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TESINA AMPassaggio CorsoGPI 2019

CORSO GENERE POLITICA E ISTITUZIONI
UNIVERISTà DEGLI STUDI MILANO-BICOCCA
APRILE – LUGLIO 2019
AnnaMaria Passaggio
ANALISI COMPARATA
DELLA CONDIZIONE DELLA DONNA
NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA TEDESCA DDR
E
NELLA REPUBBLICA FEDERALE TEDESCA BRD
1949-1990-2014
Aspetti sociologici, fondamenti giuridici, realtà quotidiana
Un abstract dagli studi dell’emerito prof. Rainer Geissler
docente di sociologia all’Università di Siegen
1
INDICE
2
INTRODUZIONE
3
1
DIFFERENZE DI GENERE COME FONTE DI
DISUGUAGLIANZA DELLA SOCIETÀ MODERNA E
L’ EMANCIPAZIONE COME RISPOSTA
4
1.1 Differenze di genere come fonte di disuguaglianza
4
1.2 Emancipazione ed emancipazione femminile in Germania
6
2 LA POSIZIONE DELLE DONNE A CONFRONTO NELLA DDR –
BRD (EAST / WEST GERMANY) NEGLI STUDI DI RAINER GEISSLER
7
2.1 Geissler: lo sviluppo delle disuguaglianze sociali tra donne e uomini
in Germania
7
2.1.1 Disuguaglianze nel sistema educativo
8
2.1.2 Disuguaglianze nel mondo del lavoro
9
2.1.3 Partecipazione delle donne alla politica nella DDR e nella BRD
10
2.1.4 La condizione della famiglia nella DDR e nella BRT
11
3 CONCLUSIONI
15
4 BIBLIOGRAFIA
18
5 DEDICA
19
2
Introduzione
I due stati tedeschi, la Repubblica Federale Tedesca BRD e La Repubblica
Democratica Tedesca DDR si sono sviluppati separatamente per quasi mezzo secolo,
dal 1945 al 1990.
Durante questo periodo, diversi modelli e quadri di riferimento istituzionali per la
condizione femminile sono diventati evidenti nei due diversi sistemi sociali.
Questo differenza può essere ricondotta ai diversi sviluppi nella riduzione delle
disuguaglianze di genere. Le differenze tra donne della Germania orientale e
occidentale erano ancora visibili fino a 15 anni fa e sono a tutt’oggi oggetto di molte
discussioni e scambi di esperienze sociologiche e politiche.
L'obiettivo di questo mio breve lavoro è quello di esaminare la posizione delle donne
in entrambe le parti della Germania partendo dall’analisi specifica elaborata per la
prima volta nel 1991 da Rainer Geissler, sociologo tedesco docente emerito
all’Università di Siegen e via via aggiornata fino al 2014.
Allo stesso tempo, si dovrebbero tentare di guardare ai tempi della storia della
Germania Orientale - di seguito DDR - e della Germania Occidentale – di seguito
BRD - poiché essi possono essere considerati la causa delle odierne relazioni e analisi
di genere.
Il mio lavoro inizierà dunque con le parole che introducono al tema della differenza di
genere come fonte di disuguaglianza per le società moderne e all’emancipazione come
loro contro-sviluppo.
Segue l’abstract della lettura-analisi del 14° capitolo “Lo sviluppo delle
disuguaglianze sociali fra Uomini e Donne del testo fondamentale scritto dal prof.
Geissler nel 1991 La Struttura sociale della Germania giunto alla 7° edizione rivista
nel 2014 da me utilizzata per questa tesina.
3
1
Le differenze di genere come fonte di disuguaglianza nella società moderna
e l'emancipazione come reazione
Questo capitolo delinea brevemente vari concetti sociologici che possono aiutare a
comprendere la situazione delle donne in Germania.
Il primo sottocapitolo tratta il genere come fonte di disuguaglianza nelle società
moderne.
Il secondo sottocapitolo tratta del concetto di emancipazione, che può essere inteso
come una contromossa alla riduzione delle disuguaglianze.
1.1 Differenze di genere come fonte di disuguaglianza
Le differenze di genere possono essere viste come un'importante fonte di
disuguaglianza nella società moderna (vedi Geissler 2014, 363).
Le argomentazioni per questo concetto vengono qui brevemente illustrate.
Successivamente, il concetto di emancipazione dovrebbe essere considerato come un
possibile contromovimento nei confronti delle strutture di disuguaglianza.
La breve introduzione con questi due termini ha lo scopo di creare le condizioni quadro
per le ulteriori tesi sulla posizione delle donne nella DDR e nella BRD.
Il genere come categoria della struttura sociologica centrale determina le azioni degli
individui aldilà del loro posizionamento sociale. Influenza i loro atteggiamenti
soggettivi, le idee morali e la loro azione sociale.
La categoria del genere posiziona uomini e donne nello spazio sociale, il genere appare
come un punto di riferimento centrale nell'assegnazione dello status sociale e quindi
le possibilità di vita sociale e le prospettive di vita. Il genere può essere usato per
spiegare le strutture di potere delle relazioni di genere, le condizioni di oppressione ed
esclusione, la discriminazione nei confronti delle donne e degli uomini.
I generi, in particolare, possono essere considerati nella loro differenza come un
sistema gerarchico di sovra e subordinazione. Questa differenza è giustificata come
naturale nella società. Si sostiene che esiste una differenza naturale tra i sessi che
sembra derivare da tratti biologici e psicologici.
Questa differenza di genere porta all'esclusione delle donne dalle aree sociali.
Alle esigenze ed ambizioni delle donne viene data meno importanza delle esigenze e
ambizioni degli uomini.
Il genere come categoria di struttura sociale è anche inteso come il fondamento
naturale della società. Dal sesso biologico deriva un ruolo sociale. Questo apre o
chiude alle persone appartenenti a un determinato genere margini di manovra, risorse
di potere o comportamenti e porta quindi alla realtà sociale (Bublitz 2002, 90 f.).
La determinazione della posizione delle donne è duplice. In senso naturale, le donne
sono esseri di genere e quindi definite tramite compiti riproduttivi privati.
In tal senso rappresentano l'estremità inferiore della gerarchia di genere.
Nella gerarchia sociale sono classificate in termini di lavoro sociale e occupazione.
Appaiono come professioniste e membri di una classe sociale, ma anche la loro
appartenenza al loro genere è cruciale.
