Comunicazione storia martedì 22 giugno 2021 20:52 Dal 1800 si segnala una crescita su questa nuova forma di comunicazione tra azienda e consumatore. Anni ‘20= sorgono gli studi di pubblicità, agenzie che si affidavano alla figura di un artista. Anni ‘50= l’approccio alla comunicazione inizia a diventare STRATEGICO. • RAI➡ Carosello • Mondo della moda investito dal consumo di massa • Inizio della comunicazione moda Lo schema pubblicitario moda è identico a quello adottato per gli altri settori • Visual o immagine della campagna • Head line ovvero una frase che ha il compito di richiamare l’attenzione • Sub-head ulteriore frase con corpo più piccolo • Body copy ovvero il testo • Pay off che enuncia la filosofia del brand U.S.P Si parla di immagini didascaliche Esempi Brand: facis, Max Mara, Lebole Si inizia a parlare di stile del destinarlo del messaggio, tentando di creare un profilo di “uomo”. Anni ‘60= nuovi modi di vestire, voglia di ribellione, trasgressione e quindi nuovi modi di comunicare. Prima fase 1940-1960 = orientamento alla produzione Orientamento solo alla realizzazione del prodotto, prima si produce, poi si vende. Anni ‘70 = anni della contestazione giovanile, rivoluzione sessuale, rock and roll, nuova indipendenza femminile. Nascita del pret a Porter, della figura dello stilista e un nuovo modo di intendere la griffe. Identità stilistica ovvero identità del direttore creativo Identità di immagine ovvero creare un point of different del brand, riproporre uno stile di vita, un modo di essere del target di riferimento. Le inserzioni pubblicitarie sono simili ad un catalogo, in più pagine con la modella che presenta i capi. La maison è presentata unicamente dal prodobo ➡ il valore di cui è invescto l’abito è la qualità dei materiali e il design. Ci sono però delle eccezioni (ad esempio le campagne di Callaghan realizzate dal fotografo Gian Paolo Barbieri). Le case di alta moda francesi iniziano ad utilizzare la comunicazione pubblicitaria rivolgendosi a un pubblico internazionale utilizzando il francese. Ad esempio la campagna Dior, che caratterizza un brand con un’identità di immagine: il brand comunica chi è utilizzando i codici comunicativi presentando un preciso tipo di consumatore a cui si sta rivolgendo. Sono queste dunque le aziende marketing oriented, con un ufficio comunicazione decisivo che utilizzano codici per connotare il brand di uno stile di vita e di un modo di essere. La valorizzazione dell’oggetto pertinentizza il soggetto dotandolo di competenza e di una chiara personalità. Ci sono alcuni brand italiani che si fanno portavoce di cambiamenti utilizzando la trasgressione, ad esempio Benetton, Jesus jeans e Fiorucci. Fiorucci sosteneva che la moda nasceva dal basso, ed è il primo in Italia a proporre un vero e proprio lifestyle, proponendo non solo abbigliamento, ma anche arredamento, oggettistica ecc. Le campagne pubblicitarie di Fiorucci non mostrano prodotti e non definiscono un tipo preciso di Consumer, ma descrivono uno stile, un mood, che caratterizza il brand. È inoltre il primo a proporre la trasformazione del punto vendita in luogo esperienziale, oltre a trasformare la comunicazione in uno strumento per dichiarare non ci sono ma chi voglio essere 2 fase 1960-75 orientamento al marketing Ricerche di mercato per individuare I bisogni e le attese del consumatore Anni ‘80 = anni del progresso tecnologico e quindi della nascita di un nuovo modo di vivere e di lavorare ➡ dilaga il consumismo. Comprare diventa un indice di appartenenza. In Italia si assiste a una trasformazione del mercato, ad esempio avviene il primo caso di product placement con Giorgio Armani in American Gigolo. Il merito che viene riconosciuto ad Armani è quello di aver descritto e incontrato una nuova figura di donna che ha compreso alla perfezione anticipandone le esigenze, una donna che vive in un’altra dimensione, lavora sodo, sa conciliare il lavoro con la famiglia e si sente a suo agio in ogni situazione. Nelle campagne le donne sono quasi sempre sole, incarnando una perfezione eterea, un modello a cui tendere, una proiezione dei desideri delle donne di quei