STORIA DELLA GRAFICA I.I.S.S. “Luigi Bazoli – Marco Polo” www.bazolipolo.edu.it Corso: Grafica e comunicazione Docente: E. Gostoli 1 I.I.S.S. “Luigi Bazoli – Marco Polo” www.bazolipolo.edu.it Corso: Grafica e comunicazione Docente: E. Gostoli 2 I.I.S.S. “Luigi Bazoli – Marco Polo” www.bazolipolo.edu.it Corso: Grafica e comunicazione Docente: E. Gostoli 3 LA DIFFUSIONE DELLA COMUNICAZIONE Nella seconda metà del XIX secolo le città europee e americane ebbero un forte sviluppo dovuto alla crescente industrializzazione e al concentramento delle fabbriche intorno ai principali centri urbani. Conseguentemente crebbe il settore dei trasporti, dei servizi e delle comunicazioni, modificando radicalmente la fisionomia della società occidentale. Automaticamente la crescita dei consumi, rinnovò la moda, gli ambienti domestici, la forma degli oggetti e delle immagini. Le vetrine dei negozi si infittirono ovunque e, nelle grandi città, aprirono i primi grandi magazzini. Lo spettacolo della merce impose al grande emporio come al piccolo negozio l’esigenza di darsi un’immagine definita, che andava dall’allestimento della vetrina alla fantasia dell’insegna; e la necessità di richiamare l’attenzione dei consumatori sulle caratteristiche e i prezzi dei prodotti in vendita diede il via a un sempre più ampio sistema di comunicazione visiva di massa, nel quale la pubblicità trovò uno spazio I.I.S.S. “Luigi Bazoli – Marco Polo” www.bazolipolo.edu.it crescente e il manifesto giocò un ruolo primario. Nacquero nuove case editrici, che offrirono a un pubblico di lettori in continuo aumento libri dalle copertine magistralmente disegnate e spesso arricchiti da illustrazioni finemente incise; i periodici e i quotidiani si moltiplicarono dovunque, rinnovando la loro veste grafica. Corso: Grafica e comunicazione Docente: E. Gostoli 4 LA RIFORMA DEL DISEGNO IN INGHILTERRA A partire dalla metà del XIX secolo si moltiplicarono gli studi e le riflessioni intorno allo stile dell’ornamento sia in architettura che nelle arti applicate all’industria. In Gran Bretagna, Owen Jones nella sua Grammar of Ornament, del 1856, studiò in particolare le configurazioni presenti nella natura vegetale. Essi si presentano con innumerevoli variazioni di schemi fitomorfici e geometrizzati. Alla base di questa concezione dell’ornamento, stava una tecnica grafica teorizzata da Walter Crane, nei volumi The Bases of Design del 1898 e Line and Form del 1900, in cui egli approfondì tra l’altro il rapporto tra testo e illustrazione nella grafica editoriale. Crane vedeva nella linea il fondamento primario del disegno: «Linea determinante, linea enfatizzante, linea delicata, linea espressiva, linea che controlla e che unisce»; e sviluppò la costruzione di patterns fondati su forme elementari come il quadrato e il cerchio. I.I.S.S. “Luigi Bazoli – Marco Polo” www.bazolipolo.edu.it Questi studi sul disegno si intrecciarono anch’essi con il crescente interesse per la grafica giapponese che animava il dibattito artistico, e confermarono la profonda attenzione per la struttura delle forme naturali, assunte come modello. Nel 1905 Eugène Grasset affrontò il problema in modo sistematico nei due volumi della Méthode de composition ornementale, puntando alla costruzione di un sistema grafico astratto, composto di elementi geometrici organizzati in figurazioni basate sui punti, sulle linee e sulle loro diverse combinazioni, con diretto riferimento ai modelli del mondo vegetale. Walter Crane: La Bella e la Bestia bevono il tè (1874) Corso: Grafica e comunicazione Docente: E. Gostoli Wallpaper illustration from The Grammar of Ornament (1856) by Owen Jones. Eugène Grasset Tentation’ et ‘Coquetterie, 1897Litografia 5 IL MOVIMENTO ART AND CRAFTS Secondo questi artisti dunque la meccanizzazione dei processi produttivi avrebbe provocato uno scadimento della bellezza dei prodotti, garantita a loro avviso soltanto dai procedimenti