A Silvia di Giacomo Leopardi Il canto viene prodotto dal poeta nel 1828, dopo un lungo periodo di silenzio poetico quando ormai Leopardi aveva perso anche la motivazione nella composizione dei versi. Egli in quel periodo si trovava a Pisa e possiamo Certamente dire che in effetti questo rappresenta il primo componimento che poi andrà a far parte dei grandi idilli. Andiamo adesso ad esaminare la struttura metrica abbiamo detto che è una canzone libera leopardiana l'abbiamo ripetuto tante volte lo ribadiamo Perché in effetti la canzone di Leopardi diventa una canzone leopardiana perché è articolata non più seguendo quelle che sono le metriche dettate da Francesco Petrarca ma vediamo che l'organizzazione della canzone è libera perché costituita da endecasillabi e da settenari sciolti, anche se però dobbiamo dire che sono liberamente alternati e abbiamo anche delle rime occasionali Come avremo modo di notare nel corso della dell'analisi. Passiamo adesso alla lettura dei versi e poi successivamente alla parafrasi come si procede per l'analisi del testo Silvia rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale quando beltà splendea negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi e tu lieta e pensosa il limitare di gioventù salivi? sonavan le Quiete stanze e le vie d'intorno al tuo perpetuo canto Allor che all'opre femminili intenta sedevi assai contenta di quel vago avvenir che in mente Avevi era il maggio odoroso e tu solevi così menare il giorno io gli studi leggiadri talor lasciando e le sudate carte ove il tempo mio primo e di me si spendea la miglior parte Din sui Veroni del Paternò ostello porgea gli orecchi al Suon della tua voce ed alla Man veloce che percorrea la faticosa tela mirava il ciel sereno le vie dorate e Gli orti e Quinci il mar da lungi e quindi il monte lingua Mortal non dice quel ch'io sentiva in seno che pensieri Soavi che speranze che cori o Silvia mia ci apparia La vita umana e il fato quando sovviemmi di cotanta speme un affetto mi preme acerbo e sconsolato e tornami a doler di mia Sventura Oh natura natura perché non rendi poi quel che prometti Allor perché di tanto Inganni i figli tuoi tu Pria che l'erbe inaridisse il verno da chiuso morbo combattuta e vinta perivi o tenerella e non vedevi il fior degli anni tuoi non ti molceva il core la dolce lode or delle Negre chiome Or degli sguardi innamorati e schivi né Teco le compagne di festivi ragionavan d'amore anche peria fra poco la speranza mia dolce agli anni miei anche negaro i fato i fatti la giovinezza hai come passata sei cara compagna dell'età mia Nova mia lacrimata speme Questo è il mondo questi i diletti l'amor l'opre gli eventi onde cotanto ragionammo insieme Questa la sorte dell'umane genti all'apparir del vero Tu misera cadesti e con la mano la fredda morte ed una tomba ignuda mostravi di lontano Passiamo alla parafrasi: Allora vediamo che Giacomo Leopardi si relaziona con un interlocutore che in questo caso è una ragazza Silvia. Silvia si pensa sia stata comunque la figlia del Cocchiere di casa Leopardi Il suo vero nome però era Teresa Fattorini che comunque morì molto giovane a causa della tubercolosi e possiamo dire che in effetti anche della posizione non della casa di Leopardi è possibile che dall'alto Comunque dal balcone di casa sua potesse comunque guardare vedere scorgere la ragazza all'interno del delle case che erano appartenenti Comunque alle scuderie dei leopardi e vediamo che lui inizia quasi come un colloquio con la ragazza perché dice rimembri ancora ricordi ancora quel periodo quel tempo della tua vita mortale Quando la bellezza splendeva negli occhi tuoi che erano sorridenti pieni di gioia e fuggitivi allo stesso tempo perché si vergognava e tu quindi lieta ma anche un po' pensierosa il limitare di gioventù salivi Cioè oltre passavi la soglia non stavi per oltrepassare la soglia della della giovinezza sonavan le Quiete stanze le vie dintorno al tuo perpetuo canto vediamo che Leopardi si riferisce ai momenti