tempi. L’abito è il mezzo magico in grado di conferire appeal alla donna che lo indossa. Inizia a farsi strada il fenomeno delle top model, che si presentano esibendo la loro personalità diventando le protagoniste della scena Protagonista il prodotto Non c’è ancora la costruzione strategica di un messaggio a scopo pubblicitario, ma l’annuncio ha l’obiettivo di creare un’atmosfera entro cui inserire l’oggetto del desiderio. Molti annunci presentano lo stesso format elementare: sondo bianco, talvolta una cornice nera, spesso foto in bianco e nero, logo posizionato in basso ben visibile. Spesso inoltre la stessa maison occupava più pagine di seguito, secondo quella teoria per cui buona parte del successo di una campagna dipendesse dal livello di ripetizione del messaggio che si riusciva a garantire. Alcune griffes anticipavano il susseguirsi delle pagine con una copertina, utilizzando una carta diversa, per sottolineare lo stile del brand con l’identità visiva. Altre aziende con una forte immagine del marchio scelgono di descrivere il tipo di donna a cui si riferiscono, spesso una donna forte, sicura di sé, indipendente, seguendo però sempre le regole del linguaggio pubblicitario dell’alta moda. Fanno eccezione I brand giovani che hanno come capo simbolo i jeans. 3 fase 1975-85 orientamento alla relazione Ricerche sull’immagine, ricerche sulla comunicazione Anni ‘90= Tra globalizzazione e postmodernità Le trasformazioni avvenute negli anni 90 sono dovute sia alla cultura della post-modernità sia alla globalizzazione. La società post-moderna è connotata dall’incertezza e instabilità nel definire una propria identità, dalla consapevolezza del continuo cambiamento del mondo. La globalizzazione assume molte definizioni: finanziaria, commerciale, produttiva, tecnologica. Ciò significa che certe tendenze sono diventate globali. Nasce in quesc anni MTV ➡ i videoclip musicali sono un importancssimo canale per veicolare le tendenze non solo musicali, ma anche di stile e di moda. Negli anni 90 c’è un miscuglio di mode, di stili e di caratteri. Tom Ford prende in mano Gucci e disegna la sua donna: la inserisce in un contesto sempre accennato, ma caratterizzato e caratterizzante, la donna è elegante, attenta ai dettagli, seducente, misteriosa, sexy-chic. Tom Ford è inoltre il primo a raccontare una storia attraverso le campagne pubblicitarie, in cui la presentazione del prodotto non è più l’obiettivo principale. Gucci esprime la moda e il lusso uscendo dai cliché classici del settore. Le forme del desiderio mondo dell’alta moda continua a utilizzare un codice comunicativo distintivo del settore lontano dalle modalità espressive degli altri mercati. Le campagne si strutturano sulla varianza di due elementi e su queste costituiscono i discorsi di marca e sono: A- tipo di consumer B- l’ambiente o il contesto Esistono tre profili essenziali per quanto riguarda il tipo di consumer: 1) donna indipendente: affronta la vita con determinazione, non deve appoggiarsi agli altri, è molto inserita nella quotidianità, fatta di sfide. 2) Donna seducente: vive della sua femminilità, sa sedurre anche senza bisogno di un’arma di seduzione ed è consapevole delle sue possibilità. 3) Donna glamour: è la fashion victim per eccellenza, attenta alle nuove proposte, ha stile e ama essere alla moda per sentirsi bene e sentirsi donna. Per quanto riguarda il contesto esistono altre tre categorie: 1)asettico: neutrale, privo di elementi connotativi 2)barocco: abbondante, ricco di elementi che comunicano il lusso anche rindodante. 3)paesaggistico: scenografia realistica qualsiasi, dal paesaggio naturale al contesto urbano. Qui protagonista è lo stile di vita della modella. 