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9 Id-ballouk Lahoucine elaborato maturità 2020-2021

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I.I.S. “Veronese-Marconi” Sede di Cavarzere (VE)
Elaborato maturità anno scolastico 2020/2021
Maturando: Lahoucine Id ballouk
Classe: 5E EL
Indirizzo: Elettronica ed elettrotecnica
Data di consegna: 31/05/2021
Argomento principale: Macchine in corrente continua
Sommario
Macchine in corrente continua ........................................................................................................ 3
A1.1 Importanza delle macchine a corrente continua nell'era di Edison .......... 3
A1.2 Struttura generale della macchina a corrente continua ................................... 4
A1.3 Aspetti costruttivi .................................................................................................................... 5
A1.4 Funzionamento come dinamo ........................................................................................... 9
A1.5 Funzionamento come motore ......................................................................................... 16
A1.6 Avviamento e regolazione del numero di giri del motore a corrente
continua .................................................................................................................................................. 16
A1.7 Fuga del motore a corrente continua ......................................................................... 16
A1.8 Cenni sui motori passo-passo ......................................................................................... 16
Regolazione della velocità di un motore a corrente continua inserito in un
sistema ad anello chiuso con l’uso di una dinamo tachimetrica e
condizionatore di segnale ................................................................................................................ 17
B1.1Dinamo tachimetrica.............................................................................................................. 17
B1.2Condizionatore di segnale .................................................................................................. 19
B1.3 regolazione velocità motore c.c. ad anello chiuso ............................................. 19
B1.4 Diagramma del modulo di Bode ..................................................................................... 21
B1.5 Diagramma della fase .......................................................................................................... 22
Flessi ............................................................................................................................................................. 23
C1.1 Che cosa sono? ........................................................................................................................ 23
C1.2 Definizione.................................................................................................................................. 23
C1.3 Flessi orizzontali e derivata prima............................................................................... 24
C1.4 Flessi e derivata seconda .................................................................................................. 25
C1.5 Flessi e derivate successive ............................................................................................. 25
Types of Electric Motors .................................................................................................................... 26
D1.1 DC Motors ................................................................................................................................... 27
D1.2 AC Motors .................................................................................................................................... 28
D1.3 Special Purpose Motors ...................................................................................................... 28
Olimpiadi invernali ............................................................................................................................... 30
E1.1 Introduzione .............................................................................................................................. 30
E1.2 Storia.............................................................................................................................................. 30
E1.3 Sport attuali del programma olimpico ....................................................................... 31
E1.4 Sport dimostrativi .................................................................................................................. 34
E1.5 Sport tolti dal programma olimpico ............................................................................ 35
Macchine in corrente continua
A1.1 Importanza delle macchine a corrente continua nell'era di Edison
La prima “macchina” elettromagnetica rotante conosciuta, è stata inventata da Michael Faraday nel 1821:
consisteva in un filo conduttore tenuto fermo verticalmente alla sua estremità superiore in modo che
l'estremità inferiore fosse immersa in un piatto contenente mercurio. Un magnete permanente circolare
era sistemato al centro del piatto. Quando una corrente elettrica veniva fatta scorrere nel filo, questo
ruotava attorno al magnete mostrando che la corrente generava un campo magnetico attorno al filo.
Nel 1860 in Italia Antonio Pacinotti, basandosi sulla
scoperta di Faraday, costruì la prima dinamo in grado
di
trasformare
l’energia
meccanica
in
energia
elettrica. Era costituita da un anello di ferro dolce su
cui erano avvolte delle bobine di filo elettrico collegate
in serie tra loro in modo da formare una spirale
continua avvolgente l'anello, che veniva fatto ruotare
con una manovella tra i poli di un magnete. Le
estremità delle bobine erano collegate a due a due ad
uno dei segmenti metallici in cui era suddiviso il
collettore (un cilindro di materiale isolante calettato
sull'albero di rotazione dell'anello, recante tanti
segmenti conduttori quante sono le bobine dell'anello)
su
cui
strisciava
una
coppia
di
spazzole
diametralmente opposte. In questo modo Pacinotti fu capace di generare una corrente quasi continua.
Nel 1870, l'accoppiamento della dinamo alla turbina idraulica diede avvio alla produzione commerciale
di energia elettrica. Ciò diede impulso nei seguenti anni della seconda rivoluzione industriale alla ricerca
sugli utilizzi pratici dell'elettricità. In particolare, nel 1882, Edison impiega sei dinamo di grandi
dimensioni nella sua centrale termoelettrica a carbone (Pearl Street station) per produrre energia
elettrica necessaria ad alimentare le utenze che si trovavano entro un certo raggio dato che la corrente,
per effetto joule, si dissipa sempre di più man mano che le distanze aumentano.
A1.2 Struttura generale della macchina a corrente continua
La macchina a corrente continua rientra nella categoria delle macchine rotanti il cui funzionamento si
basa sull’impiego del collettore a lamelle. Tale dispositivo, solidale col rotore e formato da lamelle
collegate ai conduttori rotorici e sulle quali poggiano delle spazzole fisse, rende la tensione tra le spazzole
pressoché costante, pur se le tensioni indotte negli avvolgimenti sono alternate. Essendo una macchina
reversibile, può funzionare sia come motore elettrico alimentato con corrente continua sia come
generatore, in questo caso prende il nome di dinamo. Attualmente è molto più diffuso l’impiego come
motore, in un vasto campo di potenze (orientativamente dalle centinaia di watt alle migliaia di kilowatt),
impiego per il quale si sfrutta anche la possibilità di alimentare il motore con tensione variabile, usando
i sistemi elettronici di alimentazione e di regolazione.
L'impiego come generatore è molto più limitato, dato che nelle centrali di produzione si usano gli
alternatori trifase, molto più affidabili e che consentono di ottenere valori di tensione e potenza
nettamente superiori a quelli delle dinamo. Il limite principale di queste macchine è proprio la presenza
del complesso collettore-spazzole: il contatto strisciante tra spazzole e lamelle può produrre scintille e
archi elettrici e limita i valori massimi della tensione e della corrente della macchina. Le parti costituenti
una macchina a corrente continua si evincono dalla seguente figura:
•
albero meccanico, separato dalla parte fissa mediante cuscinetti che ne permettono la rotazione;
nel funzionamento da generatore l’albero è collegato al motore primo, da cui riceve potenza
meccanica, mentre quando la macchina funziona da motore l’albero è connesso al carico meccanico,
a cui fornisce potenza;
•
rotore, montato sull’albero in modo da ruotare con esso e comprendente un nucleo magnetico
laminato, di forma cilindrica e dotato di cave, un avvolgimento elettrico (indotto) distribuito nelle
cave e un collettore a lamelle collegato elettricamente all’avvolgimento indotto;
•
spazzole conduttrici fisse, poggiate sul collettore a lamelle in modo da assicurare il contatto tra
l’avvolgimento rotorico e il circuito elettrico esterno; tale circuito esterno corrisponde, in generale,
alla rete elettrica alimentata dalla macchina se funziona da generatore o che alimenta la macchina
nel funzionamento da motore;
•
statore, costituente la parte fissa della macchina comprendente il nucleo magnetico, l’avvolgimento
di eccitazione (induttore), alimentato in corrente continua e avente il compito di creare il campo
magnetico induttore;
•
carcassa esterna, formata in parte dallo stesso nucleo statorico (gioghi) e da vari altri elementi
strutturali (scudi laterali, piedi per il fissaggio al basamento, scatola dei contatti ecc.);
•
sistema di raffreddamento, presente nelle macchine di elevata potenza di costruzione chiusa e
realizzato generalmente con uno scambiatore di calore aria-aria mosso da un motore elettrico
ausiliario;
In figura, oltre al motore in corrente continua, è riportata anche la sezione schematica di una macchina
a quattro poli in cui si distinguono il percorso delle linee di flusso principali che interessano lo statore, il
rotore e il traferro, il collegamento in serie delle bobine dell’avvolgimento induttore e quello tra i morsetti
dell’indotto e l’avvolgimento rotorico:
A1.3 Aspetti costruttivi
Nucleo magnetico statorico
Il nucleo magnetico statorico è costituito da un cilindro cavo con ha una duplice funzione, meccanica e
magnetica. Per questa ragione il materiale impiegato nella sua costruzione deve avere buone
caratteristiche di resistenza meccanica e buona permeabilità magnetica.