4
Sia nella gerarchia di genere sia nella classe le donne si posizionano in fondo,
sperimentando così la "doppia socializzazione" e "doppia oppressione" (BeckerSchmidt in Bublitz 2002, 92)
Di conseguenza, in termini di lavoro retribuito, le donne devono lottare per
discriminazioni salariali o opportunità di carriera difficili a causa del loro genere (vedi
anche al capitolo 2.1.2). Inoltre, le donne sono pesantemente gravate dai lavori
domestici senza salario, il che rende più difficile la loro partecipazione in altri settori
della società. Questo onere può essere modificato solo dal maggiore coinvolgimento
degli uomini nelle faccende domestiche (Bublitz 2002, 92).
La disuguaglianza sociale strutturale rafforza la disuguaglianza di genere delle donne,
che contraddice la pari partecipazione delle donne al progresso sociale e culturale. Ciò
si conferma col fatto che la presenza di donne in aree influenti e potenti è ancora molto
bassa.
Meno influente è un gruppo sociale, minori sono le opportunità di carriera, ecc.,
maggiore è la probabilità che le donne vengano rappresentate in questo settore.
Ciò riguarda tutti i settori della politica, dell'economia e della scienza, dei mass media
e dell'istruzione (Bublitz 2002, 92).
La disuguaglianza esistente tra i sessi (femminile/maschile) sembra essere una
caratteristica essenziale della struttura sociale delle società moderne (vedi Geissler
2002, 365). Infatti secondo Geissler, le disuguaglianze di genere, al pari con le
disuguaglianze specifiche di classe (differenziazioni) devono essere considerate
essenziali.
Ciò è giustificato dal fatto che nelle società industriali esiste una forma speciale della
divisione del lavoro nella vita privata, nel mondo del lavoro e nella vita pubblica.
Questa divisione del lavoro si è sviluppata secondo il modello ideale della famiglia
borghese dal 18° - 19° Secolo (Geissler 2002, 45).
Le differenze nella condizione di donne e uomini possono essere viste in diverse
situazioni sociali e requisiti di ruolo.
I processi di socializzazione specifici per genere si riflettono nella personalità, negli
atteggiamenti, nelle motivazioni e nei comportamenti di entrambi i sessi (Geissler
2014, 365).
Per l'analisi delle disuguaglianze in generale sono importanti le disuguaglianze di
genere, che indicano una gerarchia sottostante e quindi uno svantaggio strutturale della
donna. Queste disuguaglianze si trovano soprattutto nei settori dell'istruzione, del
mondo del lavoro, della politica e della famiglia.
La tendenza a ridurre le disuguaglianze sociali tra i due sessi sembra essere una
tendenza emancipatoria delle società moderne (Geissler 2014, 365).
5
1.2 Emancipazione ed emancipazione delle donne in Germania
Emancipazione significa "la liberazione di individui o gruppi dallo stato di immaturità
e dipendenza" (Ostner 1995, 55).
Essa trae origine dalla legge latina e romana, la parola "e manicipio" significa la
liberazione di membri della famiglia fino a quel momento illegittimi dal potere del
padrone di casa o del padrone di casa. Un'abolizione generale e generale del potere del
padrone di casa non è prevista, la liberazione si riferisce a singole persone, ad es. gli
schiavi ed è un atto arbitrario (Ostner 1995, 55, Berger 1989, 141).
Berger (1989) descrive l'emancipazione nel linguaggio sociologico come una
"moltitudine di processi sociali storicamente specifici, per lo più intergenerazionali in
cui individui o gruppi si liberano da vincoli e dipendenze economiche, sociali o
culturali" (p. 141). Quegli individui o gruppi avanzano i processi di emancipazione
che cercano di beneficiare della trasformazione della struttura del potere in un
cambiamento sociale e di realizzare il potenziale del loro potere rafforzando la loro
posizione.
I processi di emancipazione si verificano tra i gruppi dei più potenti e dei più deboli.
Le posizioni più deboli sono caratterizzate dall'esclusione di risorse economiche,
opportunità sociali, diritti politici e partecipazione culturale.
I processi di emancipazione comportano un cambiamento nella struttura sociale, che
può essere evolutiva (inserimento funzionale-integrativo nella struttura sociale
esistente) o rivoluzionaria (cambiamento radicale nelle condizioni esistenti) (Berger
1989, 141).
La nozione di emancipazione si fonda con l'annuncio dei diritti umani in Europa e
Nord America e con la lotta della borghesia contro i privilegi feudali, assolutisti e
patrimoniali nelle rivoluzioni borghesi del XVIII e XIX secolo. Ostner distingue
l'emancipazione politica e umana, per cui l'emancipazione politica si riferisce alla
libertà dell'individuo senza distinzioni di nascita, stato, ecc.
Essa porta all'emancipazione umana. L'emancipazione politica nelle società borghesi,
come il termine originale "e manicipio", presenta degli svantaggi sociali.
L'emancipazione umana si basa sui "droits de l'homme" (slogan: libertà, uguaglianza,
sicurezza, proprietà).
Questi diritti umani si riferiscono agli interessi limitati dell'individuo. La differenza
tra emancipazione politica e umana è importante per la questione delle donne. Poiché
l'emancipazione nell'Illuminismo era stata ugualmente valida per donne e uomini, fu
reinterpretata come i diritti degli uomini durante la Rivoluzione francese. Le donne
erano coinvolte nella conduzione della famiglia di un uomo, in quanto mogli e figlie
erano così inferiori. Nel 1977, gli ultimi resti della supremazia maschile di questa
tradizione di pensiero furono aboliti nel BGB il nuovo codice civile della BRD (vedi
capitolo 2.1.2) (Ostner 1995, 55, Berger 1989, 141).
Nel 18° secolo, la giustificazione per il trattamento speciale delle donne si basava sulla
specificità della donna, in quanto moglie e madre.
Il femminismo cerca di realizzare l'emancipazione delle donne. Ad esempio, si
dovrebbero ottenere gli stessi diritti politici per le donne (Ostner 1995, 55).
L'emancipazione delle donne ha le sue origini tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX
secolo. Alcuni intellettuali borghesi hanno chiesto l'uguaglianza politica e sociale delle
donne.
