Indice Sezione 1 Il Seicento, un’epoca di contraddizioni Il contesto storico e politico Una crisi che prepara alla novità Alla ricerca do nuovi equilibri Molière, Il malato immaginario Uno strano dottore 50 Mappa concettuale 55 56 Per il ripasso • In sintesi Mappa concettuale 51 Per il ripasso • In sintesi Itinerario multimediale 1 Tommaso Campanella, La città del sole Tutte le cose sono in comune Alessandro Tassoni, Pensieri diversi Intorno alla poesia più c’è da contendere Unità Il secolo del Barocco 2 La nascita di una nuova sensibilità 4 Dalla Riforma alla Controriforma La vita culturale nell’Italia del Seicento 4 Geografia della letteratura L’affermazione del Barocco La lirica barocca Il Cannocchiale di Tesauro e il valore della metafora 6 9 10 11 Approfondimento 12 Geografia della letteratura 17 Il teatro barocco 18 Autovalutazione 23 Luis de Góngora Y Argote, Sonetti Che vale, tempo tiranno 26 Giambattista Marino La lira Specchio dell’amata 29 elementi di metrica La 33 metrica barocca e classica Giambattista Marino, Adone Elogio della rosa 27 31 31 34 34 Ciro di Pers, Poesie Orologio da rote 38 La critica L’ossessione 40 del tempo Gabriello Chiabrera, Canzonette amorose Belle rose porporine Pedro Calderón de la Barca, La vita è sogno Vincere la sorte 37 Paolo Sarpi, Istoria del concilio tridentino Il fallimento del concilio di Trento Torquato Accetto, Della dissimulazione onesta Che cos’è la dissimulazione Emanuele Tesauro, Il cannocchiale aristotelico Ingegno e metafora Luis de Góngora y Argote, Lettere La capacità di togliere la scorza Francisco de Quevedo, Parnaso spagnolo Gli occhi miei potrà chiudere l’estrema John Donne, Sonetti sacri In morte di Anne More Giambattista Marino, Lettere Non scrivo oscenità ma metafore per menti argute Claudio Achillini, Rime e prose Sudate, o fochi, a preparar metalli Lope de Vega Carpio, Il miglior giudice è il re Il re, garante della suprema giustizia Jean Racine, Fedra Una dolorosa confessione 41 42 45 risposte autovalutazione Itinerario multimediale Quiz interattivi 46 ­IV 0040.indice.indd 4 22/03/11 13:58 Indice William Shakespeare tra classicismo e Barocco 58 La vita 60 L’autore e il suo tempo Shakespeare e il teatro 3 Unità Galileo Galilei e la “nuova scienza” 90 La vita 92 L’autore e il suo tempo La “nuova scienza” elisabettiano 60 in Europa 92 Le opere 62 63 I temi fondamentali dell’opera di Shakespeare 63 Le opere Il pensiero e la poetica 94 Il pensiero e la poetica Tra classicismo rinascimentale e sensibilità barocca 65 Il metodo galileiano: «certe dimostrazioni» e «sensata esperienza» La nuova prosa scientifico-letteraria Autovalutazione 67 Autovalutazione Sonetti Quando conto l’orologio 69 70 Il saggiatore La favola dei suoni Romeo e Giulietta Giulietta al balcone 72 72 76 Laboratorio di scrittura Cinema Il cinema e Shakespeare Amleto Essere, o non essere Amleto riflette sul teschio di Yorick Visualizzazione Il “teatro nel teatro” Otello La gelosia La critica Shakespeare autore “canonico” Mappa concettuale Per il ripasso • In sintesi Sonetti Tempo divoratore Quel tempo dell’anno Macbeth L’illusorietà di ogni brama di potere La tempesta Il congedo di Prospero risposte autovalutazione Itinerario multimediale Quiz interattivi 77 77 79 82 96 96 98 100 101 Tipologia A, Analisi di un testo in prosa Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo I seguaci di Aristotele e l’ipse dixit Osservare per capire La critica La 84 87 96 prosa scientifica di Galileo 103 105 106 109 111 Mappa concettuale Per il ripasso • In sintesi 88 89 Sidereus nuncius «Bellissima cosa… vedere il corpo della luna» L’abiura «Io… abiuro, maledico e detesto li suddetti errori» risposte autovalutazione Itinerario multimediale Quiz interattivi 112 113 © RCS Libri S.p.A. - Divisione Education, Milano 2 Unità ­V 0040.indice.indd 5 23/03/11 11:36 Indice de Cervantes 4 Miguel e il Don Chisciotte Unità La vita 114 116 L’autore e il suo tempo La Spagna tra ascesa e declino 116 Le opere 118 Il pensiero e la poetica 119 120 Autovalutazione Don Chisciotte L’investitura di don Chisciotte approfondimento La figura del cavaliere: il tramonto di un mito letterario risposte autovalutazione Itinerario multimediale Quiz interattivi Don Chisciotte La struttura La trama I personaggi e l’ambientazione Lo stile e le tecniche narrative 122 Il famoso cavaliere don Chisciotte 128 Tipologia B, Saggio breve e articolo di giornale difficile adattamento: Don Chisciotte sul grande schermo 130 Galileo Galilei e il rapporto tra scienza e potere 121 121 123 125 Cinema Un La zuffa con gli otri di vino rosso 132 Visualizzazione Don Chisciotte tra sogno e realtà 135 Un inganno dell’astuto Sancio La critica Un 136 romanzo costruito come un gioco di specchi 141 Mappa concettuale 142 143 Per il ripasso • In sintesi LABORATORIO DI SCRITTURA 144 LABORATORIO DI SCRITTURA Tipologia C, Tema di argomento storico 150 LABORATORIO DI SCRITTURA Tipologia D, Tema di ordine geneale 151 ­VI 0040.indice.indd 6 22/03/11 13:58 Sezione 2 Il Settecento, secolo dei Lumi e delle rivoluzioni Dalla nascita dei primi giornali 160 al giornalismo settecentesco Approfondimento Il contesto storico e politico Verso la fine dell’antico regime La rivoluzione americana e la nascita degli Stati Uniti La grande Rivoluzione in Francia Illuminismo e religione Illuminismo e pensiero economico Illuminismo e pensiero politico La letteratura illuministica L’economia e la società Approfondimento 168 L’Illuminismo italiano 170 Mappa concettuale Approfondimento La Per il ripasso • In sintesi Battista Vico 172 Itinerario multimediale Geografia della letteratura 174 Autovalutazione 175 Charles de Secondat de Montesquieu, Lo spirito delle leggi 178 La dottrina dei tre poteri 179 Jean-Jacques Rousseau, Discorso sull’origine dell’ineguaglianza L’uomo selvaggio vive sereno e appagato 181 Unità L’Arcadia e Metastasio L’Arcadia Il ritorno al classicismo Approfondimento Gli pseudonimi pastorali dell’Arcadia Autovalutazione Pietro Metastasio, Didone abbandonata Didone ed Enea Visualizzazione Il recitativo e l’arietta figura controversa di Giovan 182 Denis Diderot, Enciclopedia L’origine delle arti 186 Pietro Verri, “Il Caffè” Nasce un nuovo giornale 188 185 188 LABORATORIO DI SCRITTURA Pietro Metastasio, Rime Sogni e favole io fingo Mappa concettuale Per il ripasso • In sintesi risposte autovalutazione Itinerario multimediale Quiz interattivi 5 165 168 Il nuovo modello educativo di Rousseau Trasformazioni economiche 162 164 Tipologia A, Analisi di un testo in prosa 190 Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene No alla pena di morte 192 Mappa concettuale 197 198 Per il ripasso • In sintesi Unità L’Illuminismo: una nuova mentalità 154 L’Illuminismo 156 L’uomo al centro del mondo Le origini dell’Illuminismo Le novità del pensiero illuministico La diffusione dell’Illuminismo 156 157 158 159 193 Voltaire, Trattato sulla tolleranza Preghiera a Dio Giovan Battista Vico, Scienza nuova Bestioni stupidi e ignoranti ma poeti Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene L’inutilità della tortura risposte autovalutazione Itinerario multimediale Quiz interattivi ­VII 0040.indice.indd 7 22/03/11 13:58 Indice Unità 6 Il romanzo del Settecento Il secolo del romanzo moderno 202 L’affermazione del romanzo 202 Approfondimento Alle Jonathan Swift, I viaggi di Gulliver Perché gli uomini si fanno la guerra 200 Samuel Richardson, Pamela La prima lettera di Pamela ai genitori origini del romanzo moderno Visualizzazione Le 204 Il romanzo settecentesco 206 L’Inghilterra, culla del romanzo moderno 209 Il romanzo francese, tra riflessione filosofica e passione amorosa 210 Approfondimento La figura del libertino caratteristiche del romanzo epistolare Charles de Secondat de Montesquieu, Lettere persiane In Francia governa un «gran mago» Geografia della letteratura 213 Choderlos de Laclos, Le relazioni pericolose La scelta libertina di Madame de Merteuil Autovalutazione 214 Cinema Passioni Daniel Defoe, Robinson Crusoe 216 Il primo pane di Robinson 218 220 risposte autovalutazione Itinerario multimediale Quiz interattivi Robinson Crusoe sul grande schermo La critica Il romanzo come esperimento di vita Cinema 212 222 Jonathan Swift, I viaggi di Gulliver 223 Viaggio a Brobdingnag 224 Laurence Sterne, La vita e le opinioni di Tristram Shandy gentiluomo L’innamoramento di Zio Tobia 228 La critica 229 Sterne e l’arte di “prolungare” i desideri 236 Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio 237 Una goffa proposta 238 240 Cinema Jane Austen e il grande schermo Voltaire, Candido Il migliore e l’unico dei mondi possibili Visualizzazione 243 245 I caratteri del romanzo filosofico Candido, romanzo inverosimile o rassegna dei mali del mondo? 249 La critica 250 Denis Diderot, Jacques il fatalista e il suo padrone 251 «Per caso, come tutti» 251 Mappa concettuale Per il ripasso • In sintesi perverse: Le relazioni pericolose 256 257 7 Unità Carlo Goldoni e la riforma del teatro 258 La vita 260 L’autore e il suo tempo Venezia al tempo di Goldoni 260 Le opere 262 Le prime commedie Le commedie riformate 262 262 Il pensiero e la poetica 264 La riforma del teatro comico 264 Autovalutazione 266 La locandiera Le malizie di Mirandolina Il misogino sedotto 268 Visualizzazione Le 276 tecniche narrative: le forme colloquiali La critica 270 286 Goldoni interprete dello spirito dell’epoca 287 Le smanie per la villeggiatura 289 ­VIII 0040.indice.indd 8 22/03/11 13:58 Indice I preparativi per la partenza 290 LABORATORIO DI SCRITTURA Tipologia A, Analisi di un testo teatrale 292 Le baruffe chiozzotte L’inizio dei guai 294 Mappa concettuale 300 301 Per il ripasso • In sintesi 295 LA CRITICA Parini Le smanie per la villeggiatura Una visita inaspettata James Macpherson, I canti di Ossian Daura e Arindal Johann Wolfgang Goethe, I dolori del giovane Werther Werther e la natura 302 304 La ricerca del “bello ideale” Le diverse tendenze del Neoclassicismo 304 Il Preromanticismo 307 Approfondimento Il sublime Werther rivoluzionario mancato? 337 338 342 344 347 Vincenzo Monti, Pensieri d’amore Alta è la notte 348 Mappa concettuale 351 352 348 Giuseppe Parini, Discorso sopra la poesia L’arte provoca piacere ed emozioni Unità La nuova sensibilità preromantica 331 Johann Joachim Winckelmann, Storia dell’arte nell’antichità Un modello assoluto di perfezione artistica risposte autovalutazione Itinerario multimediale Quiz interattivi Il Neoclassicismo: il richiamo agli ideali dell’età classica 331 Per il ripasso • In sintesi Mémoires Avvocato o commediografo? e 8 Neoclassicismo Preromanticismo 330 Giuseppe Parini, Odi La caduta LA CRITICA La locandiera La locanda e i suoi avventori e l’Illuminismo 305 307 308 Giuseppe Parini, Il Giorno Il mattino La sfilata degli imbecilli Giuseppe Parini, Odi Alla Musa Thomas Gray, Elegia scritta in un cimitero campestre Johann Wolfgang Goethe, I dolori del giovane Werther Il dolore del commiato Geografia della letteratura 312 Autovalutazione 313 Friedrich Schiller, Della poesia ingenua e sentimentale Essere natura o desiderare la natura? Giuseppe Parini Il Giorno Il risveglio del giovin signore La vergine cuccia 316 Vincenzo Monti, Al signor di Montgolfier Visualizzazione L’endecasillabo sciolto 317 319 324 329 risposte autovalutazione Itinerario multimediale Quiz interattivi ­IX 0040.indice.indd 9 22/03/11 13:58 Indice 9 Unità Foscolo tra Neoclassicismo 10 Ugo e Preromanticismo Unità Vittorio Alfieri, un «forte sentire» 354 La vita 356 La vita L’autore e il suo tempo I viaggi di Alfieri tra i sovrani dell’Europa illuminista 356 al mito dell’esule 390 Le opere 358 Le opere 393 Le opere maggiori Le opere minori 393 390 L’autore e il suo tempo Foscolo: Il pensiero e la poetica 360 La tragedia: espressione di un «forte sentire» L’ideologia politica 360 Autovalutazione 362 Saul I tormenti di Saul 364 Mirra Una rivelazione terribile 369 Rime Tacito orror di solitaria selva 376 Vita Il paesaggio nordico 379 La critica L’ispirazione 388 361 365 370 377 380 romantica della poetica dal patriottismo 395 Il pensiero e la poetica 396 Idealismo, pessimismo e illusioni La funzione della poesia Tra Neoclassicismo e Preromanticismo 396 Autovalutazione 399 Epistolario Lettera di addio a Isabella Roncioni 402 Ultime lettere di Jacopo Ortis Tutto è perduto Il bacio La lettera da Ventimiglia 404 397 397 402 406 408 410 LABORATORIO DI SCRITTURA alfieriana 384 Tipologia A, Analisi di un testo in prosa 412 Mappa concettuale 385 386 Lettera di addio a Teresa 414 Poesie All’amica risanata Alla sera 417 Per il ripasso • In sintesi 418 423 LABORATORIO DI SCRITTURA Saul Saul tra angosce, timori e speranze Del principe e delle lettere Che cos’è la vera letteratura? Rime Sublime specchio di veraci detti risposte autovalutazione