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riassunto bioingegneriada stampare

Strumento biomedico: è uno strumento che permette l’interfacciamento
con un sistema
vivente e la misura di alcuni suoi parametri fisiologici
Sistema di monitoraggio: caso particolare di strumento biomedico che
consente la misura di
parametri fisiologici in continuo nel tempo anche per un periodo piuttosto
Obiettivo del sistema di monitoraggio: rilevare la variabile fisiologica y
attraverso un sistema di misura M in modo tale l’uscita z del sistema di
monitoraggio riproduca fedelmente y
Decomposizione di Fourier di un segnale periodico
un segnale periodico di periodo T, y(t) = y(t+T), può essere rappresentato
come somma di un numero finito (N) di forme d’onda elementari
(sinusoidi)
spettro delle ampiezze: fornisce l’ampiezza delle sinusoidi al variare delle
loro pulsazioni angolari
Spettro delle fasi: fornisce la fase delle sinusoidi al variare delle loro
pulsazioni angolari
Gli spettri delle ampiezze e delle fasi costituiscono la rappresentazione di
y nel dominio delle frequenze
Banda di frequenze del segnale: intervallo di pulsazioni angolari fra ωMin e
ωMax per cui lo spettro delle ampiezze non è nullo
Risposta in ampiezza: definisce il guadagno (fattore di moltiplicazione) che
il sistema di monitoraggio impone ad ogni sinusoide in ingresso
Risposta in fase: definisce lo sfasamento che il sistema di
monitoraggio impone ad ogni sinusoide in ingresso
Ogni sinusoide del segnale y in ingresso al sistema di monitoraggio viene
moltiplicata per un fattore pari alla risposta in ampiezza e sfasata di un
fattore pari alla risposta in fase
Banda passante: l’insieme di pulsazioni angolari per cui la risposta in
ampiezza è piatta e la risposta in fase è nulla. in un sistema di
monitoraggio ideale la banda passante vale 0<ω<∞
Un ingresso desiderato y viene rilevato in modo fedele se la
banda passante del sistema di monitoraggio include la banda di frequenze
di y
Gli effetti delle interferenze su z possono essere ridotti adottando specifici
accorgimenti pratici e usando tecniche di filtraggio di segnale. Per ridurre
l’effetto delle interferenze elettro-magnetiche sull’uscita del sistema di
monitoraggio bisogna schermare i cavi e ridurre l’area della spira chiusa
vista dal campo magnetico arrotolando fra loro i cavi
Schema generale dello strumento di monitoraggio di un sistema vivente (sorgente)
strumento di monitoraggio di un sistema vivente:
manipolazione del segnale
Strumento di monitoraggio di un sistema
vivente:manipolazione del segnale
I filtri “a spillo”
permettono di
eliminare le
interferenze elettromagnetiche con
l’alimentazione di rete
I filtri “passa basso”
permettono di ridurre
le interferenze fisiologiche (e.g. effetti di contrazioni muscolari)
Asse y: segnale elettrocardiografico amplificato in modo opportuno
Asse x: segnale periodico a dente di sega
Monitoraggio: passaggio dal mondo analogico al mondo digitale
Impossibilità di rappresentazione e memorizzazione all’interno di un
calcolatore
Schema generale dello strumento di monitoraggio di un sistema vivente:
convertitore analogico-digitale
campionatore: valuta l’ampiezza del segnale in istanti di tempo
assegnati Se il periodo di campionamento Δt è troppo lungo rispetto
alla durata T della forma d’onda più veloce presente nel segnale si verifica
una perdita di informazione
quantizzatore: approssima l’ampiezza su un numero finito di livelli Viene
realizzata un’approssimazione su N livelli. Ogni valore analogico fra due
livelli adiacenti viene approssimato al valore del livello, per esempio,
maggiore fra i due
codificatore: associa a ciascun livello una sequenza binaria Il codificatore
associa ad ogni livello una sequenza binaria univocamente determinata
N=2b è la relazione fra numero di livelli, N, e numero di bit, b, necessari
per loro codifica
Vantaggi del monitoraggio digitale
segnali digitalizzati - misure automatizzate - interpretazione automatica
del dato indipendente dal medico
- consultazione remota via web con un esperto - post-elaborazione
- ampia possibilità di scelta per il dispositivo di output video - ampia
possibilità di scelta per il dispositivo di stampa - archivio digitale
(database) che contiene tutta l’informazione - relativa al paziente
(anagrafica, segnali, bioimmagini, ecc…)
1) E’ possibile formalizzare uno schema generale per uno strumento di
monitoraggio
2) La banda passante dello strumento biomedico deve includere la banda
di frequenze del segnale per garantire la rappresentazione fedele del
segnale biologico
3) Il monitoraggio digitale permette una maggiore flessibilità di utilizzo e
prestazioni superiori in termini di archiviazione dell’informazione e