6
Il movimento femminile ha le sue origini nella "Associazione Generale delle Donne "
fondata da Louise Otto-Peters nel 1865. Insieme ad altri club insieme nel 1894 fu
fondata l'Associazione delle associazioni femminili tedesche. Innanzitutto, si trattava
della fonte di energia: accesso alla formazione professionale, lavoro specializzato e
mercati del lavoro correlati. Il diritto di voto per le donne è seguito nel 1919 (vedi
Berger 1989, 142, Bundeszentrale für politische Bildung 1997, 9 e seguenti).
Oggi nella BRD le donne hanno sostanzialmente gli stessi diritti e doveri civili, politici
e sociali degli uomini (tranne, ad esempio, la coscrizione).
Soprattutto, i diritti sociali sembrano essere emancipatori.
L'estensione dei benefici dello stato sociale ha aperto alla fruizione degli stessi da parte
delle donne p.es. in uscita da un matrimonio finito o dal mercato del lavoro. Cosa
prima impensabile. Gli svantaggi specifici per le donne sono stati in tal modo
parzialmente compensati ma non aboliti (Ostner 1995, 56).
2 LA condizione della donna a confronto nella DDR e nella BRD
(Germania Est vs Ovest) negli studi di Rainer Geissler
2.1 Geißler: lo sviluppo delle disuguaglianze sociali tra donne e uomini in
Germania
Nella DDR e nella BRD le situazioni della donna erano diverse, oltre alle somiglianze
esistevano molte differenze. Visto che sin dall’inizio nella DDR, l'uguaglianza delle
donne era stata elevata a obiettivo della società socialista Geissler parla di una
"emancipazione dall'alto".
Era un approccio paternalistico-autoritario, poiché era controllato dagli uomini e
sottratto al dibattito e alla discussione pubblica. L'emancipazione era motivata
ideologicamente, politicamente ed economicamente.
Dal punto di vista ideologico, l'immagine dell'uguaglianza tra donne e uomini divenne
parte dell'ideale della società comunista. Riducendo gli svantaggi per le donne, le
avrebbero politicamente conquistate al sistema. A livello economico, le donne
rappresentavano una forza lavoro importante (Geissler 2014, 373).
Per la BRD si parla di "emancipazione dal basso", in quanto realizzata attraverso un
processo democratico pubblico. Tuttavia, non aveva lo stesso significato politico della
DDR.
La sostanziale differenza che emergeva nella loro emancipazione era che nella BRD
veniva da loro, dal basso, dai gruppi, movimenti e organizzazioni di donne. Le loro
richieste furono tuttavia attuate con riluttanza nel sistema politico (Geissler, 374).
La trasformazione delle differenze di genere in entrambe le società tedesche viene
esaminata da Geissler sulla base di dati empirici. La sua analisi riguarda
principalmente le aree dell'istruzione, del lavoro, della politica e della famiglia.
Geissler interpreta i dati in base alle domande relative alle ragioni e ai tipi di
cambiamento delle possibilità di vita delle donne in entrambi gli stati tedeschi.
Egli cerca di rintracciare ed evidenziare diverse evoluzioni a Est rispetto ad Ovest e di
presentare e analizzare gli ostacoli a un'ulteriore riduzione delle disparità di genere
(Geissler, 375).
7
2.1.1 Disuguaglianze nel sistema educativo
Secondo Geissler (2014), il settore dell'istruzione è quello in cui le disuguaglianze
sono relativamente più facili da smantellare. Ciò è dimostrato dall'esperienza dei primi
decenni del dopoguerra in Germania. La riduzione delle disuguaglianze è progredita
progressivamente negli anni '50 -'70 e nella DDR sempre più ampiamente rispetto alla
BRD, poiché questo era un prerequisito imprescindibile per l'uguaglianza delle donne
nella vita lavorativa fondata sulla politica di educazione socialista modellata sul
movimento delle donne marxiste (Clara Zetkin).
La promozione delle donne nell'istruzione ha ricevuto lo status costituzionale nella
DDR (articolo 20 della Costituzione della DDR del 1968/1974).
Nel frattempo, nella BRD durante la discussione sulla riforma degli anni '60, venne
promossa e sollecitata ad alta voce e con forza la domanda di opportunità educative
equivalenti e ugualitarie per le ragazze (Geissler 2014, 375).
Nel campo dell'istruzione generale, c'è stato uno sviluppo dal deficit educativo delle
ragazze al vantaggio educativo.
Nella DDR l'uguaglianza viene conseguita negli anni '60 nell’ ambito del Politecnico
Liceale (a livello di scuola secondaria superiore).
Nel 1963-64, la percentuale di giovani donne era del 48% e nel 1975/76 del 53%.
Nella BRD, per contro, le ragazze raggiunsero i ragazzi circa 15 anni dopo, nei primi
anni '80 (Geissler 2014, 376).
Nel 1965, circa i tre quarti di tutti i laureati erano uomini in entrambi gli stati tedeschi.
Nella DDR, le possibilità che le donne potessero accedere all'istruzione superiore entro
un decennio furono rese simili a quelle degli uomini, principalmente attraverso la
regolamentazione statale degli studi e la creazione di condizioni di studio a misura di
donna. Nella BRD, la percentuale di donne è aumentata dal 27% nel 1965 al 36% nel
1975 e al 40% negli anni '80. C'era una tipologia di genere radicata nella scelta dello
studio.
Nella DDR questo è diminuito grazie a una più forte promozione e attrazione delle
donne verso corsi di studio tipicamente maschili come ingegneria o scienze naturali
(Geissler 2014, 377).
I principali problemi dell'uguaglianza di genere nell'istruzione sono nell'istruzione
professionale. L'attivazione di una formazione con prospettive di impiego ben
retribuito e aperto alla carriera pone paradossalmente le giovani donne in diverse
situazioni svantaggiate. Le donne sono sovra- rappresentate nelle scuole a tempo
pieno, queste richiedono tuttavia molto tempo, sono costose e difficilmente possono
essere creare sbocchi concreti nel mercato del lavoro.
La formazione professionale è orientata agli uomini, le donne hanno meno probabilità
di essere apprendiste e meno probabilità di essere impiegate o di iniziare la propria
carriera con uno status inferiore. Inoltre, la presenza di giovani donne si concentra solo
in alcune precise professioni. Nella DDR questi fattori tipici di genere furono
alleggeriti nel rispetto di quell’obiettivo politico socialista primario, ma non fu efficace
abbastanza.