artigianali. In questo richiamo all’organicismo delle forme, la tendenza dominante verso un disegno delle architetture e degli oggetti ispirato alla dinamicità e al profondo vitalismo della natura furono alla base del lavoro di William Morris, che operò direttamente nel settore del design e della grafica. Morris aveva avuto contatti con il movimento artistico dei Preraffaelliti. Per lui tutte le arti dovrebbero ispirarsi a un periodo idealizzato, tra tardo Gotico e Quattrocento italiano, in reazione alle pessime produzioni industriali del suo tempo. Era un ammiratore e cultore della scrittura degli amanuensi e soprattutto dei libri del XV secolo, che precedettero l’invenzione della stampa. Ghirlande di foglie e rami che si intrecciano costituiscono il primo motivo tipico di questi suoi disegni. I.I.S.S. “Luigi Bazoli – Marco Polo” www.bazolipolo.edu.it Kelmscott Press.W. Morris Poems by the Way. W. Morris ha contagiato numerosi artisti in Inghilterra, molti dei quali aderirono alla Arts and Crafts Exhibition Society, movimento sviluppato in Gran Bretagna che si diffuse in una serie di iniziative individuali la cui matrice comune era da ricercare nel rifiuto della produzione meccanica degli oggetti d’uso e nella rivalutazione del lavoro artigianale, condotto secondo criteri di assoluto rigore tecnico e formale. Nel 1861 Apre un’azienda assieme ai suoi amici preraffaelliti: Morris and Marshall and Faulkner. Costituendo la società, i fondatori hanno voluto occuparsi della creazione e vendita di manufatti artigianali per abitazioni e chiese ispirati all’epoca medievale. Corso: Grafica e comunicazione Docente: E. Gostoli L’azienda si sarebbe occupata di tappeti, intagli, tessuti stampati, vetrate, tappezzerie di carta e lavori in metallo. Specializzandosi in carte da parati con criteri decorativi e ornamentali innovativi. Artichoke wallpaper (1897) Nel 1890 diventa un vero cultore della tipografia e fonda la Kelmscott Press Tipografia nella sua villa a Kelmscott (Oxfordshire. Realizza libri e stampe rare e ridisegna alcuni caratteri. 6 La Confraternita preraffaellita nasce nel settembre del 1848 per necessità di un gruppo di giovani artisti, uniti dalla volontà di opporsi all’arte accademica e di recuperare lo stile e il senso etico dei pittori antichi senza per questo tradire la propria appartenenza all’età contemporanea. I fondatori sono John Everett Millais, e Dante Gabriel Rossetti, personaggio poliedrico ed artista eclettico. Sensibili ai problemi sociali, attratti dalle recenti scoperte scientifiche, spaventati dall’incalzare di una produzione industriale che rischia di sostituirsi alla mano dell’uomo uccidendo l’immaginazione. I.I.S.S. “Luigi Bazoli – Marco Polo” www.bazolipolo.edu.it Corso: Grafica e comunicazione Docente: E. Gostoli 7 All’interno della Kelmscott Press Lavorano molti giovani artisti, tra i quali, in campo grafico, si distinguono Charles Ricketts e Aubrey Beardsley, Entrambi stretti collaboratori di Oscar Wilde. Charles Ricketts (1866/1931), è attivo come pittore, illustratore, incisore, designer, scenografo. Fu tra i fondatori di una rivista “The Dial”. I disegni di Ricketts appaiono rigorosi, ogni elemento è rappresentato da linee di contorno continue e concluse con forme spesso fortemente allungate. Predilige la xilografia e ha una passione per l’arte tipografica. Nel 1896 fonda la Vale Press, officina dove realizza l’edizione da lui curate. Anch’ egli come W. Morris concepisce il disegno, l’illustrazione, parte integrante del progetto grafico del libro. Il suo mondo iconografico è fatto di boschi popolati da ninfe e fanciulle. Frontespizio ed dorso per i poemi di Oscar Wilde, 1892 Charles Ricketts Copertina per Oscar Wilde, The sphinix, 1894 Charles Ricketts Frontespizio per l’opera Nimphidia and the Muses Elizium, 1896 I.I.S.S. “Luigi Bazoli – Marco Polo” www.bazolipolo.edu.it Corso: Grafica e comunicazione Docente: E. Gostoli 