capacità di post-elaborazione
Le tecniche basate sugli ultrasuoni hanno assunto una grande importanza in
medicina poiché:
1) Sono completamente innocue per il paziente e, quindi,utilizzabili anche
in soggetti a rischio (e.g. donne in gravidanza)
2) Hanno un’ottima risoluzione temporale così da permettere
il monitoraggio di fenomeni rapidi (contrazione cardiaca e movimenti di
valvole)
3) Forniscono informazioni complementari rispetto ad altre tecniche di
bioimmagini (e.g. radiografia) poiché si basano su un principio di
funzionamento completamente diverso
Ultrasuoni: suoni oltre la banda di percezione dell’udito umano (frequenza
maggiore di 16-20 KHz)
si tratta vibrazioni (onde elastiche di compressione e
rarefazione avvengono senza moto di materia);
si muovono in linea retta nei tessuti molli;trasferiscono energia meccanica
e, quindi, richiedono un mezzo per la loro propagazione e il trasferimento
di energia dipendedalle caratteristiche del mezzo
direzione longitudinale: direzione ortogonale alla superficie su cui
è appoggiato il generatore di ultrasuoni
direzione trasversale: direzione parallela alla superficie su cui
è appoggiato il generatore di ultrasuoni
La velocità di propagazione degli ultrasuoni dipende dal mezzo
1) La velocità di propagazione degli ultrasuoni è bassa in aria
2) La velocità di propagazione degli ultrasuoni in acqua più alta rispetto
all’aria e simile a quella del sangue
3) La velocità di propagazione degli ultrasuoni nell’osso è alta
L’ultrasuono si attenua per attrito fra le particelle L’ampiezza A(z)
dell’ultrasuono si riduce al crescere della profondità z
A(z)=A0·e-α·z dove α = coefficiente di assorbimento
α dipende dalle caratteristiche del mezzo attraversato dall’ultrasuono e
dalla frequenza dell’ultrasuono. Più grande è α, minore la profondità a cui
arriva l’ultrasuono
1) Il coefficiente di assorbimento dell’osso è molto alto 2) Il sangue si
comporta come l’acqua (attenuazione molto ridotta)3) Il muscolo ha un
coefficiente di assorbimento non trascurabile
Il coefficiente di assorbimento α aumenta al crescere della frequenza
dell’ultrasuono
α = k·νβ con β=2
Per esplorare strutture profonde si devono usare generatori di ultrasuoni
che vibrano a frequenze più basse per aumentarela capacità esplorante
Superficie riflettente: superficie che separa mezzi, 1 e 2, caratterizzatida
diverse impedenze acustiche, z1 e z2 (e.g. osso e muscolo)
1) riflessione: l’ultrasuono ritorna verso il generatore di ultrasuoni
2) rifrazione: l’ultrasuono prosegue verso strati più profondi
1) L’ultrasuono riflesso torna verso il generatore di ultrasuoni che può
rilevarlo. Sulla base della differenza fra le ampiezze dell’ultrasuono inviato
e rilevato si ottengono informazioni sulla superficie riflettente
2) Il tempo intercorso fra la generazione dell’ultrasuono e la sua
rilevazione dell’ultrasuono riflesso (latenza) fornisce informazioni sulla
profondità della superficie riflettente
3) L’ultrasuono rifratto consente l’esplorazione di strutture a
varie profondità
l’angolo di incidenza è uguale all’angolo di riflessione l’angolo di incidenza
e angolo di rifrazione sono legati alla velocità di trasmissione degli
ultrasoni nei due mezzi
1) a bassa intensità gli ultrasuoni attraversano i tessuti senza alterarli
2) ad alta intensità gli ultrasuoni surriscaldano i tessuti
Gli ultrasuoni in ecografia hanno una potenza inferiore a 5·10-2 W·cm-2
Minimo rischio indipendentemente dalla durata di applicazione
Effetto piezoelettrico diretto Sottoposto ad una forza (vibrazione) fa
emergere cariche sulla sua superficie. Quindi, converte una forza in una
tensione funzionando da sensore di forza. Effetto piezoelettrico diretto
viene usato per rilevare gli ultrasuoni
Effetto piezoelettrico inverso
Sottoposto ad una tensione
variabile nel tempo vibra. Quindi,
converte una tensione in una
forza funzionando da generatore
di
forza. Effetto piezoelettrico
inverso viene usato per generare
gli
ultrasuoni
Campo ultrasonico: regione di
spazio da cui possono essere ricevuti ultrasuoni riflessi provenienti
da superfici riflettenti
Vantaggio dell’utilizzo della zona prossimale Larghezza campo costante con
la profondità (campo cilindrico)
Svantaggio dell’utilizzo della zona prossimale L’intensità del campo
ultrasonico varia in modo marcato e imprevedibile
Vantaggio dell’utilizzo della zona distale Intensità del campo varia in modo
prevedibile ma è monotonamente decrescente con la profondità. Di qui
la necessità di amplificare l’ultrasuono riflesso mediante dispositivi a
guadagno variabile con la latenza Svantaggio dell’utilizzo della zona
distale Divergenza del campo, quindi l’ultrasuono può provenire da
strutture che non si trovano lungo la direzione longitudinale.
