Emily Dickinson nasce il 10 dicembre 1830 ad Amherst. Per tutta la sua vita, la Dickinson preferì la fantasia la mondo reale. Scelse di scrivere del mondo piuttosto che viverlo. 1775 poesie furono trovate nella sua stanza al momento della sua morte. Tra i tanti versi, le lettere e le frasi quella che la ricorda di più è una riflessione tanto semplice quanto profonda: “Prima di amare, io non ho mai vissuto pienamente.” Ad un certo punto della sua vita, Emily decide di rinchiudersi nella sua stanza, per non uscirne più. Decise di vivere di fantasia, evitando veri e propri contatti col mondo esterno. Eppure, nonostante le sue strane scelte, nonostante il suo modo di affrontare la realtà, da ogni sua parola ecco delinearsi un’unica certezza: la Dickinson, seppur dalla sua cameretta, aveva veramente capito quale fosse il segreto della vita. I grandi poeti possono essere osservati da molti punti di vista. Per Emily Dickinson (1830-1886), alcuni hanno notato che il suo lavoro incluse particolari termini della matematica. Compreso un verso molto citato - "Il mio compito è la circonferenza" - in una lettera al colonnello Thomas Wentworth Higginson, si dice che Dickinson abbia usato la parola "circonferenza" in sei lettere e diciassette poesie. Ad esempio, la parola appare in entrambe le poesie al di sotto: 633 Quando le campane taccioni-la funzione-cominciaIl positivo-delle campaneQuando i raggi- finiscono- c’è circonferenza-il transitivodelle ruote. (Spiegazione) Pensare all'infinito provoca uno smarrimento che va al di là delle nostre possibilità di comprensione, possiamo soltanto pensarci come un minuscolo punto su una sfera, immaginare di affacciarci sul misterioso perimetro della sua circonferenza e cercare di guardare oltre. Molto efficace l'ultimo verso: la "curva della campana" ("dip" è definito dal Webster "inclinazione verso il basso; una pendenza; direzione al di sotto della linea dell'orizzonte; depressione") come una linea immaginaria, legata probabilmente alla stessa "circonferenza" del verso precedente, che curva verso il basso e continua in territori sconosciuti e invisibili; l'unico modo per esplorare il mistero è andare "oltre" quella curva. 883 I poeti non accendono che lampadeessi stessi-si spengonole fiammelle che stimolanose luce vitale inerisce come soliogni età una lente dissemina la loro circonferenzaUn'altra definizione dei poeti. Stavolta ED assegna loro il compito di mantenere accesa nel tempo la luce della poesia, di stimolare quello stoppino che quando è portatore di una luce vera, vitale, non accenna a spegnersi, anzi continua a illuminare gli uomini nel corso del tempo, ben al di là della vita del poeta. Nell'ultimo verso ritorna quella circonferenza che racchiude il mistero dell'esistenza, stavolta perennemente rinnovata dalla luce della poesia, una lente allo stesso tempo perpetua e cangiante, che sa parlare a uomini di tutte le epoche. Al quinto verso ED usa il verbo "to inhere" che il Webster definisce così: "To exist or be fixed in something else; as, colors inhere in cloth; a dart inheres in the flesh", ovvero qualcosa che diventa parte integrante di qualcos'altro o che vi si imprime con forza. Il senso del verso dovrebbe quindi essere che la luce degli stoppini, ovvero la poesia, quando è vitale, diventa parte integrante dell'esistenza, illuminandola e dandole vita come fanno i Soli (ED usa il plurale, come se volesse far oltrepassare alla poesia i confini del mondo, dandole una dimensione cosmica). Si potrebbe anche tradurre letteralmente con "Ineriscono come fanno i Soli" (come fa Bacigalupo riferendo il verbo alla "luce" del verso precedente: "inerisce come soli"). Visto però che negli esempi del Webster il verbo si tradurrebbe in italiano con "imprimere" (colori impressi nella stoffa; un dardo impresso nella carne), ho preferito usare quest'ultimo termine, che in italiano viene spesso usato in associazione con la mente umana. Al lettore italiano, come a quello inglese, è lasciato il compito di completare il verso con quello che ED sottintende: "S'imprimono nell'esistenza degli uomini come fanno i Soli, diventandone parte integrante e necessaria".