tesina carmela

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ricordano
[Antoine De Saint Exuperie]
Rossana Roiter
5B
A.S. 2009/2010
“Tutti i grandi sono stati bambini, ma solo pochi se ne
ricordano”
[Antoine de Saint-Exupéry, Le petit prince]
L’argomento centrale del mio lavoro consiste nell’analizzare il tema dell’infanzia. Mi ha
sempre entusiasmato vedere gli occhi giganti dei neonati aprirsi al mondo e sorridere dove
l’uomo maturo non fa altro che porsi annoiato, il loro sguardo sempre allegro e stupito
dinnanzi alle piccole grandi scoperte. Porrei l’accento sul tema della crescita. Lo sviluppo
psicologico sicuramente è un processo fondamentale per l’individuo umano, nel rispetto dei
suoi tempi e dei suoi diritti, anche in momenti difficili catastrofici e disperativi sarebbe bello
rispettare la loro visione del mondo come lo possiamo vedere anche in un famosissimo film
“la vita è bella”.
“Tutti i grandi sono
stati bambini, ma solo
pochi se ne ricordano”
[A. De Saint-Exuperie]
Elementi caratteristici
dell'’infanzia.
TUTELA
La crescita
Stupore
TECNICA
AMMINISTRATIVA:Diritti del
faciullo
Inglese:
Spagnolo :
CALO NASCITE
ITALIANO: Pascoli e la
poetica del Fanciullino:
l’anima del poeta vede le cose
come fosse la prima volta.
Storia: auschwitz la vita è
bella
Psicologia Il
complesso di Edipo
Freudiano e la teoria
della personalità
Igiene: L’INFANZIA
Matematica:
PERCENTUALI DI
NASCITE
PASCOLI, FANCIULLINO
Nelle prime pagine de Il Fanciullino è racchiusa tutta la poetica di Giovanni Pascoli, al punto
che in un certo senso quest'opera può essere definita il suo testamento letterario.
Secondo Pascoli, la poesia non è invenzione, ma è scoperta: si trova nelle cose stesse e in esse
bisogna saper vedere.
Non tutti hanno però la possibilità di farlo: per vedere davvero si deve osservare le cose in
maniera pura, con occhio puro, come se le vedesse per la prima volta. Questo modo di
guardare è proprio del bambino, del fanciullo. Il poeta deve perciò ricordare e ripetere le
impressioni che provò da bambino. La poesia deve essere spontanea, intuitiva, priva di
sovrastrutture culturali, proprio come la concezione del mondo che ci formiamo nell’infanzia.
La poesia porta ad abolire l’odio, a un senso di fratellanza e di scoperta.
L’infanzia finisce per identificarsi con la poesia e all’infanzia del mondo corrisponde la
concezione evangelica e umanitaria di Pascoli. L'uomo moderno, secondo il poeta, desidera
sfuggire alle contraddizioni della società contemporanea per aver un mondo innocente privo
di violenza e contrasti.
In questo saggio Pascoli enuncia le linee importanti della sua poetica: spontanea,
immaginifica, lontana dalla razionalità. Il tema principale è il poeta, inteso come colui che dà
voce al fanciullino che è in noi.
Altro tema fondamentale è la semplicità e la purezza dello spirito poetico: in ciascuno vive un
fanciullino, che grazie alla sua innocenza e sensibilità incorrotta può arrivare al cuore delle
cose e di scorgerne il senso profondo.
Vi sono due sequenze descrittive da evidenziare:


Nella prima sequenza vi è la metafora del fanciullino, che col tempo perde spazio
dentro di noi, ma resta in fondo la nostra parte più autentica. Potenzialmente tutti
possono essere poeti: il fanciullino alberga in ciascuno di noi. Non tutti però lo sanno
ricordare e far venire fuori: il poeta sì.
Nella seconda sequenza Pascoli dice che la poesia non è frutta di un’attività logica e
razionale: esiste nelle cose e nella natura e per vederla è necessario avere gli occhi
giusti. Il compito del poeta non è creare, ma rivelare la poesia che già esiste. Lo può
fare solo a condizione che si identifichi col fanciullino e che aderisca al mondo con
l’immediatezza con cui guarda la realtà che lo circonda. C’è una sorta di equazione tra
il poeta e il fanciullo: il poeta non deve dare messaggi, né tantomeno mettersi al
servizio del potere.