Modalità di costruzione delle immagini basate sugli ultrasuoni
Modo A (amplitude): monitorizza su un oscilloscopio l’organo bersaglio
fermo usando un generatore di ultrasuoni in posizione fissa (Si posiziona il
generatore di ultrasuoni prima su un lato della testa e poi sull’altro Se gli
echi provenienti dalla scissura longitudinale non sono sincroni significa
che una massa (tumore o ematoma) ha determinato lo spostamento della
scissura longitudinale dalla posizione centrale)
Modo M (motion): monitorizza su un oscilloscopio l’organo bersaglio in
movimento usando un generatore di ultrasuoni in posizione fissa (vene La
linea centrale variabile rappresenta il moto della valvola mitrale Le linee
piatte rappresentano superficie riflettenti statiche)
Modo B (brightness) statico: monitorizza su un oscilloscopio l’organo
bersaglio fermo usando un generatore di ultrasuoni in movimento
(Movimento meccanico del generatore di ultrasuoni.Il generatore di
ultrasuoni viene montatosu un supporto ruotante che permette la
scansione di porzioni diverse dell’organo bersaglio. Movimento manuale
del generatore di ultrasuoni L’operatore muove il generatore di ultrasuoni
modificandone l’inclinazione laterale e assiale)
Modo B (brightness) dinamico: monitorizza su un oscilloscopio l’organo
bersaglio in movimento usando un generatore di ultrasuoni in movimento
(una serie di generatori di ultrasuoni attivati contemporaneamente o in
sequenza) monitorizza su un oscilloscopio un organo bersaglio in
movimento utilizzando un generatore di in movimento che viene
sostituito da una sonda formata da una serie di generatori di ultrasuoni,
che attivati contemporaneamente permettono di costruire l’immagine
senza bisogno di muovere la sonda il modo B dinamico permette la
costruzione dell’immagine in tempi molto inferiori rispetto al modo B
statico
Se l’immagine viene costruita in modo sufficientemente veloce (almeno 30
immagini per secondo) allora è possibile monitorare nel tempo organi in
movimento
L’attivazione sequenziale dei generatori di ultrasuoni consente dicostruire
fronti di propagazione degli ultrasuoni in direzione diversa da quella
longitudinale (tipica applicazione: ecografia fetale)
Usando particolari sequenze di attivazione dei generatori di ultrasuoni è
possibile ottenere la focalizzazione del fascio ultrasonico La focalizzazione
del fascio di ultrasuoni può avvenire anchein direzione diversa da quella
longitudinale
Il problema dell’attenuazione degli ultrasuoni Problema: l’ultrasuono
riflesso da una superficie riflettente distale è più attenuato di quello
riflesso da una superficie riflettente prossimale
Il generatore di guadagno variabile Siccome gli ultrasuoni si attenuano
progressivamente con la profondità, l’ampiezza dell’ultrasuono riflesso
viene amplificata proporzionalmente con la latenza mediante un
generatore di guadagno variabile (time-gain compensation)
Due superficie riflettenti, S1 e S2, possono rilevate come distinte solo se si
trovano ad una distanza superiore alla lunghezza d’onda λ
Risoluzione assiale: distanza minima alla quale due superficiriflettenti, S1 e
S2, ortogonali alla direzione di propagazione dell’ultrasuono possono
essere rilevate come distinte
Risoluzione laterale: distanza minima alla quale due bersagli giacenti in
direzione trasversale sulla stessa superficie riflettente possono
essere rilevati come distinti
Gli ultrasuoni riflessi appaiono distinti solo se vengono rilevati da
piezoelettrici diversi
Risoluzione laterale = diametro del piezoelettrico D Buona risoluzione
assiale, però D non può essere ridotto troppo altrimenti la divergenza del
campo distale peggiora
Risoluzione temporale: minimo intervallo di tempo necessario per la
costruzione dell’immagine ecografica
Risoluzione temporale ottima: in assenza di ulteriori tempi necessari
perelaborazione del segnale si potrebbe costruire un’immagine ogni 0.4
ms
Per esempio, l’ampiezza dell’ultrasuono riflesso dalla superficie che
separa il muscolo dal sangue è piccola e comparabile con ilrumore di
rilevazione dell’ultrasuono.Problema delle tecniche basate sugli
ultrasuoni: difficile separazione fra tessuti molli che svolgono differenti
funzioni
Le bioimmagini basate sugli ultrasuoni hanno numerosi vantaggi rispetto
ad altre immagine biomediche
- sono innocue - hanno un’ottima risoluzione assiale - hanno una buona
risoluzione laterale- hanno un’ottima risoluzione temporale - permettono
una buona separazione fra strutture molli e rigide
Lo svantaggio principale è dovuto alla - cattiva risoluzione in ampiezza
(contrasto) in presenza di strutture con caratteristiche acustiche simili
(per esempio, tessuti molli con differenti funzioni)
Raggi X: radiazioni elettromagnetiche con lunghezza d'ondacompresa tra
10 nanometri (nm) e 1 picometro (pm=1×10−12 metri) I fotoni X sono
prodotti da variazioni della cinetica degli elettroni
sono generati in un tubo radiogeno (tubo a vuoto) la corrente (misurata in
mA) nel catodo per eccitazione termica rilascia elettroni che vengono
accelerati verso l’anodo (tipicamente di tungsteno)da una differenza di
potenziale (ddp) tra a anodo (+) e catodo (- )
gli elettroni colpiscono l’anodo e rilasciano la loro energia producendo
calore e raggi X (circa l’1% dell’energia cedutaviene trasformata in RX)
per frenamento, secondo cui l'elettrone riduce la sua velocità in maniera
repentina, dando origine ad una emissione X di energia correlata alla sua
variazione di energia cinetica
