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Elettronica dalla A alla Z

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Elettronica vol 2 componenti analogici e programmabili
E. Cuniberti - L. De Lucchi, Petrini ISBN 978-88494-1321-2
Elettronica vol 1 componenti digitali e programmabili
E. Cuniberti - L. De Lucchi, Petrini ISBN 978-88494-1320-5
1
1.1
1.2
1.3
Fondam. e componenti
Grandezze elettriche f.
Reti elettriche
Teoremi delle reti elettr.
1.4 Diodo
2 Circuiti digitali
2.1 Segnali elettrici
2.2 Dispositivi digitali
2.4 Porte logiche
2.5 Porte come controlli
2.7 Famiglie logiche
2.8 Parametri integr. dig.
3 Algebra-numerazioni
3.4 Implementaz. funz. l.
3.5 Mappe di Karnaugh
4
4.1
4.2
4.3
4.5
5
5.1
5.2
5.3
6
6.4
6.5
6.6
Introduz. ai circuiti elettronici 2 8
Corrente, tensione e resistenza 3 10
Risoluzione circuiti e leggi di K. 4 12
Progetto partitore e Thevenin 5 11
AND a diodi
6 27
LED protetto
7 22
Segnali elettr. analogici-digitali
Circ. combinatori, seq., progr.
Le porte logiche
Porte come controlli
Caratt. NOT TTL e CMOS HC
Parametri delle principali fam
85
9 10
1010
11 4
12 9
13
Sintesi circ. logici e Karnaugh
Creazione della mappa di K.
Num. binari e rappresentazioni
Sistemi <= US-ASCII, iso8859-1, Unicode
Complemento a 2N e tipi di dati
Operazioni nei 4 sist. di num.
Circuiti combinatori
Codificatore decim-BCD ‘147
Codificatori
Codificatore ottale-BIN ‘148
Decoder-demultiplexer ‘138
Decodificatori
Introduzione ai display
Driver ’LS47 e 48 - MC14495
Multiplexer
Multiplexer ‘153 e ‘251
Comparatori
Comparatori
Generatori di clock
Il condensatore
Condensatore e capacità
Transitorio del C
Carica condensatore
Generatori di clock
Clock con NOT a trigger di Sm
Circuiti sequenziali
Tipi di flip-flop
Divisore di frequenza per 4
Registri
Registro universale 194
Contatori asincroni
Contatori asincroni
Shift Register 8 bit 74HC595
Sistemi <=
Otto led con lo SR 74HC595
1415
15 8
215
35
410
512
16 5
17 5
18 5
19 7
2011
213..
22 5
23 6
24 7
25 4
=> Sistemi
1 Microcontrollori
2 Reti e segnali analog Numeri complessi, log, exp
2.1 Componenti
Induttore e induttanza
LABORATORIO
S1 Bread-board
S2 Multimetro
S5 Oscilloscopio
S7 Resistori
10 contatto col tester portatile
10 circ. digitale su bread-board
10 uso multimetro da banco
Oscilloscopio analogico
Resistori
Teorema di Thevenin e Ruscita
Partitore a vuoto
Partitore con interruzione
Progetto saracinesca
Oscilloscopio digitale
PicoScope 6.6.23.2
Specifiche dei PicoScope
4814
496
5010
5114
529
534
545
555
5612
5714
586
59
Sicurezza sul luogo di lavoro
Sicurezza: gli obblighi
Smaltimenti rifiuti AEE / e-wast
Valutazione del ciclo di vita LCA
Certificazione di qualità
42 11
43 5
44 4
45 5
46 8
29 7
30 5
15 parole (concetti) da sapere 3110
2.5 Segnali
3 Risposta in funz. di t Preampli chitarra + sovrapposiz 3211
3.1 Carica e scarica C e L Carica e scarica di C e di L
33 6
Risposta nel tempo di RC e CR 3410
3.3 RC derivat. - integrat
Definiz./propr trasf. di Laplace 568
3.4 Trasform. di Laplace
4 Risposta in frequenza Introduzione al teor. di Fourier 624
Intro agli spettri di amp. e fase 634
4.1.1 Teorema di Fourier
94’
Il teorema di Fourier
4.1.2 Analisi spettrale
647 TECNOLOGIE E PROGETTAZIONI DI SISTEMI ELETTRICI ED
Sistemi <= La trasformata di Fourier
ELETTRONICI Vol. 2 - Fausto Maria Ferri, Hoepli 2012
653
1 Giunzione pn
Funzione di trasferimento
576
4.3 Funz. trasf. e risp. in f
2 Diodi
Poli e zeri ricavati dal circuito 35
14
LED e correnti
Diagrammi di Bode (=> Sistemi) 60
607
4.4 Diagrammi di Bode
15
Progetto
alimentatore
non
stab.
Risposta in f di RC passa alto 36
619
4.5 Risp. in f di RC e RL
Alimentat.
duale
1.2-24V
0,4A
Giunzione pn e vari tipi di diodi 37
6210
5 Diodi e applicazioni
BJT
Robot
luce:
arresto
e
marcia
3
Stabilizzatore a zener
634
38
Robot
luce:
sterzata
643
6 Trans. bipolare BJT
16
jFET
e
MOS
Memorie
4
5
39
6.1 Strutt. e funz. del BJT Transistor BJT con led
7 Saldatura
Caratteristiche di uscita BC107 40 8 6 Circuiti stampati
6.3 Caratteristiche BJT
9
Progetto
c.
stampati
8
9 OrCAD
Calcolo risposta in f di un EC 41
6.10 Amplificatore a EC
4
Operazionali
Orcad:
Place part e PCB 65 4
12
7 Tr a effetto di campo Introduzione ai MOS
42
Programmable
Automation
PLC
13
14
15
8 Amplificatori
Domotica
16
Funzioni di un imp. domotico 6610
9 Amplif. operazionali
8
L’amplificatore operazionale
Sulla diffusione domotica
9.1 L’ampl. operazionale
43
676
12
AO in configurazione invertente 44
Impianto LonWorks minimale 6810
9.3.1 Amplif. invertente
6
AO non invertente e inseguitore 45
Impianto LonWorks completo 697
9.3.3 A. non inv. e inseg.
8
Modulo E di Ambrosini
AO con limiti di banda
Impianto KNX con GWBUS
46
706
7
AO a singola alimentazione
3+6 sist. dom. a confronto
9.10 AO a aliment. sing
47
718
Introduzione
a
KONNEX
=> Sistemi
724
10 La reazione
16
Reazione
e
stabilità
di
A
La
reazione
58
Introduzione a LonWorks
10.1
734
6
Altri
effetti
della
reazione
Pro.
reazione
59
Introduzione a MY HOME
10.2
744
108’
142’
Controllo luci DALI
757
17 Microprocessori
Controller luci DMX512
76 1
18 Proc. seg. digitali Carta semilogaritmica
77
=> A3_Sist_Lab
19 Sistemi Scada
26 7
27 9
2811
545
554 ELETTR di III = 234 + 94’ = 328’= 5h28’ in 28+11=39 dia da 8,4 min
234’ ELETTR di IV = 142 + 108’ = 250’ = 4h10’ in 19+17=36 dia da 7 min
TOT 578’ = 9h 38’ in 75 dia da 7,7 min
1
20 Personal computer
21
20
22
23
24
Microcontr. PIC
Microcontr. st62
Manutenzione/qualità
Sicurezza
VCC
Introduzione ai circuiti elettronici
Schema elettrico
6’ [R 2’]
Vcc(t)
(Volt)
5V
Le grandezze elettriche fondamentali (=> “Corrente, tensione e resistenza”) sono due:
Rc
- la tensione, che si indica con V e si misura in Volt (V)
300
Tensione continua
5V
t (sec)
- la corrente, che si indica con I (da Intensità di corrente) e si misura in Ampere (A)
5V
C
Vi
+
_
+
Rb
Elenco componenti:
100MHz
5V
D2
B
DIODE_VIRTUAL
=> Transistor BJT con led
_
A
Y = AandB
B
Circuito con due ingressi
GND
=> AND a diodi
C1
Resistor1_1.0k
Capacitor2_10pF
Vu
R1 = resistore 1 K ¼ W
C1 = condensatore 10 pFarad
=> LED protetto
=> Oscilloscopio analogico
Y
DIODE_VIRTUAL
E
R1
=> Multimetro portatile
(tester)
D1
A
BJT1
BC107BP
+
Vi
R1
10k
B
5V
+
Vu
100k
A
VCC
VCC
LED1
In elettronica con circuito elettrico s’intende un quadripolo, un “qualcosa” (per ora
non meglio specificato che disegniamo come un rettangolo) con due fili d’ingresso e
due fili d’uscita
Tensione continua (batteria)
(alimentazione)
+
Vbb
+
+
5V
Tensione
Tensione
XSC1
di ingresso
di uscita
variabile (Vi)
variabile (Vu)
Circuito
Ext T rig
Segnale
Segnale
+
_
d’uscita
d’ingresso
B
=> Alimentatore 1,2 – 25V 1A
2
Corrente, tensione e resistenza
(10’)
Un resistore è un componente elettronico a due terminali (un bipolo)
+ VAB caratterizzato da un rapporto costante tra la tensione VAB ai suoi capi e la A
B
(ovvero
caratterizzato
dal
fatto
che
I
raddopcorrente IAB che vi scorre
AB
I
AB
pia se raddoppia VAB). Chiamando resistenza del resistore il rapporto coR
stante VAB / IAB , un resistore è caratterizzato dalla sua resistenza
(indicata con R e misurata in Ohm, abbreviato con ) (=> parametri dei
V AB
resistori e codici colori) . Una R dell’ordine degli  è una piccola R; una
 cos t  R
I AB
dell’ordine dei k è media e una dell’ordine dei M è una R grande.
La corrente I scorre (nel verso in cui si muoverebLa tensione non scorre ma si trasmette
Un conduttore è un materiale i cui elettroni di valenza (quelli dell’ultimo livello) sono liberi
di muoversi passando da un atomo all’altro.
-- - F
++
Se non c’è una forza che li attira o
-++
respinge, provocata da un eccesso di
Forza elettrica (tra cariche elettriche)
cariche + o -, vanno e vengono restando
mediamente fermi.
i + se fossero
Se invece c’è una forza che li spin+
+ bero
essi a muoversi)
ge a muoversi, si crea un moviA
B
+
+
Q
mento di cariche (di elettroni,
I
+
+
nei solidi) e si dice che nasce
Vb
t
I = 9 mA
VAD=9V VBC=9V R2
R = 1 k
9V
una corrente (di cariche)
+
+
2.0k
Coul


La carica in transito (Q) non si miA 
C
D
sec
sura in numero di elettroni/protoni
Filo di materiale conduttore
ma in Coulomb (Coul).
R1
Vibrazione attorno alla
B
L’intensità di corrente (I) in una sezione di un filo
A
posizione
di
equilibrio
+
+
+
+
A
si misura in Ampere (A) e rappresenta quante
B
1.0k
(agitazione termica)
- - - - +++++
cariche (quanti Coulomb) passano ogni secondo.
0V
VAB=3V
- - - - +++++
Vb
Gli elettroni in moto tendono a passare tra le parti ferme degli atomi senza urtarle. Non ci rie9V R2
VAD=9V VBC=6V
9V
- - - ++++
2.0k
scono, però, perché le parti ferme non stanno ferme ma vibrano per l’agitazione termica
VBATTERIA = 9 V
(assente solo allo zero assoluto). Se un atomo va a mettersi dove sta andando l’elettrone perché
C
D
prima lì il passaggio era libero, l’urto è inevitabile e l’elettrone si ferma dissipando in calore
R1
R2
l’energia cinetica che aveva. Sotto l’azione della forza F che provoca la “migrazione di
Dire “la tensione del punto A” non ha senso
i
B
elettroni” (la corrente), l’elettrone riparte e accelera (tanto più quanto maggiore è F), fino al
Due resistenze R1 e R2 si dicono in serie quando sono collegate A
prossimo urto che lo fermerà.
in modo tale da essere necessariamente percorse dalla stessa
corrente. Dall’esterno dei punti A e B non si nota alcuna
A
B
Un materiale dove gli urti sono più frequenti
Aumentando la temperatura,
differenza se alle due resistenze in serie si sostituisce una
rallenta di più il moto ovvero offre maggiore
aumentano le vibrazioni e quindi
resistenza pari alla somma delle due resistenze. Esprimiamo
Rs = R1+R2
resistenza al moto degli elettroni.
gli urti e quindi la resistenza.
questo fatto dicendo che la resistenza equivalente a due
resistenze in serie è la somma delle due resistenze.
Gli elettroni di un isolante non si muovono
Conduttore che (a seconda del materiale e delRequivalente serie = R1 + R2
neppure applicando loro una forza elettrica.
la sezione) offre una certa resistenza al moto Due resistori R e R si dicono in parallelo quando la
1
2
Quelli di un conduttore, invece, camminano
tensione presente ai loro capi è necessariamente la stessa
(più o meno velocemente a seconda del
A
(perché i loro terminali sono colleA
B
A
F
materiale del conduttore e dello spazio per
gati tra loro e tra 2 punti di un con+
passare che hanno a disposizione) se c’è una
duttore non può esserci tensione).
R1
G//  G1  G2
forza che li spinge.
Batteria
Ad aumentare, mettendo in
R2
V
AB
Per far scorrere corrente tra A e B bisogna
parallelo a R1 una R2, è la
R1=1k
1
1
1
+
mettere una batteria che crea una tensione tra
conducibilità tra A e B.
 
G1=1m-1 G2 = 1/R2
Detta conduttanza G l’inverso
A e B (nell’esempio di 10 Volt)
10 V
R// R1 R2
della resistenza (notare che dire
Ma cosa è una tensione? La tensione elettrica tra due punti A e B (indicata con VAB e misurata
B
-1
R1=1k o che G1= 1m è
in Volt) è definita come il lavoro da compiere per spostare una carica unitaria da A a B.
B
equivalente perché da una si può
Il lavoro è forza * spostamento e dire che si fa un lavoro per spostare una carica da A a B è
ricavare l’altra facendo l’inverso), non si noterà alcuna
R *R
come dire che nel percorso da A a B c’è una forza elettrica che agisce sulla carica.
Requiv. parall  R//  1 2
differenza sostituendo le due conduttanze in parallelo con
Anche se una tensione non è una forza ma un lavoro, allora, possiamo dire che c’è tensione se
R1  R2
una conduttanza pari alla loro somma.
ci sono forze elettriche.
++++
---La batteria crea tensione (ovvero fa nascere
Per capire quanto vale il parallelo bisogna partire dalla
++++ A F1
F2
F3 B - - - forze elettriche) accumulando cariche + in
resistenza di valore minore, che è quella più importante
R// < R1 < R2
eccesso rispetto alla neutralità sul suo
in un parallelo (mentre in una serie è ovviamente più
Batteria
terminale positivo e cariche – in eccesso
A’
B’ Conduttore perfetto importante la R di maggior valore):
sul suo terminale negativo.
- Se R1 è la minore, la R// sarà senz’altro minore di R1
1k // 20k  1k
+
Se supponiamo che i fili siano conduttori a
- Di quanto minore dipende dalla R2 e può variare tra
10
V
resistenza nulla, non può esserci tensione
1k // 1k  500
due estremi: quasi niente minore se R2 > 10 R1
tra A e À’ o tra B e B’ perché ogni squilibrio di cariche si livella subito se non c’è
fino a dimezzarsi se R2 = R1
resistenza al loro movimento e la tensione tra À’ e B’ è la stessa che c’è tra A e B.
3
U3
+
-
Risoluzione dei circuiti e leggi di Kirchhoff
(12’)
R1
“Risolvere un circuito” significa determinare tutte le
tensioni (nel circuito a fianco VR1 e VR2) e tutte le correnti
(IR1, IR2 e IR3) noti i componenti (R1, R2, R3) e i generatori
di tensione (V1). Chi dice “la tensione del circuito” fa
capire di non aver mai visto un circuito, perché in un
circuito non c’è una tensione ma molte tensioni (qui V1,
VR1, VR2 e VR3)
1.0k
V1
2V
R2
R3
1.0k
20k
La legge di Ohm, però, non dice che V=RI, ma che VAB=RABIAB, dove RAB è la resistenza del
ramo o dei rami dove scorre la IAB. Per esercizio si scrivano tutte le possibili leggi di Ohm in
questo circuito
R2
A IR1 R1
B
C
Tra A e M VAM = RAM IAM
IR4
IR3
1.0k
9.1k
+
+
V1 = (R1+R2+R3//R4) IR1 +
Tra A e B
Tra A e C
+
V1
VAB = RAB IAB VR1 = R1 IR1
VAC = RAC IAC
VAC = (R1+R2) IR1
10 V
R3
V1 = VR1 + VR2 + VR3
V1 = VR1 + VR2 + VR4
+
10k
R4
100k
M
Tra C e M
VCM = RCM ICM
VCM = R3 IR3 VCM = R4 IR4
VCM = (R3//R4) IR1
IR1 = IR3 + IR4
Che la somma delle correnti entranti in un nodo è uguale alla somma delle correnti uscenti
(legge di Kirchhoff al nodo) è ovvio
Altrettanto ovvio dovrebbe essere che il dislivello di tensione creato dal generatore tra A e M
(V1) sia pari alla somma dei dislivelli di tensione che si incontrano tra A e M facendo una
R2
A
B
C
qualsiasi altra strada che da A va ad M.
9.1k
Chiamando maglia un percorso chiuso (nel senso
che si torna al punto di partenza, non nel senso che
V1
D maglia 1
R4
10 V
maglia 2
non ci possono essere tratti aperti come CD), si può
100k
R3
10k
dire che in ogni maglia la somma dei generatori di
tensione è uguale alla somma delle cadute di
tensione sulle R (legge di Kirchhoff alla maglia)
M
(1) V1 = VR2+VR4
(2) V1 = VR2+VCD+ VR3
?
Una terza maglia è quella che parte
da C e torna in C via R4 ed R3.
Prima di applicare Kirchhoff alla
maglia 3 vediamo come dare i segni
giusti alle tensioni del circuito: il + è
nel punto più vicino al + della
batteria (il punto B per VR2, il C per
VCD, il D per VR3 e il C per VR4).
Il – è il punto più vicino al – della
batteria (M per VR3 e per VR4, D per
VCD e C per VR2)
A
B
+
V1
10 V
-
+
VR2
R2
9.1k
Si può ottenere lo stesso risultato con meno matematica e
C
più elettronica osservando che la legge di Kirchhoff alla
+
maglia si può formulare anche in un secondo modo:
VCD
2
-D
la somma delle cadute di tensione incontrate per andare
da un punto P1 ad un P2 (ad es. da C a M) è uguale
+
VR3 R3
qualunque sia il percorso seguito dalla corrente.
10k
Per andare da C a M sul percorso 1 troviamo VR4 e sul
percorso 2 troviamo VCD e VR3 , per cui VR4 = VCD + VR3
M
Poiché su IR3 = 0 e la legge di Ohm applicata ai capi di
R3 dice che VR3 = IR3 * R3 allora VR3 = 0 => VR4 = VCD + 0 => VCD = VR4 
Applichiamo la legge di Ohm tra A e B: VAB = RAB * IAB
VAB = V1 = 9 V
Per usare una corrente in una formula,
9 = 3k * I
va “battezzata” con un nome e va
indicata sul circuito: chiamiamo I la
I = 9 / 3k = 3 mA
corrente mostrata in Fig. 1
Ora possiamo dire che IAB = I
Per trovare RAB osserviamo che R1 e R2 sono in serie perché
la corrente I che passa in R1 non può che andare in R2.
Quindi fuori da A e B (cioè per V1) non cambia nulla se si
mette una sola resistenza RAB = R1 + R2 = 3 k
+
VCD Maglia 3
-D
+ R3
VR3 10k
-
+
R4
100k VR4
-
M
Nella maglia 3 non ci sono generatori, per cui la somma delle cadute di tensione deve venire 0
se si prende come positiva una tensione che ha lo stesso verso che produrrebbe la corrente se
circolasse nel verso di percorrenza della maglia (come VR4) e come negativa una tensione
che ha segno opposto a quella che produrrebbe la corrente se circolasse nel verso di
percorrenza della maglia (come VR3 e VCD, se immaginiamo che anche il tratto CD aperto
sia una resistenza, precisamente di valore infinito): VR4 – VR3 – VCD = 0
VR4 = VR3 + VCD
A
V1
R 4  9.2V
R2  R 4
Vu = 2k * 3m
R1
I
V1
9V
1.00k
U
I
+
Vu
R2
2.00k
B
-
M
Applichiamo la legge di Ohm tra U e M: VUM = RUM * IUM
Fig. 1
=6V
Es.2 : trovare Vu nel circuito di Fig. 2
Vu = VUM = VCM’ perché tra U e C non può esserci tensione essendo nulla la resistenza RCU
(VCU = RCU * ICU = 0 * ICU = 0) e lo stesso tra M e M’ (è come se M e M’ fossero nomi
diversi per lo stesso punto)
Tra C e M’ non si vede
R1
R1
nessuna differenza se si
1.00k
1.00k
sostituiscono R2 e Rc
C=U
U col loro parallelo R2c
C
V1
9V
C
+
100k VR4
-
R4
Es.1 : trovare Vu nel circuito di Fig. 1 facendo tutti i passaggi ed esplicitando le leggi usate
V1
-
1
9V
+
R2
2.00k
M’
Fig. 2
Vu
M
+
Vu
R2c
Rc
1.00k
2.00k
M’ = M
Fig. 3
Il circuito di Fig. 3 è identico a quello di Fig. 1 e si può risolvere come visto nell’es. 1
Poiché R1 e R2c sono uguali e attraversate dalla stessa corrente, però, ai loro capi ci sarà la
stessa tensione (VR1 = VR2c) . La somma di queste due tensioni uguali deve fare 9 V per
Kirchhoff alla maglia e dunque saranno entrambe di 4.5 V Vu = VR2c = 4.5 V
Notare che la tensione di uscita diminuisce da 6 V a 4.5 collegando sull’uscita una resistenza
Rc (detta resistenza di carico).
Solo se Rc >> R2 (nel qual caso R2c è quasi uguale a R2) tale abbassamento di Vu da vuoto
(assenza di Rc) a carico (presenza di Rc) è trascurabile.
4
Progetto partitore e teorema di Thevenin
Il circuito mostrato a fianco dicesi partitore di tensione, perché
la tensione di uscita (Vu) è una parte di quella d’ingresso (Vi),
variabile da tutta (Vu=Vi) a niente (Vu = 0) a secondo dei valori
delle due resistenze.
1) Analisi a vuoto di un partitore
dato: date le resistenze R1 e R2 e
I
R1
nota Vi, trovare Vu
1.0k
Vi
Vu  VR 2  R 2 * I
Vu
12 V
Vu  R 2 *
12 V
+
R1
1.0k
Giusto! Immaginando che Vi sia incorporata in esso, però,
Vi
+ possiamo considerarlo un bipolo e applicargli Thevenin.
R2
Vu Quanto vale la Veq di Thevenin di questo bipolo?
3.0k
?? Come si fa a dirlo, senza conoscere Vi, R1 e R2?
R1
1.0k
?? Ma Thevenin parla di bipolo e il partitore è un quadripolo!
3 mA
Vi
=9V
R1  R 2
+
Vi
R2
3.0k
+
Vu
L’area di un rettangolo di base b e altezza h è A=b*h e non
c’è bisogno di conoscere b e h per scrivere la formula.
Quale formula ci dà la VeqDiThevenin del partitore?
Req  R1 // R 2 R
carico
Vi * R 2
VeqDiTh  VuAvuoto 
Vi * R 2 +
Veq 
R1  R 2
R1  R 2
R1* R 2
Ru  ReqDiTh  R1 // R 2 
R1  R 2
3) Progetto di un partitore:
Ru  R1 // R 2 Rcarico
(b’) che dia a carico quasi la stessa tensione che dava a vuoto
R1
(a) che fornisca in uscita una
R1
1.0k
Vu con Rcarico = VuAvuoto se Ru = 0
porzione data (ad es. 1/10) della
+
1.0k
VuAvuoto
tensione d’ingresso;
Vu
(b’’) che abbia una Ru << Rcarico nel caso peggiore
Vi
Vu
(b) che abbia un abbassamento
12 V
trascurabile (< 10%) da vuoto a
R1//R2
<<
100
K
R2
RC
Rp
carico se la Rcarico non è inferiore
Scegliamo prima R2 = 1
Poiché R1//R2 < della R più piccola, se scegliamo la R più
3.0k
30k
2.7k
al valore assunto come minimo in
piccola
di
1
K,
avremo
un
parallelo
sicuramente
100
volte
Calcoliamo R1 (= 9 )
questo progetto (supponiamo che
minore della Rcarico peggiore. La più piccola è R2, perché su
la nostra Rcmin sia di 100 K)
Il partitore funziona, ma
R2 deve cadere 9/10 di Vi e su R1 solo 1/10 quando sono
una Vi di 10 V dovrà
Per tener conto della
OK
attraversate dalla stessa corrente (R1*I < R2*I => R1 < R2).
R2
1
erogare 10 A e questa è
specifica (b) ci serve il

