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PROMETHEUS - Testo Atlante di Anatomia
Anatomia Generale e Apparato Locomotore
M. Schünke, E. Schulte, U. Schumacher
SITO DEDIC A TO
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Codice personale
Anatomia Generale
e Apparato Locomotore
Prometheus
Testo Atlante di Anatomia
II edizione
Anatomia Generale
e Apparato Locomotore
Prometheus
Testo Atlante di Anatomia
II edizione
Michael Schünke
Erik Schulte
Udo Schumacher
Illustrazioni di
Markus Voll
Karl Wesker
2031 Illustrazioni
182 Tabelle
Edizione italiana
a cura di Eugenio Gaudio
Titolo originale
Prometheus LernAtlas der Anatomie
Allgemeine Anatomie
und Bewegungssystem
3. auflage
© 2005, 2007, 2011 Georg Thieme Verlag
Prometheus - Testo Atlante di Anatomia
Anatomia Generale e Apparato Locomotore
II edizione
Edizione italiana a cura di
Eugenio Gaudio
Facoltà di Medicina e Chirurgia - Università degli Studi di Roma
“La Sapienza”
Copyright © 2014, EdiSES S.r.l. – Napoli
Professor
Dr. med. Dr. rer. nat. Michael Schünke
Anatomisches Institut der
Christian-Albrechts-Universität zu Kiel
Otto-Hahn-Platz 8
24118 Kiel
Professor
Dr. med. Erik Schulte
Universitätsmedizin der
Johannes Gutenberg-Universität Mainz
Institut für Anatomie und Zellbiologie
55099 Mainz
Professor
Dr. med. Udo Schumacher
Universitätsklinikum Hamburg-Eppendorf
Institut für Anatomie II
Experimentelle Morphologie
Martinistraße 52
20246 Hamburg
Illustrazioni di
Markus Voll, München (Homepage: www.markus-voll.de)
Karl Wesker, Berlin (Homepage: www.karlwesker.de)
9 8 7 6 5 4 3 2 1 0
2018 2017 2016 2015 2014
Le cifre sulla destra indicano il numero e l’anno
dell’ultima ristampa effettuata
Ha collaborato alla traduzione: Dott.ssa Patrizia Bottassi
Fotocomposizione: ProMediaStudio di A. Leano – Napoli
Stampato presso la
Tipolitografia Petruzzi Corrado & Co. S.n.c.
Zona Ind. Regnano – Città di Castello (PG)
per conto della
EdiSES –Napoli
http://www.edises.it email: [email protected]
ISBN 978 88 7959 8194
A norma di legge è vietata la riproduzione, anche parziale,
del presente volume o di parte di esso con qualsiasi mezzo.
L’Editore
Anatomia Generale e Apparato Locomotore
Prometheus - Testo Atlante di Anatomia
Hanno collaborato:
Maria Gabriella Cusella De Angelis
Tullio Barni
Mario Cannas
Antonio Franchitto
Raffaele Geremia
Marco Gesi
Massimo Gulisano
Angela Montaruli
Carla Palumbo
Mario Raspanti
Rita Rezzani
Michela Cristina Turci
Elisabetta Weber
Università degli Studi di Pavia
Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro
Università del Piemonte Orientale
Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
Università degli Studi di Pisa
Università degli Studi di Firenze
Università degli Studi di Milano
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Università degli Studi dell’Insubria
Università degli Studi di Brescia
Università degli Studi di Milano
Università degli Studi di Siena
Revisione e coordinamento:
Lucia Manzoli
Università degli Studi di Bologna
V
Prefazione all’edizione italiana
È per me motivo di viva soddisfazione presentare la nuova edizione,
riveduta ed aggiornata, dell’opera Prometheus, che in pochi anni è diventata un classico della letteratura didattica per gli studenti italiani
di Medicina e Chirurgia.
Per la I edizione, avevo affrontato con un certo preconcetto la preliminare visione e lettura dell’opera; da anni, infatti, utilizziamo testi
ed atlanti di lunga e prestigiosa tradizione che trovano buona accoglienza fra gli studenti. In questi anni, gli studenti e i numerosissimi
medici e specialisti, che hanno utilizzato l’opera, hanno mostrato vivo
interesse unito ad un sincero apprezzamento dell’atlante: le bellissime figure, realizzate a suo tempo con un impegnativo lavoro durato
otto anni, costituiscono ciascuna un reperto anatomico – che affronta
argomenti anche di una certa complessità – non solo didatticamente
e tecnicamente adeguato a favorire l’apprendimento dello studente,
ma anche in grado di esplicitare visivamente lo sviluppo di un tema
specifico, con precisione analitica e, allo stesso tempo, con una visione sintetica e chiara.