Il fanciullino è un attestato della sua visione della vita di Pascoli: dietro a questa figura si
nasconde la paura per il mondo, il rifiuto della donna e dell’eros, e più generale il vissuto
autobiografico di un uomo testimone di gravi lutti e dolore.
“Il bambino è il padre dell'uomo” [S.Freud]
Freud elaborò una teoria a stadi in cui, a seguito dell'analisi di
diversi casi clinici, raccoglie elementi che permettono di rintracciare
nell'infanzia le prime esperienze di tipo sessuale.
Per il filosofo, lo sviluppo è segnato da stadi differenti che si
caratterizzano per l’investimento della libido in zone differenti del
corpo.
Nome
Orale
Anale
Anni
Caratteristiche
0-2
Istinto naturale della suzione.
Il bambino prova piacere attraverso la
bocca e l’attività nutritiva che lo legano
anche affettivamente alla madre.
Istinti da fumatore,
orgoglio eccessivo,
determinazione,tendenze
all'’isolamento.
2-3
Il centro dell'interesse si sposta negli
sfinteri. Il bambino prova piacere a
trattenere e espellere.
Metodicità elevata,
estremo ordine/disordine.
Scoperta della propria sessualità:
Desideri incestuosi
Omosessualità
Nevrosi
Fallica
3-5
Periodo
di latenza
5-12
Genitale
12 in poi
Curiosi riscontri
 fenomeno di Edipo
Momento in cui si sviluppano le
relazioni sociali
È raggiunta la struttura completa della
personalità e la maturazione
psico-sessuale.
Il fenomeno di Edipo permette di costruire in modo più
adeguato la personalità. È il momento in cui il principio di
piacere si scontra con quello di realtà e si sviluppa nel
momento in cui il bambino prova attrazione nei confronti del
genitore del sesso opposto.
Cosi come avvenne secondo il mito greco nel quale il giovane
Edipo uccise il padre Laio, senza conoscere la realtà del
legame di parentela, per sposare la madre Giocasta e, alla fine,
venuti alla luce i reali rapporti di parentela, si punisce
accecandosi. Per le bambine, si utilizza anche l’espressione
“complesso di Elettra”, dal nome dell'eroina greca che uccise
la madre, Clitemnestra, per vendicare suo padre Agamennone.
Complesso:
insieme strutturato di ricordi e
di rappresentazioni di grande
rilevanza affettiva, in parte o
totalmente inconsci, che si è
costituito a partire dalle
relazioni infantili e può
condizionare gli atteggiamenti
e le emozioni del soggetto
Freud credeva che il complesso di Edipo fosse la chiave per comprendere .la storia e
l’evoluzione della religione e della morale, costituisse il meccanismo fondamentale per lo
sviluppo del bambino, fosse la causa della “nevrosi” e la causa dello sviluppo pscicopatologico.
Il bambino o la bambina riusciranno autonomamente a superare questa fase identificandosi
con la figura genitoriale dello stesso sesso e assumendola come fosse un modello, quasi
mitizzandola. Vengono interiorizzati valori e credenze, regole e divieti che provengono
dall’autorità genitoriali.
Libido:
La strutturazione della personalità e in particolare delle
istanze del Super-io e dell'ideale dell'lo saranno
energia che anima le pulsioni
conseguenze determinate dalla risoluzione di questo
sessuali in tutte le sue forme e
complesso che avverrà attraverso una fase chiamata da
trasformazioni.
Freud “risolutiva”. Tra i tre e i sette anni il bambino
rinuncerà a prendere il posto del genitore del suo stesso sesso, respingendo nel proprio
inconscio le sue emozioni e le sue passioni. Il mancato superamento di questa fase, ci dice
Freud, può esser intesa come la censura del desiderio incestuoso originario come la causa
prima di ogni forma di nevrosi.
Freud è il primo teorico che elabora una propria teoria della personalità e dà vita alla
psicologia moderna. Egli individua tre istanze diverse posti in un’unica struttura: L’Es, L’Io e
Il Super-Io.