1) 2) 3) 4) Figure di manipolazione di Greimas nelle strutture discorsive: 4 grandi strutture Seduzione= si fa fare qualcosa a qualcuno attraverso un immagine positiva di lui e della sua competenza. Tentazione= si fa fare qualcosa a qualcuno attraverso un premio Intimidazione= si fa fare qualcosa a qualcuno attraverso una possibile punizione o conseguenze negative Provocazione o sfida= si fa fare qualcosa a qualcuno attraverso un’immagine negativa di lui e della sua competenza. Associazioni alle figure di donna Indipendente- volere attraverso potere-tentazione Seducente- volere attraverso sapere- seduzione Glamour- dovere attraverso sapere- provocazione Dal livello narrativo passiamo a quello profondo ovvero quello dove si costruisce la visual brand identity. Il valore di cui è investito l’oggetto è il DESIDERIO. Il desiderio non appartiene al mondo reale, è come un’amuleto. L’oggetto può essere assimilato ad un feticcio. Feticcio ovvero un oggetto inanimato al quale viene attribuito un potere magico o spirituale. L’oggetto moda è quindi un luogo di investimento dei desideri femminili. È proprio l’oggetto moda come oggetto di desiderio che caratterizza la comunicazione moda degli anni 90. Anni 80 centralità del prodotto ma solo presentato, anno 90 prodotto ancora al centro ma fortemente connotato. 4 fase 1985-2005 orientamento al Brand Si pratica marketing globale, seguendo politiche di branding planetarie. Anni 2001-2011 = decennio turbolento, crollo delle torri gemelle, insicurezza, nascita di nuovi strumenti di comunicazione come l’iPod, che cambiano il modo di relazionarmi. Cambia la figura della modella: non deve piacere se non esclusivamente come modella, non sono più dive piene di personalità come negli anni 90. Il web rende la moda più vicina al consumer.Da iniziò a nuove rivoluzioni come Tavi Gevison, ragazza giovanissima che da vita al fenomeno del fashion blogger. Il lusso e la moda Oggi esistono più tipi di consumo di beni di lusso: • Ostentativo ( lusso eterno riferito) ostentare uno status o stile di vita. • Edonistico ( lusso auto riferito) ovvero considerarlo come ricompensa per l’impegno. Accanto a questi due ne esistono altri: • Fenomeno dell’escursionismo ( democratizzazione) tendenza a ricercare una presenza intermittente nel mondo del lusso da parte di chi in realtà non può condurre una vita immersa in quel mondo. Da qui la produzione di prodotti, seconde marche, edizioni limitate, per permettere questo avvicinamento a tutti tipi di consumer. • Trading up, ampliamento prodotti connotati da una superiore qualità e da fascia di prezzo più alta, poiché è una tendenza che spinge le facce sempre più ampie di consumatori medi a concedersi prodotti e servizi con prezzi più elevati. Lusso= crea stratificazione e sociale, è mistero, dona al prodotto quell’aspetto mitologico e magico. Moda= crea stagionalità, identità , è effimera. La comunicazione del brand di lusso parla del prodotto e dell universo del brand in modo dogante, irreale. Non ci può essere un brand di lusso senza radici, senza una storia. É la storia che lo rende unico, componente di sogno, sacralità e a-temporalità. Il brand di lusso è ESPERENZIALE. La marca che innamora L’idea che il consumatore utilizzi processi logici per operare qualsiasi scelta è ormai stata abbandonata. Le scelte d acquisto non sono facilmente prevedibili, le persone quindi possono dirci bene poco delle loro scelte di consumo. I desideri, gli stili di vita. Le motivazioni dei consumatori sono in continuo mutamento. Il marketing esperienziale si basa sull’offerta di diversi driver del consumo mantenendo il focus sull’esperienza del cliente. Per fare in modo che l’esperienza sia significativa il consumatore deve avere un ruolo di coproduttore, facendo sì che l’esperienza diventi un punto di contatto tra l’impresa e il cliente, dove il consumatore interagisce direttamente con il prodotto acquistato. È cambiato dunque il modo delle aziende di relazionarsi al consumer: inizialmente si tentava di classificare il consumer in target groups, in seguito si notò che dal 2000 gli individui mostravano di rifiutare le clusterizzazioni. Il consumatore desidera infatti che sia riconosciuta la sua soggettività e pone le emozioni al primo posto per qualsiasi esperienza. Questo ha determinato molte trasformazioni nel modelli di consumo: negli anni 90 la scelta veniva operata in relazione al valore aspirazionale riconosciuto al marchio, che era sinonimo di status; dal 2000 invece le scelte del consumatore sono profondamente condizionate dal valore profondo riconosciuto al brand, che