Infatti, nel 1987 oltre il 60% delle donne diplomate era concentrato su 16 dei 355
possibili apprendistati, principalmente nel settore dei servizi e di cura.
La concentrazione sulle tipiche professioni femminili dipendeva non solo dagli
interessi professionali soggettivi, ma anche dalla pratica consolidata di reclutamento
di aziende che favorivano gli uomini in entrambi gli stati tedeschi.
8
Inoltre, nella DDR, il governo statale ha attivato la discriminazione di genere
attraverso l’espulsione delle donne dalle professioni maschili, ma anche gli uomini
dalle professioni femminili (Geissler, 2014, 378).
2.1.2 Disuguaglianze nel mondo del lavoro
Le migliori opportunità educative delle donne non possono essere analogamente
convertite in migliori opportunità di carriera, come già si può intuire dalla situazione
della formazione professionale (Geissler 2014, 381).
Negli anni ‘70 e ‘80 i tassi di occupazione delle donne nella DDR erano al massimo
livello internazionale del 92% delle donne di età compresa tra 25 e 60 anni. Come già
accennato, questo elevato impiego di donne aveva origini ideologiche, ed erano in
linea, ben armonizzate con le necessità dell’economia del paese.
L'economia della DDR soffriva della mancanza di manodopera a causa della bassa
produttività e della pressione dell'emigrazione. Inoltre, il reddito della donna serviva
a garantire lo standard di vita della famiglia e contribuiva al 40% al reddito familiare.
Il 27% delle donne lavorava a tempo parziale, sebbene ciò fosse ideologicamente ed
economicamente indesiderabile nella DDR (Geissler 2014, 385).
Il tasso di occupazione delle donne nella BRD è aumentato dal 46% nel 1976 al 62%
nel 2000. Le donne sposate e con bambini ebbero maggiori probabilità di svolgere un
lavoro retribuito e tornare sempre più al lavoro dopo il congedo per maternità
(Geissler, 2014, 384)
Nella BRD, molti settori dell'industria e delle professioni sono prevalentemente
occupati da uomini oppure da donne.
In tal modo, le occupazioni delle donne a un livello comparabile di competenze
ricevono una retribuzione inferiore, maggiori rischi sul mercato del lavoro, condizioni
di lavoro più scarse e minori opportunità di avanzamento.
Anche le donne nella DDR svolgevano mansioni meno attraenti del settore con scarse
opportunità di comunicazione e socializzazione e condizioni di lavoro abbastanza
scarse. Sia nella BRD che nella DDR, le donne venivano adibite più spesso degli
uomini a mansioni inferiori al loro livello di istruzione (Geissler, 2014, 387).
Gli uomini hanno sempre guadagnato molto di più delle donne nella Germania Est ed
Ovest, sebbene la situazione delle donne nella DDR fosse leggermente migliore.
Le donne della DDR ottennero circa il 76% delle retribuzioni maschili,
i lavoratori della BRD il 64% rispetto ai maschi delle DDR e le lavoratrici del BRD il
70% dei loro colleghi maschi.
Le cause della disuguaglianza salariale sono gli svantaggi diretti dovuti al pagamento
di salari più bassi per le donne che lavorano in ambiti senza formazione.
Svantaggi indiretti derivano dalla divisione del mercato del lavoro tipica del sesso. Le
donne fanno meno lavoro straordinario e hanno orari di lavoro settimanali più brevi.
Nella BRD accumulano meno anni di servizio e sono meno coinvolte negli obiettivi
aziendali. Inoltre, le donne hanno maggiori probabilità di lavorare in gruppi
professionali e categorie salariali meno retribuite (Geissler, 2014, 385).
9
Sia nella DDR che nella BRD, le donne hanno sempre avuto più difficoltà nel crearsi
una carriera di successo.
Più alti sono i livelli della gerarchia professionale, minore è la percentuale di donne.
Le evidenze dei dati suggeriscono che le donne nella DDR erano leggermente più
avanti nei livelli più alti della gerarchia.
Erano meglio rappresentate nelle professioni accademiche come ingegnere, medici,
farmaciste, magistrate, dirigenti scolastiche, ecc. (Geissler, 2014, 386) rispetto alle
loro colleghe occidentali.
Le cause degli ostacoli all'avanzamento si possono facilmente rintracciare nella
socializzazione specifica di genere, nelle strutture patriarcali del mondo del lavoro e
nella divisione del lavoro di genere specifica nella famiglia.
Le strutture patriarcali possono essere conprovate qualitativamente.
Varie e numerose pubblicazioni della DDR degli anni '80 hanno espresso la denuncia
per l'abbandono delle donne nell'occupazione di posizioni dirigenziali. Le donne
dovevano fare e rendere di più degli uomini per ottenere lo stesso
riconoscimento/posizionamento - questa è una dichiarazione applicabile ad entrambi
gli stati tedeschi (Geissler 2014, 389).
2.1.3 Partecipazione delle donne alla politica nella DDR e nella FRG
In entrambe le società tedesche le donne erano parzialmente escluse dagli ambiti di
pratica delle attività politiche.
Tuttavia nella DDR le donne erano meglio integrate a livello medio e inferiore rispetto
alla BRD, specularmente alla loro realizzazione nelle carriere professionali (Geissler
2014, 391).
Nella Germania Ovest, c'è un aumento dell'interesse politico delle donne. Anche la
resistenza sociale all'impegno politico delle donne è diminuita.
Sono ancora minoranza nei partiti, così come sono marginalmente rappresentate nei
sindacati. Nel 1989 solo il 25% dei membri del sindacato erano donne.
Nella DDR, l'attività politica e sociale delle donne faceva parte della missione della
società. Le due più importanti organizzazioni di massa, la Confederazione dei sindacati
liberi tedeschi (FDGD) per i lavoratori e la Gioventù tedesca libera (DFG) per i
giovani, erano rappresentate per oltre il 50% dalle donne.
Almeno la metà o più del volontariato è stato svolto da donne.
Dal 30 al 40% dei membri del partito erano donne. Tuttavia, il livello generale di
mobilitazione politica nella DDR era più alto che nella BRD: mentre nella DDR nel
1989 quasi il 22% della popolazione militava nel partito unico, a confronto era solo il
4% della popolazione impegnata politicamente nella BRD.