per transizione atomica, cioè spostamento di un elettrone orbitale il cui
posto viene occupato da un elettrone più esterno che emette in questo
caso una radiazione a frequenza caratteristica correlata con il salto di
energia fra i due orbitali
Raggi X: rilevamento il filtro in Alluminio blocca i raggi a bassa energia• il
collimatore blocca i raggi che non sono in direzione del corpo • la griglia
blocca i raggi secondari • solo i raggi primari colpiscono lo schermo
generando l’immagine
RX: immagini ottenute sfruttando l'attenuazione del fascio di radiazioni X
da parte dei tessuti interposti tra l'apparecchiatura che le ha prodotte e il
sistema di rilevazione RX: fornisce informazioni di tipo morfologico del
distretto anatomico esaminato
Vantaggi:• utilizzati nella diagnostica medica • forniscono informazioni
morfologiche e anatomiche
Limiti: • possono causare danni ai tessuti biologici • strutture 3D vengono
"schiacciate" • basso contrasto con i tessuti molli
TAC: dispositivo • gantry: contiene la sorgente delle radiazioni (tubo
radiogeno) ed il sistema di rilevazione (rivelatori) • rivelatori: trasformano
le radiazioni X in energia elettrica • consolle: si impostano i parametri •
computer: analizza i dati e ricostruisce le immagini da inviare al sistema di
visualizzazione • sottile sezione trasversale del corpo ottenuta mediante
la rotazione attorno ad esso di un fascio di raggi x • le radiazioni trasmesse
vengono misurate da rilevatori ad ogni grado di rotazione in modo da
ottenere una serie di profili di attenuazione di raggi x del soggetto • i dati
delle varie “viste” vengono inviati ad un calcolatore • i vari organi sono
rappresentati in scala di grigio, corrispondente alla loro densità relativa
(ρ*) • ciascun pixel rappresenta le caratteristiche di assorbimento di un
piccolo volume (voxel) del corpo • questo valore é misurato secondo una
scala relativa all'attenuazione (o assorbimento) dell'acqua in unità
denominata Hounsfield HU (Hounsfield Units) • tessuti molli: ~ 0 HU •
osso compatto: ~ 1000 HU • aria: ~ -1000 HU
CT spirale • Il sistema tubo‐rilevatori ruota continuamente intorno al
paziente • Le immagini vengono acquisite durante l’avanzamento del
lettino • Viene acquisito un VOLUME• Si riducono gli artefatti da
movimento • Riduzione del tempo di esame
Vantaggi: • dispositivo più utilizzato nella diagnostica per immagini •
informazioni morfologiche e anatomiche 3D • risoluzione dell’immagine
elevata • presente in tutti gli ospedali
Limiti: • possono causare danni ai tessuti biologici • elevata complessità
computazionale (ricostruzione da proiezioni)
PET: terminologia • Medicina nucleare: metodica di diagnostica per
immagini radiologica,che consente lo studio della fissazione di un
radionuclide, legato a una molecola, che "mima" l'attività metabolica di un
tessuto organico fissandosi in quest'ultimo per studiarne la fisiologia •
Gamma camera: apparecchiatura utilizzata per l'acquisizione delle
immagini scintigrafiche che rappresentano visivamente la distribuzione
della radioattività emessa dai radiofarmaci iniettati nel paziente • PET:
tecnica di medicina nucleare e diagnostica medica utilizzato per la
produzione di bioimmagini. Con questo esame si ottengono mappe dei
processi funzionali all'interno del corpo PET: immagini ottenute per mezzo
del rilievo di radiazioni emesse daradiofarmaci distribuiti nell'organismo
PET: fornisce informazioni di tipo fisiologico
• iniezione nel soggetto da esaminare di un radiofarmaco (isotopo) legato
chimicamente a una molecola attiva a livello metabolico • dopo un tempo
di attesa il soggetto viene posizionato nello scanner • l'isotopo di breve
vita media decade, emettendo un positrone • il positrone si annichila con
un elettrone • produzione di una coppia di fotoni gamma entrambi di
energia 511 KeV emessi in direzioni opposte tra loro
• il rilievo di una coppia di fotoni definisce il volume all’interno del quale i
fotoni sono stati emessi
• i fotoni che non raggiungono il rilevatore simultaneamente non sono
presi in considerazione
PET vs SPECT si distinguono essenzialmente per il tipo di radionuclide
utilizzato
SPECT: produzione di un fotone gamma SPECT: emissione di un fotone
singolo
PET: produzione di un positrone PET: emissione di una coppia di fotoni
differenti sistemi di rivelazione
il tracciante gamma-emittente utilizzato nel neuro-imaging funzionale è il
Tc-99m esametazima • assorbito dal tessuto cerebrale in maniera
proporzionale al flusso di sangue che è rilevato dalla gamma camera • il
flusso sanguigno correlato al metabolismo locale • tentativo di
diagnosticare e differenziare le diverse cause patologiche della demenza
la SPECT con questo tracciante ha una sensibilità (VM/TM ) pari a circa
l’80% nella diagnosi del morbo di Alzheimer
L'energia cinetica (Ec) è associata alla massa (m) e alla velocità (v) di una
particella in movimento. L'energia cinetica può essere espressa
matematicamente dal semiprodotto della sua massa per il quadrato del
modulo della sua velocità
• λ [m] è la lunghezza d’onda, la distanza tra due punti in cui E (o B) ha la
stessa ampiezza • T [s] è il periodo, il tempo che intercorre tra due istanti
nei quali E (o B) ha la stessa ampiezza • 1/T = ν è la frequenza [Hz] • λ ν = c
, velocità di propagazione (nel vuoto è pari a 3. 108 m/s) • E onda=h ν
(dove h=costante di Plank)
radiazione: fenomeno caratterizzato dal trasporto di energia nello spazio
(es: luce, calore,..)