deve tradursi in una filosofia chiara. Il brand oggi deve saper creare una total consumer experience in cui esso diventa canale di esperienza. La marca deve essere “riscaldata” attraverso esperienze in cui coinvolgere i consumatori. L esperienza si scompone in 4 momenti: 1. Anticipazione del consumo-atteggiamento 2. Esperienza d’acquisto- comportamento 3. Consumo del prodotto- comportamento 4. Esperienza vista come ricordo- coinvolgimento Arnold, Price e Zinkhan poi elaborano un modello evidenziando le quattro fasi di esperienza: 1. Esperienza pre-acquisto: il consumatore può reperire informazioni attraverso molteplici fonti, il soggetto inizia a formarsi delle aspettative relative al prodotto, che possono essere più o meno accurate, in quanto esisterà sempre un’asimmetria informativa che produce distorsione nella percezione degli oggetti. 2. Esperienza d’acquisto: l’individuo entra materialmente in possesso dell’oggetto e prova comunque piacere nell’atto d’acquisto. 3. Esperienza cuore del consumo: consiste nell’effettiva interazione tra individuo e prodotto, l’individuo vive e si costruisce la propria esperienza, che potrà deludere o anche superare le aspettative maturate finora. 4. Esperienza rammentata del consumo: l’individuo attraverso la memoria raccoglie e ravviva le informazioni facendole diventare esperienza. Si crea così un legame di loyalty nel cliente coinvolgendolo interiormente, facendo leva sulle sue emozioni. L’obiettivo del marketing esperienziale è quello di accompagnare il consumatore in ciascuna di queste fasi. Schmitt vuole identificare nuove leve che sappiano dare risposte coerenti alla nuova fisionomia del consumer.teorizza una piattaforma strategica che si compone: 1. Posizionamento esperenziale 2. Promessa di valore 3. Tema d’implementazione, il modo in cui viene raccontata la marca Si compone di due asset: • Asset delle modalità esperenziali= modo in cui si genere L esperienza di marca Sense Feel Think Act Relate • Asset fornitori di esperienza= altrimenti che attivano L esperienza Catalogo Pr Punto vendita L experience marketing può essere articolato in alcuni tipi di attività, che ne esaltino le caratteristiche; Pine e Gilmore individuano 5 leve: -coinvolgimento dell utente, il quale partecipa direttamente all attività di consumo, ex creando ambienti ad hoc. -autodeterminazione dell’offerta da parte del cliente, il cliente può personalizzare L offerta a seconda delle sue preferenze. -rilevanza valore simbolico di ciò che il prodotto o servizio rappresenta, il cliente non è interessato alle performance ma all esperienza che ne deriva. -plurifunzionalita dei prodotto o servizi -centralità dello spazio dove viene vissuta L esperienza ( spazi virtuali o no, esempio parco divertimenti Ferrari). Consumer dagli anni duemila diventa interattive che partecipa alla creazione di messaggi dovuto all affermazione di nuovi media e contenuti sempre più multimediali. La rete diventa un punto di incontro senza confini, brand e consumer hanno la stessa autorevolezza. Messaggio virale, guerriglia marketing. Guerriglia marketing= raggiungere obbiettivi con azioni innovative, ad alto impatto emotivo, che fa per io sullo sconvolgimento. Guadagnare un ampia visibilità in poco tempo. Si divide in 2 categorie: 1. Ambient marketing 2. Street marketing Lo spazio è importante poiché deve avere un legame con il tema della campagna, deve selezionare il tipo di consumer a cui si vuole rivolgere, deve consentire un ampia visibilità. Ex white festival Milano Nuove tendenze dei media: • Integrazione = riguarda la produzione, un prodotto che deve sapersi adattare a più media, la modalità fruizione, per cui il consumatore si crea il proprio media mix. • Partecipazione= si esprime in diversi modi, ad esempio il bricolage dove si crea il prodotto (iTunes), comunità ( esempio reality dove la partecipazione del pubblico è necessaria), auto produzione del contenuto ( blog). MONDO FASHION: QUANDO LA PROFESSIONALITÀ DIVENTA CONTAMINATA La contaminazione dei media ha creato un nuovo modo di fare comunicazione e ha causato la contaminazione delle professionalità. Ad esempio tantissime star lanciano la propria linea di abbigliamento, mentre gli stilisti sono spesso anche registi, fotografi, artisti. In generale la nuova frontiera della comunicazione di moda è il corto cinematografico. Inoltre le sfilate sono organizzate come veri spettacoli con grandi effetti visivi in cui l’abito è unito alle scenografie per creare la sfilata un momento unico. 