ESEMPIO DI TEMA SVOLTO IN MODO ADEGUATO

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ESEMPIO DI TEMA SVOLTO IN MODO ADEGUATO.
Nel “sistema dei personaggi” del romanzo, un ruolo importante è giocato dalle
diverse relazioni e dinamiche di coppia. La prima è quella di Renzo e Lucia ma,
molte altre ci si presentano nello svolgimento del racconto. Nel capitolo XXIX risalta
quella formata da Don Abbondio e Perpetua, che trova in questo capitolo una delle
più vivaci rappresentazioni ed è anche la prima coppia a comparire sulla scena.
Rifletti sulle dinamiche psicologiche che sono alla base di questo rapporto e che
seguono sempre lo stesso schema
Nel romanzo del Manzoni il “sistema dei personaggi” è costruito con rapporti e relazioni
che segue sia lo schema del romanzo di avventura che quello del romanzo storico: vi è un
eroe (Renzo) ed un antagonista (Don Rodrigo) e la lotta per la conquista dell’oggetto del
desiderio (Lucia).
Vi è anche una folta schiera di sostenitori dell’una e dell’altra parte: i “buoni” ed i “cattivi”,
ma molto spesso non è semplice definire “da che parte stanno” perché la loro personalità
si evolve nel corso della vicenda.
Il romanzo parte da una relazione di coppia privata, quella di Renzo e Lucia, contrastata
dalla prepotenza del nobile Don Rodrigo divenendo poi, una vicenda storica e sociale.
Infatti, le disavventure dei promessi sposi rispecchiano i rapporti di forza e di ingiustizia fra
le classi sociali, con il prevalere dei potenti sui deboli.
Le dinamiche delle relazioni sono quasi sempre quelle di vittima-oppressore, uno schema
molto usato nel romanzo del Settecento e dell’Ottocento.
Renzo e Lucia sono le vittime, Don Rodrigo l’oppressore e tutti gli altri rapporti ruotano
intorno a questo schema: gli aiutanti dell’oppressore (bravi, Innominato, cugino Attilio,
Conte Zio) e gli aiutanti delle vittime (Padre Cristoforo, Cardinal Borromeo, Agnese e
l’energica Perpetua).
Il capitolo XXIX è forse quello più rappresentativo nel sistema delle relazioni.
Si sofferma sull’arrivo delle truppe francesi e spagnole nel Settentrione e sulle
preoccupazioni che portano. Preoccupazioni che, ovviamente, invadono l’animo di Don
Abbondio che vaga pensieroso in giro per casa, mentre Perpetua è affaccendata a
nascondere le poche cose che porterà con sé. Anche Agnese nasconde nei buchi e negli
angoli più reconditi della casa gli scarsi oggetti di valore che possiede ma, non sapendo
come mettersi in salvo, non può far di meglio che andare a confrontarsi con Don Abbondio
e Perpetua.
Si compone così il terzetto dei co-protagonisti del romanzo (Agnese e Don Abbondio)
insieme alla figura secondaria di Perpetua, esponenti della categoria degli umili.
Don Abbondio appare con tratti da macchietta nei suoi comportamenti ed egoistici, molto
lontani dalla sua presunta “conversione” che aveva concluso con il Cardinale Federigo.
Nel rapporto scorbutico, quasi materno, verso il suo padrone, continua a vivere il
personaggio di Perpetua, mentre Agnese di presenta con il suo consueto buonsenso.
Attraverso gli schemi dei comportamenti che si ripetono con un certo metodo intorno a tutti
i personaggi, l’autore illustra la perenne condizione dell’uomo di fronte alla scelta fra il
bene ed il male e non sempre si tratta solo di una scelta, perché spesso sono gli altri e le
situazioni a creare dolore ed ingiustizia che inducono al pessimismo. A questo si
contrappone la fiducia nella possibilità di poter modificare e migliorare la storia soprattutto
con abbandono alla fede, che restituisce un senso alla vita e trionfa sul male.
Alessia Franco Fusco
II^ A ERICA
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