8 Nel lavoro artistico di Aubrey Beardsley è invece fortemente caratterizzante la linea, la figura netta e decisa, i contorni derivanti dalla pittura vascolare greca. Anche l’influenza del giapponismo è notevole e la troviamo nella mancanza di bidimensionalità, nella mancanza di prospettive, di ombre e luci, nella costruzione di linee nette e costanti nello spessore. Un processo di semplificazione che considera Bradsley uno degli antisegnani del disegno grafico moderno. Aubrey Beardsley, Frontespizio capitolo da “la morte di Artù” I.I.S.S. “Luigi Bazoli – Marco Polo” www.bazolipolo.edu.it Corso: Grafica e comunicazione Docente: E. Gostoli Aubrey Beardsley The Black Cape (a sinistra) e The Climax, illustrazioni per Salome di Oscar Wilde, 1893. Aubrey Beardsley The Yellow Book Volume I , 1894. Volume rilegato 9 Nella Chicago degli anni 90 del XIX secolo,in un clima artistico che si spira alle Arts and Crafts inglesi si forma la personalità di Will Bradley. Disegnatore autodidatta fa buona pratica in tipografia lavorando attivamente in campo editoriale.Progetta copertine e manifesti per una rivista famosa “The Chap Book”. Nell’attività editoriale egli evidenzia una particolare cura per la tipografia e per il disegno del carattere tanto che nel 1894 l’American type Sounders acquista i diritti per la riproduzione per il logo della rivista con il carattere che verrà denominato poi con il suo nome. Ha un segno fortemente marcato e realizza tutto con la tecnica xilografica, usa tinte a campiture uniformi (giapponismo). Questa sua personale tendenza anticipa il gusto déco. I.I.S.S. “Luigi Bazoli – Marco Polo” www.bazolipolo.edu.it Corso: Grafica e comunicazione Docente: E. Gostoli L’Art Déco (nome derivato per estrema sintesi dalla dicitura Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes, Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne, tenutasi a Parigi nel 1925 e perciò detto anche stile 1925) , Chiamato anche “Style Moderne” è rimasto lo stile dell’arte decorativa negli anni ‘20 e ‘30. A parte i diversi periodi in cui hanno avuto origine, la principale differenza con l’Art Nouveau risiede nel campo estetico e nel riflesso degli sviluppi sociali ed economici prevalenti in quel momento. Le forme organiche e fluide che caratterizzano l’Art Nouveau erano una chiara risposta al desiderio dell’artista di liberarsi dalle rigide strutture classiche e gerarchiche, mentre i design più audaci e snelli dell’Art Déco riflettono la glorificazione della rivoluzione industriale. 10 DIFFUSIONE DI UNO STILE La riforma del disegno in Inghilterra che riflette intorno allo stile dell’ornamento sia in architettura che nelle arti applicate all’industria, il movimento Art and Crafts, Il giapponismo; diffusero stili che assunsero nomi differenti come Jugendstil a Monaco e Berlino (18969), Liberty in Italia, andranno a definire uno stile unico e riconoscibile che interpretò la nuova società occidentale , la nuova cultura industriale a partire dalla metà del XIX secolo: Art Nouveau Nella grafica di questo stile le principali caratteristiche sono linearismo, interpretazione astratta dei motivi naturalistici, capacità di tradurre in componenti strutturali i propri elementi formali. La linea stabilisce contorni dell’immagine e delimita il campo dei rapporti cromatici e, definisce attraverso gli spessori la dialettica tra figura e sfondo. Le campiture sono piatte e c’è l’impiego sapiente del bianco e nero. La struttura grafica varia da una figurazione di carattere naturalistico I.I.S.S. “Luigi Bazoli – Marco Polo” www.bazolipolo.edu.it a una composizione costruita su moduli geometrici astratti ovvero “patterns”. Queste soluzioni formali furono rese possibile anche dal progresso delle tecniche grafiche che i disegnatori sperimentarono con grande interesse. Fu rivalutata la xilografia e, la litografia come riproduzione fotomeccanica, rese d’uso corrente la stampa a colori. I