Dato che il flusso magnetico è normalmente costante nel tempo, non si verificano fenomeni di isteresi
magnetica e di circolazione di correnti parassite, quindi, la costruzione dello statore può essere fatta con
materiali ferromagnetici non laminati, come la ghisa e l’acciaio fuso. Tranne le macchine con corrente di
eccitazione regolabile nel tempo, per le quali il flusso magnetico varia e nel nucleo massiccio si avrebbero
delle correnti parassite dipendenti dalla frequenza di variazione del flusso; in questo caso la carcassa
viene costruita con lamiere di acciaio di qualche millimetro di spessore.
Avvolgimento induttore
L’avvolgimento induttore ha il compito di creare il campo magnetico principale della macchina ed è
costituito da bobine a forma di solenoide poste sui poli statorici, collegate in serie tra loro e percorse
dalla corrente continua di eccitazione. Il suo dimensionamento va effettuato in base ai seguenti criteri:
•
la f.m.m. di eccitazione 𝐹𝑒 = 𝑁𝑒 𝐼𝑒 deve essere tale da consentire la magnetizzazione della macchina
con il flusso magnetico voluto, in base alla riluttanza totale 𝑅𝑇 del circuito magnetico, secondo la
legge di Hopkinson 𝐹𝑒 = 𝑅𝑇 Φ;
•
con corrente di eccitazione (𝐼𝑒 ) elevata il numero di spire è ridotto e viceversa;
•
la sezione del conduttore deve essere commisurata all’intensità della corrente 𝐼𝑒 .
In base al tipo di alimentazione adottata per il circuito di eccitazione, le macchine a corrente continua si
dividono in due categorie: con eccitazione indipendente e autoeccitate.
Nelle macchine con eccitazione indipendente l’avvolgimento induttore è del tutto separato da quello
indotto ed è dotato di una propria sorgente continua di alimentazione. La regolazione della corrente di
eccitazione viene fatta mediante un reostato di campo 𝑅𝑐 o regolando la tensione di eccitazione con i
moderni sistemi elettronici.
Nelle macchine autoeccitate, invece, la potenza necessaria per l’eccitazione è fornita dalla macchina
stessa e i due avvolgimenti, induttore e indotto, sono collegati tra loro usando una delle seguenti
modalità:
•
eccitazione di derivazione: l’avvolgimento di eccitazione è posto in parallelo a quello indotto e la
corrente 𝐼𝑒 costituisce una piccola frazione della corrente d’indotto 𝐼𝑖 , la regolazione dell’eccitazione
viene effettuata con il reostato di campo e, a causa del ridotto valore di 𝐼𝑒 , l’avvolgimento induttore
deve essere composto da molte spire di piccola sezione;
•
eccitazione in serie: l’avvolgimento di eccitazione è posto in serie a quello indotto e le correnti 𝐼𝑒
e 𝐼𝑖 risultano uguali tra loro; dato che la corrente di eccitazione è uguale a quella totale di macchina
ed è normalmente elevata, l’avvolgimento induttore sarà composto da poche spire di grande sezione;
•
eccitazione composta: per ogni polo vi sono due bobine induttrici distinte, una con molte spire di
piccola sezione e l’altra con poche spire di sezione elevata; le prime, connesse in serie tra loro,
vengono collegate in derivazione sulle spazzole, mentre le seconde sono collegate in serie tra loro e
con i conduttori di linea; si hanno, pertanto, due avvolgimenti di eccitazione, uno in derivazione
percorso dalla corrente 𝐼𝑒𝑑 e l’altro in serie, interessato dalla corrente 𝐼𝑒𝑠 uguale a quella di linea.
L'adozione di un particolare sistema di eccitazione comporta notevoli differenze di funzionamento della
macchina a corrente continua. Nei moderni motori a corrente continua, specialmente di piccola potenza,
si sono diffusi sistemi di eccitazione basati sull'uso di magneti permanenti per la creazione del flusso
magnetico, senza l’impiego dell’avvolgimento induttore, circostanza che consente di ottenere una
notevole semplificazione costruttiva.
Nucleo magnetico rotorico
Il nucleo magnetico rotorico ha forma cilindrica e consente la chiusura delle linee di flusso e di alloggiare
i conduttori dell’avvolgimento indotto all’interno delle apposite cave. A causa della rotazione, nel nucleo
rotorico si genera un flusso magnetico variabile nel tempo, il che lo rende soggetto a fenomeni d’isteresi
magnetica e circolazione di correnti parassite. Per questa ragione viene costruito con lamierini
ferromagnetici a bassa perdita e di spessore normalmente di 0,5 mm.
Avvolgimento indotto
L'avvolgimento indotto è distribuito nelle cave rotoriche e durante la rotazione diventa sede di tensioni
indotte alternate che costituiscono le forze elettromotrici (f.e.m.) nel funzionamento da generatore e le
forze contro elettromotrici (f.c.e.m.) quando la macchina funziona da motore.
Per quanto riguarda il numero di poli si possono avere macchine bipolari, costruite solo per potenze
limitate, e multipolari, generalmente a quattro o sei poli, ma si può arrivare anche alla decina. Il diverso
numero di poli si ottiene collegando opportunamente i conduttori dell’avvolgimento, per esempio con un
rotore a 24 cave si possono ottenere due poli se i conduttori di 12 cave vengono collegati a quelli delle
altre dodici oppure quattro poli se si divide l’avvolgimento in gruppi di 6 cave.
Riguardo al tipo di collegamento gli avvolgimenti si dividono in embricati (in parallelo) e ondulati (in
serie), mentre, a seconda del tipo di conduttore usato, si distinguono gli avvolgimenti a matasse, ossia
costituiti da matasse con più spire di conduttori tondi, e a sbarre, in cui i conduttori attivi posti nelle cave
sono costituiti da un'unica piattina di rame.
A seconda del collegamento interno, si possono avere avvolgimenti con:
•
due vie in parallelo, corrispondenti ai due circuiti che si hanno tra la coppia di spazzole, oppure con
più di due vie in parallelo, disponendo più coppie di spazzole sul collettore.
•
quattro vie in parallelo, ottenuto con l’impiego di due coppie di spazzole poste simmetricamente
sul collettore e collegate tra loro in modo da connettere tutte le spazzole positive a un conduttore di
linea e tutte quelle negative all’altro conduttore.