Itinerario multimediale Quiz interattivi Tipologia A, Analisi di un testo poetico 424 A Zacinto In morte del fratello Giovanni 426 La critica La 428 perfetta architettura del sonetto foscoliano Dei sepolcri Il sepolcro come legame di affetti Il sepolcro simbolo di civiltà Il sepolcro ispiratore di «egregie cose» Il sepolcro come fonte di poesia 430 431 432 437 441 445 ­X 0040.indice.indd 10 22/03/11 13:58 Indice La critica La poesia foscoliana tra classicismo e Romanticismo Notizia intorno a Didimo Chierico La personalità di Didimo Mappa concettuale Per il ripasso • In sintesi 449 450 450 454 455 LABORATORIO DI SCRITTURA Tipologia B, Saggio breve e articolo di giornale Donne dal multiforme ingegno 457 LABORATORIO DI SCRITTURA Tipologia C, Tema di argomento storico 463 LABORATORIO DI SCRITTURA Epistolario Alla famiglia Notizia intorno a Didimo Chierico Gli strani sistemi di Didimo Le Grazie Il velo delle Grazie risposte autovalutazione Itinerario multimediale Quiz interattivi Sezione 3 Tipologia D, Tema di ordine generale 464 UNA FINESTRA SULL’ARTE Dal Seicento all’Unità d’Italia 465 1. Il Seicento 2. Il Settecento 3. L’Ottocento: dagli inizi del secolo agli anni Sessanta 466 Per lavorare sull’arte 497 476 486 Dal Congresso di Vienna all’Unità d’Italia 11 Il Romanticismo Unità Il contesto storico e politico La Restaurazione: l’impossibile tentativo di tornare al passato L’Europa scossa dai moti rivoluzionari (1820-1848) Verso l’Unità d’Italia L’economia e la società L’Ottocento: il secolo della borghesia Il pensiero politico La nascita della questione femminile Mappa concettuale Per il ripasso • In sintesi Itinerario multimediale 500 L’affermazione del pensiero romantico 502 I caratteri della cultura romantica Gli intellettuali e la diffusione del pensiero romantico La poetica romantica Il Romanticismo in Europa 502 Approfondimento Il Romanticismo in America Il Romanticismo in Italia Approfondimento L’opera 505 506 507 510 511 di Verdi e il patriottismo risorgimentale 518 Geografia della letteratura 519 Autovalutazione 520 ­XI 0040.indice.indd 11 22/03/11 13:58 Indice Novalis, Inni alla notte Primo inno alla notte Romanticismo psicologico e romanticismo storico 524 525 La critica Samuel Taylor Coleridge, La ballata del vecchio marinaio La tempesta, l’albatro e il destino George Gordon Byron, Lara Lara, un eroe romantico Madame de Staël, Sulla maniera e l’utilità delle traduzioni Gli italiani e la letteratura europea 528 529 530 534 535 538 538 Walter Scott, Ivanhoe La lizza di Ashby 542 Emily Dickinson, Poesie Alla parola “ fuga” 549 Giovanni Berchet, Lettera semiseria di Grisostomo al suo figliuolo Ottentotti, parigini e popolo Mappa concettuale Per il ripasso • In sintesi Novalis, Frammenti sulla poesia Il vero poeta è onnisciente Friedrich Hölderlin, Poesie Alle Parche L’addio Heinrich Heine, Libro dei canti Loreley William Wordsworth, Ballate liriche Un’emozione rivissuta in tranquillità George Gordon Byron, Prometeo Prometeo 543 549 551 Percy Bisshe Shelley, Ode al vento occidentale John Keats, Lamia e altre poesie Ode a un’urna greca Victor Hugo, Cromwell L’artista e la natura Emily Dickinson, Poesie Dal Nord prese le cose il vento Io canto per consumare l’attesa Silvio Pellico, Le mie prigioni Il trasferimento ai Piombi Massimo D’Azeglio, I miei ricordi L’entrata in politica Giuseppe Mazzini, Fede e avvenire Dio e popolo Vincenzo Gioberti, Del primato morale e civile degli italiani Per un riformismo graduale 551 555 556 risposte autovalutazione Itinerario multimediale Quiz interattivi 12 Giacomo Leopardi e i Canti Unità La vita L’autore e il suo tempo Leopardi 558 560 e gli intellettuali dell’“Antologia” 560 Le opere 563 Le opere in prosa Le opere poetiche 563 565 Il pensiero e la poetica 566 L’evoluzione del pensiero leopardiano La concezione della poesia 566 569 Autovalutazione 571 ­XII 0040.indice.indd 12 22/03/11 13:58 Indice Epistolario Qui tutto è morte 574 Zibaldone Il piacere ossia la felicità 579 574 Epistolario Come una canna secca 579 Canti Canto notturno di un pastore errante dell’Asia Canti La genesi La struttura Lo stile 584 584 Operette morali Dialogo della Moda e della Morte Ultimo canto di Saffo Il passero solitario 588 584 587 risposte autovalutazione Itinerario multimediale Quiz interattivi 593 LABORATORIO DI SCRITTURA Tipologia A, Analisi di un testo poetico 596 L’infinito 598 600 La critica La struttura metrica dell’Infinito La sera del dì di festa Visualizzazione L’imitazione 601 degli antichi in Leopardi 604 Alla luna A Silvia 605 elementi di metrica La Autori a confronto canzone leopardiana “Illusioni” e “inganni” in Foscolo e Leopardi La quiete dopo la tempesta La critica La 608 613 614 615 struttura della Quiete dopo la tempesta 617 LABORATORIO DI SCRITTURA Manzoni 13 Alessandro e I promessi sposi Unità La vita 656 658 L’autore e il suo tempo Manzoni e l’Italia unita 658 Le opere 661 Le prime opere La produzione teatrale Le “odi civili” L’approdo al romanzo storico Gli scritti di poetica e le ultime opere 661 664 Il pensiero e la poetica 666 L’elaborazione ideologica e l’insegnamento morale 666 661 662 663 Tipologia A, Analisi di un testo poetico 618 Approfondimento Il sabato del villaggio 620 francesi 666 a confronto: La quiete dopo la tempesta e Il sabato del villaggio 668 623 La concezione della storia «Vero storico» e «vero poetico» La questione della lingua Autovalutazione 671 Inni sacri La Pentecoste 674 Odi civili Marzo 1821 Il cinque maggio 681 Visualizzazione Liriche A se stesso La ginestra o il fiore del deserto La critica Una forte e combattiva personalità 624 626 639 Operette morali Dialogo della Natura e di un Islandese Dialogo di un Venditore d’almanacchi e di un Passeggere 640 Mappa concettuale 653 654 Per il ripasso • In sintesi 642 650 Manzoni e gli idéologues 668 670 675 682 687 LABORATORIO DI SCRITTURA Tipologia A, Analisi di un testo poetico 691 ­XIII 0040.indice.indd 13 22/03/11 13:58 Indice Adelchi Dagli atrii muscosi La morte di Ermengarda Visualizzazione Le strofe di settenari 693 695 699 705 L’assalto ai forni La madre di Cecilia risposte autovalutazione Itinerario multimediale Quiz interattivi Lettre à M. Chauvet Vero storico e vero poetico 706 Lettera sul Romanticismo L’utile, il vero, l’interessante in letteratura 710 I promessi sposi La composizione e le edizioni La trama e la struttura I personaggi 715 715 La narrativa, specchio della società borghese 717 La grande stagione del romanzo: il Realismo 762 718 Approfondimento La 763 dentro l’opera 706 711 I contenuti del romanzo capitolo per capitolo 720 L’ambientazione e i temi Le fonti e i modelli Lingua e stile Elementi di poetica 722 La critica L’originalità dei Promessi sposi Don Abbondio incontra i bravi Renzo dall’Azzecca-garbugli Don Rodrigo e padre Cristoforo Cinema I promessi sposi sul piccolo schermo L’Innominato La morte di don Rodrigo 724 724 760 762 nascita del Positivismo Approfondimento La narrativa americana dell’Ottocento 768 La letteratura di consumo 769 La letteratura d’evasione 769 Dalla narrativa “seriale” 726 Approfondimento 727 al fumetto 770 Il romanzo al femminile 771 Geografia della letteratura 772 Autovalutazione 773 Stendhal, Il rosso e il nero Lo strano amore di Giuliano e Matilde 776 Honoré de Balzac La commedia umana Papà Goriot La pensione Vauquer 782 728 733 739 740 744 750 Due personaggi a confronto: Renzo e don Rodrigo Visualizzazione La morte di don Rodrigo: due edizioni a confronto 754 «Il sugo di tutta la storia» 755 Mappa concettuale 757 758 La critica Per il ripasso • In sintesi 14 La narrativa dell’Ottocento Unità 752 Gustave Flaubert Madame Bovary Approfondimento Lo 777 782 783 784 788 789 scandalo di Madame Bovary 790 L’educazione di Emma 793 Fermo e Lucia Il conte del Sagrato La morte di don Rodrigo Cinema Le Tipologia A, Analisi di un testo in prosa 796 I promessi sposi La monaca di Monza La ribellione di Gertrude Una serata a teatro 798 inquietudini di Emma: Madame Bovary 795 LABORATORIO DI SCRITTURA Visualizzazione Le tecniche narrative: l’impersonalità vera tragedia di Emma Bovary La critica La 804 805 ­XIV 0040.indice.indd 14 22/03/11 13:58 Indice Victor Hugo I miserabili Il furto a casa del vescovo 806 807 808 redenzione di un colpevole: I miserabili 810 Visualizzazione Le tecniche narrative: il narratore 815 in terza persona Cinema La Fëdor Dostoevskij, Delitto e castigo Il delitto 816 Lev Tolstoj, Guerra e pace La guerra e l’amore 822 La critica Oggettività e varietà in Guerra e pace Lev Tolstoj, Anna Karenina Il suicidio di Anna Mappa concettuale Per il ripasso • In sintesi Honoré de Balzac, Eugenia Grandet La morte di un avaro Honoré de Balzac, Illusioni perdute Lucien cerca un editore Gustave Flaubert, Madame Bovary Le nozze di Charles ed Emma La morte di Emma Charles Dickens, Le avventure di Oliver Twist Nell’istituto della signora Mann 818 824 828 829 829 834 835 Lev Tolstoj, Guerra e pace Natascia al ballo Ippolito Nievo, Le confessioni di un italiano La conversione alla causa della libertà Edgar Allan Poe, I racconti del mistero e del terrore Il cuore rivelatore Herman Melville, Bartleby lo scrivano Uno strano impiegato Henry James, Ritratto di signora Un matrimonio in crisi Henry James, Il giro di vite L’arrivo al “castello del folletto rosa” George Sand, Indiana Le donne sognano l’amore Emily Brönte, Cime tempestose L’amore di Caterina Visualizzazione Le tecniche narrative: il narratore in prima persona risposte autovalutazione Itinerario multimediale Quiz interattivi LABORATORIO DI SCRITTURA Tipologia B, Saggio breve e articolo di giornale Charles Dickens, David Copperfield I due orfani Il piccolo David in trattoria La polemica classico-romantica Charles Dickens, Tempi difficili La “scandalosa” pretesa di un operaio LABORATORIO DI SCRITTURA Nikolaj Gogol’, Il cappotto L’importanza di un cappotto Fëdor Dostoevskij, Delitto e castigo L’interrogatorio Raskòl’nikov confessa il suo delitto 836 LABORATORIO DI SCRITTURA Tipologia C, Tema di argomento storico 842 Tipologia D, Tema di ordine generale 843 GLOSSARIO INDICE DEGLI AUTORI INDICE DEI PRINCIPALI MOVIMENTI ARTISTICI E CULTURALI, RIVISTE E TENDENZE LETTERARIE 844 852 855 ­XV 0040.indice.indd 15 22/03/11 13:58 1 Sezione Il Seicento, un’epoca di contraddizioni L’Inghilterra 1603 Muore Elisabetta I d’Inghilterra; sale al trono Giacomo I Stuart. 1625 Carlo I diventa re. 1642 Inizia il conflitto fra Carlo I e il Parlamento (prima rivoluzione inglese). 1649 Decapitazione di Carlo I. 1653 Cromwell diventa Lord Protettore. 1661 Restaurazione della dinastia degli Stuart. 1688-1689 Gloriosa Rivoluzione; cacciati gli Stuart, gli Orange salgono sul trono d’Inghilterra. La guerra dei Trent’anni 1618 Inizia la guerra dei Trent’anni. 1635 La Francia entra in guerra contro l’Impero. 1643 L’esercito francese sconfigge le truppe imperiali nella battaglia di Rocroi. 1648 Con la pace di Westfalia termina la guerra dei Trent’anni. La Spagna 1598 Muore Filippo II; sale al trono Filippo III. 1609 Viene stipulata una tregua con le Province Unite, delle quali di fatto la Spagna riconosce l’indipendenza. 1621 Muore Filippo III; sale al trono Filippo IV. 1640 Il Portogallo conquista l’indipendenza. 1648 Nasce la Repubblica delle Province Unite. 1659 Pace dei Pirenei tra Spagna e Francia. 0050.sezione1.indd 16 22/03/11 09:23 L’Olanda 1648 Si conclude la Guerra degli ottanta anni: l’Olanda conquista l’indipendenza. 1602 Nasce la Compagnia delle Indie Orientali. 1617 Nasce la Compagnia delle Indie Occidentali. 1650 Muore Guglielmo II d’Orange. 1651-1688 Guerre anglo-olandesi. La Francia 1614 Luigi XIII convoca gli Stati Generali. 1624-1642 Richelieu ricopre l’incarico di primo ministro. 1643 Sale al trono Luigi XIV, il Re Sole. 1648 Con la pace di Westfalia viene sancita l’ascesa politica ed economica della Francia. 1661 Muore il cardinale Mazarino, successore di Richelieu; Luigi XIV assume personalmente il potere. 1672-1678 Guerra tra la Francia e le Province Unite. 1685 Luigi XIV promulga l’editto di Fontainebleau, che revoca l’editto di Nantes. L’Italia 1628 Milano insorge contro il dominio degli spagnoli. 1630 Scoppia l’epidemia di peste. 