12/05/2021 IL CROLLO DEGLI IMPERI COLONIALI; L’INDIA DI GHANDI Abbiamo visto come la Prima guerra mondiale da avvio ad un processo di decolonizzazione affermando che l’uomo bianco essendo superiore ha il dovere di colonizzare questi popoli che da soli non sarebbero stati capaci di modernizzarsi e di civilizzarsi. La guerra è uno spartiacque fondamentale perché svela come nonostante l’Europa sia avanzata, che non ha nessun tipo di superiorità morale e quindi alcune élite dei paesi modernizzati cominciano a pensare ad ottenere l’autonomia. Vediamo però anche come molti degli uomini che si intestano la liberazione dei vari paesi, hanno studiato in Europa, prendono i modelli politici europei ibridandoli con i loro; quindi, non si ha una totale separazione dall’Europa. Abbiamo visto per la Cina e per il Giappone la diversità nei loro processi di modernizzazione. L’INDIA Essa a partire dalla metà dell’800 era diventata colonia inglese, in quanto importantissima dal punto di vista commerciale. Alla fine, dell’800 è un paese sicuramente molto più povero della Cina. In india c’è una divisione di tipo religioso (induisti e musulmani) e queste divisioni erano state utilizzate dalla g.b una volta appoggiandosi alle élite musulmani altra a quelle induiste, in tal modo si creavano scontri tra le due. Agli inizi del 900 abbiamo in india, due organizzazioni politiche: Congresso nazionale indiano (rappresenta gli indù) Lega musulmana (rappresenta i musulmani) Durante la Prima guerra mondiale essi avevano cercato di raggiungere una linea politica comune in funzione delle gran Bretagna. Nell’esercito della gran Bretagna erano stati arruolati numerosi indiani (durante la guerra erano le colonie a fornire uomini e merci). Gli indiani pensavano che l’Inghilterra a guerra finita avrebbe concesso qualche forma di autonomia ma invece a guerra finita la gran Bretagna conferma le leggi eccezionali di guerra che stabilivano: zero autonomia carcere senza processo per chi avesse manifestato contro la gran Bretagna Dentro questa situazione emerge la figura di Ghandi. Ghandi è figlio della borghesia indiana (uomo ricco che spende la sua vita in favore dei poveri). Ghandi è un indù influenzato dal jaismo che si fonda sul principio della non violenza agli integrali tanto che dice “ognuno si può opporre ai soprusi però attraverso forme di resistenza pacifica e questo tipo di lotta è più pericolosa della lotta violenta”. Ghandi cercherà sempre di trovare un accordo con i musulmani accordi che i musulmani non accettano perché non accettano la lotta non violenta. Tra il 20 e il 22 lancia la c.d campagna per la non cooperazione (invita gli indiani a ritirarsi dalle scuole, bruciare i vestiti provenienti dall’Inghilterra ecc.). Ghandi ha posizioni molto interessanti anche sul ruolo della donna, proponendo l’emancipazione delle donne e l’abolizione della casta degli intoccabili (uomini che fanno mestieri considerati impuri ostetriche, lavandaie, netturbini ecc..). Nel 1922 viene arrestato e quando esce dal carcere non abbandona la sua lotta politica e addirittura lancia la c.d marcia del sale (sul sale vige il monopolio inglese e una serie di leggi stabiliscono che nessuno si può fare il sale da sé e raccogliere quello prodotto dal mare). A questo punto l’Inghilterra capisce che deve reagire e invita Ghandi a Londra per parlare con il primo ministro mc Donald. Ghandi però non viene ricevuto quando arriva però questo viaggio come gli altri gli consente di acquisire una sorta di status internazionale. Quindi torna da Londra mani vuote, il governo inglese lo fa arrestare e lancia una forma di protesta nuova (lo sciopero della fame). A quel punto il governo britannico concede una costituzione all’india che tecnicamente non accontenta le aspirazioni dei musulmani e degli indù. IL MONDO ISLAMICO: l’impero ottomano aveva partecipato alla Prima guerra mondiale a fianco degli imperi centrali perdendo e rifiutando le clausole della pace di Versailles con l’azione di Mustafa Kamal e facendo sì che nascesse la Turchia. A noi interessa il tema del radicalismo religioso islamico. Nel 1924 nasce la repubblica di Turchia e ciò sbarella il mondo musulmano anche perché ciò che è rimasto del mondo islamico è sotto il controllo occidentale (Tunisia e Marocco alla Francia, la Libia l’Italia, l’Egitto