Come un fiore reciso CARME XI di Catullo https://it.wikipedia.org/wiki/Carme_II Introduzione Il carme 11 rappresenta il congedo definitivo di Catullo da Lesbia, pronunciato senza più incertezze, ma solo con un velo di rimpianto per aver sprecato un sentimento puro e delicato, offrendolo alla donna sbagliata, che l’ha distrutto come un aratro recide un fiore [con questa similitudine si chiude il carme]. La scelta della strofe saffica saffica, utilizzata solo qui e nel carme 51 [che canta l’inizio dell’amore] è il segno formale della funzione di conclusione ideale assegnata a questo componimento. …segue Il riferimento alle imprese imprese di di Cesare Cesare in Gallia e in Britannia indica come probabile data di composizione il 54 a.C. Il processo contro Celio Rufo, un altro degli amanti di Clodia, si era già celebrato e la reputazione della donna ne era uscita sicuramente danneggiata. È possibile che Clodia abbia tentato, in quel difficile periodo, di riconciliarsi con Catullo (i rapporti tra i due dovevano già essersi deteriorati) e che lo abbia fatto per il tramite di Furio (forse quel Furio Bibaculo che fu tra i Poetae Novi) e Aurelio (personaggio sconosciuto) …segue Ciò spiegherebbe l’impostazione del componimento, che si presenta come un biglietto di risposta risposta, affidato appunto ai due «amici fidatissimi» del poeta. In realtà Furio e Aurelio sono sempre citati, nel liber, in amichevole contesti sarcastici e con tono tutt'altro che amichevole. Un improvvisa cambiamento di opinione da parte di Catullo per quanto strano è possibile. Rimane tuttavia più probabile l’ipotesi che l’esaltazione dell’amicizia incondizionata dei due personaggi, con cui si apre il carme, sia da intendere in senso ironico ironico. Nella metrica classica, e in particolare della metrica eolica greca e latina, per strofa saffica si intende una strofa composta da tre endecasillabi saffici e da un verso adonio. È attribuita alla celebre poetessa di Lesbo, Saffo. Strofe saffica (…) La "saffica" fu ampiamente ripresa anche nel mondo latino, in particolare da Catullo. 1 Strofe saffica Furi et Aureli, comites Catulli (XI) 5 10 15 20 Furi et Aureli comites Catulli, sive in extremos penetrabit Indos, litus ut longe resonante Eoa tunditur unda, sive in Hyrcanos Arabesve molles, seu Sagas sagittiferosve Parthos, sive quae septemgeminus colorat aequora Nilus, sive trans altas gradietur Alpes, Caesaris visens monimenta magni, Gallicum Rhenum horribilesque ultimosque Britannos, omnia haec, quaecumque feret voluntas caelitum, temptare simul parati, pauca nuntiate meae puellae non bona dicta. Cum suis vivat valeatque moechis, quos simul complexa tenet trecentos, nullum amans vere, sed identidem omnium ilia rumpens; nec meum respectet, ut ante, amorem, qui illius culpa cecidit velut prati ultimi flos, praetereunte postquam tactus aratro est. 1 Strofe saffica Furi et Aureli, comites Catulli (XI) Traduzione L. Canali Furio e Aurelio compagni di viaggio di Catullo, se penetri un giorno nell’India remota, dove il lido è percosso dall’onda dell’est che risuona un’eco lontana, 5 oppure fra le genti dell’Ircania o fra i molli Arabi, o fra i Sagi o fra i Parti che lanciano frecce, oppure nelle acque che il Nilo colora con le sette sue foci, o valichi le alte montagne delle Alpi 10 per vedere le memori tracce del grande Cesare, il Reno di Gallia, e al limite estremo del mondo i feroci Britanni Voi che siete disposti a provare con me tutto questo E ogni altra ventura ci imponga la volontà dei Celesti, 15 Alla donna che amo riferite per me queste poche ed amare parole. Viva pure godendosi i trecento suoi amanti Che insieme è capace di stringere a sé tra le sue braccia Senza amarne nessuno davvero, 20 e a vicenda fiaccando le reni di tutti; Né si curi, come un tempo faceva di questo mio amore, che è caduto per colpa di lei come un fiore sul ciglio d’un prato non appena il suo stelo è reciso dall’aratro che passa. Furio e Aurelio compagni di viaggio