dove lui in effetti riusciva ad ascoltare il canto di Silvia e il canto lo immaginiamo in questo contesto che gli arrivava comunque mentre lui si trovava all'interno del silenzio delle sue stanze e il canto veniva sgorgava comunque naturale da Silvia proprio quando lei si dedicava le faccende femminili e quel canto era indice comunque indice di un'aspettativa del futuro era un canto di felicità Perché Leopardi Immagina che lei vada già a raccontare cioè già pensare a quello che sarà il suo avvenire e poi contestualizza il momento dicendo che ci si ritrovava nella parte più bella della Primavera ossia maggio il maggio profumato e quindi lei e tu solevi così menare il giorno Cioè lei quindi passava così il giorno ora l'attenzione da Silvia passa su Leopardi passa su Giacomo e dice io gli studi leggiadri talor lasciando le sudate carte ove il tempo mio primo e ti si spendea la miglior parte dice Intanto io invece mentre mi dedicavo ai miei studi continui e perpetui in un certi momenti tra lasciavo quel quel lavoro così faticoso dove io dedicavo la maggior parte del mio tempo della mia giovinezza e quindi dal di sopra del balcone del Paterno ostello sta proprio per portarlo ossia albergo e quindi la casa paterna porgevo le orecchie quindi ascoltavo con attenzione il suono della della tua voce e chiaramente immaginava anche la mano veloce che percorreva che lavorava questa tela perché sotto quello che era la spinta e la gioia del canto Giacomo Immagina anche che il ritmo del lavoro di Silvia sia dettato proprio anche dal ritmo del canto e quindi questo canto consolatorio lo spingeva a guardare il cielo sereno le vie che erano comunque dorate baciate dal sole Gli orti il mare che compariva alll'orizzonte da lontano la parte quindi del Monte perché comunque nella zona recanatese e Adriatica Noi abbiamo comunque Questo paesaggio che Si alterna a sistemi comunque di Montagne di Colline che incontrano il mare e tutta la bellezza espressa in questi due versi quando dice “lingua” quindi questo fa presagire un momento anche di felicità proprio di Leopardi Passiamo alla seconda parte: qui vediamo che ora c'è un accento più basato su quello che è la meditazione cioè la meditazione di Leopardi viene esternata proprio tramite questi versi quando dice che pensieri Soavi quindi che pensieri che belle speranze che cori intende però non in senso reale ma comunque Immagina che Leopardi magari seguiva il canto dalle sue stanze non dai suoi appartamenti e poi parla proprio del quello che erano le aspettative del futuro perché dice quale allora ci apparia La vita umana e il fato Quindi quale era per noi allora la vita degli uomini è qual era il destino: Ecco il verbo che viene studiato profondamente da Leopardi all'interno dello Zibaldone e c'è uno scarto linguistico veramente efficace perché il ricordo viene assolutamente sottolineato insieme al rimembrare e assovvenire quindi quando assoviene Cioè quando mi ritorna in mente tutta questa speranza un affetto qui non sta peraffetto vero e proprio ma sta per una preoccupazione quindi una preoccupazione che lo prende in maniera molto forte in maniera molto veemente tanto da farlo sentire male e quindi egli torna a dolersi della propria sventura della propria condizione umana. Qui troviamo poi l'invocazione alla natura che diventa anche una vera e propria personificazione perchè lui si rapporta alla natura quasi come una persona reale viva e quindi vediamo lui risponde lui parla e dice oh natura natura perché non rendi poi quel che prometti Allora quindi qui è palese il concetto di disinganno perché la natura benigna che in maniera amorevole aveva Comunque stesso dei veli intorno alla ragione umana e quindi erano gli uomini che avevano voluto scoprire Qual era la realtà qual era il vero e quindi la prima fase del pessimismo ossia la fase del pessimismo storico qui invece in queste parole perché non rendi poi quel che prometti Allor perché di tanto Inganni i figli tuoi si riferisce Più che altro di