La Geografia del Rinascimento Geografia Storica Università degli Studi di Milano 48 pag. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) La geografia del Rinascimento Cosmografi, cartografi, viaggiatori. 1420-1620 Di Numa Broc • Introduzione La “missione” della geografia è seguire i meandri del pensiero geografico e, attraverso concetti e ipotesi, verità nascenti ed errori tenaci, ricostruire pazientemente l’imago mundi del contemporanei, cioè la rappresentazione del pianeta, con le sue zone e i suoi climi, i suoi mari e i suoi continenti, i suoi fiumi e le sue montagne, le sue piante e i suoi abitanti. • 1, Tolomeo e Cristoforo Colombo L’opera astrologica di Tolomeo(Almagesto) era conosciuta in Occidente già dal XII secolo, grazie alla versione latina di Gerardo da Cremona. La Geographia, al contrario, tradotta in arabo fina dal IX secolo, rimane sconosciuta in Occidente fino all’inizio del XV secolo. In quest’epoca la conoscenza del greco è limitatissima, per questa bisogna affidarsi a Bisanzio. Un letterato bizantino, Manuele Crislora, si stabilisce a Firenze, e uno dei suoi primi allievi, Jacopo Angelo, intraprende la traduzione del testo greco in latino omaggiando papa Alessandro V, e questa si diffonde rapidamente. L’opera sconvolge le idee geografiche dei contemporanei, ma la Geographia non avrebbe raggiunto la sua efficienza senza l’aiuto della stampa. L’edizione bolognese del 1478 è molto importante, è la prima a contenere delle carte, con paralleli e meridiani tracciati secondo la proiezione di Nicola Germano, le carte sono di grande effetto(nonostante le lacune della traduzione), e proprio su queste Colombo maturerà il suo grande progetto. L’edizione di Strasburgo del 1515 dedicata all’imperatore Massimiliano è la prima ad offrire una traduzione molto curata, ed oltre alle 27 carte di Tolomeo, si aggiungono aktre venti Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) carte moderne, dieci dedicate ai paesi europei, quattro corografiche e cinque riguardanti Africa e Asia. È la prima edizione di Tolomeo ad aprirsi ai grandi viaggi spagnoli e portoghesi. Le edizioni di Basilea(1542,1545, 1551,1552) segnano la fine del periodo eroico della riscoperta di Tolomeo, da qui in poi le sue carte passano progressivamente di moda, Mercatore infatti nel 1578 assegnerà a Tolomeo soltanto un valore storico. Ad ogni modo Tolomeo per la geografia del Rinascimento costituisce il punto di partenza. La Geographia è divisa in otto libri, Tolomeo parte dalla distinzione tra geografia, descrizione dell’insieme del globo terrestre, e corografia, descrizione di una o più delle sue parti. Prosegue poi richiamando l’attenzione sulla difficoltà di raccogliere materiali sicuri per poi insistere sulla divisione della Terra in climi, zone parallele all’equatore all’interno delle quali la durata del giorno più lungo(solstizio) non varia più di un’ora o una mezz’ora, così i 21 paralleli tra Meroe e Thule vengono raggruppati in 8 climi orari. Dall’esame delle sue carte ci si può fare un’idea della sua visione del mondo. La particolarità della carta del mondo si spiega con la somma di due serie di errori: 1. Di ordine geografico, ovvero di tracciato: i meno gravi sono la deformazione verso est della Scozia e la sparizione della Scandinavia, i più gravi una minuscola penisola indiana rispetto a un’enorme Ceylon, e la concezione dell’Oceano Indiano come mare chiuso; 2. Di ordine astronomico, riguardanti le dimensione delle principali masse continentali: vi sono deformazioni sistematiche in latitudine e longitudine, e l’ecumene ha un’estensione eccessiva, Tolomeo infatti sottovaluta le dimensioni totali del globo e la sua circonferenza Nonostante i suoi errori, e forse anche per questi, divenne più uno stimolo che un handicap, contribuì largamente a 1 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) diffondere l’idea che le coste occidentali dell’Europa non fossero molto lontane da quelle dell’Estremo Orientale. In questo periodo anche Strabone venne riscoperto, anche la sua influenza sembra molto limitata(specialmente in Germania), il solo successo editoriale paragonabile a Tolomeo è la Naturalis historia di Plinio il Vecchio, considerata la vera Encyclopèdie del Rinascimento. Il tema del “ritorno all’antichità” è uno dei luoghi comuni della storiografia del Rinascimento, non bisogna però trascurare la persistenza dello spirito medievale. Un anno dopo la prima edizione di Tolomeo venne infatti stampata a Strasburgo(1476) la più celebre enciclopedia del Medioevo: lo Speculum maius di Vincenzo di Beauvais. Il grande numero di scrittori medievali non propone nient’altro che Aristotele, Plinio o Pomponio Mela; le relazioni di viaggio non sempre distinguono fra viaggi reali e immaginari, così il Milione viene spesso considerato come un repertorio di favole e meraviglie, che per l’imprecisione delle se narrazioni non facilita il lavoro di studiosi e cartografi. Molti miti e leggende che derivano dall’antichità,sviluppati nel XIV secolo, rifioriscono in pieno Rinascimento. L’india rimane la terra privilegiata delle meraviglie e dei prodigi, vi sono pigmei, giganti, grifoni (ecc..); il cristianesimo vi aggiunge poi le sue leggende tentando molto seriamente di localizzare il paradiso terrestre, poi Gog e Magog e soprattutto il Prete Gianni, supposto monarca delle “tre Indie”. Nei secoli il suo regno è migrato dalla profondità dell’Asia ai confini dell’Africa nera, infine aggiungiamo il mito di Atlantide, che riacquista importanza con la ricerca delle isole incantate dell’oceano occidentale. Il gusto del meraviglioso, così come la ricerca dell’oro o la sete di conoscenza, rimane uno dei più potenti motori dell’avventura lontana e del progresso scientifico, di fronte al solido blocco delle certezze tradizionali però le nuove Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) nozioni geografiche e la nuova immagine del mondo non saranno accettate senza contrasti. • 2, La diffusione delle grandi scoperte La Lettera a Sanchez di Colombo conosce una diffusione molto rapida in Europa Occidentale, grazie a questo testo la notizia della scoperta arriva dappertutto, tuttavia sembra che nell’Europa del Nord non desti grande interesse. Questa mancata conoscenza da parte dei contemporanei è la causa indiretta della fortuna di Amerigo Vespucci. L’opuscolo Quattro navigazioni indirizzato all’amico Pier Soderini perviene anche al letterato Martin Waldsemuller, che decide di pubblicarla nel 1507 dopo la sua Cosmographia introductio scrivendo la frase che avrà un peso decisivo: “una quarta parte del mondo è stata scoperta da Amerigo Vespucci, non vedo alcuna ragione per non chiamare questa parte Ameriga”. La Cosmographia Introductio costituisce una delle principali fonti dei geografi del primo Rinascimento, quindi nel 1507-8 gli ambienti colti tedeschi conoscevano meglio Vespucci di Colombo. Piero Martire, membro del Consiglio delle Indie, con le sue Decadi(1516) può essere considerato il vero e proprio “scopritore del Nuovo Mondo”, offrendo una cronaca abbastanza esatta degli avvenimenti. Ben presto poi compariranno anche le prime relazioni dedicate a Magellano. Un posto speciale deve essere riservato alle grandi cronache storiche, genere favorito dei portoghesi, queste innumerevoli cronache, storie, descrizioni giornali o semplici itinerari che cantano le gesta dei portoghesi in Africa e nelle Indie orientali sono generalmente rimaste inediti in seguito al segreto imposto dalle autorità, dopo il 1550 però si mostrano meno discreti. Il periodo delle grandi scoperte termina, in campo letterario, con l’opera Novus orbis regionum di Grymaneus(Basilea 1 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) 1532). Contiene i viaggi di Cadamosto, Colombo, Pìnzon, Cabral, Vespucci, Magellano, Marco Polo, Piero Martire e diversi brani sulla Russia e la Prussia, conobbe un successo immediato. Importanti furono anche le masse di manoscritti(lettere, copie, rapporti, memorie) che rimasero seppelliti negli archivi fino al XIX secolo, anche gli uomini d’affari coltivavano il gusto del segreto; anche il ruolo della diffusione orale, che sfugge quasi totalmente alle nostre ricerche, ebbe un ruolo importante. L’Italia nella campo della diffusione sembra aver svolto il ruolo di vero e proprio centro di smistamento, Roma, Venezia, Vicenza, Milano, Firenze. Dopo l’Italia, la Germania, tramite i loro rappresentanti nei porti iberici o la mediazione dell’Italia e dei paesi alpini. Anche la Francia seppe tenere il passo, quanto all’Inghilterra, essa non si risveglierà che dopo il 1550 in maniera eclatante. Politici, diplomatici si interessano al nuovo equilibrio mondiale frutto del trattato di Tordesillas(1494), i religiosi vedono aprirsi nuovi orizzonti all’evangelizzazione, i mercanti all’espansione dei loro affari, e la maggior parte delle relazioni latine, tradotte rapidamente in volgare, dimostra che il pubblico di attende informazioni di ordine pratico. Non stupisce che la diffusione delle scoperte si sia realizzata quasi completamente al di fuori degli ambienti universitari, politici e mercanti, meno colti e meno attaccati al passato, si sono dimostrati molto più disponibili nei confronti della “nuova immagine del mondo”. Ma il Nuovo Mondo è prima di tutto al di là dell’equatore, prima di essere al di là dell’Atlantico. Nel cuore della zona torrida creduta inabitabile dagli antichi e dove i portoghesi rivelarono l’esistenza di rive sconosciute. Le novità geografiche sono assimilate molto lentamente e non fanno che aggiungersi alle nozioni delle enciclopedie medievali, i viaggiatori per abbellire il racconto principale aggiungono Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) spesso qualche notazione curiose riguardo agli abitanti. Le descrizioni dei paesaggi appartengono più al campo della creazione poetica ed estetica che all’obiettività geografica. Colombo diede un’idea molto convenzionale e talvolta irreale dell’ambiente, ma seppe fare una descrizione esatta e dettagliata degli indigeni. Vespucci parla molto degli usi e costumi degli indigeni dell’America del Sud, e non dice niente delle questioni di geografia propriamente detta, erano più etnologi che geografi. Se molti autori insistono sugli aspetti familiari del Nuovo Mondo, altri al contrario mettono in evidenza l’insolito, il meraviglioso, il diverso. I Viaggiatori che presero abbastanza presto coscienza dell’autonomia e dell’isolamento dell’America sono meglio preparati a riconoscervi esseri e cose diverse, si propongono quindi nuove domande: qual è l’origine degli abitanti di queste regioni sconosciute alla Bibbia? • 3, Le grandi collezioni di viaggi Dopo il 1540-50 nella letteratura di viaggio si succedono grandi collezioni più sistematiche e più complete, si può compiere un lavoro di classificazione e riordinamento. Venezia è uno dei centri privilegiati per la raccolta e la diffusione di informazioni geografiche, qui Giovanni Battista Ramusio(1485-1557), segretario del consiglio dei Dieci, inizia ben presto a riunire a tradurre relazioni di qualsiasi origine concernenti i paesi esotici. Nel 1550 esce il primo volume della grande opera Delle navigazioni e viaggi che interessa l’Africa e l’Asia meridionale(Cadamosto, Vasco da Gama, Cabral, Leone Africano..), il secondo volume è dedicato all’Asia centralealla Russia e ai mari polari(Marco Polo..), il terzo volume tratta esclusivamente dell’America(Martire, Vespucci, Verrazzano, Cortès, Jacques Cartier..). 