FIGURA RETORICA Apostrofe (apre un periodo lunghissimo, fino al v.16) 1 Verso 1 comitesCatulli, Furi et Aureli comites Non perché siano già stati «compagni», ma perché disposti ad accompagnarlo in capo al mondo se penetri un giorno nell’India remota, dove il lido è percosso dall’onda dell’est che risuona un’eco lontana, Versi 2-4 Regge in latino l’indicativo, mentre in italiano il congiuntivo FIGURA RETORICA Anafora Ripetuta per 5 volte, introduce una serie di proposizioni condizionali coordinate tra di loro 2 sive in extremos penetrabit Indos, litus ut longe resonante Eoa tunditur unda Le proposizione introdotte da SIVE/SEU elencano le diverse mete di un ipotetico viaggio, accomunate dalla remota distanza da Roma se penetra un giorno nell’India remota, dove il lido è percosso dall’onda dell’est che risuona un’eco lontana, Versi 2-4 Stanziati ai confini estremi del mondo. FIGURA RETORICA Iperbato extremospenetrabit Indos, Indos 2 sive ininextremos litus ut longe resonante Eoa tunditur unda Secondo le conoscenze geografiche antiche Infatti l'India era lambita Oriente Dall'oceano rappresentato come una sorta di grande fiume circolare che racchiudeva tutte le terre emerse se penetra un giorno nell’India remota, dove il lido è percosso dall’onda dell’est che risuona un’eco lontana, Versi 2-4 RIORDINDA: ut litus tunditur unda Eoa longe resonante FIGURA RETORICA Anastrofe FIGURA RETORICA Allitterazione /u/ 2 sive in extremos penetrabit Indos, litus ut longe resonante EoaEoa tunditur unda Sembra riprodurre il suono delle onde L'aggettivo Eous deriva dal sostantivo Eos (grecismo) che designa l’Aurora e per metonimia l’Oriente oppure fra le genti dell’Ircania o fra i molli Arabia, o fra i Sagi o fra i Parti che lanciano frecce, Popolazione stanziata nei pressi del Mar Caspio 3 Versi 5-6 sive in Hyrcanos HyrcanosArabesve Arabes molles, seu Sagas sagittiferosve Parthos Gli Arabi sono definiti molles effemminati perché da loro i romani importavano beni di lusso (tessuti pregiati unguenti frutti esotici) che sembravano rispecchiare uno stile di vita voluttuoso La desinenza -as dell' accusativo plurale il luogo di -es è un grecismo. è sottinteso qui e nei seguenti cola il verbo penetrabit oppure fra le genti dell’Ircania o fra i molli Arabia, o fra i Sagi o fra i Parti che lanciano frecce, Popolazione della Scizia regione a nord del Mar Nero e del Mar Caspio 3 Versi 5-6 FIGURA RETORICA Allitterazione /S/ Rende il sibilo delle frecce sive in Hyrcanos Arabesve molles, Parthos sagittiferos Parthos seu Sagas Sagassagittiferosve Nell'anno in cui fu probabilmente scritto questo carme i romani si accingevano a condurre una campagna militare contro i parti sotto il comando di Crasso: la spedizione si concluse nel 53 a.C. con la disfatta di Carre e la morte di crasso È un aggettivo epicheggiante composto da sagitta (freccia) e fer (radice di fero) portatori di frecce I parti erano infatti particolarmente esperti nell'uso di quest'arma oppure nelle acque che il Nilo colora con le sette sue foci, L’espressione indica il tratto di mare (aequora) prospiciente la costa egiziana che il Nilo intorbida (colorat) con le sue acque limacciose) 7 Versi 7-8 RIORDINDA: (in) aequora quae Nilus septemgeminus colorat septemgenimuscolorat sive quae septemgeminus aequora Nilus, È un aggettivo epicheggiante SEPTEM + GEMINUS «dalle sette foci» (i rami del suo delta) Mentre negli altri casi indicata solo la meta del viaggio qui il poeta precisa il difficile percorso da compiere attraverso le Alpi per raggiungere la Gallia e la Bretagna o valichi le alte montagne delle Alpi per vedere le memori tracce del grande Cesare, il Reno di Gallia, e al limite estremo del mondo i feroci Britanni Participio presente con valore finale (uso piuttosto raro) da viso forma intensiva di video «per visitare» 9 Versi 9-12 sive trans altas gradietur Alpes, visensmonimenta monimenta magni magni, Caesaris visens Gallicum Rhenum horribilesque ultimosque Britannos, FIGURA