L’Es
Area in cui sono collocate le pulsioni
primarie guidate dal principio di libido.
La sua azione è rintracciabile nei sogni,
nell'’immaginazione e nei
comportamenti impulsivi e autocentrati.
Conosce solo la realtà
soggettiva interna.
L’Io
Individua l’oggetto o la situazione ed è
in grado di soddisfare le esigenze
dell'’organismo e ne presiede
l’esistenza fisica e psicologica.
È guidato dal principio di realtà.
Conosce la realtà esterna. Ha
funzione di mediatore fra le
parti.
Il Super-Io
Concorre alla formazione di una
coscienza e di una moralità. Si sviluppa
quando il bambino risolve il complesso
edipico. È la voce della coscienza che
obbliga l’io a confrontarsi con l’ideale,
interiorizzando le norme morali e
sociali.
Conosce le norme sociali.
Questo processo segue uno sviluppo parallelo a quello della
crescita del bambino.
Per descrivere la struttura della mente Freud utilizza un approccio topografico. Egli paragona
la psiche ad un territorio diviso in regioni, in parti, legate fra loro e ne sottolinea i rispettivi
luoghi di interesse. A lato è riportato lo schema P-C (Percezione-Coscienza).
Più efficace è la metafora
delineati anche i legami che
regioni. L’inconscio corrisponde
dell'’iceberg. Esso sostiene quella
rappresenta il conscio, ma non è
provocare gravi incidenti.
dell'’iceberg in cui sono
intercorrono fra le varie
alla parte subacquea
superficiale che
visibile e quindi può
Come afferma Zarro nel libro “Conoscere l’infanzia”:
“Rimarrebbe tuttavia incomprensibile, e il suo stesso
sviluppo puramente intellettuale, se non tenessimo
conto delle sue sorgenti di energia, dei suoi bisogni,
dei suoi interessi. Il più semplice dei
condizionalmente non è possibile in una
combinazione di schemi sensorio - motori se il
bambino non fosse capace di investire in questo
oggetto il suo desiderio. Ora, il soddisfacimento dei
desideri e dei bisogni dipende innanzitutto dal suo
ambiente umano. Per molto tempo egli sarà pure in
rapporto con l’ambiente fisico, con il mondo degli
oggetti, attraverso la mediazione delle persone che lo
circondano. La sua affettività avrà fin dall’origine la
forma dei rapporti umani. Vi è qui un’idea comune a
tutti gli psicologi dell’infanzia che si sono trovati a
comprendere e guarire i turbamenti del
comportamento e le malattie della personalità.
Tuttavia si è lungi da un accordo su quali possano essere le tappe successive della
personalità”.
IGIENE L’INFANZIA
Il tecnico dei servizi sociali , è quella figura professionale, che ha il compito di soddisfare i bisogni
primari della persona, favorire il benessere e l'autonomia; viene a contatto, con persone come anziani,
disabili e bambini.
Con il termine "minori" ci si riferisce a tutte quelle persone che si trovano comprese nella fascia d'età
che va da 0 a 18 anni e, che, tradizionalmente viene considerata come età evolutiva.
I bisogni che i minori hanno, sono diversi, a seconda dell'età che stanno attraversando, nel senso che
i bisogni di un bambino di 3 anni non sono gli stessi bisogni, di un bambino di 6 anni o di un
adolescente.
Secondo Bowlby, il bambino presenta una predisposizione innata, a stabilire rapporti sociali; il primo
rapporto sociale significativo è con la figura con cui si stabilisce un legame di attaccamento e,
dall'evolversi del rapporto con essa,
A partire dai 12 mesi, con la conquista della deambulazione, il bambino amplia le sue capacità di
esplorazione del mondo circostante.
Verso i 18 mesi compare la funzione simbolica o
rappresentativa del pensiero, vale a dire la capacità di sostituire la realtà concreta con una sua
rappresentazione mentale.