1 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) La sua opera ebbe amplissima diffusione in Europa, tuttavia la sua impresa fu brevemente superata da imprese rivali. Richard Haklut ad esempio, il suo desiderio è di far conoscere i viaggiatori inglesi arrivati piuttosto tardi nella competizione internazionale. Haklut ricevette un’eccellente educazione a Oxford per poi prendere gli ordini ecclesiastici. Cappellano all’ambasciata inglese a Parigi dal 1583 al 1588 si documenta sulle imprese marittime e coloniali dei diversi paesi europei, nel 1589 vedono la luce i tre volumi delle Principal Navigations. Il primo volume riguarda il Levante, l’Oriente, l’Africa Occidentale; il secondo la Russia, l’Asia centrale e il passaggio a Nord-Est; il terzo le Indie occidentali. Le Principal Navigations sono una fonte essenziale della storia della geografia del Rinascimento, Hakluyt voleva approfittare della momentanea eclissi della Spagna per spingere gli inglesi a ritagliarsi un dominio coloniale in America, e l’insediamento dei suoi compatrioti in Virginia nel 1697 segue da vicino la pubblicazione della sua opera. Morto nel 1616, il suo continuatore diretto è Samuel Purchases, lui pubblica nel 1625 Hakluytus Posthumus, che concede più spazio agli stranieri spagnoli e olandesi, rivali diretti degli inglesi. De Bry, cartografo ed editore di Liegi scacciato dalla controriforma e stabilitosi a Francoforte, pubblica nel 1590 il primo volume de i Grandi e piccoli viaggi, i grandi viaggi riguardano le Indie occidentali, i piccoli viaggi le Indie orientali. Per l’America riprese relazioni che altrimenti avrebbero avuto solo una diffusione ristretta, arricchendo l’opera con un gran numero di carte e incisioni con un’iconografia ingenua e brutale(animali bizzarri e mostruosi, cannibali..) che potremmo definire “barocco geografico”. Verso la fine del secolo, la raccolta di viaggio diviene una specialità olandese con Hulsius e Linschoten, più orientati verso l’utilità immediata. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) Linschoten pubblica ad Amsterdam l’opera la Navigatio et Itinerarium in orientalem Indiam che concilia esperienza personale e scienza dell’erudito arricchito da incisioni e sei grandi carte, la seconda parte che contiene istruzioni per navigare verso la Cina e le Molucche fu la più apprezzata dai contemporanei, infatti lo scopo della sua opera era quello di spingere le Province Unite nell’avventura di oltremare ed ebbe il merito di mandare in frantumi il segreto di spagnoli e portoghesi. • 4, La cartografia delle scoperte ✓ Caratteri e funzioni della carta Le carte alle quali oggi gli storici conferiscono più calore per il loro interesse scientifico sono documenti rimasti manoscritti e di cui si conoscono solo esemplari unici, la carta di Cantino(1502), i mappamondi di Diogo Ribeiro (1529) e di Caboto(1544). Il grande pubblico aveva a disposizione solo carte a stampa, spesso mediocri e in ritardo di venti o trent’anni, se queste carte erano pubblicate era perché non contenevano più nulla di segreto. La carta serve innanzi tutto a guidare il marinaio, il portolano è essenzialmente una carta marina limitata alle coste del Mediterraneo e del Mar Nero, lunghe le coste i cartografi indicano i nomi dei porti e dei principali accidenti geografici, l’interno delle terre è abitualmente vuoto o ornato da leggende o illustrazioni. I portolani sono privi di coordinate geografiche, gli orientamenti principali sono forniti da un sistema di rose dei venti, nel XVI secolo assume poi maggior rigore con l’aggiunta dei meridiani e dei paralleli. Dalla metà del XV secolo la carta serve a registrare le scoperte, così da sostenere le pretese territoriali dei sovrani, Tordesillas ne è un esempio. ✓ L’iconografia: 1 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) Bandiere, stemmi (ecc...) testimoniano la funzione politica della carta per affermare pretese territoriali di un sovrano. Sono rare le carte del Rinascimento che non rappresentino navi isolate e vere e proprie flottiglie, a volte disposte a caso, a volte lungo le grandi rotte di navigazione. Notizie e legende, molto spesso l’autore cerca di farsi valere o di giustificarsi e di solito la notizia ha un carattere documentario o descrittivo. Paesaggi e scene di genere, qui la carta del Rinascimento rivela la sua doppia natura di scienza, ma anche di opera d’arte, è a essi che dobbiamo l’immagine del Mondo Nuovo con piante esotiche, animali, indiani, cannibali e altro. Solo con Mercatore e Ortelio, verso la fine del secolo, elementi decorativi e documentari saranno progressivamente espulsi dalle carte, le notizie scritte saranno rilegate sul retro della carta e le altre immagini guadagneranno i margini. ✓ Gli elementi geografici Rombi, coordinate, orientamento. Sui portolani è la rosa dei venti a indicare i punti cardinali e gli orientamenti intermedi, quella a otto punte è la più frequente. All’inizio del XV compaiono le prime carte graduate con paralleli e meridiani che si intersecano ad angolo retto, indicano anche in margine i gradi di latitudine e i climi ripresi da Tolomeo, i portolani adottano le coordinate senza abbandonare per questo i rombi. Il mappamondi di Ribeiro(1529) è il primo a rappresentare insieme meridiani e paralleli. Dopo il 1550 i rombi si disciplinano e formano una rete obliqua che si sovrappone alla rete delle coordinate, le rose dei venti vengono disposte nei principali punti d’intersezione. Nel XVI poi per l’influenza dell’uso della bussola, s’impone l’orientamento con il nord in alto, anche se la sua posizione è spesso incerta. I tracciati. Le carte ufficiali registrano solo le rotte sicure ed evitano i tracciati ipotetici, alla fine del XV secolo i contorni d’insieme dell’Africa sono conosciuti in modo soddisfacente Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) poiché progressivamente le carte tolemaiche adottano il nuovo tracciato(Waldsemuller) in cui l’Africa, a sud dell’equatore, è raffigurata come una vasta penisola interamente circondata dall’oceano, tuttavia per l’interno dell’Africa si segnalano pochi progressi. La correzione delle carte dell’Asia meridionale e orientale è anch’essa a opera dei portoghesi, aiutati da copisti spagnoli o italiani. Prima del 1498 la sola autorità era Marco Polo, con i tre grandi mappamondi Hamy-Cantino-Caverio(1501-1503) la penisola indiana prende forma. Vengono poi perfezionate nel 1568 le penisole(Malesia, Indocina) e i grandi arcipelaghi(Sumatra, Borneo, Molucche, Filippine) dell’Estremo Oriente, i periodo dei tentativi al cieca erano finiti. Per l’America abbiamo per lo più tracciati ipotetici e le carte pongono una serie di questioni, sono semplici arcipelaghi o formano un vasto continente? Fanno parte dell’Asia o ne sono distinte? Si troveranno gli stretti per raggiungere le Indie Orientali? È Waldsemuller a capire che le scoperte effettuate fina a quel momento formavano un insieme continentale autonomo, “inventando” così per contraccolpo l’Oceano Pacifico. In mancanza di documenti sicuri però molti cartrografi lasciano in sospeso il problema, sarà poi con Sebastian Munster nel 1540 che apparirà la denominazione “Mare Pacificum”, ma con un’estensione sempre gravemente sottostimata. Prima del 1550 i cartografi, influenzati dai governi, difficilmente rinunciano all’idea di un facile passaggio verso le Indie orientali alle basse o medie longitudini, Giovanni Verrazzano, fiorentino al servizio della Francia , crede di intravedere il mare che bagna l’estremità dell’India, della Cina e del Catai, questo “Mare di Verrazzano” è in realtà il Pamlico Sound (laguna nella Carolina del Nord). Molti cartografi non si lascano però ingannare dalla chimera del Mare di Verrazzano, con Sebastiano Caboto e il suo mappamondo termina il periodo dei tentativi alla cieca nel 1544. 1 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) • La nomenclatura. La nomenclatura riguardante il Vecchio Mondo nel Rinascimento non ha nulla di eccezionale, si usano toponimi di origine greco-latini, cristiani, medievali con successiva aggiunta di denominazioni portoghesi. Nel Nuovo Mondo invece ciascuno pretende di imporre la propria nomenclatura, ciò genera una grande confusione. Colombo e i suoi successori si ritrovano nell’abbondanza di nomi di origine religiosa, ma sono numerosi anche i nomi che rievocano un sovrano, oppure molto frequentemente lo scopritore utilizza il proprio nome. Più rare sono quelle che richiamano a qualche particolarità geografica(“Brasil”,”Terra del fuoco”), infine molti nomi hanno origine indigena (“Perù”, “Cuba”, “Canada”). Bisogna attendere Mercatore nel 1538 perché qualcuno estenda il nome America all’insieme delle terre(Waldsemuller lo usava solo per la parte meridionale) e distingua America del Nord e del Sud, e nella seconda metà del XVI secolo lo si accetta volenti o nolenti, grazie oltre all’adozione da parte di influenti geografi, anche per la sua brevità e la sua analogia con “Africa”. 5, Il rinnovamento della cosmografia Come avviene il passaggio dalle relazioni di viaggio alla geografia propriamente detta? La luce non è venuta dall’Italia, troppo vicina alle fonti antiche e medievali, il vero rinnovamento si effettua in Germania, con la scuola di Norimberga, che partendo dal sistema geocentrico di Tolomeo sviluppa la trigonometria sferica, qui si costruiscono globi, si disegnano carte o ci si occupa di proiezioni. Alla scuola di Norimberga succede quella di Sant Diè, da cui emerge Waldsemuller. La scuola tedesca si protrae poi con: Pietro Apiano(1495-1522), matematico, astronomo, geografo, tipografo ed editore, pubblica nel 1524 una piccola Cosmographia in esametri latini che riceve un’ottima accoglienza; Gemma Frisio(1508-1555) a cui si devono opere d’astronomia, cosmografia e l’invenzione di parecchi strumenti. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) Cosa molto importante, fu Frisio iniziare alla cartografia Mercatore, da cui apprenderà il disegno, la stampa, la costruzione di carte e globi, la fabbricazione degli strumenti scientifici. Al di fuori dell’influenza tedesca, lo spagnolo Martin Enciso viene considerato il primo grande geografo moderno, pubblica la Suma de geografia nel 1519 a Siviglia. Si tratta di un manuale di navigazione, un trattato di cosmografia, una descrizione delle parti del mondo e soprattutto dell’America. Si ispira alla Bibbia, a Tolomeo a Eratostene, a Plinio, a Strabone e anche ai viaggiatori moderni e alla propria esperienza. Nei paesi iberici si passa senza transizione dalla cosmografia pratica al manuale di navigazione. La somma delle esperienze di un secolo di navigazioni portoghesi la si ritrova nel Tratado da sphera(1537) di Pedro Nunes, cosmografo di Giovanni III. La Francia dimostra nella geografia scientifica un ritardo legato alla sua debole partecipazione alle grandi scoperte. Tutte queste opere si rifanno comunque alle stesse fonti antiche o medievali e si aprono a poco a poco alle scoperte moderne, il sistema del mondo da Aristotele a Copernico non si è affatto spostato. La maggior parte delle cosmografie partono dalle definizioni classiche di Tolomeo: ✓ Cosmografia, descrizione universale del mondo; ✓ Geografia, descrizione dei principali luoghi conosciuti della Terra; ✓ Corografia(o topografia), descrizione di luoghi particolari. Si passa poi allo studio della sfera ordinata in due regioni separate, la regione celeste, perfetta e inalterabile comprende nove cieli secondo gli antichi, i sette cieli che reggono i pianeti, l’ottavo che regge le stelle e i segni dello Zodiaco, il nono cielo che è fonte del movimento generale. I moderni poi aggiungono il decimo cielo(Primo mobile) e l’undicesimo cielo(Empireo), sede del paradiso. 