È risultata, quindi, pienamente raggiunta la finalità primaria di avere
un atlante di anatomia “moderno”, che possa essere nel contempo
un valido ausilio didattico per la preparazione dello studente ed una
guida chiara alla valutazione di quanto un argomento sia necessario
alla conoscenza di base dell’anatomia e di quanto sia al contempo, per
il futuro medico, correlato con l’attività clinica.
L’opera, inoltre, non si limita a presentare una semplice serie di immagini corredate da una sommaria legenda o da un sintetico commento, ma è arricchita e pienamente valorizzata da un ampio testo
illustrativo, che è stato rivisto ed aggiornato dai più validi e prestigiosi
docenti di Anatomia umana di ruolo nelle Università italiane: ad essi
va la mia più sincera gratitudine per la qualità del lavoro svolto.
Tale caratteristica dell’opera la rende più comprensibile, mediante
spiegazioni, indicazioni didattiche, riferimenti anatomo-funzionali ed
anatomo-clinici: in questo modo il lettore viene condotto passo per
passo nell’apprendimento, riuscendo a comprendere a fondo anche
concetti complessi, che vengono analizzati nelle loro basi costitutive
e resi così facilmente assimilabili.
Ulteriore elemento di pregio dell’opera è rappresentato dalla descrizione delle più frequenti varianti anatomiche e dalla utilizzazione
dell’anatomia sezionale, tecnica utilizzata in anatomia da circa un
secolo, ma oggi grandemente rivalutata per le necessità di corretta
interpretazione delle moderne tecniche di imaging diagnostico, quali
la TAC e la RMN e le loro moderne, tridimensionali possibilità di resa
dell’immagine anatomica del vivente.
Come ho avuto già modo di dire nella presentazione della I edizione
italiana, Prometheus rappresenta un atlante anatomico di moderna
impostazione e di raffinata realizzazione; non solo strumento utile
per gli studenti, in grado di fornire nozioni anatomiche precise, dettagliate e selezionate nell’ottica della professione medica e quindi
estremamente valido durante l’apprendimento dell’anatomia, ma anche preziosa opera di aggiornamento, verifica e consultazione nella
professione quotidiana per i Medici, per gli Specialisti ed, in generale,
per tutti i Professionisti Sanitari.
Un ringraziamento particolare è dedicato alla Casa Editrice, che con
impegno e tradizionale competenza ha garantito alla presente edizione una adeguata veste tipografico‑editoriale, che ne valorizza al
meglio le pregevoli caratteristiche grafiche e dottrinarie.
Sono certo, quindi, che il lettore e lo studioso potranno pienamente
avvalersi ed apprezzare le risorse artistiche, didattiche e culturali che
rendono questa opera un punto di riferimento nel panorama della letteratura anatomica internazionale.
Prof. EUGENIO GAUDIO
Professore Ordinario di Anatomia Umana e Anatomia Clinica
Preside della Facoltà di Medicina e Farmacia
Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
VII
In continuo movimento con Prometheus!
Sono trascorsi quattro anni dalla presentazione della II edizione del
Testo Atlante di Anatomia Prometheus, “Anatomia generale e Apparato locomotore”. In questi quattro anni Prometheus ha sviluppato i
suoi interessi in molte direzioni. Sono state elaborate non solo flash
card, dedicate alle immagini, ma anche applicazioni per dispositivi
mobili come l’iPhone. Siamo sbalorditi, così come l’Autore, di quanto Prometheus abbia spiccato rapidamente il volo. I lettori ci hanno
costantemente sostenuti sia attraverso la formulazione di nuove proposte sia segnalandoci gli eventuali errori presenti. Vi ringraziamo
per questa critica costruttiva che mantiene Prometheus in continuo
movimento.