La spiegazione dell'elevato grado di partecipazione delle donne al sistema politico si
suppone che l'impegno politico imprescindibile fosse il requisito per garantirsi una
carriera professionale di successo (Geissler, 2014, 391).
In politica, l'occupazione dei livelli gerarchici era simile a quella nel mondo del lavoro.
Il predominio maschile cresceva con l'importanza della posizione.
A livello di quadri intermedi le donne sono state in grado di ritagliarsi uno spazio
d’azione politica migliore nella DDR rispetto alla BRD.
Se si confrontano le due federazioni sindacali, la discrepanza tra gli stati tedeschi
diventa particolarmente chiara: nel FDGB della DDR le donne erano
approssimativamente uguali rappresentate (tranne i presidenti), nella federazione
10
sindacale tedesca (DGB) le posizioni più alte sono occupate maggiormente dagli
uomini.
La situazione era simile con i rappresentanti popolari della DDR.
Le proporzioni di donne andavano dal 32 al 44% dai consigli municipali al
Volkskammer - la Camera dei Deputati del Popolo -, che era quasi il doppio rispetto
alla Germania occidentale (14-18%).
Il 30% dei sindaci erano donne, ma governavano solo piccole comunità, il 92% delle
città con oltre 20.000 abitanti erano saldamente nelle mani degli uomini (Geissler,
2014, 394).
In Germania Ovest tuttavia, le donne sono state meglio rappresentate nelle posizioni
di vertice in politica.
Elisabeth Schwarzkopf è stata la prima donna nel gabinetto di Konrad Adenauer nel
1961.
A livello federale una o due donne governavano sempre (chiamate in tedesco le "donne
Alibi") ed erano preposte al governo di Aree di genere "tipicamente femminili” come
la salute, la famiglia, ecc.
Nel 1992, Sabine Leutheusser-Schnarrenberger fu la prima a conquistare il
dipartimento occupato tipicamente dal genere machile da sempre:
il Ministero della Giustizia.
Nella BRD, il centro del potere era precluso alle donne.
Mai una donna era stata ammessa al Politburo del SED come membro votante.
Margarete Müller, la presidente del GPL - il potente Consorzio delle Cooperativa di
produzione agricola, e Ingeburg Lange, segretaria del Comitato Centrale per le
questioni femminili del partito SED, hanno atteso rispettivamente 16 e 26 anni per
essere accettate come membri del direttivo a pieno titolo e con diritto di voto.
Quest'ultima era, in fin dei conti, una rappresentante di potere , ma solo per le
questioni femminili, nell'influente segreteria del Comitato centrale del SED.
Margot Honecker è stata l'unica donna tra 43 uomini nel Consiglio dei Ministri come
"Ministro della Pubblica Istruzione". (Geissler 2014, 395)
2.1.4 La condizione della famiglia nella DDR e nella BRD
La posizione della donna è determinata dalla difficoltà della conciliazione della sfera
lavorativa con la sfera della famiglia e della cura in generale.
Anche qui viene realizzata l'immagine ideale della famiglia borghese, in cui il marito
è impegnato in un'attività lucrativa e la moglie è responsabile dell'educazione dei figli
e della regolamentazione ed esecuzione delle attività domestiche e di cura.
Un cambiamento in questa tradizionale divisione di ruoli si è rivelato difficile in
entrambi gli stati tedeschi (Geissler 2014, 396).
Nella DDR, il “sollievo” (così precisamente definito in lingua tedesca) alle madri che
lavorano è stato dato da una precisa e mirata politica di welfare con la costruzione
capillare di asili nido, scuole materne e scuole.
I fattori economici e ideologici hanno a loro volta svolto un ruolo importante in questo,
poiché l'assistenza di tutti i giorni ai bambini nelle strutture pubbliche deponeva
politicamente a favore della bontà e della sopravvivenza del modello socialista.
Quasi tutti i bambini delle madri che lavoravano beneficiarono dell’accudimento e
delle cure a carico del sistema di welfare statale durante l'orario di lavoro delle madri.
Nella BRD questo è stato possibile solo per una piccola percentuale di madri.
11
Inoltre nella DDR si giunse alla creazione diffusa capillarmente di strutture di servizio
essenziali come lavanderie, mense aziendali e scolastiche.
Ciò nonostante, i tempi potenzialmente pianificati delle famiglie si ridussero rispetto
alla BRD a causa di carenze di approvvigionamento, code e bassi livelli di innovazione
tecnologica.
La liberazione della donna dal lavoro familiare esclusivo attraverso il superamento
della tradizionale divisione del lavoro non era certo progredita in entrambi gli stati
tedeschi, nella DDR un po’ più che nella BRD.
Nel 1966, nella DDR, il codice del diritto di famiglia stabiliva al paragrafo 10:
"Entrambi i coniugi svolgono il loro ruolo nell'educazione e nella cura dei figli e nella
gestione della famiglia. Il rapporto tra i coniugi dovrebbe essere tale che la donna possa
conciliare le sue attività professionali e sociali con la maternità ".
Nella BRD, vigeva “la Ehefrauehe - "l’istituto matrimoniale della Casalinga” cioè il
tipo di matrimonio per il quale è consolidato il modello secondo il quale è il marito a
lavorare e guadagnare il sostegno economico della famiglia mentre la moglie si prende
regolarmente cura della famiglia della casa e dei parenti anziani.
Esso è stato sostituito nel 1976 da un istituto legislativo non vincolante: il diritto al
lavoro è stato concesso a entrambi i coniugi, ma la partecipazione del marito alle
faccende domestiche e all'educazione dei figli non è stata codificata (Geissler 2014,
398).
In realtà, gli uomini si aprirono di fatto al prendersi cura dei bambini.
Tuttavia, le donne della Germania occidentale impiegavano ancora il doppio del tempo
rispetto agli uomini nelle attività di cura genitoriale.
L'educazione, in termini di trasmissione di valori e cultura dei bambini sono state
svolte anche da uomini nella DDR, mentre la cura “pratica” specialmente nel caso dei
bambini malati fu lasciata in esclusiva alle donne (Geissler, 2014, 399).
Le attività casalinghe tradizionali venivano svolte dagli uomini in minima parte.
Per compiti “tipici” delle donne si intende: lavare, stirare, cucinare e pulire.
Gli uomini sono in genere responsabili delle riparazioni domestiche, del giardinaggio
e della cura e manutenzione dell’automobile.