1 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) Dalle alte sfere si passa alla regione elementare, il dominio dei quattro elementi: il fuoco, il più puro; l’aria, formata da due regioni clade e secche e una centrale fredda e umida; l’acqua e infine la terra. La Terra è vista fissa e immobile al centro del mondo. Si possono poi distinguere i grandi cerchi(orizzonte, meridiani, equatore) e i piccoli cerchi(circoli polari, tropici, paralleli); quest’ultimi dividono la Terra in cinque zone: due polari, due temperate, una torrida. La zona torrida è considerata inabitabile e mano a mano che l’ecumene si allarga verso nord e sud i moderni aggiungono nuovi climi portandoli a 23/24(Tolomeo ne distingueva solo 7). Infine sono descritti alcuni termini di geografia generale come isola, penisola, capo, istmo e continente. Dopo aver trattato della sfera le cosmografie si orientano in due direzioni divergenti ma complementari: 1. L’aspetto nautico: descrizione di nove diversi procedimenti per determinare l’altezza del polo, la costruzione e l’uso dell’astrolabio e dell’asta astronomica, calcolo delle distanze tra i luoghi, tavole di conversione. 2. L’aspetto descrittivo: ritenuto poco interessante forse perché considerato meno nobile, e per paura delle nuove scoperte. L’opera che sembra annunciare la grande cosmografia di Munster è la Suma de geografia di Enciso, in cui si fondono abbastanza armoniosamente la matematica di Tolomeo e la tradizione storico-descrittiva di Strabone, è la prima opera a trattare abbastanza a lungo del Nuovo Mondo. Inaugura un sistema naturale di divisione del mondo, prende come guida i bacini fluviali, e non trascura l’entroterra, la Francia, per esempio, è da lui divisa in quattro province corrispondenti a quattro fiumi principali. Tuttavia l’intenro dell’Africa rimane sconosciuto come su gran parte delle carte di quel tempo, e l’Oriente è pieno di reminiscenze bibliche. Nel Nuovo mondo invece fa appello soprattutto alla sua esperienza personale, è particolarmente ben dotato su Cuba e Hispaniola, cuore Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) dell’impero spagnolo. Enciso presenta quindi i due versanti opposti della mentalità rinascimentale: obiettivo e realista quando parla del Nuovo Mondo che ha visto coi propri occhi, misterioso e leggendario quando parla dell’Asia o dell’Africa. I suoi tracciati costieri sono abbastanza fedeli, eccetto per l’America del Nord e l’Asia orientale, la sua visione è quella del marinaio che rasenta le coste e si preoccupa assai poco dell’entroterra, sarà poi Munster, “geografo dell’entroterra”, a saper dare alle descrizioni regionali tutta la loro ampiezza. In questi studi, il cosmo fisico, eredità dell’antichità, si trova quasi intatto, ,mentre l’immagine del mondo si trova profondamente rinnovata. Bisogna aspettare i grandi viaggi marittimi per vedere il “dogma della zona torrida” seriamente battuto. Il problema della zona torrida è un buon esempio dell‘interferenze che non cessano di prodursi fra i teorici, che vedono nella Terra un corpo celeste perfetto, e i viaggiatori che ne conoscono l’infinità diversità • 6, Sebastian Munster e l’apogeo del genere descrittivo Definito lo “Strabone di Germania”, Munster nasce in Assia nel 1489. È prima di tutto un teologo e un uomo di chiesa, un frate francescano che si converte alla riforma. Nel 1528 è chiamato a Basilea dove insegnerà fino teologia ed ebraico fino alla sua morte nel 1552. La Cosmographia viene pubblicata in tedesco a Basilea nel 1544, e con la trduzione in latino del 1550 godrà di una ampia diffusione. Si distingue soprattutto per il contenuto, è essenzialmente una descrizione dell’insieme dei continenti in sei libri. Il primo corrisponde alla geografia generale: creazione del mondo, forma della terra, circoli e zone, qui respinge l’opinione che il ghiaccio sia identico al cristallo di roccia. L’Europa occupa i due terzi dell’opera, per la sua descrizione assunse i fiumi a guida, come fece Enciso. Per l’Estremo Nord abbandona la leggenda dei pigmei iperborei e da una descrizione dei lapponi molto pittoresca, la Russia è descritta 1 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) come piena di boschi e per lo più paludosa, con molti fiumi famosi. La Germania viene trattata con maggiori dettagli, e la questione dei confini lo preoccupa maggiormente. Egli sostiene che sia la lingua, molto più delle frontiere naturali, a permettere di individuare le nazioni. Le regioni extraeuropee lo ispirano meno, le descrizioni sono infatti molto convenzionali, specialmente per il Nuovo Mondo, per il quali si accontenta di riassumere i viaggi di Colombo, Vespucci, Magellano e dei portoghesi in Asia orientale; conclude insistendo sul carattere provvisorio della sua opera. Le descrizioni regionali possono inoltre sembrare stereotipate, e il lettore moderno è colpito dall’apparente disordine dell’opera, ma i lettori rinascimentali ne erano invece ben contenti, Munster si propone di fornire ai suoi contemporanei una somma di conoscenze disparate, riprendendo e ampliando gli “specchi del mondo” del Medioevo. L’influenza degli antichi è evidente: Tolomeo, Strabone, Plinio, Solino, Pomponio Mela, anche enciclopedie medievali e i viaggi, ma fa appello anche ai suoi contemporanei, anche se la documentazione non è molto aggiornata. I popoli sono studiati secondo i vecchi principi della “psicologia degli umori e delle disposizioni” d’origine astrologia, ogni popolo è caratterizzato da un ristretto numero di aggettivi riguardo l’aspetto fisico e morale. È per l’Europa centrale che Munster dispone della documentazione più completa(tanto che Bodin rimprovera all’opera di essere una “Germanografia”), grazie anche al lancio in Germania di una vasta indagine presso principi, città, uomini dotti, per raccogliere materiali a lui indispensabili. Questa “mobilitazione geografica” provocherà una fioritura di varie pubblicazioni che collocheranno la Germania alla testa del movimento cartografico europeo. Riprende anche una ventina di carte già pubblicate nel Tolomeo del 1540 alle quali aggiunge numerose cartine, non sono da meno poi le vedute di città in prospettiva cavaliera. Importanti Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) sono anche le incisioni che rappresentano paesaggi curiosi, costumi regionali, animali bizzarri[…]. L’opera è uno dei più grandi successi editoriali del XVI secolo, e di edizione in edizione si arricchisce con nuove trattazioni e aggiornamenti. La Cosmographia è considerata come una vera e propria “bibbia laica”, sia fra i cattolici, sia fra i protestanti. Munster riassume in se la scuola tedesca del XVI secolo facendo la sintesi della corrente matematica e della corrente descrittiva, stabilendo le leggi di un genere, fissando il modello delle grandi descrizioni ragionate del globo. • 7, I successori di Munster Nella seconda parte del XVI secolo il de revolutionibus orbium coelestium di Copernico sembra dare nuovo slancio alle cosmografie matematiche, l’eliocentrismo avanza, anche se non sembra turbare quegli autori che rimangono fedeli a Tolomeo. Fino al XVII secolo i trattati di geografia presenteranno, dopo Tolomeo, i sistemi di Copernico, Brahe e Galileo come semplici ipotesi che si è liberi di accettare o respingere. La geografia matematica è un genere che tocca solo un pubblico ristretto di studiosi e scolari, mentre non è così per la geografia descrittiva il cui contenuto si arricchisce senza sosta, e qui l’influenza di Munster è decisiva. Ad esempio, Belleforest, che riesce a diventare ben presto geografo del re inondando Parigi con le sue compilazioni, si presenta proprio come continuatore di Munster. Egli trascura la geografia matematica, considerata troppo oscura, e nella sua opera La Cosmographie universelle de tout le monde comincia nondimeno con la creazione del mondo e una rapida trattazione dei quattro elementi, dei circoli e climi della Terra. I capitoli sul Nuovo Mondo sono originali, ed è 1 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) evidente che abbia avuto accesso alle relazioni dei viaggiatori francesi. Molto più originale è la Cosmographie universelle di Andrè Thievet, contemporaneo e rivale di Belleforest. Venne nominato cosmografo e storiografo di re Entico II, trovandosi in una posizione favorevole per compilare la sua grande opera, pubblicata nel 1575 e comprendente Africa, Asia, Europa e Nuovo Mondo(Thevet con i capitoli americani apre la strada al mito del “buon selvaggio”). L’ambizione di Thevet è enciclopedica, così storia e geografia si mescolano strettamente con leggende, favole, genealogie e avventure guerresche. Thevet cita onestamente le sue fonti, a differenza di molti suoi contemporanei, ed è così in grado di criticarle. In polemica con Bellefront, sembra rimproverargli, oltre al plagio, di non avere mai lasciato il suo paese, nasce così una discussione sul tema: è indispensabile che il geografo sia anche un viaggiatore? Secondo Bellefront il viaggiatore non potrà che conoscere solo una piccola parte del globo, mentre il geografo da tavolino perderà molto meno tempo circondandosi dei migliori autori antichi e moderni. Per Thevet la cosmografia deve essere trattata da gente che ha viaggiato, perché la testimonianza personale può rendere molto più sicuri riguardo a ciò che si è scoperto. Ad ogni modo, l’opera di Thevet presenta molti difetti: la sua cultura geografica e storica è molto esile, anche se molte trattazioni hanno il sapore della cosa vissuta. I lavori di Munster hanno anche ispirato lavori che mirano a informare il politico o il diplomatico, annunciando così la geografia politica, la demografia e la statistica. N Italia questa scuola è rappresentata da Machiavelli, in Francia da Jean Bodin. Quest’ultimo con i Six livres de la Republique crea un’opera apologia della monarchia assoluta, in cui la geografia occupa uno spazio limitato. Qui Bodin ammette che la diversità dei luoghi può causare un certo relativismo dei costumi e delle istituzioni, poi si occupa del “clima”(cioè Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) l’ambiente naturale), affermando che esso agisce sui costumi e contrappone i “popoli del meridione”, deboli , e i “popoli del settentrione”, arditi e crudeli, e i popoli della zona temperata, i più adatti alla civiltà; questa teoria, lungi dall’avere un carattere scientifico, rimane pervasa di significati magici e astrologici. Parallelamente alla geografia politica, prosegue anche una corrente umanista, la geografia Storica. Essa ritiene che la geografia abbia l’unico scopo di facilitare la lettura degli storici e dei poeti. Il maestro di questa disciplina è il tedesco Philip Cluvier, la sua opera principale è l’Introductionis(1628), adottata come manuale nei collegi gesuiti, come nelle università inglesi, è considerata il testo classico della geografia comparata. Come Munster si interessa molto più dell’Asia che del Nuovo Mondo, ma è soprattutto in Europa dove si trova più a suo agio. Le sue regioni sono puramente storiche e politiche ed egli si occupa molto degli uomini e delle città che della natura. Un ultimo ramo è quello della geografia generale, che può richiamarsi ad Aristotele e Plinio. Sembra quindi di assistere a un’esplosione della disciplina, ma il gusto della sintesi, resta però sempre forte, come testimonia l’opera di Pierre Davity(uomo di guerra, cortigiano, professore, poeta[…]). Nella sua opera, Les Etates et empires du monde? In cui le sue intenzioni enciclopediche sono evidenti, cerca di fare un corpo unico di tutto ciò che può servire alla conoscenza della politica, il suo progetto è “metodico”: meno digressioni storiche e meno “meraviglie” che in Munster, il quale resta comunque la fonte principale, insieme anche alle grandi raccolte di viaggi, resta confermata