Dopo i 18 mesi, il bambino comincia a rappresentarsi mentalmente l'esistenza della figura
d'attaccamento, indipendentemente dalla sua presenza, e questo anche in relazione allo sviluppo
delle capacità cognitive. Con lo sviluppo contemporaneo della memoria, il bambino stabilisce dei
legami affettivi anche con persone con cui entra più frequentemente in contatto. In questo periodo,
secondo la teoria di Piaget, lo sviluppo dell'intelligenza è legato all'uso di schemi percettivi e motori. Il
linguaggio è inizialmente ristretto all'olofrase, cioè parola che ha funzione di un'intera frase, in seguito,
a due parole accostate senza legami grammaticali, ma capaci di comunicare un significato completo.
I bisogni prevalenti sono:
- bisogni primari, come mangiare, dormire, l'essere puliti, la creazione di routines e, non nel significato
più propriamente fisiologico, ma perchè attraverso le attività di accudimento sono veicolati scambi
affettivi, si interagisce con il mondo esterno ecc.
- bisogni di affetto e attaccamento
- bisogni di esplorazione e gioco: prime attività di esplorazione riguardano se stessi, la madre, gli
oggetti, lo spazio che, progressivamente, con la maturazione delle capacità motorie, può raggiungere.
Il bambino in età prescolare si rivela come un bambino che tende ad essere sempre più indipendente
ed autonomo. Aumentano le sue capacità motorie, sia di motricità globale, sia di motricità fine, è in
grado di spostarsi con facilità e di farsi comprendere attraverso il linguaggio.
I bisogni prevalenti sono:
- bisogno di gioco e scoperta, cioè scoprire nuovi ambienti; il gioco è l'attività fondamentale dei
bambini, che non ha il significato di "perdere tempo", ma è una delle forze che agiscono promuovendo
contemporaneamente processi cognitivi, affetivi e sociali;
- bisogno di autonomia e iniziativa;
- bisogno di interazione on i coetanei.
È il periodo che va dai 6 agli 11 anni, coincide con la prima scolarizzazione ed è il momento dei
massimi apprendimenti.
Secondo Piaget, il pensiero diviene capace di reversibilità, vale a dire che riesce a prendere in esame
contemporaneamente aspetti diversi della realtà, indipendentemente dalla loro presenza e dalle loro
caratteristiche percettive. Si ampliano e si affinano le strategie cognitive, in particolare quelle relative
alla memoria (cognitivismo). Il linguaggio si adegua sempre più alle regole dell'esposizione corretta, il
lessico si arricchisce di vocaboli e, l'entrata nella scuola, permette al bambino di utilizzare con più
sicurezza gli alfabeti e, il ruolo dell'insegnante, assume notevole importanza, perchè funge da
mediatore. Se il bambino sente di riuscire bene nei compiti che gli vengono assegnati, incrementa il
proprio livello di autostima, se al contrario, riscuote sempre insuccessi, e, al confronto con i compagni,
risulta un perdente, sviluppa un sentimento di inferiorità. Si consolidano le amicizie con i coetanei,
anche se le aggregazioni sono ancora prevalentemente legate all'appartenere allo stesso sesso.
I bisogni prevalenti sono:
- bisogno di avventura, nel senso, fare un qualcosa di nuovo e di emozionamte; per il bambino
l'avventura è rappresentata dalla possibilità di esplorare il mondo contando sulle proprie forze
- bisogno di aggregazione, che da qui in poi è un bisogno fondamentale
- bisogno di stima, affetto, riconoscimento
Secondo la Montessori, la prima donna medico italiana e prima operatrice di strada, è il mondo che si
deve adattare ai bambini e non viceversa, e da qui nascono, le piccole sedie, i tavolini, i lavandini,
ecc. tutto a misura di bambino per favorire al meglio la loro autonomia.
Infanzia e vita quotidiana
(MATEMATICA)
Cambia il contesto di vita familiare di bambini e ragazzi: tra il 1998 e il 2011 la quota di
minori senza fratelli sale dal 23,8% al 25,7%; i minori con 2 o più fratelli diminuiscono dal
23,1% al 21,2%; sostanzialmente stabili al 53,1% coloro che hanno un solo fratello.
Raddoppia il numero di minori che vivono con un solo genitore: dal 6% del 1998 al 12% del
2011. Nello stesso arco di tempo diminuisce dal 40,5% al 28,7% la percentuale di minori con
padre occupato e madre casalinga. Sono dunque ormai di più i minori che hanno ambedue i
genitori occupati (41,5%) rispetto a quelli che hanno la madre casalinga.