1647 A Napoli rivolta antispagnola guidata da Masaniello. il contesto storico e politico l’economia e la società 0050.sezione1.indd 1 22/03/11 09:23 Unità e la “nuova scienza” 1563 Termina il concilio di Trento La storia 1559 Pace di CateauCambrésis: egemonia spagnola in Italia 3 Galileo Galilei 1580 1600 1610 1564 Nasce a Pisa 1589 È lettore all’università di Pisa 1592 Viene chiamato all’università di Padova 1609 Costruisce il cannocchiale 1610 È a Firenze come matematico di corte; pubblica il Sidereus Nuncius 1613-1615 Scrive le Lettere copernicane 1616 Viene ammonito dal Santo Uffizio Prerequisiti Conoscere la politica controriformista della Chiesa di Roma Conoscere i principali avvenimenti storici del Seicento 0080.unita3.indd 90 1612-1631 Guerra per la successione del Monferrato 1618-1648 Guerra dei Trent’anni 1560 La vita e le opere 1550 1600 Condanna ed esecuzione di Giordano Bruno 1603 Nasce l’Accademia dei Lincei a Roma Obiettivi Conoscenze Le vicende biografiche dell’autore, in particolare, lo scontro con la Chiesa Il ruolo di Galilei nella rivoluzione scientifica del Seicento I caratteri e gli scopi delle principali opere galileiane Innovazione metodologica e sperimentale espressa nelle opere di Galilei Conoscere gli sviluppi del pensiero scientifico e filosofico del Seicento e i suoi maggiori protagonisti 22/03/11 09:39 1642 Scoppia la Rivoluzione inglese 1620 1630 1640 1623 Pubblica Il saggiatore 1632 Pubblica il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo 1632-1633 Processo e condanna a Roma 1633 Pronuncia l’Abiura 1638 Vengono pubblicati in Olanda i Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze 1642 Muore ad Arcetri laboratori di scrittura n la di Competenze Contestualizzare storicamente l’autore e le sue opere Individuare nelle opere l’ideologia e gli elementi legati alla ricerca scientifica Evidenziare i caratteri di innovazione linguistica degli scritti di Galilei 0080.unita3.indd 91 TIPOLOGIA A: analisi di un testo in prosa, p. 103 22/03/11 09:39 sezione 1 Il Seicento: un’epoca di contraddizioni La vita I primi studi a Pisa e le ricerche all’università di Padova L’“invenzione” del cannocchiale Galileo Galilei nacque a Pisa nel 1564 da un’antica famiglia fiorentina (un suo antenato era stato gonfaloniere di giustizia). Il padre, insigne musicologo e ottimo suonatore di liuto, lo avviò a un’educazione umanistica, ma egli manifestò presto la sua predilezione per le discipline scientifiche, dedicandosi allo studio della medicina e, più tardi, a quello della matematica. Nel 1589 fu lettore di matematica all’università di Pisa e nel 1592 passò all’università di Padova come professore di matematica, fisica e astronomia. Il periodo padovano (1592-1610), malgrado le ristrettezze economiche a causa delle continue richieste di denaro da parte delle sorelle e della madre, fu il più felice della sua vita, perché ebbe piena libertà di studio protetto dall’autorità di Venezia e perché conobbe illustri personaggi come lo scienziato, storico e teologo Paolo Sarpi (1552-1623; vedi U.1, Aula digitale) e l’erudito Giovan Francesco Sagredo (1571-1620). Proprio a Padova cominciò a interessarsi alla teoria copernicana (vedi L’autore e il suo tempo) e a elaborare la sua nuova concezione della scienza. Quando, nella primavera del 1609, Galilei venne a conoscenza dell’invenzione di un fiammingo, che aveva fabbricato un “occhiale” per vedere distintamente, come fossero vicini, oggetti molto distanti dall’occhio dell’osservatore, costruì personalmente un cannocchiale che il 25 agosto dello stesso anno presentò, con grande successo, al Governo di Venezia (Lettera al Doge Leonardo Donato). Al di là della vicenda storica riguardante la paternità dell’invenzione, fondamentale fu il fatto che Galilei usò il cannocchiale come strumento scientifico per giungere alle importanti scoperte esposte nel Sidereus Nuncius (1610), da lui dedicato ai Medici, signori di Firenze. L’opera gli valse l’offerta di un incarico di prestigio da parte di Cosimo II de’ Medici, dal quale nel 1610 fu nominato “matematico primario dello Studio pisano e filosofo di corte”. Da quel momento, egli poté dedicarsi con impegno ancora maggiore allo studio e alla pub- l’autore e il suo tempo la “nuova scienza” in Europa Il Seicento fu il secolo nel quale in Europa si andò progressivamente affermando la “nuova scienza”, ovvero un pensiero scientifico che rifiutava i dogmi imposti dalla Chiesa e dalla filosofia aristotelica in nome di un’osservazione diretta dei fenomeni fisici e naturali. Punto di partenza di questa rivoluzione culturale era stata la pubblicazione, nel 1543, del trattato De revolutionibus orbium coelestium (“Sui moti delle sfere celesti”) dell’astronomo polacco Niccolò Copernico (14731543): questi aveva teorizzato un nuovo modello cosmologico, secondo il quale al centro dell’universo sta, immobile, il Sole; la Terra e gli altri pianeti gli ruotano intorno, descrivendo orbite circolari (teoria eliocentrica). Prudentemente, tuttavia, Copernico aveva scritto una premessa al suo testo, nella quale affermava che quelle che lui formulava erano soltanto ipotesi che non miravano a mettere in discussione le verità affermate dalle Sacre Scritture e ciò aveva reso possibile la circolazione dell’opera anche dopo l’introduzione dell’Indice dei libri proibiti (1555). Le tesi di Copernico furono accolte da Giordano Bruno (1548-1600) che, sottoponendo a una critica radicale la cosmologia aristotelico-tolemaica, giunse a concepire l’universo come un’infinità di mondi, senza centro né circonferenza, all’interno della quale era ravvisabile la presenza di Dio. Nonostante questo, Bruno sottolineava che Dio non si identifica con l’universo e conserva, rispetto a esso, una diversità importante: l’universo non era da considerarsi «completamente infinito», a differenza di Dio, al quale così veniva riconosciuta una forma di superiorità. Per le sue convinzioni giudicate eretiche, fu condannato al rogo dall’Inquisizione a Roma, in Campo de’ Fiori, il 17 febbraio 1600. A partire dalla teoria copernicana si svilupparono anche le ricerche di Johannes Kepler (Keplero, 1571-1630) sulle leggi che determinano le orbite del sistema solare e, soprattutto, quelle di Galileo Galilei che, grazie al cannocchiale, scoprì altri elementi (esistenza di satelliti di altri pianeti, macchie solari, conformazione fisica della Luna simile a quella ter- ­92 0080.unita3.indd 92 22/03/11 09:39 A A l r c p d r Unità 3 Galileo Galilei e la “nuova scienza” blicazione delle sue opere, in cui affermava le nuove teorie sperimentali, contrastanti con quelle della tradizione aristotelica. L’abiura e le ultime ricerche Abiura Atto con il quale una persona rinnega pubblicamente le proprie posizioni di natura culturale o religiosa. Nel 1616, in seguito alle affermazioni di Galilei circa la distinzione da stabilire tra verità scientifiche e dogmi di fede (affermazioni che intervenivano quindi su una materia che la Chiesa considerava di sua competenza), la Congregazione dell’Indice decretò la censura della teoria di Copernico: a Galilei fu proibito di sostenere le tesi copernicane e gli fu imposto, pena il carcere, di non insegnarle e di non difenderle né con la parola né con gli scritti. Galilei, stanco e amareggiato, si dedicò ai suoi studi e per alcuni anni si astenne dal pubblicare. Solo nell’autunno del 1623, sollecitato dall’Accademia dei Lincei, di cui era diventato membro, diede alle stampe un’opera polemica: Il saggiatore. Ad essa fece seguito, nel 1632, un’opera ancora più rivoluzionaria, il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo: tolemaico e copernicano, nella quale Galilei si schierava in favore del sistema copernicano contro quello classico, aristotelico-tolemaico. Non appena il Dialogo fu pubblicato, ne fu sospesa la diffusione dall’Inquisizione e dai gesuiti, nonostante l’opera avesse ottenuto l’autorizzazione ecclesiastica, e l’autore venne processato e condannato. Galilei, vecchio e malato, nel febbraio del 1633 dovette presentarsi a Roma al tribunale dell’Inquisizione e il 22 giugno dello stesso anno pronunciò l’abiura delle proprie tesi. La pena assegnatagli era grave (il carcere a vita), ma fu commutata per intervento del papa Urbano VIII in domicilio coatto nella sua casa ad Arcetri, sulle colline fiorentine. Nella sua abitazione egli continuò a lavorare circondato dagli allievi più fedeli, Vincenzo Viviani (1622-1703) ed Evangelista Torricelli (1608-1647), fino alla totale perdita della vista, dando una veste teorica definitiva ai suoi studi di quasi trent’anni prima sul moto accelerato, sull’isocronia del pendolo, sulla forza percossa e sulle traiettorie di oggetti lanciati (proietti). Galilei morì ad Arcetri nel 1642. Il suo corpo venne sepolto nella chiesa di Santa Croce a Firenze. restre ecc.) non spiegabili secondo la cosmologia tolemaica. Lo stesso Galileo arrivò a contestare apertamente la dottrina aristotelica nel Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, schierandosi apertamente in favore delle tesi di Copernico, da lui già difese nelle quattro “lettere copernicane”. Ma furono proprio le scoperte di Galileo a provocare la reazione della Chiesa cattolica, ben decisa a difendere la teoria aristotelico-tolemaica (l’unica che si conciliava con le affermazioni della Scrittura) e a perseguitare con ogni mezzo chi diffondeva e sosteneva la verità del copernicanesimo: Galilei venne accusato di eresia, processato e costretto dal Sant’Uffizio negli anni 1632-1633 a rinnegare le proprie teorie. La condanna di Galilei ebbe un forte impatto sul mondo della cultura e della scienza, ma non fermò il cammino della «nuova scienza», né lo sforzo divulgativo dei grandi intellettuali del tempo, molti dei quali proseguirono le loro ricerche assumendo però un atteggiamento più prudente, scegliendo di pubblicare anonimamente i loro libri o presentando le proprie tesi come un’ipotesi da verificare. Fu questo il modo di procedere adottato dal filoso- fo francese René Descartes (italianizzato Cartesio, 1596-1650) nel celebre Discorso sul metodo per un retto uso della propria ragione e per la ricerca della verità nelle scienze, un saggio pubblicato anonimo in Olanda nel 1637 come introduzione a tre opere scientifiche: Diottrica (in cui lo studioso si occupa fra l’altro dei fenomeni legati alla vista, della luce, dell’invenzione del cannocchiale e di ottica), Meteore (in cui parla del Sole e di alcuni fenomeni atmosferici) e Geometria (in cui espone la sua scoperta della geometria analitica). Nel Discorso Cartesio ribadisce la necessità di abbandonare la filosofia aristotelica per fondarne una nuova che, grazie al contributo fondamentale della scienza e delle discipline tecniche, permetta di giungere alla verità. Sulla stessa linea si pose anche l’inglese Francis Bacon (italianizzato Francesco Bacone, 1561-1626), considerato uno dei fondatori della scienza moderna. Egli si propose di sostituire alla Scolastica un nuovo sistema di conoscenza, basato sul metodo induttivo e sperimentale e sui risultati dell’indagine empirica, rivendicando per la filosofia il compito di liberare l’uomo da ogni sorta di pregiudizio metafisico e culturale. © RCS Libri S.p.A. - Divisione Education, Milano L’ammonizione del Sant’Uffizio ­93 0080.unita3.indd 93 22/03/11 09:39 sezione 1 Il Seicento: un’epoca di contraddizioni Le opere Le opere letterarie e il Sidereus Nuncius Pur dedicandosi alle ricerche scientifiche, per un lungo periodo Galilei mostrò anche una vera passione per lo studio delle lettere, al quale era stato inizialmente avviato. Negli anni in cui soggiornò a Pisa e poi a Padova, scrisse saggi critici sulle opere di grandi letterati; nel 1588 tenne due Lezioni circa la figura, sito e grandezza dell’“Inferno” di Dante e partecipò al dibattito relativo alla poesia di Ariosto e Tasso, componendo alcuni importanti saggi: Considerazioni sul Tasso e Postille all’Ariosto, insieme ad alcune annotazioni in margine ai testi dell’Orlando furioso e della Gerusalemme liberata in suo possesso. Lo studio dell’astronomia, in ogni caso, continuò a occupare sempre di più il suo tempo e l’uso del cannocchiale lo condusse a importanti scoperte, espresse nel Sidereus Nuncius (“Il messaggero delle stelle”, Venezia, 12 marzo 1610; vedi Aula digitale), con il quale lo scienziato comunicò al mondo dei dotti il risultato delle sue ricerche: i quattro principali satelliti di Giove (che chiamò «pianeti medicei» in onore dei Medici di Firenze), la composizione della via Lattea, i monti della Luna. A partire dal Sidereus Nuncius, Galileo mostrò sempre più apertamente di volere sostenere le teorie di Copernico, che egli aveva già appoggiato in precedenza, in due lettere private risalenti al 1597. Quanto affermato da Galilei nel Sidereus Nuncius offriva materia per uno scontro con la Chiesa, scontro che si inasprì quando, tra il 1613 e il 1615, scrisse le quattro lettere “copernicane” relative ai rapporti tra scienza e fede. Le più famose sono quelle inviate al discepolo Benedetto Castelli, padre benedettino e insegnante di matematica a Pisa (1613), e quella indirizzata a Madama Cristina di Lorena, granduchessa di Toscana (1615). In esse Galilei reclama l’autonomia della conoscenza scientifica ottenuta attraverso «sensata esperienza» e «certe dimostrazioni». Ogni prova addotta da Galilei a sostegno del copernicanesimo