anche l’ottica eurocentrica. In conclusione, la rivoluzione meccanica inaugurata da Copernico e Galileo, definisce nuove forme del sapere, rompendo progressivamente con l’enciclopedismo rinascimentale, si succedono opere più ordinate, più 1 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) sistematiche. Non bisogna dimenticare anche il peso dei fattori politici, il rafforzamento degli Stati nazionali e del centralismo monarchico, che permettono lo sviluppo di una geografia pratica più rigorosa, a base di economia, demografia e statistica. • 8, Corografia e topografia: una geografia regionale? Come scrive Davity, all’inizio del XVII secolo i temini cosmografia, geografia e corografia coprono ora realtà ben distinte. La geografia umanista nata in Italia nella prima metà del XV secolo, si sviluppa ben presto anche in Germania. Dopo il 1520 il Rinascimento tedesco assume una forte coloritura patriottica, specialmente nei confronti dei francesi e degli italiani, particolarmente detestati. I tedeschi si lanciano in grandi cronache storico-geografiche dedicate alle loro province e grandi signori o borghesi-mercanti si interessano all’apertura dei nuovi mondi. Il testo più importante di questa fioritura è Descrizione della Slesia e di Bratislava di Barthel Stein, in cui per la descrizione di Bratislavia denota una conoscenza più precisa e diretta della città, comuqnue la maggior parte di tutti questi lavori passò nei capitoli dedicati alla Germania di Munster. La Svizzera tedesca sembra essere stata il terreno d’elezione per le grandi cronache storico-geografiche, Tshudi con la sua Descriptio(1538) è considerato il padre della storia svizzera, superiore alle topografie precedenti in quanto frutto di osservazioni più dirette, infatti egli percorre la maggior parte della Svizzera e le sue descrizioni delle montagne così sono spesso esatte. Il miglior rappresentante della scuola elvetica, comunque, è l’umanista, pastore e professore di Zurigo, Joasis Simler. Nella Vallesiae descriptio libri duo(1574) denota una conoscenza notevole dell’alta montagna alpina, egli si interessa attraverso le Alpi ai paesaggi, e fa opera di geografia storica cercando di identificare i luoghi, le tappe, i valichi citati dagli storici e dai geografi dell’antichità. In lui Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) la “geografia moderna” non è totalmente assente, e le considerazioni sui torrenti, i laghi, la vegetazione e la fauna non mancano d’interesse, anche i passi sulle nevi eterne sono ben riusciti. Per la prima volta Simler descrive i pericoli di questo ambiente ostile, come pure le tecniche utilizzate dai montanari svizzeri, e mostra che le Alpi sono frequentatissime anche per le loro zone termali. Purtroppo però, Simler trascura molte fonti non “dotte”, che gli avrebbero consentito di correggere molti errori, comunque grazie alla scuola svizzera le Alpi centrali sono molto meglio conosciute. In Francia, che come per le cosmografie segue con una battuta di ritardo, è celebre la Guide des chemins de France (1552) di Charles Estienne, della famosa dinastia di stampatori-umanisti, Charles è medico, storico, agronomo, filolo e grande viaggiatore. L’essenziale di questa guida è costituito da una serie di itinerari che forniscono la lista delle città, borghi[…], ma anche distanze, osterie locande, stazioni di posta, vescovati[…]. Somigliante quindi a un’enciclopedia del viaggio, sembra aver utilizzato come fonti gli itinerari dei pellegrini, la Guide venne ampiamente saccheggiata da i suoi successori. Circa quindici anni dopo Nicolas de Nicolai viene incaricato da Caterina de’ Medici di “visitare e descrivere in generale e particolare tutto il regno”, si tratta della prima inchiesta ufficiale, geografica e statistica insieme, organizzata in Francia. Egli procede in modo metodico ma uniforme: ubicazione, confini, natura, fertilità di ogni provincia, corso dei fiumi, foreste[…] e per ogni città degna di nota sono segnalate alcune particolarità geografiche o ricordati alcuni avvenimenti storici. Le sue informazioni sono sincere, quando non può vedere di persona si fa inviare relazioni dalle autorità civili o ecclesiastiche della zona interessata, così la geografia si mette al servizio della politica, e le Descriptions, sono a esclusiva disposizione del governo. 1 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) Di spirito diverso sono le Antiquitès di Duchese, geografo e storiografo di Luigi XIII. Si tratta di uno dei primi monumenti eretti in onore delle antichità nazionali e provinciali francesi. La Descrizione dei Paesi Bassi di Ludovico Guicciardini, pubblicata ad Anversa nei Paesi Bassi rasenta la tendenza pratica e statistica, con l’utilizzo di un disegno logico e metodico compie uno studio esaustivo delle diciassette province. Dapprima comunica il nome, poi precisa i confini e la superficie, l’aria,, il terreno, le risorse del suolo e infine fiumi e mari. Guicciardini non nasconde la sua ammirazione per la civiltà urbana e mercantile e ciò che rende interessante e moderna ai nostri occhi la sua opera, è il suo interesse verso i problemi economici e la sua preoccupazione per la quantificazione. Enumera costantemente case e abitanti, prezzi, calcola il valore della produzione o degli scambi, questa ricerca della precisione matematica è abbastanza nuova e segna una svolta nell’evoluzione delle mentalità occidentali rappresentando forse il capolavoro della letteratura descrittiva e statistica rinascimentale. In Inghilterra, William Camden prende minuziosamente in esame il proprio paese con la sua Britannia, pubblicata in latino nel 1587 e appartenente al genere storico archeologico. Dedica la sua attenzione agli uomini, in particolare agli antichi abitanti delle isole britanniche, mentre la descrizione delle contee è ridotta a qualche frase stereotipata sui fiumi e il tracciato delle coste. Tutto quello che costituisce per noi il cuore della geografia, sembrava allora troppo ordinario per essere oggetto di studio, e la Britannia conobbe infatti un immediato successo. Successivamente ‘interesse degli inglesi si estende anche agli altri stati europei come testimonia ad esempio la Survey of Tuscany di Robert Dallington(1605), l’interesse di quest’opera è soprattutto metodologico, poiché le osservazioni sono raggruppate in due grandi voci, il paese e il governo. In generale il pubblico si interessa soprattutto Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) alla Francia e ai Paesi Bassi, poi all’Italia, mentre Germania, Svizzera, e Polonia sono ancora poco rappresentate. In Polonia Cracovia diventa il centro attivo di un Rinascimento letterario e scientifico di cui Copernico ne è il simbolo, tuttavia il paese resta poco conosciuto, ma in Francia l’elezione di Enrico di Valois al trono di Polonia (1573) attira l’attenzione sul lontano regno. Questo non accade però per la Moscovia, misteriosa quale le Indie o il Catai, sarà per mezzo di un polacco, Matteo da Miechòv, che le prime notizie dettagliate sulla Russia giungono in Europa occidentale. Questo lavoro prosegue poi con Herberstein, un diplomatico degli Asburgo che viaggia ben due volte a Moscovia(1516 e 1524), i Rerum Moscoviticarum commentarii del 1549 sono il lavoro più completo, documentato ed esatto sulla Russia all’alba dei tempi moderni. Una delle sue preoccupazioni principali è di sbrogliare la complicata matassa dei corsi d’acqua. Ciò che Herberstein ha fatto per la Russia, Olao Magno, arcivescovo di Uppsala(Svezia), lo realizza per la Scandinavia. Nella sua Historia del 1555 descrive i paesi, i popoli e i loro costumi, attività, abbigliamento […] cercando di riabilitarli dopo le leggende greche e latine sui pigmei e altri selvaggi iperborei. Le sue incisioni realistiche o ingenue, ispireranno i mostri marini di Munster. In totale, la maggior parte dei viaggiatori da prova di curiosità universale, la distinzione si trova nello stile e nel tono dell’opera che ne deriva. Gli inglesi sono alla testa di questo turismo di svago, lanciando verso luoghi molto lontani; più seri e meno originali sono i tedeschi, gli olandesi e gli svizzeri, per loro il viaggio ha un carattere pedagogico, la Francia e l’Italia sono i paesi che li attirano di più. • 9, Lo sviluppo della cartografia regionale 1 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) Il Rinascimento, non ha inventato la cartografia, ha realizzato la sintesi tra i diversi tipi di documenti preesistenti: ✓ Le carte catastali feudali; ✓ Le carte –itinerarie; ✓ Le carte particolari di Tolomeo. Per tutto il XV secolo, l’essenziale del lavoro cartografico si presenta come una critica o una continuazione dell’opera di Tolomeo. Sembra che sia stata la mediocrità delle carte tolemaiche della Germania a spingere i tedeschi a correggere gli errori più vistosi di Tolomeo, così dal 1520 si riuscì a conoscere la latitudine delle città tedesche, e ciò permise a geografi della generazione seguente, come Munster, di poter contare su basi abbastanza solide. Solo l’Italia può rivaleggiare con la Germania, nell’ambito della cartografia regionale, alla fine del XV secolo e all’inizio del XVI; gli spagnoli e i portoghesi, presi dalle scoperte d’oltremare e dai portolani, si disinteressano quasi completamente del loro paese. In Francia Emerge la figura di Oronce Fine, professore di scienze matematiche e autore di diversi mappamondi celebri. la sua Carta Gallicana del 1525 è la prima carta di Francia in grande scala(1:200.000) e di grandi dimensioni, ma la sua vera e propria superiorità sta nell’abbondanza e relativa esattezza della toponomastica(con i nomi latini accanto ai nomi francesi, nell’indicazione accurata delle longitudini e delle latitudini e nella rappresentazione dei climi, utilizza anche un ingegnoso sistema di segni convenzionali per rappresentare i luoghi abitati secondo la loro importanza. Gli anni 1540-50 sono segnati dall’opera multiforme di Munster, e le sue carte regionali meritano un’attenzione particolare: per la Francia utilizza Oronce Fine, per la Scandinavia Zigler, per la Svizzera Tschudi e così via, ma per l’Alsazia, la Svevia, la Foresta Nera, Munster ricorre alle sue osservazioni personali e ai rilievi compiuti. Il confronto fra queste carte permette di valutare il diseguale sviluppo della Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) conoscenza europea, ad esempio la carta della Russia del 1544 presenta una rete idrografica senza forma e pone il Mar Nero alla latitudine del Baltico, di tutt’altro valore è invece la carta della Boemia. Munster censisce anche i principali luoghi abitati e distingue con segni appropriati le città imperiali, le città non fortificate, e oppone città cattoliche, protestanti e ussite, fornendo la prima carta “religiosa” della storia. Con i suoi appelli ai geografi tedeschi e al patriottismo locale stimola imitatori e continuatori. I geografi tedeschi ebbero in Europa due soli rivali, gli italiani e i fiamminghi, per gli italiani fu importante il contributo di Giacomo Castaldi, che avviò una cartografia dettagliata dell’Italia, molto elegante e con l’abbondanza di nomenclatura e una mirabile esattezza del tracciato. Per i fiamminghi, c’è Mercatore. Le sue carte “particolari” sono diverse da quelle di Gastaldi, perché rappresentano solo un banco di prova che prelude a imprese più ambiziose: grandi mappamondi e atlanti. La Fiandra, del 1540, mostra il progresso compiuti in pochi anni, presenta tracciati esatti e una eccezionale toponomastica, è stata per questo ampiamente copiata e imitata in Europa e soprattutto in Italia. In Francia la cartografia regionale si sviluppa in modo molto irregolare a partire dalla Gallia di Fine(1525), primo abbozzo maldestro, fino alla Charte de France di La Guillotière (1595-1613) bilancio di un secolo di lavori geografici(fino a La Guillotière molte carte particolari sarebbero oggi sconosciute senza il Theatrum di Ortelio del 1570, creato sotto l’impulso delle autorità geografiche). La Carta di Francia venne pubblicata in nove fogli in scala 1:1.000.000 circa, e copre buona parte della Francia, dell’Italia, della Svizzera e dei Paesi Bassi. È la più esatta e dettagliata rappresentazione della Francia alla fine del Rinascimento, la nomenclatura è molto ricca. 