alla gran Bretagna che ne controlla forze armate, politica estera e sistema della giustizia, Siria libano ecc. sono in mano a gran Bretagna e Francia. Gli unici tre stati autonomi sono: Turchia persia ed Arabia saudita). I tre stati autonomi attuano modelli di sviluppo che non fanno altro che disorientare i fedeli musulmani. ARABIA SAUDITA Fin dal 1922 Saud (capo di un principato tribale) ha conquistato la capitale e si è proclamato imam (massima autorità religiosa. Fondamentalmente il suo potere si basa sull’esercito attraverso il quale riesce a conquistare medina e la mecca e riesce ad includerle nei confini di un nuovo stato (il regno dell’Arabia saudita). Il sovrano è sia capo militare che religioso. Fondamentalmente l’arabi saudita ha una struttura di potere basata sulle politiche matrimoniale (far sposare i suoi figli con figli di altri capi tribali e stringere alleanza. Quindi è uno stato molto tradizionale dal punto di vista politico. È un sistema politico che non guarda quindi ai modelli europei. Il grande limite è l’arretratezza economica. Il petrolio ancora non c’è e le prime trivellazione avvengono negli anni 30 del 900 e il petrolio verrà scoperto tra il 39 e il 40. Quindi è uno stato Religiosamente molto compatto Arretrato economicamente TURCHIA Dal 1923 è diventata una repubblica e il suo capo Mustafa Kemal proclamato presidente della repubblica a vita. Egli è anche a capo del partito repubblicano del popolo. Nel 1925 fa però un colpo di stato mettendo fuori legge tutti i partiti così da creare un sistema autoritario a partito unico perfezionato con la costituzione del 1937 che stabilisce che esiste un parlamento con candidati scelti dal partito repubblicano e che si vota con voto palese attraverso plebiscito (ci fa pensare al modello fascista e al correlato gran consiglio). Prendendo spunto dagli altri regimi totalitari attua anche una politica di costituzione della sua mitologia. Kemal vuole costruirsi un mito per cui è lui che rappresenta la vera essenza della Turchia. L’aspetto interessante è che Kemal avvia una rapida modernizzazione della Turchia attraverso Laicizzazione Occidentalizzazione Abolisce il titolo di califfo, vieta le confraternite islamiche, vieta il fex, l’islam non è più religione di stato, sostituisce l’alfabeto arabo con quello latino, tutti devono dotarsi di un cognome sul modello europeo. Sopprime le scuole coraniche, emancipazione femminile ecc. per essere appartenenti alla Turchia bisogna parlare turco ed essere musulmani. Gruppi di popolazione si oppongono a questa sorta di turchizzazione. In particolare, si oppongono i kurdi, i quali essendo musulmani osservanti non vedevano bene Kamal. PERSIA Aveva vissuto un profondo periodo di semianarchica, addirittura si era prospettata l’ipotesi che potesse diventare una colonia russa britannica. Ma nel 1923 Reza Khan si proclama il nuovo Shah fondando la dinastia dei pahlavi e si mette al controllo della persia che dal 1935 si chiamerà Iran. Il modello di riferimento dello shah è quello di Kemal. Vuole quindi da una parte una forma dittatoriale sostenuta dall’esercito e una forte modernizzazione. Non a caso fa Riforma dell’esercito Riduce il potere dei muijadin Vara nuovi codici giuridici che si discostano dalla sharia Riforma del sistema educativo in senso laico (viene tolto il monopolio dell’educazione ai capi religiosi) Il punto debole è il settore economico perché se è vero che il settore petrolifero è già avviato, il problema è che il controllo delle risorse petrolifere persiano è nelle mani degli inglesi. Quindi c’è un’opposizione contro gli occidentali che sfruttano il territorio persiano, un’opposizione delle popolazioni rurali che restano fuori ed in una situazione di sottosviluppo. Questo porta costantemente rivolte contro lo shah le cui tra l’altro riforme non erano tollerate dai musulmani. A noi interessa che questi tre stati autonomi che sono rimasti all’interno dell’impero ottomano, hanno dei caratteri peculiari e divergenti perché: l’Arabia esaudita è uno stato religiosamente ortodosso con struttura feudale Turchia e Persia hanno fatto una rapida modernizzazione ma a spese dell’islam. Quindi in un certo senso il mondo islamico si sente frustato da questa situazione e le soluzioni sono due: lanciare movimenti nazionalisti