Le nuove tecnologie sono il terreno rispetto al quale cambia più velocemente il
comportamento di bambini e ragazzi. Cresce l’uso del cellulare, che quasi raddoppia tra gli
11-17enni (dal 55,6% del 2000 al 92,7% del 2011), e si trasforma in strumento multimediale:
diminuisce dal 20,3% al 3,9% la percentuale di 11-17enni che usano il cellulare solo per
telefonare.
Aumenta notevolmente anche l’utilizzo di internet: per la classe di età 6-17 anni si passa dal
34,3% nel 2001 al 64,3% nel 2011; per gli 11-17enni si passa addirittura dal 47,0% al 82,7%.
Rispetto al 1998 cresce la quota di bambini di 3-10 anni che giocano con i genitori, con i
nonni e con i coetanei. Nei giorni feriali la quota di bambini che giocano con la madre passa
dal 32,4% al 57,8%, con il padre dal 22,5% al 46,2%; nei giorni festivi la quota di chi gioca
con la madre passa dal 40,5% al 64,6%, con il padre dal 39,9% al 60,6%.
I dati su “Infanzia e vita quotidiana” sono stati rilevati nell’ambito dell’indagine multiscopo
“Aspetti della vita quotidiana” attraverso un modulo specifico sull’infanzia sulla base di una
convenzione tra l’Istituto nazionale di statistica e il Ministero del Lavoro e delle Politiche
Sociali. L’indagine è stata condotta su un campione di 20 mila famiglie per un totale di circa
48 mila individui. Le famiglie con minori intervistate sono state 5.066, per un totale di 7.880
bambini e ragazzi di 0-17 anni. La rilevazione è stata condotta nel mese di marzo 2011 ed è
stata realizzata con la tecnica di intervista “faccia a faccia”.
SPAGNOLO CALO NASCITE
Nella città di Parla, nella comunità autonoma di Madrid, 128.256
abitanti, la media di figli per donna è di 1,63, un valore alto per gli
standard spagnoli. Si tratta della quarta città spagnola con oltre 20mila
abitanti nella classifica del numero medio di figli per donna, subito dopo
Melilla (2,34), Ceuta (1,81) e Lorca (1,68). Parte della spiegazione è
dovuta all'alta percentuale di popolazione migrante, un 25% proveniente
dal Marocco. Ma poi c'è un'area, un quartiere ad est di circa 30mila
residenti, dove il tasso di natalità è quello più alto di tutta la città: 19,26
nati ogni mille abitanti. I media lo hanno definito il "baby boom degli
appartamenti economici", disegnati e costruiti negli anni delle speculazioni
urbanistiche della comunità autonoma di Madrid.
Tra gli anni '60 e '70 la piccola città si è popolata infatti di famiglie
povere provenienti dal sud della Spagna che cercavano di avvicinarsi a
Madrid per le opportunità di lavoro e miglioramento di vita. La città di
Parla ha un prezzo al metro quadro che è il secondo più basso tra i 22
municipi con oltre 50mila abitanti di Madrid, secondo un noto portale di
compravendite immobiliari, ma continua ad avere pochi servizi, e gli
abitanti ancora aspettano più scuole e nuovi centri di salute. L'età media
della città, tuttavia, è bassa. Ventenni e trentenni si sono trasferiti qui
negli ultimi anni attratti dalla facilità abitativa e questo ha avuto effetti
sulla natalità. E c'è chi, come all'università Complutense di Madrid, pensa
di avviare una ricerca specifica sugli effetti del prezzo delle case sulla
natalità, fenomeno ancora poco indagato. Anche se non è statisticamente
dimostrabile che un impiego di qualità, una pensione sicura o una bella
casa possono bastare a convincere le donne spagnole a riprodursi con
tassi di natalità sufficienti per arginare lo spopolamento.
Intanto in Spagna continua il calo delle nascite, dopo una diminuzione del 40,7% che si era
già accumulata nel corso dell'ultimo decennio, una tendenza al ribasso interrotta solo nel
2014.
