EPARCHIA DI PIANA DEGLI ALBANESI XI Ecumenismo L’Eparchia possiede, come è noto, una connotazione ecumenica insita nella sua stessa istituzione. In essa esistono piccolissimi gruppi appartenenti al mondo evangelico come l’A. D. I., con i quali non si hanno rapporti ufficiali, considerato il fatto che l’Eparchia tende naturalmente al dialogo ecumenico con gli ortodossi. La nostra Comunità, piuttosto, è stata oggetto di attenta osservazione e di visite ufficiali e non da parte di personalità ecclesiastiche e laiche ortodosse ed anche evangeliche. Per quanto riguarda la connotazione ecclesiale, gli albanesi che giunsero in terra italica poco dopo il concilio di Firenze (1439), in cui si era sancita l’unione tra Greci e Latini (unione però non confermata dall’insieme delle Chiese ortodosse), furono accolti come fratelli nella fede. Ad essi non fu chiesta alcuna abiura né una specifica professione di fede. Costituisce oggetto di speciale rilevanza ecumenica il fatto, documentato, che vescovi del vicino Oriente in quel periodo esercitavano il loro ministero presso le comunità italoalbanesi con l’esplicita autorizzazione del papa. La compresenza all’interno dell’Eparchia di “greci” e “latini”, seppure con i connessi problemi della convivenza di due tradizioni, costituisce un caso socio-religioso che in qualche modo fa riflettere sul tema del vivere insieme il senso dell’unità cristiana. Di fatto già nel 1931, per iniziativa di un gruppo di sacerdoti e laici siciliani dell’uno e dell’altro rito, era sorta a Palermo l’Associazione Cattolica Italiana per l’Oriente Cristiano (nel 1984 ricostituita in Associazione Culturale Italiana per l’Oriente Cristiano) allo scopo di favorire la ricomposizione della piena comunione tra le Chiese sorelle cattolica ed ortodosse e di riattivare un comune orizzonte di comunicazione tra le culture cristiane dei popoli occidentali ed orientali. Con il sostegno primario dell’Eparchia di Piana, tale Associazione promuove, dal 1961 ad oggi, la pubblicazione della rivista “Oriente Cristiano” perseguendo così i suoi scopi ecumenici e di divulgazione delle ricchezze della tradizione orientale. Tra le tante significative iniziative svolte sotto l’egida di quest’Associazione e grazie all’impulso determinante dell’Eparchia, non può non essere menzionata la “Crociera della Fraternità”: nel 1970, con il beneplacito di tutti i vescovi di Sicilia, una numerosa rappresentanza di vescovi, di sacerdoti e di laici dell’isola, guidati dal cardinale di Palermo, Francesco Carpino, e dal vescovo di Piana degli Albanesi, Giuseppe Perniciaro, si recò in visita alla Chiesa ortodossa di Grecia, al Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli e alla Chiesa di Creta allo scopo di «riaccendere gli stretti legami di sangue e di fede, che nel passato hanno unito la Sicilia alla Grecia». Nel 1973 una nutrita Delegazione ufficiale del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa di Grecia restituì la visita alle Chiese di Sicilia, accolta dal cardinale Salvatore Pappalardo e dallo stesso vescovo Perniciaro. Altri momenti ecumenici rilevanti, specialmente nei rapporti con l’Ortodossia, hanno scandito il cammino dell’Eparchia, che è stato bene individuato, in quanto ai principi e ai metodi, nel capitolo degli Atti del II Sinodo Intereparchiale riguardante l’ecumenismo. Pertanto particolare attenzione viene data al dialogo della carità, all’accoglienza fraterna, all’apporto singolare che l’Ortodossia offre all’arricchimento spirituale dell’Eparchia. L’Ufficio eparchiale per la Catechesi mistagogica e l’Ecumenismo intende orientare sempre più la Comunità verso la “dimensione ecumenica” che deve permeare i vari settori dell’attività pastorale. Un delegato vescovile – nominato per due mandati successivi anche a dirigere l’Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso delle Conferenza Episcopale Siciliana – si interessa degli aspetti ecumenici e interreligiosi dell’Eparchia ad intra e ad extra. Sono stati evitati casi, sporadici, di eventuale proselitismo, specialmente per quanto riguarda i matrimoni interconfessionali. XII Altre Religioni Particolare attenzione è stata riservata agli immigrati di religione islamica, più o meno osservanti, allorquando sono stati accolti dalla nostra “Caritas” nei centri dell’Eparchia. Si è trattato, nei tempi recenti, innanzitutto di persone provenienti dall’Albania e poi di gruppi numerosi provenienti dall’Africa, ai quali è stata assicurata ospitalità fisica e libertà religiosa e talvolta ci si è interessati ad offrire loro assistenza spirituale invitando i loro ministri.