si traduceva, però, nella demolizione della concezione aristotelico-tolemaica del mondo, messa in crisi anche da due successive scoperte (1611), quelle relative alle fasi di Venere e alle macchie solari. Venere mostra fasi come la Luna (spiegabili con la teoria copernicana e non con quella di Aristotele e Tolomeo); le macchie solari sono prova sicura delle mutazioni e delle alterazioni che avvengono anche nel Sole, diversamente da quanto affermavano i filosofi aristotelici che parlavano di «immutabilità dei cieli». La difesa della teoria copernicana non poteva essere accettata né dai protestanti né dai cattolici. Infatti, come il copernicanesimo era considerato pericoloso dai protestanti, fautori di un rapporto personale tra singolo e Sacre Scritture, così era ritenuto anche dai cattolici, secondo i quali l’interpretazione delle Scritture spettava esclusivamente al magistero della Chiesa: essa, infatti, non poteva ammettere che i princìpi interpretativi della BibIl primo quarto di Luna, disegno di Galileo fatto sulla base delle sue osservazioni al telescopio (dalla prima edizione del Sidereus Nuncius, 1610). bia fossero stabiliti da uno scienLe lettere “copernicane” ­94 0080.unita3.indd 94 22/03/11 09:39 Unità 3 ziato. La Chiesa, quindi, opponeva alle verità scientifiche alcuni passi biblici in cui era esplicitamente affermato che «la Terra rimane sempre al suo posto» e «il Sole sorge e tramonta tornando al luogo dal quale si è levato» (Qoelet 1, 4-5); o che Giosuè ordinà al Sole di fermarsi sul campo di battaglia di Gabaon, per favorire la vittoria degli Israeliti (Giosuè 10,13). Il saggiatore Il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo I Discorsi e dimostrazioni matematiche Galileo Galilei e la “nuova scienza” Galileo e la musica Il padre di Galileo, Vincenzo Galilei (1520-1591), fu una delle figure più importanti nella storia della musica del tardo Rinascimento e contribuì significativamente alla nascita della musica barocca. Valente teorico musicale, suonatore e compositore di liuto, membro della Camerata de’ Bardi (importante gruppo di musicisti e intellettuali fiorentini), superò il modo classico di impostare la teoria della musica studiando la fisicità dei suoni, aiutato nei suoi esperimenti dal figlio. Molti studiosi ritengono che questa esperienza abbia influito significativamente su Galileo (anche lui un eccellente liutista), spingendolo a passare dalla matematica pura e astratta alla sperimentazione. L’apparizione in Europa di tre comete tra la fine del 1618 e l’inizio del 1619 aveva suscitato un dibattito sulla loro natura e il loro moto. Nel 1623 Galilei pubblicò Il saggiatore (vedi p. 100), un’opera dedicata a papa Urbano VIII, in cui attaccava il gesuita Orazio Grassi (che usava lo pseudonimo di Lotario Sarsi), astronomo e matematico del Collegio Romano, il quale affermava che le comete erano corpi celesti con moto circolare. L’ipotesi di Galilei sulla natura delle comete, secondo la quale erano dovute solamente a un fenomeno di rifrazione della luce, si dimostrò errata; ebbe tuttavia la funzione di stimolare dubbi sulle conoscenze acquisite e di proporre nuove osservazioni che avrebbero aperto la strada «al ritrovamento del vero»; lo stesso Saggiatore divenne una sorta di manifesto del nuovo metodo scientifico promosso da Galileo. Il successo riscosso dal Saggiatore tra i cultori della «nuova scienza» e l’illusione di trovare comprensione e appoggio in papa Urbano VIII, al secolo Maffeo Barberini, suo amico ed estimatore, indussero Galilei a scrivere la sua opera più importante in difesa del copernicanesimo, il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo: tolemaico e copernicano (1632; vedi p. 105). L’opera, dopo sei anni di lavoro, era ultimata, ma sorsero numerosi problemi da superare affinché la Chiesa desse il permesso per la pubblicazione. Nel Dialogo Galilei immagina un confronto tenutosi a Venezia fra tre interlocutori, Filippo Salviati (1582-1614), Giovan Francesco Sagredo (1571-1620) e un aristotelico, Simplicio (personaggio frutto dell’elaborazione letteraria dell’autore). Il dialogo fra i tre personaggi dura quattro giornate durante le quali i primi due difendono il sistema copernicano, mentre il terzo si batte in favore della tradizionale cosmologia aristotelico-tolemaica. Non è difficile riconoscere in Salviati e Sagredo il pensiero di Galilei, mentre Simplicio dimostra di fondare tutti i suoi argomenti su conoscenze libresche e astratte. Poiché l’Inquisizione aveva proibito che si stampasse in Italia qualsiasi scritto di Galilei, nel 1638 a Leiden, in Olanda, furono editi i Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze attinenti alla meccanica e ai movimenti locali. L’opera è considerata dagli studiosi la più importante dal punto di vista scientifico fra tutte quelle di Galilei per il fondamentale contributo portato agli studi di statica e di dinamica. Nei Discorsi lo scienziato contrappone al cosmo aristotelico il vuoto immenso dello spazio infinito e ribadisce la necessità metodologica di estendere i concetti matematici al campo dell’esperienza fisica. ­95 0080.unita3.indd 95 22/03/11 09:39 sezione 1 Il Seicento: un’epoca di contraddizioni Il pensiero e la poetica Il metodo galileiano: «certe dimostrazioni» e «sensata esperienza» Leggi precise e «certe dimostrazioni» Spirito eminentemente pratico e concreto, Galilei non fu l’ideatore di un sistema filosofico, ma il fondatore di un metodo scientifico, il cui scopo non era quello di penetrare astratti princìpi che spiegassero il perché dell’esistenza del mondo e la sua essenza, bensì quello di conoscerne il modo di essere e le leggi che ne regolano il funzionamento. La natura, osserva Galilei, è rivelazione di Dio ed è perciò soggetta a leggi precise che si possono ridurre in termini matematici («certe dimostrazioni»); pertanto l’intelletto umano, sorretto da un metodo rigoroso, può giungere alla conoscenza di quelle leggi e conquistare verità incontrastabili. Le conoscenze umane non vanno desunte dalla tradizione, sia pure rispettabilissima, di pensatori antichi, ma devono nascere dalla diretta osservazione della realtà e dalla «sensata esperienza», cioè dalla conoscenza che di quella realtà ci possono dare solo l’intelletto e i sensi. Al «mondo di carta» dei filosofi aristotelici egli oppone il «gran libro della natura», alla sicurezza che essi ostentano, credendo di possedere la verità, egli oppone l’umiltà i passaggi del metodo galileiano del ricercatore che lentamente scopre il vero attraverso l’indagine. Base di tale metodo, «Sensata esperienza»: dunque, è l’osservazione diretta della natura Osservazione conoscenza data della realtà dalla quale deriva l’ipotesi, cioè la formulaziodall’intelletto e dai sensi ne provvisoria, in termini matematici, della legge; dall’ipotesi si passa all’«esperimento», ipotesi: formulazione matematica il solo che può eventualmente confermare di una legge che spieghi ciò che è l’ipotesi trasformandola in legge, cioè in una stato osservato formulazione matematica che valga per tutti i casi simili. La scoperta di un metodo di ricerca esperimento: costruzione nuovo, sinteticamente espresso dal motto di una verifica dell’ipotesi «provando e riprovando», e lo sforzo di affrancare la scienza dalla teologia hanno costituito la piattaforma su cui si fonda la scienza «certa dimostrazione»: la legge vale per tutti i casi simili moderna. «Provando e riprovando» La nuova prosa scientifico-letteraria L’importanza del volgare nelle opere di Galilei Nel panorama di una letteratura dominata dalla retorica e dall’artificiosità che contraddistinguono il Barocco, le opere di Galilei si caratterizzano per una prosa scientifica lucida e rigorosa, per la chiarezza del ragionamento. L’originalità della sua produzione consiste inoltre nell’aver usato, per primo in Italia, accanto al latino, anche il volgare per opere scientifiche. Galilei, infatti, scrisse in latino il Sidereus Nuncius, l’opera con la quale annunciava alla comunità internazionale dei dotti le sue scoperte astronomiche, e la seconda parte, a carattere matematico-dimostrativo, dei Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze, la cui prima parte, di carattere storico-descrittivo, fu invece composta in volgare. Tutte le opere di maggior impegno, sia di intento polemico, come Il saggiatore, sia di contenuto scientifico, come il Dialogo sopra i massimi sistemi, sono scritte in volgare. ­96 0080.unita3.indd 96 22/03/11 09:39 Unità 3 La precisione delle indagini e l’uso del volgare “scientifico” L’uso della forma dialogica Galileo Galilei e la “nuova scienza” Il pregio essenziale di Galilei è la meticolosa precisione delle descrizioni di oggetti e fenomeni, indagati con lo spirito analitico dello scienziato che chiarisce a se stesso e vuol far capire a chi legge l’evolversi delle sue indagini. Del resto, attraverso la vista, usata come strumento della mente razionale che studia e indaga il grande «libro della natura», si veniva affermando la concezione empirica del sapere, necessariamente bisognosa di nuovi mezzi espressivi, quali l’uso del volgare, rispondente allo stesso tempo all’esigenza di eleganza letteraria e di persuasione divulgativa. La scienza usciva così dal chiuso delle biblioteche dei dotti per diventare patrimonio di un pubblico sempre più vasto. Le caratteristiche più rilevanti del volgare “scientifico” di Galilei sono così riassumibili: • la presenza di frasi idiomatiche e di espressioni colloquiali vivaci e briose, ma anche mordaci e taglienti quando la polemica si fa più aggressiva; • l’uso di parole del linguaggio comune, sottoposte, però, a una rigorosa precisione semantica perché, fra i tanti significati possibili di un termine, è scelto solo quello adatto a un determinato contesto; • il ricorso alla metafora che facilita la comprensione della conoscenza scientifica; • la sintassi semplice e rigorosa che riproduce l’esattezza e la chiarezza del discorso scientifico. Il sorgere della prosa scientifico-letteraria non fu un fenomeno soltanto italiano. In Inghilterra Bacone nella sua opera maggiore, il Novum Organum, seppe usare il latino in maniera spigliata e moderna; in altri trattati in inglese, gettò le basi di una prosa scientifica colta, fino ad allora sconosciuta nel suo paese. Lo stesso si può dire di Cartesio, che contribuì non poco ad arricchire la lingua francese di chiarezza stilistica e di precisione lessicale. Per l’esigenza di farsi capire e di divulgare il più possibile le sue idee e le sue scoperte, Galilei preferì alla forma tradizionale del trattato scientifico la scrittura drammatica del dialogo: il suo discorso diventa spesso un confronto tra interlocutori reali o fittizi, con l’effetto di un maggior coinvolgimento del lettore, come accade nel Dialogo sopra i due massimi sistemi. Il processo di Galileo davanti al tribunale dell’Inquisizione in un dipinto anonimo del XVII secolo. ­97 0080.unita3.indd 97 22/03/11 09:39 sezione 1 Il Seicento: un’epoca di contraddizioni AUTOVALUTAZIONE Ecco alcune domande campione su cui potrai esercitarti per valutare la tua preparazione. Per ogni domanda è indicato il riferimento al profilo, che puoi consultare nel caso tu debba sciogliere eventuali dubbi prima di fornire la risposta. La vita 1. Q uale fu il primo incarico che Galilei assunse all’interno dell’università e in quale città? 2. Q uale incarico venne offerto a Galilei al suo ritorno in Toscana e da chi? 3. I n quale anno Galilei ricevette un primo richiamo dal Santo Uffizio e per quali motivi? 4. I n quale anno Galilei fu condannato e a quale pena? 5. E gli abiurò le proprie tesi o si rifiutò di farlo? vai a p. 92 al capoverso I primi studi a Pisa e le ricerche all’università di Padova vai a p. 92 al capoverso L’“invenzione” del cannocchiale vai a p. 93 al capoverso L’ammonizione del Sant’Uffizio vai a p. 93 al capoverso L’abiura e le ultime ricerche Le opere 6. Quali sono i contenuti del Sidereus Nuncius? 7. C he cosa sono le lettere “copernicane”? 8. P erché Galilei scrisse Il saggiatore? 9. Q ual è l’argomento del Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo? 10. Quale fra i protagonisti del Dialogo difende la posizione aristotelica? 11. Qual è l’ultima opera di Galilei e quali argomenti tratta? vai a p. 94 al capoverso Le opere letterarie e il Sidereus Nuncius a p. 94 al capoverso Le lettere vai “copernicane” vai a p. 95 al capoverso Il saggiatore vai a p. 95 al capoverso Il Dialogo sopra i due massimi sistemi vai a p. 95 al capoverso Discorsi e dimostrazioni matematiche Il pensiero e la poetica 12. Quali sono i passaggi in cui si articola il metodo galileiano? 13. Che cosa contrappone Galilei al «mondo di carta» dei filosofi aristotelici? 14. Quali tra le opere di Galilei sono scritte in latino? 