Movimento è la parola che rappresenta a pieno il progetto, soprattutto il Primo Volume in cui sono trattati le ossa, i muscoli e le articolazioni. Il rapporto dell’OMS dal titolo “Il decennio delle ossa e delle
articolazioni” è stato riconfermato per il prossimo decennio - segno
che i disturbi muscolo-scheletrici continuano a rappresentare una tematica critica per il sistema sanitario, sia a livello nazionale che internazionale. La cooperazione interdisciplinare è necessaria oggi più che
mai. Quando una persona anziana subisce una frattura, non è sufficiente seguirne il decorso professionalmente: il percorso deve essere
accompagnato da domande sul perché si è giunti a questa frattura.
Ad esempio, sussiste l’osteoporosi prima della caduta o il paziente
presenta una rigidità tale che qualsiasi movimento imprevisto lo conduce alla caduta? Un programma di studi adeguato deve quindi essere
garantito affinché le nostre Università siano sempre aggiornate.
La base per l’individuazione e il trattamento dei disturbi muscolo-scheletrici è l’Anatomia. Prometheus attribuisce importanza alle ossa, ai
muscoli e alle articolazioni non solo in un formato vivace e accattivante, ma anche attraverso un aggiornamento continuo. La III edizione è
quindi non solo revisionata e corretta, ma ancora una volta arricchita
da nuove informazioni, come ad esempio l’artroscopia e le alterazioni
degenerative della spalla. Ciò consente una chiara comprensione delle correlazioni tra i cambiamenti fisiologici nel corso della vita, della
frequenza di alcuni fenomeni patologici e delle loro diagnosi a partire
dall’apprendimento dell’anatomia, presupposto fondamentale per le
conoscenze in ambito pratico e clinico.
Vi auguriamo ogni successo con Prometheus
Michael Schünke, Erik Schulte, Udo Schumacher,
Markus Voll e Karl Wesker
Kiel, Mainz, Hamburg, München, Berlin, Settembre 2011
IX
Perché Prometheus?
Nella mitologia greca Prometeo, figlio degli dei, crea il genere umano secondo la propria immagine e incorre nelle ire del padre Zeus.
Sempre secondo la leggenda lo stesso Zeus dovrà assistere al dono
che il figlio recherà agli uomini: dono del fuoco e, quindi, della luce
che rischiara le tenebre. Simbolicamente, la conoscenza che affranca
l’uomo dalla condizione di bruto.
In greco Prometeo significa altresì “lungimirante” e rispecchia lo spirito del nostro atlante, per iI quale si è deciso di seguire fin dall’inizio un
nuovo approccio. Già durante la fase di progettazione la casa editrice
ha effettuato sondaggi e interviste interpellando studenti e docenti
sia nei paesi di lingua tedesca sia negli Stati Uniti. Punto focale è stata la questione dell’atlante anatomico “ideale”: per gli studenti esso
è uno strumento in grado di fornire molte nozioni anatomiche in un
tempo molto ristretto, nonchè di aiutarli ad acquisire una conoscenza
approfondita e duratura nel settore.
Che una buona conoscenza dell’anatomia costituisca il presupposto
indispensabile per un esercizio qualificato della pratica medica è un
fatto riconosciuto anche dagli studenti principianti; tale convinzione
diviene, peraltro, più forte a mano a mano che essi proseguono negli
studi. Altrettanto innegabile è il fatto che proprio l’anatomia – in particolare l’anatomia macroscopica – sia la specialità medica che più di
ogni altra pone lo studente di fronte alla difficoltà di orientarsi tra una
quantità vastissima di nomi e di dati. Ciò tanto più che l’anatomia viene insegnata e studiata proprio all’inizio del corso universitario, quindi in un momento in cui la maggior parte degli studenti non possiede
ancora un’esperienza sufficiente né tecniche di apprendimento adeguate. Essi non sono perciò logicamente ancora in grado di distinguere ciò che è importante da ciò che lo è meno e di creare collegamenti
con altre discipline, come per esempio la fisiologia o la patologia.
Da tali premesse deriva la finalità primaria dell’atlante, ossia creare
uno “strumento” ben strutturato, che consideri sistematicamente le
difficoltà summenzionate e che, grazie all’impostazione, sia nel contempo un valido ausilio didattico. Si è tentato di realizzare tale obiettivo scegliendo accuratamente temi che non rispondessero solo al
criterio della “completezza”, ma di valutare piuttosto in che misura un
argomento fosse necessario alla comprensione di base dell’anatomia
o in che misura consentisse già di creare collegamenti logici con l’attività clinica del futuro medico. Naturalmente, in questa valutazione
si è rivelato essenziale il ruolo che i vari argomenti hanno nell’ambito
dei corsi e delle verifiche universitarie.