4. LA BRAND EVALUATION E LA BRAND EXPERIENCE: QUALE FASHION AD STRATEGY IL TRASPORTO NEL FASHION ADVERTISING: LE MODALITÀ DI COINVOLGIMENTO Al giorno d’oggi il consumatore è un individuo unico, che può dare e ricevere pareri da altri soggetti. Il consumatore di oggi è dunque più preparato, competente, critico, ha grande capacità di resistenza all’assorbire i contenuti dei messaggi pubblicitari, è un soggetto attivo, che va coinvolto: non si può più parlare di potere persuasivo di un messaggio pubblicitario. La comunicazione pubblicitaria è tanto più efficace quanto più è un gioco, deve rendere il consumo experience e entertainment. Kevin Roberts in Lovemarks sostiene un approccio emozionale, per cui certi brand possono registrate una valutazione molto buona da parte degli individui consumatori, ossia possono avere un’ottima reputazione, senza che i prodotti vengano amati e scelti nel momento dell’acquisto. Il brand di oggi deve coinvolgere, sedurre, emozionare e trasportare. Jennifer Edson Escalas conduce uno studio per comprendere quanto gli argomenti delle campagne pubblicitarie funzionano. Giunge alle conclusioni che il fruitore dell’annuncio si fa trasportare in una storia quando questa sa suggestionare, costruendo mondi immaginari, il consumer stesso annulla o smorza gli effetti di argomentazioni pubblicitarie deboli. Il trasporto include risposte affettive forti ed un basso livello di critica. È dunque fondamentale trasportare emotivamente il fruitore del messaggio slegandolo da strutture mentali troppo razionali calandolo in una realtà immaginifica, creando empatia con l’individuo. Diversamente da come sostiene Escalas però, per il fashion advertising è difficile il trasporto narrativo, in quanto l’intento persuasivo è atteso dal consumatore. Sono stati quindi individuati altri quattro modi di attrarre, dove le proprietà estetiche dell’annuncio creano brand experience, piuttosto che brand evaluation. Uno dei codici estetici tipici del fashion advertising è il grottesto: raggruppa gli annunci surreali, che non offrono risposte ma generano domande, che affascinano ma non tentano di convincere con la logica. I termini chiave sono bizzarro, surreale, deviante, strano, assurdo, discrepante, peculiare. Un altro codice è quello aspirazionale: splendido, rilucente, lussuoso, sfavillante, in cui tutto richiama agli stereotipi della cultura di massa americana. Esistono cinque forme di coinvolgimento che corrispondono a cinque tipi di fruizione della pubblicità: 1. Engage to act: la rivista è solo una vetrina, non costruiscono una struttura narrativa ma si concentrano sul prodotto, con questa categoria di donne, il grottesco non incide in alcun modo; 2. Engage to identity: la pubblicità è misura e prova d’identità, l’attenzione è sulle immagini più che sul prodotto, le pubblicità sono pretesti per costruire narrazioni, la donna guarda la pubblicità e ambisce a vedere sé stessa. Nel caso in cui è espresso un modello evidentemente negativo che viene rifiutato dal consumer, non c’è alcun coinvolgimento. La persuasione avviene quando vengono riconosciute e accettate le motivazioni; 3. Engage to feel: si ricercano delle emozioni, sperano di trovare delle immagini che rispecchino il proprio stato d’animo e quando le trovano il coinvolgimento è altissimo, per cui il grottesco ha un buon margine d’azione; 4. Engage to transport: le donne traggono piacere dal tentare di creare storie dalle immagini pubblicitarie, apprezzano il grottesco e invece ritengono che le immagini in cui la donna è fotografata in un teatro di posa non sanno creare immaginari e hanno troppo marcatamente come finalità la vendita; 5. Engage to immerse: le immagini pubblicitarie vengono viste come in una galleria d’arte, le immagini devono rendere