RETORICA Iperbato I luoghi che testimoniano le imprese del grande Cesare ossia il Renault Gallico il fiume che fa da confine tra Galli e Germania e la Bretagna o valichi le alte montagne delle Alpi per vedere le memori tracce del grande Cesare, il Reno di Gallia, e al limite estremo del mondo i feroci Britanni Il riferimento alle incursioni di Cesare al di là del Reno e al passaggio in Britannia risalenti al 55 a.C. indica il terminus post quem di composizione del carme 9 Versi 9-12 sive trans altas gradietur Alpes, Caesaris visens monimenta magni, Gallicum Rhenum horribilesque ultimosque Britannos, L'impresa in Bretagna aveva destato enorme scalpore a Roma trattandosi di un'isola così distante e sconosciuta da apparire favolosa o valichi le alte montagne delle Alpi per vedere le memori tracce del grande Cesare, il Reno di Gallia, e al limite estremo del mondo i feroci Britanni La Bretagna è un’isola distante, sconosciuta, «favolosa» 9 Versi 9-12 RIORDINDA: (in) aequora quae Nilus septemgeminus colorat sive trans altas gradietur Alpes, Caesaris visens monimenta magni, Gallicum Rhenum horribilesque horribilesque ultimosque Britannos Britannos, Catullo rispecchia questa percezione degli eventi, rappresentando i britanni come esseri horribilis L’incontro con popolazioni diverse da quelle note dà sempre luogo rappresentazioni iperboliche nel bene e nel male delle loro caratteristiche. Voi che siete disposti a provare con me tutto questo E ogni altra ventura ci imponga la volontà dei Celesti Versi 13-14 RIORDINDA: Parati simul (sott. con Catullo) temptare omnia haec; quaecumque voluntas caelitum feret. Riassume i viaggi prospettati nei versi precedenti Il pronome indefinito (slegato da omnia haec) introduce una precisazione a mo’ di inciso: Qualsiasi cosa (difficoltà) la volontà dei celesti (ci) presenterà haec quaecumque quaecumqueferet voluntas 13 omnia haec, caelitum, temptare simul parati, caelitum È una voce epica che designa gli dei come «abitanti del cielo» Con un improvviso abbassamento del registro a livello colloquiale il poeta chi ha dei due destinatari di riferire poche parole alla sua ragazza Alla donna che amo riferite per me queste poche ed amare parole. 15 Versi 15-16 meae puellae pauca nuntiate meae pauca puellae non bona bona dicta non dicta FIGURA RETORICA Litote Lascia presagire il contenuto aggressivo del messaggio «Alla mia ragazza» Questa espressione fortemente ironica sia perché Lesbia non può più definirsi tale sia perché ha un tono affettivo che contrasta decisamente con l'invettiva che segue Viva pure godendosi i trecento suoi amanti Che insieme è capace di stringere a sé tra le sue braccia Senza amarne nessuno davvero, e a vicenda fiaccando le reni di tutti; Versi 17-20 RIORDINDA: Vivat valeatque cum suis moechis FIGURA RETORICA Allitterazione 15 FIGURA RETORICA Iperbato grecismo moechis Cum suis vivat vivatvaleatque valeatquemoechis, quos simul complexa tenet trecentos, nullum amans vere, sed identidem omnium ilia rumpens Viva pure godendosi i trecento suoi amanti Che insieme è capace di stringere a sé tra le sue braccia Senza amarne nessuno davvero, e a vicenda fiaccando le reni di tutti; Versi 17-20 RIORDINDA: Vivat valeatque cum suis moechis 15 Cum suis vivat valeatque moechis, quos simul complexa trecentos, tenet complexatenet nullum amans vere, sed identidem omnium ilia rumpens Participio passato di COMPLECTOR Sono usati nell'accezione erotica più volgare «ai quali si concede tenendoseli stretti tutti e trecento insieme» Viva pure godendosi i trecento suoi amanti Che insieme è capace di stringere a sé tra le sue braccia Senza amarne nessuno davvero, e a vicenda fiaccando le reni di tutti; Versi 17-20 RIORDINDA: Vivat valeatque cum suis moechis 15 Cum suis vivat valeatque moechis, trecentos quos simul complexa tenet trecentos, nullum amans vere, sed identidem omnium ilia rumpens Ai 300 amanti si contrappone nullum oggetto di amans vere «senza amarne veramente