerdì Santo alla Domenica di Risurrezione) si inserisce il Triduo Pasquale, il periodo
centrale dell'anno liturgico. Nel Triduo si ricordano l'istituzione del sacerdozio come servizio e
l'istituzione dell'Eucarestia (Giovedì Santo) la dolorosa Passione e la Morte di Cristo (Venerdì
Santo) Gesù nel Sepolcro (Sabato Santo) e infine nella domenica di Pasqua, la Resurrezione di
Cristo, che "sconfigge la morte e salva così l'umanità". Dopo il Tempo di Pasqua (colore bianco)
inizia il Tempo Ordinario (colore verde). Nel Tempo Ordinario, si riflette sugli insegamenti di Gesù
e si medita su come applicarli nella vita ordinaria. Altri colori dei paramenti liturgici sono il rosso
(nelle ricorrenze dei santi martiri) e il bianco (nelle ricorrenze che celebrano la Madonna e dei santi
non martiri, come dottori della chiesa o pastori). In alcuni santuari mariani nelle feste dedicate alla
Madonna è ammesso il colore azzurro.
La Eucaristia
Tra tutti i sacramenti la Eucaristia costituisce il "sacramento principale": memoriale della Pasqua di
morte e risurrezione di Cristo, annuncio della sua venuta finale (parusia).
La Liturgia delle ore
La Liturgia delle ore costituisce la preghiera con la quale i fedeli, e soprattutto i sacri ministri,
santificano il corso del tempo della giornata.
È organizzata attorno ai salmi e a altre letture bibliche, alle quali si aggiungo preghiere nate nella
tradizione della chiesa cattolica.
Si struttura attorno alle due ore principali delle Lodi mattutine e dei Vespri, che si recitano
rispettivamente al mattino e alla sera. Le altre ore sono l'Ufficio delle letture, nel quale si fa una
lettura più abbondante della Bibbia e dei padri della chiesa, l'Ora media, a recitarsi a metà della
giornata, e la Compieta, che è la preghiera prima del riposo notturno.
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