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Capitolo XI dei Pomessi sposi

Il capitolo XI è diviso i due parti: la prima è dedicata a don Rodrigo, ai bravi e a quanto avviene nel
paese; la seconda è dedicata a Renzo.
Il tema principale di questo capitolo consiste nella prevedibile pubblicità delle azioni umane viste
come oggetto di inevitabile interesse e di pettegolezzo.
Notiamo come allo scrittore interessa particolarmente la rappresentazione di tutto ciò che riguarda
non solo il singolo ma anche la comunità, la folla, intesa come organismo con una sua identità
definita.
Sequenza n. 1: L’attesa di don Rodrigo e la notizia del fallito rapimentodialogica
Il capitolo XI inizia con la figura di Don Rodrigo che attende in una stanzaccia del suo palazzaccio il Griso che
sta facendo ritorno dalla missione del rapimento di Lucia. Don Rodrigo è molto ansioso durante l’attesa. Il
Griso fa così ritorno al palazzo, quando Don Rodrigo vede il suo più fedele bravo senza Lucia, subito lo
ammonisce e lo rimprovera con umiliante sarcasmo, così gli chiede spiegazioni. Il Griso gli racconta che era
stata una serata molto movimentata in paese e che in casa non hanno trovato nessuno e loro sono riusciti a
scappare. Don Rodrigo, nonostante il suo animo malvagio, ha pietà per il Griso e lo perdona scusandosi.
Emerge il sospetto che tra loro ci fosse una spia che avesse rivelato il progetto del rapimento. Don Rodrigo,
comunque, non rinuncia a Lucia e vuole che il Griso scopra dove si è rifugiata con Renzo.
A questo punto Don Rodrigo congeda il Griso e lo scrittore ha quasi un moto di comprensione e di simpatia nei
confronti del bravo, che , nonostante l’esito insoddisfacente dell’azione ha ben servito il suo padrone come don
Rodrigo dopo l’iniziale stizza sa riconoscere.
Sequenza n. 2: L’aiuto del conte Attilio-dialogica
La mattina seguente, il giorno di San Martino il conte Attilio ricorda al cugino la scadenza della scommessa: il
suo tono allegramente canzonatorio la scusa prendere il posto ad un’ atteggiamento più serio e partecipe per la
sorprendente sconfitta perché di fronte a tale sconfitta entra in gioco ciò che nessuno dei due poteva tollerare,
ossia l’onta all’onore della loro famiglia, alla potenza e al prestigio del casato. Nel confronto tra i due personaggi
si osserva che Attilio è più perfido e corrotto del cugino; sorpreso di come don Rodrigo abbia sopportato le
parole del frate Cristoforo ci fornisce un bell’esempio di “logica malvagia”: il nemico scomodo va isolato nel
suo ambiente, solo così potrà colpire impunemente senza temere la reazione dell’ intero gruppo a cui appartiene.
Convinto che Fra Cristoforo sia responsabile dello scorno subito dal cugino, Attilio decide che per liberarsi del
frate è opportuno far ricorso al conte zio, membro del consiglio segreto, un politicone (non solo per il prestigio
della sua carica ma anche per l’abilità di farla valere in ogni maneggio).
Sequenza n. 3: Le ipotesi dei paesani sui fatti della notte precedenteespositiva/narrativa
Verso l’ora di pranzo ritorna il Griso, gli eventi si sono chiariti in virtù delle chiacchiere indiscrete delle persone.
Gli abitanti del villaggio non sanno tuttavia spiegare l’incursione dei bravi nella casa di Agnese e Lucia, né la
presenza degli altri all’osteria, mentre il pellegrino visto da due paesani confonde le idee a tutti, poiché
ovviamente nessuno sospetta che si trattasse del Griso travestito ma si mormorava comunque il nome di Don
Rodrigo.
Qui Manzoni cerca di agevolare il lettore con un vero proprio riepilogo infatti si riassumono sinteticamente in
sequenza gli atteggiamenti a partire da Perpetua , don Abbondio, Gervaso , Tonino e Menico, dopo il clamoroso
scompiglio di quella notte, tutti contribuiscono a far affiorare una parte della verità.
Perpetua andava lamentandosi sconcertata e indispettita per essersi fatta prendere in giro da Agnese. Nel corso
dell’elencazione la figura di Menico consente di aggiungere un ulteriore elemento alla riflessione, ossia la
facilità con cui talvolta gli adulti “predicano bene e razzolano male” : I genitori infatti obbligano il fanciullo al
silenzio, ma poi non sono capaci di trattenersi dal diffondere le chiacchiere.
Tra i personaggi menzionati in questo contesto c’è anche l’ oste al quale vengono chieste informazioni ma quello
risponde banalmente che l’ osteria al porto di mare. Il comportamento di questa categoria di personaggi è
sempre improntato a prudenza, salvaguardia della propria tranquillità a evitare di prendere qualsiasi posizione su
fatti o persone. Se ne può vedere il naturale effetto del vivere in un’epoca pericolosa a contatto con tutti senza
potersi scegliere i propri interlocutori o clienti ma anche una conseguenza dell’atteggiamento morale, non
riservato ai soli locandieri ,che porta le persone coinvolte a essere impermeabili al prossimo indifferenti ai
coinvolgimenti della vita sociale personale.