manifesti quindi assieme a riviste e libri diventarono il mezzo di comunicazione di massa più diffuso. L’EVOLUZIONE DELLA STAMPA La pubblicazione periodica illustrata, la rivista, il magazine, raggiunsero un facile successo e una forte accelerazione. L’alfabetizzazione, e lo sviluppo tecnologico a cominciare dalle macchine da stampa furono la motivazione trainante. Nasce la necessità di una riflessione sulla percezione visiva del testo e delle immagini. William Morris nel 1985 in una conferenza indicò nella “doppia pagina” il modulo unitario per la Corso: Grafica e comunicazione Docente: E. Gostoli progettazione grafica del libro, facendone un campo visivo già strutturato, nel quale la composizione del testo, ovvero la sua disposizione architettonica comprendeva oltre alle lettere, il bianco dei margini,i delle interlinee, dei capoversi, dell’ illustrazione e la sagoma stessa dello spazio testuale. Un sistema grafico coerente nel quale tutti gli elementi dovevano obbedire a norme progettuali d’insieme. Successivamente quando la fotografia entrerà nel settore dell’editoria potrà far compere a quest’ultima un salto di qualità. La rigorosa impostazione dei libri dei quotidiani ricerca una nuova sintesi tra testo e immagine. La rivista moderna nasce si sviluppa sulla capacità di espressione della fotografia e su quell’attimo che fissa la realtà storicizzandola. Il prodotto editoriale si trasforma dunque in un evento comunicativo. 11 L’ARTE DEL MANIFESTO In questo periodo il manifesto fu un prodotto tipico della nuova società di massa e diretta espressione della cultura urbana. Si impose subito come diffuso mezzo di comunicazione in grado di trasmettere messaggi immediati e sintetici, lungo le strade delle città. L’evoluzione della tecnica come La cromolitografia apri la strada a una serie di perfezionamenti estetici Grazie ai quali il manifesto entra come protagonista nella cultura visiva moderna. Il foglio del manifesto assunse dimensioni che lo fecero spiccare sui muri delle città come un quadro sulla parete. Edouard Manet (1832 –1883), in Francia, fu uno dei primi grandi artisti che si dedicò all’arte del manifesto, nel 1868 disegnò l’affiche pubblicitaria per la raccolta Les chats, di Champfleury, nella cui composizione l’immagine centrale è incorniciata e occupa ancora una posizione tradizionale di semplice illustrazione. Più incisiva e più significativa fu l’attività di due altri grandi artisti, Pierre Bonnard (1867-1947) e Henri Toulouse-Lautrec (1864-1901). Quest’ultiI.I.S.S. “Luigi Bazoli – Marco Polo” www.bazolipolo.edu.it mo contribuì a formare quello che fu chiamato “il movimento del manifesto”, iniziando a trattare lo spazio del foglio come uno spazio pittorico dove testo, figura e parola creavano una struttura compositiva unica che imponeva una lettura intera, avvolgente del messaggio visivo. Altri tre personaggi francesi importanti furono Jules Chéret, Eugène Grasset, Alphonse Mucha. Edouard Manet - manifesto 1868 Corso: Grafica e comunicazione Docente: E. Gostoli Pierre Bonnard - manifesto 1891 Henri Toulouse-Lautrec - manifesto 1891 12 Henri de Toulouse-Lautrec (1864-1901) Eseguì in tutta la sua carriera circa 30 manifesti, i più famosi sono quelli pubblicitari di locali parigini (Divan Japonais, Moulin Rouge: Bal Tous les soirs, Aristide Bruant all’Ambassadeurs). Autentico post impressionista fu dall’arte giapponese che apprese la possibilità di unificare la composizione con un effetto decorativo attraverso il gioco sottile di linee curve facendo uso di contorni espressivi. Anche l’uso di campiture furono spunto per l’utilizzo di forme come silhouette, ed elementi puramente decorativi, senza distruggere l’effetto realistico. Infine Lautrec scoprì il modo di suggerire la profondità ponendo il punto di vista ad un livello più alto della metà della tela; servendosi di piani piatti, decentrando la composizione e valendosi di diagonali