1 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) L’Inghilterra giunge molto tardi alla cartografia di dettaglio, la prima carta delle isole britanniche risale al 1546, ad opera di George Lily. Poi tra il 1574 e il 1579 Cristopher Saxton pubblica le 36 carte delle contee d’Inghilterra e del Galles, importante per la qualità del disegno. Con numerosi ingegneri tutto il paese a piedi, moltiplicando distanze e le angolazioni con la bussola. Le sue carte sono notevoli per la precisione, la chiarezza e l’eleganza. Nel 1611 il suo rivale John Speed, pubblicherà il primo atlante britannico. L’Europa orientale beneficia con molto ritardo dei progressi della cartografia, le carte più elaborate risalgono a Anthony Jerkinson(1562 e 1570 nell’atlante di Ortelio) e presentano un curioso contrasto: il principato di Moscovia, unificato e pacificato, assomiglia a un qualsiasi stato europeo, le regioni a est del Volga invece evocano in quanto a fantasia e imprecisione le carte del Nuovo Mondo. Questa abbondanza di produzione cartografica non deve illudere, i cartografi veramente innovatori come Mercatore, Gastaldi o Saxton, sono veramente pochi; ad ogni modo, in questo periodo diversi modi di costruzione geografica si confrontano o si completano. Per il rilievo del terreno il geografo si porta in un luogo ben elevato che gli permetta di vedere l’insieme del territorio, che poi materializza mediante l’intersezione di due assi esattamente orientati secondo i punti cardinali, poi a partire da questo punto centrale, traguarda le principali posizioni caratteristiche della regione. Infine, segna queste posizioni sul foglio e le unisce con linee rette al punto centrale, ottenendo così una sorta di reticolo radiale a partire dal quale riporta per approssimazioni successive gli oggetti che vuole rappresentare. Questa tecnica conviene però solo per il rilievo di una regione di piccole dimensioni, per aree più vaste si comincia a riportare i punti(città) la cui posizione è stata determinata astronomicamente, poi li si collega con linee rette. Durante il XVI secolo furono messi a punto diversi Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) strumenti che combinavano un cerchio graduato, una bussola (Munster durante la sua giovinezza pubblica un opuscolo sul rilievo delle carte mediante l’uso di questo strumento) e diversi regoli mobili per le mire e il calcolo degli angoli. Purtroppo però gli strumenti goedetici(per la misura e la rappresentazione della Terra) erano spesso pesanti e costosi, rimanevano quindi espedienti e mezzi di fortuna. I più coscienziosi utilizzavano le tavole delle coordinate(tedesche), che correggevano quelle tolemaiche, partendo da punti ben determinati per riportare sulla carta le distanze enumerate degli itinerari tramite il compasso e il regolo, questo metodo era fonte di molti errori: non dava le distanze in linea retta; ma la più grande difficoltà derivava dalla diversità delle misure di lunghezza. Resta infine la compilazione, il geografo riunisce i documenti geografici precedentemente pubblicati e carca di coordinare e armonizzare le informazioni che contengono, ma questo metodo non può che determinare un accostamento di pezzi più o meno ricuciti. Così l’Europa di Mercatore(1554) è costruita partendo dalle carte particolari di Munster, Tschudi, Gastaldi, fine ecc. I più considerati geografi da tavolino(Mercatore, Gastaldi ecc.) non sempre scelgono di utilizzare certe fonti non cartografiche, e il più delle volte preferiscono utilizzare la loro immaginazione, cosicché, molto spesso, il compilatore peggiora il lavoro dei suoi predecessori per mancanza di aspetto critico, ne copia gli errori e li amplifica, per non parlare poi dell’incisore che può deformare i tracciati e storpiare i nomi propri. Anche altri elementi sono spesso trascurati, come le strade e i sentieri, e sono abbastanza sommarie anche le indicazioni di frontiera: una linea punteggiata appena accennata. I segni convenzionali non sono d’una grande ricchezza e conservano un carattere molto figurativo. La foresta invece è oggetto di molte di cure da parte del cartografo, essa gioca un ruolo capitale nella vita economica 1 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) e costruisce un ostacolo alle circolazioni degli eserciti p dei mercanti. Paradiso del cacciatore, rifugio del brigante, deve essere segnalata con esattezza all’eventuale viaggiatore. Ultimo elemento trascurato(grazie al carattere “umanista” delle carte) è la rappresentazione dei luoghi abitati, i migliori cartografi indicano attraverso la dimensione o la forma del disegno l’importanza e la funzione della città. Infine si presenta il problema dell’orientamento della carta, nelle carte destinate ai militari e ai pellegrini si prende l’abitudine di mettere il paese di destinazione in alto. Uno dei compiti principali di Mercatore e Ortelio nel loro atlante sarà quello di raddrizzare le carte regionali e di dar loro un orientamento uniforme. In conclusione, nel Rinascimento, l’arte del topografo non è del tutto distinta da quella del disegnatore di paesaggi. • 10, Grandi viaggi e sguardi sul vecchio mondo Come si disegna la nuova immagine del mondo? A partire dalle crociate, la tradizione del pellegrinaggio in Terrasanta nel XV secolo è lungi dal diminuire, generalmente partivano dal porto di Venezia, giunti in Terrasanta i pellegrini non si preoccupavano del paese e dei suoi abitanti, la loro ambizione era di visitare il più gran numero possibile di chiese e monasteri, ma in alcuni di loro si presenta qualche interesse umanistico. In oriente anche il commercio e la politica sono moventi ugualmente potenti, ma di ben altra importanza per la geografia, perché essi sono più istruiti dei pellegrini, e quindi migliori osservatori. Gli italiani in questo appaiono come i pionieri, ad esempio Nicolò de Conti che alla ricerca di nuovi mercati per Venezia a Damasco, nel Golfo Persico e poi in Malesia diede prova di una straordinaria capacità d’adattamento, o Ludovico Vathema, che ha aperto le porte di Calicut ai portoghesi. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) Più colti e più curiosi questi ambasciatori sono impareggiabili osservatori che si interessano di tutto, intrighi politici, possibilità commerciali, vie d’accesso e altro. Le relazioni degli italiani sono importanti anche per la conoscenza della Russia(in attesa di Herberstein) e della Persia, anche se a volte le reminiscenze classiche provocano confusione nell’identificazione delle città. Comunque questi viaggiatori riempiono lo spazio vuoto che rimaneva tra i tardi successori di marco Polo e i primi viaggiatori iberici. All’inizio del XVI secolo l’arrivo degli ottomani in Palestina rende il pellegrinaggio più difficile, e la riforma protestante sottrae Gerusalemme a buona parte dei popoli europei del nord. Nonostante ciò, l’impero turco continua ad affascinare gli europei nella misura in cui costituisce una minaccia per essi. Il francese Pierre Belon inaugura brillantemente il genere del viaggio scientifico, intraprendendo nel 1546 un grande viaggio nel Levante, buon osservatore della natura non trascura gli uomini. L’opera di Belon, in cui si alternano in piacevole disordine descrizioni erudite d’animali e scene di vita popolare, rappresenta quel tipo di libro che istruisce e diverte di cui gli uomini del Rinascimento erano ghiotti. In Africa i portoghesi si approfittano della relativa debolezza degli stati indigeni e avviano una penetrazione verso l’interno per motivi religiosi ed economici. Per loro l’Africa si limita a tre settori: Congo, Etiopia e Monomotapa, la parte sud-est del continente. Il Congo costituisce il loro punto di partenza, dopo il 1550 si dirigono in Angola, le loro imprese sono conosciute grazie alla Relatione del reame di Congo(1591) di Duarte Lopes. La penetrazione in Congo ed Etiopia è voluta dallo stesso Giovanni III. Gli empori di Sofala, Quelimane, Mozambico, Mombasa, Malindi, hanno un’importanza vitale per i portoghesi, da una parte costellano la via marittima delle India, dall’altra quelli più a sud permettono l’accesso alle miniere del Monomotapa. 1 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) Si stabilisce un commercio d’ambra, d’oro, di gomma, d’avorio con gli empori costieri, sognando una colonia che possa fare da concorrenza al Perù spagnolo, ma purtroppo questo Eldorado africano si rivela molto meno ricco del previsto, tuttavia la ricerca dell’oro e le missioni religiose non si fermano del tutto. L’opera più completa sull’Africa del Sud-Est è senz’altro l’Ethioia oriental di Joao Dos Santos(1607), da un’ottima idea del paese dal punto di vista di topografia, popolazione, costumi, flora e fauna. La maggior parte dei cosmografi ha la tendenza ad esagerare con descrizioni esagerate, in particolare sulle miniere d’oro e sullo splendore della corte del Monomotapa, tanto che nella letteratura del classicismo francese diventerà simbolo di regno lontano e fuori dal tempo. Per la conoscenza dell’Africa settentrionale, l’Europa del <rinascimento è debitrice di Leone Africano, musulmano nato a Granada che viene incaricato di missioni diplomatiche dai sovrani marocchini e percorre cos’ buona parte dell’Africa musulmana fino all’Egitto e la valle del Niger. Affascinato dalla sua intelligenza, Papa Leone X gli da il proprio nome di battesimo, e su richiesta delle autorità romane l’Africa vede la luce nel 1550. Consta di quattro grandi parti: 1. La Barberia, la parte più nobile d’Africa dove si trovano le città dei bianchi, invisa in quattro regni: Marocco, Fez, Tlemcen e Tunisi; 2. La Numidia, fra l’Atlante e la Libia; 3. La Libia, dall’Oceano Atlantico fino al Nilo; 4. La Terra dei Negri, attraversata dal Niger. L’Etiopia, il Mar Rosso e l’Oceano Indiano fanno parte delle Indie. Il Marocco è descritto come quasi tutta pianura, simile alla Lombardia, la Libia, al contrario, denota scarsità d’acqua e rende impossibile le colture, mentre sulle sponde del Niger si trovano buoni terreni per coltivare. Leone Africano termina Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) le sue descrizioni evocando le grandi città, egli ricorre all’opera dei cronachisti e dei geografi arabi e soprattutto di Al Idrisi, tuttavia non descrive tutta l’Africa, limitandosi a quella dei Romani e dell’Islam, da Algeri a Timboctu e dal Nilo al Marocco. L’opera, che completa la visione portoghese del continente, conobbe un considerevole successo. Leone Africano è l’intermediario fra la cristianità e l’Islam, ha trasmesso all’Europa l’essenziale delle conoscenze degli arabi sull’Africa. Nelle Indie orientali, i portoghesi non ragionano in termini di continenti, per loro esiste una catena ininterrotta di empori, erano preoccupati innanzitutto di strappare ai musulmani la supremazia commerciale, non hanno mai avuto quindi l’ambizione di conquistare l’India. È certo che anche l’instabilità politica dell’entroterra li spingono a non addentrarsi troppo, scaturiscono così numerose relazioni che parlano unicamente di intrighi politici, di guerre e di combattimenti, di questioni