Collettore e spazzole
Il collettore a lamelle ha la forma di una corona cilindrica con un certo numero di lamelle in rame crudo
di forma trapezoidale, isolate tra loro da sottili strati di isolante a base di mica o suoi derivati, resistente
alle alte temperature. Il collettore deve essere fissato all’albero di rotazione ma isolato elettricamente
da questo, per impedire che le varie lamelle vengano messe in cortocircuito. Il numero di lamelle dipende
dal numero dei lati attivi, essendo pari alla metà di questi. Normalmente vengono usati avvolgimenti a
doppio strato, con due lati attivi per ogni cava rotorica; in questo caso il numero di lamelle corrisponde
al numero delle cave, mentre per gli avvolgimenti a semplice strato il numero di lamelle è pari alla metà
delle cave. Il collettore è una delle parti più delicate della macchina a corrente continua e richiede molta
accuratezza nella sua costruzione e periodica manutenzione, per eliminare gli effetti del continuo
sfregamento con le spazzole, del riscaldamento superficiale e del possibile scintillio dovuto al contatto
elettrico.
Le spazzole devono essere costituite da materiale conduttore, per consentire il collegamento elettrico
con il collettore; non devono essere troppo dure, altrimenti potrebbero rigare il collettore, e nemmeno
troppo morbide, per evitare una veloce usura delle stesse.
A1.4 Funzionamento come dinamo
In ogni conduttore di una spira elettrica rotante con velocità angolare costante e immersa in uno
spazio interessato da un campo magnetico di induzione B costante viene indotta una f.e.m. per via
della variazione di flusso magnetico nel tempo (Legge di Faraday-Neumann-Lenz).
2
1
π‘‘πœ‘
𝑑
𝑓. 𝑒. π‘š. = 𝑒 (𝑑 ) = − 𝑑𝑑 = − 𝑑𝑑 [𝐡 βˆ™ 𝑆(𝑑)]
I lati della spira paralleli all’asse di rotazione si dicono lati attivi, in quanto in essi vengono indotte delle
forze elettromotrici (f.e.m.).
Come si può controllare con la regola della mano destra, il senso delle f.e.m. indotte è quello riportato
in figura 2; cioè la f.e.m. ha un senso nel lato che si trova sotto il polo Nord e senso opposto nel lato che
si trova sotto il polo Sud.
Se la spira è collegata a due semianelli sui quali strisciano due spazzole fisse A e B collegate ad una
resistenza (utilizzatore), si ha che alla spazzola B fa sempre capo il lato attivo passante sotto il polo Sud
e con f.e.m. uscente dalla macchina, viceversa alla spazzola A fa sempre capo il lato attivo passante
sotto il polo Nord con f.e.m. entrante nella macchina. In conclusione, mentre la f.e.m. indotta nella spira
è alternata, l’utilizzatore è percorso da corrente unidirezionale.
Grafico indotto con minor numero di lati attivi.
Grafico indotto con maggior numero di lati attivi e
collettore suddiviso in più lamelle.
Durante la rotazione della spira la tensione tra le due spazzole varia ciclicamente nel seguente modo:
•
nella posizione 𝛼 = 0 (angolo tra asse di rotazione e i lati attivi) all’istante zero entrambe le tensioni
indotte nei conduttori 1 e 2 sono nulle e si ha π‘‰π‘Žπ‘ = 0;
•
nella posizione 𝛼 =
πœ‹
2
(𝑑 =
πœ‹
)
2πœ”
la spazzola a, collegata alla lamella del conduttore 1, assume il
potenziale +𝐸𝑀 (valore massimo della tensione indotta) di 𝑒1 e la spazzola b, collegata alla lamella
del conduttore 2, assume il potenziale −𝐸𝑀 di 𝑒2 ; la differenza di potenziale π‘‰π‘Žπ‘ è data da:
π‘‰π‘Žπ‘ = +𝐸𝑀 − (−𝐸𝑀 ) = +2𝐸𝑀 ;
•
πœ‹
πœ”
nella posizione 𝛼 = πœ‹ (𝑑 = ) entrambe le tensioni indotte nei conduttori 1 e 2 sono nulle e si
ha π‘‰π‘Žπ‘ = 0;
•
3
3πœ‹
2
2πœ”
nella posizione 𝛼 = πœ‹ (𝑑 =
) la spazzola a è collegata alla lamella del conduttore 2 e assume la
tensione +𝐸𝑀 di 𝑒2 , mentre la spazzola b, collegata alla lamella del conduttore 1, si trova il potenziale
−𝐸𝑀 di 𝑒1 ; la d.d.p. π‘‰π‘Žπ‘ è uguale a quella che si aveva per 𝛼 =
πœ‹
, cioè π‘‰π‘Žπ‘ = +2𝐸𝑀 .
2
Si può notare che la tensione prelevata tra le due spazzole, pur non essendo costante, è sempre positiva,
anche se le tensioni indotte nei due conduttori sono alternate; questo effetto di “raddrizzamento” della
tensione si ottiene proprio per l'alternanza dei contatti tra le lamelle e le spazzole.
Per ottenere una tensione che sia il più possibile costante nel tempo, in modo da realizzare un generatore
di tensione a corrente continua, occorre disporre di un avvolgimento con più spire distribuite lungo la
circonferenza rotorica e collegate a un collettore a lamelle, avente un numero di lamelle dipendenti
dall’avvolgimento stesso. La sua funzione è quella di fare in modo che ai capi delle spazzole vi sia una
tensione pressoché costante nel tempo, anche se nei conduttori degli avvolgimenti vengono indotte delle
tensioni alternate. Un esempio di avvolgimento per macchina a collettore è riportato nella figura di
seguito, dove il rotore presenta 12 cave, per cui vi sono 6 matasse collegate tra loro e il collettore è
formato da 6 lamelle.
Le tensioni indotte nei conduttori disposti in cave adiacenti sono sfasate tra loro di 360°/12 = 30°, come
indicato nella prima figura:
Nell’istante considerato, tra le spazzole a e b vi sono due serie di conduttori in parallelo tra loro,
precisamente i percorsi 1-8-3-10-5-12 e 6-11-4-9-2-7.
Se si disegna il diagramma vettoriale delle tensioni come quello in figura, tenendo conto che passando
da una polarità all’altra i vettori delle tensioni indotte vanno invertiti in modo da ottenere le tensioni
risultanti
𝐸̅1 − 𝐸̅8 + 𝐸̅3 − 𝐸̅10 + 𝐸̅5 − 𝐸̅12 e 𝐸̅6 − 𝐸̅11 + 𝐸̅4 − 𝐸̅9 + 𝐸̅2 − 𝐸̅7
La tensione π‘‰π‘Žπ‘ tra le spazzole è data dalla somma vettoriale di ognuna delle due serie. Durante la
rotazione del rotore cambiano le lamelle a contatto con le spazzole e i conduttori che compongono le due
serie, ma la tensione risultante assume un valore quasi costante:
Il valore della π‘‰π‘Žπ‘ sarebbe perfettamente costante se il diagramma vettoriale fosse composto da infiniti
vettori di modulo infinitesimo, in modo da poterlo assimilare ad una circonferenza.
