LA MALATTIA TROMBOEMBOLICA,
GESTIONE INFERMIERISTICA.
Ciuffone Sara, Infermiera presso la Medicina Interna a Ciclo Breve-PS-118 P/O Assisi.
La professione infermieristica è oggi contraddistinta dai
concetti di autonomia, responsabilità, competenza ed
integrazione. Per cui la responsabilità dell’Assistenza
Infermieristica è direttamente attribuita all’infermiere (DM
n.739/94). Inoltre con l’abolizione del mansionario ( legge
42/1999) si è passati ad essere figura professionale
autonoma.
L’attuale quadro normativo ha permesso di consolidare
l’identità professionale e sviluppare una pianificazione
finalizzata a garantire risposte efficaci ai bisogni assistenziali
dell’utente.
In questa ottica, nasce il Piano di Assistenza Infermieristica,
che prende in esame il paziente, oltre che per la patologia
acuta per cui si presenta in reparto, anche per le sue
patologie croniche. Per cui non può essere uniforme per ogni
utente, ma bensì è dinamico e soprattutto individuale.
Per poter creare un Piano di Assistenza Infermieristica
bisogna conoscere la patologia ,i sintomi frequenti, la
diagnostica e la terapia più comunemente usata .
Andremo a vedere i piani assistenziali in pazienti affetti da
EMBOLIA POLMONARE e TROMBOSI VENOSA PROFONDA.
EMBOLIA POLMONARE
Per embolia polmonare si intende l’ostruzione di una o più
arterie polmonari ad opera di un trombo (o più trombi) che si
origina in qualche parte del sistema venoso o dalla parte destra
del cuore e viene trasportato al polmone.
CAUSE stasi venosa, ipercoagulabilità, malattia endoteliale
venosa(flebiti, cateteri venosi ecc. ), traumi, decorsi postoperatori, BPCO, obesità, età avanzata ecc.
Si divide in :
-MASSIVA  caratterizzato da shock e/o ipotensione ( PA
max minore di 90 mmHg )
-NON MASSIVA  condizioni relativamente più stabili. Tra
loro si può collocare il pz con segni ecocardiografici di
ipocinesi del ventricolo destro, che sono quelli affetti da
embolia polmonare submassiva.
SEGNI E SINTOMI
Dispnea improvvisa, dolore toracico che peggiora in
ispirazione, aritmie cardiache, sincope, distensione delle
giugulari, pallore, cianosi, tachicardia, tachipnea, confusione
mentale, ipotensione, tosse e/o emoftoe, sudorazione algida,
irrequietezza.
Accertamenti diagnostici:
-Elettrocardiogramma, sarà presente tachicardia e segni di
sovraccarico del ventricolo destro ;
-Rx torace, mostrerà aree di atelectasia parenchimale ,
versamento pleurico ;
-EGA, mostrerà ipossemia e ipocapnia ;
-D-dimero, prodotti di degradazione della fibrina ;
-Ecocardiografia, utile per accertare il sovraccarico del
ventricolo destro ;
-Ecocolor doppler venoso ;
-Scintigrafia polmonare, per valutare sia la perfusione che la
ventilazione polmonare ;
-Angiografia polmonare, usata solo se i test non invasivi non
sono diagnostici.
ALL’ARRIVO DEL PAZIENTE IN REPARTO SI EFFETTUA LA FASE
DI ACCOGLIENZA:
-Posizionarlo a letto in posizione semi-seduta (letto a 45° ) per
ridurre la dispnea , sempre se non presenta segni di shock ;
-Rimuovere protesi mobili (es. dentiera) ;
-Posizionare monitoraggio elettrocardiografico continuo ;
-Reperire accesso venoso ed esecuzione di Prelievo ;
-Posizionamento O2 TP secondo prescrizione (eventuale EGA
AA , se richiesto prima) ;
-Preparazione del pz per eventuali procedure diagnostiche ;
-Colloquio-intervista col pz .
A questo punto, si procede all’identificazione delle Diagnosi
Infermieristiche, di rischi reali, probabili o possibili,con gli
associati interventi (NIC) ed obiettivi (NOC) associati.
Le diagnosi infermieristiche per l’embolia polmonare sono:
1) ALTERAZIONE DELLA FUNZIONE RESPIRATORIA DOVUTA
AD
EMBOLIA POLMONARE.