decadimento radioattivo: insieme di processi tramite i quali alcuni nuclei
atomici instabili emettono particelle subatomiche o energia per
raggiungere uno stato di maggiore stabilità.
Ogni radiazione, interagendo con la materia, cede energia alla struttura
atomica/molecolare del materiale attraversato. Se l’energia ceduta è
sufficiente si verificano nel materiale effetti distruttivi (frammentazioni,
rotture di legami, ionizzazione,...).
L'atomo è composto principalmente da tre tipologie di particelle
subatomiche (cioè di dimensioni minori dell'atomo): i protoni, i neutroni
egli elettroni.
I protoni (carica +) e i neutroni (privi di carica) formano il "nucleo" (carico
positivamente).
Gli elettroni (carica -) sono presenti nello stesso numero dei protoni e
ruotano attorno al nucleo.
Quando un atomo (o una molecola o un gruppo di atomi legati tra loro)
cede o acquista uno o più elettroni si trasforma in uno ione. Un atomo
ionizzato tende a reagire con la materia circostante per raggiungere
l’equilibrio di carica.
onde elettromagnetiche (m=0, E onda=h ν) raggi X e gamma γ
Sono dotate di minore potere ionizzante, percorrono in aria molte decine
di metri. Sono altamente penetranti, per arrestarle occorrono notevoli
spessori di cemento o piombo.
• particelle corpuscolari
di maggior potere ionizzante, percorrono in aria poche decine di
centimetri. Per arrestarle basta un semplice foglio (di carta per le α, di
alluminio per le β). Sono molto pericolose se agenti sull’organismo
dall’interno (conseguentemente ad inalazione o ingestione).
Naturali: • radon, uranio, 40K, 14C (presenti in rocce e terreni) In
particolare il radon è un gas derivante dal decadimento del radio e può
risultare cancerogeno se inalato, in quanto emettitore di particelle α. •
raggi cosmici
Artificiali: • applicazioni tecnologico-industriali (produzione di energia,
scopi di ricerca, scopi militari) • applicazioni mediche (diagnostiche e
terapeutiche)
• Dose assorbita: energia assorbita per unità di massa. Si misura in gray:
Gy = J/kg
• Dose equivalente: viene introdotto un parametro di ponderazione
adimensionale wt che tiene conto del tipo di radiazione e del tipo di corpo
assorbente.
Si misura in sievert: Sv = wt .Gy (Sv = J/kg)
Un Sv a differenza di un Gy, produce gli stessi effetti biologici
indipendentemente dal tipo di radiazione considerata.
Intensità di dose equivalente: è definita come la dose equivalente ricevuta
nell'unità di tempo. Si misura in sievert al secondo (Sv/s) oppure Sv/anno.
Infatti, per quanto il danno biologico sia direttamente legato alla dose
equivalente, un organismo ha una certa facoltà di riparare nel tempo il
danno biologico causato dalla radiazione.
Il valore limite di esposizione consentita in Europa per motivi professionali
è 20 mSv/a
Meccanica: parte della fisica che studia il movimento e l'equilibrio dei
corpi e le forze che li determinano.
Biomeccanica: disciplina che studia l’applicazione delle leggi della
meccanica ai sistemi biologici.
CINEMATICA Descrive il moto di un corpo indipendentemente dalle cause
che lo determinano
DINAMICA Descrive il movimento in relazione alle cause che lo
determinano (FORZE)
3 leggi dette leggi di Newton
I legge: se su un corpo materiale non agisce alcuna forza o se la somma
delle forze è nulla, il corpo permane nel suo stato di quiete o di moto
rettilineo uniforme (principio di inerzia)
II legge: F = m.a Il cambiamento di moto è proporzionale alla forza
risultante motrice impressa, ed avviene lungo la linea retta secondo la
quale la forza è stata impressa
III legge: Se un corpo A esercita una forza FAB su un corpo B, il corpo B
esercita su A una forza FBA uguale e contraria alla precedente (principio
di azione e reazione) : FAB= - FBA
Modellizzazione meccanica del corpo:
Segmenti ossei
CORPI RIGIDI
Articolazioni
VINCOLI IDEALI con n gradi di libertà
Muscoli e legamenti
ATTUATORI (molle)
CATENA CINEMATICA esiste un movimento relativo tra i segmenti limitato
da vincoli cinematici tra i segmenti definito da attuatori muscolari (forze
interne), proprietà inerziali (forze inerziali), interazione con l’ambiente
esterno (forze esterne)
Biomateriale: un materiale per il quale si prevede un'interfaccia con sistemi
biologici al fine di valutare, trattare, migliorare o sostituire qualsiasi tessuto,
organo o funzione del corpo
Sostituzione di parti malate o mancanti – protesi, organi artificiali
 Assistenza per la guarigione – placche e viti ossee
 Ripristino di capacità funzionali – lenti a contatto, pacemaker cardiaco
 Correzione di anormalità
 funzionali – distrattori per colonna vertebrale, ortesi plantari
 estetiche – protesi mammarie
 Ausilio per
 diagnosi – cateteri, sensori
 terapia – cateteri, drenaggi

biomateriali devono avere la proprietà fondamentale di
compatibilità, cioè un insieme di proprietà legate all’interazione tra
dispositivo medico e organismo ospite.