Una seconda esigenza riguardava il fatto che non potevamo presentare agli studenti una semplice serie di immagini corredate di un commento stringato o addirittura prive di spiegazioni. Abbiamo allora
pensato di correlare tutte le informazioni disponibili nelle figure con
un testo illustrativo. Anche se spesso le immagini “parlano da sé”, il
testo che le accompagna serve a renderle più comprensibili con spiegazioni, indicazioni didattiche, riferimenti alla materia in generale e in
particolare alla clinica, e quant’altro. In questo modo il lettore viene
condotto passo per passo nell’apprendimento, riuscendo a comprendere a fondo anche concetti complessi. Il principio “dal semplice al
complesso” è stato per noi un tema portante.
Di grande aiuto è stato il fatto che l’anatomia macroscopica viene
considerata in molte specialità – escludendo forse alcuni reperti neuroanatomici – una materia “a sé stante”. Un altro elemento di novità
dell’opera è rappresentato dall’aver tenuto conto e descritto anche
le più frequenti varianti anatomiche. Inoltre, in molti settori la conoscenza specialistica acquista nuovo valore al mutare delle esigenze
cliniche nel tempo: è quanto accaduto per l’anatomia sezionale, nota
tra gli anatomisti da oltre ottant’anni ma quasi mai utilizzata, che ha
conosciuto un nuovo impulso grazie alle moderne tecniche quali la
TAC e la RM, le cui immagini non potrebbero essere interpretate senza una sua profonda conoscenza. “Nuova” nel senso innovativo del
termine non poteva dunque essere l’anatomia in sé: nuovo – e anche
moderno ossia attuale – doveva essere invece il metodo di elaborazione didattica.
In base a tale criterio è stato pertanto stabilito l’approccio da seguire
durante la stesura dell’opera: un argomento viene presentato e corredato di immagini, legende e tabelle; nel testo vi sono inoltre riferimenti a temi attinenti trattati altrove nel manuale. Dal momento che
si é partiti dalla formulazione del tema, non da una figura o da un preparato quale modello per l’immagine, si sono dovute concepire e realizzare tutte le figure ex novo, cosa che da sola ha richiesto otto anni.
L’importante non era tuttavia riprodurre un preparato in scala 1 : 1,
bensì offrire un’immagine che fosse di per sé un reperto anatomico
didatticamente e tecnicamente adeguato a favorire l’apprendimento
dello studente che affronta argomenti complessi.
Con Prometheus abbiamo quindi voluto creare un Testo Atlante che
potesse assistere didatticamente gli studenti durante l’apprendimento dell’anatomia, stimolare l’interesse per una disciplina tanto avvincente, guidare e incoraggiare il principiante, fornire informazioni attendibili allo studente più esperto. È stata dedicata molta attenzione
allo studente, ma con la consapevolezza che, se l’obiettivo che ci proponevamo fosse stato raggiunto, si sarebbe anche realizzata un’opera
di grande interesse e utilità per i medici, i chirurghi, i fisioterapisti e,
più diffusamente, per tutti gli operatori sanitari nell’esercizio della
professione, quale strumento di consultazione, di verifica, di approfondimento delle basi cliniche.
“Se vuoi ottenere il possibile devi tentare l’impossibile” (Rabindranath Tagore).
Michael Schünke, Erik Schulte, Udo Schumacher,
Markus Voll e Karl Wesker
Kiel, Mainz, Hamburg, München, Berlin, Agosto 2004
XI
Ringraziamenti
Un primo ringraziamento va alle nostre famiglie a cui dedichiamo Prometheus.
Per quanto riguarda commenti critici e suggerimenti, desideriamo ringraziare il Prof. Dr. Reinhard Gossrau di Berlino. Un grande e prezioso
aiuto durante l’impegnativo lavoro di correzione, per il quale siamo
loro profondamente grati ci è stato fornito da Dipl.-Biologin Gabriele
Schünke, Dr. med. Jakob Fay, nonché da cand. med. Claudia Dücker,
cand. med. Simin Rassouli, cand. med. Heike Teichmann e cand. med.
dent. Sylvia Zilles. Desideriamo inoltre ringraziare la Dr.ssa Julia JörnsKuhnke per aver collaborato alla stesura del lettering.