antioccidentali (come avviene in india) lanciare un nuovo radicalismo religioso islamico che vuole fare della jihad il suo strumento d’azione per costruire uno stato islamico sono gli anni in cui l’organizzazione della fratellanza musulmana ha una grande diffusione e la quale idea: l’indebolimento del mondo islamico è dovuta alla penetrazione delle idee occidentali e per uscire da questa situazione i paesi islamici devono tornare integralmente all’islam, attraverso la jihad contro gli infedeli e in funzione difensiva(moderato). Un altro tizio ha una teoria molto più drastica in quanto per restaurare l’islam deve esserci un’operazione che porti alla sostituzione della sovranità popolare con la sovranità di dio. Sin sai primi anni del 900 era nata l’organizzazione sionista mondiale che immaginava una patria per gli ebrei che doveva essere la Palestina. A partire dal 900 alcuni nuclei di ebrei iniziano a trasferirsi in Palestina. Allo scoppio della Prima guerra mondiale il gov inglese aveva rilasciato una dichiarazione in cui aveva detto che guardava con favore alla creazione di una dimora in Palestina per gli ebrei. All’inizio degli anni 20 gli inglesi appoggiano queste colonie ebree e gli consentono di dotarsi di un’organizzazione paramilitare che prende il nome di “difesa”. Il problema è che però inizia a nascere un movimento di opposizione arabi-palestinese contro l’immigrazione ebraica ma anche contro la gran Bretagna. Sono due movimenti di opposizione uno religioso uno nazionalista inizialmente divisi ma che riescono a mettersi insieme incitando soprattutto a non vendere la terra agli ebrei. Unendosi nasce l’associazione dei giovani musulmani che si pone l’obiettivo di una jihad contro ebrei e contro inglesi, dando vita ad una serie di rivolte che costringono la gran Bretagna ad intervenire militarmente. La gran Bretagna dopo aver sedato la rivota: instaura un’amministrazione militare pone dei limiti all’immigrazione ebraica AFRICA Alla fine della Prima guerra mondiale quando la Germania perde le sue colonie queste vengono divise tra Francia, Belgio e gran Bretagna. La caratteristica della colonizzazione americana è lo sfruttamento da parte dei colonizzatori. (apartheid 1948 cioè neri e bianchi devono essere separati per legge in ogni momento della vita). Contro questa situazione inizia a protestare il congresso nazionale africano fondato nel 1912 e il cui modello di riferimento è il congresso nazionale indiano. Nel 1944 al suo interno si forma la lega giovanile (tra i suoi fondatori c’è Mandela) che però ha scarsi risultati. Anzi in alcuni stati come il Kenya la legislazione raziale è molto più forte (tutto il potere è in mano ai bianchi). NASCITA DEL COMMONWEALTH. Nonostante questo regime duramente razzista, il sud africa insieme a Canada, Australia, nuova Zelanda, Irlanda viene inserito all’interno del commonwealth. È importante perché ci fa veder un aspetto della caratteristica della decolonizzazione che concederà l’Inghilterra che ad un certo punto capisce che deve dare l’indipendenza ma in cambio dell’entrata di questi paesi all’interno del Commonwealth. Ottengono l’autonomia della politica estera ma sono costretti a commerciare all’interno del Commonwealth (imperialismo informale è la strategia utilizzata dall’Inghilterra nei processi di decolonizzazione). AMERICA LATINA TRA LE DUE GUERRE. Qui abbiamo visto che dopo la Prima guerra mondiale l’Europa ha perso pezzi di mercato a favore degli Stati Uniti. Questa forma di controllo economico ha dei risvolti politico militari: gli stati uniti mandano truppe militari per sostenere regimi politici in carica (solitamente di destra) contro tutti quei movimenti che lottano per la giustizia sociale. Però dai primi anni 30 Roosevelt attua una politica di disimpegno con cui da una parte alcune base militari americani rimangono dove sono dall’altra parte gli stati uniti non inviano più le truppe ma promettono di conservare gli interessi commerciali ascoltare ultimi 10 minuti 18/05/2021 LA CRISI DEL 29(stati uniti) Essa scoppia negli stati uniti, uno stato che è diventato una grande potenza mondiale, al punto tale che la guerra è stata vinta grazie al loro ingresso e sostenendo attraverso prestiti gli altri stati ha permesso loro di partecipare alla guerra. Inoltre, il grande vantaggio degli