La (a) è verificata se:
Scegliendo R2 = 1 K si ha R1 = 9 K e Vi di 10 V eroga 1 mA
R1  R 2 10
una corrente grande.
teorema di Thevenin
R2
3.0k
Vi
Quale è la Ruscita del circuito partitore di tensione?
Poiché Ruscita è la Req di Thevenin del circuito visto
dall’uscita, bisogna applicare il teorema di Thevenin.
(11’)
(Circuito) partitore
2) Analisi a carico di un partitore dato: date le resistenze R1 e R2 e
nota Vi, trovare Vu con un carico RC dato
Vi
Vu  Rp *
= 8.8 V
R1  Rp
A
A
Rc
B
Veq =
VAB a vuoto
B
Teorema di Thevenin: un qualsiasi circuito che termina con
due terminali A e B (un qualsiasi bipolo) può essere sostituito,
senza che l’esterno (nell’esempio Rc) si accorga di nulla, da:
- un generatore di tensione Veq il cui valore sia pari alla
tensione che c’è tra A e B con l’esterno staccato
- con in serie una resistenza Req il cui valore sia pari alla
resistenza che si vede tra A e B sempre con l’esterno staccato
ma dopo aver tolto i generatori, cortocircuitando quelli di
tensione in modo che non creino più tensione e aprendo quelli
di corrente in modo che non diano più corrente.
Come esempio troviamo la Veq e la Req di Thevenin di
questo bipolo. La Veq è la tensione di uscita a vuoto = 9 V
La Req è la resistenza che si vede tra i morsetti di uscita dopo
aver staccato RC e cortocircuitato Vi e vale R1//R2 perché
dopo tale cortocircuito le due resistenze sono in parallelo.
Rc non si accorge di nulla e la V ai suoi capi è ancora 8.8 V
A
Vediamo adesso quello che NON È IL TEOREMA DI THEVENIN
Anche se per calcolare la Req di Thevenin del partitore si è fatto il parallelo tra le uniche due R
presenti, calcolare tale Req non è ridurre i resistori ad uno solo facendo le serie e i paralleli.
Iche eroga
A
Per trovare Req bisogna:
Coi generatori
(1) applicare (o immaginare di farlo) una Vdi prova di V in corto e Req =
B
Vdi prova
(2) misurare (o calcolare) la Iche eroga
i generatori di RAB a vuoto
(3) fare il rapporto tra la VAB e la IAB (che è per I aperti
A
B
definizione la RAB) e tale rapporto è la Req di
+ Req
Thevenin del bipolo AB (per definizione di
per definizioVeq
Rc resistenza equivalente di Thevenin)
ne di RAB Vdi prova
= Req Th del bipolo AB
La R1 e R2 del partitore, in serie prima di RAB =
Iche eroga
inserire la Vdi prova del passo 1, ora sono in parallelo.
B
Constatato questo, non serve calcolare I (passo 2) e fare
A
Circuito equivalente di
il rapporto (passo 3), ma si può dire che Req = R1//R2
?
Thevenin del circuito a
Veq
=
Per
trovare
la
Veq
non
“si
sommano
i
generatori”
ma:
due terminali di partenza
VAB a vuoto Volt(1) si misura (o si calcola) la VAB a vuoto
Coi generatori
di V in corto e
i generatori di
I aperti
Req =
RAB a vuoto
metro
+
9V
-
R1//R2
= 750 
Rc
30k
A cosa serve Thevenin?
B
La Req di Thevenin in uscita (che dicesi Ruscita ed è una R che non va confusa con la Rcarico
e che non c’è ma è “come se ci fosse”) permette di calcolare l’abbassamento della tensione di
uscita da vuoto a carico
5
VCC
VCC
AND a diodi
18’ [R 9’]
R1
A and B = H se
D1
A
Le operazioni base tra variabili binarie sono tre:
Operazioni di
OR o somma logica ( aritmetica)
algebra binaria
AND o prodotto logico
(algebra di
NOT o negazione logica
Boole)
?
A = 5V D1
10k
A, B H (5V come la Vcc di alimentazione) o L (0V)
10k
Y
Y = 5 – VR1  5
5V
D2
VB
5V
DIODE_VIRTUAL
AB = 1 se A e B sono 1
GND
Porta AND
5V
Porta logica =
circuito che esegue
una operazione logica
B
A
Y = A and B
Di regola la massa è
collegata a terra e per
questo qui è chiamata
GND (Ground)
Casi possibili
Con N ingressi i casi possibili in
3
N
2
4
ingresso sono 2 (2 =4 2 =8 2 =16 A
B
210=1024=1k informatico)
da 0 = 000…0
2N numeri
a 2N-1 = 111…1
0
0
1
1
5V
. P1
A D1
R1
A
&
Y = A and B
B
Risultato Casi possibili
A*B
A
L
L
H
H
B
L
H
L
H
D1
10k
Y
5V
D1
R1
P1
0.634
DIODE_VIRTUAL
VA
Vcc
5V
5V
R1
A and B
B
5V
Vcc
GND
U1
+
B
5.000
VB
GND
5V
10k
5V
DC 10G
5V
-
U1
+
4.995
-
V
VCC
10k
5V
10k
0.5 A
IR1
Rvoltmetro
XIV1
R1
10M
Vcc
10k
GND
5V
0,7 V
GND
D1
5V
5V
GND
R1
R1
Vcc
VR1 = 5 mV
+
DC 10M
5V
VB
6
VR1 = 0 V
Y - R1 + 0 mA
+
VR1 = R1*IR1
10k IR1
IR1 = 0
Vu = 5 V
VR1 = R1*0 = 0
0 + Vu = 5
GND
Vu
Vcc
V
VB
R1 P1
5V
Y
-
Vu = 0,7 V (diodo reale)
Vcc
5V
10k
VA
Vu = 0 V (diodo ideale)
VB
R1
VR1 + Vu = 5
5V
R1
10k
VA
A
L
L
L
H Ok
Y
A
5V
+
Y
Diodo reale V1 > 0,5 V
nei diodi al silicio
DIODE_VIRTUAL
(>
1,7 V nei LED)
100%
D1
P1
VCC
GND
DC 10G
B D2
10%
10k
DIODE_VIRTUAL
U1
V
GND
10k
DIODE_VIRTUAL
0,7 V
-
VB
10k
VCC
5V
+
- P2 -
Risultato
DIODE_VIRTUAL
D2
Vu
DIODE_VIRTUAL
0,7 V
5V
(LED 1.7 V)
A
Y
D1
R1 P1 I
Y
10k
B
V1
Tabella di verità
Tabella di verità
dell’operazione AND dell’operazione AND
H = 1 in logica positiva
VCC
A
D1
DIODE_VIRTUAL
A
0
0
0
1
0
1
0
1
V1
5V
5V
Y = A and B
B
GND
+
R1
GND
VCC
VR1+Vu=5V
IR1
10G
DC 10M
+
Vi
-
A e B sono H
A
V
-
DIODE_VIRTUAL
+
10k
VD +
- D2
U1
+
5.000
4.995
0.000
D2
B
P1
R1
DIODE_VIRTUAL
DIODE_VIRTUAL
VA
DIODE_VIRTUAL
L. di Kirchhoff
sulle tensioni
5V
+
VR1
D1
-
VR1 = R1*IR1
R1
A, B, Y variabili binarie (H/L, V/F, 1/0, C/A)
VCC
VR1+VD +Vi = 5V
5V
5V
5
I R1 
 0,5A
10M
0,7 V
Vu = 5000 – 5 = 4995 mV
DIODE_VIRTUAL
GND
LED protetto
XSC1
Onde elettromagnetiche
Oscilloscopio analogico
13’ [R 9’]
Ext Trig
+
XFG1
Un LED (Light Emitting Diode) è un diodo che emette
luce quando è attraversato dalla corrente.
soglia 0,5V
Le differenze rispetto al diodo normale sono due:
conduzione 0,7V
1) Soglia maggiore e quansoglia > 1.5V
do conduce ai suoi capi non
conduzione > 1,7 V ci sono 0,7 V ma 1,7 V
(led rossi) o 2V (led verdi)
o 3V (led bianchi)
_
LED e diodo sono in
antiparallelo (in parallelo ma “girati” in
modo opposto)
B
A
_
+
+
_
R1
+
o 4,5V (led ultravioletti)
o 1,3V (infrarossi)
Vrottura= 70 V 2) la tensione inversa di
(400 V) rottura non è 60/80V come
nei diodi normali (400V
Vrottura= 3-10V nei diodi raddrizzatori)
ma di soli 3-10V
nei LED
?
10 mA
Vi = 5 V
D1
LED1
1N4148
protezione
del LED
contro le
inversioni in
ingresso R
Visualizzatore a LED di
tensione Vi alta o bassa
In un LED normale la corrente varia da 5mA (si vede acceso,
ma la luminosità è bassa) a 20mA (alta luminosità).
Nei LED a basso consumo bastano 3mA (bassa luminosità) e 10mA (alta luminosità).
Nei LED di potenza (quelli usati per l’illuminazione) si va da 100mA a 20A
uscita
27W, con la stessa
(es. un LED da 1W viene alimentato con una corrente costante di 350 mA;
alimentarli a tensione costante pregiudica o la durata o la luminosità e non si fa) emis-sione (2200
Lumen) ed efficienza
R1
1,7V/10M = 0,17A << 10mA (82Lum/W) di un
neon di ugual consumo ma al prezzo di
?
230 €

10 mA
D1
Vi
1.660
1.7 V
V
-
LED1
R1
VCC
10k
VCC
Icorto_circuito
Vcc
5V
5V
5/10k =
=0,5mA
5V
R1
R1
10k
10k
U1
+
5V
non è la R collegata all’uscita (Rcarico) ma la Requivalente_Thevenin
Se c’è un grande
abbassamento di
Vu da vuoto a carico allora la Ruscita
è troppo grande
per quel carico
DC 10M
R1
+
VA
VA
5V
330
0.334m
5V
+
A
1.660
-
V
+
0.010
I LED1  I R1
V  1,7 3,3
 i