Funzionamento a vuoto
Una dinamo funziona a vuoto quando si verificano le seguenti condizioni:
•
il motore primo fa ruotare la macchina a una certa velocità, che si suppone costante nel tempo;
•
l’avvolgimento di eccitazione è percorso da corrente e crea il campo magnetico induttore;
•
l’avvolgimento indotto è aperto e quindi non viene erogata alcuna corrente al carico esterno, anche
se tra i morsetti è presente la tensione a vuoto 𝐸0 , legata alla corrente di eccitazione; la dinamo non
fornisce potenza elettrica al carico esterno.
In merito alla seconda condizione, occorre distinguere tra i diversi tipi di eccitazione. Per la dinamo con
eccitazione indipendente, essendo la corrente 𝐼𝑒 fornita da una sorgente esterna, il funzionamento a
vuoto descritto in precedenza è senz'altro possibile, dato che si può regolare la corrente di eccitazione
in modo da produrre un flusso a vuoto 𝛷0 tale da creare la tensione indotta voluta 𝐸0 .
Per le dinamo con eccitazione in derivazione e per quelle con eccitazione composta, che presentano
comunque un avvolgimento induttore in parallelo all’indotto, all’atto dell'avviamento, quando il circuito
rotorico è fermo, l’innesco del funzionamento avviene per effetto del magnetismo residuo presente nella
macchina anche in assenza di corrente di eccitazione, a causa dell’isteresi magnetica. Il ridotto campo
magnetico iniziale fa nascere nei conduttori che iniziano a muoversi delle f.e.m. indotte; la tensione
sull’indotto fa circolare corrente nell’avvolgimento induttore in parallelo aumentando il campo magnetico
induttore e la tensione indotta, creando così una “reazione a catena” fino al raggiungimento dello stato
di regime.
Nel caso della dinamo eccitata in serie, invece, la corrente di eccitazione a vuoto è sempre nulla, essendo
nulla quella di carico. La tensione che si crea a vuoto assume un valore estremamente ridotto, legato
solo al flusso residuo.
dato che la tensione a vuoto è data da:
𝐸0 =
𝑝 𝑁𝛷0 πœ”
∗
π‘Ž
2πœ‹
dove p sta per numero di coppie polari, N per numero di conduttori, 𝛷 per flusso, π‘Ž per numero di vie
interne e πœ” velocità angolare; esprimendo la velocità in giri/min e sfruttando la relazione πœ” = 2πœ‹π‘›/60,
si può facilmente ricavare la seguente relazione:
𝐸0 =
𝑝 𝑁𝛷0 𝑛
∗
π‘Ž
60
I termini p, π‘Ž ed N sono costanti, legati alle caratteristiche della macchina. Introducendo i fattori:
𝐾𝑒 =
𝑝 𝑁
∗
π‘Ž 60
𝑒
𝐾0 =
𝑝 𝑁
∗
π‘Ž 2πœ‹
E quindi le relazioni precedenti diventato:
𝐸0 = 𝐾0 𝛷0 πœ”
𝑒 𝐸0 = 𝐾𝑒 𝛷0 𝑛
Cioè espressioni che stabiliscono la proporzionalità diretta tra tensione indotta, flusso e velocità.
Riportando sull’asse cartesiano l’andamento della tensione 𝐸0 che si ottiene per i vari valori della corrente
𝐼𝑒 , si ricava la curva come in figura, che rappresenta la caratteristica a vuoto (o di magnetizzazione)
della macchina a corrente continua, ossia il grafico della tensione indotta a vuoto in funzione della
corrente di eccitazione, nel funzionamento a velocità costante, normalmente pari a quella nominale.
Quando la 𝐼𝑒 , è nulla la tensione indotta è anch'essa nulla 0, comunque, pari al piccolo valore πΈπ‘Ÿ , dovuto
al magnetismo residuo della macchina; aumentando la corrente di eccitazione il flusso e la f.e.m.
aumentano, in modo lineare finché il circuito magnetico è lontano dalla saturazione e con incrementi
sempre più ridotti all'aumentare del livello di saturazione, tendendo a un valore quasi costante per elevati
valori di 𝐼𝑒 .
Nel funzionamento normale la corrente di eccitazione viene regolata in modo che il punto di lavoro P
della macchina si trovi subito dopo il “ginocchio” della caratteristica, per evitare sia il funzionamento nel
tratto iniziale, in cui la macchina è molto sensibile alle variazioni della corrente 𝐼𝑒 , sia quello in
saturazione, per il quale si richiede un elevato valore di 𝐼𝑒 e, quindi, elevata potenza di eccitazione.
Quando invece, come nel caso delle piccole dinamo usate come trasduttori nei sistemi di controllo, si
vuole ottenere un comportamento lineare, la macchina viene fatta funzionare nel primo tratto della
caratteristica.
Per ogni valore della velocità si ha un diverso andamento della caratteristica a vuoto: a parità di 𝐼𝑒 il
valore di 𝐸0 aumenta all’aumentare della velocità considerata, come in figura.
Potenza e coppia nel funzionamento a vuoto
Nel funzionamento a vuoto la dinamo non eroga potenza elettrica al carico e nell’avvolgimento indotto,
mantenuto aperto, non vi sono perdite nel rame. La potenza a vuoto 𝑃0 , che la macchina assorbe dal
motore primo serve, quindi, solo per sopperire alle seguenti perdite:
•
perdite meccaniche per attrito e ventilazione; nelle macchine a corrente continua si deve
considerare anche l’attrito tra spazzole e collettore; queste perdite dipendono dalla velocità e sono
da considerare costanti se il funzionamento a vuoto avviene a velocità costante;
•
perdite nel ferro per isteresi e correnti parassite, localizzate quasi interamente nel rotore, per il
quale l’induzione magnetica è alternata con frequenza 𝑝𝑛/60, dipendente dalla velocità;
•
perdite nel circuito di eccitazione, da considerare solo per le macchine autoeccitate, in quanto
per quelle con eccitazione indipendente la potenza per l'eccitazione non è fornita dalla dinamo, ma
dal sistema esterno.
Si avrà quindi:
𝑃0 = π‘ƒπ‘Žπ‘£ + 𝑃𝑓 + 𝑃𝑒
oppure:
𝑃0 = π‘ƒπ‘Žπ‘£ + 𝑃𝑓
a seconda che si debba considerare o meno la potenza 𝑃𝑒 .
La coppia a vuoto 𝐢0 , applicata dal motore primo per far ruotare la macchina con velocità πœ” è data da:
𝐢0 =
𝑃0
πœ”
=
60𝑃0
2πœ‹π‘›
Funzionamento a carico
Il funzionamento a carico si ha quando l’indotto della dinamo, mantenuto in rotazione dal motore primo
e sottoposto all’azione del flusso induttore, viene collegato a un carico elettrico esterno. La tensione
indotta fa circolare corrente nei conduttori d’armatura, corrente dipendente dalla resistenza di carico e
che produce, a sua volta, un campo magnetico avente lo stesso numero di poli del campo induttore,
detto campo d’indotto o di armatura, per cui il campo risultante a carico è dato dalla composizione di
quello che si aveva a vuoto e di quello creato dall’indotto.
Il complesso degli effetti magnetici, elettrici e meccanici che si verificano nella macchina nel passaggio
da vuoto a carico prende il nome di reazione d'’indotto (0 reazione di armatura).