un rapporto con una natura matrigna che è concentrata assolutamente e unicamente sulla propria conservazione autoconservazione Quindi o natura natura Perché non dai quello che prometti nei primi anni di vita perché Inganni così tanto i tuoi figli Ora vediamo che passiamo poi alla strofa successiva e ci rivolgiamo di nuovo a Silvia quindi tu Silvia prima che l'erbe inaridisse il verno cioè prima che l'erba ossia la natura fosse inaridita dall'inverno dal freddo dell'inverno da chiuso morbo combattuta e vinta perivi o tenerella quindi o piccola ragazza tenera proprio per la minore età a causa di questa malattia morbo sta per malattia dopo aver combattuto venivi vinta e quindi morivi e non riuscivi a vedere il fior dei tuoi anni ossia la giovinezza quindi non ti poteva accarezzare il cuore sentirti gratificata da quella dolce lode che poteva arrivare Grazie ai bei capelli neri oppure non potevi comunque essere contenta di quegli sguardi innamorati e schivi allo stesso tempo ne potevi poi parlare con le tue compagne nei giorni festivi per parlare d'amore. Ritorniamo ancora una volta su Leopardi E dice anche peria fra poco la speranza mia dolce quindi anche anch'io di lì a poco vedrò dissolta ogni ogni forma di speranza Perché ha il fato cioè il destino ha annegato a me anche la giovinezza Quindi hai come passata sei cara compagna dell'età mia Nova mia lacrimata speme quindi mia mia compianta lacrimata speranza come sei passata come sei stata per me una cara compagna nell'età della mia giovinezza e qui una serie di domande ovviamente retoriche quando lui dice questo il mondo questi i diletti l'amor l'opre gli intenti onde cotanto ragionammo insieme quindi vediamo che dici allora questo è quello che è il mondo Infatti vediamo che qui abbiamo due piani abbiamo un orizzonte Vasto Leopardi che è mondo e quindi dice Quindi questa sono le felicità Gli amori i lavori gli eventi e poi abbiamo un altro piano che è l'orizzonte universale Questa è la sorte dell'umane genti Quindi vedete orizzonti universale Cioè quindi questa è la sorte dell'umanità quindi gli ultimi versi all'apparir del vero Tu misera cadesti e con la mano la fredda morte ed una tomba ignuda Mostra via lontano si intende e si rivolge alla speranza quindi o speranza tu all'apparire del vero cadesti miseramente mostrando da lontano con la mano una tomba una tomba ormai disadorna Ora andiamo adesso adesso a quella che l'analisi del testo allora l'aspetto metrico già lo abbiamo l'abbiamo già scritto e realizzato la sintassi della poesia È una sintassi abbastanza semplice e Piana e scorrevole Infatti sono presenti i periodi brevi e diverse diverse coordinate quindi abbiamo una prevalenza di una coordinazione. Inoltre poi ejambemnets sono abbastanza dolci per esempio mi riferisco Ce ne sono tantissimi ma mi riferisco la seconda strofa verso 10-11 intenta sedevi oppure 11-12 contenta di quel vago avvenir e sempre procedendo sulla stessa strofa era il maggio odoroso scrivi con così menare il giorno Notiamo poi che quando lui parla soprattutto nella prima parte del canto Noi abbiamo una prima parte che si dedica soprattutto ad una descrizione dell'ambiente che viene alternato prima con l'ambiente il contesto di vita di Silvia e poi che il contesto di vita di Giacomo Leopardi Quindi abbiamo una prima parte di descrizione della dei due ambienti quello di Silvia è quello di quello di Giacomo Questo arriva Però fino al verso numero 27 quindi ci riferiamo Esattamente alle prime tre strofe. La seconda parte Comunque le successive tre strofe parte dal verso numero 28 e questa seconda parte è basata soprattutto sulla Riflessione Infatti vedremo che la riflessione sarà basata proprio sulla condizione esistenziale dei due protagonisti che sono accomunati tra di loro. Parlavamo della prima parte e delle prime strofe, Qui Notiamo che ci sono dei riferimenti spaziali cioè le stanze del Paterno ostello Cioè abbiamo tutta una serie comunque di coordinate spaziali queste coordinate spaziali