 10m
R1
R1
3,3
R1 
 0,33k  330
10
m
R1
R2
LED1
GND
Vcc
5V
R1
10k
5V
-0.683
V
GND
VCC
330
+
5V
+
-5.000
LED1
LED
-
R1
D1 limita a circa 1V la tensione inversa (quella quando
non conduce) sul LED
5V
330
R1
LED1
GND
5V
VA
5V
Senza il diodo D1 di protezione, sul led
va tutta la Vi di 5V e il led può rompersi
7
VB
VB
5V
5V
GND
330
10k
LED1
0.7 V
R2
Vcc
10k
-
VCC
5V
R2
V
D1
10 uso multimetro da banco
330
R1
Vi
LED
LED1
5V
V
-
330
5V
1.660
VB
LED1
5V
+
5V
V
 i
R1
Vi
VB
A
-
Vi
GND
Segnali elettrici analogici e digitali
In verità anche questi assumono tutti i valori, ma quelli intermedi “non ci interessano” e
supporremo che cambino valore il più in fretta possibile (variazione a scatto)
(5’)
Tensione (V)
Un segnale elettrico è una tensione variabile nel tempo usata per trasportare informazione
2
Per capire l’informazione trasportata da un segnale elettrico, immaginiamo di mettere in
comunicazione il mio appartamento con quello del mio vicino usando un filo elettrico e
1
di accordarci sul fatto che tensione presente = “sono in casa” e tensione assente (quindi
segnale binario) = “non sono in casa”. Ora la tensione tra i due conduttori del filo
trasporta da un appartamento all’altro un’informazione.
0
tempo (sec)
Potremmo anche accordarci che V = 2 V = “sono in casa e sono libero”, V = 1 V =
“sono in casa e sono occupato” e V = 0 V = “sono assente” e dire che adesso il segnale
trasporta più informazione di prima perché è una scelta tra 3 valori e non tra 2 (una scel- Un segnale che assume solo
ta tra due possibilità è un’informazione elementare o informazione che trasporta 1 bit di alcuni valori, tra i quali cominformazione, perché il bit è l’unità di misura dell’informazione)
muta a scatto, è detto digitale
Una tensione che resta sempre la stessa, come quella fornita da una batteria, dicesi
Elettronica
tensione continua. Essa non trasporta alcuna informazione, ma è presente in quasi tutti i
circuiti agli ingressi detti di alimentazione del circuito, perché serve per far funzionare i
transistor.
v(t) Aldo
I segnali digitali usati oggi sono binari, cioè a due livelli:
1
(V)
tensione alta e tensione bassa.
H
Questi due livelli possiamo chiamarli come ci pare, anche
Aldo e Giovanni, ma i nomi più convenienti sono H (High)
Giovanni
e L (Low) oppure 1 e 0.
0
Se chiamiamo 1 il livello alto (High) abbiamo una logica
t (s)
L
positiva. Se invece chiamiamo 1 il livello basso (Low)
abbiamo una logica negativa.
Logica positiva se 1 = High
Logica negativa se 1 = Low
---- Altre 4 cose che è bene sapere sui segnali sono le seguenti --------------------------------------1) Quando è che un segnale si dice periodico?
Quando, passato un intervallo di tempo
v(t)
detto periodo e indicato con T, i valori
assunti dalla tensione si ripetono.
La frequenza è il numero dei periodi
contenuti in un secondo (2 nell’esempio) e si
0 (periodo)T 0.5
calcola facendo 1 sec / T in sec (f = 1 / T).
v(t)
2) Segnali uni e bidirezionali
1
t (sec)
Questo è unidirezionale perché v(t) ha
t
sempre lo stesso segno. Questo è bidirezionale perché a volte è positivo e a volte è negativo.
v
3) Il duty cycle (d.c.) di un’onda quadra è…
Nell’esempio d.c. = 33%
duty _ cycle 
t alto
T
4) Il tempo di salita (rise) di un’onda quadra è…
2
Il tempo impiegato per andare dal 10% al 90% del salto
Nell’esempio il salto è di 3 V e tr è il tempo per andare 1
da – 0.7 a 1.7 V
-1
t
Il tempo di discesa tfall è
t
8
V
V
t
Se i valori possibili
sono solo due è detto
digitale binario
digitale
t
Se può assumere tutti i
valori, invece, è un
segnale analogico
Elettronica analogica
Circuiti combinatori, sequenziali e programmabili
Un decodificatore (decoder) è un circuito che attiva una e una sola
uscita, quella associata al numero che ha in ingresso.
Quelli in commercio sono generalmente codificatori binari che
attivano in uscita la linea indicata dal numero binario in ingresso
(10’)
Ci sono tre tipi di circuiti digitali:
1) I circuiti digitali COMBINATORI
Un circuito digitale dicesi combinatorio se gli ingressi determinano le uscite.
Sono circuiti combinatori le porte logiche, ovvero i circuiti che eseguono le operazioni
logiche (AND, OR, NOT, XOR e le altre operazioni logiche derivate da queste che vedremo
nella diapositiva “Le porte logiche”)
Un altro circuito combinatorio è il semi-sommatore
Ai
(half adder) che (come vedremo in “Operazioni”) fa
Semi-sommatore
Bi
Ai + Bi = Si + un riporto (Carry) Ci+1:
(half adder)
0 + 0 = 0 riporto 0
0 + 1 = 1 riporto 0
1 + 0 = 1 riporto 0
1 + 1 = 0 riporto 1 perché 1 + 1 = (2)10 = (10)2 per cui scrivo 0 e riporto 1
0
1 U0
2 U1
3
0
0
1
0
LSB = Least Significant Bit
Si vuole codificare i 30 studenti di una classe assegnando ad ognuno di essi
un codice binario diverso. Di quanti ingressi e di quante uscite deve disporre
un codificatore per poter fare questa codifica?
Gli ingressi devono essere 30, uno per ogni studente da codificare.
L’uscita deve poter fornire 30 numeri diversi e poiché con N bit si fanno 2N
numeri diversi bisogna che 2N sia 30 o maggiore.
l’N necessario è 5 perché
25
= 32 >30
1
2
30
U0
U1
U2
U3
U4
Coder
U
binario
U0
U1
I
U2
U3
Il demultiplexer (demux) seleziona a quale
delle N uscite inviare l’unico ingresso, in
base al numero posto sugli ingressi S
S1 S0
1 1 Mux e demux sono usati per inviare N segnali usando un
1 1
2) I circuiti digitali SEQUENZIALI
Un circuito digitale,però, può avere una memoria e fornire in uscita
qualcosa che dipende da ciò che contiene la sua memoria.
Flip-Flop Set Reset
Il caso può semplice è quello di un circuito detto Flip-Flop
Set Reset che ha uno stato interno in grado di assumere due
Stato Interno
S
stati (0 o 1) e che fornisce una uscita Q = Stato Interno.
0
Per portare lo stato interno e l’uscita a 1 occorre porre ad 1 R
1
l’ingresso S (Set perché setta, ovvero porta a 1, l’uscita)
mentre R è inattivo ovvero a 0.
Per portare lo stato interno e l’uscita a 0 occorre porre ad 1
S R
Qn
l’ingresso R (Reset perché resetta, ovvero azzera) mentre S è
LSB
0 0
Qn-1
0 A inattivo ovvero a 0.
S=1 R=1 non è usato nel Flip-Flop Set-Reset e se può
0 1
0
1 B L’ingresso
MSB presentarsi dobbiamo usare il FF JK che vedremo facendo i FF
Codificare un numero significa associargli un numero binario a piacere prelevabile dall’uscita,
ad es. la sua traduzione da decimale a binario: (2)10 = (10)2 (3)10 = (11)2
Most Significant Bit = MSB
I0
I1
0
1
0
0
solo filo con una tecnica nota come multiplazione a divisione di tempo
0
1 U0
2 U1
3
1 1
Un multiplexer (mux) seleziona quale
degli N ingressi inviare sull’unica uscita
in base al numero binario messo sugli
ingressi di selezione S.
S1 S0
1
Se gli ingressi hanno il pallino (o il triangolino nella simbologia
Codificatori in binario
ANSI) allora il livello attivo è quello basso. In questo secondo
(ingressi attivi bassi)
esempio è attivo l’ingresso 3 per cui diremo che il codificatore ha
?
l’ingresso 3 anche se non viene messo il 3 ma uno zero sul pin 3
Cosa succede se fossero attivi insieme due ingressi, ad es. sia
l’ingresso 1 che l’ingresso 3? Il codificatore a priorità (ma sono 0 1
tutti a priorità) considera attivo solo l’ingresso a priorità più alta, 1 1
solo l’ingresso 3 nell’es. perché i numeri alti hanno priorità maggiore 0 0
Nell’es. il numero binario in ingresso è 01 (non 10 perché è il bit meno significativo ad essere 1), ovvero il numero decimale 1. In uscita sarà attiva (alta perché non c’è il pallino) la linea 1 e tutte le altre linee saranno non attive ovvero basse Decodificatore
Si
I2
Ci+1 I
3
È combinatorio anche il sommatore (full adder) che fa
Ai
Si
Sommatore
Ai + Bi + Ci = Si + Ci+1:
Bi
Ci+1
(full adder)
0 + 0 + 0 = 0 riporto 0
Ci
0 + 0 + 1 = 1 riporto 0
…
0 + 1 + 1 = 0 riporto 1
…
1 + 1 + 1 = 1 riporto 1 perché 1+1+1 = (3)10 = (11)2 per cui scrivo 1 e riporto 1
Un altro circuito combinatorio importante è il codificatore (coder)
In questo esempio il codificatore ha 4 ingressi numerati da 0 a 3 e
diremo che “entra il numero 2” se è attivo (cioè vale 1) il piedino 2
mentre tutti gli altri ingressi sono non attivi (cioè valgono 0)
0
I0 1
I1 2
3
1
0
1
1
0
Q
1
Coi due ingressi 0-1 o 1-0 il comportamento è combinatorio,
1 1
Non usato
perché l’ingresso determina l’uscita.
Se però mettiamo R=0 S=0 allora l’uscita non dipende dall’ingresso ma dallo stato interno
attuale, frutto dell’ultimo ingresso diverso da 0-0. Nella tabella di verità scriviamo che l’uscita
all’istante n (Qn) è uguale all’uscita che aveva nell’istante precedente (Qn-1).
I circuiti con memoria, caratterizzati dal fatto che l’uscita non dipende sempre e solo
dall’ingresso attuale ma può dipendere anche da ciò che è in memoria sono detti sequenziali.
3) I circuiti digitali PROGRAMMABILI
Un circuito come il flip-flop ha memoria, ma ha un
Memoria
I/O
I/O
comportamento rigido.
Una terza categoria di circuiti digitali sono i circuiti con
memoria programmabili. Il componente chiave di questi
P
Bus
circuiti è il micro-processore (P), un integrato costruito per
(CPU)
prendere dalla memoria le istruzioni di un programma ed
Controllore
eseguirle, facendo cose diverse con programmi diversi (per
(un computer in un integrato)
capire come lavora si veda “Una CPU in azione”).
Un micro-controllore (C) è un integrato che contiene al suo interno sia un micro-processore
che la memoria (una parte della quale è memoria che non si cancella allo spegnimento facendo
la funzione dell’hard-disk). Un C è un computer contenuto in un singolo integrato dal costo di
pochi euro, che dal 1990 in avanti ha invaso (e rivoluzionato) l’elettronica
9
L’algebra delle proposizioni (detta anche algebra booleana
dal nome del matematico Boole che la propose nel 1815) studia le proprietà delle
Un enunciato è una proposizione (indicata con nomi minuscoli, ad es. proposizione p operazioni logiche (l’AND e l’OR, ad es., hanno le proprietà delle operazioni
aritmetiche, essendo commutative, associative e distributive, più altre proprietà)
oppure q) che può essere solo Vera o Falsa (ma non entrambe le cose insieme)
Proposta per gioco, quest’algebra è diventata l’algebra dei computer attuali perché
a > 5 è un enunciato, perché può solo essere Vero o Falso
essi lavorano su una grandezza elettrica (la tensione) binaria ovvero che può
Un enunciato composto è formato da più enunciati uniti tra loro da uno dei seguenti assumere solo due stati: tensione alta (High) o bassa (Low). Che i due stati siano
connettivi: AND, OR, NOT, XOR
chiamati Vero/Falso o Alto/Basso (o anche Uno/Zero, che ho scritto a parole per
p AND q è un enunciato Vero se è Vero p e q
è detta prodotto logico (operat. x): p x q rimarcare che si tratta di due nomi, anche se per brevità questi nomi si indicano con 1
e 0) non cambia nulla e l’algebra booleana coincide con l’algebra binaria usata dai
p OR q è un enunciato Vero se è Vero p o q
è detta somma logica (operat. +): p + q
computer attuali.
NOT p è un enunciato Vero se p è Falso e viceversa è detta negazione e si scrive: p
I circuiti che realizzano le operazioni logiche si chiamano porte logiche (l’elettronica
p XOR q è un enunciato Vero se è Vero p o q (e fin qui è come l’OR) ma non è vero se sono
di un computer è fatta di porte logiche, che vanno capite per lo stesso motivo per cui
veri entrambi (perciò è chiamato OR ESCLUSIVO) (operatore +): p + q
bisogna capire la cellula per capire come funzionano gli organismi viventi)
(per
Le porte logiche
(10’)
Un connettivo può essere considerato un’operazione tra i due enunciati p e q che connette
distinguerle dalle operazioni tra numeri, le operazioni tra proposizioni vengono dette
operazioni logiche).
Casi possibili Risultato
Mentre per definire un’operazione aritmetica bisogna dare una
regola (es. per fare m x n la regola da seguire è quella di
p
q
p AND q
sommare tra loro tanti m quanti ne indica n), per definire una
possono
operazione logica (qui il prodotto logico o AND) si
F
F
F
elencare i casi possibili, visto che si tratta di un numero limitato,
F
F
V
specificando per ognuno di essi il risultato dell’operazione (che
F
V
F
sarà Vero solo nel caso in cui sia Vero l’enunciato p e, da cui il
nome and, l’enunciato q).
V
V
V
La tabella casiPossibili-risultati che definisce una operazione
Tabella di verità
dicesi tabella di verità di quell’operazione.
dell’operazione AND
Perché la somma logica o OR, definita da
questa tabella, si chiama OR?
Perché il risultato è Vero se è Vero
p
q
p XOR q
l’enunciato p o (in inglese or) l’enunciato q
Tabella di
verità dell’OR
p
q
F
F
V
V
F
V
F
V
p OR q
F
V
V
V
In cosa differisce l’OR ESCLUSIVO dall’OR?
Se i due enunciati sono entrambi Veri, l’OR dà Vero
mentre l’XOR dà falso.
Perché l’XOR è chiamato anche rivelatore di
disuguaglianza?
Perché il risultato è Vero solo quando i valori di p e q
sono diversi tra di loro
F
F
V
V
F
V
V
F
F
V
F
V
Tabella di verità dell’OR esclusivo
p
0
0
0
0
1
1
1
1
q
0
0
1
1
0
0
1
1
r
0
1
1
0
0
1
1
0
Simboli tradizionali
Simboli aggiornati
A
Y
A
1
A
1 se A o B = 1 B
Y
A
B
1
Y
Y
Segno di negazione
Y = not A = A
1 perché ha 1 solo ingresso
Y = A or B = A + B
 1 perché per avere 1 in uscita
serve almeno un 1 in ingresso
Y = A and B = A * B
& = e = per avere 1 in
uscita serve A e B = 1
Porte base (con esse si può fare ogni funzione logica)
Y = A ex-or B = A + B
A
1 se A  B
A
=1
Y
Y
= 1 perché per avere 1 in uscita
Rivelatore di
B
B
Y
A
B
A
0 se A e B = 1
B
Y
A
B
&
Y
Y = not (A and B) = A * B
A
0 se A o B = 1 B
Y
A
B
1
Y
Y = not (A or B) = A + B
Y
A
B
=1
Y
Y = A ex-nor B = A + B
1 se A e B = 1
A
B
&
Y
disuguaglianza
1 se A = B
Rivelatore di
uguaglianza
serve proprio un 1 in ingresso
A
B
La porta NAND è detta universale
q AND r pOR(qANDr) perché con essa si possono fare le
tre porte base e quindi ogni circuito
0
0
logico
0
0
1
1
Volendo calcolare
0
0
y = p OR (q AND r)
0
1
0
1
1
1
0
1
10
NOT
AND
OR
XSC1
Le porte come blocchi di controllo
(4’)
XWG1
U=1
0
Ext T rig
+
16
_
O
I
B
A
_
+
O
_
+
O
C
I
U1A
X
U
X
Se I e C sono quelle mostrate in
I C U
U1A
figura, quale sarà U? Vista la
X
I
0 0 0
tabella di verità dell’AND, U sarà
U
Cliccando a sinistra di una 15
31
alta solo quando i due ingressi
0 1 0
C
riga, si può sceglierla
R
T
sono entrambi alti.
74LS08D
1 0 0
come posizione di
È più intuitivo però dire che il piedino
partenza o di fine del ciclo
1 1 1
di controllo C = 0 blocca il passaggio
dell’ingresso I imponendo un’uscita
+
nulla, mentre se il piedino di controllo
I
U=I
U=0 I
C =1 l’ingresso I è trasferito in
uscita.
10110100010
Vedere l’AND in questo modo
significa considerarlo un blocco di
C = 0 interrompe
C=1
controllo che può essere chiuso o
aperto (e che è chiuso dallo O e aperto
Se U può assumere lo
dall’1 sul piedino di controllo C).
+
J2
J2
U=1
stato “non connesso”, la
1
U
1
Per apprezzare questo modo di vedere
porta si dice con uscita U = NC
l’AND si monti il circuito di Fig. 1.
U
=
0
di tipo tri-state
C Key = Space 0
C Key = Space 0
C
L’ingresso I è fornito dal generatore di parola XWG1, in
grado di fornire 32 bit, che si possono impostare sul display
e che verranno mandati in uscita con
+
una certa cadenza (qui 1 ogni msec
I
U=1 I
U=I
essendo impostata una frequenza di 1
kHz).
20 differenza
Essendo impostata una uscita ciclica
U=1
che parte dalla prima parola
e finisce sull’undicisima parola
10 differenza
C = 1 interrompe
C=0
la sequenza scelta (10110100010)
verrà continuamente riproposta.
J2
J2
1
1
A) Entrando in simulazione con C = 0 si vede che l’uscita U è sempre nulla fino a quando
non si porta C a 1 (pigiando la barra spazio), dopo di che l’uscita coincide con l’ingresso.
C
C
C
0
0
Key = Space
B) Ora vediamo cosa cambia se invece dell’AND si usa un OR
Mentre nell’AND prevale lo 0, perché un solo 0 basta a determinare uno 0 in uscita,
nell’OR prevale l’1 perché un solo 1 basta a determinare un 1 in uscita.
Questo comporta 2 differenze: (1) nell’OR il trasferimenNOT
to è bloccato dall’1 (invece che dallo 0); (2) quando il
C=1
U=I
trasferimento è bloccato, da 1 in uscita (invece di 0).
I
Nella condizione di porta aperta, invece, l’OR è identico
U=I
all’AND perché trasferisce in uscita l’ingresso.
C=0
La simulazione dà questo risultato, che conferma le due
differenze sullo stato di porta chiusa e il trasferimento
C
dell’ingresso sull’uscita nello stato di porta aperta.
C) usando un XOR, il trasferimento dell’ingresso all’uscita avviene sempre,
ma con C = 1 si trasferisce I
C
J2
V1
5V
Key = Space
GND
Fig. 1
U1A
74LS08D
J2
1
Key = Space
0
A
0
0
1
1
B AND OR
0
0 0
1
1 0
1
0 0
1
1 1
U1A
J2
Key = Space
Key = Space
74LS08D
1
74LS32D
0
U1A
74LS386D
J2
11
C
Key = Space
J2
1
0
C
Key = Space
1
0
Caratteristica NOT TTL e CMOS HC (9’)
+
R1
VCC
Vcc
5V
R1
50%
1K_LIN
Key = A
Data sheet completo del 74LS04
Vi
U1A
Vo
U1A
74LS04D
Vi
GND
Schema elettrico 1
Vo
-
Schema di montaggio 1
Vi alta
(> 2 V)
V transizione
= 1.95 V
Vi = 5.00 V
Vo = 114 mV
Vi = 1.96 V
Vo = 114 mV
Vi = 1.95 V
Vo = 4.21 V
Vi = 946 mV
Vo = 4.21 V
Vo bassa
(< 0.5 V)
Elenco componenti 1
R1 = 1 k trimmer lin. orizz.
U1 = 74LS04D
Vo alta (> 2.7 V)
Vi bassa
(< 0.8 V)
Vi = 0 V
Vo = 4.55 V
74LS04
Vcc=5V
74HC04
Vcc=4.5V
Elenco componenti 2
4V
R1
50%
4.4
R1 = 1 k trimmer lin. orizz.
VCC
Data sheet completo del 74HC04
U1 = 74HC04D
1K_LIN
Key = A
Vi
U1A
?
3.15
Vo
74HC04D_4V
VOH MIN = 2.7
GND
Schema elettrico 2
Vi alta
(> 3.15V)
Vi = 4.00 V
Vo = 181 mV
V transizione
= 3.14 V
Vi = 3.15 V
Vo = 181 mV
Vi = 3.14 V
Vo = 2.00 V
Vi = 864 mV
Vo = 3.82 V
Vi = 0 V
Vo = 3.82 V
Vi bassa
(< 1.35 V)
VIH = 2
Vu bassa ma superiore
agli 0.1 V che doveva
essere al massimo con
Io bassa
VIL = 0.8
Vu alta
(non
VOL MAX = 0.5
supera
4.4 V, ma la nostra
Vcc è 4 e non 4.5V)
?
1.35
0.1
12
Come prevedibile il CMOS
assorbe ed eroga poco, mentre
la TTL assorbe molto (200
volte di più) ed eroga
tantissimo (400 volte di più, il
che sconsiglia fortemente di
andare a massa con resistenze)
Schema totem-pole
4.6 V
-0.44 mA
40xxB
0.44 mA
0.4 V
(?’)
I parametri delle principali famiglie
Vcc = 5 ± 5% (4.75 – 5.25) V
Parametri principali famiglie
[± 10% (4.5 – 5.5) per 54]
Vdd = 3 ± 18 V
Vcc = 2 ± 6 V
F.O.H = 20
2.7 V insuff.
OK
OK
20 A
-0.4 mA
F.O. = 4 000
Una TTL STD eroga –1.6 mA,
troppi per la CMOS
74LSxx
La TTL assorbe molto
(e può accettare bene
anche i 10 mA di un
led) ma eroga assai
poco (rinunciando al
livello corretto di
tensione arriva però
anche a dare 5 mA)
IIH -400 A
0.1 A IIH
74LSxx
OK
45 MHz
OK
2 mW
IOL 8 mA
-0.1 A
GND
40xxB
10 MHz
IIL
0.1 A
74HCxx
50 MHz
50W 100KHz (4mW a 10 MHz)
GND
PCC  VCC
74HCTxx
Può erogare/assorbire 10 volte di più
della 40
4 mA
0.4 V
DC=50%
-0.1 A
Vss
F.O.L = 20
40xxB
3.7 V
- 4 mA
F.O. = 40 000
I CCH  I CCL
2
4.95
SI
3.5
4.4
74HCxx
4.5
4.4
Nei CMOS è vietato mettere gli
ingressi prima dell’alimentazione.
3.15
2.5
NMH
VIH = 2
1.5
In compenso due CMOS possono
avere le uscite insieme, mentre tale
parallelo in uscita è vietato nelle
TTL (se una è alta e l’altra è bassa, i
due transistor si bruciano e comunque
la tensione sarebbe una via di mezzo
tra il valore alto e quello basso)
1.2
Vcommutazione
0.9
VIL = 0.8
VOL MAX = 0.5
NML
0.05
0.1
74
tP = 10 ns
Vcc
40
100 ns
74HC
8 ns
Vin
(o altro livello, tipo
50%
1.5 V nelle TTL)
GND
Vout
90%
NO
VOH MIN = 2.7
E’ sempre consigliato non lasciare
scollegati gli ingressi non utilizzati
(che possono captare disturbi), ma nei
CMOS è obbligatorio perché disturbi
minimi la farebbero commutare.
0.1
13
50%
10%
Ritardo propagazione
(delay)
(dipende
Tempo transizione dal carico)
tPHL  tPLH
Sintesi di circuiti logici e mappe di Karnaugh
3) Sintesi con NAND
Prima si sintetizza la funzione in SP ottenendo:
Poiché:
Y  PT  P L  T L
(15’)
Tre sensori controllano pressione (P), temperatura (T) e livello del liquido (L) di un recipiente
dove avviene una reazione chimica dando una tensione alta (1) se si supera un livello di allarme
e bassa (0) altrimenti. Realizzare un allarme che scatti (uscita Y = 1) quando: a) P=1 con L= 0;
b) T=1 con L=0; c) P=T=L=1
1) Sintesi IN FORMA CANONICA + MINIMIZZAZIONE algebrica
Costruiamo la
1a) con prodotto di somme (PS) ovvero con
P T L
Y
tavola di verità
tanti OR quanti sono gli 0 e un AND finale
0 0 0
0
esaminando i 23
Nella sintesi PS si fa un prodotto di maxtermini
casi possibili:
0 0 1
0
(nel passaggio tra
una riga e la successiva cambia
uno e un solo
valore)
P
T
L
0
0
1
1
1
1
1
1
0
0
1
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
1
1
b
a
c
a+b
Y = (P+T+L) (P+T+L) (P+T+L) (P+T+L)
1b) con somma di prodotti (SP) ovvero con
tanti AND quanti sono gli 1 e un OR finale
Y=PTL + PTL + PTL + PTL
P
T
L
Mintermini => SP =
somma di mintermini
Y
0
P
1
T
0
L
1
0
0
0
T
L
A  B  A* B
AND AND AND
A* B  A  B
leggi di De Morgan
Y
NAND NAND NAND
Si ha:
Y  PT  P L  T L  PT * P L * T L
P
?
Poiché
T
L
Y Y
In conclusione per passare dalla SP a tutti
NAND basta:
(1) negare il 10 livello;
(2) sostituire l’OR del 20 livello con un NAND
Y
ATTENZIONE: dire che si sostituisce tutto con
NAND non va bene, perché se un ingresso va
direttamente al 20 livello nel circuito di partenza
esso va negato nel circuito con soli NAND
Y
Una barriera a raggi infrarossi è realizzata con 4
1 coppie emettitore-ricevitore ABCD poste a 40cm
0
A+A=A
P
1
1
0
1
1
1
1
di distanza tra loro e danno una tensione alta (1) quando il raggio è
interrotto. Realizzare un allarme che segnali con Y=1 il
passaggio di oggetti di altezza > di 40 cm (ovvero che
interrompono almeno 2 raggi adiacenti)
AB
00 01 11a 10
0 CD
0
00 0 0 1 0
1
01 0 0 1 0
0
0
11 1 1 1 1
0
1
10 0 1 1 0
1
c Y
1
Y = AB + CD + BC
1
1
1
XY
0 ZT 00 01 11 a 10
0
00 0 0 1 1
1
0
01 0 0 0 0
b
11 1 0 0 1
a => AB
b => CD
c => BC
AB CD Y
0000
Sintesi canonica con somma di prodotti
Sintesi canonica con prodotto di
0001
(SP) detti mintermini
somme (PS) dette maxtermini
0011
Y  PT L  PTL  PT L  PT L  PT L  PT L
0010
Costo = 4 x 3 + 1 x 4 = 16 ingressi
0100
Y  PT ( L  L)  P L(T  T )  T L( P  P)
0101
A+A=1
A*1=A
0111
Y  PT  P L  T L
0110
Costo = 9 ingressi
P T L
1100
2) Sintesi IN FORMA MINIMIZZATA con
l’uso delle MAPPE DI KARNAUGH
1101
P cambia: scartata
1111
T non varia ed è
in c
1110
1: presa com’è
1000
c => TL
PT
Y
1001
00 01 c 11 10
L
1011
L non varia 0 0 1 1 1 b => PL
1010
ed è 0: presa
negata
1 0 0 1 0
I gruppi devono esse- Y a ===> PT
10 livello 20 livello
re potenze di 2 (2/4/8
Y = PT + PL + TL
/16 ma non 3/5/6…)
14
10
0
0 1 1
a
A
ABCD
b
Y
ATT.: i bordi (sopra e
sotto, destro e sinistro)
sono adiacenti
a => XT
b
b => YZT
A = XT + YZT
Costruzione della mappa di Karnaugh
(8’)
Vediamo come si costruisce la mappa di Karnaugh in alcuni casi che si incontrano
frequentemente.
Caso 1) Data la tabella di verità nella forma standard (ovvero con
le righe che seguono la numerazione binaria progressiva dalla riga 0
0 alla riga nN-1) mostrata a fianco, costruire la mappa di Karnaugh 1
2
3
AB
+Vcc
4
0
0
0
1
1
1
1
0
CD
5
0
4
12
8
1
6
1
1
0
00
A
7
1
5
13
9
8
B
0
0
0
1
M1
Y
01
9
3
7
15 11
C
10
0
11
D
2
10
1
0
6
1
1
0
14
0
10
1
M2
m2
Y
Un gruppo di 1 si chiama
mintermine e si indica con mn Y = m1 + m2
Un gruppo di 0 si chiama maxtermine e si indica con Mn
11
12
m1 13
14
15
AB CD
Y
0000
0001
0010
0011
0100
0101
0110
0111
1000
1001
1010
1011
1100
1101
1110
1111
1
0
1
0
1
0
1
0
1
1
1
1
0
0
0
0
E=0
AB
00 01 11 10
CD
0
4
1
5
Y = 1 se: 0 0 0 1
Pesi 8 4 2 1
Y = 1 se N = 1 ;
0101
8421
5
1 0 0 1: 0 0 1 1
1 1 0 1; 0 1 1 1
1011
1111
11
2
10
1
1
; 9 ; 13
7
1
6
1
m2
1
15
11
14
10
28
24
17
21
29
25
01
1
1
19
23
31
27
18
22
30
26
11
10
m2 = variabili di ugual valore
nel gruppo = ACD
m1 = variabili di ugual valore
nel gruppo = ACE
E=0
AB
00 01 11 10
CD
0
4
12
8
1
1
1
00 1
1
F=0
01
1
3
5
7
11
2
6
13
15
1
14
11
1
01
11
13
10
36
1
35
11
m3
11
17
21
29
25
19
23
31
27
18
22
30
26
1
1
1
44
40
m4
AB
00 01 11 10
CD
48
52
60
56
49
53
61
57
55
63
59
00
33
F= 1
01
10
32
7
m2
10
AB
00 01 11 10
CD
5
E=1
AB
00 01 11 10
CD
16 20 28 24
m1
1
1
1
00 1
9
10
00
9
20
m1
3
3
7
11
15
9
1
3
1
CD
13
01
Y = 1 se N:
Y = ABCD + ABCD + ACD +
16
00
In questo caso 2 si può andare
Caso 3) Minimizzare con la mappa di K. la funzione seguente:
8
00
Y = M1 * M2
Caso 2) Invece di dare la tabella di verità del circuito subito a compilare la mappa
si poteva dire che Y valeva 1 nei casi corrispondenti ai di K, numerando le caselle e
seguenti numeri d’ingresso: 0, 2, 4, 6, 8, 9, 10 e 11, scrivendo 1 dove previsto
mentre valeva 0 negli altri casi d’ingresso
Caso 2bis) Y=1 nei numeri pari escluso il 12 e 14 e coi numeri 9 e 11
12
E=1
AB
00 01 11 10
CD
37
45
41
01
39
47
1
51
43
1
11
34
38
46
50
42
54
62
1
58
10
15
m1 = CDF
15
m2 = ABCD
m3 = ACDF
m4 = ACDE
U2
Codificatore decimale–BCD a priorità 74LS147
U11
(5’)
(MSB) 0 1 1 1 (LSB) = ( 7 )10
DCD_HEX_BLUE
VCC
DIP (dual in line package)
a 16 pin (due file da 8)
X1
5V
2.5 V
U1
VCC
5V
11
12
13
1
2
3
4
5
10
VCC
U10
11
12
13
1
2
3
4
5
10
NC = non connesso
DCD_HEX_BLUE
Codifica
BCD
1
2
3
4
5
6
7
8
9
9
7
6
14
A
B
C
D
LSB
5V
U12A
74LS04D
MSB
U12B
1
2
3
4
5
6
7
8
9
A
B
C
D
9
7
6
14
X2
2.5 V
X3
2.5 V
74LS147D
GND
X4
74LS04D
2.5 V
U12C
74LS147D
U3A MSB
LSB
74LS04D
U3B
74LS04D
U3C
74LS04D
U3D
74LS04D
74LS04D
U12D
GND
U8
Parametri delle famiglie logiche
74LS04D
U5
DCD_HEX_BLUE
VCC
5V
VCC
U7
DCD_HEX_BLUE
5V
U4
11
12
13
1
2
3
4
5
10
1
2
3
4
5
6
7
8
9
11
12
13
1
2
3
4
5
10
U6A
A
B
C
D
9
7
6
14
74LS04D
U6B
GND
U6D
U9B
U9C
74LS04D
U9D
U6C
74LS04D
74LS04D
74LS04D
(MSB) 0 1 0 0 (LSB) = ( 4 )10
GND
A
B
C
D
74LS147D
74LS04D
74LS147D
1
2
3
4
5
6
7
8
9
U9A
9
7
6
14
D => H L H H <= A = ( 4 )10
in logica negativa
74LS04D
16
74LS04D
Codificatore ottale–binario a priorità 74LS148
(5’)
VCC
‘148 a priorità massima
5V
1
2
3
4
5
6
7
8
12
D0
D1
D2
D3
D4
D5
D6
D7
EI
A0
A1
A2
9
10
11
GS
EO
14
13
Abilitato
74LS148D
Il ‘148 è un codificatore ottalebinario, cioè ha 8 ingressi
(attivi bassi) e fornisce in
uscita un numero binario a 3
cifre (in logica negativa, cioè
con la tensione alta per lo 0 e la
tensione bassa per l’1).
R2
R1
10k
10k
1
2
3
4
5
6
7
8
12
J1
Key = A
Per codificare 24
ingressi servono 5
cifre
D0
D1
D2
D3
D4
D5
D6
D7
EI
A0
A1
A2
9
10
11
GS
EO
14
13
Abilitato
74LS148D
D0
D1
D2
D3
D4
D5
D6
D7
EI
A0
A1
A2
9
10
11
GS
EO
14
13
GND
U3A
J2
74LS00D
X2
D0
D1
D2
D3
D4
D5
D6
D7
EI
2.5 V
74LS00D
U3C
74LS00D
A0
A1
A2
9
10
11
GS
EO
14
13
001
5V
U3D
74LS00D
Abilitato
VCC
5V
‘148 a priorità bassa
1
2
3
4
5
6
7
8
12
D0
D1
D2
D3
D4
D5
D6
D7
EI
A0
A1
A2
9
10
11
GS
EO
14
13
R1
10kO
5%
10kO
5%
Key = A
Disabilitato
D0
D1
D2
D3
D4
D5
D6
D7
EI
GND
U5
J2
9
10
11
GS
EO
14
13
U3A
001
D0
D1
D2
D3
D4
D5
D6
D7
EI
5V
1 0 0 1
74LS00D
U3B
X2
2.5 V
74LS00D
U3C
74LS00D
A0
A1
A2
9
10
11
GS
EO
14
13
74LS148D
VCC
17
A0
A1
A2
U2
1
2
3
4
5
6
7
8
12
Key = B
GND
2.5 V
DCD_HEX_DIG_BLUE
74LS148D
GND
74LS148D
X1
U1
1
2
3
4
5
6
7
8
12
J1
Disabilitato
2.5 V
74LS04D
5V
R2
X5
U4A
74LS148D
VCC
GND
LSB
0 0 0 1
U2
1
2
3
4
5
6
7
8
12
MSB
U3B
74LS148D
GND
Key = B
Esso ha tre terminali in più
rispetto al codificatore decimale
‘147, che servono per estendere
gli ingressi a 16 (o a 24 come
nello schema a lato)
DCD_HEX_DIG_BLUE
U1
5V
1
2
3
4
5
6
7
8
12
U5
5V
Disabilitato perché è stato
premuto un tasto nel ‘148 sopra
U4A
74LS04D
U3D
74LS00D
X5
2.5 V
X1
2.5 V
Un ingresso attivato
(sopra o sotto)
Decoder-demultiplexer ‘138
Il ‘138 può essere usato come demultiplexer (oltre che come decoder, motivo per cui
è definito come decoder-demultiplixer), nel qual caso il suo simbolo CEI è questo:
(5’)
Il ‘138 può essere considerato un decoder binario/ottale
(= un circuito che attiva una e una sola
delle sue 8 uscite, quella che corrisponde al numero binario messo in ingresso)
con tre abilitazioni
La dipendenza G è chiamata dipendenza
AND perché lavora come un AND usato
in modo gating imponendo lo zero
A chi impone lo zero G è scritto accanto a
G e qui sono tutti i terminali contrassegnati coi numeri da 0 a 7 (ovvero le 8 uscite)
che saranno tutte forzate a zero, ma visto
il triangolino saranno forzate alte perché
in logica negativa lo 0 è lo stato alto
1H
0L
1H
Tutte meno una, quella indicata dagli
ingressi ABC che insieme formano un
unico numero con A che ha peso 20 e C
che ha peso 22 (per cui B ha peso 21)
attivato
G1 (attivo alto), G2A e G2B (attivi bassi) sono abilitazioni
(operatore EN = enable, abilitazione a sentire gli ingressi)
Se le uscite fossero tri-state la non abilitazione le manderebbe in terzo stato, ma quelle del
138 non sono tri-state perché altrimenti
avrebbero un triangolo
VCC
5V
R1
180
A
0
B
1
2
3
4
5
6
7
U1
C
V1
5 V
V3
1kHz
5 V
Data
(del ‘138
usato come
demux)
1
2
3
A
B
C
6
4
5
G1
~G2A
~G2B
Y0
Y1
Y2
Y3
Y4
Y5
Y6
Y7
15
14
13
12
11
10
9
7
74LS138N
G1 = H => Y7 = L perché 138 abilitato e Y7 attivato
G1 = L => Y7 = H perché 138 disabilitato
L’unico ingresso del demux può essere G1 e in tal caso l’ingresso viene invertito e inviato all’uscita indicata dagli ingressi ABC (Y7)
Le altre Y sempre non attive (H perché Y attive basse)
Come ingresso del demux si può usare G2A e in tal caso l’ingresso viene inviato (senza inversione) all’uscita indicata da ABC
G2A = H => Y7 = H perché 138 disabilitato
G2A = L => Y7 = L perché 138 abilitato e Y7 attivato
GND
18
a LCD
a LED
LCD a 4 cifre
1
+
A B C D E F G H
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
(liquidcrystal
display)
CK
Visualizzano numeri (in BCD o in binario) o
caratteri alfanumerici (in codice ASCII)
32
31
30
29
28
27
26
25
24
23
22
21
a matrice 5x7
37
36
35
34
(7’)
Introduzione ai display
16-segmenti
14-segmenti
7-segmenti
D7
D6
D5
D4
D3
D2
D1
D0
massa
VCC
CV
GND
7-segmenti a
catodo comune 5V
E
RS
RW
150O
LCD a matrice di punti
LCD da 16 x 2 caratteri
5V
5V
CA
J
H
F
CK
G1
E
N
D
M
A
CK
K
B
G2
CK
DP
C
L
A B C D E F G
150O
14-segmenti a catodo comune
7-segmenti
a 2 cifre
7-segmenti ad
anodo comune
=> LCD comandato da un PIC
CK
5V
5V
CA
A B C D E F G H A B C D E F G H
Driver (pilota)
5V
7
1
2
6
A
B
C
D
3
5
4
~LT
~RBI
~BI/RBO
OA
OB
OC
OD
OE
OF
OG
A B C D E F G
13
12
11
10
9
15
14
…
74LS47D
19
2 mA < 3mA
BI = Blanking Input = ingresso che attivato spegne il display
RBI = Ripple Blanking Input = ingresso che attivato spegne
il display se il numero da visualizzare è 0 che si propaga
RBO = Ripple Blanking Output = uscita dello spegnimento
(B) che si propaga (R) Usato come ingresso VCC
LT (Lamp
Test)
accende tutti
74LS47D
74LS47D
i segmenti
Impone “0”
~LT
~RBI
~BI/RBO
~LT
~RBI
~BI/RBO
A
B
C
D
OA
OB
OC
OD
OE
OF
OG
memoria, di 4bit)
Impone “1”
290  (=> 11 mA)
Variando il DC si
varia il tempo che
stanno accesi e quindi
la luminosità
74LS05D
OA
OB
OC
OD
OE
OF
OG
~LT
~RBI
~BI/RBO
~LT
~RBI
~BI/RBO
74LS05D
74LS05D
74LS05D
74LS05D
Non 001.20 ma 1.2
5V
Display ad anodo comune
CA
CA
6mA
Isink
CA
CA
CA
U10
0 0 1
1
0 0 0
A B C D E F G
A B C D E F G
1 0
Il 74LS47 può essere chiamato driver (pilota) o convertitore di codice (entra un numero binario ed esce un altro numero)
o decoder (entra un numero binario e si attiva, si accende, un solo
5V
numero decimale)
20
3
5
4
A
B
C
D
74LS47
~LT
~RBI
~BI/RBO
OA
OB
OC
OD
OE
OF
OG
13
12
11
10
9
15
14
150O
7
1
2
6
3
5
4
A
B
C
D
74LS47
~LT
~RBI
~BI/RBO
OA
OB
OC
OD
OE
OF
OG
13
12
11
10
9
15
14
150O
7
1
2
6
3
5
4
A
B
C
D
74LS47
~LT
~RBI
~BI/RBO
OA
OB
OC
OD
OE
OF
OG
13
12
11
10
9
15
14
150O
7
1
2
6
~LT
~RBI
~BI/RBO
3
5
4
A
B
C
D
OA
OB
OC
OD
OE
OF
OG
3
5
4
~LT
~RBI
~BI/RBO
74LS47
A
B
C
D
0 1
A B C D E F G H
150O
74LS47
7
1
2
6
74LS47
Acceso =>
RBO = H
A B C D E F G
OA
OB
OC
OD
OE
OF
OG
13
12
11
10
9
15
14
5V
RBI = L +
N = 0 =>
Spento e
150O
RBO = L
13
12
11
10
9
15
14
A B C D E F G
7
1
2
6
2 K
74LS47D
Not a collettore aperto
5V
Isource
- 2mA
74LS47D
A
B
C
D
Usato come
uscita verso
RBI
A
B
C
D
OA
OB
OC
OD
OE
OF
OG
11mA
Display
a catodo
comune
VCC
Il segno “-” indica una corrente uscente dall’integrato (corrente di source)
La corrente che entra si dice corrente di sink (lavandino) e può arrivare a 6 mA
OA
OB
OC
OD
OE
OF
OG
MC 14495 (Driver CMOS Motorola con latch,
A
B
C
D
Driver ‘LS47 e 48 - MC14495
-55  +1250C 5V10%
0  +700C
(11’)
5V5%
Multiplexer ’153 e ‘251
Un multiplexer (mux) seleziona quale
degli N ingressi inviare sull’unica uscita
in base al numero binario messo sugli
ingressi di selezione S.
(3…’)
I0
I1
I2
I3
U
S1 S0
1 1
Scopo di tale simbologia: poter capire cosa fa un circuito
avendo come informazione solo il suo schema
= MUX1
Blocco di controllo comune
Blocco d’uscita
comune
21
Comparatori
(5’)
Un comparatore è un circuito che accetta due numeri in ingresso A e B
e che segnala se essi sono uguali attivando l’uscita A=B.
Spesso segnala anche se A>B attivando l’uscita supplementare A>B
e se B>A attivando l’uscita A<B
La presenza dei tre ingressi A=B, A>B e A<B permette
di mettere in cascata N integrati ’85 per realizzare un
comparatore che compari numeri di N*4 bit
z
0
1
0
0
1
1
0
0
y
1
1
0
1
1
1
0
0
x
1
1
0
1
1
1
0
1
x
y
z
Queste due righe servono per fare comparatori veloci a n bit
usando un algoritmo sofisticato che noi non vedremo qui.
H L L
L H L
L L H
Es.: in decimale 2xx > 1xx
24x > 23x
245 > 244
22
Condensatore e capacità C
(7’)
Armature
Isolante
Un condensatore è un componente elettronico a due piedini (bipolo) costituito da due superfici
conduttrici (armature) separate da un materiale isolante (o materiale dielettrico)
Se su un’armatura è arrivata (si è accumulata) una carica Qc positiva (unità di misura Coulomb),
sull’altra armatura c’è una identica carica Qc solo negativa. Se sulle armature ci sono accumulate
Se arriva una
cariche di segno opposto, allora tra le armature c’è una tensione Vc
+
carica + su
manda via
un’armatura
La carica che si può accumulare su un condensatore non è fissa ma dipende dalla tensione
una carica +
che spinge dentro le cariche (un condensatore è simile ad una bombola di gas …)
dall’altra
Qc
armatura
Supponiamo che su un’armatura ci sia una
+++++++++ +
carica in eccesso Qc1 = 5 Coul e che si sia
formata tra le armature una tensione Vc1= 5V
- - - - - - - - - Vc
220 pF 2 kV
Se la carica raddoppia, la tensione raddoppia
Carica - +
ceramici
in eccesso un’altra
Qc1 Qc 2
 Coul