15. Quali aspetti caratterizzano la prosa di Galilei? vai a p. 96 al capoverso «Provando e riprovando» vai a p. 96 al capoverso L’importanza del volgare nelle opere di Galileo 16. Galilei scelse il latino o il volgare per le sue opere? Le risposte alle domande sono nell’Aula digitale: leggile sempre al termine del tuo lavoro, per verificare se effettivamente le tue conoscenze sono corrette. ­98 0080.unita3.indd 98 23/03/11 11:40 Unità 3 Galileo Galilei e la “nuova scienza” Percorso antologico Opera Testo Contenuti «Bellissima cosa... vedere il corpo della luna» • L’annuncio delle scoperte fatte con il cannocchiale Il saggiatore (1623) La favola dei suoni • La complessità della natura • La necessaria umiltà dello scienziato Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo (1632) I seguaci di Aristotele e l’ipse dixit (giornata seconda) • Il «mondo di carta» degli aristotelici • La «nuova scienza» e il metodo sperimentale Osservare per capire (giornata seconda) • La descrizione di un esperimento riproducibile e verificabile «Io... abiuro, maledico e detesto li suddetti errori» • Il rifiuto del copernicanesimo Sidereus Nuncius (1610) L’Abiura (1633) Anonimo, Galileo discute le sue teorie con un alto prelato, XIX secolo, Collezione privata. ­99 0080.unita3.indd 99 22/03/11 09:39 sezione 1 Il Seicento: un’epoca di contraddizioni Il saggiatore (1623) Il dibattito sulle comete L’opera La critica alla tradizione aristotelica Nel 1618, in seguito all’avvistamento di alcune comete, nel mondo scientifico prese vita un acceso dibattito sulla natura di quei corpi celesti. Il primo a intervenire nella discussione fu il gesuita Orazio Grassi (1583-1654), astronomo e matematico del Collegio romano, con la Disputa astronomica (1618), a cui rispose Mario Guiducci (15851646), un allievo di Galilei che nel Discorso sulle comete (1619) espresse l’opinione del maestro. Grassi replicò con la Libra astronomica ac philosophica (“Bilancia astronomica e filosofica”, 1619), pubblicata sotto lo pseudonimo di Lotario Sarsi. A questo punto intervenne Galilei in persona con Il saggiatore. Il titolo completo dell’opera di Galilei in real­tà è Saggiatore nel quale con bilancia squisita e giusta si ponderano le cose contenute nella Libra. Esso allude alla bilancetta di precisione (saggiatore) con cui gli orefici saggiano, ossia pesano, i metalli preziosi in modo da stabilire se sono puri o mescolati con altri di minor valore. Con questa metafora Galilei voleva sottolineare la maggior precisione ed esattezza scientifica delle proprie tesi rispetto a quelle, più grossolane e imprecise, del rivale. In concreto, però, l’immagine della bi- Saturno come appare in un disegno dagli lancia si riferisce anche all’impianto narrativo appunti originali di Galileo (1616), Firenze, dell’opera, che consiste in una vera e propria “pe- Biblioteca Nazionale. satura” del testo di Grassi, dal momento che Galilei procede citando brevi passi della Libra e commentandone poi gli enunciati. Così facendo, egli fa cadere l’avversario in frequenti contraddizioni, con l’intento di mettere in crisi il metodo usato e la «bestialissima ostinazione degli Aristotelici». Alle «girandole di parole» di Sarsi, Galilei contrappone la serietà del metodo sperimentale che procede con «la geometrica strettezza» del calcolo matematico, secondo lo studio diretto della natura che va oltre la semplice informazione dei sensi. L’operazione acquista rilievo anche da un punto di vista stilistico perché al pesante latino scolastico di Grassi viene contrapposto il volgare toscano, spigliato e arguto, che conferisce un’indubbia vivacità alle tesi galileiane. In realtà, la tesi sostenuta da Galilei che le comete siano solo il prodotto della rifrazione della luce dovuta ai raggi solari, è priva di fondamento, mentre quella di Grassi, che le riteneva corpi celesti dotati di moto circolare – seguendo in questo l’astronomo danese Tycho Brahe (1546-1601) – è assai più vicina alla verità. Ma ciò che conta sono gli argomenti, la forza polemica e la critica di Galilei verso chi accetta passivamente le convinzioni tramandate dall’antichità: più che affermare la propria tesi, egli intendeva confutare quella dell’avversario e, soprattutto, il metodo da questi usato, fondato interamente su incerte dimostrazioni geometriche e sul ricorso a molti autori antichi a sostegno delle proprie argomentazioni. ­100 0080.unita3.indd 100 22/03/11 09:39 Unità 3 Galileo Galilei e la “nuova scienza” La favola dei suoni (il saggiatore) Con questa pagina narrativa Galilei giustifica la propria ignoranza a proposito della natura delle comete: se l’uomo non riesce a spiegare la varietà dei fenomeni che tocca con mano, tanto meno potrà nutrire certezze su fenomeni tanto lontani da lui. contenuti L a complessità della natura L a necessaria umiltà dello scienziato elementi di pensiero e di poetica L ’importanza dell’osservazione L ’efficacia espressiva 5 10 15 20 25 1. quanto altri… discorrerne: quanto meno uno («altri») ne sa, tanto più ne parla in modo autorevole («risolutamente»). 2. all’incontro: al contrario. 3. renda... novità: renda più difficile e incerto («irresoluto») esprimere un’opinione («senten- Parmi d’aver per lunghe esperienze osservato, tale esser la condizione umana intorno alle cose intellettuali, che quanto altri meno ne intende e ne sa, tanto più risolutamente voglia discorrerne1; e che, all’incontro2, la moltitudine delle cose conosciute ed intese renda più lento ed irresoluto al sentenziare circa qualche novità3. Nacque già in un luogo assai solitario un uomo dotato da natura d’uno ingegno perspicacissimo4 e d’una curiosità straordinaria; e per suo trastullo5 allevandosi diversi uccelli, gustava molto del lor canto, e con grandissima meraviglia andava osservando con che bell’artificio6, colla stess’aria con la quale respiravano, ad arbitrio loro7 formavano canti diversi, e tutti soavissimi. Accadde che una notte vicino a casa sua sentì un delicato suono, né potendosi immaginar che fusse altro che qualche uccelletto, si mosse per prenderlo; e venuto nella strada, trovò un pastorello, che soffiando in certo legno forato e movendo le dita sopra il legno, ora serrando8 ed ora aprendo certi fori che vi erano, ne traeva quelle diverse voci, simili a quelle d’un uccello, ma con maniera diversissima. Stupefatto e mosso dalla sua natural curiosità, donò al pastore un vitello per aver quel zufolo; e ritiratosi in se stesso9, e conoscendo che se non s’abbatteva a passar colui10, egli non avrebbe mai imparato che ci erano in natura due modi da formar voci e canti soavi, volle allontanarsi da casa, stimando di potere incontrar qualche altra avventura. Ed occorse11 il giorno seguente, che passando presso a un piccol tugurio, sentì risonarvi dentro una simil voce; e per certificarsi12 se era un zufolo oppure un merlo, entrò dentro, e trovò un fanciullo che andava con un archetto, ch’ei13 teneva nella man destra, segando alcuni nervi tesi sopra certo legno concavo14, e con la sinistra sosteneva lo strumento e vi andava sopra movendo le dita, e senz’altro fiato ne traeva voci diverse e molto soavi. Or qual fusse il suo stupore, giudichilo15 chi participa dell’ingegno e della curiosità ziare») riguardo alle cose nuove. 4. perspicacissimo: molto acuto, intelligente. 5. trastullo: divertimento. 6. con che bell’artificio: con quale espediente, con quale abilità. 7. ad arbitrio loro: a loro piacimento. 8. serrando: chiudendo. 9. ritiratosi in se stesso: rimasto da solo. 10. conoscendo… colui: rendendosi conto che se al pastorello («colui») non fosse capitato a passare (di lì). 11. occorse: avvenne. 12. per certificarsi: per accertarsi. 13. ei: egli. 14. segando... concavo: sfregando alcune corde («nervi») tese sopra un legno vuoto all’interno. Galileo sta parlando del violino. 15. giudichilo: lo giudichi. ­101 0080.unita3.indd 101 22/03/11 09:39 sezione 1 Il Seicento: un’epoca labo di contraddizioni 30 35 40 45 50 55 60 65 che aveva colui; il qual, vedendosi sopraggiunto16 da due nuovi modi di formar la voce ed il canto tanto inopinati17, cominciò a creder ch’altri ancora ve ne potessero essere in natura. Ma qual fu la sua meraviglia, quando entrando in certo tempio si mise a guardar dietro alla porta per veder chi aveva sonato, e s’accorse che il suono era uscito dagli arpioni e dalle bandelle18 nell’aprir la porta? Un’altra volta, spinto dalla curiosità, entrò in un’osteria, e credendo d’aver a veder uno che coll’archetto toccasse leggiermente le corde d’un violino, vide uno che fregando il polpastrello d’un dito sopra l’orlo d’un bicchiero, ne cavava soavissimo suono. Ma quando poi gli venne osservato19 che le vespe, le zanzare e i mosconi, non, come i suoi primi uccelli, col respirare formavano voci interrotte, ma col velocissimo batter dell’ali rendevano un suono perpetuo, quanto crebbe in esso lo stupore, tanto si scemò20 l’opinione ch’egli aveva circa il sapere come si generi il suono; né tutte l’esperienze già vedute sarebbono state bastanti a fargli comprendere o credere che i grilli, già che non volavano, potessero, non col fiato, ma collo scuoter l’ali, cacciar sibili così dolci e sonori. Ma quando ei si credeva non potere esser quasi possibile che vi fussero altre maniere di formar voci, dopo l’avere, oltre a i modi narrati, osservato ancora tanti organi, trombe, pifferi, strumenti da corde, di tante e tante sorte21, e sino a quella linguetta di ferro che, sospesa fra i denti, si serve con modo strano della cavità della bocca per corpo della risonanza e del fiato per veicolo del suono22; quando, dico, ei credeva d’aver veduto il tutto, trovossi più che mai rinvolto23 nell’ignoranza e nello stupore nel capitargli in mano una cicala, e che né per serrarle la bocca né per fermarle l’ali poteva né pur diminuire il suo altissimo stridore, né le vedeva muovere squamme24 né altra parte, e che finalmente, alzandole il casso del petto25 e vedendovi sotto alcune cartilagini dure ma sottili, e credendo che lo strepito derivasse dallo scuoter di quelle, si ridusse a romperle per farla chetare, e che tutto fu in vano, sin che, spingendo l’ago più a dentro, non le tolse, trafiggendola, colla voce la vita, sì che né anco26 poté accertarsi se il canto derivava da quelle: onde si ridusse a tanta diffidenza del suo sapere, che domandato come si generavano i suoni, generosamente27 rispondeva di sapere alcuni modi, ma che teneva per fermo28 potervene essere cento altri incogniti ed inopinabili29. Io potrei con altri molti essempi spiegar la ricchezza della natura nel produr suoi effetti con maniere inescogitabili30 da noi, quando il senso e l’esperienza non lo ci mostrasse31, la quale anco talvolta non basta a supplire alla nostra incapacità; onde se io non saperò precisamente determinar la maniera della produzzion della cometa, non mi dovrà esser negata la scusa, e tanto più quant’io non mi son mai arrogato di poter ciò fare32, conoscendo potere essere ch’ella si faccia in alcun modo lontano da ogni nostra immaginazione; e la difficoltà dell’intendere come si formi il canto della cicala, mentr’ella ci canta in mano, scusa di soverchio33 il non sapere come in tanta lontananza si generi la cometa. G. Galilei, Il saggiatore, Milano, Feltrinelli, 1965 16. vedendosi sopraggiunto: rendendosi conto che esistevano. 17. inopinati: inimmaginabili, impensati. 18. arpioni... bandelle: gli «arpioni» sono i cardini infissi nel muro nei quali entra l’anello delle «bandelle» attaccate alle porte, che permettono ai battenti di girare su se stessi. 19. gli venne osservato: gli capitò di osservare. 20. si scemò: diminuì. 21. sorte: specie, tipi. 22. linguetta... suono: lo strumento descritto è lo “scacciapensieri”, costituito da una lamina metallica (la «linguetta») che, collocata davanti alla cavità della bocca, è fatta vibrare da un dito. 23. trovossi… rinvolto: si trovò più che mai avviluppato. 24. squamme: scaglie, lamelle. 25. il casso del petto: la cassa toracica. 26. né anco: neanche, nemmeno. 27. generosamente: umilmente. 28. teneva per fermo: considerava certo, era sicuro che. 29. incogniti ed inopinabili: sco- nosciuti e imprevedibili. 30. inescogitabili: che non possono essere immaginate. 31. quando... ci mostrasse: quando i sensi e l’esperienza non bastassero a dimostrarcelo. 32. tanto più... ciò fare: tanto più che io non mi sono mai attribuito il merito di saperlo fare. 33. scusa di soverchio: giustifica abbondantemente. ­102 0080.unita3.indd 102 22/03/11 09:39 A P r t 1 1 2 2 laboratorio di scrittura tipologia A Analisi di un testo in prosa Per esercitarti sulla prima prova dell’esame di stato, ti presentiamo un laboratorio corredato di aiuti che faciliteranno il tuo lavoro di analisi sul brano di Galilei “La favola dei suoni”. Per ripassare nel dettaglio la procedura della tipologia A, vedi il vol. Guida allo studio e all’esame di stato. 