GEORGE SIMMEL Georg Simmel è un filosofo e sociologo tedesco, considerato il “più contemporaneo dei classici”. Lui riprende le teorie di Weber ma le attualizza. I sociologi prima di Weber avevano insistito sul lato oggettivo della società, mentre Weber aveva evidenziato il lato soggettivo, costituito da esperienza individuali che si combinano nella vita quotidiana. Simmel afferma che il lato oggettivo e quello soggettivo della società non convivono pacificamente e sono continuamente in contraddizione, così i fatti sociali sono un tentativo di conciliare l’uomo e la società. L’oggettivizzazione delle forme Simmel afferma che gli individui, interagendo, danno vita a relazioni, che hanno un contenuto (un argomento), e una forma (il modo di condurre l’interazione sociale). Successivamente, le forme delle relazioni iniziano ad essere indipendenti dai contenuti e si oggettivizzano, diventando giochi sociali, ovvero l’insieme delle regole che amministrano i rapporti con gli altri. La società è l’insieme di giochi sociali. Il rapporto tra individuo e società L’uomo è naturalmente predisposto a socializzare e nel rapporto con gli altri condivide la sua soggettività. In questo modo si dà vita a forme sociali, ovvero l’incontro tra diverse soggettività. Tuttavia quando le forme sociali si oggettivizzano e si cristallizzano, diventando giochi sociali, la soggettività viene meno. Per questo motivo la società si trasforma in una sorta di gabbia, che limita la creatività. Da questo deriva l’ambivalenza del rapporto tra individuo e società: nell’uomo c’è una carica interiore che lo spinge verso la società, ma che non può essere pienamente appagata. I vantaggi dell’oggettivizzazione Simmel afferma che la cristallizzazione della cultura, ovvero la perdita della soggettività nei giochi sociali, sia un disagio per l’uomo; tuttavia, l’oggettivizzazione delle forme sociali è vantaggiosa perchè rende i rapporti tra gli uomini più prevedibili, li rende più semplici e aumenta la complessità sociale, ovvero l’evoluzione del sistema sociale. Un esempio è il passaggio dal baratto al pagamento in denaro. Purtroppo c’è un prezzo da pagare poiché la limitazione della soggettività genera insoddisfazione.Ma l’insoddisfazione crea società dinamiche. Modernizzazione e crisi Simmel spiega che l’ambivalenza del rapporto individuo-società è dovuto alla modernizzazione. Lui afferma che il disincantamento del mondo di Weber è essenzialmente l’incremento dell’oggettivizzazione delle forme sociali. Quando la soggettività viene estremamente limitata, la società non può rinnovarsi e si ha un blocco della cultura. L’opera del filosofo e sociologo tedesco Georg Simmel ha assunto una grande importanza, in particolare nell’ambito della sociologia fenomenologica, tanto che Simmel ha potuto essere definito come “il più contemporaneo dei classici”. La società secondo Simmel Per Simmel, la società è il risultato delle relazioni reciproche degli individui; dalla complessità dell’agire, in una correlazione di situazioni, sorge un’unità che è appunto la società. Se le unità sociali sono caratterizzate dall’agire individuale, per conoscere tali unità il sociologo deve procedere attraverso astrazioni e selezioni che, solo utilizzando le categorie proprie dell’intelletto umano, si possono trovare. A differenza di Kant, Simmel ritiene che le categorie mediante le quali noi abbiamo accesso alla conoscenza e all’esperienza nascono dai nostri bisogni vitali. Inoltre, Simmel riconosce gli a-priori come una concezione non realista della conoscenza. Essa viene considerata come il risultato di un’attività costruttiva dell’individuo conoscente. Il rapporto tra idee e strutture sociali si configura nei termini di un’influenza reciproca tra le due dimensioni, dato che la conoscenza nasce attraverso dei condizionamenti naturali e sociali ma, a sua volta, è anche il risultato di un’attività soggetiva autonoma. Le forme sociali Per analizzare e comprendere le unità sociali, il sociologo deve procedere attraverso selezioni e astrazioni per costruire il suo oggetto di studio. Simmel propone di mettere in evidenza le forme di relazione che vengono a stabilirsi nei rapporti dinamici tra gli attori sociali. Egli distingue tra forma e contenuto della società. Il contenuto, semplicemente, è tutto ciò che negli individui è presente come impulso, interesse, scopo, ecc.; la forma, invece, è rappresentata dai diversi modi attraverso cui gli individui stabiliscono le loro intenzioni. Dunque, se il contenuto costruisce, la forma permette la giusta strutturazione. Le forme, a loro volta, tendono a rendersi indipenti dal contenuto e ciò spiega quello che per Simmel sono le “forme del gioco”. La filosofia del denaro “La filosofia del denaro” è l’opera principale di Georg Simmel, scritta nel 1900. In essa, l’autore vuol mettere in evidenza gli effetti culturali e sociali provocati, nella modernità, dallo sviluppo e dallo scambio