 Farad 

 cos t  Capacità 
carica +
poliestere
Vc1 Vc 2
 V

47 nF 400 V
22 F 63 V
Cosa è la capacità C di un condensatore?
5Coul 10 Coul
E’ un numero che caratterizza il condensato
 1F
re e che ci dice quanti Coulomb entrano nel
5V
10V
condensatore caricandolo con una V di 1V
elettrolitici
Qc  CVc
ic
4700F 50V
all’alluminio
+
Qc  CVc
Qc
Vc
Per C grandi occorre
aumentare la superficie delle armature e
diminuire la distanza.
+ terminale più lungo
+ 10F 25V C’è una V massima
al tantalio
C
+
+
+
10 F
Se iC è grande la VC varia
rapidamente per cui iC e
VC /  t sono direttamente proporzionali.
La costante di
proporzionalità è C
25 V
Derivata di Vc rispetto a t
23
Q
 ic
t
Vc
Q
C
t
t
Per definizione di i
ic  C
Vc
t
ic  C
dVc
dt
Carica e scarica del condensatore
(5’’)
Ext T rig
+
Supponendo C inizialmente scarico (VC = 0), vediamo come varia
nel tempo la sua tensione VC collegando la batteria da 10 V.
La batteria manda delle cariche su C e
più aumenta la carica Q accumulata in C
Key = Space
più aumenta la tensione VC ai suoi capi.
L’aumento della tensione su C non può
avvenire istantaneamente, ma richiede
un certo tempo.
Se il circuito collegato al condensatore è
diverso da quello mostrato qui, può
essere sempre ridotto a questo facendo
l’quivalente di Thevenin del circuito
visto dai capi del condensatore.
_
B
A
+
_
+
_
100k
10 V
1.0uF
Equivalente di Thevenin
del circuito che alimenta C
VC finale = Vbatteria = 10 V
9.5V
10 V
Il tempo impiegato da VC per
arrivare al valore VC finale dipende dal
prodotto RC, detto costante tempo e
indicato con  :
9.93V
8.6V
6.3V
  ReqTheveninC
Arriva in 3  (se ci si
accontenta del 95%) o
in 5  (se si vuole che
abbia superato il 99%)
  100k *1  100ms
0V
In 1  VC fa il 63% del
salto che gli resta per
arrivare al valore finale
0
1
2
3
La tensione su C arriva al suo valore
finale:
5
dopo 1 
dopo 2 
- in 3  se ci si considera
“arrivati” quando siamo al 95%
del valore finale
- o in 5  se per “arrivati” al
valore finale intendiamo l’essere
arrivati al 99% del valore finale
0.63(10  6.3)  2.3V
(se volessimo il 100% del valore finale… dovremmo aspettare un tempo infinito!)
y
y  y * e
y

t
y

yFinale
e = 2.72
t =  => e-1 = 1/2.72
t = 2 => e-2 = 1/2.722
t = 3 => e-3 = 1/2.723
y
yIniziale
t
y  y Fin  y  e

t

t
y  y Fin  ( y Fin  y Ini )e

t

24
Clock con NOT a trigger di Schmitt
(4’)
=> Carica/scarica condensatore
9.5V
10 V
  100k *1  100ms
Ext T rig
+
  ReqTheveninC
9.93V
8.6V
Il 74LS14 è un hex inverter with Schmitt trigger inputs
Vu
5V
6.3V
_
B
A
_
+
_
+
Arriva in 3  (se ci si
accontenta del 95%) o
in 5  (se si vuole che
abbia superato il 99%)
Key = Space
100k
10 V
1.0uF
VT- VT+
0.8V 1.6V
0V
0
1
2
3
5
Equivalente di Thevenin
del circuito che alimenta C
dopo 1 
dopo 2 
In 1  VC fa il 63% del salto
che gli resta per arrivare al
valore finale (VC = VeqThevenin)
0.63(10  6.3)  2.3V
5V
Clock
Raddoppiando R1 o C1 la frequenza dell’onda quadra dimezza, ma il duty cycle non varia
XSC1
0V
G
T
A
B
C
D
VCC
VCC
5V
5V
R1
4
100k
U2A
VC U3A
74LS14D
C1
1.0uF
GND
Clock
3
1
2
~1PR
1J
1Q
5
3
1
1CLK
1K
U2B
4
~1PR
~1Q
6
2
1Q
5
~1Q
6
1J
1CLK
1K
~1CLR
~1CLR
15
15
74LS112D
VC
1.6V
74LS112D
25
0V
0.8V
Vi
S R
Divisore di frequenza per 4
(7’)
Il 74LS112 è un
dual JK negative
edge-triggered
flip-flop con clear
e preset
Un FF JK in cui J=K=1 commuta
tutte le volte che arriva il clock e si
dice FF usato in modo Toggle
XSC1
G
T
A
B
C
D
VCC
VCC
Non attivo
5V
5V
?
Q1
?
Q2
fclock /2
R1
4
100k
U2A
U3A
3
1
74LS14D
C1
1.0uF
GND
2
~1PR
1J
1Q
5
3
1
1CLK
1K
U2B
4
~1PR
~1Q
6
2
1Q
5
~1Q
6
1J
1CLK
1K
~1CLR
~1CLR
15
15
74LS112D
divisore per 2
fQ1 /2 = fclock /4
74LS112D
Q1
Q2
divisore per 4
Con N FF di tipo T si realizza un divisore per 2N della fclock
Usando un contatore si può fare un divisore per un M a piacere
26
CLR
Registro universale a 4 bit 74LS194
Key = Space
5V
Ingresso parallelo (PI)
6
5
4
3
2
7
D
C
B
A
10
9
U1
4
74LS194D
12
13
14
15
QD
QC
QB
QA
Key = A
Attivando il Clear (cioè portandolo L), tutte le uscite Q si azzerano
GND
istantaneamente (senza aspettare il Ck)
Sono stati dati 3 Ck,
coi primi due che
hanno fatto entrare 1
e il terzo che ha fatto
entrare 0 (in QA)
Antirimbalzo
Key = Space
Q
1.00k
U2B
6
5
4
3
D
C
B
A
74LS02D
R2
2
7
R11
R
U1
74LS194D
12
13
14
15
GND
J6
VCC
S1S0 = 00 (LL)
hold
(mantenimento)
Key = Space
5V
R3
1.00k
Key = Space
5V
R3
Sono stati dati 2 Ck, col primo due
che ha fatto entrare 1 e il secondo
che ha fatto entrare 0 (in QD)
12
13
14
15
QD
QC
QB
QA
74LS194D
27
6
5
4
3
2
7
SR
SL
D
C
B
A
U3
1
74LS194D
12
13
14
15
2
GND
QD
QC
QB
QA
D
C
B
A
U3
Qualunque cosa si
metta sugli ingressi
(qui 1 sull’ingresso
J5
parallelo ABCD, 1
Key = A
sul sull’ingresso
seriale R e sul seriale
S) non cambia
l’uscita all’arrivo del GND
Ck (qui era tutto 0 e
tale resta)
10
9
6
5
4
3
2
7
GND
SR
SL
10
9
S1
S0
11
1
1.00k
CLK
~CLR
A ogni transizione
positiva del Ck il dato su
SL (ingresso) va su QD
J5
mentre quello su QD va in
Key = A
QC, quello su QC va su
QB, quello su QB va su QA
e quello su QA si perde
(scorrimento a destra)
GND
J6
VCC
S1
S0
Ingr. seriale con
scorr. a Sin (Left)
5V
11
1
S1S0 = 10 (HL)
J3
QD
QC
QB
QA
GND
J2
SR
SL
12
13
14
15
QD
QC
QB
QA
74LS194D
A ogni transizione
positiva del Ck il dato
su SR (ingresso) va su
QA mentre quello su
QA va in QB, quello su
QB va su QC, quello su
QC va su QD e quello
su QD si perde
(scorrimento a sinistra)
VCC
Key = A
10
9
D
C
B
A
U2
3
74LS02D
S
Ingr. seriale con scorrim. a Destra (Right)
1.00k
J1 GND
R4
S1
S0
6
5
4
3
2
7
10
9
GND
SR
SL
S1
S0
11
1
CLK
~CLR
J3
S1S0 = 01 (LH)
R3
U2A
11
1
Ingresso
1.00k
Key = A
1.00k
GND
R2
VCC
5V
R1
CLK
~CLR
5V
VCC
Schema
elettrico
Key = Space
CLK
~CLR
J4
VCC
74LS194: ingressi stabili 20 ns (ts) prima e 0 ns (th) dopo 
74AS194: ingressi stabili 4 ns (ts) prima e 0.5 ns (th) dopo 
GND
SR
SL
J1
S1
S0
11
1
1.00k
CLK
~CLR
il dato presente sugli
ingressi ABCD
si trasferisce sulle
uscite QAQBQCQD
alla prima transizione
positiva del Ck
(il 194 è un positive
edge triggered)
Simbolo ANSI/IEEE 1984
3
4
Ingresso
R1
QD
QA
1
2
J2
VCC
S1S0 = 11 (HH)
P0=A P3=D
(9’)
Elenco componenti
5V
Clock n. 0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
1KHz
VCC
DC20%
5V
5V
Segnale da
contare
3
1J
Clock
16
Clock
Q0
Q1
1
V1
Contatori asincroni
2
1Q
Q3
5
3
~1Q
6
3
2
1K
6
~1Q
5
1Q
3
1K
6
~1Q
~1CLR
~1CLR
15
15
1Q
5
~1Q
6
1J
1
1CLK
2
U2B
4
~1PR
1J
1
74LS112D
15
5
1Q
1CLK
~1CLR
U1B
4
~1PR
1J
1
1K
U2A
4
~1PR
1CLK
1kHz
5V
Q2
U1A
4
~1PR
(11’)
1CLK
2
1K
~1CLR
74LS112D
15
GND
Q0
Q3Q2 Q1Q0 = 0000 0001 0010 0011 0100 0101 0110 0111 1000 1001 1010 1011 1100 1101 1110 1111 0000
fmax = 1 / (Ntpd + Ts)
~1PR
5
6
7
3
8
~1PR
1J
1
1Q
5
1
1K
~1Q
6
Q3
XLA1
0
2
?
1 2
1Q
5
3
~1Q
6
1Q
5
3
2
1K
~1Q
6
15
2
5
~1Q
6
1CLK
1K
Q2
~1CLR
1Q
1J
1
1CLK
Q1
~1CLR
15
1J
1
1CLK
1K
Analizzatore
logico
~1PR
~1PR
1J
Q0
~1CLR
tpd
3
1CLK
2
Clock
Q0
Q2
1
Contatore asincrono modulo 24 = 16
Forme d’onda considerando il ritardo tpd dei FF
Clock n. 0
1
2
3
4
Q1
Q3
~1CLR
15
15
15
F
Ts
74LS112 Q
1
tpLH = tpHL
Q2
= 20ns
Q3
C Q T
2tpd
3tpd
Q3Q2 Q1Q0 = 0000 0001
0010
0011
0
15 14 13
0100 0101
0110
Prelevando l’uscita sui terminali negati, conta all’indietro
4tpd 1000
0111
CLK interno
5KHz
10CLK/div
trigger neg.
qualifer x
U3A
VCC
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Clk
U1A
4
3
1
V1
2
1Q
5
3
~1Q
6
1Q
5
3
1K
~1Q
6
2
5
1Q
3
1
1CLK
1K
U2B
~1PR
1J
1
1CLK
2
4
~1PR
1J
1
1CLK
U1B
4
~1PR
1J
1K
U2A
4
~1PR
6
~1Q
2
1Q
5
~1Q
6
1J
1CLK
1K
~1CLR
~1CLR
~1CLR
~1CLR
15
15
15
15
XLA1
GND
1
0000
0001
0010
0011
0100
0101
0110
0111
1000
1001
0000
Contatore asincrono modulo 10
1010
I contatori avanti/indietro sono di tipo
sincrono, perché in quelli asincroni
l’inversione del conteggio non può
avvenire in qualunque istante
Contatore mod 60
Contatore
Contatore
mod 10
mod 6
A
0
1
2
3
B
C
D
8
VCC
U3A
4
5V
6
5
V1
1kHz
5V
0
7
6
5
0
28
GND
3
1Q
2
6
5
1CLK
~1Q
7
3
~1CLR
1
~1PR
1J
1Q
2
6
5
1CLK
~1K
~1Q
7
3
~1CLR
74LS109D
1
U1A
4
~1PR
1J
~1K
U3B
4
~1PR
1Q
2
~1Q
7
1J
1CLK
~1K
~1CLR
74LS109D
1
Numeri complessi, logaritmi, esponenziali
log10 x  n
(7’)
Si definisce unità immaginaria un numero, indicato col simbolo i, che
elevato al quadrato dà come risultato -1 (essa è indicata col simbolo j in
elettronica/elettrotecnica, dove con i si indica una corrente)
L’unità immaginaria viene definita per rendere risolvibile
l’equazione x2 = - 1 che ora ha 2 soluzioni +j e -j
i2 = -1 = j2
Z = a + jb dicesi rappresentazione algebrica
log10 x  Logx
Tradizionalmente
(o di Argand-Gauss)
asse reale, asse j
In tal caso il piano non è più chiamato piano cartesiano xy ma
piano complesso (o piano di Argand-Gauss).
Il logaritmo in base 10 di x è… il numero n a cui bisogna elevare 10 per avere x
x  1   j
Si definisce numero immaginario un numero del tipo aj
 4  1 4   j2
dove a è un numero reale
a è detta parte reale
Si definisce numero complesso un numero del tipo a + bj bj è detta parte immaginaria
con a e b numeri reali
b è il coefficiente dell’immaginario
Un numero complesso Z = a + jb, essendo
j
identificato da una coppia di numeri reali y
Z = a+jb
Z = a+jb
(a, b), è associabile ad un punto del piano
b
b
cartesiano con x = a e y = b.
Poiché l’asse y è usato per rappresentare
a
a asse reale
x
il coefficiente dell’immaginario, viene
Piano cartesiano x,y Piano complesso
detto asse immaginario o asse j.
10 n  x
Log 1
=…
0 perché 100 = 1
Log 10
=…
1 perché 101 = 10
Log 100 = …
2 perché 102 = 100
Log 1000 = …
3 perché 103 = 1000
Log aN = N Log a
Log 1/10 = Log
10-1
log e x  ln x
dove e = 2.72…
Notare che il Log x aumenta di 1 quando x decuplica.
Per questo quando si rappresenta un intervallo di
frequenze ampio - es da 1 Hz a 1 MHz - si rappresenta a distanze uguali
1 - 10 - 100 - 1K - 10K - 100K - 1 M Hz
come se si rappresentassero gli esponenti di 10
100 - 101 - 102 - 103 - 104 - 105
- 106 Hz
= - Log 10 = - 1
Log 1/100 = - Log 100 = - 2
Log 1/1000 = - Log 1000 = - 3
Z = Zej
Z=Z 
j
Quando applichiamo una tensione costante ad un condensatore, ad esempio una
batteria da 10V, la corrente che scorre inizialmente è grande, ma poi decresce in
Z
modo esponenziale man mano che aumenta la tensione sul condensatore diventando
b = Z sen

zero quando sul condensatore la tensione arriva ad essere uguale a quella della
asse reale batteria.
a = Z cos
Poiché cos + jsen = ej (formula di Eulero)
Per scrivere l’espressione della corrente sul condensatore in carica bisogna conoscere
Z = a2 + b2
Z = a + jb = Zcos + jZsen = Z (cos + jsen) = Zej
la funzione esponenziale y = ex dove e è un numero che vale 2,72 più altri decimali
=
arctg
(b/a)

che dicesi rappresentazione esponenziale.
che trascuriamo
b
Z = Z  dicesi rappresentazione vettoriale
o anche rappresentazione in modulo e fase
La somma e la sottrazione si fanno più facilmente coi numeri in forma algebrica
(R1 + jX1) + (R2 + jX2) = (R1 + R2) +j(X1 + X2)
(R1 + jX1) - (R2+jX2) = (R1 - R2) +j(X1 - X2)
Il prodotto e la divisione si fanno più
facilmente coi numeri in forma
esponenziale (ovvero in modulo e fase).
Z1e j1 Z1 j (1  2 )

e
Z 2 e j 2 Z 2
Z1e j1  Z 2e j 2  Z1Z 2e j (1  2 )
Nel campo complesso ogni equazione di grado n ha n
soluzioni (teorema fondamentale dell’algebra).
Es.: x2 + 4x + 8 = 0 => x = 2  j2
Questi due numeri si dicono coniugati.
Un’equazione a coefficienti reali o ha 2 soluzioni reali
(distinte o coincidenti) o ha 2 soluzioni complesse
coniugate tra di loro (cioè che differiscono solo per il
segno della parte j)
j
b
y
y  y * e
t
y

yFinale
e = 2.72
t =  => e-1 = 1/2.72
t = 2 => e-2 = 1/2.722
t = 3 => e-3 = 1/2.723
y
t
asse reale
-b
Z2 = a-jb
Coppia di numeri
complessi coniugati
29
y  y Fin  y  e
y
yIniziale
Z1 = a+jb
a


t

t
y  y Fin  ( y Fin  y Ini )e

t

Induttore e induttanza L
(5’)
L = 60 H
2A
L = 2 H
5A
Un induttore è composto da un filo avvolto in aria
o avvolto su una barretta di materiale ferromagnetico
o su un percorso chiuso sempre di materiale ferromagnetico.
La corrente i che passa nel filo produce un campo magnetico L = 10 nH
la cui entità è individuata dal flusso di campo magnetico, che si
indica con  e si misura in Weber (Wb)
Linee di forza del
Tra la corrente i che percorre il filo avvolto e il flusso magnetico  che campo magnetico
essa produce c’è una proporzionalità diretta:  = k i dove k = costante
i
La costante di proporzionalità si indica con
=Li
L e si chiama induttanza
Visto che L =  / i l’induttanza si misura in Wb/A, unità di misura che
viene chiamata Henry ( H = Wb / A )
Cosa è l’induttanza, allora? Il numero per cui bisogna moltiplicare i per
avere il  prodotto da quella i quando scorre in quell’avvolgimento
Perché il filo è avvolto? Per aumentare il flusso  prodotto da quella
corrente (se la corrente i in una spira produce un flusso  e l’induttore è
composto da N spire, il flusso prodotto dalla stessa i diventa N )
 del campo magnetico variabile
v

t
Se i varia anche  varia
Se il  concatenato con una spira varia
ai capi del filo si produce (induce) una tensione v
pari a  / t, dove t è il tempo in cui avviene
la variazione di flusso  (legge dell’induzione)
Visto che  = Li allora   = L  i e si ha che:
Questa legge può essere
A cosa serve il materiale ferromagnetico? Ad aumentare l’induttanza,
ricordata a partire da quella
ovvero il flusso prodotto dalla corrente (la resistenza incontrata dal flusso del condensatore scambianper passare nell’aria, chiamata riluttanza, è molto maggiore di quella
do i con v e C con L
incontrata nel ferro, per cui il flusso in aria è molto minore del flusso sul
ferro a parità di i e di numero di spire)
v

i
L
t
t
ic  C
Vc
t
Un induttore avente un’induttanza L di 10 mH è percorso da una corrente i di 1 mA. Quale flusso  produce la corrente?
Quale tensione si induce sull’induttore se la corrente si annulla in 1 secondo?
 = Li = 10m 1m = 10 Wb
vL
i
1m
 10m
 10V
t
1
oppure v 
 10

 10V
t
1
30
15 parole (concetti) da sapere
8) Cosa è il valor medio Vm di un segnale v(t)?
(10’)
1) Cosa è un circuito? Un circuito è un quadripolo che accetta un segnale in ingresso, lo
elabora e fornisce un segnale in uscita
Resistenza
Rs interna di vs
Resistenza d’uscita Ru
iu
Generatore
di segnale
vs(t)
+
Segnale
d’ingresso Resistenza
d’ingresso
vi(t)
Ri
Tensione
di uscita
a vuoto
+
vu0
Segnale
d’uscita
Vu(t)
Vi
At2
t
Aree uguali
t1
t2
t
RC
Vu
Massa
3a) Cosa succede alla Vuscita passando da vuoto a carico?
La tensione diminuisce, e anche drammaticamente quando il carico cerca di assorbire più
corrente di quella prevista (spesso di pochi mA)
La massima corrente che il circuito
può dare in uscita è iUMAX = vU0 / Ru
4) Cosa è la resistenza d’uscita?
(se, ad esempio vU0 = 5 V e RU = 1
È una resistenza equivalente (in realtà non c’è, ma il
k, niente potrà far erogare al
circuito si comporta come se ci fosse) la cui presenza
circuito più della corrente di cortospiega l’abbassamento di tensione da vuoto a carico.
circuito pari a 5/1k = 5 mA)
4a) Come si calcola la resistenza d’uscita?
Calcolando l’equivalente di Thevenin al bipolo costituito dall’uscita (in pratica è la R vista dai
morsetti d’uscita col carico staccato e coi generatori di tensione, in particolare il generatore in
ingresso, cortocircuitati)
5) Cosa s’intende in elettronica con segnale?
Nel 99% dei casi s’intende una tensione (variabile nel tempo, perché è in questa variazione che
sta l’informazione, ad es. del segnale che arriva dall’antenna televisiva).
Qualche volta può essere una corrente, ma è largamente preferita la tensione.
6) Quando è che un segnale si dice periodico?
Quando, passato un intervallo di tempo
v(t)
detto periodo e indicato con T, i valori
assunti dalla tensione si ripetono.
La frequenza è il numero dei periodi
contenuti in un secondo (2 nell’esempio) e si
0 (periodo)T 0.5
calcola facendo 1 sec / T in sec (f = 1 / T).
v(t)
7) Segnali uni e bidirezionali
A+
t1
Per valor medio di v(t) nell’intervallo t1 - t2 si intende la V(t)
tensione fissa (continua) Vm di valore tale da essere V
m
Carico equivalente come area sotto la curva, ovvero tale che:
(load)
Vm * (t2 – t1) = At1t2
2) Cosa è il carico del circuito?
Il carico (load in inglese) è la resistenza (o l’impedenza) che l’utilizzatore mette tra i morsetti di
uscita. Caricare un circuito è sinonimo di “prelevare corrente da esso”. Un circuito va sempre
caricato, poco o tanto (poca o tanta che sia la i prelevata), perché sia utile fornendo potenza al
carico (“pilotandolo”).
3) La tensione di uscita a vuoto è… la tensione tra i morsetti d’uscita in assenza di carico.
Se è indicato un solo morsetto (d’uscita o d’ingresso) è sottinteso che l’altro sia la massa (che è un punto scelto arbitrariamente dal disegnatore dello schema, in genere facendolo
coincidere col terminale negativo dell’alimentazione).
V(t)
Premesso che con “area sotto la curva” v(t) s’intende questa
e che le aree sotto le ascisse sono aree negative,
l’area sotto la curva da t1 a t2 è At1t2 = A+ - A-
Il valor medio dipende dall’intervallo temporale considerato. Se non altrimenti specificato, il
valor medio di un segnale periodico s’intende calcolato su un intero periodo.
v(t)
9) Un segnale si dice alternato se…
ha valor medio = 0 (ovvero se le aree positive e
negative si equivalgono).
La sinusoide di rete è alternata, ma alternato non
t
significa né sinusoidale né con valori massimi positivi e
negativi uguali, ma centrato sullo zero.
10) Cosa è il valore efficace?
v(t)
14) Il valore picco-picco è…
È sempre una tensione continua equivalente (come il
valor medio), ma il valore efficace (V o VRMS) è la VM
Vpp
continua equivalente come dissipazione di potenza.
La potenza dissipata su una R è v2 / R e dipende dal
quadrato di v. Pertanto il valore efficace è il valor
T = 1/f
t
=0
medio di v2, ma facendone poi la radice quadrata
per recuperare l’elevamento al quadrato fatto su v
VM
11a) Veff =
 0.707VM
11) Una sinusoide è caratterizzata dai seguenti 3 parametri:
2
Un’ampiezza VM, pari al valor massimo, una frequenza f (che in questo disegno diventa
un periodo T pari a 1/f) e una fase  (quando la sinusoide parte dall’origine, la fase è 0)
V(t)
V
12) La pulsazione  = 2f
11b) Vm = M  0.32VM
e si misura in rad/sec (che sono Hz perché il radiante è
un numero puro, ma serve a ricordarci che il valore
della frequenza è moltiplicato per 6.28)
11c) La funzione sinusoide di ampiezza VM pulsazione  e fase  è … v(t )  VM sen(t   )

t
v(t)
anticipo
11d) Una sinusoide che parte prima ha fase…positiva
e si dice in anticipo
12) Il duty cycle (d.c.) di un’onda quadra è…
Nell’esempio d.c. = 33%
t
duty _ cycle  alto
T
I 220 V della Vrete sono
VMAX=311 (220*1.414)
T = 20 ms
=
v
13) Il tempo di salita (rise) di un’onda quadra è…
Il tempo impiegato per andare dal 10% al 90% del salto
t (sec) Nell’esempio il salto è di 3 V e t è il tempo per andare
1
r
da – 0.7 a 1.7 V
2
14) Le sinusoidi sono importanti perché (Fourier)
1
v (t )  vm  A1sen(t  1 )  A2 sen(2t   2 )  ...
Questo è unidirezionale perché v(t) ha
t
sempre lo stesso segno. Questo è bidirezionale perché a volte è positivo e a volte è negativo.
15) Cosa è la resistenza d’ingresso?
-1
31
+900
t
vrete  311sen31,4t
t
Il tempo di discesa tfall è
t
Circuito per il
segnale
Ampli chitarra-sovrapposiz. effetti
v
1V 2
Circuito
in
continua
frequenza f => Tester
La R di C = X C
t
R di L = XL