1. Comprensione del testo Guida all’elaborazione 1.1.Comprendere il significato letterale 1.2.Verificare la corretta comprensione ed elaborare i contenuti: parafrasi o riassunto Fa’ il riassunto del brano in un massimo di dieci righe. 2. Analisi del testo 2.1.Analizzare il livello contenutistico Come premessa al suo ragionamento, prima di enunciare la tesi, Galilei fa una considerazione di carattere generale sulla conoscenza umana: quale? Guida all’elaborazione Premessa: Chi meno sa, più crede di sapere; al contrario ... Sintetizza la tesi di Galilei. Considera ciò che Galilei dice dopo la favola Quali sono gli argomenti con cui l’autore sostiene la sua tesi? Sotto quale forma li enuncia? L’apologo rappresenta l’argomentazione di Galilei a sostegno della sua tesi. Ricostruisci le fasi attraverso le quali il protagonista raggiunge la consapevolezza di conoscere molte delle cause che sono all’origine dei suoni, ma non tutte: • osserva che gli uccelli producono suoni bellissimi usando la stessa aria che respirano; • Incontra il pastorello che suona lo zuffolo; • ecc. c. Analizzare il narratore e il punto di vista d. Analizzare il ritmo della narrazione e. Analizzare lo spazio Sottolinea sul testo i termini e le espressioni attraverso i quali il narratore presenta direttamente il personaggio; ricava altre informazioni dal suo comportamento e dalle motivazioni che lo spingono ad approfondire la ricerca sull’origine dei suoni. Laboratorio di scrittura 2.2.Analizzare la struttura e le tecniche di composizione del testo a. Analizzare fabula e intreccio b. Analizzare i personaggi Quali sono le caratteristiche più evidenti del carattere del protagonista dell’apologo? ­103 0080.unita3.indd 103 28/03/11 13:15 laboratorio tipologia a analisi di un testo in prosa Guida all’elaborazione 2.3.Analizzare il registro linguistico, il lessico, il tono, la struttura sintattica, il tipo di discorso Individua termini ed espressioni relative al campo semantico del suono. 2.4.Riconoscere il genere del testo A quale genere appartiene il Saggiatore? Rispondi sulla base delle tue conoscenze, facendo anche puntuali riferimenti al testo letto. 2.5.Riconoscere gli elementi di pensiero e di poetica Quali sono gli aspetti propriamente galileiani del metodo con cui il protagonista dell’apologo si avvicina ai fenomeni legati al mondo naturale? 2.6.Fare un commento Scrivi un commento al testo, soffermandoti in particolare sulla sua struttura. Fa’ attenzione al ricorso all’osservazione diretta e all’esperienza. Procedi così: • riconosci le parti in cui l’autore esprime le sue considerazioni e le parti di carattere narrativo; • spiega la funzione dell’apologo all’interno del brano 3. Interpretazione complessiva e approfondimenti Laboratorio di scrittura 3.1. Interpretare il testo Quale figura di scienziato emerge dalla lettura di queste pagine? 3.2. Fare un confronto intertestuale Metti a confronto il metodo argomentativo utilizzato da Galilei nella Lettera a Benedetto Castelli con quello adoperato in questo passo del Saggiatore. Quali differenze si possono cogliere? A quali motivi sono dovute? 3.3. Considerare gli aspetti extratestuali Le vicissitudini della vita di Galilei, strettamente legate alla sua attività di scienziato e alla sua produzione, si proiettano sullo sfondo di un’epoca di crisi e contrasti profondi. Contestualizza la figura di Galilei e le sue opere mettendole in relazione con i caratteri storico-culturali del tempo. Guida all’elaborazione Per rispondere alla domanda tieni presente le considerazioni che aprono e chiudono il brano e le caratteristiche del protagonista dell’apologo (vedi anche il punto 2.2 b). Rifletti per esempio sulle diverse finalità dell’opera, o sul diverso destinatario: motivi che possono giustificare le scelte di Galilei. Ti sarà utile far riferimento ai seguenti aspetti: • la dominazione spagnola in Italia; • la Controriforma; • i progressi della scienza; • le accademie letterarie e scientifiche; • il Barocco. ­104 0080.unita3.indd 104 22/03/11 09:39 Unità 3 Galileo Galilei e la “nuova scienza” Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo (1632) La prudenza di Galilei i Nel Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo Galilei espo­ne le proprie argomentazioni sui due sistemi, tolemaico e copernicano, senza parteggiare apertamente per il secondo, ma facendo capire chiaramente la sua ferma fede in esso. Nel Proemio «al discreto lettore» egli assume comunque un atteggiamento di grande cautela: infatti scrive di considerare la teoria di Copernico come «pura ipotesi matematica» e aggiunge di voler dimostrare che la condanna del copernicanesimo, decretata dalla Chiesa, era giusta, perché fondata sul riconoscimento della divina onnipotenza e sulla consapevolezza di quanto sia debole la conoscenza umana. Ma in realtà Galilei intendeva mettersi al riparo da possibili censure o condanne, consapevole che nel corso dell’opera non veniva soltanto contrastata la fisica di Aristotele, ma lo stesso metodo di conoscenza degli aristotelici, il cui errore più grave consisteva nell’impostare il discorso su premesse generali indimostrabili e cercare poi la conferma alle loro conclusioni nell’autorità della tradizione. Nonostante l’accortezza usata, però, il significato dell’opera era troppo esplicito e la Chiesa, nel 1633, inserì il Dialogo nell’Indice dei libri proibiti. Questo trattato scientifico-astronomico è articolato in 4 giornate di discussioni, ambientate nel palazzo Sagredo a Venezia, fra tre interlocutori: due gentiluomini defunti, che erano stati amici di Galilei, il fiorentino Filippo Salviati e il veneziano Giovan Francesco Sagredo, e Simplicio, filosofo aristotelico, personaggio fittizio dal nome molto significativo. • Salviati, portavoce dell’autore, dirige il dialogo ed impersona lo scienziato misurato, cauto ma sicuro di sé. Sostenitore della teoria copernicana, è convinto dell’utilità di un sereno confronto di idee e si dichiara pronto a riconoscere eventuali suoi errori, diffidente com’è nei confronti di chi pretende di sapere tutto. «Tale presunzione», dice, «non può avere principio da altro che dal non aver inteso nulla»; • Simplicio rappresenta la tradizione e difende le teorie aristoteliche e tolemaiche con tanta ostinata adorazione nei confronti di Aristotele da sembrare patetico. Quando Salviati e Sagredo, con ragionamenti incalzanti, smontano le teorie fisiche del suo mai contenuti del dialogo estro, alle loro domande non sa rispondere che: «È vero perché lo ha detto lui» (ipse dixit); • Sagredo, il padrone di casa, è un seguace delNella prima giornata viene confutata la teoria della diversa natura dei corpi celesti e della Terra. la «nuova scienza». Ha il ruolo di moderatore, ma presto fa da spalla a Salviati di cui condivide argomentazioni e prove. Irruento Nella seconda giornata viene provata la possibilità del moto di e focoso, si prende facilmente gioco di Simrotazione della Terra, già teorizzato da Copernico. plicio, arricchisce il dialogo di numerose digressioni e, con il suo buon senso, introduce alcune proposte metodologiche, come Nella terza giornata si esamina la possibilità del moto di rivoluzioquella di riformulare, all’inizio di una nuova ne della Terra intorno al Sole. riunione, gli argomenti trattati il giorno precedente o quella di discutere a parte eventuali questioni insorte a lato della principale, Nella quarta giornata è presentata la teoria sulle maree che, al fine di non rendere troppo complicata la secondo Galilei, dimostrerebbe il movimento della Terra. discussione. La struttura e i personaggi ­105 0080.unita3.indd 105 22/03/11 09:39 sezione 1 Il Seicento: un’epoca di contraddizioni I seguaci di Aristotele e l’ipse dixit (dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, giornata seconda) Nel brano seguente, con un esempio tratto dall’anatomia, è dimostrata l’infondatezza di alcune teorie aristoteliche e, soprattutto, è messa in luce l’osti- nazione di chi non rinuncia a seguire la tradizione anche quando l’esperienza diretta dimostra il contrario. contenuti Il «mondo di carta» degli aristotelici L a «nuova scienza» e il metodo sperimentale elementi di pensiero e di poetica L ’osservazione della natura come fonte della vera conoscenza Il carattere astratto e rigido del sapere aristotelico Io vi confesso che tutta questa notte sono andato ruminando1 le cose di ieri , e veramente trovo di molte belle nuove e gagliarde3 considerazioni: con tutto ciò mi sento stringere4 assai più dall’autorità di tanti grandi scrittori, ed in particolare...5 Voi scotete la testa, signor Sagredo, e sogghignate come se io dicessi qualche grande esorbitanza6. sagredo Io sogghigno solamente, ma crediatemi ch’io scoppio nel voler far forza di ritener le risa maggiori7, perché mi avete fatto sovvenire8 di un bellissimo caso, al quale mi trovai presente non sono molti anni, insieme con alcuni altri nobili amici miei, i quali vi potrei ancora nominare. salviati Sarà bene che voi ce lo raccontiate acciò9 forse il signor Simplicio non continuasse di creder d’avervi esso mosse le risa. sagredo Son contento. Mi trovai un giorno in casa un10 medico molto stimato in Venezia, dove alcuni per loro studio, ed altri per curiosità convenivano tal volta a veder qualche taglio di notomìa11 per mano di uno veramente non men dotto che diligente e pratico notomista12. Ed accadde quel giorno, che si andava ricercando l’origine e nascimento dei nervi, sopra di che è famosa controversia tra i medici Galenisti13 ed i Peripatetici14; e mostrando il notomista come, partendosi dal cervello e passando per la nuca, il grandissimo ceppo dei nervi15 si andava poi distendendo per la spinale16 e diramandosi per tutto il corpo, e che solo un filo sottilissimo come il refe17 arrivava al cuore, voltosi ad un gentil uomo ch’egli conosceva per filosofo peripatetico, e per la presenza del quale egli aveva con estraordinaria diligenza scoperto e mostrato il tutto, gli domandò s’ei restava ben pago e sicuro, l’origine dei nervi venir dal cervello e non dal cuore18; simplicio 2 5 10 15 20 1. ruminando: rimuginando, ripensando. Il verbo “ruminare”, (che indica la lunga masticazione tipica dei bovini) riferito a Simplicio è molto ironico. 2. le cose di ieri: cioè le discussioni svoltesi durante la prima giornata in cui si era parlato dell’aristotelismo e dei vari metodi scientifici. 3. gagliarde: efficaci, valide. 4. mi sento stringere: mi sento vincolato. 5. ed in particolare...: la reticenza che trattiene Simplicio dal nominare il suo maestro Aristotele nasce dal sogghigno di Sagredo. 6. esorbitanza: sproposito. 7. nel voler... le risa maggiori: nel voler trattenermi a forza dal ridere ancora di più. 8. sovvenire: ricordare. 9. acciò: affinché. 10. in casa un: in casa di un. 11. taglio di notomìa: sezione di anatomia. 12. notomista: anatomista. 13. Galenisti: seguaci di Galeno (129-216), famoso medico greco, autore di un trattato sull’anatomia. 14. Peripatetici: seguaci di Aristotele così chiamati perché il filosofo greco aveva l’abitudine di tenere le sue lezioni passeggiando (in greco, appunto, peripatéo, “passeggio”) nel giardino del Liceo d’Atene. 15. ceppo dei nervi: fascio di nervi. 16. la spinale: il midollo spinale posto nel canale vertebrale. 17. refe: filo molto sottile ma anche molto robusto, ottenuto dall’intreccio di più capi. 18. s’ei restava... dal cuore: se era davvero soddisfatto («pago») e convinto che l’origine dei nervi si trova nel cervello e non nel cuore, come affermava invece Aristotele. ­106 0080.unita3.indd 106 22/03/11 09:39 25 e - . e a o a e i , . 