EPARHIA E UNGRES Circoscrizione Ecclesiastica Cattolica di Rito Bizantino per gli italo albanesi dell’Italia Continentale L’Eparchia di Lungro è stata istituita il 13 febbraio 1919 con la Costituzione Apostolica Catholici fideles da Papa Benedetto XV Primo Vescovo dell’Eparchia di Lungro Mons. Giovanni Mele, nato ad Acquaformosa nel 1885 e morto a Lungro nel 1979 . Comunità Parrocchiali dell’Eparchia Calabria 25 Basilicata 2 Puglia 1 Abruzzo 1 L’Eparchia in Calabria: in provincia di Acquaformosa Lungro Firmo San Basile Civita Santa Sofia d’Epiro Plataci Falconara Albanese San Giorgio Albanese San Cosmo Albanese Vaccarizzo Albanese San Benedetto Ullano Marri Castroregio Farneta Frascineto Ejanina San Demetrio Corone Macchia Albanese Sofferetti Cantinella Castrovillari Cosenza in Basilicata L’Eparchia in provincia di Potenza San Costantino Albanese San Paolo Albanese in Abruzzo in Puglia in provincia di Pescara Nei paesi dell’Eparchia la popolazione ammonta a circa 40.000 persone per strada e in famiglia si parla l’arbëresh nelle Chiese i fedeli pregano e cantano in greco Appartengono di diritto all’Eparchia di Lungro anche quegli italo albanesi che, emigrati dai loro paesi di origine, vivono dispersi in paesi e città italiane. I gruppi più consistenti si trovano a Roma, Milano, Torino, Bari, Cosenza Complessivamente si contano in Italia oltre 100.000 italo albanesi di rito bizantino Gli italo albanesi dell’Eparchia di Lungro sono i discendenti di quei valorosi soldati che, nella metà del XV secolo, guidati dal leggendario eroe Giorgio Castriota detto “Skanderbeg” dai turchi, ma definito “Atleta di Cristo” da Papa Pio II, fermarono per oltre vent’anni l’avanzata dell’esercito musulmano verso l’Europa cristiana impedendo ai medesimi di islamizzarla e salvando cultura, religione e libertà delle popolazione europee. Costantinopoli dopo un furioso assedio 29 maggio 1453 cade in mano ai turchi condotto da un esercito di 260 mila turchi contro poco più di 5.000 difensori 1468 17 gennaio Muore Scanderbeg Shkoi një ditë mjegullore mjegullore e helmore, foka qielli doj të vajtonej, pra tue u dijtur me shi nga tregu një thirmë u gjegj, çë hiri e shtu lipin ndër zëmrat e ndër pëlleset ! "Trihimisu, Arberi ! Prindi e Zoti i Arbërit ai vdiq çë somenatë; Skanderbeku s'është më" Busto bronzeo di Giorgio Castriota Skanderbeg in Corso Plebiscito a Cosenza C’è una rapsodia bellissima, dell’incontro di Scanderbeg con la Morte. La Morte gli annuncia che deve morire e lui è molto triste, non solo perché morirà, ma perché poi non vedrà più il figlio, non vedrà più la moglie. E proprio sul punto di morte dice al figlio: “Fiore abbandonato, lule e kësaj zëmër time, fiore di questo mio cuore, prendi tua madre e tre galee, le migliori che hai, e fuggi subito di qui, perché se lo sa il turco ucciderà te e tua madre diventerà prigioniera…” E quindi Scanderbeg … indirizza i suoi al di là dell’Adriatico, e così … Giovanni, il figlio di Scanderbeg, con altri albanesi, a più ondate migratorie, fonderanno questi paesi ‘nostri’. (Carmine Abate, La moto di Skanderbeg) Quando il sultano Maometto II apprese la notizia della sua morte esclamò: Se non fosse vissuto Skanderbeg, io avrei sposato il Bosforo con Venezia, avrei posto il turbante sul capo del Papa ed avrei posto la mezzaluna sulla cupola della Chiesa di San Pietro a Roma!" l’esodo verso le coste italiane abbandonata la madre patria guidati da un disegno provvidenziale, dopo il Concilio di Firenze vennero benevolmente accolti come fratelli profughi per motivi di fede. In quei territori si inserirono a stretto contatto con popolazioni che mantenevano ancora vivo il ricordo di una cristianità e di una Chiesa in cui greci e latini, con tradizioni liturgiche diverse, vivevano in piena comunione nella giurisdizione del primate d’Italia, il Papa di Roma, lodando e glorificando in modi diversi l’unico e solo Dio, in una sola Chiesa Cattolica e Ortodossa nello stesso tempo. I profughi portarono con loro poche cose, le meno pesanti, le più preziose, quelle incancellabili: i ricordi, la lingua, il rito bizantino. Si spostò una Nazione intera una Chiesa il cristianesimo albanese la lingua albanese Quest'ondata di fuoriusciti - scrive Ismail Kadaré era composta dall'élite del Paese: signori, sacerdoti, ufficiali che portarono con sé i loro beni, i loro libri, le icone e persino le campane delle chiese, perché non volevano lasciarle in mano ai Turchi; furono ricevuti come eroi, ebbero terre e