stati uniti è stato quello di entrare in guerra nel 17 quindi negli ultimi mesi di guerra e ciò aveva fatto sì che quando si trattò di convertire l’industria bellica in industria di pace, (come abbiamo detto i processi di conversione hanno costi economici ed umani). Inoltre, tutti gli stati europei erano usciti indebitati dalla guerra, mentre i crediti che vantavano gli stati uniti nei confronti dell’Europa erano tanti. Non solo… se vediamo il volume degli investimenti esteri, prima della guerra erano di enormi quantità ed erano gestiti dall’Inghilterra, mentre gli stati uniti ne gestivano una piccola parte, ma dopo la guerra l’Inghilterra scende e gli statti uniti salgono. Si ha una trazione dell’economia da europea ad americana. La grande locomotiva del mondo sono gli stati uniti. Questa ascesa economica non era solo il frutto della guerra ma anche di cambiamenti che avevano investito il sistema produttivo. Inizia una dipendenza così dagli stati uniti non solo economica ma anche culturale (secolo americano). La mobilità sociale è più accelerata (chi parte dal basso può scalare le gerarchie ed arricchirsi). Gli stati uniti non si intestano la leadership geopolitica subito dopo la guerra, nonostante i tentativi di Wilson, ma attuano una politica di isolazionismo in cui l’Europa viene vista come qualcosa di lontano, come continente guerrafondaio ma anche come patria di modelli politici rivoluzionari che se trasportati in America possono creare problemi. Non a caso iniziano in questi anni in America delle attività tra legale e illegale tra i partiti degli stati uniti. In qualche modo la paura rossa si basava su una sensazione di una nazionalità americana che non esisteva. Gli stati uniti non entrano a far parte della società delle nazioni, l’opinione pubblica era contraria, nonostante Wilson (democratico) ne fosse uno dei promotori. Rifiuto totale nei confronti dell’Europa Nel 1920 si apre una stagione in cui vengono eletti presidenti repubblicani e fase in cui viene confermato l’isolazionismo americano (protezionismo): vengono alzati i dazi doganali, varata forte legge sull’immigrazione. Sono gli anni del proibizionismo. Ci sono quindi molte contraddizioni (accanto allo sviluppo economico, ad esempio, proibita la consumazione e produzione di alcool nel 1919, quindi si sviluppano le produzioni illegali). Nascono i bar ove si consuma in modo clandestino l’alcool. Due italiani, Sacco e Vanzetti, vengono giustiziati sulla sedia elettrica, perché accusati di omicidio durante una rapina. Il giudice che li processa è ultraconservatore (questi bastardi italiani rossi). Ma il processo era stata una farsa tanto che dopo 50m anni viene detto che è stata fatta una porcheria. La loro colpa era di essere italiani, anarchici (ricordiamo che l’America vedeva l’europeo come nemico). Sono gli anni della grande espansione del ku klux Klan che nasce subito dopo la guerra civile americana per tenere a bada i neri che si erano liberati da tale guerra (fine 800). Il secondo ku klux Klan (1915) non è più solo contro i neri ma contro tutti coloro percepiti come pericolo. Il 900 è per gli stati uniti, sono gli anni della prosperità (anni ruggenti). Il simbolo di questa prosperità è sicuramente un nuovo modo di produrre perché all’interno dei grandi stabilimenti industriali era stato inserito come meccanismo di produzione quello della catena di montaggio importante in quanto spezzettamento della produzione che dava ad ogni singolo operaio una mansione ben precisa in maniera tale da poter ottenere un prodotto in minore tempo costando così meno all’industriale e di conseguenza all’interno del mercato (Nasce il sistema delle rate). È vero che se guardiamo i dati dell’occupazione pensiamo ad un grande sviluppo economico, ma questo se mal governato, crea ingiustizia. Il 60% della popolazione è povero a causa deli stipendi. Si ha un a divaricazione tra ricchissimi e poveri. È il periodo dell’emancipazione femminile (donne che fumano in pubblico) Nel frattempo, però una crisi sta fermentando negli stati uniti in quanto la produzione industriale che è aumentata si concentra su beni di consumo durevoli (automobili, frigorifero, radio ecc.). quando inventano l’aspirapolvere ed esce sul mercato la maggior parte delle persone la comprano quindi io come azienda il primo