v
=>
(11’) I
1 3V
2V
2fC 1V
t
-1V
Fourier
V1
Power led
t
v2
in cc
1
X C    v2
0
in cc
C
VU1
R
V1
vI
V1
1V
VU1
XC 
VU1
Level adjustment
Volume (col cacciavite)
Line output
Nodo 1 N2
N5
XC 
C
v2
R
V1
in cc
t
1
 R
v2
2fC
vu2
V1
vu2
XC trasc
R
+
1V
t
vu2
1 msec
Circuito per il segnale
È un partitore anche questo circuito, solo che la
partizione varia
con la frequenza
della sinusoide
(perché varia con
f la reattanza di
C ovvero la sua
resistenza al
passaggio della
corrente) !
Led (dia Breadboard)
N4
N3
interrotto
R1 cortocircuitato
R1 interrotto
Condensatore
Sticker
Guitar IN
=
1
Circuito in continua
Power on/off
Headphones
vU = VU1 + vu2
R
t
R
V
C
v2
2V
Notare quanto spesso si
incontra quel partitore
che stavamo studiando
Tone control
Spettri
L’amplificatore operazionale
Ramo
N3–N7
N14
N15
A1-A2
N11
RV2
cc
(by-pass)
N7
N6 RV1
Vi ho portato questo circuito
1) perché non voglio più
sentire “il circuito è aperto” 2) per parlare
Aperti o chiusi sono solo gli di sovrapposizione degli
interruttori (switch)
Un ramo (o un componente) effetti
può essere integro, interrotto
o cortocircuitato
Potenziometri
A2
N10
Tone control
N16
N18
N12
Power led
N17
A1
N8
N9
N13
Power on/off
RV1
N19
LD1
Headphones
Level adjustment
RV2
N20
(col cacciavite)
Schema elettrico
(dia Resistori)
32
Line output
Guitar IN
Sticker
Schema di montaggio
Carica e scarica di C e di L
Un induttore di induttanza L si comporta come un condensatore, ma:
(6’’)
Ext T rig
+
Supponendo C inizialmente scarico (VC = 0), vediamo come varia
nel tempo la sua tensione VC collegando la batteria da 10 V.
La batteria manda delle cariche su C e
più aumenta la carica Q accumulata in C
Key = Space
più aumenta la tensione VC ai suoi capi.
L’aumento della tensione su C non può
avvenire istantaneamente, ma richiede
un certo tempo.
Se il circuito collegato al condensatore è
diverso da quello mostrato qui, può
essere sempre ridotto a questo facendo
l’quivalente di Thevenin del circuito
visto dai capi del condensatore.
1) A non poter variare di colpo è la corrente nell’induttanza (mentre nel condensatore è la
tensione sul condensatore), per cui sarà la corrente ad avere un andamento esponenziale
_
B
A
+
_
+
_
La grandezza che non può variare di colpo è quella il cui aumento comporta l’aumento
dell’energia immagazzinata nel campo elettrico o magnetico.
1
Energiaaccumulata _ nel _ campo _ elettrico  CV 2
2
100k
10 V
1.0uF
Equivalente di Thevenin
del circuito che alimenta C
VC finale = Vbatteria = 10 V
9.5V
10 V
Il tempo impiegato da VC per
arrivare al valore VC finale dipende dal
prodotto RC, detto costante tempo e
indicato con  :
2) La costante tempo vale:
9.93V
8.6V
6.3V
  ReqTheveninC
Arriva in 3  (se ci si
accontenta del 95%) o
in 5  (se si vuole che
abbia superato il 99%)
  100k *1  100ms
0V
In 1  VC fa il 63% del
salto che gli resta per
arrivare al valore finale
0
1
2
3
La tensione su C arriva al suo valore
finale:
5
dopo 1 
dopo 2 
- in 3  se ci si considera
“arrivati” quando siamo al 95%
del valore finale
- o in 5  se per “arrivati” al
valore finale intendiamo l’essere
arrivati al 99% del valore finale
0.63(10  6.3)  2.3V
(se volessimo il 100% del valore finale… dovremmo aspettare un tempo infinito!)
y
y  y * e
y

t
y

yFinale
e = 2.72
t =  => e-1 = 1/2.72
t = 2 => e-2 = 1/2.722
t = 3 => e-3 = 1/2.723
y
yIniziale
t
y  y Fin  y  e

t

t
y  y Fin  ( y Fin  y Ini )e

t

33

L
R
Energiaaccumulata _ nel _ campo _ magnetico 
1 2
LI
2
La corrente impiega di più a raggiungere il valore
finale ( maggiore) se L è grande…
…e se R è piccola (una R piccola significa una
grande corrente finale ovvero un campo magnetico
grande e per creare un campo magnetico grande ci
vuole più tempo che per crearne uno piccolo)
RC integratore
(10’)
 = RC = 1 ms
=> Carica C
Vi
RC derivatore
Vu
1.00k
Vi (10V, 10Hz)
Vu è la derivata di Vi
Vi (10V, 10Hz)
1.0uF
Vu
Vi A = 10V, 10kHz
Vu 250 mV
Vu
5 ms a DIV
50 ms e 10 V a DIV
5 ms a DIV
50 ms e 10 V a DIV
Vi (10V, 100Hz)
Vi A = 10V, 10kHz
10 spiegazione: VR = 10 Volt - VCONDENSATORE
Vi (10V, 100Hz)
Vu A = 160 mV
Vu
-10V
+10V
Vu
Vu   Vi dt
Vi
5 ms e 10 V a DIV
=>
dV
Vi  u
dt
Vu
1.0uF
Vi (10V, 1kHz)
1.00k
40% di 4V
-10V
5 ms e 10 V a DIV
20 spiegaz.:
a) Vu(0+) = Vi(0) perché VC non può variare di colpo
b) Vu  0 con lo stesso andamento con cui VC  10V
A regime (cioè finito il transitorio che fa
caricare il condensatore al valor medio del
segnale d’ingresso) l’uscita su R è alternata
Vi (10V, 1kHz)
Vu
Vu
Vi A = 10V, 10Hz
40% di 10V
Vu sale più di quanto scenda, per cui il suo valor medio cresce
La tendenza a salire di Vu cessa dopo un pò (un fenomeno che non
dura ma finisce dopo un po’ si dice transitorio)
500 s e 10 V a DIV
500 s e 10 V a DIV
Vu 400 mV
Vi (10V, 10kHz) Il transitorio si esaurisce dopo 3  5
Vi (10V, 10kHz)
Un condensatore in serie lascia passare il
segnale (se è a f abbastanza alta) e blocca il
valor medio, rendendo il segnale alternato
Vi A = 10V,10Hz
sen t
cos t
Vu
50 s a DIV
500 s e 10 V a DIV
Vu 627 mV
34
500 s e 10 V a DIV
Vu
50 s a DIV
Poli e zeri della funzione di trasferimento
Molti sistemi hanno una funzione di trasferimento G(s) del tipo:
am s m  am1s m1  ...  a1s  a0
G(s) 
bn s n  bn 1s n 1  ...  b1s  b0
Un’equazione a coefficienti reali ha soluzioni reali o coppie di soluzioni complesse
aventi la stessa parte reale e parti immaginarie opposte (coppia di numeri complessi
coniugati)
Se i coefficienti bn… b0 sono reali, e lo sono
j
nei circuiti che studieremo, allora i poli del
sistema potranno solo essere o numeri reali
o una coppia di numeri complessi coniugati
Piano
complesso
x
Nei sistemi effettivamente esistenti n  m e i coefficienti a e b sono numeri reali
Zero
Coppia di poli
complessi coniugati
I valori di s che annullano il denominatore di G(s) si chiamano poli
Poiché s è un numero complesso, un polo è un punto sul piano complesso
o
Polo
x

x
I valori di s che annullano il numeratore di G(s) si chiamano zeri
Visto che s è una frequenza, i poli sono i valori della frequenza che rendono G(s)
infinita e gli zeri sono i valori della frequenza che rendono G(s) nulla
I poli e gli zeri si possono trovare:
1) per via matematica scrivendo prima la funzione di trasferimento G(s) (basta
trovare Vu in funzione di Vi e poi dividere per Vi) e poi risolvendo le due equazioni
Numeratore(s) = 0 e Denominatore(s) = 0 ;
2) Per ispezione diretta del circuito applicando alcune semplici regole
Se ci sono due condensatori (non riducibili ad 1 dopo aver cortocircuitato i
generatori indipendenti)
Se c’è un solo condensatore (dopo aver cortocircuitato i generatori)
- Ha un polo a pulsazione p = 1/RC, dove R è la resistenza vista da C dopo aver
cortocircuitato i generatori di tensione.
-Al massimo ha uno zero (numero di zeri  numero di poli) ma potrebbe non averne
nessuno.
- Per sapere se ha lo zero si vede che guadagno ha il circuito con    . Se in tale
situazione l’uscita va a zero, non ha alcun zero (quando ha incontrato più poli che
zeri, il diagramma di Bode pende di –20dB/decade e tende a - per   ; ma
tendere a - in dB equivale a tendere a zero non in dB). Se invece l’uscita per   
non va a zero, allora ha uno zero z .
- Per trovare la z si cerca una  che annulla l’uscita rendendo infinita una X in serie
o nulla una X in parallelo
- Di sicuro ha 2 poli e al massimo ha 2 zeri
- La prova a    ci può dire solo se ha 2 zeri (Vu per    non va a zero) o
meno di due zeri (ma in tal caso non sappiamo dire se c’è uno zero o nessuno). Per
cercare gli zeri, dobbiamo cercare i valori che di  che annullano l’uscita rendendo
infinita una X in serie o nulla una X in parallelo
- Per cercare le due p proviamo a cercare le R viste da due condensatori. Se
possiamo trovarle senza vedere l’altro condensatore, allora è fatta perché possiamo
usare la formula p1 = 1/Rvista da C1C1 e p2 = 1/Rvista da C2C2
- Se da un condensatore si vede l’altro ma le C sono di valori molto diversi (es. una
vale 10 F e l’altra 100 pF), si può studiare il circuito in bassa frequenza (la capacità
da 100 pF viene considerata un aperto) e quello in alta frequenza (la capacità da 10
F viene considerata un cortocircuito), entrambi con un solo condesatore.
- Se non si verifica nessuna di queste due condizioni, dobbiamo rassegnarci a cercare
i poli scrivendo la Y (conduttanza) complessiva ai capi di uno dei condensatori (ma
potrebbero essere due punti qualsiasi) e poi imporla = 0. Le due  soluzioni di questa
equazione sono i due poli
35
Risposta in frequenza di un RC passa-alto
AdB 0 dB
(15’)
Proviamo il circuito di Fig. 1 (RC passa-alto con polo
1
p 
 1kHz
a p = 1 kHz ovvero a f p= 159 Hz) con 4 ingressi:
RC
1) Vi1 sinusoide di ampiezza 1 V e f1 = fp = 159 Hz
p
2) Vi2 sinus. di ampiezza 1 V e f2 = 10fp = 1590 Hz
fp 
 159 Hz
2
3) Vi3 sinus. di ampiezza 1 V e f3 = 0.1fp = 15.9 Hz
4) Vi4 sinus. di ampiezza 1 V e f4 = 0.01fp = 1.59 Hz
Vi1
B
A
+
_
+
C1
1.0uF
1V
Vi
Per ognuna di queste frequenze leggiamo le ampiezze
159 Hz
di Vi e Vu e il loro sfasamento  in gradi
0Deg
Fig. 1 - RC
passa-alto
(circuito passivo, A1)
f = 159 Hz : Vi = 1 V , Vu = 0.707 V
Vu sicuramente
sinusoidale, ma che
ampiezza e che fase?
Diagramma di Bode linearizzato
P2
-3 dB
P1 +20 - 20 = 0 dB/decade
A0
20 Log
 20 LogA0  20 Log 2  A0  3dB
_
2
Diagramma di Bode
1
0.707 
del modulo di Vu/Vi
2
+20 dB/decade
-20 dB
P3
Disegnare Bode linearizzato è facile se A è in dB
fzero = 0
e f su scala logaritmica, perché basta sapere che
uno zero aumenta la pendenza di 20 dB/decade
R1
e un polo la diminuisce di 20 dB/decade…
1.0k Vu
1 decade
-40 dB
P4
Carta semi1 decade prima
1 decade dopo
logaritmica
di
159
=
159/10
di
159 = 159*10
(non 1, 2, 3… ma
25 50% 75
f polo
101, 102, 103…
Ext T rig
+
Periodo = 6.3 div =>
=> 1 div = 360/6.3 = 570.
_
(Log0 = - )
0=-
1
1
90 0
83 0
2 3 4 56
1.59
F4
Vu/Vi
(gradi)
1
10
+900
2 3 45 7 1
2 3 45 7 1
2 3 45 7 1
100
1k
10k
15.9
159
1590
F3
Diagramma di Bode
della fase di Vu/Vi
Diagramma di Bode linearizzato
45 0
A
Vu 0.707

 0.707
Vi
1
AdB  20 LogA  20 Log 0.707  3dB
P1 (159Hz, -3dB) sul piano cartes. f - AindB
Sfasamento = 0.79 div =
= 0.79*570 = 450
F1 (159Hz, 450) sul piano cartes. f - 
f = 1590 Hz : Vi = 1 V , Vu = 0.99 V
60
00
1
f = 15.9 Hz Vu = 0.1 V
Periodo = 6.3 div
1 div = 570
Sfasamento 0.1 div
= 0.1*570 = 60
F2 (1590Hz, 60) sul piano cartes. f - 
A
…e che uno zero aumenta la fase di
900 e un polo la diminuisce di 900,
con l’azione che comincia una
decade prima e finisce una decade
dopo
2 3 45 7 1
F2
+900 – 900 = 00
2 3 45 7 1
2 3 45 7 1
2 3 45 7 1
f = 1.59 Hz Vu = 0.01 V
AdB  20 Log 0.01  40dB
Carta semilogaritmica
P4 (1.59Hz, -40dB)
Periodo = 6.3 div
1 div = 570
Sfasamento 1.46 div
= 1.46*570 = 830
F3 (15.9Hz, 830) sul piano f - 
Vu 0.99

 0.99
Vi
1
AdB  20 LogA  20 Log 0.99  0.1dB
P2 (1590Hz, -0.1dB) sul piano f - AindB
F1 Cambiamento in 2 decadi,
con inclinazione 450 /decade
AdB  20 LogA  20 Log 0.1  20dB
P3 (15.9Hz, -20dB) sul piano f - AindB
36
Sfasamento 900
F4 (1.59Hz, 900)
Giunzione pn, fotodiodi, varicap e led
(?’’)
Materiali semiconduttori (pag. 121)
I semiconduttori sono conduttori o isolanti?
1) Sono isolanti nei quali ci vuole poca energia per creare alcuni elettroni liberi.
2) a Tamb hanno un numero limitato di elettroni liberi, per cui la corrente dovuta ad essi
aumenta con la tensione finché non raggiunge un valore massimo (che chiameremo corrente
inversa di saturazione I0), poi la corrente resta la stessa anche aumentando la tensione.
Questa corrente dovuta alle cariche che si sono
Fotodiodi (pag. 147)
liberate da sole aumenta se si aumenta cosa?
1) se si aumenta la temperatura T del semiconduttore;
Simbolo fotodiodo
2) se si aumenta la luce incidente sul semiconduttore.
Usato come sensore è una…
Semiconduttori drogati (pag. 122)
Cosa è il drogaggio?
L’aggiunta di pochi atomi pentavalenti-donatori
(drogaggio n) o trivalenti-accettori (drog. p)
R che diminuisce aumentando la luce
Lavora in polarizzazione diretta o
inversa? Inversa, in modo che la sua
(piccola) corrente sia dovuta alle
cariche minoritarie, che sono di più
se la luce (e/o la T) è maggiore.
Giunzione pn (pag. 123)
Perché la zona di svuotamento si chiama così?
Perché in questa zona (spessore sui 0.5 m) non ci sono cariche libere.
Perché una giunzione pn ha una capacità C ?
Diodi varicap (pag. 146)
Perché ai lati è conduttrice mentre sulla giunzione è isolante.
Simbolo del diodo varicap
Perché la zona di svuotamento si chiama anche zona di
Che capacità
carica spaziale? Chi blocca la corrente di diffusione, ad un
C può avere?
certo punto?
Lavora in
1  100 pF
Perché un elettrone che migra crea uno ione + e fermandosi
polarizzazione
in una buca crea uno ione -. Questa zona ionizzata si oppone
diretta o inversa?
alla diffusione, azzerandola quando la zona di svuotamento
Inversa, se no conduce e un C
è abbastanza estesa.
non deve condurre.
Dal punto di vista dell’energia, cosa succede quando un
Come si può variare la sua C?
elettrone “cade” in una buca?
L’elettrone perde energia e l’energia ceduta può diventare
Variando la tensione inversa,
energia termica o energia luminosa.
cosa che fa variare lo spessore
della zona di svuotamento.
Come si può ottenere luce durante
una ricombinazione elettrone-lacuna?
Usando determinati droganti
Diodi Emettitori di Luce (LED) (pag. 147)
Simbolo del LED
Polarizzazione giunzione (pag. 124)
Polarizzare un diodo è… applicargli una V
Vdiretta per farlo condurre
1,6  2,2 V
La polarizzazione è diretta se…
5  20 mA
A + p - K
I per bassa – alta luminosità
la V ha questi segni:
Anodo
Catodo V
35V
inversa massima
Una Vdiretta allarga o restringe la zona di
svuotamento e con che effetti?
La restringe, rendendola insufficiente per fermare la corrente di diffusione e provocando quindi
lo scorrere di una corrente grande perché dovuta alle cariche maggioritarie.
Caratteristica del diodo (pag. 125)
La tensione di soglia è… la tensione diretta sotto la quale la corrente è trascurabile.
Vale… 0,5 V per il Si e 0,1 V per il Ge
Perché I0 dicesi di saturazione?… Perché non aumenta con Vinversa ma è costante
Valori di I0: Frazioni di A
La tensione di rottura (breakdown) inversa è… la tensione inversa da non raggiungere se non si
vuole danneggiarlo irreparabilmente.
Vale… decine di V (es.: 80 V) o centinaia di V (es. 400 V per reggere la Vrete di 311V)
I  I 0e
2
V
T
11600
 I0
Variaz. di I0 con T: raddoppia ogni 10 0C di aumento di T
Se T aumenta do x gradi, di quanto deve diminuire V per
far scorrere la stessa corrente? di x * 2.5 mV
Per il Si
1 per alte correnti
T/11600 = VT = 26 mv a 300 0K
Il diodo come elemento circuitale (pag. 126)
ID1
(mA)
R1
100
V1
3V
D1
1N4148
20
A
10
Punto di lavoro del diodo:
A (713 mV ; 23 mA)
Punto di lavoro del LED:
B (1.66 V ; 13 mA)
1
2
VD1(V)
ILED1
(mA)
Esempio 4.1 (pag. 128): da capire
Parametri dei diodi reali (pag. 129)
Trovare i parametri elencati in questo
paragrafo per il diodo 1N4148 e per il diodo
1N4007 a pag. 494
20
B
10
1
Una Vinversa allarga o restringe la zona di svuotamento e con che effetti?
La allarga, per cui può scorrere solo la corrente dovuta alle cariche minoritarie (frazioni di A)
37
2
1.66
VLED1(V)
G
Stabilizzatore a zener
T
A
B
C
D
Un alimentatore stabilizzato è un circuito che fornisce una tensione continua
costante a partire dalla tensione alternata di rete, anche se varia la tensione di rete
(sono possibili variazioni di ± 10%) e anche quando si inserisce il carico
(erogando corrente un circuito tende a fornire una tensione minore
rispetto a quella che dava senza fornire corrente, cioè a vuoto).
R1
Uno stabilizzatore (di tensione) è un circuito che tiene
Key = A
18
V2
costante la Vuscita (qui la tiene a 10 V) anche se la Vingresso
J1
varia (qui va da 12.8 a 17.1 V) e anche se si passa da vuoto a
1.5 V
10 Hz
pieno carico.
0Deg
D1
Lo stabilizzatore tiene costante Vu facendo cadere su un
R2
1Z10
100
elemento in serie (qui sulla R1) una tensione maggiore
quando Vi aumenta. Lo stabilizzatore può togliere tensione se
V1
15 V
Vi è grande ma non può aggiungerla se Vi è minore di quello
che si vorrebbe in uscita.
In questo esempio Vi varia da 7.7 a 16.2 V. La Vu viene
tenuta fissa a 10 V fino a che Vi è maggiore di 10 V (di
almeno 2/3 V), ma inesorabilmente scende sotto 10 V quando ci scende anche Vi (e Vu cala ancora quando si
inserisce il carico).
Il valore della R1 va scelto tenendo conto della massima corrente assorbita dal carico, perché più corrente assorbe il
carico più tensione cade su R1 e può succedere che una Vi che sembrava sufficientemente grande per avere quella Vu
(qui una Vi sempre > 12.8 V sembra sufficiente per avere una Vu di 10 V fino a che non si inserisce il carico),
diventa insufficiente col carico, provocando una Vu che va
R1
sotto a 10 V perché sottratta la caduta su R1 non ci sono più
Key = A
18
i 10 V necessari a far condurre lo zener (come quando Vi
V2
stessa andava sotto a 10 V).
J1
3V
Diminuendo R1, lo stabilizzatore riesce a tenere costante (o
quasi) l’uscita a 10 V. Come si trova il valore giusto di R1?
Bisogna mettersi nelle condizioni in cui è minima la
corrente nello zener (Vi minima e carico inserito) e calcolare
R1 in modo che lasci passare la corrente del carico e un po’
di corrente (qui 16 mA) per lo zener.
R4
0.016
D1
R2
1Z10
100
R1
V2
J2
+
Vi max = 16.2 V
min = 7.7 V
12 V
Key = A
2.7
A
-
12.8 V
V1
A
+
1.005
V3
10 Hz
0Deg
R3
10
D2
Key = A
18
J1
1.5 V
10 Hz
0Deg
D1
R2
1Z10
1Z10
10
V1
15 V
R6
+
0.013u
17.1 V
V2
J3
+
2.426
A
-
D3
1Z10
La grossa escursione di corrente nello zener (da 16 mA a
2.4A) e il fatto che la zona di zener è inclinata spiegano
perché un po’ Vu ( = Vzener) varia al variare di Vi
R1
Key = B
2.7
V4
A
Poi si calcola la
Izener max (qui
2.4A) mettendo la
Vimax e senza
carico
R5
1.5 V
10 Hz
0Deg
10
Key = A
2.7
J1
D1
1Z10
R2
10
V1
15 V
38
Collettore
5V
(16’)
Transistor di tipo BJT (transistor a giunzione bipolare)
(Ci sono altre due tipi di transistor: transistor FET e transistor MOS)
Drain
Drain
Per capire il funzionamento del BJT in
C
IC
B IB
Rc
300
questo circuito basta sapere due cose:
Base
LED1
1) che tra B ed E c’è un diodo;
E
Gate
Se Vbb  0,5V => IB = 0
Emettitore
Source
VBB  0,7
Se Vbb > 0,5V => I B 
RB
I 3 possibili
stati del BJT
-
Transistor
in zona di
linearità
1.417m
1.0k
C
B
Rce
C
-
2.914m
10uA
IB
BC107BP
E
Ib
hFE 
BJT1
100k
BC107BP
Come stabilire se il BJT1 è saturato o no?
Vi
100k
Vbb
+
A
Rb
5V
I Bsat
soglia 0,5V
E
Ib
-
4.365m
4365
hFE 
 291
15
Ib
+
1 mA B
17uA
A
Rcc
C
4.798m
Ib
E
Transistor saturato (IC ha
raggiunto il max - Vcc/Rc –
e non aumenta più
aumentando IB
4.909m
Rce_sat
C
1.0k
Vcc
5V
C
Vce
E
E
I
I Bsat  Csat 
hFE min
11000 
E
I B  I Bsat
I Bsat 
guadagno di corrente
in continua del BJT
I
 Csat
hFE min
34uA
A
BC107BP
LED1
BC107BP
100k
DC 1e-009
R1
5V
Rc
300
VCC
Vi
Rc
Rb
10k
5 V+
4.606
100k
0.092
V
-
LED1
BJT1 C
V
R2
BC107BP
Vce_int
5.000
E
39
Vi Rb
C
B
+
100k
E
300
BC107BP
Sonda logica
-
5V
LED1
BJT1
R1
-
V
V
-
VCC
Y=A
5V
0.148
V
-
I U
H L
NOT L H
VCC
Vce_sat
+
0.708
Vbb
5V
1
Vbe_sat
+
Y=A
200
 55A
IB = hFE * IC
BJT1
R2
A
0.043m
A

5000
 17 A
291
+
Ib
300
+
300
BJT1
A
Ic DC 1e-009
R1
Ib
E
B
0.011
-
Vbb  Vbe 5  0.7

 43A
RB
100k
Due BJT con la
1.0k
Vcc
stessa sigla (es.
5V
BC107B) posVce Rce_int Rce Rce_sat
Alimentazione sono avere hFE
100 mA C
diversi e anche
C
C
di molto (da
BJT1
0,2V
200 a 450 per il
BC107BP
IB
VCEsat
BC107B)
Valori di hFE da
30 (BJT di potenza)
IC = hFE * IB
a 500
Rcc
x2
0,1V
VCEsat
IB 
V  VCEsat
V
I Csat  CC  CC
RCC
R
5mA CC
IB = 0
+
A
5V
+
Se IB  IBsat il transistor è saturato
= (da 4.8 a 4.9mA)
-
VCC
43 A > 38 A => Transistor saturato
+
A
Ic = 291*Ib => L’entità di Ib determina l’entità di Ic, ma Ic scorre perché spinta da Vcc
4798

 282  291
17 
5  1,7
 11mA  I Csat
300
I
11000
 Csat 
 38A
hFE
291
conduzione 0,7V
E
Se BJT1 è saturato
I C max 
Dbe
B
CEsat
-
E
2914 
 291
10 
15uA
hFE
5V
B
E
BJT1
Ib
5uA
Vce
Rb
Simulando il circuito si vede che LED1 si accende.
5V
Siamo in grado di calcolare quanto vale ILED1 se
+ Rc
BJT1 non è saturato?
VRc 300
?
5  1,7  VCE
V
V
V
I LED1  I Rc  CC  Rc  Rc 
- I
300
RC
RC 300
+ LED1
LED1
VLED1
Se BJT1 è saturato quanto vale ILED1 ?
5  1,7  VCEsat 5  1.7  0.2
C
Vu
I LED1 

