Aristotele / Il bene e la felicità
1- Perché è possibile costituire una gerarchia dei beni?
Il fine è il bene realizzabile nella prassi, poiché i fini sono tanti e diversi, si sceglierà il bene più perfetto in
ragione di un altro, tuttavia nell’ipotesi in cui ciò non fosse possibile, si opterà per ciò che è sceglibile per se
stesso che è perfetto in senso assoluto.
2- Qual è il criterio per cui un bene può essere considerato superiore ad un altro? Aristotele indica
tale criterio con l’espressione… (dal libro)
Il bene perfetto è sufficiente in sé.
3- Qual è il rapporto fra il bene e felicità che viene istituito in questa lettura?
La felicità è il bene supremo, la più degna di scelta, ed è il fine delle cose che sono oggetto d’azione.
4- Perché aristotele, per arrivare a definire ciò che è peculiare dell’uomo, si serve dell’analogia con
alcuni mestieri (carpentiere e calzolaio), con le piante e gli animali?
Aristotele propone questi esempi al fine di isolare la funzione propria dell’uomo infatti, di un carpentiere e
di un calzolaio vi sono alcune opere ed azioni proprie, mentre non ce n’è alcuna specifica dell’uomo; anche
il vivere è comune anche alle piante, quindi anche in questo caso non è proprio dell’uomo. Bisogna dunque
escludere la vita che si riduca a nutrizione e crescita. La conclusione è che il bene umano consiste in
un’attività dell’anima secondo virtù, e se queste sono diverse, secondo la più perfetta.
5- In quale rapporti vengono posti “bene”, “felicità” e “virtù” da Aristotele?
La virtù e il bene in vistà della felicità e non il contrario, ovvero la felicità in funzione del bene e della virtù.
http://www.filosofiablog.it/etica/buoni-fini-e-buoni-mezzi/
Per riflettere: esempio personale rispetto alla questione del bene in sé e del bene in funzione di altro.
Durante la correzione di un compito scolastico, riferisco ad un alunno che lo stesso è stato eseguito molto
bene. Questo non è un giudizio etico, in quanto sto constatando che l’esecuzione del compito è stata svolta
correttamente. Supponiamo che invece io esprimessi un giudizio rispetto alla volontà e all’impegno profuso
da parte dell’alunno nell’esecuzione del compito, ad esempio: “Gioele, nonostante la tua dislessia, è evidente
che tu ti sia impegnato immensamente, lavorando molto di più di quanto fosse necessario, e ti sia comportato
bene rispetto a chi, pur non avendo le tue difficoltà, non si impegna minimamente!”
E’ evidente che cambia il significato della parola bene, che nel secondo esempio, è riferito al bene in funzione
di altro, ovvero, la qualità positiva dell’alunno, finalizzata ad ottenere buoni risultati. Nello specifico, la parola
bene in questo caso è utilizzata in senso non morale.
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Nell’ opera Memorie dal sottosuolo, Dostoevskij cerca di confutare la
razionalità che pervade l’agire umano, quale presupposto di libertà di
scegliere il bene piuttosto che il male.
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Il contenuto a cui fa riferimento questo autore, è che la volontà di
decidere non è possibile in quanto l’agire umano sarebbe spinto invece
da pulsioni anche irrazionali.
Riflessione personale:
Seppur con una scarsa cultura filosofica, mi sento di poter affermare, che il mio pensiero è più in risonanza
con la frase di Socrate: “Chi conosce il bene fa il bene”: questa affermazione ha una natura fortemente
pedagogica, infatti, si presuppone che coloro che non fanno il bene, non lo conoscano. Ne consegue che il
bene è conoscenza; essa nasce dalla nostra eredità biologica, dal contesto di nascita e di crescita. Ne deriva
l’importanza di promuovere conoscenza ovunque e con ogni mezzo, e favorire la concezione del bene
derivante da una cultura maggiormente inclusiva nella quale sviluppare sensibilità. In qualità di educatrice,
questa concezione si avvicina maggiormente al mio credo, anche perché indica possibilità di cambiamento
e non staticità di espressione di sé: infatti, nel mondo esistono persone che fanno il bene, magari per caso o
dopo una vita di dissolutezza, proprio perchè si avvicinano in un secondo tempo ad azioni del bene, e che
nella sua continua evoluzione, la persona biologicamente può essere più propensa alla percezione di
emozioni diverse rispetto a quelle precedentemente maturate, condizionando positivamente l’agire del bene.
Descrivere in che cosa consiste il bene e la sua natura. Prova ad esporre tale significato in un breve saggio
(max 15000 battute spazi inclusi) presentando argomenti a sostegno della tesi, tendando di confutare
quelle opposte. Scegli la forma espositiva che ti sembra più adatta per illustrare in modo chiaro ciò che
sostieni, facendo eventualmente ricorso ad esempi della vita quotidiana.