Lo shopping, il lavaggio dei piatti e le attività di cittadinanza attiva vengono effettuati
da entrambi i sessi, a turno o alternativamente.
Nelle famiglie della Germania Est, la tradizionale divisione del lavoro era un po' più
rilassata rispetto alla Germania Ovest. Tuttavia, le donne nella DDR, analogamente
alle madri a tempo pieno della Germania Ovest, avevano solo tre quarti del loro tempo
libero pianificato nella settimana rispetto agli uomini (Geissler 2014, 399.).
Il nuovo ruolo che grava sulle donne in entrambi gli stati tedeschi non porta al
superamento delle vecchie “gabbie” di ruolo.
Geissler vede la persistenza della tradizionale divisione del lavoro nelle famiglie in
relazione alla segregazione di genere nel mercato del lavoro come il principale
ostacolo alla parità di genere. Lo concretizza in quattro punti.
Innanzitutto, cita la strategia delle donne per conciliare “obtorto collo” il lavoro e le
responsabilità familiari lasciando temporaneamente la professione o lavorando a
tempo parziale. Ciò riduce le loro opportunità di avanzamento di carriera.
In secondo luogo, vi sono importanti ostacoli all'avanzamento della carriera delle
donne: l’esercizio di professioni a livello apicale in quanto "occupazioni di una
persona e mezza" richiedono il sostegno dei professionisti da parte di altre donne: le
donne che sostengono gli uomini. Ma il contrario non avviene: gli uomini che
sostengono le donne è altamente improbabile.
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L'ingresso e il permanere nella vita lavorativa all’età giusta e la continua crescita nelle
tappe della carriera non sono possibili per molte donne con bambini.
In terzo luogo, le donne danno maggiori disponibilità degli uomini a rinunciare alla
propria carriera a favore della famiglia e dei bambini.
Anche se i modelli di comportamento nella coscienza delle giovani coppie sono
strutturati in modo egualitario, la soluzione ai problemi del tempo ritorna spesso ad
attingere dai modelli di ruolo tradizionali.
E in quarto luogo, le donne affermate ai vertici professionale o politici si vedono
costrette ad accettare rinunce significative nella sfera familiare.
Nella DDR, la tradizionale divisione del lavoro era dunque più rilassata – come la
definisce Geissler - rispetto alla BRD.
Tuttavia, le responsabilità domestiche riamnevano a carico delle donne e le donne
venivano esortate a tornare alla cura dei figli e della casa.. L'utopia dei generi aveva
generato una "nuova immagine di donna" ma non “una nuova immagine di uomo”.
In entrambe le società tedesche il problema degli obblighi del lavoro e della famiglia
era visto come un problema per le donne, non come un problema per gli uomini
(Geissler 2014, 402).
Rainer Geissler osserva che l'"emancipazione dall'alto" non ha prodotto uguaglianza
per la DDR, ma è stata in grado di ridurre le disparità sociali tra i sessi nelle quattro
aree dell'istruzione, del lavoro, della politica e della famiglia più dell' "emancipazione
dal basso" avvenuta nella BRD.
Il socialismo della DDR era ancora marcatamente patriarcale, che si esprimeva nel
continuo dominio degli uomini nelle varie aree. Tuttavia, il socialismo ha dato alle
donne un vantaggio di uguaglianza relativa rispetto alle loro controparti in Germania:
le differenze specifiche di genere nelle possibilità di qualificazione, occupazione,
reddito, promozione e partecipazione politica erano state ridotte in misura maggiore
rispetto alla Germania Ovest. Anche la tradizionale divisione del lavoro all'interno
della famiglia era modulata e ridotta.
Inoltre, il vantaggio dell'uguaglianza di genere ha tuttavia comportato un maggiore
onere per le donne in ruoli doppi o tripli (lavoro, partecipazione sociale e politica,
famiglia), che è stato un pesante fardello per molte donne, poiché ciò non era
facilmente concialiabile nella società socialista così come idealmente ipotizzato
(Geissler 2014, 403).
La maggiore uguaglianza delle donne nella DDR era motivata ideologicamente,
politicamente ed economicamente. La dichiarazione/definizione di un nuovo modello
femminile espressa ufficialmente della moglie e madre, ben qualificata e
professionalmente attiva, politicamente e socialmente attiva può essere descritta come
compatibile con “un "modello a tre ruoli".
Gli elementi di ruolo tradizionali erano ancora presenti nelle istanze di socializzazione,
specialmente nelle famiglie. Tuttavia questo modello di donne nella RDT si è diffuso
e si è radicato più fortemente nella società della DDR rispetto alla BRD (Geissler 2014
403)
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Geissler evidenzia quattro importanti elementi della pratica dell'uguaglianza nella
DDR.
In primo luogo, vi erano più istituzioni legate alle donne, come i dipartimenti e le
commissioni delle donne nel SED (partito unico), le commissioni sindacali delle donne
in ogni luogo di lavoro, governo e istituto di istruzione, prendendosi cura degli
interessi e dei problemi delle donne che lavorano e predisponendo piani di promozione
delle donne.
In secondo luogo, vi erano più obblighi e tutele nella DDR. L'accesso all'istruzione
superiore è stato rigorosamente regolato, con un forte impegno statale
nell’orientamento Stem nella di occupazione e studio.
Contestualmente vigeva l’obbligo di lavorare - regolamentato dalle leggi - per le
donne e uomini.
Le posizioni professionali dirigenziali potevano essere ricoperte solo in virtù della
contestuale partecipazione attiva politica e sociale. Solo la famiglia è sfuggita alla
pianificazione, al controllo e alla regolamentazione da parte dello stato.
In terzo luogo, vi è stato un aumento significativo del sostegno al lavoro e allo studio
delle madri-studentesse, come l'assistenza all'infanzia, l'organizzazione dell'orario di
lavoro, i il sostegno in caso di bambini malati, ecc. Queste misure non solo supportano
le donne, ma hanno ancora una volta consolidato la tradizionale separazione dei ruoli
nella famiglia come "politica della mamma". A questo reiterato consolidamento del
modello tradizionale sono collegati gli svantaggi nel mondo del lavoro e della politica.
In quarto luogo, sono stati messi a disposizione più fondi per finanziare gli aiuti e le
commissioni politiche (Geissler 2014, 404).