Un ringraziamento particolare va ai responsabili della grafica Stephanie Gay e Bert Sender. La loro perspicacia nel disporre figure e
testi in modo da ottenere un “layout chiaro” ha contribuito in modo
determinante alla qualità didattica e visiva dell’atlante.
Prometheus non sarebbe naturalmente venuto alla luce senza la casa
editrice. Dal momento che, tuttavia, sono sempre gli uomini e non le
istituzioni a rendere possibile siffatte imprese, dobbiamo ringraziare
in particolar modo quanti hanno curato il presente progetto per conto
della casa editrice.
Il Dr. Jürgen Lüthje, project manager alla Thieme Verlag, “ha reso
possibile l’impossibile” in quanto ha saputo con grande avvedutezza
conciliare i desideri degli autori e dei grafici con le necessità imposte
dalla realtà, ma soprattutto è riuscito a guidare durante gli anni di
attività un team di cinque persone in un progetto il cui obiettivo era
noto fin dall’inizio, ma la cui entità si è rivelata a pieno solo durante
il lavoro. Il suo merito sta nell’essersi adoperato affinché non venisse meno il desiderio comune di raggiungere l’obiettivo nonostante
tutti gli ostacoli che si sono incontrati. Una pazienza ammirevole e
la capacità di risolvere anche le situazioni più problematiche hanno
caratterizzato gli innumerevoli colloqui con lui. Per questo motivo
gli dobbiamo il nostro grazie più sincero e sentito.
Sabine Bartl è stata, nel vero senso del termine, il banco di prova per gli
autori: con gli occhi dell’umanista, non del medico, ha letto tutti i testi
e, confrontandoli con le immagini, ha verificato se allo studente di medicina o al profano – perché questo è lo studente aIl’inizio – risultasse
chiara la logica della descrizione. Bartl ha individuato le incongruenze inevitabilmente sfuggite agli autori, abituati a vedere la materia da
tutt’altra prospettiva, aiutandoli a modificare il testo con numerosi consigli. Dietro suo suggerimento alcuni temi sono stati completamente
riformulati. Non solo gli autori le sono debitori, ma lo è anche il lettore,
che ora potrà trarre profitto dal suo talento didattico.
Martin Spencker, Direttore del settore formativo presso la Thieme,
principale responsabile del progetto all’interno della casa editrice, ha
coordinato i rapporti tra quest’ultima, da un lato, e gli autori e i grafici
dall’altro. Il progetto deve molto alla sua capacità di prendere decisioni rapide e non convenzionali in caso di problemi e difficoltà. La
sua apertura nei confronti delle richieste di autori e grafici nonché la
trasparenza e la correttezza che hanno contraddistinto tutti gli scambi di idee hanno conferito al progetto sempre nuovo slancio, oltre a
consentire una collaborazione sincera e paritaria. A lui porgiamo il
nostro vivo ringraziamento.
Lavorare con tutte le collaboratrici e tutti i collaboratori della Thieme
Verlag è sempre stato piacevole e amichevole, senza eccezioni. Per
motivi di spazio non possiamo purtroppo citare tutte le persone che
hanno partecipato alla realizzazione di Prometheus. Ci limitiamo perciò a menzionare alcuni collaboratori e collaboratrici che hanno seguito in particolare il volume: siamo grati a Antje Bühl che, in qualità
di assistente al progetto, ci ha affiancato fin dall’inizio e come “spirito
buono dietro le quinte” si è occupato di numerose mansioni, come
per esempio la continua rilettura delle bozze e la stesura del lettering;
un grazie particolare va a Rainer Zepf e Martin Waletzko per il meticoloso controllo dei layout e il sostegno datoci in tutte le questioni
tecniche, a Susanne Tochtermann-Wenzel e Manfred Lehnert in rappresentanza di tutti coloro che hanno seguito la produzione del libro,
provveduto affinché Prometheus venisse stampato e rilegato entro i
termini, nonché realizzato con il migliore know-how creativo, a Almut
Leopold per l’ottimo indice, a Marie-Luise Kürschner e al suo team
per la creazione della copertina nonché a Liesa Arendt, Birgit Carlsen
e Anne Döbler in rappresentanza di tutti coloro che stanno seguendo
o hanno seguito Prometheus nel settore marketing, vendita e pubbliche relazioni.