di profondità fortemente scorciate e spesso prospetticamente inesatte. Piani paradossali con figure dal taglio esasperato che dominano ingigantite e che si contrappongono alle figure dello sfondo, rimpicciolite o in silhouettes. I.I.S.S. “Luigi Bazoli – Marco Polo” www.bazolipolo.edu.it L’ interpretazione dei personaggi che immortala, la rappresentazione di personaggi veri, il racconto sintetizzato in un’impressione o in una metafora rappresentati come un’istantanea sono le caratteristiche della sua arte. In questo manifesto Lautrec compone la figura bidimensionale, serpeggiante, quasi come un’ombra in movimento che esalta la figura della Goulue, la ballerina del locale, “che fa esplodere la sua gonna come la corolla di un fiore” (Barilli). Corso: Grafica e comunicazione Docente: E. Gostoli Henri Toulouse-Lautrec - manifesto 1891 13 Jane Avril al Jardin de Paris è un manifesto che Henri de Toulouse-Lautrec realizzò in occasione dell’inaugurazione del famoso cabaret di Parigi. Possiamo notare come realizza un’invenzione compositiva straordinaria. L’inquadratura scelta da Toulouse-Lautrec per questa affiche è di tipo fotografico. Alcune parti della composizione, infatti, sono tagliate dal bordo dell’immagine. Il primo piano è costituito dalla mano di un musicista che impugna uno strumento a corde; Il taglio diagonale e suggestivo il proseguimento del disegno riquadro è il manifesto. Nello spazio interno si sviluppa la figura della cantante. Jane Avril al Jardin de Paris (1893), Museo Toulouse Lautrec, Albi I.I.S.S. “Luigi Bazoli – Marco Polo” www.bazolipolo.edu.it Corso: Grafica e comunicazione Docente: E. Gostoli 14 Aristide Bruant (1851-1925) era un cantante e compositore di successo, oltre che gestore del cabaret Mirliton nel quartiere parigino di Montmartre. Il sodalizio con Toulouse-Lautrec risaliva ai primi spettacoli nei cafè-concerto sugli Champs- Elysées, per cui Aristide aveva commissionato all’artista la grafica di alcuni manifesti che avrebbero dovuto avere forte impatto sul pubblico. Ne nacque un’icona fortemente rappresentativa del cantante, rappresentato con cappello a tesa larga, mantello e sciarpa rossa. In questa affiche Lautrec raffigura l’attore di cabaret rappresentato come un elegante modello, emblema della moda dell’abbigliamento del tempo; ma questo è anche un raffinato ritratto di introspezione psicologica del personaggio. Ambassadeurs, Aristide Bruant, 1892, litografia, manifesto, collezione privata I.I.S.S. “Luigi Bazoli – Marco Polo” www.bazolipolo.edu.it Corso: Grafica e comunicazione Docente: E. Gostoli 15 Jules Chéret (1836-1932) L’inventore del manifesto di qualità artistica. Dopo un’esperienza londinese, nel corso della quale apprende le tecniche più aggiornate sulla litografia, nel 1866 rientra Parigi, dando avvio all’attività di progettista di manifesti. Nel 1833 viene inventato il torchio litografico a stella che permette stampe di grandi dimensioni su lastre di zinco, la cromolitografia, diventò il sistema assieme all’utilizzo della matita grassa di una tecnica che gli permise di avere degli effetti pittorici dove i contorni si fanno più fluidi. La pubblicità mostra così la sua derivazione dal gusto cromatico degli impressionisti, acquisendo però una propria autonomia espressiva: si trasforma in un linguaggio fondato sulla sintesi della comunicazione visiva. Il successo dei suoi manifesti è strettamente legato a quello del Cafés Chantants e dei cabaret parigini. Jules Chéret bagnères de luchon, fêtes des fleurs 1890 I.I.S.S. “Luigi Bazoli – Marco Polo” www.bazolipolo.edu.it Corso: Grafica e comunicazione Docente: E. Gostoli manifesto per lo spettacolo della vedette Loïe Fuller al locale Folies Bergère (1893) 16 Eugène Grasset (1845-1917) In tipografia, produsse nuovi ornamenti e creò un nuovo carattere, che porta il suo nome. I suoi manifesti, influenzati dal simbolismo, dai preraffaelliti e dal giapponismo, propongono