Geissler riassume così:
"Il sistema di potere socialista della DDR ottiene un vantaggio di uguaglianza
strutturale attraverso i suoi meccanismi di guida e la sua volontà politica di utilizzare
risorse finanziarie più elevate per promuovere le donne" (Geissler 2014,405).
Quindi relativizza la "glorificazione" dell’emancipazione delle donne della DDR sulla
base di dati quantitativi citando equamente i risultati del movimento femminile della
Germania Ovest.
Questo ha valore a suo avviso facendo riferimento a una "coscienza emancipatoria"
attraverso l’elaborazione di atti linguaggi sessisti o al modello della "donna oggetto
sessuale" dei movimenti femministi della BRD che non ha avuto luogo nella DDR in
tale forma.
ha creato Di conseguenza, la popolazione della Germania orientale ha un
considerevole grado di arretratezza nella coscienza emancipatoria, che è espressa dalle
donne più riservate nelle professioni maschili, o dal punto di vista che le madri
dovrebbero occuparsi in particolare dei bambini piccoli. Geissler conclude che la
riduzione paternalistica delle disuguaglianze sociali dall'alto non ha avuto alcun effetto
in alcune aree dell'habitus della popolazione. Pertanto, il cambiamento di
atteggiamento non è avvenuto contemporaneamente ai cambiamenti socioculturali.
La coscienza emancipatoria residuale di una parte della popolazione della Germania
Est in alcune aree di consapevolezza dell'uguaglianza ha anche messo in luce
un'indagine rappresentativa dopo la caduta del Muro:
da allora in poi tra i tedeschi orientali - sia tra uomini sia tra donne - le riserve e le
resistenze al potenziale e possibile accesso delle donne nelle occupazioni maschili e
nelle posizioni esecutive - erano più diffuse che tra i tedeschi e le tedesche occidentali;
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l'opinione che la cura dei bambini piccoli era principalmente responsabilità della
madre tornava ad essere più diffusa e comune tra le donne della Germania orientale
(BMFJ 1992, 30 e seguenti, 71 e seguenti, 87).
Geissler ne evince che apparentemente, l'erosione paternalistica dall'alto verso il basso
delle disuguaglianze di genere in alcune aree della popolazione della Germania Est
non ha lasciato traccia. Il cambiamento di atteggiamento non ha tenuto il passo con i
cambiamenti socio-strutturali ovunque.
Sebbene la divisione tradizionale dei ruoli fosse ulteriormente ridotta in alcune aree
chiave della DDR rispetto alla vecchia Repubblica Federale, nella mentalità della
Germania orientale alcuni stereotipi tradizionali erano ancorati più saldamente e più
diffusi rispetto alla Germania occidentale.
3. CONCLUSIONI Sviluppi nella Germania unita: progressi ad Ovest –
alcuni passi indietro ad Est
Nella Germania Ovest, la "tendenza emancipatoria" a lungo termine, la
"modernizzazione delle politiche di genere", è continuata negli anni '90. Le parole
chiave sono:
Enormi miglioramenti nelle opportunità educative e riduzione delle gabbie di genere
nella scelta dell'occupazione e dello studio - Aumento dell'occupazione - Riduzione
dei rischi lavorativi collegati al genere - Riduzione della discriminazione retributiva
e miglioramento delle opportunità di carriera Maggiore impegno politico e
susseguente ingresso nei centri decisionali politici - Allentamento della divisione
familiare del lavoro.
Geissler ci dice che nei nuovi Länder, il ciclo storico di crescente uguaglianza di
genere si è nuovamente invertito in alcune aree e in tal senso i contorni delle
disuguaglianze di genere emergono - a volte contemporaneamente - in modo più netto.
Geissler li chiama Processi di demodernizzazione che sono particolarmente evidenti
nel mondo professionale, ma anche nella vita familiare e nel sistema educativo.
Il fattore di genere come determinante della disuguaglianza sociale ha riacquistato un
certo peso, in controtendenza al trend storico in generale.
Con il crollo della DDR, scomparvero le peculiarità sistemiche delineate che avevano
prodotto il vantaggio dell'uguaglianza. Gli istituti giuridici a favore delle donne sono
sopravvissute altrettanto poco nella loro vecchia declinazione (Berghahn 1993) così
come le commissioni delle donne nella struttura di potere, nei luoghi di lavoro o nei
piani di promozione delle donne nelle aziende.
Nella Germania unificata, uffici equivalenti, istituzioni e piani per l'uguaglianza sono
ancora in costruzione e sostanzialmente limitati agli enti pubblici.
Poiché lo stato sociale orientato al mercato della Germania unita non è disposto a
utilizzare gli stessi mezzi finanziari per sostenere le donne, l'assistenza sociale per le
donne e le madri che lavorano è stata abolita o ridotta a livello di quello di cui
beneficiava la Germania Ovest pria del crollo del Muro.
L’unificazione è stato uno sconvolgimento e le donne sono state colpite più duramente
degli uomini. Soprattutto nella crisi del mercato del lavoro, molte donne sono entrate
in difficoltà.
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Si sono nuovamente rese disponibili più degli uomini a vivere con condizioni di lavoro
precarie e poco retribuite o con un lavoro part-time non voluto, e in molte si sono
ritirate – anche se solo temporaneamente - dal lavoro tornando alla famiglia, date le
molte difficoltà.
I tassi di occupazione delle donne di età compresa tra 15 e 65 anni - contrariamente
alla tendenza storica in tutte le altre società sviluppate - sono temporaneamente
diminuiti dal 74 al 69% tra il 1991 e il 2000, per poi risalire al 76% nel 2011.
La percentuale delle precarie - e delle lavoratrici a part time sono aumentati dal 17 al
28% tra il 1991 e il 2011 (StBA 2012g, 123 f., 154), due terzi di loro - rispetto al 17%
dei tedeschi occidentali - sono costrette a lavorare a tempo parziale anche desiderano
un lavoro a tempo pieno (Iwd 43 / 2009, 7).
Le donne non sono state licenziate più spesso degli uomini dopo il ricongiungimento,
ma le loro opportunità di reintegrazione sono state significativamente peggiori, con i
loro tassi di disoccupazione in assoluto, la durata della loro disoccupazione e i tassi
della loro disoccupazione di lunga durata erano per lo più dal 45 al 100% più alti nel
primo decennio dopo l'unificazione rispetto agli uomini.