Gli Autori
XIII
Indice generale
Indice generale
Anatomia generale
1
Filogenesi e ontogenesi dell’uomo
1.1
Filogenesi dell’uomo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
1.2Ontogenesi dell’uomo: panoramica, fecondazione
e primi stadi di sviluppo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
1.3Ontogenesi dell’uomo: gastrulazione, neurulazione
e formazione dei somiti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
1.4Ontogenesi dell’uomo: sviluppo delle membrane
e della placenta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
1.5 Lo sviluppo degli archi faringei (branchiali) nell’uomo . . . . . . . . . . 10
1.6 Circolazione pre-embrionale e sviluppo dei principali
vasi sanguigni nel corso dell’ontogenesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
1.7 Sviluppo dell’apparato scheletrico: scheletro, arti
e articolazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
1.8 Sviluppo delle ossa e processi di rimodellamento osseo . . . . . . . . . 16
1.9Ossificazione degli arti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
1.10 Struttura e posizione degli arti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20
2
Anatomia della superficie corporea e criteri di
orientamento nel corpo umano
3.1
Terminologia di posizione e di direzione, relativi ad assi
e piani principali del corpo umano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
3.2 Posizione e denominazione dei piani di studio radiografici . . . . . . 28
3.3 Anatomia di superficie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
3.4 Punti di repere ossei . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32
3.5 Criteri di orientamento nel corpo umano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
3.6Regioni anatomiche (anatomia topografica) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36
4Ossa e articolazioni
4.1
4.2
4.3
4.4
4.5
Fondamenti di meccanica articolare: movimento . . . . . . . . . . . . . . 48
Principi di meccanica articolare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50
Fratture: classificazioni e trattamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52
5Muscoli
5.1
5.2
5.3
5.4
Muscolatura scheletrica: panoramica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54
Muscolatura scheletrica: tipi di fibre muscolari;
muscoli a fibre oblique (pennati) e a fibre parallele . . . . . . . . . . . . . 56
Muscolatura scheletrica: struttura e funzioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58
Tendini e strutture accessorie dei muscoli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60
6
Vasi
6.1
6.2
6.3
Generalità sull’apparato circolatorio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62
Struttura di arterie e vene . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64
Vasi terminali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66
Panoramica del corpo umano
2.1 Il corpo umano (proporzioni, superfici e peso corporeo) . . . . . . . . 22
2.2Organizzazione generale del corpo umano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
3
4.6
4.7
4.8
Scheletro osseo e struttura delle ossa lunghe . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38
Articolazioni per continuità e per contiguità
(sinartrosi e diartrosi) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40
Articolazioni mobili (diartrosi): componenti
intra- ed extra-articolari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42
Articolazioni sinoviali: capsula articolare
e cartilagine articolare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44
Patologie degenerative delle articolazioni esempio della coxartrosi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46
7Sistema linfatico e ghiandole
7.1
7.2
Sistema linfatico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68
Ghiandole esocrine ed endocrine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70
8
Neuroanatomia generale
8.1
8.2
Sviluppo del sistema nervoso centrale (SNC) . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72
Derivati delle creste neurali e sviluppo
del sistema nervoso periferico (SNP) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 74
Topografia e organizzazione del sistema nervoso . . . . . . . . . . . . . . . 76
Cellule del sistema nervoso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 78
Struttura di un neuromero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 80
Innervazione sensitiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 82
Innervazione sensitiva:
formazione dei dermatomeri e dei plessi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 84
Innervazione sensitiva:
dermatomeri e zone dei nervi cutanei . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 86
Innervazione motoria:
organizzazione del midollo spinale e riflessi spinali . . . . . . . . . . . . . 88
Innervazione motoria:
1° e 2° motoneurone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 90
Differenze tra sistema nervoso centrale
e sistema nervoso periferico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 92
Sistema nervoso autonomo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 94
Lesione di un nervo periferico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 96
8.3
8.4
8.5
8.6
8.7
8.8
8.9
8.10
8.11
8.12
8.13
XV
Indice generale
Pareti del tronco
1Ossa, legamenti e articolazioni
1.1
Scheletro assile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 100
