Intervista a Cristoforo Colombo di Orazio Miccoli e Francesco Carriere Cristoforo Colombo nato a Genova, fra il 26 agosto e il 31 ottobre 1451 è stato un esploratore e navigatore italiano, cittadino della Repubblica di Genova prima e suddito del Regno di Castiglia poi. È stato tra i più importanti navigatori italiani che presero parte al processo di esplorazione delle grandi scoperte geografiche a cavallo tra il XV e il XVI secolo. Marinaio sin da giovane, Colombo maturò l'idea dell'esistenza di una terra oltreoceano (secondo lui l'Asia) proprio durante i suoi viaggi da mercante. Convinto della veridicità delle sue credenze, chiese dapprima finanziamenti per salpare verso il Nuovo Mondo a re Giovanni II del Portogallo ma, vistosi negati i fondi necessari, decise di tentare con i re di Castiglia e Aragona i quali, dopo alcune discussioni e soprattutto grazie all'appoggio della regina di Castiglia, Isabella, accettarono di finanziare l'impresa e di concedere privilegi a Colombo in caso di buona riuscita della stessa. Salpato da Palos de la Frontera il 3 agosto 1492, Colombo giunse nell'odierna San Salvador il 12 ottobre dello stesso anno. Buongiorno signor Colombo; siamo onorati di incontrarvi, possiamo farvi alcune domande? “Buongiorno, certo, chiedi pure”. Cominciamo … come avete convinto il re e la regina a farvi dare il loro permesso per compiere l’impresa? “All’inizio devo dire ho incontrato molti ostacoli, per molto tempo sono stato fermo, poi ho proposto al re e alla regina un contratto con delle condizioni precise”. Sappiamo che l’impresa ha avuto inizio dal porto di Palos, con voi chi si è imbarcato? “C’erano persone che non avevano nulla da perdere, non eravamo sicuri di tornare sani e salvi”. Ci parli un po’ di quali sono gli aspetti del vostro carattere? “Sono una persona sincera, forse un po’ testarda. Ho un profonda fede religiosa e credo di essere anche abbastanza convincente”. Bene, ora torniamo al viaggio… con quali imbarcazioni lo avete affrontato? “Sono partito con le tre caravelle, hanno due vele a bordo e sono molto veloci perché sfruttano il vento. Erano la Pinta, la Nina e la Santa Maria”. Voi dove alloggiavate? “Io alloggiavo nella Santa Maria, quella più grande ed ero l’unico ad avere un letto”. Cosa provasti quando sbarcasti sulle nuove terre? Com’era il paesaggio davanti a voi? “Bhe, fu una grande emozione, c’era una sabbia bianchissima e davanti a me una folta vegetazione”. C’era qualche forma di vita? Si, c’era un popolo”. Ce la potete descrivere? “Era un popolo primitivo, ingenuo”. C’era oro sull’isola? “Devo dire che non c’era tantissimo, ma riuscimmo ad avere delle cose di valore dando in cambio specchietti e campanelli”. Come fu il viaggio di ritorno? “Molto burrascoso, c’era una tale tempesta che le vele si lacerarono. Fu davvero una tragedia”. Come proseguì l’avventura? “Due caravelle andarono perse, rimanemmo con la più piccola. Non potevamo tornare tutti in Spagna con una sola imbarcazione, così feci costruire un forzino dove rimase il resto dell’equipaggio. Quando tornaste qui cosa successe? “Fui festeggiato; finalmente capirono tutti che c’erano davvero delle nuove terre”. Credete di aver avuto la giusta ricompensa per la sua grande impresa? “Non mi lamento”. Vi ringraziamo per la disponibilità… è stato davvero un grande onore parlare con voi. “Prego, anche a me ha fatto piacere parlare con voi”.