Anatomica Legata agli ingombri che il dispositivo può occupare all’interno
del sistema biologico
Funzionale Legata alla capacità di svolgere la funzione della parte del
sistema biologico che ha sostituito
Chirurgica Legata alla facilità di impianto
Biologica Legata all’interazione del dispositivo con l’ambiente ospite

il biomateriale provoca una risposta biologica dell'organismo
l’organismo biologico causa un processo di modificazione nel biomateriale
la materia può assumere diverse forme strutturali, che dipendono dalla
disposizione degli atomi o delle molecole nello spazio
Struttura cristallina : disposizione ordinata e ripetitiva tridimensionale
Struttura amorfa: disposizione spaziale disordinata la struttura cristallina e
la struttura amorfa possono coesistere,come nella maggior parte dei
materiali polimerici, e in tal caso si parla di struttura semicristallina.
Il comportamento di un materiale è caratterizzato dalla sua reazione ad
una sollecitazione. Le proprietà possono essere distinte in categorie a
seconda del tipo di sollecitazioni esterne applicate:
CHIMICHE FISICHE MECCANICHE ELETTRICHE / MAGNETICHE TERMICHE
OTTICHE
PROPRIETÀ MECCANICHE
Comportamento dei materiali sottoposti all’azione di forze esterne La
risposta del materiale dipende dal tipo di LEGAMI CHIMICI tra le molecole,
dalla MORFOLOGIA (struttura molecolare) e dai DIFETTI Sensibili ai processi
di trasformazione e lavorazione Sono quantificabili mediante unità di
misura e misurabili direttamente o tramite prove da sforzo
SFORZO (Stress) Intensità della forza di reazione in ogni punto del corpo
sottoposto a un carico Rapporto fra forza applicata e area iniziale della
sezione trasversale del provino di materiale in esame
DEFORMAZIONE (Strain) Rapporto fra variazione di lunghezza
dell’elemento e la sua lunghezza iniziale
La relazione che intercorre fra sforzo e deformazione esprime una
proprietà intrinseca del materiale, definita RELAZIONE COSTITUTIVA
rappresenta un modello teorico che traduce in termini matematici le
caratteristiche fenomenologiche del comportamento di un materiale, e
permette di evidenziarne i valori limite di resistenza al variare delle
condizioni di carico
COMPORTAMENTO ELASTICO Un materiale sottoposto ad una
sollecitazione modesta si deforma in modo reversibile. Se la sollecitazione
viene eliminata il materiale recupera la sua geometria iniziale.
COMPORTAMENTO PLASTICO Oltre il limite elastico, alla rimozione della
sollecitazione il materiale mantiene parte della deformazione.
COMPORTAMENTO VISCOELASTIco Quando la relazione che lega lo sforzo
alla deformazione è dipendente dal tempo: la caratterizzazione meccanica
dipende dalla velocità di deformazione.
I materiali si rompono a causa di:
ROTTURA STATICA una sollecitazione superiore alla sollecitazione di
rottura
ROTTURA A FATICA sollecitazioni inferiori allo sforzo di snervamento ma
applicate ciclicamente per un numero elevato di volte La sollecitazione
ciclica è detta A FATICA. Per sollecitazioni inferiori allo sforzo di rottura
(σROTTURA) il materiale si rompe per un numero di cicli di sollecitazione
crescenti con la diminuzione dello sforzo massimo. Può esistere un limite
di sforzo massimo (σLIMITE FATICA) sotto il quale il materiale è in grado di
sopportare un numero infinito di cicli. Rottura ad un livello di sforzo molto
inferiore a quello necessario nel caso di sollecitazione costante
Un materiale si rompe per sollecitazioni superiori al valore di carico limite Il
fenomeno dipende dalle caratteristiche del materiale e dal tipo di
sollecitazione a cui il materiale è sottoposto. Per una prova di trazione, in
funzione delle caratteristiche del materiale, si ha:
COMPORTAMENTO FRAGILE ceramici Il materiale si rompe in
corrispondenza di una deformazione pari a quella del limite elastico. Tutta
l’energia assorbita durante la deformazione viene rilasciata
improvvisamente
COMPORTAMENTO DUTTILE Il materiale si deforma plasticamente e si
rompe in corrispondenza di deformazioni superiori. Il processo è graduale
e l’energia assorbita durante la deformazione viene trasformata in calore.