Effetti della reazione d'indotto
Nel passaggio da vuoto a carico avvengono alcuni fenomeni di natura magnetica, meccanica ed elettrica;
precisamente:
•
il flusso magnetico diminuisce, dato che la reazione d’indotto ha effetto smagnetizzante, e cambia
anche la direzione delle linee di flusso, a causa dell'effetto di storcente del campo rotorico;
•
nasce una coppia resistente dovuta all'opposizione che i poli statorici esercitano su quello rotorici
in movimento, per vincere la quale e mantenere l’indotto in rotazione il motore primo deve applicare
una coppia motrice opposta;
•
diminuisce la tensione rotorica indotta, a causa della riduzione del flusso magnetico dovuta
all'azione smagnetizzante della reazione d’indotto; indicando con βˆ†πΈπ‘Ÿ , la diminuzione di tensione per
reazione, la f.e.m. 𝐸 indotta a carico è data da
𝐸 = 𝐸0 − βˆ†πΈπ‘Ÿ
Per contrastare, al limite annullare, la reazione d’indotto, le macchine a corrente continua sono spesso
dotate di avvolgimenti compensatori, posti sui poli statorici in aggiunta a quelli induttori.
A1.5 Funzionamento come motore
A1.6 Avviamento e regolazione del numero di giri del motore a corrente
continua
A1.7 Fuga del motore a corrente continua
A1.8 Cenni sui motori passo-passo
Regolazione della velocità di un motore a corrente continua inserito
in un sistema ad anello chiuso con l’uso di una dinamo tachimetrica
e condizionatore di segnale
B1.1Dinamo tachimetrica
La dinamo tachimetrica è un trasduttore di velocità, che converte la velocità di rotazione di un
dispositivo (generalmente un motore elettrico) in un segnale elettrico (in particolare una tensione
continua). Si tratta di macchine di piccolissima potenza che vengono meccanicamente montate
sull’albero di cui si vuole misurare la velocità di rotazione e hanno come carico il circuito elettronico a
cui devono fornire il segnale di tensione proporzionale alla velocità.
La sua caratteristica è quella di fornire un’accurata immagine della rotazione indicando simultaneamente
la velocità istantanea, la variazione di velocità, il passaggio per il punto zero e la direzione di rotazione.
Costruttivamente essa è costituita da uno statore che contiene gli induttori a magnete permanente e un
rotore composto di un circuito magnetico con un elevato numero di cave rotoriche.
Data l’elevata impedenza del carico, si può trascurare la corrente erogata e la c.d.t. 𝑅𝑖 𝐼.
La figura seguente mostra il principio di funzionamento di una dinamo tachimetrica:
Il circuito elettrico è immerso in un campo magnetico fisso, generato da un magnete permanente.
Quando il circuito elettrico ruota, si viene a generare una tensione ai capi di uscita proporzionale alla
velocità di rotazione del sensore, avente la seguente relazione:
𝑉𝑒 = 𝐾𝑑 ∗ 𝑛
Dove 𝑉𝑒 è la tensione c.c. della dinamo, 𝐾𝑑 la costante tachimetrica e 𝑛 il numero di giri al minuto (rpm)
Esempio:
Calcolare la tensione di uscita 𝑉𝑒 prodotta da una dinamo tachimetri, sapendo che la costante 𝐾𝑑 è pari
a 5 mV/rpm e la velocità è di 100 giri/s.
Si calcola il numero di giri al minuto:
𝑛 = 100 ∗ 60 = 6000 π‘Ÿπ‘π‘š
Quindi, si calcola il valore della tensione in uscita 𝑉𝑒 della dinamo:
𝑉𝑒 = 𝐾𝑑 ∗ 𝑛 = 5 ∗ 6000 = 30000 π‘šπ‘‰ = 30𝑉
In commercio si possono due tipologie di dinamo tachimetriche:
•
Standard, cioè con flangia di accoppiamento tradizionale, con cuscinetti lubrificanti e spazzole
carboargento, per funzionamenti a bassa tensione e a basse velocità oppure in elettrografite, per
elevate tensioni o alte velocità;
•
Ad albero cavo, aventi la funzione principale di rendere più semplice il loro montaggio e la loro
manutenzione.
Infine, è da sottolineare che per ottenere ottime prestazioni è importante effettuare il montaggio,
l'allineamento e l'accoppiamento con molta cura. Un allineamento o un accoppiamento difettosi possono
determinare un’ondulazione a bassa frequenza, sul segnale di uscita dell'apparecchio, che risulta difficile
da filtrare.
Lo sforzo trasmesso all’albero deve inoltre essere ridotto al minimo, in quanto le vibrazioni possono
condurre a una usura prematura delle spazzole e del collettore. È da considerare poi che la presenza
prossima di un campo magnetico può causare un abbassamento della tensione erogata dalla dinamo.
Normalmente la manutenzione ordinaria di una dinamo tachimetrica è limitata al controllo dell'usura
delle spazzole e del collettore e alla sostituzione eventuale delle stesse spazzole.
B1.2Condizionatore di segnale
Un condizionatore di segnale è un dispositivo che converte un tipo di segnale elettronico in un altro tipo
di segnale. Il suo uso principale è quello di convertire un segnale che può essere difficile da leggere con
l'impiego di strumentazione convenzionale, in un formato più facilmente interpretabile. Tale conversione
comporta l'esecuzione di un numero considerevole di funzioni, ad esempio:
•
L'amplificazione, un segnale viene amplificato e la sua ampiezza complessiva risulta aumentata.
La conversione di un segnale di 0-10mV ad un segnale di 0-10V, è un esempio di amplificazione;
•
L'isolamento elettrico, interrompe il percorso galvanico tra l'ingresso ed il segnale di uscita. Cioè,
non vi è alcun cablaggio fisico tra l'ingresso e l'uscita. Interrompendo tale percorso tra ingresso e
uscita, i segnali indesiderati di disturbo sulla linea di ingresso non vengono propagati all'uscita.
•
La linearizzazione, è la conversione del segnale d'ingresso non lineare in un segnale di uscita
lineare. Questa funzione è uno standard per i segnali di termocoppia.
•
L'eccitazione, molti sensori richiedono una qualche forma di eccitazione per essere operativi. Gli
estensimetri e RTD sono due esempi di elementi che richiedono tale azione.