costantemente il sodalizio donna-natura-arte. Il prototipo femminile da lui adottato è quello ispirato a Rinascimento italiano, mediato dei Preraffaelliti inglesi (William Morris), con un segno di contorno piuttosto pesante come solitamente avviene nelle vetrate. Lavorò per la casa editrice Larousse, i grandi magazzini La Belle Jardinière e Au Bon Marché (cataloghi, calendari), riviste francesi. (L’Estampe et l’affiche, Art et Décoration) e americane (Harper’s). Nelle sue illustrazioni sono presenti influenze neoceltiche, l’impronta di Viollet-le-Duc (architetto francese che fu una figura centrale tanto nell’architettura neogotica). I.I.S.S. “Luigi Bazoli – Marco Polo” www.bazolipolo.edu.it Eugène Grasset - -pubblicità per l’Encre Marquet Corso: Grafica e comunicazione Docente: E. Gostoli Eugène Grasset - Motivo sulla copertina dell’edizione natalizia di Harper’s Magazine, impiegato anche per un manifesto. Cromolitografia, 1892 (Collezione privata). 17 Alphonse Mucha (1860-1939) L’artista che più di altri riassume in sé i canoni dello stile Art Nouveau nella grafica.Cecoslovacco di origine, ma integrato nel clima artistico parigino nei due decenni a cavallo di secolo al pari di Grasset, anche Mucha definisce le figure con contorni netti, crea intrecci virtuosi fra i motivi decorativi e gli elementi naturali, come nel caso della fluente capigliatura delle modelle o i sinuosi steli di fiori. I suoi manifesti sono fortemente costruiti dal punto di vista dell’architettura della pagina, generalmente con un formato molto verticale, con l’utilizzo di un lettering appropriato allo stile decorativo adottato. C’è in lui una forte carica simbolista, una vena di esotismo orientale che deriva dalle sue origini nell’est europeo. Alhonse Mucha poster per il Salon des Cents exhibition- Giugno 1897 Moet & Chandon, White Star, rosa I.I.S.S. “Luigi Bazoli – Marco Polo” www.bazolipolo.edu.it Corso: Grafica e comunicazione Docente: E. Gostoli Simbolismo Corrente artistica e letteraria sorta in Francia e diffusasi in Europa sullo scorcio del 19° sec. caratterizzata, in opposizione al realismo e al naturalismo, dalla tendenza a non rappresentare fedelmente il mondo esteriore ma a creare piuttosto il mondo della suggestione fantastica dei sogni per mezzo di allusioni simboliche. 18 LA GRAFICA IN ITALIA Il Liberty europeo trovò in Italia, nel primo decennio del XX secolo, il suo prolungamento, segnato dall’esposizione di Torino del 1902 e da quella di Milano del 1906. La grafica italiana accolse tutte le produzioni dell’Art Nouveau in Europa: inglese, francese, austriaca e tedesca e le rielaborò fino a creare successivamente una propria strategia progettuale in cui la grafica italiana individuò una sua autonoma fisionomia. I due grandi settori in cui opera la grafica italiana sono il «cartellonismo» e la grafica editoriale, soprattutto per le riviste letterarie e artistiche, o le illustrazioni dei libri per ragazzi. I protagonisti più importanti sono Aleardo Terzi, Duilio Cambellotti, Giorgio Kienerk, e i «cartellonisti» Adolfo Hohenstein, Leopoldo Metlicoviz, Marcello Dudovich, Enrico Sacchetti, Achille Mauzan, Leonetto Cappiello. Lo sviluppo e la buona diffusione del manifesto in Italia sono dovuti anche alla preI.I.S.S. “Luigi Bazoli – Marco Polo” www.bazolipolo.edu.it senza di valide officine cromolitografiche, come la casa Ricordi, fondata a Milano nel 1808 con lo scopo di produrre edizioni musicali e che, intorno al 1885 inizia stampare manifesti artistici e pubblicitari. L’attività della Ricordi è gestita da un gruppo di grafici diretti da Adolfo Hohenstein. In questa officina, nel 1899 viene stampato uno dei più celebri manifesti di Hohenstein, quello in grandi dimensioni per l’opera di Puccini Tosca, costruito sul contrasto di ombre e luci drammatiche, che dà l’avvio a un filone, tutto italiano, del manifesto di opera lirica e del melodramma. Corso: Grafica e