inconsueto ciò che è familiare, oltre che avere una qualità artistica che eleva il brand rispetto agli altri. Queste donne non cercano una storia, ma dichiarano di apprezzare l’estetica delle immagini. STORYTELLING STORY BUILDING Ha un inizio, uno svolgimento e una fine Ha solo un inizio Ha una chiusura Ha uno scopo È un sermone. È una discussione È rivolto alle persone. È fatto con le persone È lineare. È naturale È un’immagine. È un’immagine che ha bisogno di elasticità Include lo story telling Denotare e connotare Esisitono più livelli di attribuzione di significato a un immagine: primo livello Denotazione, e livelli multipli di Connotazione. Denotazione= diretto e semplice Connotazione-complesso e articolato, responsabile delle creazione di messaggi secondi, che possono essere responsabili di una lettura soggettiva ma indotta dal messaggio stesso. Copy analysis= processo a ritroso, ovvero si parte da campagne pubblicitarie dei competitors per interpretare secondo queste variabili le scelte di visual strategy. Copy strategy= la riposta che L agenzia da a quelle stesse variabili per spiegare e presentare al cliente la propria scelta di visual per la campagna. BENEFIT è mutato in KEY CONCEPT= consiste nella scelta di ciò che si ritiene strategico comunicare. Tiene conto di tre aspetti, che rendono il brand unico e distintivo: - Brand identity, consiste in quei tratti che rendono quel brand unico e diverso dagli altri - Progresso di marca, ciò che il brand è stato in passato - Competitors, per essere unico bisogna tener conto di cosa comunicano I competitors nello stesso mercato. TARGET è mutato in CONSUMER INSIGHT Prima la società era schematizzata, targettizzata, secondo età, reddito, cultura, ceto, ed a questi gruppi si attribuiva delle modalità di consumo. Poi siamo passati a clusterizzarli unendo valori, abitudini, e ispirazioni che diventavano uno stile di vita. Nell’ultimo anno c’è stato L emergere di un nuovo consumatore il cosiddetto fast moving consumer, figura veloce nell a prendere, imprevedibile nei comportamenti. Oggi è difficile raccogliere I consumer in cluster. I brand tengono a mostrarsi vicini al consumer adottando la tecnica del lettore modello, per cui ci serve conoscere profondamente il consumatore a cui ci vogliamo rivolgere. Il consumer insight si basa su 3 aspetti: - Social trends= tendenze valoriali in atto nel sociale - Consumption style= risulata dall’ analisi dell esperienza che la marca crea ( atteggiamento al consumo, atto d acquisto, atto di consumo, momento del ricordo). - Life style= stili di vita, cioè ad un mix di caratteri socio demografico, caratteri comportamentali e valoriali. TONE è mutato in MOOD Il mood interpreta la personalità della griffe che la distingue da tutti, è la suggestione che sa creare il brand, traducendo il proprio carattere in codici iconografici. Si basa su 3 aspetti: - Carattere - Stile griffe - Suggestione Fashion advertising e posizionamento Nel mercato di oggi non è più sufficiente per I brand presentarsi come qualcosa di diverso, ma bisogna presentarsi come unici. Questo è molto difficile, a differenza che per il mercato del lusso, che segue queste regole: - Distribuzione esclusiva, dove il brand ha il completo controllo della location - Distribuzione selettiva, dove si è molto attenti a fare in modo che altri brand dello stesso livello non siamo presenti a fianco. - Necessità di narrazione sulle origini - Rispetto per I valori fondanti - La comunicazione pubblicitaria che ama le doppie pagine quasi vuote per creare uno spazio vuoto intorno all oggetto. Non sempre però tutti I mercati valgono queste regole Ogni brand si identifica con un sisi tema di valori ricondotto a due categorie: - Valore di prodotto , core values, scelto dall azienda, quello che interpreta il dna dell identità di marca; - Valore del consumatore , cioè ciò che rappresenta un modo di sentire del consumatore. Da qui si possono creare mappe di posizionamento con due assi all interno del quale si muovono le campagne di quel mercato Narrativizzazione e suggestione del fashion advertising Con codice si intende un sistema convenzionale e