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Osservatorio Card. Van Thuân
https://vanthuanobservatory.com
Ricordiamo con gratitudine Michel Schooyans. Un suo scritto del
2008
Date : 13-05-2022
Michel Schooyans è morto nei giorni scorsi all’età di 92 anni. Il sacerdote e studioso belga è stato a lungo
in prima linea nella lotta contro le malvagità umane, tra cui la piaga indecente dell’aborto di Stato, che
Padre Schooyans combatté senza timori reverenziali, denunciando anche tutte le complicità, compresa
quella dell’ONU.
Nel 2008 il nostro Osservatorio aveva pubblicato un suo libro dal titolo “La profezia di Paolo VI.
L’Enciclica Humanae vitae (1968)”. Il testo figura come il volume n. 7 della Collana “Quaderni
dell’Osservatorio” ed è arricchito da una ampia introduzione del Vescovo mons. Giampaolo Crepaldi.
Come tutti i libri di Schooyans, anche questo era chiaro e battagliero. Dapprima l’Autore faceva la storia
dell’enciclica e difendeva Paolo VI dagli inauditi attacchi ricevuti a suo tempo, in un secondo capitolo
ricordava i contenuti dell’enciclica e esponeva i dati circa il suicidio demografico dell’Europa.
Il libro si concludeva con un ultimo capitolo dal titolo “Cosa possiamo fare?”. In memoria del Padre
Schooyans, pubblichiamo qui il testo di questo capitolo, certamente datato in alcuni riferimenti, ma non
superato nell’impegno e nella lotta per la vita.
In comunione di preghiera per la sua anima.
Stefano Fontana
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Cosa possiamo fare?
di Michel Schooyans
1.Informarci, formare e prendere coscienza della gravità della situazione. Spiegare, ad esempio, che la
causa principale della crescita demografica non è l’aumento della fecondità, in ribasso ovunque, ma
l’aumento della speranza di vita. Analizzare ciò che fanno i Governi, le organizzazioni internazionali
pubbliche, le ONG, ecc.
2.Iniziative semplici possono avere effetti determinanti per cambiare la mentalità a favore della vita e della
famiglia. Tra le tante iniziative, citiamo a titolo di esempio:
a.L’appello lanciato il 20 dicembre 2007 da Giuliano Ferrara in favore di una moratoria per l’aborto[1] . Se
si decide una moratoria per la pena di morte, ciò vuol dire che si sospende l’applicazione di questa pena
per darsi un tempo di riflessione. Questa moratoria è a favore di persone colpevoli e condannate a
conclusione di un processo secondo le norme vigenti. A maggior ragione, una moratoria analoga
dovrebbe essere adottata per sospendere l’effetto di leggi che permettono l’aborto, ossia l’esecuzione
capitale di esseri umani innocenti e senza difesa.
b.Nello stesso momento in cui, in Italia e in altri paesi, veniva divulgata la moratoria di Giuliano Ferrara, in
Francia si viene a conoscenza di una sentenza della Corte di Cassazione, datata 6 febbraio 2008,
secondo cui il bambino nato morto, qualunque sia la sua età e il peso, può essere registrato allo Stato
civile. Alain Legoux, avvocato generale, ha immediatamente osservato che questa sentenza farà
giurisprudenza[2]. Essa apre la strada a un riconoscimento giuridico dei bambini morti in utero.
c.Negli USA, nel villaggio di Peyton, Colorado, Kristi Burton si è impegnata dall’età di 13 anni nella lotta
contro l’aborto. Ora ha 20 anni, è battista praticante e studia diritto. Nel 2007 ha fondato l’associazione
“Colorado for Equal Rights”[3]. Mira ad ottenere mediante referendum un emendamento alla costituzione
del suo Stato. Questo emendamento prevede semplicemente che «The term "Person" or "Persons" shall
include any human from the time of fertilization» [Il termine persona o persone comprende tutti gli esseri
umani dal momento del concepimento]. Le firme necessarie per il referendum sono stata convalidate e il
referendum è previsto per il 4 novembre 2008. Una proposta analoga è stata presentata anche nello
Stato del Montana.[4]
d.Dagli esempi che abbiamo portato derivano due conclusioni. La première è che la moratoria di Giuliano
Ferrara, la sentenza di Alain Legoux e l’emendamento di Kristi Burton s’inscrivono dentro la linea della
dottrina esposta da Giovanni Paolo II nel § 73 dell’enciclica Evangelium vitae (1995). Le tre segnano un
importante progresso nella volontà di proteggere il diritto alla vita. La seconda conclusione, che consiste
solo in una piccola frase. La seconde conclusione è che se una piccola frase viene ben inserita nella
mentalità generale può avere un formidabile impatto. E’ il caso, per esempio, di questa frase: “La
persona umana comincia con il concepimento”.
3.Alcuni considerano indispensabile l’apporto di una cinquantina di milioni di immigrati in Europa. Ma
bisognerebbe trovarli, dare loro un lavoro, occorrerebbe che avessero le necessarie qualifiche.
Bisognerebbe anche che si integrassero, che alimentassero, al giusto livello, i contributi sociali, che
contribuissero al finanziamento delle pensioni e che investissero i loro risparmi nella nazione
d’accoglienza.
4.Evitare i tranelli del vocabolario: salute riproduttiva, genere, maternità senza rischi, famiglia, matrimonio,
ecc. Il linguaggio equivoco è, in effetti, uno dei principali strumenti di ogni disinformazione.