2) RISCHIO DI COMPLICANZE CARDIOLOGICHE.
3) POTENZIALE RISCHIO EMORRAGICO DA TERAPIA
ANTICOAGULANTE E/O ANTIAGGREGANTE.
4) DOLORE DOVUTO AD EMBOLIA POLMONARE O AD
IMMOBILITA’ OBBLIGATA.
5) POTENZIALE RISCHIO DI COMPLICANZE
INFETTIVE/INFIAMMATORIE, OCCLUSIVE,EMORRAGICHE
NELLE PROCEDURE DIAGNOSTICHE-TERAPEUTICHE .
6) RISCHIO ELEVATO DI COMPROMISSIONE DELL’INTEGRITA’
CUTANEA, CORRELATO A COMPRESSIONE E IMMOBILITA’
SECONDARIA A DOLORE E RESTRIZIONI.
1) ALTERAZIONE DELLA FUNZIONE RESPIRATORIA DOVUTA AD
EMBOLIA POLMONARE
-OBIETTIVI: che il pz abbia la pervietà delle vie aeree, non presenti
complicanze,riferisca un diminuito affaticamento respiratorio ,
presenti normali valori emogasanalitici.
-INTERVENTI: istaurare una relazione di sostegno, adeguato
microclima,monitoraggio PV (in particolare FR, colorito e
sudorazione cutanea, TC e SPO2), insegnare come risparmiare
ossigeno, eventuale assistenza al medico in caso di intubazione
tracheale e connessione a ventilatore, broncoaspirazione.
2)RISCHIO DI COMPLICANZE CARDIOLOGICHE
-OBIETTIVI: che il pz mantenga un equilibrio cardiocircolatorio
stabile, non presenti segni di scompenso del ventricolo destro,
non presenti segni di shock cardiogeno.
-INTERVENTI: monitoraggio ECG continuo, ECG ogni 24 ore o
ogni volta che il pz presenti modificazioni dello stato clinico,
monitoraggio completo dei PV, mantenimento del bilancio
droelettrolitico, somministrazione terapia farmacologica o
nfusionale come da prescrizione medica.
3) POTENZIALE RISCHIO EMORRAGICO DA TERAPIA
ANTICOAGULANTE E/O ANTIAGGREGANTE
-OBIETTIVI: Che il pz non subisca traumi, che non abbia
perdite ematiche. Mantenimento dei tempi di prototrombina
parziale secondo protocollo.
-INTERVENTI: informare il pz sul rischio , monitoraggio dei
segni e sintomi di emorragie,ematomi, ematuria, ematemesi,
epistassi,mobilizzazione cauta e controllata, controllo
emocromo e piastrine, somministrazione di eparina secondo
prescrizione medica
USO DELLA TERAPIA ANTICOAGULANTE
-EPARINA NON FRAZIONATA: E’ una scoagulazione intensiva
con eparina prima col bolo ( da 5000 UI a 10000 UI) e poi in
infusione continua rapportata al peso del pz.
-EPARINA A BASSO PESO MOLECOLARE: maggiormente
biodisponibile, ma con emivita più lunga. Dosaggio secondo
peso corporeo, viene somministrata sottocute, abolisce il
controllo del PTT.
-IPOCOAGULANTI ORALI: seguono i primi due , e devono
essere sovrapposti per qualche giorno con controllo dell’INR.
-TERAPIA TROMBOLITICA : se pz con embolia polmonare
massiva presenta instabilità emodinamica o shock
cardiogeno.
DOLORE DOVUTO AD EMBOLIA POLMONARE O
IMMOBILITA’/POSIZIONE OBBLIGATA
-OBIETTIVI: che il pz non presenti o che controlli il dolore.
-INTERVENTI: monitoraggio del dolore, assicurare il confort,
ridurre al minino gli sforzi del pz, somministrazione di
analgesia secondo prescrizione medica.
NB: il Dolore è un Parametro Vitale !!
POTENZIALE RISCHIO DI COMPLICANZE
INFETTIVE/INFIAMMATORIE, OCCLUSIVE, EMORRAGICHE
NELLE PROCEDURE DIAGNOSTICO-TERAPEUTICHE
-OBIETTIVI: minimizzare i rischi.
-INTERVENTI: rilevare segni di flogosi, controllo della TC,
controllo della regolarità delle evacuazioni , riduzione delle
complicanze emorragiche durante le procedure mediante
l’applicazione dei protocolli.