anno ne venderò tante ma l’anno dopo meno, allora un bravo imprenditore l’anno dopo dovrebbe produrre metà della quantità di aspirapolvere e se il mercato non assorbe il prodotto si va incontro ad una crisi di sovrapproduzione (il mercato si satura perché l’azienda guadagna di più a venderlo che a tenerlo in magazzino e lo dà così a prezzi stracciati. Il mercato, dunque, tende a rallentare ma siccome c’è in generale in America un clima di euforia nessuno se ne accorge. Non solo… succede che ad un certo punto, tra il 1927 e il 28, entra in gioco il mercato azionario (l’azione è una parte della proprietà) e i valori azionari di queste aziende, iniziano a salire, (l’azione è legata al valore di quella azienda) mentre la produzione industriale ristagna. Se l’azione vale più dell’azienda ovviamente c’è qualcosa che non funziona. Succede che il mercato borsistico che va come un treno crea una bolla speculativa (se io vedo che chi compra le azioni di un’azienda le prende ad un euro e domani sono uno e 10 le compro e le rivendo perché ci guadagno). In verità nel 1926 c’era stata una speculazione simile sui terreni edificabili in Florida. Questo gioco si inceppa quando all’apertura della borsa nel 29 queste azioni cominciano a scendere perché alcuni operatori più esperti della borsa avevano capito che il giocattolo si stava rompendo e quindi cominciano a vendere l’azioni. E quando si innesca un meccanismo di questo è come quando avviene una valanga in montagna cioè una volta che io vedo che le mie azioni stanno scendendo me le vendo e ovviamente in questo meccanismo era coinvolto anche il singolo cittadino che otteneva prestiti dalla banca tanto ci avrebbe guadagnato. Ma se noi vendiamo azioni il prezzo delle azioni scende (più si vende e più si scende) e se tutti vendono si crea un abbassamento dei valori delle azioni, tutti vendono e crolla il mercato delle azioni. Ed è quello che succede nel 29 quando di colpo vengono venduti una miriade di titoli azionari (c.d martedì nero). Tante persone si suicidano. È crollata la borsa di wall street. Questo cataclisma si riversa sulle piccole banche per due motivi: anche loro erano entrate nel gioco comprando azioni (avevano azioni che erano carta straccia) avevano concesso prestiti a molte persone che volevano comprare le azioni(non potevano recuperare i crediti perché la gente normale era più povera di loro. Non solo quando la gente vede che queste banche stanno entrando in crisi, va in banca per ritirare il deposito (n.b la banca si prende i nostri soldi e poi li presta quindi non ha tutti inostri soldi) e ovviamente queste banche falliscono. Le piccole banche falliscono le grandi riescono a restituire i soldi ma non hanno più liquidità per fare i prestiti e quindi le imprese che hanno bisogno di prestiti o chiudono o riducono la produzione. Ma se io chiudo gli impiegati li licenzio e se diminuisco la produzione diminuisce lo stipendio e di conseguenza io che ho lo stipendio ridotto spendo meno. Questa crisi dalla borsa è passata alle banche da queste alle imprese da queste agli operai e da questi al mercato. Peggio ancora le cose vanno nelle aree rurali perché già negli anni precedenti le buone annate agricole avevano fatto abbassare i prezzi e adesso si abbassano ancora di più e di conseguenza i proprietari terrieri non hanno più soldi per mandare avanti la produzione e se hanno debiti ipotecari(es mutuo) le banche chiedono il ritorno di questi soldi. Tra il 1929 e il 32 falliscono molte banche, chiudono aziende, i salari sono in caduta libera e i disoccupati passano da tre a tredici milioni. Il problema è che l’economia americana era collegata all’economia europea attraverso il piano devis cioè quel piano finanziario che aveva aperto i rubinetti del credito degli stati uniti verso la Germania che a sua volta pagava le riparazioni (Italia Inghilterra e Francia) che a loro volta pagavano i prestiti che l’America gli aveva fatto. Quando scoppia la crisi però le banche usa smettono di investire in germani, e anzi chiedono alle banche tedesche di tornargli i soldi che avevano prestato cosi che vanno in crisi, le prese chiudono la produzione e questo provoca disoccupazione (in sostanza lo stesso meccanismo che è avvenuto negli stati uniti. Ma appena la Germania va in crisi non paga le riparazioni