economico fondato sul denaro. Il denaro, per Simmel, è la migliore dimostrazione del carattere simbolico del sociale, trasforma la qualità in quantità. L’oggetto del desiderio appare svuotato di ogni valore, che può essere basato dal sacrificio, dal lavoro, che siamo disposti a fare per ottenerlo; questo valore viene sostituito dal denaro. Quando il valore diventa denaro, per molti individui, l’oggetto difficilmente può essere raggiunto, perciò non riescono a comprendere il nesso tra valore e desiderio, in quanto ormai il valore viene oggettivato nel prezzo di mercato. Questo, per Simmel, comporta profondi scompensi nella società moderna, recando un sostanziale contributo all’analisi marxista con l’alienazione. Rapporto individuo-società Per Simmel, come detto prima, la società è il risultato delle azioni reciproche; l’individuo, come tale, da solo, non può mai essere integrato socialmente. Simmel afferma che nell’individuo vi è una dimensione che non è rivolta alla società. Questa dimensione non deve essere intesa come qualcosa che sta accanto alla parte socialmente significativa nell’individuo, ma deve essere ritenuta unita con essa. L’ambivalenza della posizione dell’individuo nella società, spiega il fatto che l’individuo si possa contrapporre all’ordine sociale. Si mostra dunque una tensione continua che riguarda il rapporto tra individuo e società, poiché l’attore sociale, con le sue forme di rappresentazione, può sia avvicinarsi nelle interazioni reciproche ma, d’altro canto, può rinchiudersi, alienandosi da ciò che più propriamente appartiene alla sua vita. In Simmel, dunque, emerge “l’ambivalenza delle forme di determinazione”. Egli sviluppa una concezione tragica della cultura poiché essa produce effetti inquietanti. La mancanza di misura della vita, costituisce un presupposto essenziale attraverso cui Simmel spiega come sia naturale la complessità dei fenomeni sociali. E’ nel rapporto con le forme che si sviluppa l’esperienza umana; quindi, la necessità delle forme viene riconosciuta come determinante e Simmel critica la modernità perché essa tende a liberarsi da ogni forma determinante. La crisi della modernità Simmel dunque critica aspramente la modernità. Nella società moderna, un’immensa quantità di rappresentazioni e significati culturali diversi è venuta, in un tempo breve, oggettivandosi in cose e conoscenze, istituzioni e comodità, per poi creare un regresso della cultura. Per tale motivo, l’attore sociale tende sempre di più a non riuscire ad integrarsi nello sviluppo lussureggiante della cultura oggettiva, riducendosi in quella quantità che viene definita trascurabile. Per le sue caratteristiche, la modernità appare come un’epoca nella quale si verifica per eccellenza una sorta di “epifania della condizione umana”, durante la quale si manifesta la tensione che c’è nel rapporto tra individuo e società. Il filosofo e sociologo tedesco Georg Simmel (Berlino 1858 - Strasburgo 1918) percorre una carriera universitaria sempre osteggiata per le sue origini ebraiche e per la natura del suo pensiero, asistematico e difficilmente circoscrivibile a una sola disciplina. Nella Filosofia del denaro (1900) applica il principio secondo cui ogni fenomeno può essere definito e acquistare significato solo per mezzo della rete delle sue interazioni con gli altri fenomeni. Il denaro assume una funzione privilegiata nella descrizione della realtà perché è per suo mezzo che uomini e cose entrano in rapporto tra loro. Non solo gli oggetti sono ridotti a merci, ma anche i valori umani: il denaro domina sulla vita sociale, la quantità sulla qualità. Questo è anche il processo di trasformazione sociale verso la modernità, un processo che non ha senso voler ribaltare. Per Simmel il divenire storico è divenire dello spirito nel flusso continuo della vita. Le forme storiche sono però cristallizzazioni della vita fluente e quindi sue manifestazioni essenzialmente insufficienti. La vita esige forma per manifestarsi, ma insieme è anche un costante superamento della forma: si esprime solo nella forma, ma non può esaurirsi nella forma. È in questo senso che nell'Intuizione della vita (1918) Simmel definisce la vita "più che vita": la sua essenza è di trascendere se stessa. Ciò implica che in filosofia non esistono verità assolute, perché la vita stessa di volta in volta crea e distrugge la verità in cui si esprime. La categoria sociologica fondamentale è per Simmel quella di "forma", infatti egli è considerato il fondatore della cosiddetta sociologia formale, che si occupa di quelle relazioni e quelle condizioni all'interno dei gruppi umani che manifestano un'uguaglianza formale costante attraverso tutti i mutamenti del divenire storico. Tali forme invarianti del divenire non coincidono con strutture o comportamenti sociali, ma con la stessa predisposizione dell'uomo a stabilire con gli altri uomini delle relazioni sociali, cioè ciò che Simmel chiama "sociabilità".