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Shining e Suspiria

SHINING E SUSPIRIA
Elaborato Facoltativo | Federica Otello | SF3
Era il 1980 quando la follia di Jack Torrance incalzava i corridoi dell'Overlook Hotel in
Shining, film diretto da Stanley Kubrick. Nel 2018, invece, Luca Guadagnino esce nelle sale
con Suspiria, una pellicola con un mondo simile a quello evocato da Kubrick.
Shining si articola sulle vicende di uno scrittore fallito con problemi di alcolismo, Jack
Torrance, che accetta un impiego come guardiano dell'Overlook Hotel, una struttura isolata
tra le montagne del Colorado e che nasconde una terribile tragedia. Un precedente
guardiano, colpito da un esaurimento nervoso, sterminò la famiglia. Questo impiego, infatti,
imponeva un lungo isolamento dal mondo per cinque mesi.
Con Jack, deve trasferirsi anche la sua famiglia, composta dalla moglie Wendy e dal piccolo
Danny, dotato della cosidetta "luccicanza", subito notata dal cuoco della struttura, a sua
volta in possesso della shining, un potere che consente di vivere eventi passati ma anche
futuri.
In un crescendo di tensione, gli equilibri della famiglia cominciano a sgretolarsi. Danny,
infatti, scopre una connessione con il luogo e grazie alla sua "luccicanza" viene colpito da
una serie di visioni inquietanti.
Jack, a sua volta, sprofonda in un delirio che determinerà il futuro della famiglia. In
particolare, parla con alcune presenze che infestano l'Hotel, tra cui il fantasma del guardiano
precedente, che gli suggerisce di sterminare la famiglia.
Così, Jack, in preda alla follia e additando la famiglia quale causa dei suoi fallimenti,
imbraccia un'ascia deciso a raggiungere la moglie e il figlio. I due sono chiusi in bagno, ma
l'uomo sfonda la porta mentre il bambino scappa da una finestra che, però, si rivela troppo
piccola per la madre. L'arrivo del cuoco, intuito l'avvento di una prossima tragedia
nell'Hotel, induce Jack a cambiare obiettivo e ad uccidere quest'ultimo con un colpo al petto.
A quel punto, il padre, dopo aver rincorso Danny – nel frattempo scappato nel labirinto
delle siepi – finisce morto congelato nella bufera invernale.
La trama, dal ritmo inizialmente pacato, si fa sempre più serrata, grazie anche alle didascalie
che ritmano il trascorrere del tempo.
Allo stesso modo, Suspiria, viene scandito da una divisione in sette atti.
Il film si ambienta in una Berlino del 1977, spezzata in due dal muro, colpita da conflitti
interni e dagli attentati terroristici.
Susie, dal paesino dell'Ohio, si reca a Berlino per un'audizione presso la "Compagnia di
Danza Helena Markos", ove si esibisce in una danza ermetica, stupendo in special modo la
coreografa Madame Blac.
L'accademia è in un periodo oscuro, essendo Patricia – la prima ballerina dell'opera su Volk
– scomparsa, dopo aver raccontato al suo psicoterapeuta, Josef Klemperer, di aver scoperto
che la scuola nascondeva una congrega di streghe, guidate da Helena Markos, che si
proclama una delle tre divinità infernali conosciute come le "Tre Madri". Estremamente
longeva ma non eterna, ella ha affidato a Madame Blac il compito di trovarle un corpo
giovanile in cui trasmigrare.
Tuttavia, le insegnanti della scuola sono divise in due fazioni, quella di Madame Markos,
continua assertrice delle proprie prerogative demoniache, e quella di Madame Blanc, che
dubita della sua onnipotenza.
Il dottor Klemperer, ad ogni modo, inizia ad indagare su quanto avviene nella scuola.
Intanto, Susie viene promossa come prima ballerina per il balletto del Volk. Al suo primo
giorno di prove Olga, scelta inizialmente per sostituire Patricia, si scaglia contro la congrega
e decide di fuggire. Le streghe però la porteranno alla morte, lasciando intendere che prima
Patricia e poi Olga fossero state scelte come corpo per la Markos, ma eliminate poiché
avevano compreso il legame tra la magia della Scuola e gli avvenimenti politici tedeschi.
Susie, ossessionata dalla danza, sembra ora la candidata ideale.
In seguito, durante un viaggio nella Germania Est, il dottore ritrova sua moglie, scomparsa
durante la guerra. Il marito le fa passare il confine per Berlino Ovest, fino a quando
giungono di fronte alla scuola di danza Markos. La moglie si rivela un'illusione, creata dalle
streghe che rapiscono il dottore per portarlo nella Scuola.
Intanto, Madre Blanc capisce che è arrivato il momento per la Markos di prendersi il corpo
di Susie, che viene condotta nei sotterranei della scuola, dove si trova allestito un "Sabba" al
quale assistono la Markos e il dottore, un testimone necessario per il rito. Susie però si
rivela la vera incarnazione di Mater Suspiriorum, arrivata nella Scuola con lo scopo di
punire Helena Markos per aver usurpato il suo nome: invoca quindi la Morte che, apparsa in
forma cadaverica, uccide la Markos e tutte le streghe che le avevano giurato fedeltà.
I livelli su cui si sviluppa la trama sono molteplici. In primis, il percorso artistico legato alla
danza, elemento oscuro, malvagio e dai tratti "arcaici". Vi è, poi, l'inclusione di un contesto
politico del tutto particolare, e di un'importante ossatura legata alla questione femminile,
non mancando altresì i tratti più specificamente horror, offerti dal mondo delle streghe.