B1.3 regolazione velocità motore c.c. ad anello chiuso
Come prima cosa la dinamo tachimetrica viene calettata sull'albero motore della macchina in corrente
continua con la funzione di trasdurre la velocità in una grandezza elettrica, precisamente in una tensione
continua. L'espressione della tensione di uscita della D.T. è:
𝑒0 = 𝐾𝑑 ∗ 𝑛 𝐾𝑑 = 𝐾𝑒 𝛷𝑒
Successivamente un condizionatore di segnale che amplifica il segnale in modo da essere confrontato al
nodo sommatore. Inoltre serve un regolatore che stabilizzi il sistema, un modulo di potenza che applichi
le modifiche dettate dall’elettronica a bassa tensione nel circuito di potenza, e chiaramente il motore
stesso, come nel seguente schema a blocchi ad anello chiuso:
Volendo analizzare un esempio concreto:
πΊπ‘‘π‘œπ‘‘ = 1.8 ∗
45
5.2
421
∗
=
π‘—πœ”
π‘—πœ”
π‘—πœ”
2π‘—πœ”
2π‘—πœ”
2π‘—πœ”
1+
(1 +
) ∗ (1 +
) (1 + 5 ) ∗ (1 + 50) ∗ (1 + 500)
10
100
1000
π»π‘‘π‘œπ‘‘ = 0.1 ∗ 0.2 = 0.02
𝐹(π‘—πœ”) = πΊπ‘‘π‘œπ‘‘ ∗ π»π‘‘π‘œπ‘‘ =
8.42
π‘—πœ”
π‘—πœ”
π‘—πœ”
(1 + ) ∗ (1 + ) ∗ (1 +
)
5
50
500
Si calcola il modulo della costante K:
K = 8.42 ; 20log|𝐾 | = 20log|8.42| = 18.5
Si procede con il calcolo dei tre poli:
1+
π‘—πœ”
π‘—πœ”
=1−
=> 𝑝1 = −5 => πœ”π‘1 = 5 => log πœ”π‘1 = log 5 = 0.7
5
𝑝1
1+
π‘—πœ”
π‘—πœ”
=1−
=> 𝑝2 = −50 => πœ”π‘2 = 50 => log πœ”π‘2 = log 50 = 1.7
50
𝑝2
1+
π‘—πœ”
π‘—πœ”
= 1−
=> 𝑝3 = −500 => πœ”π‘3 = 500 => log πœ”π‘3 = log 500 = 2.7
500
𝑝3
B1.4 Diagramma del modulo di Bode
Il sistema, usando il criterio semplificato di Bode, risulta stabile in quanto nel diagramma del modulo la
pendenza taglia l’asse π‘™π‘œπ‘”πœ” a -20dB/dec.
B1.5 Diagramma della fase
Flessi
C1.1 Che cosa sono?
Un punto di flesso è un punto dove la tangente attraversa la funzione (tangente inflessionale), cioè punto
dove la curva cambia di concavità.
C1.2 Definizione
Data la funzione 𝑦 = 𝑓(π‘₯) definita e continua nell’intervallo I,
diciamo che presenta in X0 interno a I, un punto di flesso se in
tale punto il grafico di 𝑓(π‘₯) cambia concavità.
Se la funzione è derivabile nel punto di flesso allora esiste la
tangente alla curva, obliqua o parallela all’asse x, in quel
punto; mentre se la derivata è infinita, la tangente è parallela all’asse y. Inoltre il punto di tangenza è
un “punto triplo”.
Facendo tendere la secante AB passante per F alla posizione della tangente, i punti A e B si avvicinano
sempre più al punto F. il punto F può quindi essere considerato come un punto in cui la tangente ha tre
intersezioni coincidenti con la curva.
se in un punto di flesso esiste la retta tangente, il flesso viene detto:
•
orizzontale se la tangente nel punto di flesso è parallela all’asse x;
•
verticale se la tangente è parallela all’asse y;
•
obliquo se la tangente non è parallela e nessuno dei due assi.
Inoltre se esiste un intorno del punto di flesso in cui il grafico della funzione ha:
•
concavità verso il basso a sinistra del punto di flesso e verso l’alto a destra, il flesso è ascendente;
•
concavità verso l’alto a sinistra del punto di flesso e verso il basso a destra, il flesso è discendente.
C1.3 Flessi orizzontali e derivata prima
Data la funzione 𝑦 = 𝑓(π‘₯) definita e continua in un intorno completo IX0 del punto x0 e derivabile nello
stesso intorno, x0 è un punto di flesso orizzontale se sono soddisfatte le seguenti condizioni:
•
𝑓 ′(π‘₯0 ) = 0;
•
Il segno di 𝑓 ′ (π‘₯ ) è lo stesso per ogni π‘₯ ≠ π‘₯0 dell’intorno I.
Casi possibili
Esempio: π‘Œ = 4π‘₯ 4 + 1
Calcolo la derivata prima e studiamo il degno:
𝑓’(π‘₯) = 16π‘₯ 3 ;
16π‘₯ 3 = 0 βž” π‘₯ = 0
π‘₯ = 0 è un punto di flesso orizzontale
16π‘₯ 3 > 0 βž”
∀π‘₯ ≠ 0.
C1.4 Flessi e derivata seconda
Criterio per stabilire la concavità del grafico di una funzione:
Data una funzione 𝑦 = 𝑓(π‘₯) definita e continua in un intervallo I, compreso 𝑓′(π‘₯) ed 𝑓′′(π‘₯), e sia π‘₯0
un punto interno a questo intervallo. Se in π‘₯0 è 𝑓′′(π‘₯) ≠ 0, il grafico della funzione volge in π‘₯0 :
•
La concavità verso l’alto se 𝑓 ′′ (π‘₯0 ) > 0;
•
La concavità verso il bassose 𝑓 ′′ (π‘₯0 ) < 0.
Condizione necessaria
Data una funzione y=f(x) definita in un intervallo [a; b] e in tale intervallo esistano 𝑓’(π‘₯) e 𝑓’’(π‘₯). Se
𝑓(π‘₯) ha un flesso nel punto π‘₯0 , interno ad [a; b], la 𝑓′′(π‘₯) della funzione in quel punto si annulla, cioè:
𝑓’’(π‘₯) = 0.
Ricerca di flessi
Sia data la funzione 𝑦 = 𝑓(π‘₯) definita e continua in un intorno completo I del punto π‘₯0 e in tale intorno
esistano 𝑓’(π‘₯) e 𝑓’’(π‘₯) per ogni π‘₯ ≠ π‘₯0 .
Se per ogni π‘₯ ≠ π‘₯0 dell’intorno si ha
•
𝑓’’(π‘₯) > 0 per π‘₯ < π‘₯0 e 𝑓’’(π‘₯) < 0 per π‘₯ > π‘₯0 , oppure
•
𝑓’’(π‘₯) < 0 per π‘₯ < π‘₯0 e 𝑓’’(π‘₯) > 0 per π‘₯ > π‘₯0 ,
allora π‘₯0 è un punto di flesso.
C1.5 Flessi e derivate successive
Sia 𝑦 = 𝑓(π‘₯) una funzione definita in un intervallo [a; b], tale che nei punti interni dell’intervallo esistano
le sue derivate fino alla n-esima, continue in ]a; b[. Sia π‘₯0 un punto interno all’intervallo in cui:
se la derivata n-esima diversa da è di ordine dispari, allora in π‘₯0 si ha un flesso che è:
•
Un flesso discendente se𝑓 (𝑛) (π‘₯0 ) < 0;
•
Un flesso ascendente se𝑓 (𝑛)(π‘₯0 ) > 0.
•
Se la derivata n-esima diversa da 0 è di ordine pari, allora in π‘₯0 la curva non ha flesso e volge la:
•
Concavità verso il basso se 𝑓 (𝑛)(π‘₯0 ) < 0;
•
Concavità verso l’alto se 𝑓 (𝑛)(π‘₯0 ) > 0.
Types of Electric Motors
The selection of these motors can be done based on the operation and voltage and applications. Every
motor has two essential parts namely the field winding & the armature winding. The main function of
field winding is to produce the fixed magnetic field, whereas the armature winding looks like a conductor
which is arranged within the magnetic field. Because of the magnetic field, the armature winding uses
energy to generate an adequate torque to make the motor shaft turn.
Currently there are a variety of types of electric motors are available in the market:
The types of Electric motors are available in three main segments like AC motor, DC motor, & special
purpose motors.