Sempre meno figli
Il numero di nascite registrate nel 2018 è stato 369.302, che corrisponde a una diminuzione
del 6,1% rispetto all'anno precedente, 23.879 nascite in meno, con un numero medio di
bambini per donna sceso di 0,06 punti. Sono i dati pubblicati dall'inchiesta Movimiento
Natural de la Población (MNP) Indicadores Demográficos Básicos (IDB), dati provvisori che
saranno ricalcolati e pubblicati a dicembre 2019 dall'Istituto nazionale di statistica (Ine) e
disponibili nella banca dati INEBase.
Delle 369.302 nascite avvenute in Spagna, 76.184 sono di madre straniera, il 20,6% del totale,
in aumento rispetto al 19,3% del 2017.
Il tasso di natalità lordo si è attestato a 7,9 nascite per ogni mille abitanti, cinque decimi in
meno rispetto a quello registrato nel 2017. Calo dovuto, in parte, alla diminuzione del numero
di figli per donna, ma anche alla riduzione del numero di donne in età fertile.
Infatti, il gruppo di donne dai 25 ai 40 anni, in cui si concentra l'85% delle nascite, è
diminuito del 2,5% nel 2018, dai 4,98 milioni del 2017 a 4,85 milioni. È una tendenza che si
mantiene negli anni ed è dovuta al fatto che questa fascia d'età è formata da generazioni meno
numerose, nate durante la crisi delle nascite degli anni '80 e la prima metà degli anni '90.
L'indicatore di fertilità a breve termine, il numero medio di figli per donna, si è attestato a
1,25 nel 2018 registrando il valore più basso dal 2002.
Per nazionalità, il numero medio di figli per donna è diminuito di sei centesimi tra le madri
spagnole, arrivando a 1,19, e di otto centesimi tra le donne straniere, arrivando a 1,63.
Madri domani
Negli ultimi anni si è osservato anche che la diminuzione del numero di nascite è stata
accompagnata da un ritardo della prima gravidanza.
I dati Ine registrano che l'età media della maternità è salita a 32,2 anni nel 2018, rispetto ai
32,1 dell'anno precedente. Sia le donne spagnole, che quelle straniere, aspettano quindi più
tempo per avere il loro primo figlio (rispettivamente 32,7 anni e 29,9 anni).
Un altro indicatore del ritardo nella maternità si riflette nel numero di nascite da madri di età
pari o superiore a 40 anni, che è cresciuto del 63,1% nell'arco di 10 anni. In termini relativi,
mentre nel 2008 il 4,2% delle nascite era di madri di età pari o superiore a 40 anni, nel 2018 la
percentuale è salita al 9,7%.
La Spagna è così diventata il paese europeo con la più alta percentuale di primipare in tarda
età. Nessun altro dei 27 partner della comunità europea raggiunge la percentuale spagnola. I
dati rilevati da Eurostat per il 2015, riportavano le italiane al primo posto, ma la percentuale
di spagnole che partorisce tardi risulta cresciuta più velocemente che altrove.
Un problema Mediterraneo
Oggi la Spagna si colloca nel gruppo dei paesi europei con il numero più basso di figli per
donna, insieme a Malta, Cipro, Grecia, Italia e Portogallo (tutti con un numero inferiore a 1,4
figli per donna) e sembra proprio che un figlio prima dei 30 anni in Spagna stia per diventare
un'anomalia.
Ci sono ragioni per un allarme? A leggere alcuni titoli di giornale sembra proprio di sì. Il
“rischio per la civiltà di non fare figli” sembra essere diventato una minaccia peggiore di
pestilenze o meteoriti.
La preoccupazione è per le coppie che ritardano la nascita di figli e per le donne che scelgono
di diventare madri in età matura, con il risultato che molte potrebbero finire per non riuscire
ad averne: è quanto sta accadendo in Spagna.
Nel paese sono piuttosto diffuse e sostenute le tecniche per la riproduzione assistita, come
l'inseminazione artificiale o la fecondazione in vitro, che consentono di prolungare l'età in cui
può avvenire un concepimento. Tecniche a cui possono accedere, in regime di sanità pubblica,
non solo donne con uno specifico profilo eterosessuale con un partner e problemi di fertilità,
ma tutte le donne che nel corso della propria vita riproduttiva hanno avuto difficoltà a
diventare madri. Ecco perché, secondo la Società europea di riproduzione umana ed
embriologia (Eshre) la Spagna guida la riproduzione assistita europea – seppure nelle
statistiche sulla fertilità del paese si vede che un 25%-30% delle donne che non sono madri a
40 anni, non lo sono perché non riescono a rimanere incinte.