comunicazione Docente: E. Gostoli 19 Parallelo al successo del manifesto per l’opera lirica è quello dei manifesti commerciali o commissionati dall’industria. A questo proposito va menzionato il sodalizio tra Ricordi e i magazzini Mele di Napoli, iniziato nel 1896 e proseguito fino all’inizio della prima guerra mondiale, con la realizzazione di centinaia di manifesti. La funzione comunicativa di questi manifesti diventa estetica, facendo del visual lo sfondo non ornamentale ma fascinoso, narrativo, favoleggiante. Anche Metlicovitz lavora per le officine Ricordi. Ha ideato manifesti famosi per Campari, la Rinascente, Borsalino, Fiat. Metlicoviz Terzi Dudovich I.I.S.S. “Luigi Bazoli – Marco Polo” www.bazolipolo.edu.it Corso: Grafica e comunicazione Docente: E. Gostoli 20 Di Aleardo Terzi oltre alle numerose illustrazioni realizzate per la rivista « Novissima», vanno ricordati almeno due manifesti importanti per lo stile grafico italiano: Dentol del 1914 e del 1921 per il colorificio italiano Max Mayer. Dello stesso anno da ricordare anche il manifesto di Enrico Sacchetti per Bitter Campari. Un’altra prospettiva si apriva però per la nuova grafica italiana: quella dei manifesti cinematografici. Modernissima arte industriale, il cinema godeva ormai in tutto il mondo di un favore popolare che ne aveva fatto un fenomeno di massa. L’industria cinematografica italiana, si impose sul piano internazionale per la sua qualità tecnica e artistica. I migliori grafici si impegnano in questo campo. Furono raggiunti risultati ancora più interessanti di quelli ottenuti nel settore delle locandine teatrali, più legate alla tradizione dell’Art Nouveau. Meltlicoviz firmerà un manifesto per Iris del compositore Pietro Mascagni e quello per Cabiria della Italo film, scritto da Gabriele D’Annunzio e uscito nel 1914. I.I.S.S. “Luigi Bazoli – Marco Polo” www.bazolipolo.edu.it Corso: Grafica e comunicazione Docente: E. Gostoli 21 Leonetto Cappiello è il più innovativo fra i cartellonisti italiani (1975 1942), livornese, si trasferisce a Parigi all’età di 22 anni quando la scena artistica parigina è fortemente dominata dai maestri francesi. Collabora come caricaturista per alcuni giornali nei quali crea figure femminili del tipo “Folies Berger”. Con il manifesto per la stagione balneare di Livorno del 1904, e quello per cioccolato Klaus, Cappiello sintetizza l’uso di colori timbrici, senza mezzi toni, su fondo nero. Con questo manifesto cappello sconvolge tutte le regole fino ad allora applicate a tale genere pubblicitario: la sua amazzone che cavalca un cavallo rosso antirealista si allinea agli espressionisti e ai Fauves, ovvero alle avanguardie. Dagli sfondi chiari dei primi manifesti, egli passa al nero e colori accesi, che gli permettono di rendere più incisivo il disegno della figura protagonista. Proprio da questa estrema sintesi cromatica Cappiello darà avvio al manifesto moderno. Crea così una propria individualità con cui otterrà un successo internazionale. I.I.S.S. “Luigi Bazoli – Marco Polo” www.bazolipolo.edu.it La sua non è un’interpretazione aderente alla realtà, ma una vera e propria invenzione di personaggi, folletti, mascherine, Pierrot. Ogni immagine di prodotto viene costruita in modo simbolico, con un protagonista emblematico che si staglia nel contrasto di uno sfondo astratto e impalpabile. La composizione è simmetrica, la prospettiva centrale, con il punto di vista leggermente dal basso, che le imprime una dinamica particolare, come se la figura volasse. Egli crea figure che si memorizzano come icone. Inoltre, anche la grafica dei caratteri è sempre ben equilibrata, e di forte impatto. Lo stesso Cappiello, afferma che la figura inventata dall’artista diventa inscindibile del prodotto stesso. Corso: Grafica e comunicazione Docente: E. Gostoli 22 I.I.S.S. “Luigi Bazoli – Marco Polo” www.bazolipolo.edu.it Corso: Grafica e comunicazione Docente: E. Gostoli 23