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FORZA

FORZA
DEFINIZIONE
Per forza s’intende la capacità dell’apparato neuromuscolare di vincere o
contrapporsi a un carico esterno con un impegno muscolare.
TIPI DI FORZA
 Forza massima o massimale: si può definire come la capacità del
muscolo di esprimere la massima tensione possibile con una
contrazione volontaria.
 Forza veloce: è la capacità di esprimere elevate tensioni muscolari
nel minor tempo possibile, infatti, sarebbe più corretto chiamarla forza
esplosiva.
 Forza resistente: è la capacità di esprimere elevate tensioni per un
tempo relativamente lungo.
 A livello strutturale la composizione del muscolo
 A livello nervoso
utilizzazione delle unità motorie
 A livello della componente elastica nel muscolo
lo stiramento potenzia la contrazione Fattori strutturali
 Ipertrofia
aumento delle miofibrille
 Capacità di reclutamento: l’allenamento della forza stimola il sistema
nervoso a far intervenire un numero sempre maggiore di unità motorie e
di conseguenza ad aumentare il numero di fibre muscolari coinvolte
nella contrazione.
 Concetto d energia potenziale elastica (ciclo
stiramentoaccorciamento): il muscolo sviluppa una maggiore forza se
prima di contrarsi viene allungato. Durante l’allungamento il muscolo
immagazzina energia elastica che nella successiva fase di contrazione
verrà restituita, andando a sommarsi alla forza della componente
contrattile del muscolo.
I VARI TIPI DI REGIMI

Il regime concentrico: è l’allenamento più tradizionale della forza,
quello più usato per aumentare la massa muscolare: durante la
contrazione i punti di inserzione muscolare si avvicinano, determinando
lo spostamento di parti del corpo
 Il regime eccentrico: consiste nel cedere lentamente, frenando la
discesa di un sovraccarico molto elevato, spesso superiore a quello
massimo.
 Il regime isometrico: consiste nello sviluppo di un’elevata tensione
muscolare, mantenendo fermo il corpo o una sua parte in una
determinata posizione. Si può eseguire sia con sovraccarichi che
senza, mantenendo la posizione scelta fino al completo esaurimento
(isometria totale) o esercitando una spinta massimale per 3-6 secondi
contro una resistenza fissa (isometria massimale). Poiché l’effetto di
tale allenamento è specifico per l’angolo articolare mantenuto.
 Il regime pliometrico: sfrutta la proprietà del muscolo di
immagazzinare e restituire energia elastica e trova applicazione per lo
sviluppo della forza veloce, in particolare degli arti inferiori.
 L’elettrostimolazione: è una forma particolare di allenamento
isometrico. La contrazione del muscolo si ottiene attraverso la
stimolazione elettrica che un apparecchio invia a elettrodi applicati
sulla pelle, in corrispondenza del muscolo da allenare. È molto
utilizzata in riabilitazione e la sua efficacia è legata all’intensità di
stimolazione che avvicina la soglia del dolore.
TIPI DI ESERCIZI
 Esercizi a carico naturale o a corpo libero: sfruttano semplicemente
il peso del proprio corpo come resistenza da vincere.
 Esercizi con sovraccarichi: al peso corporeo viene aggiunto un
carico ulteriore, opportunamente scelto e graduato, per aumentare lo
sforzo della contrazione muscolare.
Concetto di 1RM: 1
RM è quel “peso” che
permette di realizzare
una sola ripetizione di
un esercizio.
 Ripetizione:
movimenti uguali eseguiti in successione.
 Serie: gruppi di ripetizioni che si eseguono per un certo numero di
volte.
METODI DEGLI SFORZI
 Metodo degli sforzi massimali: consiste nel lavorare con carichi che
consentono di effettuare da 1 a 3 sollevamenti, impiegando quindi il 90100% della propria forza massima. È il metodo più efficace per
migliorare la forza massima, ma è adatto solo ad atleti di grande
esperienza e ben preparati.
 Metodo degli sforzi ripetuti: si tratta di eseguire un numero variabile
di serie di esercizi con carico costante. L’intensità di lavoro (vale a dire
la percentuale del carico massimo, la velocità di sollevamento, il
numero di ripetizioni) e la durata del recupero variano in funzione del
tipo di forza che si desidera sollecitare. L’effetto allenante si riscontra
nelle ultime ripetizioni, dove per riuscire a sollevare il carico occorre
reclutare le fibre non ancora impiegate o affaticate.
 Metodo degli sforzi dinamici: si tratta di eseguire esercizi con carico
medio (50- 60%), leggero (30%), ma anche senza carico, alla
massima velocità.
Il numero di ripetizioni varia in relazione alla velocità di sollevamento (e quindi
del carico), che nel caso della forza esplosiva è massima e di conseguenza il
numero di ripetizioni arriva a 8-10 per 3-5 serie e recupero di 3 minuti tra le
serie.
La combinazione dei metodi: una volta apprese le azioni tipiche dei diversi
regimi di forza sarebbe opportuno combinare i metodi e i regimi presentati.
Possono essere combinati sia nella seduta che nella serie.
Per combinarli nella seduta basta inserire, per un determinato gruppo
muscolare, esercitazioni riguardanti i diversi regimi di contrazione in modo da
determinare le condizioni di adattamenti sempre nuovi da parte del muscolo.
All’interno della serie possono essere alternate contrazioni isometriche (che
sviluppano la forza massimale), concentriche (sviluppano la forza massimale
e la forza esplosiva), eccentriche e pliometriche (sviluppano la forza
esplosiva).
 Specificità: ogni muscolo o gruppo muscolare, per ottenere
miglioramenti nella forza e nella prestazione, deve essere oggetto di un
allenamento specifico.
 Riscaldamento: va curato iniziando con quello generale e poi
proseguire con quello specifico, in cui si eseguiranno alcune serie con
carichi bassi prima di iniziare l’esercizio con i sovraccarichi pesanti.
 Maggiore difficoltà con pesi liberi: gli esercizi con i bilancieri e i
manubri presentano maggiori difficoltà di controllo rispetto alle
macchine, per cui prima di impiegarli con carichi elevati occorre aver
bene assimilato la tecnica esecutiva.
 Incrementi graduali: i principianti devono usare carichi bassi per
favorire l’adattamento biologico, oltre che del muscolo, di tendini e di
strutture articolari.
 Espirare durante lo sforzo: si inspira durante la fase eccentrica, si
espira durante quella concentrica, evitando le fasi di apnea.
 Utilizzare tutta l’ampiezza di movimento del gesto: per mantenere
l’ottimale estensibilità di muscoli e tendini occorre che i vari gruppi
muscolari lavorino sempre accorciandosi e allungandosi
completamente. Concentrazione: Durante l’esecuzione, concentrarsi
sull’esercizio e sui muscoli impegnati.
 Sedute: privilegiare più sedute brevi ma intense, piuttosto che poche e
prolungate.
 ”Ascolto” delle sensazioni: se necessario, non avere paura di
modificare il programma di allenamento.
 Attenzione all’affaticamento: quando si è esausti si può andare
incontro più facilmente a traumi dell’apparato locomotore.
 Stretching: concludere la seduta con alcuni minuti di esercizi di
allungamento.
 Assistenza: quando si utilizzano carichi elevati con il bilanciere, è bene
avere il supporto di un compagno.