badate bene che non servono tanto a descrivere l'ambiente ma sono importanti perché creano le premesse per la successiva riflessione che verrà quindi la seconda strofa è una strofa incentrata soprattutto sulla condizione di Silvia e vediamo che il suo interlocutore femminile per Leopardi vediamo che è sottolineato soprattutto anche dal pronome tu. Nella terza strofa possiamo dire che invece troviamo più che altro un barlume di speranza Infatti questa qui viene più che altro indicata come quella che è la speranza del poeta. Notiamo poi lo scarto linguistico di alcune parole per esempio sempre nella terza strofa per esempio leggiadri, Veroni. Ostello poi ancora andando avanti mirava Orti. Quinci. lungi queste tutte queste parole che si ritrovano Comunque dal verso numero 15 al verso numero 27 sono tutte quante delle parole auliche sono delle parole che non usiamo normalmente nel nostro parlato quotidiano sono auliche quindi abbastanza importanti ma non per questo sono difficili da comprendere nel nell'economia comunque del contesto. Poi vediamo che nella seconda parte e quindi le ultime tre strofe cioè quelle che vanno dal verso 28 alla fine vediamo che abbiamo detto c'è soprattutto la riflessione Infatti i due protagonisti ora sono accomunati e sono accomunati proprio da questo dalla sofferenza Infatti vediamo che il poeta anche quando si descrive in questi versi della seconda parte la sua riflessione non ci porta comunque a pensare che egli sia immerso nel mondo anzi noi notiamo che Leopardi ès empre separato dal mondo c'è sempre un limite c'è sempre qualche cosa che lo impedisce comunque di entrare nel mondo in questo caso è la finestra lui guarda quindi dalla finestra, lui guarda Silvia dalla finestra, Nel caso precedente precedente era per esempio la siepe Con l'infinito questo che cosa sta a significare che cosa qual è il messaggio in effetti alcuni critici ci parlano e ci dicono che egli percepisce Più che altro il mondo dal chiuso della propria stanza da dove egli pensa scrive e quindi egli si percepisce sempre concependo se stesso dal suo mondo interiore quindi la finestra è un confine simbolico in sostanza ed è un confine simbolico che però mette in comunicazione Due Mondi cioè quello esterno e quello interno. Ora veniamo invece alla strofa successiva di questa seconda parte quindi mi riferisco la strofa che va dai versi numero 40 fino a ragionavan d'amore qui vediamo che egli si riferisce sempre ritorna il tu no Che rivolge a Silvia e qui c'è soprattutto il concetto del disinganno cioè la colpa La colpa del disinganno non è più relativa all'uomo ma è la natura è la natura che quindi non si cura dei propri figli è la natura che quindi tende solo e cura soltanto quello che è la propria autoconservazione infine poi abbiamo la strofa che va dalla verso numero 49 fino alla fine, questa strofa finale ha come tematica soprattutto la fine delle speranze di Giacomo e qui Guardate che Silvia riesce ad avere una trasformazione Silvia diventa il simbolo della speranza e la possiamo possiamo riscontrare questo proprio quando lui parla di mia lacrimata speme è Silvia e Silvia che diventa quindi simbolo della speranza andiamo all'analisi delle 5 le retoriche Allora iniziamo col primo verso del primo verso Silvia è un apostrofe poi Notiamo anche sempre questa prima strofa la ripetizione di alcuni gruppi di consonanti di vocali come per esempio secondo verso con tempo tua mortale quindi ripetizione della t e della e di tua mortale Se procediamo nei versi abbiamo quattro ripetenti ridenti e fuggitivi ti e tu limitare gioventù sempre la ripetizione della T alcune volte si ripropone in maniera insistente il gruppo t e i oppure T e u la la letterazione della tu non finisce continua ancora sulla strofa successiva sulla seconda strofa con cui e te stanze tuo perpetuo ancora intenta contenta mente tu li abbiamo tutta una serie quindi di alterazione tutte quante più o meno ridondante diciamo così vanno comunque usare quasi sempre le stesse