1. MACRO Materiale considerato nel suo insieme, a livello macroscopico
Isotropo (se le proprietà sono le medesime in tutte le direzioni)
/Anisotropo Proprietà studiate con campioni rappresentativi dell’insieme
del materiale
2. MICRO Studio della struttura tramite microscopio, ad un livello di
definizione per cui è possibile individuare le singole fasi o parti che lo
compongono e ne determinano il comportamento
3. LIVELLO ATOMICO O MOLECOLARE È possibile correlare le proprietà a
fattori quali:La natura dei legami tra atomi e molecole e la mobilità degli
elettroni Le dimensioni delle molecoleLa disposizione spaziale di atomi e
molecole
Polimeri (Materie plastiche) Composti da lunghe catene (macromolecole)
formate per la maggior parte da atomi di C legati ad altri elementi come
H, O, N, Cl, S. Cristallizzano con difficoltà ed hanno proprietà fisiche
molto diverse tra loro Esempi: Poliuretani – Polietilene – Acrilati –
Florurati – Poliesteri - Siliconi –Utilizzo: Per suture, cateteri, protesi
cardiovascolari, cemento per ossa, dispositivi per trattamento del sangue
VANTAGGI tenacia, bassa densità, facilità di lavorazione SVANTAGGI bassa
resistenza meccanica degradazione nel tempo Un polimero è una
macromolecola, cioè una molecola ad elevato peso molecolare, costituita
da due o più gruppi molecolari semplici (detti monomeri) uguali o diversi,
uniti "a catena" mediante la ripetizione dello stesso tipo di legame
(legame covalente).
NATURALI Proteine , Polinucleotidi , Polisaccaridi
SINTETICI Materie Plastiche Gomme sintetiche Fibre tessili Polimeri
sintetici biocompatibili
Un polimero viene detto RETICOLATO se esistono almeno due cammini
diversi per collegare due punti qualsiasi della sua molecola; in caso
contrario viene detto LINEARE o RAMIFICATO, a seconda che sulla catena
principale siano innestate o meno catene laterali. I polimeri a catena
reticolata in generale posseggono proprietà meccaniche superiori rispetto
a quelli con catena lineare o ramificata
Polietilene Resina termoplastica, si
presenta come un solido
trasparente (forma amorfa) o
bianco (forma cristallina) Ottime
proprietà isolanti e stabilità chimica E’ una delle materie plastiche più
economiche In base alla distribuzione dei pesi molecolari e al grado di
ramificazione si ottengono tipi di PE con proprietà e usi differenti:
Polietilene ad altissimo peso molecolare (UHMWPE) Polietilene ad alta
densità (HDPE)
UHMWPE buona biocompatibilità e stabilità chimica, buona resistenza alla
fatica meccanica, ottime proprietà antiattrito, ottima resistenza a carichi
impulsivi, cattivo comportamento all’usura, modesta stabilità
all’ossidazione Applicazioni in ortopedia, per realizzare una delle due
componenti di giunti articolari: protesi d’anca (cotile), protesi di ginocchio
(piatto tibiale)
POLITETRAFLUOROETILENE (PTFE o Teflon) Materiale termoplastico,
cristallino, inerte, che resiste alle alte temperature (fino a 200°C). il
coefficiente di attrito risulta il più basso tra i prodotti industriali;
antiaderenza: la superficie non è incollabile Applicazioni biomedicali:
Gore-Tex : Composto da PTFE espanso, si usa per protesi vascolari e di
legamenti
POLIMETILMETACRILATO (PMMA) Eccellenti proprietà di trasparenza alla
luce visibile. Ottima biocompatibilità Fabbricazione di contenitori ma
anche per componenti attivi: pompe, filtri, ossigenatori, etc.. In chirurgia
oculistica per la produzione di componenti ottici In chirurgia ortopedica,
cemento per ossa impiegato per il bloccaggio di protesi articolari.
POLIESTERI POLIETILENTEREFTALATO (PET, Dacron)resina amorfa
(trasparente) o semi-cristallina (bianca ed opaca) buone proprietà
elettriche, resistenza chimica, buone prestazioni alle alte temperature
POLIAMMIDI (PA)macromolecole, aromatiche o alifatiche, caratterizzate
dal gruppo ammidico CO-NH NYLON: poliammidi alifatiche e semiaromatiche ARAMIDI (Kevlar e Nomex): poliammidi aromatiche
APPLICAZIONI Poliesteri e poliammidi utilizzati quando si desidera una
stabile aderenza con i tessuti connettivi
SUTURE: bioassorbibili – poliesteri lineari alifatici
non bioassorbibili – PET, Nylon 66, Nylon 6 IN ORTOPEDIA
tessuti o fibre di Dacron o Kevlar per la sostituzione di tendini e
legamenti
viti, placche e chiodi intramidollari biodegradabili – PGA e PLA
protesi vascolari, anelli di sutura per protesi valvolari cardiache –
Dacron
MATERIALI METALLICI
Costituiti principalmente da elementi metallici. A temperatura ambiente
sono in genere allo stato di solidi cristallini Esempi: Acciai – Titanio e
leghe – Leghe di Cobalto
Utilizzo: Per mezzi di osteosintesi e protesi in ortopedia e odontoiatria
VANTAGGI Elevate caratteristiche meccaniche, Elevata resistenza all’usura
SVANTAGGI scarsa biocompatibilità, rigidità, alta densità, corrosione
Sono materiali cristallini con proprietà meccaniche di tipo elasto-plastico:
il metallo inizialmente si deforma linearmente e in modo reversibile.