D1.1 DC Motors
1) DC Shunt Motor
DC shunt motor works on DC and the windings of this electric motor like the armature windings and field
windings are linked in parallel which is known as a shunt. This kind of motor is also called as shunt wound
DC motor, where the winding type is known as a shunt winding.
2) Separately Excited Motor
In separately excited motor, the connection of stator and rotor can be done using a different power
supply. So that the motor can be controlled from the shunt and the armatures winding can be
strengthened to generate flux.
3) DC Series Motor
In DC series motor, rotor windings are connected in series. The operation principle of this electric motor
mainly depends on a simple electromagnetic law. This law states that whenever a magnetic field can be
formed around conductor & interacts with an external field to generate the rotational motion. These
motors are mainly used in starter motors which are used in elevators and cars.
4) PMDC Motor
The term PMDC stands for “Permanent Magnet DC motor”. It is one kind of DC motor which can be inbuilt
with a permanent magnet to make the magnetic field necessary for the electric motor operation. Please
refer to this link to know more about PMDC Motor: Construction, Working, and Applications.
5) DC Compound Motor
Generally, DC compound motor is a hybrid component of DC series and shunt motors. In this type of
motor, both the fields like series and shunt are present. In this type of electric motor, the stator and
rotor can be connected to each other through a series & shunt windings compound. The series winding
can be designed with few windings of wide copper wires, which gives a small resistance path. The shunt
winding can be designed with multiple windings of copper wire to get the full i/p voltage.
D1.2 AC Motors
1) Synchronous Motor
The working of the synchronous motor mainly depends on the 3-phase supply. The stator in the electric
motor generates the field current which rotates in a stable speed based on the AC frequency. As well as
the rotor depends on the similar speed of the stator current. There is no air gap among the speed of
stator current and rotor. When the rotation accuracy level is high, then these motors are applicable in
automation, robotics, etc.
2) Induction Motor
The electric motor which runs asynchronous speed is known as induction motor, and an alternate name
of this motor is the asynchronous motor. Induction motor mainly uses electromagnetic induction for
changing the energy from electric to mechanical. Based on the rotor construction, these motors are
classified into two types namely squirrel cage & phase wound.
D1.3 Special Purpose Motors
1) Stepper Motor
The stepper motor can be used to offer step angle revolution, as an alternative to stable revolution. We
know that for any rotor, the whole revolution angle is 180degrees. However, in a stepper motor, the
complete revolution angle can be separated in numerous steps like 10-degree X 18 steps. This means,
in a total revolution cycle the rotor will go stepwise eighteen times, every time 10 degree. Stepper motors
are applicable in plotters, circuit fabrication, process control tools, usual movement generators, etc.
2) Brushless DC Motors
The brushless DC motors were first developed for achieving superior performance within a lesser space
than brushed DC motors. These motors are lesser when compared with AC models. A controller is
embedded into the electric motor to facilitate the process within the lack of a commutator and a slip ring.
3). Hysteresis Motor
The operation of the hysteresis motor is extremely unique. The rotor of this motor can be induced
hysteresis and eddy current to generate the required task. The motor working can depend on the
construction, 1-phase supply otherwise 3-phase supply. These motors give a very smooth process with
stable speed, similar to other synchronous motors. The noise level of this motor is quite small, due to
this reason they are applicable in numerous complicated applications wherever the soundproof motor is
used such as sound player, audio recorder, etc.
4). Reluctance Motor
Basically, reluctance motor is a 1-phase synchronous motor & this motor construction is quite same with
induction motor like cage type. The rotor in the motor is like squirrel cage type & the stator of the motor
include sets of windings such as auxiliary and main winding. The auxiliary winding is very useful at the
beginning time of the motor. As they offer a level operation at a stable speed. These motors are
commonly used in synchronization applications which include signal generators, recorders, etc.
5). Universal Motor
This is a special kind of motor and this motor works on single AC supply otherwise DC supply. Universal
motors are series wound where the field and armature windings are connected in series and thus
generates high starting torque. These motors are mainly designed for operating at high-speed above
3500 rpm. They utilize AC supply at low-speed and DC supply of similar voltage.
Olimpiadi invernali
E1.1 Introduzione
Le Olimpiadi invernali sono un evento sportivo che raccoglie gare di sport invernali che si svolgono
su ghiaccio o neve. Ufficialmente le prime olimpiadi sono nate nel 1924 e si disputano ogni quattro anni
nello stesso periodo di quelle estive fino al 1992, mentre dal 1994 si disputano negli anni bisestili (anni
pari no divisibili per quattro).
E1.2 Storia
A partire dal 1901, prima con cadenza biennale e poi quadriennale, si disputavano in Svezia i Giochi
nordici, guidati dal generale Viktor Balck, membro del CIO e amico di Pierre de Coubertin, "padre" dei
Giochi olimpici moderni. Nel 1908 il pattinaggio di figura venne inserito nel programma olimpico per la
prima volta nel quale vennero disputate quattro gare di pattinaggio di figura. Nel 1911, durante la
sessione del CIO a Budapest, il conte italiano Eugenio Brunetta d'Usseaux propose di inserire nel
programma di gare, in vista delle prossime olimpiadi di Stoccolma, anche degli sport invernali e quindi
di includere l'edizione 1913 dei Giochi nordici ai Giochi della V Olimpiade. Questa proposta venne rigettata
dal comitato organizzatore dei Giochi di Stoccolma e dallo stesso Balck con l'obiettivo di preservare
l'indipendenza dei Giochi nordici. Ma nel corso del congresso CIO tenutosi a Parigi nel giugno 1914 venne
ridiscussa l'idea di includere sport invernali nel programma olimpico in vista dei Giochi di Berlino 1916,
e venne deciso di aggiungere al programma olimpico il pattinaggio di figura e di velocità, lo sci nordico
e l'hockey su ghiaccio. Questa decisione non si realizzò a causa dello scoppio della prima guerra
mondiale pochi mesi dopo che costrinsero l'annullamento dei Giochi della VI Olimpiade.
Tra 23 e il 30 aprile 1920, in occasione dei Giochi della VII Olimpiade di Anversa, venne organizzata una
settimana dedicata agli sport su ghiaccio con i tornei olimpici di hockey su ghiaccio e di pattinaggio di
figura.
Nel 1921 si decise che la nazione organizzatrice dell'edizione successiva delle Olimpiadi, la Francia,
avrebbe anche ospitato una distinta "settimana internazionale degli sport invernali", e nel 1922 si tenne
un congresso della commi ssione internazionale dello sci, che portò alla nascita, il 2 febbraio,
della Federazione Internazionale Sci (FIS).
Dal 25 gennaio al 4 febbraio 1924 si tenne la "settimana internazionale degli sport invernali" a ChamonixMont-Blanc, alla quale parteciparono complessivamente 258 atleti in rappresentanza di 16 nazioni, che
si cimentarono in 16 gare di 6 diverse discipline. Il 6 maggio 1926, tre settimane dopo l'ultima edizione
dei Giochi nordici, nel corso della 24ª sessione del CIO, tenutasi a Lisbona, il CIO decise di designare
retroattivamente le
gare
di Chamonix
come I Giochi
olimpici
invernali
e
assegna a Sankt
Moritz l'organizzazione della seconda edizione nel 1928.