 10.3mA
+
300
300
C
V
Vi
CE
Rb
B
5  1,7
Vu I
BJT1
 11mA
0,2V
LED1 
100k
Ib
Vbb
300
BC107BP
V
E
I
1417 
hFE  C 
 283 E
IB
5
Vcc
5 V I C  283 *10   2830 A
Rcc
Vi
5V
Se IB = IC = 0 il BJT si dice interdetto
+
A
C
Source
Rce_int
C Vbb
2) che IC è proporzionale ad IB ovvero che IC = k IB
IB = 0 => IC = hFE * 0 = 0
VCC
VCC
Transistor BJT con led
100k
IB =0
E
Vu
Rce_int
C
BJT1
BC107BP
E
Caratteritiche d’uscita BC107
(8’)
FASE 1: tracciando la retta di carico sulle
caratteristiche di uscita del BC107BP si
trovano le Ibase che useremo nella fase 2.
Ic
(mA)
XIV1
V1 = RcIc + Vce
Rc
1.0k
30
12 = 1kIc + Vce
V1
P1
55%
25
12 V
Q1
Rb
BC107BP
20
100k
1K_LIN
Key = A
hFE  300
Q1
15
Schema elettrico
FASE 2: si monta lo schema
D
C
BC107BP
10
B (punto di lavoro)
5
A
0
2
Elenco componenti
Rc = 1 k
Rb = 100 k
P1 = 1 k trimmer lin. orizz.
Q1 = BC107BP
- V1
4
FASE 3: misure
6
8
10
12
Punto di lavoro B
+
DC 1e-009
VRb VRc Ib
Ic Vce hFE
(V) (V) (A) (mA) (V)
hFEinB 
U1
+ V1
Vce (V)
U6
5.095m
5.095
 318
0.016
1.607
U2
DC 10M
+
Rc
V
+
A
-
5.095
V
-
1.0k
V1
+
P1
VRC Rc
Q1 C
Punto di lavoro D
VRB
+
0.012
A
4.700
Rc
V
1.0k
DC 10M
Rb
P1
U7
+
0.047m
_LIN
Key = A
A
Q1
11.849
+
-
3.106
U3
DC 10M
BC107BP
0.151
V
40
V
9.418m
A
-
U2
DC 10M
+
Rc
V
1.0k
U7
+
0.031m
_LIN
Key = A
DC 1e-009
U6
9.418
 304
0.031
DC 10M
Rb
+
-
100k
U1
V
6.905
+
hFEinC 
+
U1
+
BC107BP
-
DC 1e-009
U2
A
12 V
DC 10M
DC 1e-009
-
DC 10M
+
Schema di montaggio
U6
U3
Q1
100k
Punto di lavoro C
+
DC 1e-009
+
0.016m
1K_LIN
Key = A
B
U7
Rb
81%
E
Rb
DC 10M
A
Q1
9.418
U3
DC 1e-009
DC 10M
+
BC107BP
2.582
-
100k
V
-
V
Vu (50 mV/div)
Calcolo risposta in f di un EC
Vuo   h fe ib (
(9’)
V
1
V1
V1
( R1 // R 2 // hie ) 
ib  I 
hie ( RS  R1 // R 2 // hie )
1k
hie
IN
Ri  R1 // R2 // hie  hie  1k
Rs
50O


V1
1mVrms
1kHz
0°
RiI
I
OUT
p 
10uF
1
1

 74Mrad / s
RvistaDaC*C * 129 *105 p
BJT_NPN_VIRTUAL
Rload
1kO

R2
10kO

Re
800O

fp 
Ce
100uF
1
Ru  RC //
 RC  1k hie = 1k, hfe = 100 1/hoe =20k Cbe=100pF
hoe
IN
OUT
p
 11.8MHz
2
1
1
1
 2 2
2
fs
f1
f2
Cbc=5pF
B
C2
C
10uF
R1
40kO

C1
10uF
1mVrms
1kHz
0°
V1 (1 mV/div)
U
Q1
V1
XBP1
RvistaDaC*  900 //(100  50)  129
Rc
1kO

R1

40kO
C2
50O

V1
0,5k  50V 1
1k
| AVO |indB  20 Log 50  34dB
I
Rs
C*  Cbe // Cbc  100  5  105 pF
10V
A
Vsegnale piccolo => BJT
si può considerare lineare => si può usare la
sovrapposizione effetti
1
// RC // Rload )  100  ib  0,5k
hoe
Vuo  100  ib  0,5k  100
VCC
Av0, Ri, Ru, fti, fts
U
hfe
100 A/A
R2

10kO


1suhoe
20kO

hie
1kO

E
Ru
C1
Rs1
10uF

50O
Rc
1kO


R3

40kO
B'
C
R4

10kO
Cbe
100pF
Cbc
5pF
1mVrms
1kHz
0°
E
rb1e

900O
gm
95mMho
1suhoe

20kO
Rc1

1kO
Avo = 33. 3 dB
Rs
50O

I
B
C2
10uF
V1
R1

40kO
R2


10kO
1mVrms
1kHz
0°
hie

1kO
E
RvistaDaC 2  50  (1k // 10k )  959
Senza C1 (o con C1 infinito)
la f di taglio inferiore coincide con la f del polo prodotto da C2 e la simulazione ci
dice che vale 16,7 Hz
rbb1

100O
V2
Rload
1kO

Avo = 33.3 dB
La f taglio inferiore è la f alla
quale il guadagno risulta
diminuito di 3 dB rispetto
al guadagno a centro banda, portandosi al valore
Avo / 2
B
 polo _ C 2 
f polo _ C 2 
1
RvistaDaC 2C 2
C 2
 17 Hz
2
RvistaDaC1  1k  1k  2k
 polo _ C1 
 104rad / s
2
2
f taglio _ i  f polo1  f polo 2
f tagli _ i 
2
2
2
f p _ C1  f p _ C 2  19 Hz
41
1
RvistaDaC1C1
f polo _ C1 
 50rad / s
C 1
 8Hz
2
Senza C2 (C2 infinito)
Rload1

1kO
Introduzione ai MOS
(4’)
MOS (Metallo Ossido Semiconduttore)
MOSFET ad arricchimento
D G
D
D
Drain
G
+
+
+
+
+
+
Ossido
SiO
S
S
S
Vetro 2
D G
D
D
--- --- --- --- --- -- -G
n+ -- -- - - - - - - n+
P-channel
G
p
S
S
S
Semiconduttore (Si) iD
10
Zona resistiva
Bulk (mA)
(o di triodo)
8
VGS=VTH+6V
(substrato)
In saturazione
6
VGS=VTH+4V
4
VGS=VTH+2V
2
In interdizione
0
0
2
4
6
8 V 10
DS
- - VGS  VTH
(0,53V)
Gate
Source Metallo
N-channel G
a svuotamento
jFET
D
D
G
G
S
S
D
D
G
G
S
S
42
L’amplificatore operazionale
A741
(8’)
Un amplificatore operazionale (AO) è:
- un integrato (spesso usato per somme, moltiplicazioni, integrazioni,…)
- che contiene un amplificatore a più stadi
I + Ib2
- che generalmente richiede una alimentazione duale (due
Ib = b1
2
tensioni uguali ed opposte), di regola con valori tra 5 e 15V
[ Vu può variare da + (Valim+ - 12V) a - (Valim- + 12V) ]
Ib2
0.3+07=
1V
VEE
-12V
-12V
Ingresso invertente
(un + spinge l’uscita verso il -)
U1
741
V2
10mV
I di bias (polarizzazione)
+ 10V
Vumax = Vsat+ = + 11V
Vumin = Vsat- = - 11V
- 10V
+
11.115
12V
-12V
Vos, tensione di
sbilanciamento
(di offset) in
uscita
+
0.545m
1.03083mV
V
12V
+
V1
Vi = V1-V2
-
V2
AO ideale
Ibmedia tip = 80nA
V
LF 157
BIFET con
Ingresso non-invertente (un
+ spinge l’uscita verso il +)
-
+
Vis tip = 1 mV A741
Vi’
(Vi+Vis)
Rin
Ri +
-
+
altissima Rin
e bassissime
correnti d’ingresso Ib1 e Ib2
Correnti
di bias
Ib1
-
Vis, offset in ingresso in grado
di azzerare l’uscita (valore max
entro cui sta il valore reale)
0.000
-
VCC
12V
5 mV di offset
sono rimasti!
741
+
V1
10mV
V
-
R9
Ib2
- ed è un amplificatore differenziale (ovvero ha due ingressi
che permettono di inserire due tensioni di segnale V1 - V2 e
una tensione di uscita proporzionale alla differenza V1-V2)
741
0.3+07=
1V
Q15
Ios = |Ib1 - Ib2| Rin
Ib1
- L’amplificatore è in continua (= può amplificare anche R
in
la continua non essendoci nessun condensatore in serie)
Q14
Ib1
Vis
Ruscita (Ro)
AvolVi’
Ib2
Vu (Vo)
Amplificazione di V open
loop (ad anello aperto)
ovvero senza reazione
Ri = 
Ro = 0
Ri = 2 M
Ro = 75 
Avol = 
Avol = 200 000
Avolmin = 20 000
LF157
Ri = 1000 G
La grossa variabilità del guadagno non è un problema
quando l’operazionale è usato come comparatore.
Ro = 0.1  10 
Avol = 200 000
Gli AO a CMOS consentono basse alimentazioni e maggiore dinamica
(escursione della tensione) di uscita
È invece inaccettabile quando si vuol fare un amplificatore, ma il problema viene superato con la reazione
negativa al prezzo di una diminuzione del guadagno, che viene fatto grande proprio perché poi possa
essere sacrificato per ottenere guadagni stabili, ma anche per ottenere una Ruscita molto minore di quella
dell’operazionale e se serve una Ringresso molto maggiore
43
AO (in configurazione) invertente
L’amplificazione di tensione è importante, ma è altrettanto importante la Ri e la Ru.
Quale è la Ri e la Ru dell’AO invertente qui sotto? R2
(12’)
Con l’AO si possono fare tre tipi di amplificatori, due che non usano l’ingresso differenziale avendo un solo segnale d’ingresso Vs e quindi mettono a massa il secondo
ingresso (l’AO invertente con Vs sul – e il + a massa e l’AO non invertente con Vs
sul + e il – a massa) e uno (l’AO differenziale) con due ingressi Vs1 e Vs2
R2
Fare i conti trascurando (= considerando 0)
ii e vi (attenz: se l’uscita non è saturata!)
i- = i+ = 0 e vi = 0

10kO
Vu < 10/11V=>AO non saturato
per –Vsat < vu< Vsat
-12V
4
viene riassunto dicendo che
si sta considerando esistente un cortocircuito virtuale Vs
tra i due ingressi dell’AO 500mV
Ii (A) i- = 0
R1
2
1kO

Vi
i+
vi = 0
virtuale
741
+
0.025m
-
V
vu
R2
R2

vu  
vs A v 
vs
R1
R1
AO
XFG1
+
1.03083mV
(dec di V)
Usando il cortocircuito virtuale dimostrare che:
6
3
7
1
-4.999
5
12V
(in configurazione) invertente
Ext Trig
+
_
Usare il cortocircuito virtuale significa
considerare vi = 0 (per cui il – è a massa
come tensione) e i- = 0
B
_
+
_
+
R2
+
i R1 
iR2=iR1-iR1 iR1
-

100kO
v =R2
-12V R2
Ib1 = Ib2
vi =R30
Ib2
vu
2
vs

1kO
741
6
3
1kO

L’offset di Vu ha due cause:
Offset di Vu
7 mV
vs
R1
4
i- = 0
Vu
vs
is

vs
 R1 R = R1 R’ = 0
i
i
vs
R1
is
R1 1 mA
Evidentemente il
1kO

tipo di reazione Vs
in ingresso è
1V
R3
quello che ridu910O

ce la resistenza di
ingresso di 1+A. Poiché sappiamo che il A741 guadagna 200 000
e reazionandolo lo abbiamo portato
a guadagnare 10, allora 1+A =
20000. La Ri del A741 senza reazione vale
2 M, che diviso per 20 000 fa 100  (un
valore che si può trascurare rispetto a R1=1k)
1 mA
10kO

1.03083mV
7
1
Ru = 0
-12V
4
Key = A
S1
1 mA
2
741
6
3
Vu
1.03083mV
7
1
-
5
9.999
Rc
1kO

V
+
12V
1 mA
4
Key = A
S1
11 mA
2
741
6
3
Vu
1.03083mV
A
vs - vi vs

 i R2
R1
R1
v
vR2 = R2 iR2 = R2 s
R1
vs
v u   v R2  R2
R1
R2
100k
Av  

 100
R1
1k
V
-
Ri 
10mA
-
Rc
Evidentemente il tipo di reazione in uscita è quello
V
9.999
1kO

+
che riduce la resistenza di uscita di 1+A.
12V
La Ri del A741 senza reazione vale 75 ,
che diviso per 20 000 fa 3,7 m  , un valoDi regola gli amplificatori operazionali sono in
re decisamente trascurabile che possiamo
grado di dare o di assorbire 510 mA in uscita
tranquillamente considerare 0
(e se si (e
cortocircuita
l’uscita l’uscita
scatta una
se si cortocircuita
scatta una
protezione che limita la corrente, di solito a 25
Scoperta l’amplificazione di tensione e
mA, per evitare che si danneggi)
7
1
5
le resistenze di ingresso e di uscita,
quello che resta da fare è di capire i
limiti da non superare sia sulla
tensione che sulla corrente
Quanta corrente entra o esce dal piedino di uscita dell’operazionale a vuoto e a carico?
Quale valore non deve superare Vs per evitare che la tensione di uscita risulti tagliata
come è successo nel caso sottostante mettendo una Vs di 130 mV?
Con un’alimentazione da
12 V possiamo ipotizzare
che la saturazione avvenga a 10 V oppure a 11 V
5
12V
Vsat
V-dov.a Ib1 = (R1//R2)Ib1
1,5
mV
V+dov.a Ib2 = 0* Ib1 = 0
44
Vu MAX  Vs MAX
R2
 100 Vs MAX  Vsat
R1
Vs MAX 
Vsat 10

 0,1V  100mV
100 100
AO non invertente e inseguitore di tensione
(6’)
Quando si vuole una Ri molto elevata e/o non si vuole che Vu sia invertita rispetto a
Vs si usa l’AO in configurazione non invertente.
Usando il corto circuito virtuale
(Vi = 0 e i- = i+ = 0) dimostrare che:
Ext T rig
+
_
vu  (
R2
 1)vs
R1
_
+
iR1
-
R1
i- =
vi = 0
i+=
+
0.222u
4
0
Is
R2
100kO

+
Vs
1V
v
vR2=R2 s
R1
0
741
6
1.03083mV
7
1
5
12V
i R1 
vs - vi vs

R1
R1
v u  v R2  v ii  v s  R2
v ss
R2
00 v s  v s (
 1)
R1
R1
Ext T rig
+
_
B
A
_
+
_
+
R2
100kO

-12V
4
R1
2

1kO
741
R3
6
3
1kO

Ic
2
vi = 0
10.000m A
6
3
1.03083mV
-
+
741
Vu
7
1
5
+
1.000
12V
-
V
Rc
100O
L’inseguitore di tensione è usato come buffer, ovvero come separatore tra il carico e Vs, tutte le
volte (e capita molto spesso) che il generatore Vs non è in grado di dare la corrente che il carico
vorrebbe assorbire.
Qui la corrente al carico la dà l’O e Vs si limita a “ordinare” l’erogazione di tale corrente.
Come tensione sembra che il circuito dell’inseguitore si riduca ad un filo visto che Vu = Vs ma
dentro non c’è affatto un filo visto che al carico viene fornita una corrente senza assorbire
corrente da Vs
3
vs
A
4
Inseguitore di tensione (buffer)
2
1kO

-12V
i c 10m

 50000
i s 0,2
_
+
-12V
iR1
Ai 
B
A
v
R2
Av  u 
1
v s R1
Retroazione unitaria
(retroazione massima con
Av minima e infatti Av =1
perché Vu = V- = V+ = Vs
1.03083mV
7
1
5
12V
A vOL 200000
Rir = Ri (1+A) = 2M*2000 = 4 G

 2000
Av
100
La differenza importante è che l’AO invertente ha una reazione in ingresso di tipo
parallelo che riduce la Ri di 1+A mentre l’AO non invertente ha una reazione in ingresso
1  bA 
di tipo serie che aumenta la Ri di 1+A.
Entrambi gli amplificatori hanno una reazione in uscita di tensione che riduce la
resistenza di uscita Ru di 1+A, che già era piccola (75 ) e con la reazione diventa Ru = 0
(situazione desiderabile perché inserendo il carico la Vu non
diminuisce per nulla rispetto al valore che aveva a vuoto)
45
AO con limiti di banda
(8’)
Per amplificare il meno possibile segnali di disturbo è necessario che il guadagno Av
diminuisca sensibilmente (ad es. di 3 dB che corrisponde ad una riduzione di 2 volte
ovvero del 30%) sotto e sopra determinate frequenze dette frequenze di taglio.
1) Introduzione di una frequenza di taglio inferiore (fti)

R2 10kO
-12V
Z1
4
C1
R1
2

1kO
10µF
741
3
1.03083mV
7
1
12V
- R2
 R2
- R2


A v (s) 
sR1C1  1
Z1(s) R1  1
sC1
sC1
- sR2C1 = 0
s0  0
ω0  0
6
A v (s) 
sR1C1  1 = 0
1
1
5
- R2
ωp  s p 
sp  
A v (s  ) 
R1
R1C1
R1C1
Per avere una f di taglio superiore in un A. invertente si può mettere un C2 in // a R2
- Z2(s)  1
1
-1
C2
A v (s) 


10nF
1
1

R
1
R1
Z2
 sC 2 R1 sR2C2 
R2
R2



R2 10kO
-12V
A v (s) 
4
R1
- R2
- R2
A v (s  0) 
R1(1  sR2C2)
R1
2

1kO
741
6
3
1.03083mV
7
1
fp 
1
 1.59kHz
2R2C2
5
12V
C2
10nF

R2 10kO
-12V
1
fp 
 15.9 Hz
2R1C1
20 dB
20 dB
4

R1 1kO
2
È un passa alto (PA) con f
di taglio a 16 Hz (un PA attivo visto che guadagna 10
nella banda che fa passare
e non 1 come sarebbe in un
PA passivo)
741
6
3
1.03083mV
7
1
5
12V
C2

R2 10kO
-12V
20,8 dB
20,8 dB
4

R2 10kO
-12V

R1 1kO
2
Ri=
4
741
R1 1kO

6
2
3
C3 10µF
PA
passivo
R3

1kO
1.03083mV
10nF
741
R3
7
1
5
6
3

1kO
12V
1.03083mV
C3
100nF
7
1
5
12V
R3
R2
 R2 
R3
sR3C3  R2 
 R2 
A v (s  ) 
1
1
R1
1  R1   sR3C3  1  R1  1  sR3C 3  1  R1  1
R3 
1
sC3
sC3
2) Introduzione di una frequenza di taglio superiore (fts)
f 0  0 f p  2R3C3  15,9 Hz
A v (s) 
R2 10kO

-12V
40 dB/decade
4
R1 1kO

Inserendo contemporaneamente il condensatore C2 e il filtro PA passivo R3-C3 regolato sulla stessa
C2
fp, si ha un PA attivo di ordine 2
10nF
Usando insieme il PA C1R1 e il PB C2-R2 si ha un
passa banda attivo
R2 10kO

-12V
4
C1
R1
10µF
1kO

2
2
741
R3
6
3
1kO

PBasso
passivo
1.03083mV
C3
100nF
741
6
3
7
1
1.03083mV
5
12V
7
12V
46
1
5
A
AO a singola alimentazione
(7’)
B
C
D
6V
Se non alimento a  12V ma a + 12V e
0V (connettendo a massa il piedino V-)
l’uscita non potrà variare tra  11V ma
varierà tra + 11V e + 1 V
Vs 100 mVpp
10 Hz
4
+
_
_
+
C2
R1
10µF

1kO
B
A
C1
2
_
+
R2

100kO
741
R2
6
1µF
3
V1
6V

100kO
1.03083mV
7
1
5
12V
4
R2
R1
R2
2

1kO
741

100kO
6
100kO

3
1.03083mV
7
1
5
4
4
Vsat bassa
Vsat alta
R1
12V
A
741
6 + 5 = 11 V
6V
Vu
Vu’
B
C
1.03083mV
7
1
741
6
Vu
C1
1
1
5
Circuito per le variazioni (AO inv.)
2
2
1
1
f p1  f p 2 f p 2 
 0
2RcaricoC1 
R2
1µF Vu’
3
7
7
1
1

 15,9 Hz f ti 
2R1C2 6.28 10m
2
2
f ti  f p1  f p 2  15,9 Hz
R1
2
6
12V
2
f p1 
4
1.03083mV
1.03083mV
5
Circuito in continua (inseguitore)
100kO

V1
60mV
741
3
12V
R2
1kO

1kO

6
3
D
V1
6V
A farne le spese è la parte del segnale che dava una Vu negativa (impossibile da ottenere senza l’alimentaz.
negativa).
La soluzione è aggiungere una continua di 6 V in uscita, con la semionda negativa di Vs che fa salire Vu
fino a 11V e quella positiva che fa
scendere Vu fino a 1V, prelevando
poi l’uscita Vu’ attraverso un C1 che
toglie la continua.
2
2
T
100kO

5
10 V
12V
4
R2
 1  101  100
R1
6-5=1V
200kO

200K//200K
= 100K = R2
200kO

R1
10µF
1kO

C1
2
Variando Av bisogna variare la V1
per avere sempre 6 V continui in
uscita. Per rendere indipendente da
Av la V1 necessaria per dare 6 V in
uscita aggiungiamo un C2 in ingr.
12V
C2
V1 è ricavata dalla
alimentazione con
un partitore che
fornisce Valim/2
741
12V
6
1µF
3
1.03083mV
200kO

7
1
0.1µF
ceramico

100kO
12V

200kO
4
Vs 100 mVpp 100 Hz
C2
R1
V1
741
47
f p3 
1
 1,6 Hz
2 ( Ra // Rb )C3
1µF
7
1
5
Rc
5kO

12V
f ti 
Rb
200kO

6
3
1.03083mV
C3
1µF
10µF
elettr
C1
2

10µF 1kO
12V
Ra
200kO

10 V
V1
R2
5
f p2
2
2
2
f p1  f p 2  f p 3  36 Hz
1
1
 32 Hz

 15,9 Hz f p1 
2RC C1
2R1C2
Primo contatto col tester (multimetro) portatile
9’ [R 5’]
Per familiarizzare con tensione, corrente e resistenza, impariamo a misurarle col multimetro (o tester).
Prima dobbiamo alimentarlo ovvero… collegare le batterie. Premiamo POWER, mettendolo in posizione ON.
Se sul display non compare nulla, o la batteria manca o è scarica e bisogna provvedere.
Se i puntali non sono già connessi, bisognerà cercarli se si vuol misurare qualcosa. Ma dove connetterli?
Dipende: si vuol misurare tensione, corrente o resistenza? Vogliamo sapere se una batteria è carica o meno.
La batteria fornisce tensione, che si misura in… volt (V), infileremo la banana rossa nella boccola V/.
La tensione è un dislivello tra 2 punti, per cui servono entrambi i puntali per misurare la Vbatteria.
La scrittura COM sta per “terminale comune a tutte le misure” e metteremo il puntale nero qui.
Ma in che posizione mettere il selettore? Cerco l’indicazione V, trovando però due sezioni ?!?
In effetti ci sono le tensioni costanti nel tempo (tensioni continue) come quelle fornite dalle batterie,
e le tensioni variabili nel tempo, come la tensione di rete che ha andamento sinusoidale, oscillando
tra + 311 V e –311 V (cambiare segno significa spingere un po’ in un verso e un po’ nel
verso opposto, con le cariche che vanno un po’ avanti e un po’ indietro lungo il filo)
compiendo 50 cicli completi al secondo perché un ciclo dura 20 millisec.
+
(il numero di cicli al secondo è detto frequenza e si misura in Hz, per cui
1.5
v(t)
non si dice 50 cicli al secondo ma con frequenza di 50 Hz, che vuol dire
V
esattamente la stessa cosa).
Tra le tensioni variabili, hanno una particolare importanza quelle che
hanno valor medio nullo, ovvero le forme d’onda centrate sullo zero con
l’area sopra le x uguale all’area sotto le x). Tali tensioni si dicono 1.5 V
t
alternate e arriviamo finalmente a capire che ACV sta per V che creano
Questa è alternata e
una Corrente Alternata (cioè mediamente nulla, perché di tanto avanza
sinusoidale, ma aluna carica durante la fase +, di altrettanto torna indietro durante la fase -,
v(t)
ritrovandosi alla fine dove stava all’inizio).
+311 V ternato non implica
sinusoidale
Per vedere se è presente la tensione di rete, useremo ACV e portata 700 V 220V
(ma leggeremo 220V, che è la continua equivalente come potenza)
Vefficace
Per vedere se la batteria è carica, sceglieremo la sezione DCV (che sta per
Periodo t
V che creano Correnti Dirette) e la portata di 2V.
V
ON
OFF
PNP
POWER