commerciali e portuali. Le preoccupazioni scientifiche sono molto limitate. Ma è certo che la navigazione nei mari dell’India non ha più segreti per i portoghesi, i piloti arabi hanno rivelato loro anche il segreto dei monsoni, tuttavia queste conoscenze rimangono confidenziali. Verso il 1560-70 però, non sono più in grado di far rispettare il loro primato, e ben presto compaiono anche gli olandesi. Riguardo all’Estremo Oriente le prime conoscenze si ritrovano nella Suma oriental di Tomè Pires, composta fra il 1512 e il 1515, presenta una sorta di panorama geografico ed economico dell’Oriente portoghese, a lui si devono le prime notizie esatte sul Vietnam. La ricerca della Cina dal medioevo in poi è uno dei principali motori delle esplorazioni, anche qui i portoghesi figurano come pionieri. Quando nel 1580 il Portogallo passa sotto l’autorità di Filippo II, la Spagna può utilizzare a suo vantaggio le documentazioni di Lisbona, 1 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) contemporaneamente la pressione pontificia apre l’Estremo Oriente ai gesuiti. Prima dell’inizio del XVII secolo la Cina era ritenuta dai geografi una grande isola paragonabile al Giappone. L’opera di Gonzàlez de Mendoza(che non andò mai in Cina), Historia(1585), riassume tutte le precedenti. I cinesi sono descritti come molto laboriosi, e in generale vi ritrova in Cina la maggior parte delle piante coltivate in Spagna e alcune sconosciute: arance, meloni. Zucchero, miele e spezie sono particolarmente a buon mercato, e si fabbricano tessuti(seta) che costano molto meno che in Europa. Le province costiere sono conosciute grazie a mercanti e missionari, per l’interno Mendoza si affida a libri cinesi tradotti da indigeni convertiti al cristianesimo. Termina poi la sua descrizione elencando gli stati che confinano con la Cina, fino ai lavori dei gesuiti di Luigi XIV l’opera rimarrà molto importante. • 11, Terre nuove e terre immaginarie Nel XVI secolo il Sud America è conosciuto, il Nord America è ancora misterioso, qui si cerca più che altro un passaggio marittimo per raggiungere l’Asia orientale, e solo i paesi che sono stati oggetto di tentativi coloniali danno luogo a studi abbastanza dettagliati. Gli spagnoli sono assorbiti nelle lotte contro i “selvaggi”, i francesi non hanno tempo, si mostrano invece attivi gli inglesi dopo il 1570, interessandosi in modo speciale alla Virginia. Il fondatore della potenza britannica in America del nord è l’ammiraglio John Smith, autore della carta della Virginia (1612), ma i suoi interessi si fermano dove inizia la zona controllata dai francesi. Importante fu anche l’opera di Chamberlain, “geografo del re”, studioso ed esploratore infaticabile. La parte essenziale dei suoi sforzi si dirige in direzione nord-ovest, ha l’ambizione di formare una colonia di popolamento in Canada. Le sue opere sono preziose per la Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) geografia fisica e per la conoscenza delle nazioni degli Uroni e degli irochesi, che lo fanno diventare uno dei precursori della geografia scientifica, ma sia lui, che Smith non fanno scuola. Lo spagnolo Oviedo, storiografo della corona di Spagna, nella sua Historia, tratta del Messico e del Perù, presentando ricche informazioni etnografiche e geografiche sul Nuovo Mondo. All’inizio del XVII secolo, come era accaduto per le Indie orientali, gli interessi olandesi cominciano a manifestarsi in America. Nel XVI secolo comunque non esiste una buona geografia senza un solido impianto coloniale, è quindi dalla Spagna che arriva il capolavoro della letteratura americanista del Rinascimento, l’Historia natural y moral de las Indias, del gesuita Josè de Acosta(1590), vera e propria summa o enciclopedia delle cose dell’America Latina. Egli confuta la teoria della zona torrida, sostenendo che al contrario, l’America meridionale è molto umida, e con un clima temperato. Esamina piante, animali, metalli preziosi, culture indigene, e pone il problema delle piantagioni europee, ma da buon cattolico si interroga soprattutto sull’origine degli “Americani”, manifestando grande rispetto per le grandi civiltà indigene. Anche la ricerca dei regni immaginari è uno dei motori non trascurabili delle scoperte, ma la caratteristica di questi paesi favolosi è di essere inafferrabili, e di svanire via via che le esplorazioni progrediscono, come il regno del Prete Gianni, trasferitosi dall’Asia centrale in Abissinia, o le Amazzoni arrivate fino oltreoceano. Anche il continente australe( problema della Terra Australis, uno dei due miti geografici insieme analizzati nel capitolo, l’altro è Frisland, “doppione” dell’Islanda, isola che appare sui portolani italiani dal XIV secolo, e che corrisponde palesemente alla Thule di Tolomeo, sopravvivrà nella maggior parte degli atlanti fino al XVII secolo) agita l’immaginazione degli uomini fin dall’antichità, 1 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) nella visione dei greci appariva indispensabile per fare da contrappeso alle masse delle terre settentrionali, nel Medioevo a molti ripugna immaginare delle terre di cui non parla la Bibbia. I portoghesi non sembrano essersi interessati al continente australe, è Enciso il primo a parlarne nella sua geografia(1519). I mappamondi di tolomeo mostrano un Oceano Indiano chiuso verso sud, il che presuppone un continente australe, nella seconda metà del secolo quest’ipotesi viene generalmente ammessa, la demolizione di questa teoria impiegherà ancora due secoli. La fortuna del Frisland, del continente australe e di molte altre leggende è caratteristica del fermento intellettuale del Rinascimento. • 12, Mercatore, le proiezioni, gli atlanti Per la cartografia generale è il momento di fare un bilancio, e la metà del XVI secolo vede nascere le prime raccolte di carte che mettono a disposizione dell’uomo colto la somma delle conoscenze del tempo. Gli atlanti specializzati si moltiplicano, rimettendo all’ordine del giorno l’eterno problema, mai risolto delle proiezioni. Tolomeo si interessò lungamente alla questione, proponendo svariate soluzioni, queste richiedevano conoscenze matematiche abbastanza approfondite, per questo sono state ignorate dalla maggior parte dei costruttori di portolani. Questi, nel loro insieme, appartengono alla famiglia delle carte dette “ortogonali”, questo sistema comporta una serie di deformazioni alle medie e alte latitudini da che i meridiani, invece di convergere verso il polo, rimangono paralleli fra loro. L’influenza di Tolomeo resta comunque importante, i cartografi del XVI secolo si ingegnano così per non rompere la continuità del mondo conosciuto. La teoria delle proiezioni fa passi da gigante con la scuola di Norimberga, ne esce la proiezione cordiforme, codificata nel Libro delle quattro proiezioni di Schoner(1514). Questa presenta comunque delle deformazioni ai margini della carta e stacchi più o meno profondi tra le masse continentali. Gli Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) autori dei grandi mappamondi, si accontentano così della proiezione quadrata. Più soddisfacente è la proiezione ovale, in cui l’ecumene è iscritto in un elisse il cui asse principale è l’equatore, i paralleli sono linee rette o curve equidistanti, i meridiani sono archi di cerchio la cui curvatura aumenta dal centro verso i bordi, è stata usata da Munster, Gastaldi, Ortelio, Caboto e altri. Il vantaggio principale è che permette una rappresentazione della Terra in una sola figura e senza discontinuità. Rara è la proiezione bisferica, resa celebre dal mappamondo di Mercatore(1587). Resta infine quella stereografica, in cui i meridiani divergono come raggi di una ruota, e i paralleli appaiono sotto forma di cerchi concentrici. Tra tutti questi sistemi, nessuno di essi riesce a imporsi nel XVI secolo. Proprio in questo periodo Mercatore pubblica una carta del mondo di concezione abbastanza nuova e destinata espressamente ai navigatori, la Nova et aucta orbis terrae descriptio ad usum navigantium emendata. La proiezione si presenta come una versione migliorata della vecchia proiezione ortogonale utilizzata per i portolani, qui i meridiani sono rette equidistanti e perpendicolari all’equatore, i paralleli linee rette la cui spaziatura aumenta progressivamente dall’equatore verso i poli al fine di attenuare la deformazione delle terre situate alle alte altitudini. Si tratta quindi di una proiezione cilindrica conforme, dove vengono rispettati le forme e i contorni, ma non le superfici. Mercatore voleva facilitare il lavoro dei piloti, con il suo reticolo l’itinerario di una nave è sempre una linea retta, ma che interseca i meridiani secondo un angolo costante è la rotta lossodromica. Anche se l’originalità della formula non fu colta, e la nuova proiezione non venne praticamente utilizzata., bisognerà attendere il XVIII secolo perché venga ripresa. Per quanto riguarda gli atlanti, il primo che potrebbe essere considerato tale, è il Theatrum orbis terrarum(1570) del fiammingo Ortelio. Ortelio è un umanista nel pieno senso del 1 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) termine, più appassionato di lingue che di matematica, non è ne un inventore di proiezioni, ne un cartografo di terreno, somiglia più a un “collezionista geografico”. Il Theatrum raccoglie centinaia di carte, e appena pubblicato conosce un successo immediato, interessa allo studioso, al politico al mercante… e man mano che l’atlante cresce le carte vengono aggiornate o rimpiazzate; grazie a questa fama, Ortelio nel 1573 venne nominato cartografo di Filippo II. Ciononostante l’opera è piena di errori o sviste, e non sempre ha migliorate le carte che ha utilizzato(i Pirenei sono situati in Germania, e la pianura padana a nord di Torino!). Mercatore supera Ortelio sia per l’estensione della documentazione, sia per il rigore critico, egli infatti rimaneggia le carte aiutandosi con fonti non cartografiche: le cosmografie di Munster, gli itinerari ecc.. Questo lavoro minuzioso di Mercatore spiega la sua superiorità, ma anche il suo ritardo rispetto ai colleghi. Dopo Ortelio gli atlanti si specializzano in tre categorie: 1. Gli atlanti nazionali, il prototipo è sicuramente la raccolta delle contee di Christopher Saxton, frutto di sistematici rilevamenti sul terreno; 2. Gli atlanti nautici, discendenti diretti dei portolani, genere rappresentato dal portoghese Joao de Castro con il suo roteiro, veduta della costa abbassata sul piano della carta, metodo trasmesso poi a olandesi e fiamminghi. Anversa e Amsterdam nuovi poli dell’economia europea; 3. Le piante di Città, già nel Medioevo le cronache, i libri di pellegrinaggio erano pieni di vedute stilizzate di Roma, Costantinopoli, Gerusalemme […] La Cosmographia di Munster racchiude decine di vedute d città, alcune eccellenti. Anche il francese Du Pinet ne fornisce ottime, proponendo due categorie di vedute: la veduta panoramica, e la veduta prospettica o a volo d’uccello. Anche la pianta geografica si scontra poi con l’ostacolo del segreto. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) • 13, Da Firenze ad Anversa: l’educazione geografica dell’Europa In che modo la conoscenza geografica si propaga in Europa? Le coperte sono causa o conseguenza nel progresso della geografia? All’inizio del XVI secolo la potenza emergente in Europa è la Spagna, alla fine del secolo però Olanda e Inghilterra si affermano opponendosi alle nazioni iberiche. A Firenze l’arte del Quattrocento ha dato notevole impulso a matematica, ottica, geometria e anatomia, all’inizio del XV secolo con la conquista di Pisa, la città ha così libero accesso al mare, ereditandone la flotta e gli empori. Firenze si afferma così come uno dei principali centri di conoscenza scientifica del mondo. Trae il suo primato nel campo geografico dalle relazioni con Bisanzio(traduzione Geografia di Tolomeo nel 1410). Tra il 1410 e il 1440 un cenacolo umanista si riunisce per discutere della “nuova” geografia, tra i membri vi sono Giorgio Vespucci, zie di Amerigo, e soprattutto Paolo dal Pozzo Toscanelli, conservatore della biblioteca di San Marco e futuro ispiratore di Cristoforo Colombo. Nel 1428 il fratello di Enrico il Navigatore visita Venezia e Firenze per raccogliere carte e documenti destinate all’accademia di Sagres, ma il punto culminante è segnato dal concilio di Firenze del 1439. Lo scopo dell’assemblea è il riavvicinamento delle Chiese d’Oriente e d’Occidente Firenze diventa così per qualche mese la capitale del cristianesimo, e i fiorentini scoprono lo splendore delle civiltà orientali, ancora una volta l’apporto essenziale è dato da Bisanzio, viene introdotto anche Strabone. Poi Nella seconda metà del XV secolo Firenze si indebolisce, ma grazie ai suoi mercanti nella penisola iberica le informazioni continuano a circolare. Il legame più evidente tra Firenze e le grandi scoperte risiede nella controversa personalità di Amerigo Vespucci. Studiò proprio al convento di San Marco dove era bibliotecario Toscanelli(autore della celebre lettera 1 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) di Toscanelli, che fa la sintesi delle conoscenze geografiche antiche di Strabone e Tolomeo, e quello moderne di Marco Polo e Niccolò de’ Conti). Dall’Italia si passa al Portogallo, più precisamente a Sagres, dove il principe Enrico ha fondato la famosa “accademia” o “scuola”. SI trattava in realtà di un centro di documentazione cartografica e nautica, dove i capitani erano tenuti a depositare i loro giornali di bordo e le loro carte al ritorno dai viaggi, e a prendere istruzioni prima di ripartire. Seguono gli insegnamenti della geografia italo-maiorchina e della tradizione mediterranea dei portolani, mettono a punto la caravella e perfezionano vastriglia e astrolabio. Sembra che le idee tolemaiche però siano conosciute molto imperfettamente. Dopo la morte di Enrico il Navigatore (1460) Lisbona diventa il centro di queste imprese, e l’accademia prende il nome di Casa da India, vero e proprio ministero delle colonie dove vengono trattate questioni nautiche, commerciali , doganali e politiche, con una Junta che si occupa di esaminare i progetti di viaggio, dell’insegnamento della cartografia e della navigazione astronomica. Così Lisbona al momento del viaggio di Vasco Da Gama, è la vera e propria capitale geografica d’Europa. Oltre agli intermediari italiani, vi si trovano numerosi tedeschi, svizzeri, inglesi e alcuni francesi cosmopolitismo. Tuttavia, nonostante l’obbligo al segreto, non conserva a lungo il monopolio delle sue scoperte. In Spagna nel 1503 venne creata la Casa de Contrataciòn, che deve molto al modello portoghese, essa vide svilupparsi rapidamente il suo ruolo cosmografico e nautico. Siviglia venne scelta centro di documentazione, al riparo da pirati e incursioni nemiche perché situata all’interno, possiede anche una tradizione commerciale più affermata, infine era già sede dell’ammiragliato. La Casa trova la sua sede naturale nell’Alcazar. A Madrid vengono trattati i problemi politici e Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) religiosi, a Siviglia le questioni economiche e scientifiche. Le funzioni della Casa sono: ✓ Raduno della documentazione, giornali di bordo, carte, tracciati di rotta, al ritorno dai viaggi; ✓ Annotazione dei risultati delle scoperte; ✓ Formazione ed esaminazione futuri piloti; ✓ Selezionamento carte e strumenti nautici. ✓ Sorveglianza monopolio commerciale; ✓ Regolamento litigi relativi al traffico; ✓ Esazione dei diritti dovuti al re(il famoso “quinto”). Alle diverse funzioni corrispondevano diverse cariche ufficiale, tra cui pilota mayor(fu di Vespucci), la carica di cosmografo(fu di Diogo Ribeiro). L’importanza di Siviglia rimase inalterata per tutto il secolo, specialmente dopo l’annessione del Portogallo. Da Anversa fin dall’inizio del XVI secolo vengono ridistribuite le spezie portoghesi in direzione dei paesi del Baltico e del Mare del Nord, in seguito commerciano con Siviglia, e ad Anversa si incontrano le correnti economiche e intellettuale del Nord e del Mezzogiorno. Negli anni 1530-50 sembra quasi la capitale del regno di Carlo V, le mercanzie e le informazioni convergono tutte verso questo centro cosmopolita centro culturale di prima importanza. Tuttavia si può parlare di una scuola di Anversa solo dopo il 1560, proprio quando compaiono i primi segni del declino economico dovute alle lotte religiose. L’esempio di Anversa mette in evidenza i rapporti tra geografia e mondo degli affari, e alla fine del XVI secolo gli olandesi si arricchiscono della sostanza dell’impero spagnolo e si lanciano alla conquista degli antichi possedimenti portoghesi. Amsterdam fa soprattutto della cartografia nautica la sua specialità, e la comparsa del primo atlante continentale di Blaeu nel 1630, inaugurerà la più straordinaria impresa geografica dei tempi moderni. 1 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) Il ruolo di Roma non ha cessato di affermarsi lungo il XV e il XVI secolo, la chiesa in quanto potenza spirituale e temporale è obbligata a preoccuparsi della dimensione spaziale dei problemi, i papi così non hanno mai smesso di pretendere alla sovranità universale. Con la donazione di Costantino(falso storico) i giuristi pontifici affermano il diritto del papa a delegare ai sovrani il possesso dei territori scoperti di recente, in particolare isole e arcipelaghi. La scoperta dell’America ripropone i termini della spartizione del mondo tra Portogallo e Spagna. Nel 1493 Ferdinando d’Aragona ottiene dal suo compatriota papa Alessandro VI Borgia la bolla Inter coetera che riconosce alla Spagna diritti esclusivi su tutti i territori al di là della linea tracciata a cento leghe a ovest delle Azzorre e di Capo verde. Il rifiuto di Giovanni II del portogallo porterà allo spostamento della linea a trecentosettanta leghe a ovest di Capo Verde (Tordesillas, 1494). In conseguenza del ruolo di arbitro riconosciuto al papa, Roma diventa un centro eccezionale di documentazione geografica, persino le scoperte più segrete sono conosciute alla curia pontificia. I papi si preoccupano molto presto dell’evangelizzazione delle nove umanità, che possono sopperire alla perdita di fedeli dovuta alla riforma protestante. Con il concilio di Trento e la nascita dei gesuiti cambia la politica geografica della Chiesa, e la conquista religiosa del Mondo Nuovo diventa essenziale per la controriforma, la cartografia ecclesiastica sarà così uno degli strumenti più efficaci dell’evangelizzazione. I gesuiti sono i principali artefici del movimento missionario, essi necessitano di una buona formazione geografica e sono tenuti a informare regolarmente i loro superiori anche delle particolarità dei paesi in cui operano. La creazione della Congregazione della Propaganda Fide all’inizio del XVII secolo corona la vocazione ecumenica di Roma, e Roma è diventata, con Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) Venezia e Anversa, uno dei più grandi mercati di carte geografiche del mondo. Ci furono molti altri focolai geografici, come Norimberga e le città tedesche, importanti per la geografia matematica, Venezia, vivaio di viaggiatori con una fitta rete di ambasciatori. Gli italiani sono dappertutto, i portoghesi servono sia Castiglia che il portogallo, Enrico VIII ricorre a genovesi, portoghesi normanni. Nonostante questa mescolanza la diffusione delle conoscenze geografiche resta limitata e diseguale a seconda dei paesi e degli ambienti. Gli spagnoli dopo il 1580 sono i meglio informati. • 14, Impronte I. Geografia e arte pittorica La nuova visione del imposta dai viaggiatori e dai geografi ebbe qualche ripercussione sulla pittura dell’epoca? La scoperta di nuove terre fornì agli artisti temi nuovi? Nel XV secolo l’artista è ancora un artigiano inserito in una bottega, dove si dedica a tutte le forme d’arte grafica. Le città, i signori, i sovrani fanno redigere quantità di carte e piante in occasione di processi, contestazioni territoriali, spedizioni militari; per molti artisti questa attività “extra” è un mezzo di sostentamento quotidiano, e la carta è opera d’arte quanto di scienza. Leonardo da Vinci è colui che meglio rappresenta questo incontra tra arte e scienza, nel 1514 realizza un globo, notevole per la proiezione e per alcune carte regionali della Toscana molto evocative. Ciononostante l’impatto delle scoperte sulla grande pittura resta debole, e l’umanità esotica interessa molto più dei paesaggi, forse perché gli artisti non hanno la possibilità di vedere le Indie direttamente. I grandi viaggi forniscono agli artisti del Rinascimento la possibilità di una rappresentazione allegorica dei continenti, le navigazioni dei portoghesi e di Colombo comportano una vera e propria promozione dei quattro continenti, che da un lato riflette l’allargamento degli orizzonti geografici, dall’altro la coscienza sempre più netta che l’Europa prende di se stessa. L’America è quasi sempre 1 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) rappresentata nuda, adorna di piume e con attributi che mostrano la sua ricchezza in oro e in argento. Il solo paese in cui l’arte riflette parzialmente l’avventura d’oltremare è il Portogallo, con ad esempio lo stile gotico-manuelino sotto il regno di Manuele I(1495-1521). Nella letteratura Petrarca è stato il primo a esprimere un’emozione personale davanti a un paesaggio, gli italiani sono, infatti, tra i primi moderni che osservano il lato estetico del paesaggio; prima l’indifferenza verso la natura e ogni ambiente naturale era caratteristica della pittura medievale, imbevuta di filosofia cristiana(il mondo in cui si vive non merita attenzione). Tutto cambia nel XV secolo, con la borghesia mercantile trionfa lo spirito positivo, il gusto del naturalismo e del realismo. Il paesaggio fiammingo profondamente umanizzato è il riflesso di una terra e dei suoi abitanti, ma non si tratta ancora di un paesaggio realistico, si compie un nuovo passo verso la realtà topografica con la scuola tedesca, la Pesca miracolosa di Konrad Witz(1444) è forse il primo paesaggio totale della storia della pittura, cura particolarmente il suo sfondo montano dove si può riconoscere perfettamente il Monte Bianco. In Italia la conquista del reale viene ritardata dal peso dell’umanesimo e da un ambiente neoplatonico fondamentalmente antinaturalista. È Bellini a introdurre il paesaggio a Venezia(sicuramente influenzato dai fiamminghi), inventando le “vedute”. Come i fiamminghi, gli italiani amano i paesaggi fortemente marcati dalla presenza dell’uomo e in particolare i panorami urbani, fierezza di civiltà cittadine al loro apogeo. Il realismo italiano però è più intellettuale, tende naturalmente verso la stilizzazione, e tutto sembra sacrificato alle leggi della prospettiva. All’incrocio tra queste correnti artistiche e scientifiche del Rinascimento troviamo Leonardo da Vinci, per lui l’arte non può che essere fondata sulla scienza: le scienze della terra Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) danno la conoscenza del macrocosmo(il mondo) allo stesso modo in cui l’anatomia permette di penetrare i segreti del microcosmo(l’uomo), sono indissolubili. Contrariamente ai fiorentini torna ad un certo naturalismo più aristotelico, che neoplatonico. Leonardo pensa che il paesaggio debba rappresentare la natura allo stato selvaggio, lo sfondo vasto e