e di conseguenza Italia Germania e Inghilterra vanno in crisi e svalutano la moneta in maniera tale che i prodotti all’estero costino meno. Addirittura, l’Inghilterra, stabilisce che poteva stampare sterline che potessero essere garantite dall’oro. Questo perché se voglio una moneta forte e la ancoro all’oro essa non sarà svalutata perché al limite vado in banca e me la faccio scambiare in oro. La svalutazione era una grande mossa di politica finanziaria e ha senso se siamo all’interno di un mercato libero ma l’Europa degli anni trenta era un paese di barriere doganali quindi anche se svaluto la moneta e i prodotti all’estero costano meno, non ci entrano lo stesso negli altri mercati ed il risultato è che il commercio internazionale crolla. Deve allora intervenire la politica che nel caso della Germania risponde con la dittatura. Ma ci può essere un’uscita democratica così come accade3 in usa. In quel momento il presidente è un repubblicano (ebert ecc.) e i repubblicani pensano che la politica in uno stato sia quella liberista e l’idea smithiana del 700m per cui c’è una mano invisibile che regola il mercato e che il mercato è ciclico e uscirà dalla crisi (giro di boa). Huber pensa che la cosa importante è che abbiano il pareggio di bilancio (tot entrate e tot uscite). Huber da alcuni prestiti a banche e aziende. Ma se devo tenere il pareggio di bilancio ed esco soldi in più per aiutare banche e imprese, aumento le tasse. La gente che era rimasta senza lavoro, a cui erano state tolte le case, chiede i sussidi ma huber si rifiuta e la gente inizia spostarsi verso le grandi città dove nascono vere e proprie baraccopoli dove si vive in pessime condizioni igieniche, non hanno da mangiare e si dirigono verso Washington per chiedere cibo ma Wber manda l’esercito e fa sparare su tutti. Weber pensa di ricandidarsi ma perde, anche perché si candida in contrapposizione Roosevelt il quale promette un New Deal per il popolo americano. È interessante come per la prima volta qualcuno si rivolga al popolo. Roosevelt stravince le elezioni del 1923. Roosevelt per la prima volta dice che non c’è nessun amano invisibile che governa il mercato, il pareggio di bilancio è unito e bisogna che lo stato intervenga in economia per indirizzare le attività economiche e costruire una rete di protezione per tutte quelle persone che protezione non hanno (è il passaggio dallo stato arbitro o notaio ad attaccante). Roosevelt dice: stati attento perché lo stato deve intervenire in economia e deve fare debito pubblico e il debito pubblico per quel tempo era un’eresia, lo si poteva fare ma per fare la guerra non di certo per aiutare le attività. Ma una cosa è fare il debito pubblico buono, investire soldi in settori strategici ma se il debito pubblico viene fatto per industrie che non producono nulla ma i quali operai vengono pagati non va bene. (è quello che oggi sta succedendo con l’Ilva non capendo che l’acciaio però non funziona più nel mercato). L’azione che Roosevelt fa è un’azione che si muove in quattro direzioni: riordino del sistema bancario cioè regolamentare e vigilare sulle azioni speculative delle banche e controllare sulle azioni speculative in borsa. È inserire un meccanismo di controllo alla libera iniziativa privata. Adesso quando ti muovi nella borsa devi rispettare delle regole sostegno a tutti i gruppi sociali in difficoltà. Il governo può concedere fondi agli stati o alle amministrazioni locali solo se questi si impegnano in programmi di assistenza ai poveri e ai disoccupati. Arriva anche aiuto agli agricoltori. Lancio di un vasto e articolato programma di lavori pubblici. Riorganizzazioni delle relazioni tra imprenditori e forza lavoro. Roosevelt costituisce un’agenzia federale che ha il compito di organizzare le relazioni tra operai e sindacati. Riconosce i sindacati come unici interlocutori istituzionali che possono rappresentare gli interessi collettivi dei lavoratori. Roosevelt crea il primo sistema nazionale di previdenza e assistenza (paga la disoccupazione e sistema di pensioni per la vecchiaia) Roosevelt rimane nella storia per i c.d discorsi al caminetto: spiega agli americani le sue scelte politiche e lo fa con un linguaggio molto amichevole. Ma Roosevelt non mette mano a due problemi: discriminazione raziale ed emancipazione femminile.