5.Smascherare l’installazione progressiva, su scala mondiale, di un sistema di diritto puramente positivo
che si ispira a Kelsen (1881-1973). Tale sistema disattiva a poco a poco le istituzioni giuridiche delle
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nazioni sovrane e rende vano ogni riferimento ai diritti inalienabili di ogni uomo. Come fa notare
Tocqueville, nelle democrazie occidentali il cittadino è un individuo, non una persona. «Agli occhi della
legge, il padre non è altro che un cittadino più anziano e più ricco dei suoi figli »[5]. Ne segue che il diritto
positivo porta facilmente a mettere in questione l’istituzione naturale della famiglia. In generale,
l’influenza del clima neo-liberale tende a erodere le solidarietà naturali.
6.Rispondere alle aspirazioni della maggior parte dei giovani. Studi recenti realizzati in Europa mostrano
che le giovani coppie vorrebbero avere 2,6 figli, o più. Ma la fecondità effettivamente osservata è di 1,5
figlio. Si può fare molto per colmare questo divario.
7.Aumentare l’aiuto agli studenti che si sposano e hanno figli durante gli studi, mediante sussidi
appropriati, tra cui uno per l’alloggio.
8.Poiché la contraccezione, l’aborto e le sterilizzazioni provocano il crollo della fecondità, e dunque
l’invecchiamento, lottare contro queste pratiche.
9.Riconoscere e onorare il ruolo della donna nella società, e in particolare il suo contributo alla formazione
integrale del capitale umano. Bisogna tuttavia fare molta attenzione per quanto riguarda politiche familiari
come quella sostenuta in Germania dalla Dott. Ursula von der Leyen. Questo tipo di politica si ispira alle
idee di Friedrich Engels e mette l’accento sulla riorganizzazione del tempo del lavoro. Secondo questo
progetto, dopo il parto la madre deve poter riprendere al più presto la sua attività nella società di
produzione, in particolare grazie alla moltiplicazione dei nidi d’infanzia[6]. A questo tipo di progetto occorre
preferire quelli che favoriscono la libera scelta della madre tra l’educazione dei figli, il suo impegno
professionale e la conciliazione tra queste due opzioni. Precisiamo che le politiche familiari di questo
genere presuppongono la cooperazione dei datori di lavoro.
10.Lottare contro tutto ciò che umilia e degrada la donna: pubblicità, cinema, erotismo, pornografia, ecc.
11.Assicurare una migliore diffusione dei metodi naturali di controllo della fecondità, specialmente quelli
più moderni e che offrono una sicurezza oggettiva a coloro che li utilizzano.
12.Favorire e onorare la famiglia: spiegare il ruolo della famiglia nella società e nella formazione del
capitale umano. Proporre un’imposizione fiscale nettamente degressiva secondo il numero di figli (Allan
Carlson). Diritto di voto fin dal giorno della nascita (Otto de Habsbourg). Destinare alla famiglia il denaro
attualmente utilizzato per finanziare gli aborti.
13.Onorare le famiglie numerose, non deriderle né colpevolizzarle. Adoperarsi affinché siano accessibili
alloggi adeguati e prestiti vantaggiosi.
14.Agire al livello delle reti educative; complementarietà genitori-educatori (Amartya Sen). Acculturazione
degli immigrati.
15.Integrare gli anziani; riconoscere i loro servizi. Considerare la possibilità di ritardare volontariamente
l’età della pensione.
16.Mobilitare le associazioni cristiane locali, nazionali e internazionali e servirsi ampiamente
dell’insegnamento di Deus caritas est.
17.Organizzare l’attività di lobbiyng cooperando all’elaborazione di programmi politici.
18.Insistere presso i Pastori affinché predichino sulla solidarietà tra generazioni, sulla visibilità dell’azione
dei cristiani nella società, attraverso le molteplici istituzioni cristiane.
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19.Vigilare affinché nessuna istituzione cristiana insegni ideologie inaccettabili (come per esempio la
ideologia del genere) o pratichi atti moralmente illeciti. Le cliniche cristiane devono evitare di mettere le
loro strutture a disposizione di coloro che praticano l’aborto e la sterilizzazione. Là ove possibile,
considerare la possibilità dell’obiezione di coscienza per le persone ma anche per le istituzioni.
20.Rileggere o leggere l’Enciclica senza pregiudizi e spiegarla alla luce di ciò che ha avuto luogo in questi
quarant’anni.
[1] Fonte:
http://www.la7.itblog/post_dettaglio.asp?idblog=GIULIANO_FERRARA_-_Gli_editoriali_11&id=1521.
[2] Cf. A. Chemin, "La Cour de cassation élargit la notion d’enfant sans vie", in Le Monde (Paris) 9
febbraio 2008.
[3] Indirizzo postale: P.O. Box 298, Peyton CO 80831.
[4] Fonte: http://www.coloradoforequalrights.com, l’articolo on-line, datato 29 maggio 2008, è intitolato
"Human Life Amendment Signatures Certified - Historic Amendment Officially on November’s Ballot".
[5]
De la démocratie en Amérique, II, III, c. 8.
[6] Cfr. ad esempio http://www.stern.de/politik/deutschland/:Kinderbetreuung-Bischof-Mixa/586499.html,
articolo di giornale che presenta le critiche formulate dal Vescovo cattolico di Augsburg, Walter Mixa.
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