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long abstract pubblicazione CARMA "#immigrants"

Il lavoro riguarda un’indagine esplorativa realizzata analizzando il contenuto di commenti postati su
Twitter nei due mesi contigui alle ultime elezioni europee, estratti in quanto contenenti il lemma
“#immigrati” nelle diverse lingue nazionali. Si è scelto di estrarre solo i tweets che includessero questo
lemma, al fine di valutare come venga rappresentata la specifica categoria (lavoratori-ospiti, indesiderati,
rifugiati, criminali, ecc.) e se e in che modo i rilievi emersi, attraverso l’analisi di dati strutturali e di survey,
trovino un riscontro nei messaggi veicolati attraverso la comunicazione sul social. L’ipotesi è che sarà
possibile ricostruire una logica in quanto le dichiarazioni e le opinioni degli utenti in rete non prescindono
dalle dinamiche connesse alla gestione dell’immigrazione, sebbene il focus sia qui riferito, più che alle
condizioni effettive, alla percezione individuale. La selezione di questa specifica piattaforma di social
network deriva dalla volontà di individuare uno strumento orientato a forme di comunicazione specifiche
e proprie di una categoria di soggetti con un interesse per la politica e/o coinvolgimento medio-alto.
L’obiettivo è, infatti, proprio quello di rilevare quali messaggi vengano veicolati non soltanto per
esprimere il proprio parere, ma anche per influenzare l’opinione pubblica rispetto alla questione
dell’integrazione.
Un limite del lavoro è legato all’esclusione, in questa sezione, di Francia e Inghilterra. L’attribuzione
ad un’area di riferimento, infatti, avviene necessariamente sulla base della lingua utilizzata (rari i tweet
geo-localizzabili in modo valido e attendibile), per cui le lingue particolarmente diffuse non permettono
di discriminare rispetto al contesto di riferimento. Le altre lingue sono state selezionate in modo da avere
almeno due esempi differenti per l’area scandinava, per il centro Europa, per il contesto mediterraneo e
per l’Europa orientale (tab. 5).
Il periodo per il quale la comunicazione on-line è stata monitorata settimanalmente è quello prossimo
alle ultime consultazioni europee e va dal 15 aprile fino ai primi giorni di giugno, in modo da includere
eventuali effetti di mobilitazione su specifici items e/o intensità nelle comunicazioni tra il 23 e il 26
maggio. Quel che emerge immediatamente, considerando semplicemente il numero di nodi coinvolti, per
ciascuna settimana, è che le aree post-sovietiche presentano una limitatissima propensione alla
comunicazione via Twitter. La comunicazione in polacco e sloveno, infatti, ha coinvolto poche decine di
contatti a settimana, diventando più frequente e diffusa nel periodo immediatamente precedente alle
elezioni.
Tab. 5. Numero di utenti in rete (nodi) complessivi e per i tweets con elevato page-rank.
Danimarca
N tot
nodi
Finlandia
M nodi su
N tot
10 top tweets nodi
Norvegia
Svezia
M nodi su 10
top tweets
N tot
nodi
M nodi su 10
top tweets
N tot
nodi
M nodi su
10 top
Olanda
Germania
N tot M nodi su 10
nodi
top tweets
N tot
nodi
M nodi su 10
top tweets
15-22 aprile
528
17,8
525
21,2
358
18,8
2583
135,4
1472
46,2
985
41,7
23-29 aprile
30 aprile-6 maggio
492
512
17,8
14,9
210
302
5,9
7,8
318
262
7,3
6,1
2157
2552
89,9
82,7
1397
1832
32,4
66,5
755
860
8,4
16,3
7-13 maggio
14-19 maggio
422
371
8,2
8,3
279
239
9,2
6,9
245
312
6,8
7,1
2347
2719
98,7
102,6
3093
2732
153
129,1
1129
845
44,6
26,3
20-26 maggio
27 maggio-3 giugno
739
442
36,3
12,8
323
204
14,7
8,2
220
232
4,4
4,5
3108
3322
115,6
104,2
1744
2105
52,1
86,3
1172
879
49,7
11,7
Italia
N tot
nodi
Portogallo
M nodi su
N tot
10 top tweets nodi
M nodi su 10
top tweets
manca
mancante
nte
mancante 279,1
4176
154,6
Spagna
Polonia
N tot M nodi su 10
nodi
top tweets
Slovenia
N tot
nodi
M nodi su 10
top tweets
N tot
nodi
17023
994,6
15
1,71
24
1,6
18457
14392
571,4
677,6
26
42
1,7
2,2
1,66
1,7
1
1,1
15-22 aprile
9636
333,7
23-29 aprile
30 aprile-6 maggio
11736
9139
482,8
276,3
7-13 maggio
14-19 maggio
10348
11009
341,5
278,9
3606
3189
76,3
45,9
17788
830,2
333,4
81
61
2
1,5
21
38
manca
nte
42
20-26 maggio
10330
27 maggio-3 giugno 10797
301
409,5
4724
3925
219,3
139,7
18189
17628
418,8
656,6
57
manc
ante
1,7
1,4
13
29
M nodi su 10
top tweets
np
2,3
La tendenza opposta, ovvero quella di una comunicazione particolarmente diffusa e pervasiva, si
registra principalmente nell’Europa mediterranea di Portogallo, Italia e, soprattutto, Spagna), seguita da
Svezia, Olanda e Germania, mentre è inferiore, ma comunque rilevante, la comunicazione in finlandese,
danese e norvegese.