La seconda guerra mondiale costrinse all'annullamento dell'edizione 1940, che si sarebbe dovuta
disputare a Garmisch-Partenkirchen (Germania), la quale aveva già ospitato i Giochi del 1936, ma
vennero annullati a seguito dell'invasione tedesca della Polonia. La città tedesca aveva ereditato
l'organizzazione dei Giochi dopo la rinuncia di Sankt Moritz a seguito del divieto del CIO di ammettere
alle gare i maestri di sci. A sua volta, Sankt Moritz aveva ottenuto l'organizzazione dopo la rinuncia della
città giapponese di Sapporo, a seguito della seconda guerra sino-giapponese. Anche i Giochi olimpici
invernali 1944, previsti a Cortina d'Ampezzo, vennero annullati a causa del protrarsi della seconda guerra
mondiale.
Nel 1994 i Giochi olimpici invernali, organizzati da Lillehammer, furono i primi Giochi a tenersi in un anno
diverso dai Giochi olimpici estivi, poiché nel corso della 91ª sessione del CIO nel 1986 era stato deciso
di sfasare i Giochi olimpici invernali rispetto a quelli estivi, di modo tale che si alternassero ogni due anni.
E1.3 Sport attuali del programma olimpico
Sci alpino: nato nel 1936, oggi prevede 10 gare: discesa libera,
super-g, slalom gigante, slalom speciale e combinata. Nel 2018
vennero aggiunte le gare a squadre.
Biathlon: introdotto nel 1960, e attualmente ci sono 5 eventi sia per
gli uomini che per le donne: lo sprint, l'individuale, l'inseguimento,
la staffetta (compresa quella mista) e la partenza in linea.
Bob: disputato a partire dal 1924 con sono due varianti: Bob a
quattro, che si disputa dalla prima edizione; Bob a due, che è stato
aggiunto nel 1932. Le donne non hanno partecipato fino al 2002,
anno di introduzione del Bob a due femminile.
Sci di fondo: fa parte del programma olimpico sin dal 1924. Il
numero di gare è cresciuto costantemente nel corso degli anni,
arrivando a 12 nel 2002. Attualmente gli eventi sono: inseguimento,
sprint, sprint di squadra, staffetta e partenza in linea.
Curling: era in programma nel 1924, ma venne incluso nel
programma ufficiale solo nel 1998. Da allora si tengono due tornei
separati per uomini e donne.
Pattinaggio di figura: fu il primo sport invernale ad essere
incluso
nelle
Olimpiadi,
comparendo
nel
programma
delle
Olimpiadi estive nel 1908 e nel 1920. Le gare di pattinaggio
artistico (individuale maschile, individuale femminile, a coppie),
sono in programma dal 1908. La danza su ghiaccio venne aggiunta
nel 1976.
Freestyle: sport dimostrativo con tre discipline nel 1988. La gara
di gobbe divenne olimpica nel 1992, mentre balletto e salti
rimasero eventi dimostrativi. I salti divennero ufficiali nel 1994.
Nel 2010 debutta lo ski cross. Tutte e 3 le gare si svolgono per
uomini e donne.
Hockey su ghiaccio: prima apparizione ai Giochi olimpici estivi
del 1920, si è disputato in tutte le edizioni dei Giochi invernali. Il
torneo femminile è stato introdotto nel 1998, anno in cui il CIO
aprì le porte ai professionisti.
Slittino: inserito nel programma nel 1964 con le gare del singolo
maschile e femminile e del doppio; e dal 2014 anche la gara a
squadre è entrata a far parte del programma olimpico. Nello
slittino si gareggia supini con i piedi a valle.
Combinata nordica: una combinazione di salto con gli sci e sci
di fondo, è sport olimpico dal 1924. Fino al 1988, quando venne
aggiunta una gara a squadre, esisteva solo la gara individuale. Un
terzo evento, lo sprint, ha fatto il suo debutto nel 2002 solo per
uomini.
Short track: sport dimostrativo nel 1988, incluso nel programma
ufficiale quattro anni dopo. Il programma è stato portato da 4 gare
nel 1992 a 8 nel 2002. Le gare sono identiche per uomini e donne.
Skeleton: incluso in entrambe le edizioni disputate a Sankt
Moritz, luogo di nascita di questo sport. Non venne più disputato
fino a quando non venne reintrodotto nel 2002, con la gara
individuale, sia maschile che femminile. Lo skeleton si differisce
dallo slittino perché l'atleta è sdraiato in posizione prona, con la
testa in avanti.
Salto con gli sci: è sport olimpico dal 1924, con il trampolino
piccolo. Una seconda gara, il trampolino grande, venne introdotta
nel 1964, e la gara a squadre sul trampolino grande nel 1988. Dal
2014 è disputata anche una gara femminile.
Snowboard: introdotto nel 1998, con lo slalom gigante e
l'halfpipe. Lo slalom gigante venne rimpiazzato dallo slalom
gigante parallelo nel 2002. Nel 2006 fu aggiunta la gara di cross.
Pattinaggio di velocità: in programma dal 1924. Le gare
femminili vennero incluse solo nel 1960 e dal 1994 si svolge
l’indoor (all’interno). Attualmente le gare sono: 500 m, 1.000 m,
1.500 m, 3.000 m (solo donne), 5.000 m, 10.000 m (solo uomini),
dal 2006 l'inseguimento a squadre sui 3200 metri, e dal 2018
eventi di gruppo.
E1.4 Sport dimostrativi
Bandy, uno sport brevemente descritto come "Hockey su ghiaccio
con la palla", molto popolare nei paesi nordici, dimostrato nel
1952. A differenza dell'hockey su giaccio il portiere gioca senza
mazza e blocca con le mani.
Stock sport, altrimenti definito "birilli su ghiaccio", è un'antica
pratica sportiva bavarese, praticata soprattutto nelle aree di lingua
tedesca lungo l'arco alpino. È simile al curling, ma la forma del
manico ricorda un birillo. dimostrato nel 1936 e nel 1964.
Skijöring, sci dietro ai cavalli, fu sport dimostrativo a Sankt Moritz
1928.
Corsa con i cani da slitta, gare mostrate a Lake Placid 1932 e a
Oslo nel 1952.
Sci di velocità (o chilometro lanciato), dimostrato nel 1992.
Pentathlon invernale era uno sport multidisciplinare invernale
in cui gli atleti competevano in cinque diverse discipline: sci di
fondo, tiro a segno, discesa libera, scherma ed equitazione.
L'aggettivo "invernale"
serve
a distinguerlo dal
pentathlon
moderno che viene praticato ai Giochi olimpici estivi, le cui cinque
prove sono tiro a segno, nuoto, scherma, equitazione e corsa.
venne incluso come sport dimostrativo nel 1948.
E1.5 Sport tolti dal programma olimpico
Pattuglia militare, un precursore del biathlon, fu sport valevole
per le medaglie nel 1924. Fu anche sport dimostrativo nel 1928,
1936 e 1948, nel 1960 il biathlon divenne uno sport ufficiale.
Sitografia:
libro di testo, corso elettrotecnica ed elettronica, Gaetano conte;
power point, macchine a corrente continua, Marchesi Pierpaolo;
libro di testo, corso di sistemi automatici, Fabrizio Cerri/Ezio Venturi/Giuliano ortolani;
libro di testo, matematica verde 4B, Bergamini/Barozzi/Trifone;
Wikipedia Electric motor;
Wikipedia Olimpiadi invernali.
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