Dal momento che la disoccupazione maschile è aumentata nettamente dalla metà degli
anni '90, i rischi lavorativi affrontati da uomini e donne sono confluiti nell'ultimo
decennio Dal 2002 gli uomini sono disoccupati un po 'più spesso delle donne:
nel 2011 - l'11,6% degli uomini e il 10,9% delle donne erano disoccupati (IWD 2012,
15).
Riassumendo: nei vecchi Länder è proseguita la tendenza emancipatoria a lungo
termine verso la riduzione della disuguaglianza sociale tra i sessi nel settore
dell'istruzione, nel mondo del lavoro, nelle famiglie e in politica.
La situazione è diversa nei nuovi Länder, in cui la più moderna accezione del realismo
socialista delle politiche di genere è in pericolo. Alcune parti del vantaggio
sull'uguaglianza di genere si sono estinte con la scomparsa dei meccanismi socialisti
di esercizio dell’azione di governo, con lo smantellamento delle misure e azioni
politiche di sostegno delle donne e sotto l'influenza della crisi del mercato del lavoro
nella ristrutturazione in forma liberale dell'ordine economico; altre per contro sono
ancorate come pilastri fondamentali di una più moderna relazione di genere nella
mentalità e nei modelli mentali trasmessi dei tedeschi orientali permettendo loro di
sfidare le avversità della mentalità di ritorno.
Le donne della Germania Est hanno perso con l’unificazione?
Geissler ci fornisce una versione precisa: che la tesi plausibile ed occasionale che
ci parla delle donne come perdenti non rende giustizia agli sviluppi differenziati nel
rapporto tra i sessi e richiede una certa relativizzazione.
La disoccupazione più alta e più lunga delle donne nei primi anni dell'unificazione
appartiene ai primi dieci anni.
Ciò che è rimasto è la coazione a lavorare per lo più involontariamente a tempo
parziale, con conseguenze sulla vita privata: in alcune coppie e in famiglie, il
desiderato "modello a doppio reddito" è declassato a "modello a 1 reddito e mezzo".
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Il conto negativo dell'unificazione porta con sè altre tre conseguenze:
- La crisi del mercato del lavoro e la riduzione dell'assistenza all'infanzia fuori
casa hanno portato a una certa "ri-tradizionalizzazione" - testualmente
tradotto dal termine usato da Geissler - della divisione del lavoro in famiglia.
- La riduzione del welfare con l’'assistenza all'infanzia, in particolare alla
riduzione degli asili nido, rende più difficile conciliare lavoro e vita familiare.
- Le molte madri single sono in difficoltà. Appartengono ai "nuovi" gruppi
problematici nella zona di povertà.
Nonostante tutti i problemi, il "doppio progetto di vita femminile" - l'alto orientamento
occupazionale, la ricerca del successo professionale e la conciliazione tra vita
professionale e familiare attraverso l’obbligo per legge della condivisione - non solo è
continuato, ma piuttosto si è anche intensificato. È saldamente radicato nelle donne e
negli uomini.
Ad Est, il tasso di occupazione femminile resta più alto che in Occidente e il "modello
a doppio reddito" è vissuto molto più frequentemente. Le donne qualificate nei settori
dell'istruzione, della sanità e della pubblica amministrazione possono affermarsi bene
nel mercato del lavoro dopo l'unificazione: nelle posizioni di leadership economica,
hanno aumentato la loro quota nell'ultimo decennio e non hanno perso il loro evidente
vantaggio rispetto ai loro colleghi occidentali. E nel settore dei servizi di grandi
dimensioni, il divario di reddito con gli uomini - a differenza della Germania Ovest è stato quasi colmato.
Quindi non ci sono solo perdenti tra le donne della Germania dell'Est ma anche
vincitrici.
Anche nella sfera politica, le donne della Germania dell'Est hanno mantenuto il loro
vantaggio di modernizzazione: sono più politicamente interessate e meglio
rappresentate in importanti istituzioni. Di norma, la struttura sociale della Germania
orientale è stata soggetta a forti pressioni per adattarsi alle condizioni della Germania
occidentale.
Tuttavia, la disuguaglianza di genere può essere invertita da est a ovest: le condizioni
occidentali più retrograde si sono adattate alle più moderne condizioni orientali.
Dietro e le discussioni pubbliche e i dibattiti in contesti strettamente politici
sull'estensione dei presidi di cura dei bambini nei nidi e nelle scuole materne, sui
congedi di cura, sugli assegni parentali, sul congedo parentale di maternità e sul
congedo parentale di paternità, sul sostegno speciale al proseguimento dello studio
delle giovani madri, la promozione del lavoro femminile o la migliore conciliazione
di vita – non solo riferita alla cura della famiglia tradizionale - e lavoro - vi sono,
anche se non dichiarato, i regolamenti, gli atteggiamenti, gli approcci culturali e fatti
evidenti che erano già realtà nella DDR in un altro contesto politico.
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4 BIBLIOGRAFIA
GEISSLER, R. (2014) Die Sozialstruktur Deutschlands , Springer EDITORE
OSTNER, I., (1995) Emanzipation in BERNHARD SCHÄFERS EDITORE
Grundbegriffe der Soziologie. 4° edizione ampliata e attualizzata
BERGER, G., (1989) Emanzipation in GUNTER ENDRUWEIT, GISELA
TROMSDORFF EDITORE
Worterbuch der Soziologie,6° edizione ampliata e attualizzata
BUBLITZ, H. (2002) Geschlecht in HERMANN KORTE, BERNHARD SCHÄFERS
EDITORE Einführung in die Hauptbegriffe der Soziologie,
6° edizione ampliata e attualizzata
STBA (2012) g, 123 f., 154 Statistisches Bundesamt Ufficio Statistico di Stato
IWD 43 / (2009), 7). Informationsdienst des Instituts der deutschen Wirtschaft
(servizio informativ0 dell’Istituto di Economia Tedesca)
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DEDICA
Dedico questo mio breve lavoro a tutte le donne
tedesche che alla caduta del Muro nel 1989, da
entrambi i lati, dovevano chiedere ancora il
permesso al marito per poter lavorare.
Milano, ottobre 2019
DDR-immagini originali di Donne
Donne al Lavoro in Fabbrica (Angelika Kampfer) e foto di Moda (Sibylle Bergemann).
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