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Lo scambio colombiano - Isabella Tokos 3A

Scrivi una relazione sullo scambio colombiano
Quattrocentoottanta anni dopo lo sbarco di Cristoforo Colombo in America,“Alfred Crosby
pubblicò una piccola opera che illuminava un punto semplice, secondo cui i cambiamenti più
importanti portati dai viaggi di Colombo non erano sociali o politici, ma di natura biologica. Il
libro raccontava la storia di come il 1492 scatenò il movimento di organismi, sia grandi che
piccoli, in entrambe le direzioni attraverso l'Atlantico. Questo scambio colombiano, tra il Vecchio
Mondo e il Nuovo, ha cambiato la storia del nostro pianeta drasticamente e per sempre”.
Fino al 1492, il continente americano non immaginava nemmeno lontanamente l’esistenza di
malattie come la peste bubbonica, la varicella, la colera, l’influenza, e per continuare la lebbra, la
malaria, il morbillo, la scarlattina, il vaiolo, la febbre tifoide e quella gialla, la framboesia; e fino al
1492 nemmeno l’Europa conosceva la sifilide o la peronospora, o la filossera. Ecco, questo è un
elenco, drammaticamente doloroso (infatti, l’arrivo di Colombo e degli europei, insieme agli
indesiderati ospiti-virus decimò le popolazioni indigene, portandole da 60 milioni di abitanti a soli 6
milioni), degli effetti del cosiddetto “scambio colombiano”, quel fenomenale insieme di novità che,
dopo l’avventura di Cristoforo Colombo, il mondo, da una parte e dall’altra, si trovò ad affrontare, e
quell’inimmaginabile sconvolgimento ecologico e delle abitudini alimentari che produsse
vicendevoli contaminazioni che avrebbero modificato per sempre usi e costumi.
Perché, per esempio, senza quell’involontario approdo in un “mondo nuovo” di quel 12 ottobre,
a proposito di prodotti vegetali sulle nostre tavole non ci sarebbero cioccolata, polenta e pop corn,
patatine fritte, noccioline, niente pizza napoletana né spaghetti al ragù. Perché cacao, mais, patata e
pomodoro non esistevano in Europa. Senza dimenticare l’importanza della pianta del cotone e della
venefica pianta del tabacco. D’altro canto, passando al regno animale, gli Americani non avrebbero
conosciuto gatti, asini, mucche, capre, oche, maiali o pecore.
È noto come la “scoperta dell’America” fu concepita nel sedicesimo secolo come la nuova
opportunità di espansione territoriale da parte delle potenze europee, che concentrarono i loro affari
commerciali soprattutto verso occidente, anche se fino al 1502 nessuno aveva capito che si trattasse
di un nuovo continente, fatto di cui si rese conto Amerigo Vespucci (da cui il nome “America”). Ma
già dopo il ritorno di Colombo, altre spedizioni furono organizzate e appena due anni dopo, nel
1494, Spagna e Portogallo firmarono un trattato per dividersi, sulla carta, le nuove terre e in tal
modo anticipando le mosse degli altri Paesi europei.
Infine, non va dimenticato che il citato spopolamento degli indigeni produsse la mancanza di
forza lavoro e innescò il dramma della deportazione delle popolazioni africane “verso appunto le
coste del Brasile, dei Caraibi e, successivamente, delle colonie inglesi nell'America del Nord”.
FONTI:
• Crosby, Alfred W., Jr, The Columbian Exchange: Biological and Cultural Consequences of 1492;30th Anniversary Edition, Greenwood Publishing
Group, 1972, riedizione 2003
• https://it.businessinsider.com/i-colonizzatori-europei-uccisero-cosi-tanti-nativi-americani-che-la-terra-si-raffreddo/
• https://it.wikipedia.org/wiki/Schiavismo
Isabella Tokos, 3A
a.s. 2019-2020