culturale che contiene un alfabeto di simboli e una grammatica di regole. Esisitono 3 modelli di decodifica secondo Stuart Hall: - La posizione dominante egemonica, prende il significato da un telegiornale o rubrica di attualità direttamente e nella sua interezza e decodifica il codice attraverso il quale è stato decodificato. Comunicazione trasparente. - La posizione negoziata, discorsi e logiche del potere - La posizione di opposizione, decodifica il messaggio in modo completamente opposto. Si utilizza sempre più quella negoziata poiché lascia ampi spazi immaginativi ed interpretativi. Fotografia di moda evocativa, da evocare, richiamate alla mente per suggestione della memoria o fantasia o sentimento. L’immagine così presenta un alto potenziale di coinvolgimento emotivo, molto vicine al concetto di arte di quadro. 3 principali tipi di codici estetisti sono: 1. Ritrattistico- viene mostrata un immagine crea di bile, in cui la modella e prodotto somo protagonisti assoluti della scena, le immagini riportano situazioni e prodotto in modo descrittivo, con una spiccata somiglianza al reale. 2. Grottesco= tutto ciò che risulta paradosso, strano. Il grottesco accesso lo spettro di possibilità del, arte, la realtà viene frantumata in molteplici possibilità espressive. Questo tipo di immagini creano un effetto shock. 3. Burlesco= il burlesque è un genere di esibizione di artisti in un teatro, deve essere frivolo, stravagante, straordinario e deve sapere sedurre. Esprime il tipico look anni w0, è la curiosità verso qualcosa di meno esplicito ma più stuzzicante. Raccoglie e restituisce alla società una nuova figura di donna e di femminilità, una forma di seduzione totalmente diversa da quella anni 90. 4. For,a di seduzione, meno aggressiva, più giovata e divertita, spesso con un rimando ad una figura di donna del passato. Da qui stile del new burlesque, ovvero stile unico, lontana dall aggressività e dalla sessualità esibita negli anni 90. Coke il grottesco questo tipo di immagini hanno un tipo di coinvolgimento emotivo, immagini come tele di mondi improbabili e distanti, come un Alice nel paese delle meraviglie. Dimensioni fotografiche: La moda e la fotografia lavorano in osmosi, attingono L uno dall altro. 1. Dimensione della memoria, rientrano le foto che testimoniano una parte di ciò che siamo stati e che non vogliamo perdere, come foto ricordo. 2. Dimensione del voyeurismo, ovvero lo scatto rubato. 3. Dimensione della finzione, declina la finzione in altri generi come teatro e cinema. To be or not to be Se negli anni 90 il protagonista era il desiderio, oggi è l’essere (contrapposto al sembrare). Negli anni 2000 dunque troviamo proprio la contrapposizione tra l’essere e il sembrare nel livello profondo: La verità corrisponde a ciò che è quel che sembra, la menzogna è ciò che sembra ma non è, la falsità ciò che non è e non sembra mentre il segreto è ciò che è ma non sembra. Il ritrattismo spesso ricorre all’alternanza tra segreto e menzogna. Il grottesco alterna la verità alla menzogna mentre il burlesque oscilla tra verità e segreto. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Il mondo del fashion advertising dunque non è ripetitivo di forme e contenuti o povero di creatività come affermano molti studiosi, ma anzi si è saputo adeguare col tempo all’universo valoriale di riferimento: negli anni 80 il prodotto era il protagonista; negli anni 90 ci venivano mostrate tutte le forme del desiderio; dal 2000 invece la moda diventa espressione dell’essere contrapposto al sembrare. Questo rispecchia le trasformazioni dei modelli di consumo: negli anni 80 il consumatore non voleva altro che il prodotto; negli anni 90 la scelta veniva operata in relazione al valore aspirazionale riconosciuto al marchio, che appagava il desiderio di appartenenza a uno status; negli anni 2000 invece le scelte del consumatore sono condizionate dal valore profondo riconosciuto al brand. Il messaggio cambia dunque anche a livello narrativo: nel 2000 ai registrano messaggi che lanciano una sfida al consumer, motivandolo a partecipare al processo di story building, per vivere il brand in prima persona