Sequenza n. 4: Le indagini del Griso che viene mandato Monza- Dialogica
ll Griso torna da Don Rodrigo per la terza volta (la volta precedente non era riuscito a fornirgli abbastanza
informazioni) e gli racconta tutto quello che era venuto a sapere più nel dettaglio, gli dice che Lucia Agnese sono
andato a rifugiarsi al monastero di Monza mentre Renzo è andato a cercare aiuto a Milano (quest’informazione
fu rivelata in segreto dall’uomo che aveva scortato le donne ad un’amico fidato).
Con un artificio abituale lo scrittore rallenta il ritmo della narrazione e dedica alcune righe a una considerazione
leggera e divagante sui vantaggi dell’amicizia che però poi provoca una reazione a catena. Quando un amico si
procura consolazione nel seno d’un altro da costui la voglia di procurarsi quella consolazione anche lui. È solo
un preambolo per il meccanismo per il quale la notizia segreta della fuga si fosse diffusa tra molte persone ma è
anche un modo per rappresentare modalità e debolezze naturali dell’ agire umano, insomma un benevolo
riconoscimento alla necessità e alla inevitabilità del pettegolezzo da parte di uno scrittore abile a far luce
dell’ironia. Don Rodrigo gli ordina di andare a Monza, al monastero, però il Griso chiede di mandare
qualcun’altro perché in quella città c’erano molte taglie sulla sua testa, ma tuttavia il tono imperioso di don
Rodrigo non ammette esitazioni.
Risposte al questionario:
1-Don Rodrigo risulta essere comprensivo nei confronti del delinquente e comprende le dinamiche che
lo hanno portato a fallir.
2-Il conte Attilio pensa di punire frate Cristoforo avvicinandosi ai cappuccini e riempendoli di
gentilezze per poi colpire i singolo senza metterseli contro .
3-Don Rodrigo reagisce con parole smozzicate e rabbiose e inoltre “il suo aspetto era brutto come le
sue passioni”.
4-Il Griso viene a conoscenza di ciò attraverso i pettegolezzi della città che partono proprio da colui
che le aveva scortate a Pescarenico.
02/02/2021
Alessia de Vincenzo, Classe 2°A
Sequenza n. 5: L’arrivo di Renzo a Milano- narrativa/riflessiva/descrittiva
Intanto Renzo giunge a Milano (dell’entrata troviamo una dettagliata descrizione) per andare al convento del
padre Bonaventura, con la lettera di padre Cristoforo, Renzo non sa la strada e chiede informazioni a un uomo
del luogo, che gentilmente gliela indica.
Mentre cammina Arriva a un punto alto dove scorge a un tratto la sagoma del duomo di Milano, restando
meravigliato di fronte a quel monumento di cui ha tanto sentito parlare fin da bambino.
Poi si volta e vede all'orizzonte "il suo Resegone" e, assalito da sconcerto e dolore, si sente rimescolare il sangue
nelle vene. Renzo è totalmente estraneo ai fatti eccezionali che la città va preparando e rimane ingenuamente
sorpreso dai fatti anomali che si trova di fronte,
Entrato in città, il giovane vede con meraviglia della farina e del pane gettati a terra. Non senza timore raccoglie
tre pani, visto che sono lasciati ai cani...decide di prenderli, in fondo se qualcuno glielo avesse chiesto li avrebbe
pagati, due li mette in tasca e uno lo mangia. Proseguendo nel cuore della città, incontra una folla che trasporta
affannosamente pane e farina. Renzo in particolare viene colpito dalla vista di una famiglia che cerca con
egoismo di portare via più pane possibile e soprattutto dalla madre che ammonisce con cattiveria il figlio che
ogni tanto involontariamente fa cadere qualche pezzo di pane, mentre lei stessa fa cadere molta più farina
agitando le mani mentre lo sgrida. Manzoni paragona “il pancione” della donna incinta, quindi simbolo della
procreazione, una delle cose più pure e naturali per l’uomo, alla farina contenuta nella veste tirata in su della
signora, simboleggiando il crollo dei valori morali che, come ci suggerisce, si perdono totalmente in un tumulto
come questo. Il giovane capisce che è in atto una rivolta e che la gente sta dando l'assalto ai forni: la sua prima
sensazione è di felicità perché il popolo si ribella. Renzo prosegue verso il convento, ma il frate portinaio gli
nega l'ingresso, così va così a curiosare tra la folla lasciandosi attrarre dal tumulto. Giunto al convento di Porta
Orientale, Renzo scopre che padre Bonaventura è momentaneamente assente. Il frate portinaio lo invita ad
aspettarlo in chiesa, ma il giovane, attirato dal rumore e spinto dalla curiosità, decide di andare a dare
un’occhiata.
Risposte al questionario:
1- Nell’atto di entrare nella città a colpire Renzo è l’anomalo fatto che nessuno gli porge attenzione, lui
si aspettava frugamenti e interrogazioni come gli era stato raccontato da coloro che ci erano già stati.
2-Renzo nota “certe strisce bianche e soffici, come di neve ” che vede per terra
e capisce che si
tratta di farina quindi pensa che lì ci dovesse essere grande abbondanza a differenza di
quanto gli veniva detto che la carestia è per tutto e pensa che stessero prendere in giro la
povera gente di campagna.
3-La contraddizione nel comportamento della donna consiste nel fatto che per rimproverare il
ragazzo perde più farina di quanta ne sarebbe servita per i due pani perduti.
4-La prima reazione di Renzo alla situazione esistente in città è di piacere perché abbastanza
infelice dell’andamento delle sue faccende private che era propenso ad approvare tutto ciò
che lo facesse distrarre.
05/02/2021
Alessia de Vincenzo, Classe 2°A