villaggi nei quali si stabilirono o fondarono di bel nuovo, furono invitati a partecipare all'amministrazione e a inserirsi nella Chiesa romana nel rispetto della loro tradizione bizantina. Il gioiello più prezioso portato dai profughi, antenati degli arbëresh, è sicuramente costituito dal rito bizantino, tuttora gelosamente custodito ed osservato nella Eparchia di Lungro il rito bizantino è il patrimonio liturgico, cerimoniale, iconografico, teologico, melurgico, disciplinare posseduto e vissuto dalla Chiesa Cattolica Bizantina Italo - Albanese Madre Patria Albania 500 anni di dominazione musulmana 22 novembre 1967 primo stato ateo del mondo 25 aprile 1968 V centenario della morte di Skanderbeg Carissimi figli di Albania, … Vi vediamo tanto volentieri, … e se la storia vi ha visti oppressi e dispersi, la bontà di Dio ha fatto che voi, … vi rendeste spesso … anticipatori del moderno ecumenismo. Papa Paolo VI + Giovanni Stamati Decretiamo … viene introdotta la lingua albanese nella Liturgia… Lungro, 6 agosto 1968 Chiesa Cattolica Bizantina Italo - Albanese Gloria a Dio in lingua albanese e Ruolo ecumenico Piccola comunità orientale in Italia a immediato, quotidiano e minoritario contatto con i cattolici italiani permanente rapporto di due tradizioni spirituali e culturali vivere in armonia la fede comune nella piena comunione della Chiesa Cattolica Chiesa particolare, di diritto proprio, riunita dallo Spirito Santo, nella quale, per mezzo del Vangelo e dell’Eucaristia e nel servizio reso dai suoi ministri, è veramente presente e opera la Chiesa di Cristo, Una, Santa, Cattolica, Apostolica secondo la tradizione bizantina. CCEO Cattedrale di Lungro La Eparchia o Diocesi di Lungro è immediatamente soggetta alla Santa Sede Romana; è una delle 12 sedi vescovili calabresi e il suo Vescovo fa parte sia della Conferenza Episcopale Calabra come della Conferenza Episcopale Italiana. Interno della Cattedrale di San Nicola di Mira in Lungro con i greci condivide la lingua e il rito e coi latini la fede e la giurisdizione. Provenienza ortodossa, appartenenza cattolica. Cattedrale di Lungro è un lembo d’oriente, del quale vive la tradizione, in pieno occidente. Cattedrale di Lungro – Santi Apostoli Pietro e Paolo Papa Giovanni Paolo II giorno 11 gennaio 2005, l’ha incoraggiata a mantenere le tradizioni degli antenati e a costituire per mezzo di esse un ponte con la Chiesa Ortodossa in vista del sospirato giorno in cui la Chiesa potrà riprendere a respirare con i suoi due polmoni. Cattedrale di Lungro Gli arbëreshë … una integrazione magnificamente riuscita rendono presente in Calabria il tempo della cristianità unita. patrimonio liturgico, cerimoniale, iconografico, teologico, spirituale, melurgico di tradizione bizantina custodendo e salvaguardando la fede dei padri Cattedrale di Lungro Arbëreshë Apostoli del passato Profeti del futuro La Chiesa in Calabria respira già con due polmoni Chi si trova a visitare la Chiesa di uno dei paesi della Diocesi di Lungro e ha la fortuna di partecipare ad una ufficiatura liturgica, viene immerso in un cerimoniale ricco di mille anni, carico di storia e di significati simbolici, pregno di teologia che esprime la fede dei primi secoli dell’era cristiana. immerso nel mondo della bellezza, circondato dal profumo dell’incenso che a nuvole si eleva dal turibolo scampanellante creando atmosfere suggestive rapito nella contemplazione delle sante Icone che adornano le mura del sacro tempio aprendo finestre sul mistero di Dio. I paesi della Diocesi possono diventare palestre di incontro per scambi fraterni tra cristiani ortodossi e cattolici al fine di favorire la conoscenza reciproca Firmo Chiesa Parrocchiale di San Giorgio Albanese I fratelli cristiani ortodossi “bizantini”, visitando questi paesi e le loro Chiese, potranno rendersi conto che i profughi albanesi, scappati dall’Albania per salvare la vita e per non diventare musulmani, hanno mantenuto intatta la fede cristiana ricevuta dai loro genitori I fratelli cristiani cattolici “latini”, non crederanno ai loro occhi, troveranno la stessa loro fede cristiana espressa in un’altra lingua, manifestata con simboli carichi di significato e di storia e i loro cuori trasaliranno di gioia di fronte alla bellezza delle chiese, dove gli stessi sensi sono invitati a glorificare il Misericordioso Padre celeste. Ejanina San Basile – Monastero di Santa Maria Odigitria Faranno fatica a capire che si trovano in Calabria e non in Grecia o in Russia.