nessuno» Viva pure godendosi i trecento suoi amanti Che insieme è capace di stringere a sé tra le sue braccia Senza amarne nessuno davvero, e a vicenda fiaccando le reni di tutti; Versi 17-20 RIORDINDA: Vivat valeatque cum suis moechis 15 Cum suis vivat valeatque moechis, quos simul complexa tenet trecentos, nullum amans vere, sed identidem omnium ilia rumpens rumpens Altra allusione alla voracità sessuale di Lesbia che «spezza i fianchi» ai suoi amanti La similitudine del fiore Vedi analisi del testo alla fine della presentazione • Se l'analogia Lesbia-aratro sottolinea la voracità distruttiva della donna • e praetereunte («che passa oltre» riferita all'aratro) la sua cinica indifferenza indifferenza, • il verbo tactus est mette in risalto la fragilità del fiore a cui basta essere «toccato» per cadere. La delicatezza di questo dettaglio distingue la similitudine catulliana da quelle, numerose, che a essa si ispireranno. Né si curi, come un tempo faceva di questo mio amore, che è caduto per colpa di lei come un fiore sul ciglio d’un prato non appena il suo stelo è reciso dall’aratro che passa. Versi 21-24 Il tono diventa lirico quando Catullo ricorda il proprio sentimento nei confronti della donna 15 21 moechis Cum suis vivat valeatque moechis, FIGURA RETORICA Parallelismo / Antitesi amorem respectet ut ante, amorem, nec meum respectet, qui illius culpa cecidit velut prati ultimi flos, praetereunte postquam Contiene l’idea FIGURA RETORICA tactus aratro est. del rimpianto nostalgico «non si volti indietro a guardare» Iperbato Lesbia è invitata ironicamente a tenersi gli amanti e questa volta, seriamente, a dimenticare l'amore di Catullo Né si curi, come un tempo faceva di questo mio amore, che è caduto per colpa di lei come un fiore sul ciglio d’un prato non appena il suo stelo è reciso dall’aratro che passa oltre. Versi 21-24 RIORDINDA: Qui cecidit velut flos ultimi prati postquam tactus est aratro praetereunte meglio renderlo con un complemento di «sul ciglio del prato» luogo Proposizione relativa che introduce la similitudine del fiore 21 Complemento di specificazione nec meum respectet, ut ante, amorem, qui illius culpa cecidit velut prati prati ultimi flos, praetereunte praetereuntepostquam tactus aratro est aratroest. Perfetto passivo di TANGO «è stato toccato» Participio passato di PRAETEREO «che passa oltre» Complemento di causa efficiente Dentro il testo Il carme può suscitare nel lettore moderno l'impressione di una scarsa coesione interna quasi il poeta non fosse riuscito a fondere in un tutt’uno organico motivi ispiratori diversi. La varietà di registri e di motivi In realtà proprio la mescolanza di registri emotivi differenti, che risponde al gusto gusto alessandrino alessandrino e e neoterico neoterico della varietà, fa di questo componimento una delle espressioni più raffinate della poesia catulliana. vv. 1-14:Elenco ironico di luoghi in cui sarebbero disposti a seguire il poeta vv. 1-6: apostrofe a Furio e Aurelio La struttura vv. 17-20: messaggio a Lesbia vv. 15-16:Richiesta di riferire un messaggio a Lesbia vv. 17-20: Invettiva in forma di Sarcastica esortazione a godersi i suoi 300 amanti vv. 21-24: monito a considerare finita la relazione con il poeta e similitudine del fiore A ciascuno dei quattro nuclei tematici corrisponde un espressivo diverso registro espressivo. L’inizio solenne e altisonante Il primo è caratterizzato da uno stile solenne e altisonante altisonante: • consta di un solo periodo molto ampio i cui cola sono scanditi dall’anafora anafora di sive/seu Il lessico è caratterizzato da riferimenti geografici dotti ed espressioni poetiche epicheggianti Vi è un massiccio ricorso a figure sintattiche (iperbati in particolare) e foniche (come le allitterazioni onomatopeiche) oltre che di ripetizioni (anafora) L’ironia Lo sfoggio di erudizione dei riferimenti geografici rispecchia uno dei canoni dell'estetica alessandrina e neoterica ma in questo caso la doctrina si combina con