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ARCHIVISTICA - MOSCADELLI - ARCHIVI FAMILIARI E PERSONALI

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A lungo “archivio” si è identificato con “documentazione pubblica” → già definizione dei
giuristi (luogo in cui si conservano atti pubblici);
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Per giungere agli archivi privati si sono resi necessari un percorso teorico-generale, da un
lato, e normativo, dall’altro;
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È stato necessario il superamento dell’inviolabilità della proprietà privata (previsto dallo
Statuto Albertino) → possibilità statale di intervenire per tutela;
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1939 → Legge Bottai superava limiti imposti da Statuto, ammettendo la preminenza statale
(pur normata dalla legge) sugli interessi privati;
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Certo, stabilire fino a che punto la collettività possa “ficcanasare” nelle carte di una
famiglia… è diverso → ma, insomma, dal 1939, nuovo rapporto Stato-privato (non più
coercitivo, ma basato su collaborazione) → tramite Soprintendenze (uffici specifici di tutela e
vigilanza, che si occupano di archivi di enti pubblici non statali e privati) lo Stato collabora
con privati circa la conservazione del patrimonio documentario;
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Normativa 1963 → non si penalizzano i privati “non collaborativi” con multe etc. → si vuole
superare logica di coercizione, a favore di quella di collaborazione;
ARCHIVI PRIVATI, PERSONALI, FAMILIARI. IERI E OGGI (E. LODOLINI)
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Fino agli anni Sessanta → archivi privati = archivi familiari → perché? Tradizione culturaleeconomica italiana;
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Fino a tutto l’Ottocento e buona parte del Novecento le famiglie aristocratiche avevano una
tale preminenza nella vita sociale, civile ed economica che il nome di una famiglia finiva per
essere un soggetto interessante da un punto di vista anche archivistico;
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Aristocratici ricoprivano ruoli importanti nelle società → anche in epoca liberale, molti sono i
discendenti di antiche famiglie che avevano ricoperto cariche da età basso medievale fino a
tutta l’età moderna;
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Fino al boom di anni Cinquanta-Sessanta, l’Italia era un Paese agricolo → sfruttamento di
beni rurali come primo motore di sviluppo economico → famiglie si identificano con le
odierne “aziende agrarie”;
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Gli archivisti che fra Otto e Novecento desiderano recuperare/salvaguardare gli archivi di
famiglie, considerano non solo la dimensione sociale, ma anche quella economica;
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Archivi di famiglie considerati rilevanti sul piano economico-sociale → lunga identificazione
tra archivio privato e familiare → si parla di archivi aziendali (famiglie come grandi aziende);
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Sviluppo industriale italiano legato a vicende familiari → si pensi allo sviluppo della piccola e
media impresa (una delle forme del patrimonio economico del nostro paese → aziende a
conduzione familiare o para-familiare), ma anche alla grande industria, legata a nomi quali
Olivetti, Agnelli…
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Dove sono questi archivi privati? Presso proprietari, possessori, detentori → operazione di
Soprintendenze (ma non solo) di recupero → convincere proprietari a privarsi di un bene,
affidandolo interamente alla collettività (pur con eventuali vincoli alla consultabilità) →
attenzione statale nel recupero;
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Molti archivi privati conservati presso archivi di enti pubblici (es. Comuni, che – per legge –
devono conservare gli archivi presso le loro sedi) / Archivio Centrale dello Stato (più
concentrato, tuttavia, sul recupero di archivi personali) / archivi ecclesiastici (accordi fra
Stato e Chiesa e criteri/responsabilità di conservazione) / archivi parrocchiali / istituzioni
para-ecclesiastiche (es. fabbriceria → Opera del Duomo, Opere di Cattedrali… con statuto
giuridico particolare) / banche (Monte dei Paschi e Sansedoni, Ridolfi…) / biblioteche;
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Questo evidenzia un problema italiano → policentrismo/multicentrismo conservativo → non
solo un problema di localizzazione, ma logiche di conservazione, trasmissione differenti;
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Frammentazione → tribunale di Napoli impedì (nel 1929) la frammentazione di un archivio
→ da lì, obbligo di unitarietà della conservazione → se archivi di interesse storico, le
Soprintendenze intervengono affinché il principio cencettiano di archivio come unitarietà sia
rispettato;
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1 solo esempio → famiglia Usimbardi → archivio conservato presso: Conservatorio di S.
Pietro a Colle (oggi Archivio comunale), Capitolo della Chiesa collegiata di Colle (ora archivio
capitolare di Colle), Ospedale di S. Pietro (ora Archivio di Stato di Siena), compagnia di S.
Caterina (ora Archivio di Stato di Firenze) → serve capacità di individuazione e
ricomposizione;
Archivi familiari
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Una delle funzioni per cui un archivio è posto in essere è costituita dalla tutela di diritti ed
auto-documentazione;
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Fino a non molti anni fa, il poter dire che questo è un archivio, e non una collezione,
incideva sul destino delle carte → ecco perché molti archivi familiari sono finiti nelle
biblioteche → non visti come archivi (intesi come luoghi di conservazione di atti pubblici);
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Gli strumenti di ricerca hanno sentito enormemente questa differenziazione → bisogna
esaltare singolarità dell'oggetto, l’unicità del pezzo, ma preoccupandoci dei legami e del
vincolo esistente → l’inventario deve far risaltare singolo elemento nel contesto generale;
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La differenza fra un archivio ed una collezione di documenti è importante anche in funzione
di modalità di intervento e conservazione;
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Cencetti → istituzione che svolge un’attività, da qui archivio → riprende Bonaini: in archivio
non si cercano materie e informazioni, ma le istituzioni per comprendere la dinamica
archivistica;
Il singolo impiegato agisce in maniera assolutamente coerente con modalità stabilite da
leggi → importanza della dimensione istituzionale;
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Possono esserci soggetti che hanno una normativa meno stringente → le nostre famiglie...