30 35 40 45 50 55 Galileo Galilei e la “nuova scienza” al quale il filosofo, dopo essere stato alquanto sopra di sé19, rispose: «Voi mi avete fatto veder questa cosa talmente aperta e sensata, che quando il testo d’Aristotile non fusse in contrario, che apertamente dice i nervi nascer dal cuore, bisognerebbe per forza confessarla per vera»20. simplicio Signori, io voglio che voi sappiate che questa disputa dell’origine dei nervi non è mica così smaltita21 e decisa come forse alcuno si persuade. sagredo Né sarà mai al sicuro, come22 si abbiano di simili contradditori: ma questo che voi dite non diminuisce punto la stravaganza della risposta del Peripatetico; il quale, contro a così sensata esperienza23, non produsse altre esperienze o ragioni d’Aristotile, ma la sola autorità ed il puro Ipse dixit24. simplicio Ma quando si lasci Aristotile, chi ne ha da essere scorta25 nella filosofia? Nominate voi qualche autore26. salviati Ci è bisogno di scorta nei paesi incogniti27 e selvaggi, ma nei luoghi aperti e piani i ciechi solamente hanno bisogno di guida; e chi è tale, è ben che si resti in casa; ma chi ha gli occhi nella fronte e nella mente, di quelli si ha da servire per iscorta28. Né perciò dico io che non si deve ascoltare Aristotile, anzi laudo29 il vederlo e diligentemente studiarlo, e solo biasimo il darsegli in preda30 in maniera che alla cieca si sottoscriva a ogni suo detto e senza cercarne altra ragione, si debbe avere31 per decreto inviolabile; il che è un abuso che si tira dietro un altro disordine estremo, ed è che altri non si applica più a cercar d’intender la forza delle sue dimostrazioni32. E qual cosa e più vergognosa che ’l sentir nelle publiche dispute, mentre si tratta di conclusioni dimostrabili33, uscir un di traverso34 con un testo, e bene spesso scritto in ogni altro proposito35, e con esso serrar la bocca all’avversario? Ma quando pure voi vogliate continuare in questo modo di studiare, deponete il nome di filosofi, e chiamatevi o istorici o dottori di memoria36; ché37 non conviene che quelli che non filosofano mai, si usurpino38 l’onorato titolo di filosofo. Ma è ben ritornare a riva, per non entrare in un pelago39 infinito, del quale in tutt’oggi non si uscirebbe. Però40, signor Simplicio, venite pure con le ragioni e con le dimostrazioni, vostre o di Aristotile, e non con testi e nude autorità, perché i discorsi nostri hanno a essere intorno al mondo sensibile, e non sopra un mondo di carta. G. Galilei, Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, in Opere, Torino, UTET, 1980 19. dopo essere... sopra di sé: dopo aver riflettuto alquanto. 20. Voi mi avete... per vera: voi mi avete dimostrato che la cosa è talmente evidente («aperta») e percepibile con i sensi («sensata»), che se («quando») Aristotele non affermasse il contrario, dicendo chiaramente («apertamente») che i nervi nascono dal cuore, bisognerebbe per forza ammetterla («confessarla») come vera. 21. smaltita: definita, spianata, chiara. 22. come: finché, fino a quando. 23. contro a... esperienza: di fronte a un’esperienza così evidente. 24. Ipse dixit: è una frase latina che significa: “lui stesso l’ha detto”. Se Aristotele avesse affermato anche il più assurdo e insostenibile principio, i suoi seguaci non si sarebbero arresi e avrebbero semplicemente pronunciato la ridicola frase «Ipse dixit». 25. chi ne ha da essere scorta: chi ci deve fare da guida. 26. qualche autore: Simplicio ha bisogno dell’autorevole affermazione di qualche filosofo per cedere di fronte alla realtà. 27. incogniti: sconosciuti, inesplorati. 28. chi ha gli occhi... per iscorta: è veramente questo, in sintesi, il credo di Galilei: bisogna osservare assiduamente la natura nelle sue manifestazioni per scoprirne i segreti e non invece affidarsi supinamente alle sentenze degli antichi filosofi. L’espressione «per iscorta» significa “come guida”. 29. laudo: lodo, approvo. 30. darsegli in preda: seguirlo ciecamente. 31. si debbe avere: si debba considerare. 32. ed è che... dimostrazioni: che nessuno si applichi più a cercare di comprendere la validità delle sue dimostrazioni. 33. conclusioni dimostrabili: tesi che si possono dimostrare (e non imporre d’autorità). 34. di traverso: di sghimbescio, senza alcuna logica. 35. in ogni... proposito: a proposito di un altro argomento. 36. dottori di memoria: l’espressione indica le persone che non sono esperte in alcun ramo dello scibile, ma procedono nei loro discorsi solo con citazioni imparate a memoria. 37. ché: perché. 38. si usurpino: si attribuiscano senza diritto. 39. pelago: mare. 40. Però: perciò. © RCS Libri S.p.A. - Divisione Education, Milano Unità 3 ­107 0080.unita3.indd 107 22/03/11 09:39 sezione 1 Il Seicento: un’epoca di contraddizioni Per lavorare sul testo Nel dialogo, che riproduce la spontaneità e la scioltezza della conversazione, risalta in modo particolare il sottile gioco di arguzie tra Sagredo e Salviati che prendono garbatamente in giro Simplicio. All’inizio Sagredo racconta di un’indagine anatomica circa l’origine dei nervi a cui ha assistito: un aristotelico, posto davanti a un esperimento che dimostrava chiaramente che Aristotele sbaglia, ammetteva la chiarezza e la perfetta comprensibilità («cosa... aperta e sensata») dello studio fatto dal medico, restando comunque fedele al dettato del filosofo. Simplicio a questo punto prende le difese dell’aristotelico, mentre Sagredo, con una nuova stoccata ironica, sottolinea che è stupefacente che, di fronte a una così chiara esperienza, si preferisca rifugiarsi nell’autorità d’Aristotele, simboleggiata dal motto Ipse dixit. Ma nepverso l’esame pure questo fa desistere Simplicio che chiede ai suoi interlocutori quale autorità potrebbe mai sostituire quella del filosofo greco. Interviene allora Salviati (alter ego di Galilei) per mettere in guardia da due pericoli: la totale acquiescenza all’autorità aristotelica o a qualsiasi altra, e il rischio che, di conseguenza, non si usi più il ragionamento, neppure per capire le dimostrazioni del filosofo greco. Coloro che si dichiarano aristotelici spesso citano il parere del maestro a sproposito e sono incapaci di un vero confronto con gli altri. Salviati conclude pregando Simplicio di usare tutte le ragioni e gli argomenti («dimostrazioni») che vuole, ma di abbandonare i libri e il richiamo all’autorità: la loro discussione deve avere per oggetto la realtà («mondo sensibile») e non una cultura libresca e inutile («mondo di carta»). Analisi di un testo in prosa 1a prova, tip. A comprensione analisi Il riassunto Il lessico 1. R iassumi il brano letto in un massimo di quindici righe, tenendo presente che si tratta di un testo argomentativo. 5. C he cosa significa l’espressione evidenziata nella frase seguente: «ma chi ha gli occhi nella fronte e nella mente, di quelli si ha da servire per iscorta»? Galilei e Aristotele L’ironia di Sagredo e Salviati 2. Qual è la reazione dell’aristotelico alla dimostrazione dell’anatomista sull’origine dei nervi? 6. Individua nel testo tutti i passi in cui è evidente l’atteggiamento ironico di Sagredo e Salviati verso Simplicio e spiega in che cosa consiste l’ironia. La conoscenza della realtà 3. D i che cosa deve fidarsi chi vuole conoscere veramente il mondo materiale? 4. Qual è la differenza tra il «mondo sensibile» e quello di carta? verso l’esame 1a prova, tip. D I limiti della scienza 8. Galilei costrinse filosofi e teologi a riflettere su come interpretare le Sacre Scritture; in termini più moderni, su come coniugare scienza e fede. La figura di Simplicio 7. Attraverso le sue parole, o quello che di lui dicono gli altri interlocutori, ricostruisci la figura di Simplicio: le sue idee, il suo modo di esprimersi, il suo atteggiamento nei confronti della realtà e della conoscenza. Tema di ordine generale Esponi le tue considerazioni sull’attualità del pensiero galileiano alla luce dell’odierna ricerca scientifica non sempre in linea con i limiti imposti dalla morale. ­108 0080.unita3.indd 108 22/03/11 09:39 Unità 3 Galileo Galilei e la “nuova scienza” Osservare per capire (dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, giornata seconda) Il brano seguente, nel quale è espressa con chiarezza e vivacità la teoria della relatività del moto, ci offre un esempio di come, nella prosa galileiana, il rigore scientifico riesca a combinarsi con una grande carica divulgativa e comunicativa, anche per chiarire concetti non facili. Le esperienze sensibili e le osservazioni pratiche riportate da Galilei facilitano la comprensione del ragionamento scientifico e lo rendono verificabile sul piano concreto. contenuti La descrizione di un esperimento riproducibile e verificabile elementi di pensiero e di poetica L’importanza dell’osservazione nella formulazione di una legge 5 10 15 20 1. Riserratevi: chiudetevi. 2. gran navilio: una grande nave. 3. siavi: vi sia. 4. anco: anche. 5. entrovi: (vi siano) dentro. 6. vadia: vada. 7. di angusta bocca: con il collo stretto. 8. le stille: le gocce. Riserratevi1 con qualche amico nella maggiore stanza che sia sotto coverta di alcun gran navilio2, e quivi fate d’aver mosche, farfalle e simili animaletti volanti; siavi3 anco4 un gran vaso d’acqua, e entrovi5 de’ pescetti; sospendasi anco in alto qualche secchiello, che a goccia a goccia vadia6 versando dell’acqua in un altro vaso di angusta bocca7, che sia posto a basso: e stando ferma la nave, osservate diligentemente come quelli animaletti volanti con pari velocità vanno verso tutte le parti della stanza; i pesci si vedranno andar notando indifferentemente per tutti i versi; le stille8 cadenti entreranno tutte nel vaso sottoposto; e voi, gettando all’amico alcuna cosa, non più gagliardamente la dovrete gettare verso quella parte che verso questa, quando le lontananze sieno eguali9; e saltando voi, come si dice, a piè giunti, eguali spazii passerete verso tutte le parti10. Osservate che avrete diligentemente tutte queste cose, benché niun dubbio ci sia che mentre il vassello11 sta fermo non debbano succeder così, fate muover la nave con quanta si voglia velocità; ché12 (pur che il moto sia uniforme e non fluttuante in qua e in là) voi non riconoscerete una minima mutazione in tutti li nominati13 effetti, né da alcuno di quelli potrete comprender se la nave cammina o pure sta ferma: voi saltando passerete nel tavolato i medesimi spazii che prima, né, perché la nave si muova velocissimamente, farete maggior salti verso la poppa che verso la prua, benché, nel tempo che voi state in aria, il tavolato sottopostovi scorre verso la parte contraria al vostro salto14; e gettando alcuna15 cosa al compagno, non con più forza bisognerà tirarla, per arrivarlo16, se egli sarà verso la prua e 9. e voi... eguali: e voi, nel lanciare all’amico un qualche oggetto, quando siete a una distanza uguale dai due lati della stanza («quando le lontananze siano uguali») la dovrete lanciare in tutte e due le direzioni con la stessa forza («non più gagliardamente»). 10. e saltando... le parti: e saltan- do a piedi uniti («a piè giunti») vi muoverete di una stessa distanza («eguali spazii») verso tutte le direzioni («porti»). 11. vassello: vascello, nave. 12. ché: perché. 13. nominati: sopra citati. 14. il tavolato... salto: le tavole del pavimento della stanza che sono sotto i vostri piedi scorrono nella direzione opposta a quella in cui voi avete saltato. Il movimento del pavimento, che è il movimento della nave stessa, non si somma al movimento fatto dallo sperimentatore. 15. alcuna: qualche. 16. per arrivarlo: per raggiungerlo. ­109 0080.unita3.indd 109 22/03/11 09:39 sezione 1 Il Seicento: un’epoca di contraddizioni 25 30 35 voi verso poppa, che se voi fuste situati per l’opposito17; le gocciole cadranno come prima nel vaso inferiore, senza caderne pur una verso poppa, benché, mentre la gocciola è per aria, la nave scorra molti palmi18; [...] le farfalle e le mosche continueranno i loro voli indifferentemente verso tutte le parti, né mai accadera che si riduchino19 verso la parte che riguarda la poppa, quasi che fussero stracche in tener dietro20 al veloce corso della nave, dalla quale per lungo tempo, trattenendosi per aria, saranno state separate; se abbruciando alcuna lagrima d’incenso si farà un poco di fumo21 vedrassi ascender in alto ed a guisa di nugoletta22 trattenervisi, e indifferentemente muoversi non più verso questa che quella parte. E di tutta questa corrispondenza d’effetti ne è cagione23 l’esser il moto della nave comune a tutte le cose contenute in essa ed all’aria ancora, che per ciò dissi io che si stesse sotto coverta; ché quando si stesse di sopra e nell’aria aperta e non seguace del corso della nave24, differenze più e men notabili25 si vedrebbero in alcuni de gli effetti nominati. G. Galilei, Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, cit. 17. fuste... l’opposito: foste collocati nella posizione contraria. 18. palmi: il palmo è una misura antica che corrisponde a circa 25 centimetri. 19. né... riduchino: non accadrà mai che si dirigano solamente. 20. stracche... dietro: stanche per lo sforzo di stare al passo. 21. se... fumo: se, dando fuoco a qualche chicco d’incenso, si produrrà del fumo. 22. vedrassi... nugoletta: si vedrà salire in alto in forma di nuvoletta. 23. cagione: causa. 