uno stile troppo altisonante per non destare il sospetto che l'intento complessivo sia ironico l’intento L’ironia Lo scopo dell'elenco di luoghi remoti e sottolineare iperbolicamente la disponibilità dei destinatari a seguire il poeta ovunque, ma Furio e Aurelio non sono mai trattati in modo amichevole nel liber e ciò conferma l'intento ironico del passo che sembrerebbe fare il verso a una profferta d'amicizia da parte dei due personaggi giudicata d’amicizia insincera da Catullo Lo scarto di registro Ma lo stile elevato di questa prima parte del carme svolge un'altra importante funzione a livello espressivo: esso crea un accentuato scarto nel passaggio al tono dimesso e colloquiale con cui il poeta chiede i due «amici» di riferire un messaggio a Lesbia Lo scarto di registro Se vocaboli come tenet e complexa contengono sessuale l'accezione evidenti allusioni alla sfera sessuale, oscena diventa esplicita nell'espressione ilia rumpens. Anche in questa parte, come nella prima, si intrecciano ironia e iperbole: ironia (o amaro sarcasmo) dell'invito a Lesbia a • l'ironia saziare la sua brama infinita di uomini iperbole numerica, che sfuma nel grottesco, • l’iperbole dei 300 amanti goduti contemporaneamente. Il tono cambia nuovamente nella chiusa del carme quando il poeta sposta l'attenzione sul sentimento un tempo nutrito per Lesbia. La similitudine del fiore Con accenti intensamente lirici e struggente rimpianto Catullo rappresenta il proprio amore con la celebre similitudine del fiore reciso dall'aratro. L'analogia fiore-amore era un motivo già presente nella tradizione poetica greca come testimonia il frammento di Saffo Come il giacinto che i pastori pestano per i monti, e a terra il fiore purpureo sanguina. (trad. S. Quasimodo) La similitudine del fiore Il fiore da sempre simbolo della bellezza insieme della fragilità: questi due significati sono strettamente connessi nell'immagine catulliana del sentimento come un fiore caduto «dopo che è stato toccato dall' aratro» La similitudine del fiore • Se l'analogia Lesbia-aratro sottolinea la voracità distruttiva della donna • e praetereunte («che passa oltre» riferita all'aratro) la sua cinica indifferenza indifferenza, • il verbo tactus est mette in risalto la fragilità del fiore a cui basta essere «toccato» per cadere. La delicatezza di questo dettaglio distingue la similitudine catulliana da quelle, numerose, che a essa si ispireranno. Virgilio descrive così nell’Eneide (ix. VV.435-436) la morte di Eurialo, riprendendo da Saffo l'immagine del fiore purpureo e da Catullo quella dell’aratro aratro che però lo «recide» La similitudine del fiore VIRGILIO Purpureus veluti cum flos succisus aratro Languiescit moriens Come un fiore purpureo quando, reciso dall’aratro, languisce morendo Sulla scorta di Catullo e soprattutto di Virgilio Ariosto scrive nell’Orlando Furioso (XVIII, 153) la similitudine che si riferisce alla morte in combattimento di un giovane Dardinello : La similitudine del fiore ARIOSTO Come purpureo fior languendo muore, che ‘l vomere al passar tagliato lassa La similitudine del fiore MANZONI Ancora Manzoni, nei Promessi sposi (cap. XXXIV) utilizza una similitudine che ricorda quella catulliana nell’episodio della madre di Cecilia. La donna, dopo aver consegnato ai monatti il cadavere della figlia uccisa dalla peste si rassegna ad attendere la morte con l'altra figlioletta: E che altro poté fare, se non posare sul letto l'unica [figlia] che le rimaneva, e mettersela accanto per morire insieme? Come il fiore già rigoglioso sullo stelo cade insieme col fiorellino ancora in boccia, al passar della falce delle erbe del prato. Come un fiore reciso CARME XI di Catullo Garbarino e Pasquariello, Latina, Paravia, 2008 pp.320-324 Avonto, Enrico. CATULLO Carmina - Endecasillabi ed Epigrammi: Testo latino a fronte (Gaio Valerio Catullo Carmina con testo latino Vol. 1) (Italian Edition) (pp.19-20). Edizione del Kindle. https://it.wikipedia.org/wiki/Carme_II