non hanno un regolamento su produzione e conservazione di documenti → un’istituzione
forte ha una maggiore necessità di organizzare l’archivio come specchio della propria attività
→ un soggetto debole ha un sistema di ordinamento e conservazione che più facilmente
può risentire anche di cambi del tempo;
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Oggi, posso affrontare problema di conservazione della memoria da parte di
amministrazioni comunali perché, da una certa epoca in poi, risponde a medesime
caratteristiche;
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Capacità di mantenere nel tempo una certa organizzazione → possibilità di confronto
storico fra modalità di produzione, conservazione, trasmissione della memoria da parte di
soggetti affini (per caratteristiche complessive);
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Se la gestione della memoria storica è confrontabile, il concetto cencettiano di archiviomonade, non confrontabile con alcun modello, viene meno → oggi è possibile confrontare
(a fronte di un obiettivo analogo, es. gestione di un territorio e garantire servizi)
l’organizzazione della memoria storica, in rapporto a normativa;
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Mi posso porre lo stesso problema nell’ambito degli archivi familiari? Esiste questa
confrontabilità? Fino a che punto posso confrontare gestione della memoria storica di
famiglie che ho definito “deboli”?
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Confronto il fenomeno comunale partendo dal presupposto che le istituzioni abbiano
obiettivi simili, pur su territori diversi → famiglie che avevano obiettivi analoghi (gestione di
patrimonio, garanzia di trasmissione dello stesso, rafforzamento di legami in albero
genealogico, partecipazione a cariche pubbliche, l’organizzazione del palazzo di
residenza/rappresentanza in città rispetto a quello di campagna);
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Partire da dimensione una dimensione concreta archivistica per una confrontabilità di
dimensione culturale, geografica... per capire come le famiglie produttrici delle carte hanno
risposto a necessita che avevano;
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Arrivo a dare, tramite dimensione archivistica di archivio-insieme come fonte, una risposta
possibile all’azione storico-culturale differente di tali famiglie → posso capire il ruolo diverso
che, in un contesto sociale, può avere la famiglia → la confrontabilità dei fenomeni deve
guidare anche la nostra riflessione;
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Importanza dell’albero genealogico → costruzione della memoria della famiglia → modalità
di rappresentazione visiva della memoria familiare → a monte… presupposti economici → il
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ramo principale è il ramo del fidecommesso, per cui un genitore dice “il patrimonio passa a
X, in quanto primogenito”. Gli altri? Italiani, vescovi, preti...:;
Il ramo principale è quello della ricchezza, dell’azienda. Gli altri sono quelli delle interruzioni.
Cioè? Il celibato, derivato - ad es. - da carriera ecclesiastica, carriera militare, interruzione
naturale (o morte).
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Il vincolo archivistico (diceva Lodolini) non può non esserci → ce ne sono due di vincoli
archivistici:
o Legame con il patrimonio → vincolo di natura patrimonialista, da cui deriva
l’azienda-famiglia e la proprietà aziendale;
o Vincolo che si fonda sull’identità personale (e, in qualche che modo, familiare);
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Se una di queste due tipologie di vincolo viene meno, non dubito che ciò che rimanga sia
comunque archivio;
Archivio familiare → 2 aree:
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AREA AMMINISTRATIVA-CONTABILE → piano patrimoniale → serie di tutela del patrimonio;
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AREA DELLA CONTINUITÀ FAMILIARE → fa riferimento alle successioni → carteggi,
disposizioni, liti per questioni ereditarie, diari, racconti della propria vita;
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Da qui derivano le tipologie documentarie quali contratti di permuta o compravendita...
(tutto ciò che è collegato alla gestione del patrimonio) → spesso sotto forma di registri;
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L’aspetto patrimonialista si concretizza in materiali documentari specifici → il ramo
dell’identità patrimoniale aristocratica (archivi di famiglie nobili con grandi proprietà) ha un
riflesso nella concretezza documentaria;
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Passando da dimensione patrimonialistica a quella dell’identità personale (o area della
discontinuità), ogni individuo assume la propria corporeità, torna ad essere quasi vivo nella
nostra lettura → (es. episodi di vita quotidiana in relazione a vari momenti in cui personaggi
De Rocchi riacquisiscono la loro dimensione di persone in carne ed ossa, non
patrimonialista);
Archivi di famiglie aristocratiche come fonti per la storia moderna e contemporanea
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La centralità sociale di certe famiglie non può essere ignorata;
Da Ottocento in poi matura la consapevolezza dell’importanza dell’archivio familiare in
ambito pubblico → da cultura positivista fino a legislazione fascista e oltre;
Ma, nella società Novecentesca, domina la cultura della famiglia borghese → negli archivi di
famiglie vigilati/conservati dallo Stato non c’è quasi niente di borghese → grande attenzione
per famiglie aristocratiche;
Poi c’è il grande mondo di archivi personali → archivi a sé → possono possedere elementi di
archivi privati, ma non familiari (perlomeno qualcosa di ramificato e di paragonabile a quello
nobiliare) → dovendo partire dall’albero genealogico, tutto sarebbe più difficile da
ricostruire.
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