Guardare oltre
La stima generale è che oltre il 20% dei nati negli anni '70 non avrà figli. Non sarà come in
Giappone, dove si raggiunge quasi il 30%, ma a lungo termine potrebbero esserci delle
conseguenze. Una per tutte, l'invecchiamento della popolazione, già iniziata, che in assenza di
quella rete familiare che sostituisce sempre più frequentemente un sistema di welfare
pubblico, ritenuto non sostenibile per gli attuali modelli economici europei, dovrà trovare una
risposta in altri sistemi di assistenza e cura. Per ora si fatica ancora a pensare al
fenomeno migratorio come una soluzione possibile, almeno in parte, del
problema.
Più che allarmarsi, c'è da farsi le giuste domande. Per capire, ad esempio, se le persone che
desiderano diventare genitori hanno o meno le condizioni materiali per realizzare questo
desiderio. E se le ragioni delle mancate condizioni risiedono nella precarietà lavorativa o
abitativa, o nel ritardo con cui si abbandonano i nuclei familiari di origine.
Auscwitz in analogia con la vita è bella
L’INNOCENZA, LA LEGGEREZZA E LO SGUARDO DI UN BAMBINO RIESCE
ANCHE A SUPERARE MOMENTI CATASTROFICI CHE SPESSO L’ADULTO NON
RIESCE, TALE SITUAZIONE LA POSSIAMO VEDERE ANCHE NEL FILM LA VITA è
BELLA DOVE:
Scoppia la tragedia ... Guido e famiglia in quanto ebrei vengono deportati ai campi di
concentramento. Guido, nel frattempo, ha elaborato rapidamente una strategia finalizzata a
preservare il piccolo Giosuè dagli orrori del lager. Gli racconta che si tratta della realizzazione di
un suo sogno:
Aveva sempre desiderato viaggiare in treno ed ora viene accontentato. Aggiunge poi un ulteriore
elemento di attrazione: il lager, il campo di battaglia in cui si tiene una gara a no farsi vedere (in
questo modo il piccolo Giosuè riesce a rimanere nascosto dalle guardie) e il premio finale un vero
carro armato.
Finale tragico ma realista... muore il padre
ma nel bimbo cresce un carattere di speranza
forte come il carro armato: imparare che la vita è un gioco.
Abbiamo vinto!
mille punti da schiantarsi dal ridere.
Primi, si ritorna a casa col carrarmato"
Giosuè
L'innocenza è la corazza
il carrarmato dell'anima.
Il silenzio è il grido più forte.
Guido fa la marcia verso la morte
strappando al suo Figlio un ultimo sorriso
che sarà il suo coraggio per morire con dignità
Questa è la mia storia,
questo è il sacrificio che mio padre ha fatto,
questo è stato il suo regalo per me.
Se imparassimo che la vita è un gioco,
la prenderemmo molto più sul serio e meno in maniera drastica e critica.
Soltanto anima puro di un bambino sa passare attraverso un lager e la morte con gioia e a vincere persino la
sconfitta (la morte del padre Guido) con la rassegnazione di una liberazione interiore: UN CARRO
ARMATO, simbolo del carattere futuro di Giosuè nei confronti della crudeltà della vita. La disgrazia degli
uomini avviene
quando smettono di giocare credendo di diventare adulti, quindi seri.
Il gioco viene confuso come mancanza di serietà,
donde la confusione tra l'essere davvero seri e tirati.
Il gioco invece si fa sul serio, i bambini giocano tanto sul serio
persino da litigare se qualcuno bara.
Il gioco è la magia della vita.
Guido (Benigni) attraverso il gioco
insegna a Giosuè ad esorcizzare il MALE DELLA GUERRA.
Nel gioco il bambino impara a perdere, a morire, a diventare
povero senza morire di fame e ricco senza avere nulla.
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