Le informazioni a disposizione riguardano, infine, migliaia di commenti. Ne consegue che, volendo
approfondire l’analisi con riflessioni sul contenuto degli stessi, è stato necessario trovare strumenti in
grado di sintetizzare le informazioni. Si è deciso di limitare il numero dei tweet selezionando i primi 10
con maggiore page-rank (e cioè di riferimento per la rete) su ogni settimana. Si è così ottenuto un totale di
70 commenti per ciascuna lingua. Il numero medio di nodi riconducibili a questi, comparato con il
numero complessivo di utenti in rete, permette di rilevare quanto la comunicazione confluisca sui
principali tweet o quanto si disperda.
Al fine di procedere con l’analisi, dopo una prima scrematura, disambiguazione e aggregazione di
parole simili, il corpus dei testi più spesso visualizzati è stato sottoposto ad un’analisi tematica dei contesti
elementari utilizzando il software di statistica testuale T-LAB. L’analisi dei testi tramite software comporta
due tipi di trasformazioni: “dalle parole ai numeri”, costruendo matrici di dati (adiacenza, similarità) a
partire dai testi, e “dai numeri alle icone”, rappresentando graficamente i risultati tabellari (Lancia 2004:
40). La procedura di clustering successivamente realizzata ha permesso di identificare i principali nuclei
tematici sottesi, producendo tre diversi cluster. L’interpretazione del risultato è facilitata dalla presenza di
tabelle riportanti il valore del chi2 e della frequenza di ciascun lemma entro i cluster, nonché dalla presenza
un documento che riporta i singoli lemmi selezionati entro i loro contesti elementari, evidenziati con
colori diversi sulla base della loro appartenenza ai diversi clusters. Questi strumenti hanno permesso di
denominare e definire i diversi cluster individuati.
Il primo cluster (minaccia culturale) è anche quello in cui confluisce un maggior numero di commenti
e comprende i tweet tesi a mettere in discussione l’accoglienza e il multiculturalismo. Sono associati a
questo cluster tematico i commenti delle ultime settimane di rilevazione (quelle in cui si intensifica la
campagna) e provenienti da Finlandia e Svezia. Frequenti i riferimenti alle difficoltà di integrazione, in
particolare rispetto alla necessità di apprendere la lingua e di adeguarsi alla cultura scandinava. Emergono,
soprattutto, i recenti limiti contestati alle politiche multiculturali (Donati 2008; Condorelli 2018). Si
leggono commenti come: «gli immigrati che non conoscono lo svedese dovrebbero essere in grado di
evitare sanzioni perché le leggi sono scritte in svedese», oppure «basta dare la cittadinanza svedese finché
gli immigrati non parleranno, leggeranno e comprenderanno lo svedese» (entrambi in svedese), o ancora
«una scarsa o nulla conoscenza del finlandese è uno dei principali motivi per cui molti immigrati non
sono integrati nella società» (in finlandese). Sono riconducibili a questo cluster anche commenti in tedesco
e portoghese anti-razzisti e contro l’estremismo di destra, come: «articolo 23: I rifugiati che sono
legalmente residenti in uno Stato ricevono le stesse cure dei locali» (in tedesco), oppure «figlio di immigrati
nigeriani minacciato di espulsione nel suo paese… senza alcuna protezione sociale …: il mondo è tuo
ragazzo» (in portoghese).