L'aumentare dello sforzo oltre un certo limite impone una deformazione
irreversibile accompagnata dall’ INCRUDIMENTO (aumento progressivo del
limite elastico del materiale e del valore della tensione di rottura). Le
proprietà meccaniche non dipendono dalla velocità di deformazione né
dalla temperatura (entro certi limiti) A fatica, il comportamento dipende
solo dal numero di cicli e non dalla frequenza di applicazione dei carichi.
La combinazione in leghe permette di ottenere materiali con specifiche
proprietà non ottenibili dai metalli elementari. I materiali metallici si
prestano bene alla sostituzione di tessuti duri quali ossa e denti; hanno
proprietà meccaniche che rendono possibile la realizzazione di protesi in
grado di sopportare carichi elevati con piccole sezioni.
MATERIALI CERAMICI Composti inorganici formati dalla combinazione di
elementi metallici (Mg, Al, Fe, ... ) ed elementi non metallici, tra cui
l'ossigeno. In genere costituiti da solidi cristallini, ma comprendono anche
i vetri minerali inorganici (non cristallini) Esempi: Ossidi di alluminio –
Alluminati di Calcio – Ossidi di Titanio Sono considerati ceramici anche
diamante, grafite e carbonio pirolitico. Utilizzo: Per endoprotesi (anca,
spalla), protesi dentali, dispositivi percutanei.
VANTAGGI buona compatibilità, elevata resistenza alla compressione,
resistenza alla corrosione
SVANTAGGI bassa affidabilità meccanica, bassa resistenza alla trazione,
fragilità
materiali di rivestimento per conferire particolari proprietà superficiali.
CERAMICI BIOINERTI il materiale impiantato non induce né subisce
alterazioni chimiche o biologiche dovute al contatto con l’ambiente
biologico Esempio: Allumina (Ossido di Alluminio)
CERAMICI BIOATTIVI il materiale è in grado di indurre nei tessuti biologici
una risposta attivando processi chimici e biologici all’interfaccia (ad
esempio favoriscono l’osteointegrazione)Esempio: Bioceramiche (Fosfato
di calcio, Idrossiapatite), Biovetri
Dispositivo medico – ciascuno strumento, componente e accessorio per il
quale è previsto l’uso in medicina
Organi artificiali – dispositivo medico che sostituisce in parte o
completamente le funzioni di uno degli organi del corpo umano
Protesi – dispositivo medico che sostituisce un arto, un organo o un
tessuto del corpo umano
Endoprotesi – dispositivo medico impiantabile permanentemente
all’interno della superficie corporea per sostituire articolazioni o porzioni
di esse al fine di restituire la funzionalità articolare
progettazione di una endoprotesi da considerare
struttura anatomica
tipi ed entità di movimenti possibili
sollecitazioni meccaniche e carichi trasmessi
SOLLECITAZIONI MECCANICHE ARTICOLARI
sono CARICHI CICLICI e pertanto : nelle strutture ossee inducono risposte
di rimodellamento osseo, nelle protesi producono fenomeni di fatica.
L’anca è l’articolazione che sopporta i carichi maggiori e facilmente va
incontro a cedimento meccanici.
La protesizzazione dell’anca è chirurgicamente facile.
La cinematica dell’anca è facilmente riproducibile con un giunto sferico
artificiale.
PROTESI CEMENTATE La fissazione grazie a cemento per ossa interposto
tra la protesi e l’osso. Il cemento per ossa è una resina a base di
polimetilmetacrilato (PMMA).Il cemento per ossa ha lo scopo di migliorare
la distribuzione degli sforzi trasmessi dalla protesi all’osso. L’utilizzo del
cemento per ossa massimizza la superficie di contatto favorendo la
stabilità primaria. Nel tempo, possono verificarsi: fenomeni di
degradazione del PMMA riduzione delle proprietà meccaniche riduzione
dell’integrità dell’osso per traumi termici durante la polimerizzazione del
PMMA. La presenza di due interfacce (metallo-cemento cemento-osso)
che possono cedere raddoppia il rischio di mobilizzazione della protesi.La
rimozione in caso di sostituzione è difficile e danneggia gravemente l’osso.
PROTESI NON CEMENTATE
La fissazione è garantita dall'incastro meccanico (press fit) e dal contatto
diretto tra la protesi e l'osso.
Successivamente, la superficie porosa che ricopre la protesi viene
integrata dalla ricrescita ossea, consolidando così la stabilità dell'impianto.
OSTEOINTEGRAZIONE: contatto diretto e meccanicamente stabile tra
protesi e osso
FORMA E DIMENSIONE DELLA PROTESI lo stelo femorale inserito nel canale
ricavato chirurgicamente non deve causare sforzi localizzati e non deve
causare stress shielding (provoca riassorbimento osseo prossimale e
perdita di stabilità meccanica) MATERIALI DI COMPOSIZIONE Stelo in
metallo più rigido dell’osso: provoca stress shielding. Protesi isoelastiche
(stessa deformabilità dell’osso) non sopportano bene i carichi di
sollecitazione FINITURA SUPERFICIALE microporosità favorisce l’adesione,
rivestimento con idrossiapatite favorisce l’osteointegrazione