RISCHIO ELEVATO DI COMPROMISSIONE DELL’INTEGRITA’
CUTANEA CORRELATA A COMPRESSIONE ED IMMOBILITA’
SECONDARIA A DOLORE E RESTRIZIONI
-OBIETTIVI: mantenimento dell’integrità cutanea.
-INTERVENTI: utilizzo dei presidi antidecubito (es.
materassino a pressione alternata, ciambelle per i talloni,
ecc), monitoraggio dei punti di pressione, eventuali
medicazioni di LDP.
TROMBOSI VENOSA PROFONDA
Processo patologico che si realizza per eccessiva emostasi,
con formazioni trombotiche nel distretto venoso profondo
che determinano l’ostruzione completa o parziale del flusso
ematico.
CAUSE  aterosclerosi, tumori( linfomi , K del pancreas,
dell’ovaio e del cervello),epatite, infezioni, età, gravidanza,
obesità, stile di vita sedentario, deficit antitrombina III,
carenza vit. S e C, sindrome nefrosica.
SEGNI E SINTOMI : Nella
maggior parte dei casi è
una patologia
asintomatica,
oppure con sintomi
aspecifici.
I segni comunque
possono essere :
dolore, calore e
arrossamento,
distensione delle vene
superficiali e gonfiore.
ACCERTAMENTI PER EFFETTUARE DIAGNOSI: esami di
laboratorio, quali la valutazione del D-dimero, Ecocolor
doppler e la venografia, quest’ultima eseguita in ultima
analisi.
Si procede all’identificazione delle Diagnosi Infermieristiche,
di rischi reali, probabili o possibili,con gli associati interventi
(NIC) ed obiettivi (NOC) associati. Per la trombosi venosa
profonda sono:
1) EDUCAZIONE DEL PZ ALL’UTILIZZO DELLA CALZA A
COMPRESSIONE GRADUATA ED ALL’ATTIVITA’ FISICA.
2) RISCHIO DI COMPROMISSIONE DELL’INTEGRITA’ CUTANEA
DOVUTA AD IMMOBILIZZAZIONE.
3) RISCHIO DI NON CORRETTO APPORTO DI NUTRIENTI DA
PARTE DEL PZ.
EDUCAZIONE DEL PZ ALL’UTILIZZO DELLA CALZA A
COMPRESSIONE GRADUATA ED ALL’ATTIVITA’ FISICA
OBIETTIVO: il paziente utilizzerà in maniera corretta la calza a
compressione, sarà più attivo, eviterà l’ortostatismo
prolungato.
INTERVENTI:
-utilizzo della calza: detergere la gamba ed il piede, asciugare
con cura, ripiegare la calza sulle mani e poi iniziando dal piede
farla salire delicatamente lungo la gamba, evitando la
formazione di pieghe.
-Invitare il pz a camminare spesso nell’arco della giornata,
mobilizzare frequentemente gli arti inferiori anche all’interno
del letto.
RISCHIO DI COMPROMISSIONE DELL’INTEGRITA’ CUTANEA
DOVUTA AD IMMOBILIZZAZIONE
-OBIETTIVI: il pz manterrà l’integrità cutanea.
-INTERVENTI: stimolare il pz alla mobilizzazione, se pz
allettato utilizzare sistemi di prevenzione quali materassino a
pressione alternata , protezione delle prominenze ossee
mediante ciambelle o medicazioni preventive.
RISCHIO DI NON CORRETTO APPORTO DI NUTRIENTI DA
PARTE DEL PZ
-OBIETTIVI: il pz seguirà un regime alimentare corretto.
-INTERVENTI: in collaborazione con la figura del
Nutrizionista , verrà fornita al pz una dieta povera di vitamina
K, ricca di liquidi e sali minerali e povera di grassi.
Eliminazione di assunzione di alcolici e fumo.
CONCLUSIONI
L’infermiere, oltre alle diagnosi che abbiamo visto per
patologia, dovrà prendersi carico anche delle malattie in
cronico del pz, creando un piano assistenziale completo ,
soggettivo e dinamico.
Il rispetto di protocolli e procedure, basate su ricerca
scientifica, anche in ambito infermieristico, riducono al
minimo il rischio di errori, ed aumentano la possibilità di
risoluzione del problema di salute del pz.
GRAZIE DELL’ATTENZIONE!!