Fig. 3. Rappresentazione dei cluster tematici sul piano fattoriale
Il secondo cluster (minaccia sociale-sussidi) è quello numericamente meno consistente e include
molti commenti, soprattutto in lingua danese ma anche in polacco, raggruppando le frasi che utilizzano
il lemma «lavoro» e/o «persone». Si distinguono alcune specifiche affermazioni più diffuse e che
riguardano, per ordine di ricorrenze, Danimarca, Spagna, Slovenia e Polonia. I commenti in danese sono
associati a frequenti critiche ai sussidi per gli immigrati disoccupati e relative alla maggior propensione
degli immigrati a commettere crimini, così pure commenti sulla necessità di proteggere l’identità danese.
Le critiche in spagnolo sono principalmente rivolte alle politiche di altri paesi, poco attente ai diritti umani.
Diversi commenti in sloveno e polacco, infine, sottolineano la preoccupazione che la presenza di
immigrati in Slovenia e Polonia riduca eccessivamente la domanda di lavoro nelle relative aree, mentre gli
stessi immigrati non troveranno qui lavoro.
Il terzo cluster (minaccia economica) si riferisce, infine, a quei commenti che includono lemmi come
«euro», «Europa», «europei», «clandestini» e «stranieri». Questo cluster è il meno specifico in quanto
associato a commenti provenienti da tutti gli Stati (sebbene l’associazione sia più forte con il centro
Europa). I contenuti si riferiscono a problematiche di carattere economico, con commenti come: «Ecco
come l’Europa si suicida (…) gli immigrati clandestini (…) riceveranno (…) un sussidio di 650 euro al
mese» (in olandese), oppure «550 milioni di euro a 2 milioni di immigrati illegali» (in spagnolo). Frequenti
sono, però, anche frasi che veicolano messaggi di carattere identitario quali: «Tremendo. Volete porre
fine all’Europa dentro la stessa Europa» (in spagnolo), oppure: «Il metodo giusto è ovunque lo stesso: le
reti di estrema destra hanno diffuso 533 milioni di fake-news in Europa» (in spagnolo).
Complessivamente, è possibile ipotizzare una relazione tra risorse per l’integrazione nei diversi
territori e messaggi veicolati sui social. Le aree scandinave, infatti, sono definite come fortemente
caratterizzate da un’integrazione «inclusiva», ma si presentano particolarmente critiche proprio verso la
presenza di immigrati che non conoscono la lingua del paese e/o non ne condividono la cultura egalitaria
e tollerante (cluster 1). La Finlandia appare, tra queste, come il paese più tollerante mentre la Danimarca
è particolarmente critica verso la concessione di sussidi per gli immigrati disoccupati e l’orientamento
all’accoglienza, tanto da caratterizzare un cluster a sé, definendo gli stranieri come una potenziale minaccia
fisica ed economica (cluster 2). Il cluster presenta anche molti commenti in sloveno e polacco,
riconducibili ad aree con forti problemi economici e sociali, tese a vedere gli immigrati come una minaccia
per i cittadini disoccupati o sotto-occupati. Si tratta di Stati caratterizzati da politiche orientate
all’esclusione. Il terzo cluster, infine, è più eterogeneo ma presenta due tratti peculiari: le aree
caratterizzate da un generale benessere economico mostrano commenti particolarmente critici verso le
politiche di accoglienza, riferiti agli eccessivi investimenti pubblici (Germania e Olanda); mentre nelle
aree in una condizione di depressione economica e dove prevalgono posizioni politiche autoritarie e
intolleranti, forse per reazione, si registrano commenti critici nei confronti delle politiche xenofobe, con
sfumature ciniche e/o ironiche, tesi a ridestare l’opinione pubblica (Spagna e Italia). Si delinea, quindi, in
questo senso una reazione agli eccessi politici razzisti e intolleranti (a tutela di una più generale identità
europea).