2k
20k 200k 2M 20M
B
B
C
C
E
E
200M
200
NPN
E
E
hFE
20
Cx
2
200 m
200n
2
20n
20
20 msec
2n
Poiché la corrente si misura in Ampere, per una misura di corrente si
userà la sezione ACA o la sezione DCA (l’A evidenziato sta per Ampere).
-311 V
2m
Sceglieremo ACA per misurare una corrente prodotta dalla tensione
alternata di rete e DCA per una corrente prodotta da una batteria. I circuiti
20m
elettronici (come computer o TV) sono alimentati in continua anche se
sembrano alimentati dalla rete, perché la V sinusoidale (V~) va ad un
200m
Presa
circuito detto alimentatore che la trasforma in una V continua (V=).
20
Per misurare la corrente, però, bisogna cambiar di posto al puntale rosso.
Terra di rete
Per correnti fino a 200 mA lo collegheremo alla presa mA, Per correnti
V~
V=
Banana
maggiori, bisognerà usare l’ingresso 20A (ma essendo coscienti
Alimentatore
che se la corrente supera tale valore si può danneggiare
UNFUSED
(power supply)
MAX15sec
irrimediabilmente lo strumento perché questo ingresso non è
protetto da fusibile).
Presa
Per misurare la corrente che circola in un forno alimentato a
di rete
Computer (o Televisione)
220V che assorbe 2.2 kW di potenza metteremo il puntale rosso
nella presa 20A e sceglieremo la portata 20A della sezione ACA.
Infatti la I sarà di 10 A, perché la potenza P in W si ottiene facendo VI P = V*I [Watt] = [Volt][Ampere]
e se tale prodotto deve venire 2200 con V=220 la I dovrà essere di 10 A.
MAX
Quanta corrente passa in una lampada da 220 W di potenza alimentata a 220 V ? 1 A, perché VI = 220 e V = 220.
Che potenza dovrebbe avere la lampada per assorbire solo 200 mA? P=VI=220*200m=44000mW=44 Watt.
Capacità = 670 mAh
Nei circuiti elettronici, invece scorrono correnti piccole. Es.: che corrente assorbe senza telefonare un cellulare
può dare 670mA x 1h
alimentato da un accumulatore (batteria ricaricabile) con capacità = 670 mAh se si scarica in 67 h? I = 10 mA
oppure 67mA x 10h
Per misurare una R tornare sull’ingresso V/, portare il selettore su , e levare la tensione o la batteria!!
Per vedere se un filo è interrotto o se c’è un contatto è più comoda questa posizione (
) che suona se R=0 oppure 6.7mA x 100h
48
DCA
20A
DCV
200
1000
700
200
20
200m
20m 2
20
ACA
ACV
200mA MAX
FUSED
mA
1000VDC
700VAC
MAX
500V
MAX
COM
V/
Il primo circuito digitale su breadboard
Vediamo cosa è e come si usa la
basetta sperimentale (bread-board)
usandola per montare un semplice
circuito digitale binario, ovvero un
circuito dove le tensioni in ingresso e
in uscita possono essere solo alte (=
tensione della batteria) o basse (=
tensione zero)
(6’)
J1
U1A
R1
330
Tacca di riferimento
14
1
13
2
12
3
11
4
10
5
9
6
8
7
74LS08D
Key = A
U1B
V1
5V
U1C
J2
74LS08D
K
Key = B
U2
+
5.000
0.000
U1D
K
V
DC 10M
-
74LS08D
K
K
LED1
74LS08D
Schema elettrico
Bread-board
ELENCO COMPONENTI
STRUMENTI
V1:
Alimentatore 1-30V5A regolato a 5V
J1 = J2 = deviatore 1 via 2 posizioni
U2
=
Multimetro portatile usato come
U1 = integrato 74LS08D
Voltmetro
in continua (DCV) con
LED1 = Led rosso
portata
(fondo
scala) 20 V
R1 = Resistore 330  da ¼ W
14
13
12
11
10
9
8
VCC
U1C
U1D
J1 J2
U1A
U1B
74LS08
GND
1
2
3
4
5
6
U2
Schema di montaggio
49
7
LED1 R1
Primo uso di un multimetro da banco e errori da evitare
8’ +[R 2’]
Per misurare tensioni, correnti e resistenze si usa uno strumento che si chiama multimetro
proprio perché può misurare tutte le grandezze elettriche fondamentali.
Inoltre può misurare sia tensioni e corrente costanti nel tempo (dette continue e abbreviate
negli strumenti con DC = Direct Current), che variabili nel tempo.
Le tensioni variabili più importanti sono quelle sinusoidali a valor medio nullo. All’accensione
questo multimetro è predisposto per la misura di tensioni (V) sinusoidali o comunque variabili
e senza valor medio (l’indicazione AC sta per Alternate Current). Per misurare la tensione ai
capi della batteria, che è costante, bisognerà pigiare sul tasto DC V (altrimenti l’indicazione
sarà zero, perché la tensione misurata viene fatta passare attraverso un condensatore che ne
blocca la parte costante e non resterà nulla essendo tutta costante).
Se si collega la
boccola rossa al +
e la nera al -,
A
l’indicazione sarà
positiva (12 V).
Un’indicazione negativa (-12 V) significherebbe che la tensione è di 12 V ma il terminale più positivo
Massa
non è quello attualmente collegato alla boccola rossa.
La tensione è un dislivello tra due punti e non ha senso dire “la tensione del punto A”. Quando
il secondo punto non è indicato, si sottintende che sia quello contrassegnato come massa.
causa = k effetto
VAB = RAB * IAB
A
Legge di Ohm
R = V / I = 2 / 1*10-3 = 2 * 103 
L’ohmmetro di un multimetro misura
B
la resistenza tra A e B iniettando una
corrente di 1 mA nel terminale A (IAB
= 1 mA) e poi misurando la tensione VAB che si forma: nel nostro esempio misura 2 V e indica
sul display 2, ma accanto non ci scrive V bensì k.
L’ohmmetro di un tester analogico invece applica una tensione VAB di 1 V e poi misura la
corrente IAB che questa tensione fa scorrere (0.5 mA). In questo caso, però, la RAB non è la
corrente misurata ma il suo inverso (VAB/IAB = 1/IAB = 1/0.5 = 2), qui in k perché I è in mA.
Gli errori più comuni da evitare usando il multimetro sono i 4 seguenti:
1) Misurare una tensione continua (DC V)
con lo strumento predisposto per una
tensione alternata (AC V) non danneggia lo
strumento ma falsa la misura (che viene 0
anche se la tensione è evidentemente di 9 V)
Se una tensione non è quella
attesa, controllare che non si
stia cercando di misurare
tensioni fisse con le portate
VAC o tensioni variabili
con le portate VDC
Agilent
V1
9V
2) Un multimetro usato come V si comporta come se fosse un resistore con R  1 M, mentre
come A si comporta come se fosse un filo (R = 0)
Qui è un amperometro in continua (ADC)
XMM2
Mettendo lo strumento usato come amperometro in
perché si è preparallelo come quando si misura la V, si produce un
muto DC I e si
Agilent
corto circuito tra i due punti.
usa l’ingresso I
Se si cortocircuitano i terminali della batteria si
produce una corrente elevata che danneggia sia lo
strumento che la batteria.
V1
Anche un Amperometro in parallelo ad una R…
9V
3) Anche inserire in serie un
voltmetro (Rinterna = ) è un
errore, ma non fa danni e si limita
a non far passare la corrente
Per misurare la corrente (qui fornita da un generatore di
corrente che fornisce 5 mA) occorre usare una boccola
diversa da quella usata per la tensione (l’indicazione sarà
positiva se la corrente, che convenzionalmente ha il verso
che avrebbe se a muoversi fosse la carica +, entra dalla
boccola rossa ed esce da quella nera).
4) Prima di misurare una R bisogna staccare tutte le batterie
XMM2
Agilent
R1
V1
2.0k
9V
R1
V1
XMM2
La resistenza tra A e B (RAB) è misurata con gli stessi terminali della tensione
perché una misura di R è ricondotta ad una misura di V
Si definisce infatti “Resistenza tra A e B” il rapporto tra la tensione di prova
VAB e la corrente IAB che essa fa passare da A a B
VAB
= RAB
IAB
Agilent
2.0k
altrimenti si danneggia lo strumento, oltre a non avere una misura corretta.
50
9V
Sonda 10:1
V
(mV)
3
2
1
Oscilloscopio
AC
(14’) CH1 or X
V/div
2.7
pF
50%
DC
9 M
1
t (ms)
Con sonda 10:1 Sonda
sottocompensata
Ringresso 10 M
Cingresso 10 pF
Non distorce
perché è un
partitore
Sonda
compensato
sovracompensata
GND
Ringresso 1 M
Cingresso 25 pF
R1
Vreale 100k
30 kHz Ri
1
Selettore
AC/DC/GND
Vvis
Ci
24pF
CH2 CH2CH2
CH1
CH1
CH1
Vreale
Attenuatore
compensato
Vvisualizzato
1.00M
alternate (tutto CH1
poi tutto CH2) o
0 pezzo
0 pezzo
di
ochopper
chopper(1(1
CH1,
10 pezzo
di di
di
CH1,
10 pezzo
CH2, 20 pezzo CH1,
20 pezzo CH2, …)
Doppia traccia
CH2 or Y
Sonda 1:1
A
B
A
Y-pos
X/Y
X/Y
B
Persistenza
fosforo = 1
msec
Periodo
Trigger source
Può
visualizzare
solo segnali
periodici
CH1
Quando in un periodo c’è più di
un impulso di trigger, può
succedere di vedere due segnali
perché a volte parte da A e a volte
da B. L’hold-off può servire per
“saltare” l’impulso indesiderato
prolungando per tentativi il tempo
in cui la ripartenza è inibita fino a
superare tale impulso
Level
1 mV
Slope +
Slope -
Ext
Ext trigger
Slope
(pendenza)
CH2
Trigger
auto
Intens.
Focus
Unblanking
Vsegnale
Level
Trigger
normal
Vtrigger
B
A
Hold-off
10
Vtrigger
20
spazzolata
spazzolata
Da A
Da B
Hold-off
Time/div
51
CH1 come X
X-pos.
Z
Magnifier
Scansione
Ripristino
Ritorno
Parametri dei resistori e codice colori
9’
1) Il parametro principale di un resistore è la resistenza R, il cui valore a volte è scritto sopra ma più spesso è comunicato tramite un codice che usa i colori: più comodo
(a) perché è sempre leggibile comunque sia girata la R
(b) è più leggibile di un numero necessariamente piccolo se lo è R
2) Un secondo parametro da conoscere quando
si va ad acquistare un
resistore è la potenza
che è in grado di dissipare per lunghi periodi di tempo senza
danneggiarsi modificando la sua resistenza
(a Tamb < 60/700C)
Quando non è specificata la potenza dissipabile dai resistori usati,
s’intende che sono da
1/4 di W.
17W
Coefficiente
Prime Moltipl. Tolleranza di temperatura
2/3 cifre
(*10-6 /0K)
10W
1/2W
7W
5W
2W
1W
1/8W
1/4W
0
1
2
3
4
10
8 6.7 4.1 mm 5
5 cm
6
7 cm http://www.freemodding.it/MGalleryItem.php?id=1479
7
3) Il terzo parametro come importanza è la tolleranza (normalmente è 5 o 10%, raramente si ha bisogno
di un resistore all’1%). I produttori non costruiscono resistori per tutti i valori di R ma solo per alcuni,
8
più fitti se la tolleranza è bassa e meno fitti se è alta (è inutile fare una R di 11  se quella da 10 può
9
valere da 9 a 11  perché di tolleranza 10%
e il valore standard successivo a 10 è infatti 12, che può
valere da 10.8 a 13.2  perché di tolleranza 10%. Cercando una R da 11  possiamo cercarla tra i resistori di valore nominale 11 , con l’aiuto di un tester, nome usato spesso in alternativa all’italiano multimetro, usato come ohmmetro).
2 2 00 
20 %
3 3 000 
10 %
33 2 x 0.01 = 3.32 
2%
9 5 3 x 1 = 953 
2%
953  2%
 =100 10-6 0K-1
RT = R0 + R0(T-T0)
Quanto varia questa R a 50 0C?
Di regola T0 = 20 0C per cui T = 30 0C e R = 100 10-6 953 30

R20 T
= 2 859 000  = 2.859 
52
0.01
0.1
1
10
100
1k
10 k
100 k
1M
10 M
20 %
10 %
5%
200
100
50
15
25
1%
2%
0.5 %
0.25%
0.1 %
E6
E12
(20%) (10%)
10
10
12
15
15
18
22
22
27
33
33
39
47
47
56
68
68
82
Assente
Argento
Oro
Nero
Marrone
Rosso
Arancione
Giallo
Verde
Blu
Violetto
Grigio
Bianco
10
5
1
E48 (2%)
100
121
147
178
215
261
316
383
464
562
681
825
105
127
154
187
226
274
332
402
487
590
715
866
110
133
162
196
237
287
348
422
511
619
750
909
115
140
169
205
249
301
365
442
536
649
787
953
R1
A
Teorema di Thevenin e Ruscita
B
PARTE 1: trovare
l’equivalente di
Thevenin del bipolo
AB (in grigio nello
schema 1) e la
resistenza d’uscita del
circuito con uscita AB
ReqT3
(4’)
4.99k
V1
10k
10 V
R2
R3
10k
100k
Fig. 1: Schema elettrico 1
Fig. 2: Schema di montaggio 1
Elenco componenti 1
R1 = R2 = 10 k ¼ W 10%
PARTE 2: misurare l’abbassamento % da vuoto a
carico sul circuito equivalente di Thevenin (in
grigio nello schema 2) e su
quello originale con carico:
a) di 50 k (= 10Ru );
b)
di 5 k (= Ru );
c) di 500  (= 1/10 Ru )
VeqT3
5V
R12
R13
49.9k
4.99k
R14
499
Fig. 5: Schema elettrico 2
XMM2
5 kOhm
Fig. 6: Schema di montaggio 2
R3 = 100 k ¼ W 10%
R1
R1
ReqT
4.7k
ReqT3
A
V1
R2
R3
VeqT
4.99k
5 
R12
R13
R14
5V
P1
1K_LIN
Key = A
40%
5V
B
A vuoto (senza R collegata in uscita) Vu =
VeqT = 5 V perché ai capi di ReqT non c’è
tensione e la somma della Vu e della V su
ReqT deve essere pari a 5 V
Fig. 3: Il circuito equivalente
di Thevenin.
La ReqT dicesi resistenza di
uscita (Ru) del circuito
Fig. 4: Misure 1
A
.
B
A
.
B
Abbassamento di V da vuoto a carico:
0.454
 0.091  9.1%
5
Meno del 10% della tensione
a vuoto si perde per strada
se Ru=10% Rcarico
53
2.499
 50%
5
Il 50% della tensione a
vuoto si perde per strada
se Ru=Rcarico
4.545
 90.9%
5
Più del 90% della tensione a vuoto si perde per
strada se Ru=Rcarico/10
Partitore a vuoto
V~
(5’)
Alimentatore
(power supply)
V=
Partitore
R1
1
1.0k
0 00
5%
=> Codice
colori
Vuscita
Vi
10 V
+
R2
1.0k
Vuscita = Vi / 2 = 5 V
-
I
V 10

 5mA
R 2K
Come si poteva
prevedere che ai
capi di R2 ci
sarebbero stati 5
Volt?
1) Applicando la legge di Ohm
ai capi di R2
IVi = 5 mA
10
 5mA
2K
VR2 = IR2 * R2
= 5m * 1K = 5 V
IR2 = 5 mA
54
2) Notando che VR2 = VR1
(perché R2=R1 e IR2 = IR1 per
cui la V, che è il prodotto V*I è
uguale in entrambe) e che la
somma delle due tensioni deve
fare 10V (legge di Kirchhoff
alla maglia)
per cui le due tensioni devono
essere entrambe di 5 Volt
Partitore con interruzione
(5’)
.
A
1) Preso il circuito del partitore già montato e chiamati
A, B, C e D i punti mostrati, provocare una interruzione
del collegamento tra B e C.
IVi = ?
2) Misurare IVi, IR1, IR2, VR1, VR2, VBC
Vi
10 V
VXY = RXY * IXY
La corrente in A (Ivi) = 0 e quella in R1 (IR1) = 0 perché gli
elettroni non possono andare oltre B e se non si muove
l’elettrone davanti non può muoversi neanche quello
dietro (pensare ad una fila di persone: se non può avanzare
la prima persona della fila, non ha posto per avanzare
neanche l’ultima della fila)
Si può arrivare alla stessa conclusione usando la legge di Ohm tra A
eD
V
I AD  AD 
R AD
10


R1    R 2
10

 0A

Si può arrivare alla stessa
conclusione usando la
legge di Ohm tra C e D
VCD

R CD
0

 0A
1K
I CD 
R1
1.0k
BC =
?
IR2 = ?
+
La somma di tutte le cadute di tensione tra A e D = la
tensione tra A e D creata dalla batteria e pari a 10 V
La corrente in C (IR2) = 0
perché l’interruzione tra B
e C non trasmette la
tensione della batteria e
niente tensione => niente
forza applicata agli
elettroni => nessun
elettrone si muove
IR1 = ?
.+
V
C .-
B
3) Giustificare i valori trovati (tutte le grandezze sono
0, meno VBC = 10 Volt) usando la legge di Ohm
e la legge di Kirchhoff
+
VAB =
VR1 = ?
VCD =
VR2 = ?
D
.
R2
1.0k
R1
VR1  R1* I R1 
 1K * 0  0V
-
Vi
10 V
B
1.0k
.
R2
1.0k
D
VBD  Vbatteria  VR1 
 10  0  10V
A
.
VAE  1K * 0  0V
.
A
.
C .
E
Usando Ohm tra C e D
VCD  R CD * I CD 
 1K * 0  0V
D
Se si ricorda che la
tensione tra due
punti C e D è il
lavoro fatto per
portare una carica
da C a D
si può giustificare la
tensione zero tra C e
D notando che il
lavoro per portare
zero cariche da C a
D è zero
Legge di Kirchhoff alla
maglia: La somma di tutte
le cadute di tensione tra A
e D = la tensione tra A e D
creata dalla batteria e pari a
10 V
VAD  VAB  VBC  VCD
B
C
.
D
10  0  VBC  0
55
.
.
I fili non sono pochi, per cui serve una dispo(12’) sizione ordinata e test intermedi su singole parti
Progetto saracinesca
5
7
S = fine corsa
superiore
A = apri
C = chiudi
M
Coinvolgendo solo variabili binarie, c’è una soluzione con AND, OR e NOT. Oltre a tale soluzione
hardware c’è la soluzione con un microcontrollore,
che è una soluzione software perché un programma
sul C legge gli input e decide gli output. Nella soluzione con gli FPGA (Field Programmable Gate
Array) si scrive un software che diventa un hardware
ACI
ASI
AC S
AC
00 01 11 10
SI
00
01
11
1
e
1
10
G
G = e = SI
1
1
AC
00 01 11 10
SI
00
1
d
01
11
10
D = d = ACI
d
1
D
ACSI+ ACSI + ACSI
3
11
M = a + b+ c =
/ = NAND
AC S I M D G
0 0000 000
1 0001 000
2 0010 000
3 0011 001
4 0100 110
5 0101 000
6 0110 110
7 0111 001
8 1000 100
9 1001 100
10 1 0 1 0 0 0 0
11 1 0 1 1 0 0 1
12 1 1 0 0 1 0 0
13 1 1 0 1 0 0 0
14 1 1 1 0 0 0 0
15 1 1 1 1 0 0 1
AC
00 01 11 c 10
SI
4
12 8
0
00
1 1 1
b
1
5a 13 9
1
M = ACSI + ACSI + 01
ACI + ACS + A SI =
(A/C/I)/(A/S/I)/(A/C/S)
10 2
7
a
6
15
11
14
10
1
M
56
+- +
D = direzione
(1 = giù; 0 = su)
I = fine corsa
inferiore
G = guasto
Oscilloscopio a memoria digitale
(OSD) Agilent 54622D
(14’)
XFG1
XSC1
Nella versione mostrata qui può visualizzare anche
16 canali digitali oltre ai due canali analogici (per
cui è classificato MSO, oscilloscopio misto A-D)
e ha anche una bella banda (anche se con un campionatore da 200 Ms/s è più un 50 Mhz che un 100
Mhz come dichiarato), ma costa 5000 €
XFG2
Agilent
f  50 Hz - A  10 mVpp - DC  50%
Buffer di pre-trigger
Buffer di post-trigger
Derivata dell’onda triangolare
Intervallo temporale memorizzato
Integrale dell’onda quadra
Default setup
57
t
PicoScope 6.6.23.2 (oscilloscopi su PC da 200 a 10 000 €)
Specifiche
(6’)
Il PicoScope è il software della ditta Pico Technology per i suoi oscilloscopi su PC di ugual nome.
PicoScope 2004 da
100 Ms/s e 10 Mhz
(se ci basta la 50
armonica) 233 €
58
233€
365€
510€
690€
876€
Prezzi
RS iva
compresa a
Marzo
2012
59
XSC1
LED: tensioni, correnti, protezione
(7’)
Un LED (Light Emitting Diode) è un diodo
che emette luce quando è attraversato dalla
corrente.
Vsoglia = 0,5V Le differenze rispetto al diodo sono 2:
Vsoglia > 1.5V 1) Serve più tensione per condurre:
a) tensione di soglia maggiore;
Vconduzione 0,7V
b) quando conduce ai suoi capi non
Vconduzione > 1,7 V ci sono all’incirca 0,7 V, ma:
1,7 V (led rossi) o 2V (led verdi)
o 3V (led bianchi)
In un LED normale la corrente varia
da 5mA (si vede acceso, ma la
luminosità è bassa)
a 20mA (alta luminosità).
Ext T rig
+
XFG1
_
B
A
_
+
+
_
+
?
10 mA
Vi = 5 V
LED1
-
o 4,5V (led ultravioletti)
o 1,3V (infrarossi)
Visualizzatore a LED di
tensione Vi alta o bassa
Vrottura > 70 V
2) la tensione inversa di rottura non è 60/80V come nei diodi
normali (400V nei diodi raddrizzatori) ma di soli 3-10V
Vrottura= 3-10V nei LED
R1
?
10 mA D1
U1
+
5V
1.660
1.7 V
V
DC 10M
-
LED1
+
0.010
V
 i
R1
V  1,7 3,3
 i

 10m
R1
R1
3,3
R1 
 0,33k  330
10
m
R1
5V
1.660
V
-
LED1
R1
330
-0.683
V
-
0.7 V
+
5V
+
LED
A
-
Vi
330
Vi
Nei LED di potenza (quelli usati
per l’illuminazione) si va da 100mA
a 20A
protezione
(es. un LED da 1W viene alimentato
del LED
con una corrente costante di 350 mA;
contro le
inversioni in alimentarli a tensione costante
ingresso
pregiudica o la durata o la luminosità e
non si fa)
R1
330
I LED1  I R1
D1
1N4148
I LED di potenza costano molto di
più dei led a bassa corrente visti i 230
euro che costava (prezzo 2010)
questo faretto a led da 27W…
1,7V/10M = 0,17A << 10mA
Vi
Nei LED a basso consumo bastano
3mA (bassa luminosità) e 10mA (alta
luminosità).
R1
+
Vi
5V
-5.000
LED
V
-
D1
D1 limita a circa 1V la tensione inversa (quella quando
non conduce) sul LED
Senza il diodo D1 di protezione, sul led
va tutta la Vi di 5V e il led può rompersi
60
che emette la stessa luce di un neon
da 27 W (2200 lumen) e quindi ha la
stessa efficienza del neon (82
lumen/W)…
offrendo come vantaggio rispetto al
neon solo una durata di circa 10
volte maggiore, assenza di
sfarfallamento e accensione
istantanea, comportandosi quanto a
costanza della luce come un’alogena
che però consuma 4/5 volte di più
Progetto alimentatore 20V, 1 A, 5% di ripple
(9’)
Progettare un alimentatore non stabilizzato con raddrizzamento a doppia
semionda e filtro capacitivo con le seguenti specifiche:
Vu = 20 V - Iumax = 1 A - ripple r < 5%
Lo schema è questo e progettarlo significa scegliere i componenti perché
abbia le prestazioni (specifiche) previste dal progetto.
È il condensatore che eroga la corrente di di uscita Iu, con un
abbassamento di tensione Vu in un tempo t, e il legame tra Iu e Vu/t
è proprio la capacità C del condensatore:
I
C u
fVu
V
V
V
I u  C u  C u  C u  CfVu
1
t
T
f
Vu / 2
3  0.05  5%
r
Vu ( dc )
100
+
r
Vripple ( eff )
C si scarica
Vs(max)

 18.1V
2
I s ( eff )  1.8 I u  1.8I u  1.8 A
27
33
39
47
56
82
P  Vs ( eff ) I s ( eff )  1.8 *18.1  32.5VA
Trasformatore : 18V  36VA
Vu(dc)
1B4B42
Vu senza C
C1
2200uF-POL
Vu
e si ricarica
Vu
Vu
Vu / 2  3 *1V
68
Il trasformatore deve avere una
Vu / 2
3

