LA MUSICA NELLA PREISTORIA Come era la musica per gli uomini preistorici? Sicuramente non c’erano dischi, MP3, Youtube, ecc. E’ difficile dire cosa considerava come musica l’uomo primitivo. Una cosa è certa: è stato lui a “inventare” la musica. L’uomo primitivo comincia a fare musica per gioco, per comunicare, per trasmettere emozioni particolari, a cui non sa dare un nome. Fin dalle origini, l’uomo ha cercato di dare una spiegazione logia e razionale ai fenomeni naturali: il soffio del vento, il rombo del tuono, lo scrosciare della pioggia, ecc. Gli uomini, attraverso riti magici e propiziatori, cercavano di “imitarli”, con la voce o con strumenti musicali, costruiti con materiali facilmente reperibili. Anche i combattimenti erano accompagnati da suoni, efficaci per spaventare i nemici e le belve feroci. L’uomo primitivo produceva suoni ritmici e melodici, anche durante la danza, che serviva per scopi magici, per il corteggiamento o per divertimento. I primi strumenti utilizzati furono le mani, battute una contro l’altra o su qualcosa, i piedi, che battevano sul terreno, e la voce. Più tardi l’essere umano inizia la sua storia di “musicista” scuotendo un sonaglio, che può essere facilmente trovato in natura, senza bisogno di doverlo costruire: l’esempio più comune è dato da una zucca secca, i cui semi, scuotendola, fanno rumore. I sonagli potevano essere fatti anche con pietre, conchiglie e gusci. Per costruire altri strumenti musicali, l’uomo ha preso oggetti e materiali dal regno vegetale, dal regno animale e dal regno minerale. Il vissuto sonoro è stato così influenzato dalle caratteristiche del paesaggio e dei tanti elementi che lo componevano e, ovviamente, dal tipo di clima. Ha utilizzato pietre, legni, tronchi su cui battere, tubi o ossa di animale vuoti , in cui fischiare, archi da usare non solo per la caccia, ma per far suonare la corda, pelli di animali, con cui costruire tamburi, ecc. Per la musica delle origini, le prime testimonianze risalgono al Paleolitico superiore. Di questa epoca ci sono pervenuti reperti archeologici, cioè fonti materiali, che testimoniano l’esistenza di antichi strumenti musicali come fischietti, rombi, sonagliere. Le fonti visive, pitture e graffiti, rappresentano figure umane nell’atto di suonare o di danzare. Fondamentale per la ricerca storica della musica primitiva è stata l’etnomusicologia, disciplina nata alla fine del 1800.L’etnomusicologo studia le culture di tribù che, ancora oggi, vivono allo stato primitivo. Queste culture, con la loro musica hanno dato agli studiosi l’opportunità di fare ipotesi sulle origini della musica.