24. ché quando... nave: che, se si stesse sopra e all’aperto, senza seguire («non seguace») il movimento della nave. 25. notabili: degne di nota. Per lavorare sul testo Il brano si presenta come un lungo monologo, in cui Salviati (è lui che parla) spiega uno dei princìpi fondamentali della scienza galileiana: quello della relatività del moto. In particolare, quello che Galilei vuol sottolineare è che l’eventuale moto del sistema di riferimento (in questo caso la nave su cui si trova lo sperimentatore) non influisce sui fenomeni che avvengono al suo interno, purché si tratti di un sistema chiuso, cioè senza contatti con l’esterno, come è, appunto, la cabina della nave. Uno degli argomenti contro la teoria eliocentrica era che, se la Terra fosse in movimento (intorno al Sole e intorno al proprio asse), noi dovremmo sperimentare i segni di tale fenomeno; lo scopo dell’esperimento ideato da Galileo è quello di far comprendere, con un esempio facilmente riproducibile da chiunque, come sia invece possibile che noi non avvertiamo il moto terrestre. verso l’esame Galilei aggiunge alla scena alcuni tocchi di realismo, come la presenza degli animaletti, la forma del vaso, i pesciolini che nuotano: sono elementi che rafforzano nel lettore la sensazione di assistere a un fenomeno comprensibile anche ad un pubblico non di specialisti. In questa scelta si esprime il pragmatismo dello scienziato moderno: nei secoli precedenti coloro che investigavano la natura erano spesso rappresentati come maghi, alchimisti, figure inquietanti che penetravano i segreti della realtà per dominarla e soggiogarla. Galilei invece trasforma la scienza in una straordinaria esperienza intellettuale aperta anche a coloro che non sono scienziati trattando gli argomenti scientifici in una lingua insieme vivace e rigorosa. Analisi di un testo in prosa 1a prova, tip. A comprensione Animali e oggetti 1. P erché sulla nave sono stati portati mosche, farfalle e simili animaletti? 2. Quale esperimento è collegato alla presenza del vaso? Perché nel vaso ci sono i pesci? La nave 3. C he ruolo svolge la nave nell’esperimento? Con quale corpo celeste la possiamo identificare? Il moto 4. Q uali sono gli esperimenti sul moto che si devono fare sulla nave? ­110 0080.unita3.indd 110 22/03/11 09:39 Unità 3 5. Quali mutamenti avvengono quando gli esperimenti sono ripetuti con la nave in movimento? analisi Galileo Galilei e la “nuova scienza” Le sequenze 7. Dividi il testo in sequenze e da’ loro un titolo. Per esempio: la sequenza che va da «Rinserratevi» a «tutte le parti» (rr. 1-12) potrebbe intitolarsi “Preparazione e analisi della prima parte dell’esperimento”. La prosa galileiana 6. N el brano compaiono reiterati inviti a fare e a osservare ciò che accade. Rintraccia nel testo tutti i termini che appartengono al campo semantico dell’osservazione e a quello dell’azione. 8. L a prosa di Galilei si basa sul rigore, la chiarezza e la forza argomentativa, caratteristiche che, unite a una notevole vivacità, rendono piacevole la lettura. Rintraccia nel brano questi aspetti facendo precisi riferimenti al testo. la critica Il lessico la prosa scientifica di galileo Nel brano che riportiamo il critico Raffaele Spongano si sofferma su alcune caratteristiche della prosa scientifica di Galileo. S i dice comunemente: il vigore e la chiarezza della prosa di Galileo nascono dalla osservazione stessa della verità. Il che non è esatto, perché Galileo difese e sostenne anche molti errori. Tutta l’ultima giornata del Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo sostiene una tesi erronea, la teoria cioè della marea considerata come una riprova ineccepibile della dottrina copernicana. E il vigore con cui la sostiene non è minore che nelle altre giornate. Non l’osservazione ma lo spirito, l’amore e l’ardore della verità, la passione e la personale convinzione di profondare la propria mente nel vero dànno tutta la forza d’ispirazione alla parola di Galileo e la rendono efficace e, per essere efficace, assolutamente chiara e propria e punto metaforica, punto esagerata, punto sensibilizzata da ombre e penombre del sentimento. La chiarezza stessa dell’argomentazione, d’al­tra parte, è falso che nasca dal rigore matematico, quasi questo possa avere per sé virtù alcuna e potere stilistico; essa è invece una qualità sovrana del- la mente di Galileo, creatrice e ispiratrice di quel rigore. Se bastasse pensare matematicamente per essere chiari, tutti i più puri matematici sarebbero purissimi stilisti. [...] Uno dei caratteri della sua prosa è, invece, in tanta copia1 di ragionamenti matematici e descrizioni di fenomeni e di esperienze, l’orizzonte spirituale che essi aprono, cioè l’ampiezza di visione filosofica che essi contengono, e da cui deriva, insieme con la pacatezza della forma, il concetto immenso che la sua prosa suggerisce. Forse, se questa fosse più animata e vibrante in quelle pagine di alta scienza, persino quest’impressione svanirebbe. La severità e profondità di pensiero non consentono respiro diverso che quel periodare ampio e potente, di cui tuttavia il lettore ammira la grandezza, per nulla invitato ad analizzarne i congegni, come dinanzi alla grandiosa meraviglia dell’universo, quando l’abbracciamo rapiti, senza soffermarci sulle ragioni di quell’ordine. Il motivo è che, per quanto la mente di Galileo indaghi proprio quelle ragioni, l’anima sua è sempre profondamente rapita dal mistero e dalla sua immensità che la supera: rapita, e tuttavia non turbata. da R. Spongano, Galileo scrittore, in “Studi e problemi di critica testuale” 42, aprile 1991 Per comprendere 1. D a cosa nasce, secondo il critico, la chiarezza della prosa galileiana? 2. Quali effetti produce sul lettore la scrittura di Galileo? 3. P er Spongano esiste un legame tra la chiarezza dello stile e la dimostrazione della verità? Perché? Per approfondire 4. In quale dei brani di questa unità hai riscontrato uno stile simile a quello descritto dal critico? Rispondi in un breve elaborato con precisi riferimenti testuali a sostegno delle tue argomentazioni. 1. copia: abbondanza. ­111 0080.unita3.indd 111 22/03/11 09:39 sezione 1 Il Seicento: un’epoca di contraddizioni Mappa concettuale Galileo Galilei e la “nuova scienza” G a b s d u m c Galilei e il suo tempo STORIA ECONOMIA SOCIETÀ CULTURA • Pace di Cateau-Cambrésis (1559). • Fine del concilio di Trento (1563). • L’Europa sconvolta dalla guerra dei Trent’anni (1618-1648). • Declino della potenza spagnola. • La prima rivoluzione inglese (1642-1660). • Crisi economica, stagnazione, eccessivo fiscalismo. • Impoverimento di una larga parte della popolazione nelle campagne e nelle città. • E migrazione dalle campagne. • Controriforma cattolica. • Barocco. • Nascita delle accademie. Galileo Galilei (1564-1642) LA VITA LE OPERE • Nasce a Pisa nel 1564. • Compie studi umanistici per poi dedicarsi esclusivamente a quelli scientifici. • È nominato professore all’università di Padova (1592). • Costruisce il cannocchiale (1609). • Si trasferisce a Firenze (1610). • Processo a Roma presso il Sant’Uffizio (1632-1633) e condanna. • Dopo l’abiura (1633) si ritira ad Arcetri, dove muore nel 1642. • Sidereus Nuncius (1610): trattato in latino in cui Galilei descrisse le scoperte rese possibili dall’utilizzo del cannocchiale, tra le quali i quattro satelliti di Giove (che lo scienziato chiamò Medicei), la struttura della Via Lattea, i rilievi montuosi della Luna. • Lettere copernicane (1613-1615): quattro lettere sul tema della libertà della ricerca scientifica in rapporto alla fede e in difesa della teoria copernicana. • Il saggiatore (1623): trattato sulla natura delle comete scritto in polemica contro l’opera del gesuita aristotelico Orazio Grassi, il quale, seguendo le orme dell’astronomo Tycho Brahe, riteneva le comete corpi celesti dotati di orbita circolare. Con una prosa in volgare agile, limpida e chiara, Galileo demolisce la tesi dell’avversario per dimostrare che, in realtà, le comete non sono altro che effetti luminosi dovuti alla rifrazione dei raggi solari (in realtà, la teoria di Grassi era molto più vicina alla verità). • Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo (1632): nonostante nella presentazione dell’opera Galilei assuma un tono prudente e affermi di considerare il modello cosmologico copernicano come una pura ipotesi di lavoro, il testo è la maggiore difesa del copernicanesimo e il più rigoroso attacco al metodo di ricerca degli aristotelici. Il dialogo si articola in quattro giornate e intorno a tre personaggi: Salviati, vero portavoce dell’autore, sostenitore del modello copernicano; Simplicio, l’aristotelico difensore del modello tolemaico; Sagredo, il padrone di casa, all’inizio moderatore della discussione, ma presto sostenitore di Salviati. IL PENSIERO E LA POETICA • Profonda fiducia nel­ l’osservazione diretta («certe dimostrazioni») e nell’esperienza come unica fonte di conoscenza («sensata esperienza»). • C o n t r a p p o s i z i o n e netta tra chi sa leggere il libro della natura e del mondo osservandolo con i propri occhi e chi invece si basa su testi scritti da altri. • Superamento della tradizione aristotelica: ciò che dice Aristotele non può essere vero di per sé, ma, come qualsiasi altro dato, deve essere passato al vaglio dell’analisi scientifica. • Preferenza per la lingua volgare. D s r c r s d “ P n r c ­112 0080.unita3.indd 112 22/03/11 09:39 Unità 3 Per il ripasso Galileo Galilei e la “nuova scienza” in Sintesi Galileo Galilei e la “nuova scienza” LA VITA Galileo Galilei nacque a Pisa nel 1564. Inizialmente avviato a una formazione di tipo umanistico, mostrò ben presto una grande passione per le discipline scientifiche. Dedicatosi allo studio della medicina e della matematica, intraprese la carriera di docente universitario prima a Pisa e poi a Padova, come matematico e studioso di fisica. Nel 1609 Galilei costruì il cannocchiale che gli permise alcune importanti scoperte astronomiche pubblicate nel Sidereus Nuncius (“Il messaggero delle stelle”). Nel 1610 Galilei si recò a Firenze dove fu nominato matematico e filosofo di corte e si dedicò intensamente a studi e ricerche. Le sue posizioni vicine al copernicanesimo gli valsero nel 1616 un primo ammonimento dal Sant’Uffizio. Nel 1632, dopo la pubblicazione del Saggiatore e del Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, iniziò contro di lui un processo presso il Sant’Uffizio conclusosi con la sua condanna (1633), in seguito alla quale dovette abiurare le proprie idee. Galilei trascorse l’ultimo periodo della sua vita nella casa di Arcetri dove continuò i suoi studi e le sue ricerche fino alla morte, avvenuta nel 1642. Le opere Durante gli anni giovanili, Galilei nutrì interesse non solo per le materie scientifiche, ma anche per la letteratura, in particolare per Dante, per Ariosto e Tasso, cui dedicò testi di analisi letteraria. La passione per la ricerca scientifica ebbe però il sopravvento e Galilei si avvicinò sempre di più al copernicanesimo, che difese in un gruppo di lettere dette appunto lettere “copernicane” (1613-1615). Pochi anni dopo, Galilei intervenne nel dibattito sulla natura delle comete con Il saggiatore (1623), un’opera polemica scritta con grande vivacità e spirito critico in cui contestava le tesi del gesuita Orazio Grassi. Sempre più convinto della validità del copernicanesimo, Galilei pubblicò nel 1632 il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo: tolemaico e copernicano. L’opera, benché uscita con l’autorizzazione ecclesiastica, venne ben presto censurata perché diffondeva tesi considerate eretiche. Galilei, ritiratosi nella sua casa di Arcetri, nel 1638 pubblicò in Olanda, la sua ultima e più importante opera scientifica: Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze attinenti alla meccanica e ai movimenti locali. il pensiero e la poetica Galilei lasciò in eredità alla scienza moderna il suo modo di fare ricerca, che possiamo sintetizzare nei due momenti dell’osservazione e verifica sperimentale («sensata esperienza») e dell’elaborazione di un modello di spiegazione matematica («certe dimostrazioni»). Partendo dal presupposto che la natura è regolata da leggi interne, Galilei cercò di scoprirle e di dare loro una formulazione certa e universale, partendo da ipotesi confermate dall’esperimento. Dal punto di vista letterario, l’opera di Galilei rappresenta il primo esempio di prosa scientifica italiana caratterizzata da chiarezza di ragionamento e rigore nella descrizione dei fenomeni e delle ricerche. Per quanto riguarda la lingua, permane il bilinguismo latino-italiano. Il latino era ancora il veicolo della cultura riservato ai dotti e Galilei lo usò nel Sidereus Nuncius e nella sezione matematico-dimostrativa dei Discorsi, che dovevano comunicare le sue scoperte a tutto il mondo scientifico; usò invece la lingua volgare nelle altre opere. La concezione empirica del sapere, infatti, aveva bisogno di nuovi mezzi espressivi e l’uso del volgare soddisfaceva l’esigenza di eleganza letteraria e allo stesso tempo favoriva la trasmissione del sapere a un pubblico sempre più vasto. Per l’approfondimento Itinerario multimediale Nell’Aula digitale vengono suggeriti numerosi siti dove potrai approfondire i contenuti dell’unità, scoprire curiosità, opere artistiche, film legati agli argomenti trattati. ­113 0080.unita3.indd 113 22/03/11 09:39