Il tema degli edifici "spettrali" e delle case stregate è molto comune nel genere horror e lo
stesso Kubrick, nel suo film, non lesina sull'elemento paranormale. La "luccicanza", le
visioni, l'albergo infestato dal quale Jack si lascia "catturare", sono tutti elementi che
concorrono alla creazione dell'atmosfera sovrannaturale.
Kubrick, infatti, lascia poco spazio alle scene d'esterno. Praticamente tutta la narrazione si
svolge all'interno dell'Hotel, dal quale non c'è alcun modo di andar via. Quando si entra
nell'albergo si entra a far parte della grande famiglia: "questo drink lo offre la casa" è la
frase che ci fa capire che Jack ormai ne è membro a tutti gli effetti.
Lo stesso succede per la protagonista di Suspiria, immediatamente accolta nella scuola di
ballo per la quale proverà fin da subito un'attrazione malvagia.
Altro tema fondante nel film di Kubrick è il "ribaltamento" dei personaggi, da padre
"buono" ad assassino "cattivo". Un tema presente anche in Suspiria, ove emerge la
trasformazione di Susie da semplice ballerina all'incarnazione di Mater Suspiriorum.
I temi affronati nelle due pellicole creano una narrazione caratterizzata da una climax di
tensione, che prende per mano lo spettatore e lo trascina in un vortice di irrazionalità.
Quando si parla di genere horror è quasi certo che Shining venga fatto rientrare in questa
categoria. Il film di Kubrick, però, come quello di Guadagnino, riesce a impossessarsi del
genere fino a stravolgerlo.
Lo stesso avviene anche per il soggetto del film, l'omonimo romanzo di Stephen King, di
cui viene preservata solo la trama sommaria. Kubrick, infatti, decise di staccarsi dal
romanzo, soprattutto nella scelta di reinventarsi il finale e di riscrivere il copione (realizzato
in collaboraizione con Diane Johnson) durante le riprese, conferendo un'aura più realistica e
sinistra alla storia di King.
Shining è così un film che riesce a polarizzare l'attenzione del pubblico di massa. Il racconto
è un crescendo di tensione che raggiunge il culmine attraverso scene diventate iconiche
nella storia del genere sebbene non arrivino mai a una vera e propria violenza (ad eccezione
dell'uccisione del cuoco).
Invece, il cult Suspiria del 1977 di Dario Argento è il punto di partenza di Guadagnino per
l'omonimo film del 2018, con sceneggiatura di David Kajganich.
Il regista, però, non ha inteso realizzare un semplice remake, quanto piuttosto offrire la sua
versione di uno dei capolavori del cinema. L'imponente opera di Guadagnino, sospesa tra
cinema d'autore e horror, non fa nulla per recuperare gli elementi più distintivi della
pellicola di partenza, arricchendola di personaggi e livelli di lettura nonchè portandola in
una direzione più complessa.
Per quanto concerne gli aspetti tecnici, la regia di Shining decise di ricorrere all'utilizzo
della Steadycam, per realizzare scene fluide e pertanto realistiche, come quelle in cui Danny
si aggira sul suo triciclo tra i corridoi dell’hotel. Infatti, in varie scene la cinepresa segue un
personaggio da vicino, in modo da coinvolgere rapidamente lo spettatore nella vicenda.
Oltre a questo, in molte scene il regista inizia con totali o con campi lunghi, per poi passare
a campi medi e a primi piani, tecnica che serve spesso per accrescere della tensione.
Per quanto riguarda il montaggio si può notare già dalle prime inquadratire l'utilizzo della
dissolvenza incrociata.
La fotografia, dai colori saturi e vividi, si presta a scenografie tanto maestose quanto
inquietanti, mentre la musica avvolge l'intera storia in una potente atmosfera dai toni
soprannaturali.
In Suspiria, invece, la regia viene affiancata da un montaggio molto abile nel dare ritmo alle
scene, sostenute anche da un sonoro particolarmente evocativo, fatto soprattutto di respiri,
corpi in movimento e carni lacerate. A livello tecnico si segnala, inoltre, il morboso utilizzo
del grandangolo che amplifica la sensazione claustrofobica del film, con una palette sui toni
del marrone, ruggine, rosa e del beige.
In conclusione, sia Suspiria che Shining si rivolgono ad un pubblico adulto amante di un
horror accattivamente, psicologico e ricco di misteri che devono essere svelati.
La pellicola di Guadagnino, però, mostra un elemento di grande novità rispetto alla visione
registica di Kubrick, in parte spiegabile alla luce dei profondi mutamenti socio-culturali
manifestatisi lungo l'ultimo ventennio. Infatti, in Suspiria, oltre alla presenza di più livelli
narrativi all'interno del racconto, spicca la propensione verso un universo femminile e
matriarcale. In Shining, la donna è completamente sottomessa alla figura folle del marito, e
le gesta dirompenti di Wendy sono la mera reazione ad un'iniziativa squilibrata dell'uomo.
Di contro, in Suspiria si elabora una visione estrema del potere della donna, forte e non
vittima, complessa e talvolta – non meno del genere maschile – malvagia. A comprova,
l'unica figura maschile rilevante – il dottore – appare controllato e manipolato dalla mente
delle streghe.