Vu ( dc )
Vu ( dc )
1
C
 2890 F
100 * Vu
Vu  3.46V
Maggioriamo del 10% perché erogando corrente la V fornita dal trasformatore s’abbassa (meno del 10% nei grossi trasformatori e più del 10% in
quelli piccoli)
Per la corrente usiamo la formula pratica:
1
3
Vu / 2
 0.05 *Vu ( dc )  0.05 * 20  1V
3
Vs ( eff )
4
D1
TS_MISC_25_TO_1
3.46
Vu
 2 * 0.8  23.3V
 2Vdiodo  20 
2
2
Vs (max)  1.1* 23.3  25.63V
2
T1
220 V
50 Hz
0Deg
E12
(10%)
I condensatori seguono la serie E12 delle resistenze. Scegliamo il valore
standard di C più basso, 2700 F, perché questa formula fornisce un C più 10
grande di quello che serve per avere quel ripple r.
12
Il C lavora alla tensione Vu di 20 V, ma la
tensione di rete può variare 10% e un po’ di C1  2700F  35V
15
margine non guasta per cui prendiamo un 35V
18
Il trasformatore deve fornire la tensione Vu + Vu/2 (tensione di picco
22
della Vu) nonostante le cadute di tensione su due diodi, per cui:
Vs (max)  Vu 
+
V1
Vu se non ci fosse
il condensatore
Vripple
(ondulazione)
Vu
Iu
r
Delta Vu eff
delta Vu
C
Vc
V
A
%
V
V
uF
V
20
1
5
1
3,46
2887
40
Vdiodo
Vsecmax
maggioraz
VsecmaxOK
Vseff
Iseff
P
V
V
%
V
A
VA
0,8
23,33
10
25,67
18,15
1,8
32,67
Idiodi
IdiodiSicura
C
IpiccoRipet
Vr
B
A
A
mA
A
V
V
0,5
1
1000
10
25,67
30
61
B sta per V (tensione inversa)
C sta per corrente
Per dimensionare i 4 diodi, o il ponte a diodi osserviamo
che quando in una coppia di diodi passa la corrente Iu
nell’altra coppia non passa corrente. Pertanto la corrente
media (average) diretta (forward) è Iu /2 = 0.5 A
La tensione inversa = Vsec(max) = 26 V.
Ponte : B 40  C1000
Alimentatore duale 1.2-24V 1A
Funzione di tutti i componenti
(10’)
2
Trasformatore (non disegnato): riduce la tensione
e isola l’utente dalla 220V; deve essere a presa
centrale per fare un alimentatore duale.
D1-D2-D3-D4: ponte (realizzato con componenti
1
separati) per raddrizzamento a doppia semionda
3
C1: condensatore di filtro dell’alimentatore non stabilizzato
(nel calcolo per far tornare un condensatore di filtro di 470 F ho dovuto met- Simulaz./calcolo alim.
tere come Imax come ripple il 25%, valore alto ma poi il regolatore lo riduce)
4
non stabilizzato
C3: 0, 1 F in // a 470 F sembra ininfluente, ma gli elettrolitici non si comportano bene in alta f e il C piccolo si mette per eliminare i disturbi a radio-f
20€
VR1 (LM317): regolatore (ovvero stabilizzatore di tensione) a tre piedini
5
(adatto per correnti fino a 1A in contenitore TO220 come i nostri e fino a
2A in contenitore T03, in ogni caso serve un dissipatore adeguato) di tipo
variabile (dal terzo piedino - chiamato Adjust e non Ground - esce una
corrente molto più piccola di quella dei regolatori fissi) e di tipo positivo
VR2 (LM337): versione negativa dell’LM317:(la differenza è che il
Trasformatore
transistore interno usato per variare la tensione di uscita è girato per far
toroidale 220V
passare una corrente che entra dall’uscita invece che andare verso l’uscita)
50VA 2x30V per
R1 trasforma la tensione fissa di uscita (1,2V tra Output e Adjust) in una
dare 26V in ingresso
corrente fissa (di 10 mA, con R=120) che serve a RV1 per variare l’uscita
(e 24V in uscita
RV1 varia la tensione di uscita: se RV1 = 0 allora l’uscita SK3+ sarà di
visto che 2V si
fermano sul VR1)
1,2V (Vu minima). Se invece RV1=22k su di essa i 10mA creano una V di
22V col risultato che in uscita ci sarà 22 + 1,2 = 23,2 V (Vu massima)
11
LD1: segnala la presenza di una tensione in uscita, se questa è sufficiente per farlo accendere (1,2V non bastano
Contenitore metallico 13 €
di sicuro e per far scorrere almeno 3mA, corrente minima in un LED ad alta sensibilità, servono circa 8V)
Trasformatore + Contenitore + 2
R3: limita la corrente nel led, che anche con 24V in uscita sarà al massimo di 10mA (max I in LED ad alta sensibilità)
strumenti + Kit + Dissipatore = 65 €
C5-C7: consigliati dal costruttore dell’LM317 per ottimizzarne il funzionamento.
D5: scarica C7 che danneggerebbe l’LM317 se si cortocircuitasse l’ingresso
D6: Insieme a D5 scarica C5 che danneggerebbe l’LM317 se si cortocircuita l’ingresso
VOU
D8: protegge VR1 dall’eventualità che all’accensione VR2 fornisca una tensione negativa prima che VR1 dia in uscita la sua tensione positiva,
T
rendendo negativa l’uscita di VR1 se sono inseriti i carichi
10 €
VIN
6
PDa dissip.  (VI V O )I
Junzione Case
Dissipatore Ambiente
jc + cd + da
7
PDissipata 
Tj  Ta
ADJ
VOUT
6€
θ ja
TO 220 jc = 4 0C/W 8
9
10
Con dissipatore da 10 cm da =1,8 0C/W
P
Tjmax  Tamax
θ tot
θ tot  4  0,8  1,8  6,6C/W
9,8
125  60

 9,8W Vi=26V per Vu = 24-1,2V I max  26 - 1,2  0,4A
6,6
62
VIN
In Kit 11 €
(4’)
Robot che segue la luce: arresto e marcia
U1
U1
R7
1.677m
1.0k
R2
100
IC = hFE*IB
100%
Q2
+
A
0.000
R4
Base
U3
A
+
0.000
-
R4
50K_LIN
Key = F
50%
V
-
100
VCC
DC 1e-009
3V
3V
U3
Q1
+
0.295m
Emettitore
Q1
A
BC547BP
U4
R6
+
10K_LIN
Key = P
-
0.739
50%
V
R6
10K_LIN
Key = P
DC 10M
DC 10M
In assenza di luce (R4
grande), Q1 è interdetto
(tasto aperto tra C ed E) e
interdice Q2, che è aperto
pure lui e non fa arrivare
tensione al motore
In presenza di luce (R4
piccola), il motore gira perché
la forte conduzione del
transistor Q2 (saturazione di
Q2) lo rende un tasto chiuso
tra C ed E, per cui i 3 V
arrivano al motore
U1
-
R7
3.329n
1.0k
VCC
V
+
DC 10M
U1
VCC
U6 DC 1e-009
D1
-
100
VCC
R2
U2
0.444u
Key = A
100
J2
A
0.000
0.362m
D2
Key = A
+
0.570
-
V
50%
-
DC 10M
DC 10M
63
J3
R6
U4
1N4148
A
10K_LIN
Key = P
D2
1N4148
Key = A
LED1
Key = A
VCC
3V
U3
+
J3
R6
10K_LIN
Key = P
100
DC 1e-009
A
220
U2
R1
10%
VCC
R3
A
9.091m
-
3V
U3
+
0.272
+
0.023
R4
R1
50%
1N4148
50K_LIN
Key = F
DC 1e-009
V
-
+
LED1
50K_LIN
Key = F
+
U6 DC 1e-009
D1
DC 1e-009
100
J2
A
-
100%
+
DC 10M
3V
220
+
+
R4
VCC
R3
A
0.000
1N4148
DC 1e-009
3.000
1.0k
3V
3V
R2
-
R7
3V
U4
LED1
BC557AP
DC 1e-009
VCC
Collettore
220
R1
10%
R1
Q2
+
A
0.021
BC547BP
U4
+
U2
LED1
DC 1e-009
R3
A
8.915m
+
R2
BC557AP
100
DC 1e-009
0.272
220
100
U2
-
50K_LIN
Key = F
-
3V
R3
A
1.677u
U6 DC 1e-009
VCC
+
V
+
DC 10M
U6 DC 1e-009
-
3V
2.968
1.0k
V
+
DC 10M
VCC
-
R7
-
V
Robot che segue la luce: sterzata
(3’)
U1
U1
-
R7
2.228
1.0k
(Q2 è saturato e per questo
la sua VCE è quasi zero)
V
+
R7
U6 DC 1e-009
Guadagno (hFE2 = IC/IB)
di Q2 = 192
3V
R2
100
R4
50K_LIN
Key = F
45%
Guadagno
(hFE1) di Q1
= 112
0.025m
DC 1e-009
R1
100
DC 1e-009
U3
+
0.222u
U4
0.543
V
50%
-
DC 10M
4.811m
R6
IB1
10K_LIN
Key = P
A
IB2
+
A
Q2
BC547BP
3V
220
R2
IC2=hFE2*IB2
100
LED1
-
0.183m
BC557AP
R4
VCE=0.8V
50K_LIN
Key = F
hFE1 = 235
40%
R1
DC 1e-009
Notare che I e IB
U3
C
IC1=hFE1*IB1 hanno il verso
indicato dalla
freccia
sull’emettitore (Q2
è un BJT pnp e il
verso della corrente
è diverso da quello
in Q1, che è un npn)
Sensore (fotodiodo) con meno luce (R4 = 45% di 50K = 22.5K)
VBE di Q1 = 543 mV
IB1 = 222 nA
+
0.777u
U4
+
0.594
V
50%
-
R6
A
+
DC 10M
U6 DC 1e-009
-
8.652m
R3
A
220
+
+
A
Q2
IC2=hFE2*IB2
LED1
BC557AP
VCE=0.1V
DC 1e-009
100
VCC
3V
Q1
hFE2 = 47 (così basso
perché Q2 è saturato e la
sua IC non cresce più al
crescere di IB)
U2
VCC
R3
A
+
U2
-
+
-
2.921
1.0k
DC 10M
VCC
-
IB2
VCC
3V
Q1
IC1=hFE1*IB1
BC547BP
IB1
10K_LIN
Key = P
DC 10M
Sensore (fotodiodo) con più luce (R4 = 40% di 50K = 20K)
< VBE di Q1 = 594 mV
< IB1 = 777 nA
IC1 = Guadagno1 * IB1 = 112 (a IB basse guadagna meno) * 222n = 25A < IC1 = Guadagno1 * IB1 = 235 (qui guadagna di più) * 777n = 183A
IC2 = Guadagno2 * IB2 (= IC1) = 192 * 25 = 4.8mA < IC2 = Guadagno2 * IB2 (= IC1) = 47 (Q2 è saturato) * 183 = 8.6mA
Il LED1 non ce la fa ad accendersi (servono almeno 5 mA)
Il LED1 si accende
IC grande => VCE piccola e VCE2 = 0.8 V > VCE2 = 0.1 V
VR7 (VMOTORE1) = 2.2 V < VR7 (VMOTORE2) = 2.9 V (quasi tutta l’alimentazione, che è di 3V)
Il MOTORE 1 (a sinistra) gira più piano (Ngiri è proporzionale alla VMOTORE) Il MOTORE 2 va più forte e fa sterzare dalla sua parte il robot
64
V
Orcad: PCB_1
(4’)
https://www.youtube.com/watch?v=KX4kdvmYksc lezione a cura di artedas.it
65
Funzioni e caratteristiche
(10’)
Tutto questo (dalla
programmabilità delDimmer
l’impianto
alla per
sua regolare
l’intensità
luminosa
maggiore
sicurezza,
dalla comandabilità a
distanza alla possibilità di automatizzare le
funzioni) ha un costo,
perché se un impianto
tradizionale costa
5000 €, uno domotico
costerà all’incirca
7500 €
La DOMOTICA (dal francese domotique, fusione tra domus ‘casa’ e informatique
‘informatica’) si propone di ottimizzare la gestione degli impianti presenti in una casa (Home
Automation) o in un insieme di edifici dove vivono o lavorano molte persone (Building
Automation). Essa può essere applicata (e lo sarà sempre di più perché migliora la vita):
- all’illuminazione;
- alle aperture motorizzate (come le tapparelle motorizzate);
- al riscaldamento/raffreddamento;
- alle temporizzazioni (ad es. attivazione notturna di un sistema);
- alla gestione di scenari, periodici (situazioni che si ripetono ogni giorno) o legati a eventi;
- alla gestione del videocitofono;
- all’irrigazione;
- al controllo dei carichi elettrici, per evitare il sovraccarico o per risparmiare sui consumi;
- ai sistemi anti-intrusione;
1) Un Tasto1 oggi adibito al comando
- al controllo a distanza (per es. via cellulare). della Luce1 può in qualunque momento
essere adibito al comando di qualunque
Impianto
altra funzione comandabile dall’imBPT utilizza il protocollo definito
programmabile pianto perché non c’è un filo che va dalla
dallo standard ISO/IEC – 14908
e senza tensione posizione del Tasto1 alla posizione della
“Open Data Communication in
di rete sui
Luce1.
Building Automation, Controls
comandi
and Building Management” (proIl Tasto1 è collegato al bus e l’evento Tatocollo chiamato prima LonTalk e
sto1_premuto via bus arriva alla centrale
oggi LonWorks),il più diffuso nel
di controllo. È la programmazione della
mondo per applicazioni di docentrale di controllo che specifica cosa demotica. «È infatti stimato che
ve essere fatto quando il Tasto1 viene precirca il 65% dei sistemi di automuto, non importa in quale angolo della
mazione di edifici in Europa sia
casa perché ogni attuatore è collegato al
basato su questa tecnologia»
bus e può eseguire l’azione prevista dalla
(wikipedia). Standard europeo
programmazione per quell’evento
per la building automation dal
La tensione di rete arriva agli attuatori posizionati in
2005; standard nazionale cinese
dal 2006; Rico-nosciuto dall’ente prossimità dei carichi ma non arriva a nessun Tasto di
comando, con un aumento importante della sicurezza
europeo dei costruttori di
elettrodomestici dal 2007.
Dispositivi ingresso/uscita che comunicano e
vengono alimentati attraverso un doppino
twistato non schermato (in inglese UTP,
Unshielded Twisted Pair) e non polarizzato.
66
Considerazioni sulla diffusione della domotica
(6’)
Dalla tesi di laurea “Microcontrollori in Rete per la Domotica” dello studente di Ingeneria informatica Domenico Della
Ratta, AA 2001-2002 (http://www.ing.unisannio.it/fiengo/Tesi/Domenico%20Della%20Ratta/Tesi_Mimmo.doc)
Anche se si parla di automazione domestica già da tempo, si può affermare che essa
ha realmente stimolato l'interesse dei produttori e degli utenti solo negli ultimi anni,
diventando una nuova industria di prodotti per il consumatore.
I requisiti che un buon sistema di home automation dovrebbe avere sono:
1) Basso costo, inteso come economicità delle periferiche e della rete di
interconnessione, unitamente alla semplicità di installazione della stessa
[ il sistema presentato qui fa lievitare il costo da 5000 => a 7500 € ].
2) Flessibilità intesa come modularità. La vita media di un impianto elettrico
domestico è molto lunga: per questo motivo si richiede che nel tempo possono essere
effettuate delle modifiche introducendo nuove periferiche o eliminandone delle
vecchie in modo indolore per l'utente. [ Il sistema presentato qui permette di programmare
i componenti aggiunti anche se non si ha più il programma installato originariamente non
spuntando la casella “Riprogramma tutti i dispositivi” ]
3) Integrazione di un vasto numero di applicazioni.
- all’illuminazione;
- alle aperture motorizzate (come le tapparelle motorizzate);
- al riscaldamento/raffreddamento;
- alle temporizzazioni (ad es. attivazione notturna di un sistema);
- alla gestione di scenari, periodici (situazioni che si ripetono ogni giorno) o legati a eventi;
- alla gestione del videocitofono;
- all’irrigazione;
- al controllo dei carichi elettrici, per evitare il sovraccarico o per risparmiare sui consumi;
- ai sistemi anti-intrusione;
- al controllo a distanza (per es. via cellulare o via internet).
4) Capacità di supportare diversi
mezzi di comunicazione come i
raggi infrarossi, la radio frequenza,
il doppino intrecciato, e la linea di
alimentazione.
[ Il bus trasmissivo in Lonworks può
essere il doppino telefonico, la
radiofrequenza, le onde convogliate.
La rete può avere parti a bus, parti a stella e parti ad albero]
5) Facilità di utilizzo. Qualsiasi utente deve essere in grado di utilizzare al massimo le
potenzialità dell'impianto con il minimo sforzo. [ 10 + 7 minuti di audio non sono molti ]
6) Possibilità di interagire con apparecchi di marca diversa.
[ Il sistema domotico BPT è compatibile con impianti elettrici di qualsiasi marca ]
7) Plug and Play. Se possibile, infatti, si vorrebbe evitare l'intervento di un tecnico
specializzato ogni volta che devono essere apportate delle modifiche all'impianto.
Molti di questi requisiti sono purtroppo in contrasto tra loro e questo è il motivo che ha
portato i produttori a sviluppare delle soluzioni spesso estremamente diverse tra di loro.
Alcuni hanno fatto dell'economicità il requisito fondamentale del loro sistema, spesso
rinunciando all'implementazione di caratteristiche che avrebbero aumentato la soddisfazione
dell'utente finale. Altri, invece, hanno sviluppato sistemi capaci di integrare un numero molto
elevato di applicazioni, mettendo in secondo piano l’aspetto economico.
La conseguenza di ciò è che il prodotto di un'azienda spesso è incompatibile con quello di una
concorrente, dando vita ad uno scenario di mercato estremamente eterogeneo. Inoltre, questa
differenza di vedute è probabilmente la causa fondamentale del mancato affermarsi di uno
standard nel settore, nonostante si parli di automazione domestica già da circa venti anni.
Già dal 1984, difatti, le organizzazioni americane e internazionali hanno realizzato standard di
comunicazione per automazione domestica. Ci si aspettava che questi standard fornissero
un'infrastruttura che potesse stimolare lo sviluppo dei prodotti e del mercato. Tuttavia, tale
sviluppo fu molto lento e questo rallentò il lavoro di completamento degli standard.
Nei primi anni '90 gli standard cominciarono a diventare popolari. Allo stesso tempo Internet
divenne popolare ed alcune compagnie decisero di creare dei nuovi standard privati per
sviluppare applicazioni basate su TCP/IP. Altre compagnie formarono dei consorzi privati per
realizzare tecnologie di nicchia, come la trasmissione dei dati sui cavi telefonici esistenti. Tutte
queste organizzazioni acquisiscono ed abbandonano in continuazione partecipanti col risultato
che lo sviluppo dei prodotti è confuso e non è concentrato su un'unica stabile infrastruttura.
Il problema fondamentale dello sviluppo dell'automazione domestica è convincere il
consumatore stesso dell'effettiva necessità del prodotto: un tempo i telecomandi per i
televisori erano considerati un optional, oggi è impossibile vendere un apparecchio che non ne
sia dotato. Invece, lo sviluppo di sistemi per l'automazione domestica è estremamente
complicato a causa del fatto che l'utente è scarsamente informato dei benefici e delle possibilità
del sistema. La domanda di sistemi domestici è quindi latente.
Potenziali acquirenti potrebbero essere:
1) Persone adulte che vogliono risparmiare tempo […].
2) Persone anziane che desiderano assistenza per sopperire dei limiti fisici. Negli ultimi anni in
America la popolazione oltre i 65 anni sta crescendo rapidamente, raggiungendo circa i 35
milioni di persone, e si prevede arrivi ai 53 milioni entro il 2020. Le persone che appartengono
a questa fascia di età spesso hanno una o più disfunzione che limita le loro azioni. Nonostante
ciò oltre il 95% di essi desidera continuare a vivere in casa propria.
3) Utenti che passano molto tempo fuori casa, e che vogliono comunicare e controllare
l'ambiente domestico dal posto di lavoro.
Tuttavia, considerando l'ampia gamma e le diversità dei desideri degli utenti risulta difficile
sviluppare un sistema capace di ottimizzare i bisogni di tutti.
La chiave dello sviluppo di un prodotto vincente [7] è fornire un prodotto che sia facilmente
adattabile ai requisiti futuri, competitivo nei costi e [… con] una complessità interna invisibile
all'utente che deve poter realizzare semplici procedure con un minimo addestramento.
67
Creazione del 10 impianto
(10’)
Alim. di soccorso
24Vcc, 700mA
Rete 230Vac
Bus Bus
L’alimentatore con microcontrollore è la spesa in più;
in cambio è riprogrammabile (ad es. disattivando un
tasto) senza toccare alcun filo ma solo inviando una nuova programmazione al controllore
USB computer
Un impianto complesso
è composto da molte
sottoparti come quella
che abbiamo visto qui,
ma per programmarlo
basta ripetere per ognuna di esse i passaggi visti qui.
68
10 impianto completo
OH/6I
6 ingr. digitali
(7’)
Per procedere adesso devo sapere a
quale interfaccia seriale ho collegato
il gateway e supporremo che io
scopra di aver usato la COM13
Prezzi 2012
di un sistema minimo
Bpt per usi
didattici
OH/3RPI
3 ingr. digit - 3 relè
OH/RI
Cronotermostato
Cavo USB da
stampante
Viedoterminale
multifunzione Mitho
50100 €
ogni nodo
Aliment. DC
Gateway
OG/GW
BUS AUTOMAZIONE
BUS
MULTIMASTER
OH/GSM Per
ricevere SMS o
per farli inviare dal
bus automazione
o dal bus
antintrusione
Alimentatore automazione OH/A.01
Alimentatore
VAS/100MH
OH/Z.02
BUS VIDEOCITOFONIA
Circa 500 €
Gateway
OG/GW
BUS ANTIINTRUSIONE
Programmazione completata
69
Impianto KNX con GWBUS 1.1
(6’)
70
3+6 sistemi domotici a confronto
(8’)
http://www.clichome.it/domotica_confronto.php
Connex (KNX)
LonWorks
My Home
5 - Gestisce direttamente
e completamente tutti i
principali tipi di dimmer
e i principali sistemi di
gestione luci come
DMX e DALI.
4 – Ha attuatori per quasi
ogni esigenza di luci e
gateway per il bus
DALI, ma non c’è
nessuna tipologia di
controllo per DMX
3 – Molti i componenti a catalogo.
Interfacce 1-10V e
DALI ma non
DMX512 (essenz.
per contr led RGB)
4 - Gestisce direttamente
valvole a posizionamento o PWM, pompe, sist.
di ricircolo. Esistono
sonde di ogni tipo e
interfacce x i sistemi più
utilizzati come Daikin,
Mitsubishi, Toshiba,
McQuay. Interfacce x
tutti gli altri protocolli
Supervisione e control- 5 – Ampia scelta di
supervisori da 2,3’’ a
lo
22’’ e oltre. Molti SW,
anche su misura. Molte
App x iPone e x
WebServer
– Sono supportati i
Sist. antifurto/sicurezza 4principali
sistemi
antifurto
5 – Molti HVAC (Heating, Ventilation and Air
Conditioning) nascono x
LonWorks e comunque
ogni produttore di climatizzatori ha un’interfaccia Lon. Inoltre può
controllare valvole
proporzionali e fan-coil.
2 – Controlla elettrovalvole e fancoil ma non si integra con i canalizzati o coi sist. a
espansione diretta
e la recente interfaccia IR migliora
di poco la situazione xché l’IR è unid.
4 – Touch da 15’’
libero nella programmazione e
web-server blindato ma completo. 1
ottimo con. iPhone
2 – C’è l’anti-intrusione MyHome,
ma altri sistemi si
integrano in modo
assai limitato
2 – Il multiroom
MyHome è scadente come audio e limitato. Altri non
sono integrabili
nemmeno via IR
1 – Nessuna possibilità di controllare
componenti HomeC
3 – La maggior
parte dei sensori
evoluti utili in casa
ci sono. Nessun iA
1 – Non è previsto
nessun controllo di
accesso
Luci e automazioni
Clima
– C’è un sistema multiAudiovideo multiroom 3room
gestibile da ogni
centralina Knx ma l’integrazione è limitata all’IR
o ad un supervisore
comune via seriale
2 – È limitata all’uso di
un unico supervisore
Home Cinema
Sensori evoluti
5 – C’è tutto per tutto,
dalla composiz. dell’acqua all’analisi dell’aria e alla T del solaio.
4 – Ci sono diversi
sistemi di controllo degli
accessi
Controllo accessi
Complessivamente 4 (8 su 10)
4 – I SW sono potenti
perché nascono x l’industria e il terziario avanzato, ma l’estetica non è il
max e scarseggiano le
interfacce per Apple
3 – Molte delle migliori
centrali anti-intrusione e
anti-incendio sono Lon
ma se non lo sono può
essere impossibile integr
1 – Non ci sono componenti audio-video su
LonWorks e l’integrazione può essere realizzata
solo a livello di
supervisione
1 – Non c’è nessuna
integrazione Home
Cinema
4 – C’è quasi tutto per
tutto. Eccellente il sist.
di misura e controllo dei
consumi energetici
4 Ci sono sistemi di controllo accessi integrati,
ma non sono integrabili i
sistemi + diffusi
2,25 (4½ su 10)
3,25 (7 su 10)
contenuto con
medio Costo allineato
ottimo rapporto
alla concorrenza
qualità/prezzo
medio Prezzi scesi molto; ora sono molto competitivi e con una qualità/prezzo molto buona.
Affidabilità 5 - Qualità e affidabilità 5 – I prodotti Echelon
molto elevata.
LonWorks sono affidabili nelle cond. + estreme
Flessibilità 5 – É possibili realizzare 5 – Programmabile senza
davvero qualsiasi
limiti e in grado di sodfunzione.
disfare qualsiasi esigenza
Espandibilità futura 4 – Ottima, ma penaliz- 5 – Espansione sempre
zata dall’bbandono delle possibile e senza
soluzioni senza fili
stendere nuovi cavi
Ambiti applicativi elettivi Residenziale, Terziario, Terziario ed Industriale
Alberghiero, Yachting,
Home e Buildibg
Autmation in genere
Costo
4 – Alta x i comp.
di qualità e l’intelligenza distribuita
2 – Programmazione molto limitata.
2 – Espand. futura
è limitata e può servire un nuovo bus
Automazione domestica (ottimo come sistema entry
level)
71
Introduzione a Konnex (KNX)
http://www.clichome.it/domotica_confronto.php
(4’)
234 produttori
72
http://www.clichome.it/domotica_confronto.php
Introduzione a LonWorks
(4’)
SCADA = Supervisory Control And Data Acquisition = Controllo di supervisione e acquisizione dati
Un Neuron chip è un integrato, costruito da diverse aziende, contenente tre CPU, due delle quali sono usate
per gestire la ricezione e la trasmissione lasciando al terzo processore i compiti di gestione del nodo.
Un Neuron chip ha le stesse funzioni di un microcontrollore, ma in più è in grado di comunicare con altri
Neuron chip usando il protocollo LonTalk
73
Introduzione a My Home
http://www.clichome.it/domotica_confronto.php
(4’)
74
Controllo luci DALI
(2’)
http://www.osram.it/
Avere diversi scenari di illuminazione memorizzati, da usare in situazioni diverse, è importante sia per il comfort che per il risparmio energetico. Inoltre sarebbero utili messaggi dall’impianto al controllo, ad es. per avvertire di una lampada in avaria.
Realizzare queste funzioni col cablaggio tradizionale, e anche con la diffusa interfaccia analogica 1…10V è difficile e ammesso che ci si riesca
sarebbe costoso per il numero dei componenti utilizzati. Un controllo luce basato su bus digitale (ad es. EIB e LON) realizza facilmente queste
richieste ma sarebbe troppo costoso se fosse usato solo per il controllo
dell’illuminazione.
La soluzione è il nuovo standard di comunicazione digitale DALI
(Digital Addressable Lightingh Interface) per alimentatori
elettronici (ECG), che colma la distanza tra gli economici ma troppo
semplici sistemi 1…10V e i sistemi di controllo domotici di edificio,
potenti ma costosi.
DALI è il frutto di un accordo che
assicura l’intercambiabilità degli
alimentatori elettronici di produttori diversi.
75
Controller luci DMX512
(1’)
http://www.futurashop.it/
Controller luci standard DMX512 in grado di generare segnali di controllp per 24 canali.
Possibilità di memorizza-re scene e sequenze programmabili. Ingresso microfonico e MIDI.
Prezzo Futura elettronica (5 Aprile 2012) 194 €
Il DMX512 fu sviluppato nel 1986
su commissione dell’Istituto delle
Teconologie Teatrali per rendere
standard ed efficiente il sistema di
comunicazione tra la console di
comando e i dimmer, in modo che
una console a 48 canali non
dovesse avere 48 conduttori più la
massa ma bastasse un solo cavo
twisted per portare tutti i comandi
usando il protocollo EIA RS485
76
77
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