consonanti proprio per indicare dare una vera e propria velocità al al verso poi Ritornando alla prima strofa abbiamo al verso numero 5 lieta e pensosa Qui siamo in presenza di un ossimorto lieta e pensosa due aspetti diversi poi il limitare di gioventù salivi è una metafora perché parliamo Comunque del del fatto che si approssimava alla giovinezza poi notiamo anche delle rime delle rime per esempio con abbiamo intenta con contenta che si trovano al verso 10 e 11 Quindi abbiamo una sorta di rima baciata la stessa cosa accade alla terza strofa al verso 16 con carte al verso 18 con parte e al verso 20 parte parte parte parte mentre 20 con voce veloce quindi ripetiamo al verso 16 carte 18 parte 20 voce e 21 veloce carte parte Voce veloce poi un'altra cosa che dobbiamo notare sempre all'interno delle figure retoriche ritornando indietro alla seconda strofa verso 6 sonavan le Quiete stanze suonava Quindi è un onomatopea Poi invece quando arriviamo al verso 10:11 Notiamo un anastrofe Ossia una vera e propria inversione sintattica di tutti quanti elementi della frase Infatti alloggi all'opre femminili intenta sedevi assai contenta di vedere inversione sintattica Quindi abbiamo l'anastrofe verso 15-16 chiasmo struttura ad X infatti abbiamo studi leggiadri nome aggettivo e sudate carte aggettivo nome vedete abbiamo quindi un incrocio con aggettivo aggettivo se vuole scrivere te e mettete per iscritto vedete E chi vede il nome aggettivo sotto il Rigo sotto nome nome aggettivo aggettivo nome quindi abbiamo nome nome aggettivo aggettivo abbiamo quindi una struttura ad X Quindi avremo studi studi leggiadri e poi sudate carte. Quindi abbiamo detto nome nome quindi abbiamo studi carte aggettivo aggettivo leggiadre sudate struttura a X chiasmo poi andando ancora ce ne sono tantissimi ancora di figure retoriche per esempio sudate carte sudate carte in senso in verso 16 è una metonimia perché per carte noi non intendiamo la carta vera e propria ma l'insieme di tutti gli scritti quindi manoscritti di Leopardi oppure i libri i volumi quindi noi indichiamo carte per indicare Invece quello che è più che altro il materiale che compone per esempio un manoscritto e la carta il materiale che compone un libro e la carta e il materiale che compone una volume e la carta quindi andichiamo il materiale per quello che è proprio il complesso degli scritti di Leopardi quindi metonimia è sempre una metonimia andando poi avanti abbiamo ancora metonimia con lingua Mortal poi nella Nella terza strofa abbiamo la ripetizione di che che pensieri Soavi che speranze che cori Quindi 28 e 29 qui abbiano Non solo quella che è l’anafora perché abbiamo la ripetizione per due versi successivi della stessa parola Quindi allora 28 e 29 che abbiamo anche il che la parte finale del verso Quindi abbiamo anche un epifora e poi quando si andiamo ad analizzare i concetti i concetti hanno anche una vera e propria gradualita no perché che pensieri Soavi che speranze che cori Quindi abbiamo il climax infine verso 36 o natura natura come già vi avevo anticipato non solo noi ci troviamo di fronte ad una personificazione della natura ma anche un apostrofe poi ancora ve ne sono altre ad esempio al verso 41-42-43 il fior degli anni tuoi metafora per indicare Comunque la giovinezza ancora notiamo qualche qualche rima con schivi festivi poi nell'ultima strofa la ripetizione al verso numero 49 anche prima edizione al verso 51 anche quindi anastrofe e poi infine vediamo che troviamo un'altra volta Un chiasmo all'interno del dell'ultima parte della poesia quando nei nei versi Lui parla proprio della speranza e dice la fredda morte ed una tomba ignuda mostravi di lontano qui troviamo di nuovo il chiasmo fredda morte tomba ignuda un chiasmo che riguarda aggettivo più nome Per quanto riguarda lo studio del canto dovete eseguire la parafrasi della poesia e poi trascrivere verso per verso tutta quella che è l'analisi che abbiamo fatto cioè dal. Di vista tematico dal. Di vista retorico e metrico.