indomito della vita umana, prende corpo così una visione globale dell’uomo e del mondo. Con la Gioconda rompe con la minuzia fiamminga e i calmi paesaggi italiani, Per tutto il XVI secolo poi, si dispiegano soggetti storici, mitologici o religiosi in paesaggi s’accompagnamento ispirati a Ovidio e Virgilio, ma la vena realista sopravvive nei Pesa Bassi poi nell’Olanda protestante. Nelle Fiandre un pubblico essenzialmente borghese continua a esigere dal paesaggista informazioni geografiche e topografiche, il risultato è così a metà fra la carta e il quadro di paesaggio. Il paesaggio occupa tutta la tela, e i personaggi sono sagome sperdute in una cornice naturale simbolizzante l’intero universo. Il realismo topografico olandese, favorito dal protestantesimo, bandisce i soggetti religiosi, con mezzi diversi, fiamminghi e olandesi mirano allo stesso ideale di Leonardo: un’immagine globale del mondo. Con i tedeschi, infine, il paesaggio diventa simbolico, meno umanizzato, più selvaggio e pittoresco, gli sfondi tormentati servono ad accentuare il carattere drammatico delle scene rappresentate: la foresta non è più un semplice scenario lontano, è un ambiente vivente nel quale l’uomo viene inghiottito. I moderni procedimenti di riproduzione delle opere d’arte permettono di materializzare, sguardi diversi, meglio di quanto potesse fare lo spettatore del Rinascimento, e il punto di vista del pittore rievocala visione del geografo. Il fatto che la natura o l’uomo possano essere al centro della riproduzione, significa che è stata consumata la rottura con il 1 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) Medioevo : pittura moderna conquista dello spazio/pittura medievalesenza prospettiva, universo a due dimensioni. Alla base della nuova arte, come della geografia, vi è la scienza, per il pittore lo strumento privilegiato è la prospettiva, che permette attraverso lo scaglionamento dei piani, di dare l’illusione della terza dimensione. Leonardo riproduce in tre principi questa tecnica: lineamenti dei corpi, diminuzione dei colori nelle diverse distanze, perdita della cognizione dei corpi in varie distanze. Il terzo sistema di proiezione descritto da Tolomeo è in realtà una veduta in prospettiva lineare del globo terrestre. Geografi e pittori partecipano allo stesso modo al riordinamento dello spazio? il Rinascimento fornisce a entrambe le discipline l’ossatura geometrica che significa addomesticamento dello spazio umano. Lungo tutto il XVI secolo la geografia non rinuncia alla prospettiva, sia nelle carte che nelle piante di città, troviamo questo conflitto(o conciliazione) tra il punto di vista artistico e quello scientifico. In realtà la scoperta della natura è un fenomeno europeo che non deve niente ai grandi viaggi poiché è anteriore ad essi, tanto più che l’allargamento degli orizzonti geografici non ha esercitato quasi alcuna influenza sulla pittura. Il grande apporto degli studiosi e degli artisti del Rinascimento si stabilisce a più livelli: ✓ Valorizzazione dell’uomo; ✓ Riscoperta della natura; ✓ Definizione di un nuovo spazio geometrico. Questa nuova visione del mondo è possibile grazie alle profonde mutazioni che colpiscono l’umanità occidentale, e più precisamente, la borghesia mercantile. • 15, Impronte II. Geografia e letteratura Le grandi letterature nazionali vennero toccate in modo diseguale dalla tentazione esotica: se l’Italia, la Spagna, l’Inghilterra la rifiutarono quasi interamente, la Francia con Rabelais e Montaigne, il Portogallo con Camoens, si mostrarono molto più ricettivi. Perché queste disparita nella letteratura d’immaginazione? Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) L’Italia è troppo vicina alle fonti antiche per interessarsi realmente al Mondo Nuovo, sembra ci sia una visione fra marinai e uomini d’affari da un lato, poeti e umanisti dall’altro. Per questo la visione del mondo di Ariosto nell’Orlando Furioso è completamente fantastica e quasi magica. Anche in Inghilterra, con Spencer, Marlowe, Bacone e Donne, il raccolto è deludente e si limita solo a qualche allusione. Anche in Shakespeare niente indica che il grande drammaturgo abbia manifestato un gusto particolare per la geografia, i suoi scenari, anche se collocati in Francia o in Italia[…], sono sempre di fantasia. Tuttavia è stato notato che nell’Otello, il vocabolario di mare utilizzato è di una grande ricchezza, il che fa presumere che conoscesse le raccolte di viaggi del tempo. La sola opera di Shakespeare per la quale si possa parlare di sfondo geografico è la Tempesta, in cui i personaggi sono riuniti su un’isola. Ad ogni modo l’isola non è una semplice scenografia, è abitata da una creatura mezzo mostro, mezzo uomo, Calibano, ciò permette a Shakespeare di affrontare il mito del “buon selvaggio”, con Calibano(che si ribella quando viene schiavizzato dai bianchi) antitesi o forse caricatura di quello di Montaigne. Lo scenario di quest’opera è più simbolico e ambiguo che realistico, rappresenta l’età dell’oro, ma è anche abitata da mostri. In Spagna la letteratura d’immaginazione continua ad alimentarsi dalle fonti tradizionali: teatro religioso, romanzi cavallereschi, poesia preziosa. Così Cervantes sembra non aver conservato nulla dei suoi compatrioti d’oltremare, la geografia con lui va cercata nella Spagna stessa. Comunque Don Chisciotte non può essere considerato una guida turistica, nella descrizione degli uomini scende nel dettaglio, ma per i luoghi resta vago. In generale l’arte drammatica sembra essere stata più ricettiva del romanzo ai temi esotici, e contrariamente al 1 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) Portogallo(con Camoens) la Spagna non ha trovato nessun cantore delle sue gesta marittime e coloniali. Per l’esotismo burlesco il riferimento è Francois Rabelais, i cui personaggi sono grandi viaggiatori, in più l’autore conosce mirabilmente la topografia. In Pantagruel(1532), il famoso gigante compie un viaggio per liberare in regno di Utopia invaso dai Dipsodi, raggiungendo l’India superiore tramite la rotta delle Indie aperta dai portoghesi. Nel viaggio di ritorno l’itinerario diventa incoerente e fantasioso, visitando anche il Prete Gianni. Così tra le sue fonti troviamo i geografi antichi, la geografia fantastica del Medioevo, e soprattutto, raccolte di geografia moderna e l’esperienza diretta dell’autore. Nel Quart Livre Pantagruel compie un altro viaggio, passando per la famosa rotta nord-ovest verso la Cina, scritto molto probabilmente ispirandosi ai viaggi Jacques Cartier. I critici oggi preferiscono attribuire ai viaggi solo un valore simbolico, le isole di Rabelais sono, infatti, più allegoriche che geografiche. L’esotismo morale di Montaigne non mira ai paesaggi, ma si interessa solo alle opere umane e agli uomini stessi. Il suo atteggiamento di fronte all’America è di meraviglia, e pur non avendone una configurazione chiara, è certo che si tratti proprio di un continente. La prospettiva di Montaigne è duplice, storica e geografica, il Nuovo mondo è visto come giovane e pieno di avvenire, l’Europa vecchia e in decadenza. Secondo lui l’Europa deve imparare a conoscere le società primitive(Des Cannibales), e deve rispettarle anziché distruggerle(Des Coches). Il capitolo Des Cannibales contiene un articolo di valorizzazione scientifica sul genere di vita degli indigeni del Brasile, e Montaigne non nasconde l’ammirazione che gli ispira questa società “selvaggia”, più pura della nostra, perché più vicina alle leggi naturali; unica ombra del quadro: il cannibalismo. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) Il tono diventa più violento in Des Coches, in cui l’autore si scaglia contro la brutalità delle conquiste e condanna le estorsioni di ogni genere: da un alto, gli spagnoli diedero prova di una cupidigia feroce, dall’altro Aztechi e Incas si dimostrarono coraggiosi e stoici, fedeli alle loro leggi e ai loro dei. Presenta la colonizzazione come un fallimento. Tra le sue fonti, per i Cannibales, utilizzò i viaggiatori francesi Thevet e Lèery, e la Cosmografia di belleforest. Per i Coches, la Historie gènèrale des Indies di Gòmara. Nessun pensatore del Rinascimento ha contribuito meglio di lui ad allargare lo spazio geografico e mentale degli occidentali, tuttavia egli cerca in America argomentazioni che sostengano le sue convinzioni umanistiche, il suo esotismo è prima di tutto di ordine morale. Con il portoghese Camoens, lo sguardo si allarga all’insieme delle terre tropicali, delle isole, degli arcipelaghi e degli oceani del Vecchio Mondo. Esponente della piccola nobiltà, da giovane dovette andare a cercare fortuna nelle indie, fu mercante, soldato, esploratore. Di ritorno a Lisbona pubblicò nel 1570 il suo grande poema epico, le Lusiades. Il soggetto è il viaggio e la circumnavigazione dell’Africa di Vasco da Gama, su cui inserisce l’intera storia della sua patria. Aggiunge anche i frutti delle proprie esperienze, facendo dell’opera una cronaca di avventure vissute, un’opera didattica e quasi scientifica. Tuttavia, manca all’opera una visione universale, e la dimensione americana è omessa volontariamente perché non l’aveva conosciuto di persona. Per le fonti, l’itinerario di Vasco da Gama è descritto basandosi sui migliori cronachisti portoghesi, e questi elementi moderni e realistici si inseriscono senza problemi in una trama generale ispirata agli antichi, Camoens ritiene che i portoghesi abbiano eguagliato, se non superato, i Greci e i Romani, si legge non soltanto la fierezza di un popolo, ma anche l’esaltazione dell’energia umana e in particolare 1 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) dell’Europeo, del Bianco, del Cristiano tra i pagani o gli infedeli. Con le Deacades di Barros, o le Lusiades di Camoens, il portogallo ha saputo creare una letteratura epica, geografica e nazionale che non ha equivalente in nessun altro paese del mondo. • Conclusioni Sembra che la rivelazione dell’abitabilità dei tropici e degli antipodi sia stata più decisiva per i contemporanei che la scoperta dell’America alla quale noi attribuiamo, retrospettivamente, tanta importanza, e nel XVI secolo, come nel medioevo, il prestigio degli antichi non sembra diminuito. In mancanza di categorie nettamente separate, i diversi ordini di conoscenze si mischiano e si accavallano, il raro, l’eccezionale, il meraviglioso prevalgono sul tipico e sul caso generale, il possibile e l’impossibile, il reale e l’immaginario si compenetrano senza sosta. L’umanista compilatore, si ispira ad altri umanisticompilatori che lo hanno preceduto, ma non esce affatto dalla propria sfera culturale, si nota una sorta di diffidenza dell’uomo di sapere libresco nei confronti del viaggiatore e del “cosmografo dell’aria aperta”. Gli studiosi del rinascimento preferiscono l’opinione di Aristotele o di Strabone, a quella dei loro contemporanei. Il Nuovo Mondo è nato ben prima del 1492, si potrebbe affermare che Colombo, da Gama, Magellano, non abbiano fatto altro che verificare le ipotesi avanzate dagli studiosi molto tempo prima di loro, la scintilla cha ha creato la “nuova geografia” del Rinascimento è nell’umanesimo italiano del Quattrocento. Per concludere, Cristoforo Colombo e Copernico, queste due novità, il mondo contemporaneamente ingrandito e diminuito, aperto allo spirto di conquista e di iniziata e avvilito agli occhi dei filosofi a semplice granello di polvere nell’infinito, Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected]) sconvolgevano particolarmente le tradizionali proporzioni delle cose. Parecchie future crisi sono qui in gestazione. 1 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: davide-pala-6 ([email protected])