1.2Rachide osseo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 102
1.3 Sviluppo del rachide . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 104
1.4 Struttura di una vertebra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 106
1.5Rachide cervicale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 108
1.6Rachide toracico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 110
1.7Rachide lombare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 112
1.8Osso sacro e coccige . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 114
1.9 Disco intervertebrale: struttura e funzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 116
1.10 Legamenti del rachide . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 118
1.11 Panoramica dei legamenti del rachide cervicale . . . . . . . . . . . . . . . 120
1.12 Legamenti della porzione superiore del rachide cervicale
(articolazioni craniovertebrali) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 122
1.13 Articolazione tra i processi articolari vertebrali; caratteristiche
del movimento delle singole regioni del rachide . . . . . . . . . . . . . . . 124
1.14 Articolazioni uncovertebrali del rachide cervicale . . . . . . . . . . . . . 126
1.15 Anatomia sezionale nell’area del rachide lombare . . . . . . . . . . . . . 128
1.16 Modificazioni degenerative a carico del rachide lombare . . . . . . . 130
1.17 Gabbia toracica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 132
1.18 Sterno e coste . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 134
1.19 Articolazioni costovertebrali e movimenti del torace . . . . . . . . . . 136
1.20 Scheletro della pelvi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 138
1.21 Legamenti e diametri della pelvi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 140
1.22 Articolazione sacroiliaca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 142
3.3
3.4
3.5
Muscolatura profonda del dorso: muscoli suboccipitali . . . . . . . . 170
Muscoli del torace e fascia endotoracica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 172
Passaggio dalla cavità toracica alla cavità addominale:
muscolo diaframma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 174
3.6 Muscoli addominali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 176
3.7 Struttura della parete addominale e della guaina
del muscolo retto dell’addome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 178
3.8 Muscoli del pavimento pelvico: panoramica della
regione perineale e delle fasce superficiali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 180
3.9 Muscoli del pavimento pelvico:
nella femmina e nel maschio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 182
3.10 Muscoli del pavimento pelvico e della parete pelvica
nella femmina: visione inferiore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 184
3.11 Muscoli del pavimento pelvico: muscolo elevatore dell’ano . . . . . 186
3.12 Muscoli del pavimento pelvico: posizione rispetto
a organi e vasi nel maschio e nella femmina . . . . . . . . . . . . . . . . . . 188
4Sistematica dei vasi e dei nervi
4.1
4.2
4.3
4.4
Arterie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 190
Vene . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 192
Vie linfatiche e linfonodi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 194
Nervi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 196
5Topografia dei vasi e dei nervi
2Sistematica della muscolatura
2.1
2.2
Panoramica della muscolatura del tronco: origine e funzione . . . 144
Muscolatura profonda del tronco (muscolo erettore
della colonna vertebrale): tratto laterale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 146
2.3 Muscolatura profonda del tronco (muscolo erettore
della colonna vertebrale): tratto mediale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 148
2.4 Muscolatura profonda del tronco (muscoli suboccipitali)
e prevertebrali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 150
2.5 Muscoli dell’addome: muscoli obliqui e laterali . . . . . . . . . . . . . . . . 152
2.6 Muscoli dell’addome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 154
2.7 Funzioni dei muscoli addominali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 156
2.8 Muscoli dell’addome: muscoli intercostali, muscoli scaleni
e muscolo trasverso del torace . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 158
2.9 Muscoli dell’addome: diaframma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 160
2.10 Muscoli del pavimento pelvico: diaframma pelvico,
diaframma urogenitale e sfinteri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 162
2.11 Muscoli superficiali del tronco:
muscoli spino-costali, spino-omerali e toraco-omerali . . . . . . . . . 164
3Topografia della muscolatura
3.1
3.2
XVI
Panoramica dei muscoli del dorso e fascia toracolombare
(lombodorsale) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 166
Muscolatura profonda del dorso:
muscolo erettore della colonna vertebrale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 168
5.1
Anatomia di superficie, vasi e nervi epifasciali
della parete anteriore del tronco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 198
5.2 Anatomia di superficie, vasi e nervi epifasciali
della parete posteriore del tronco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 200
5.3 Parete posteriore del tronco: visione posteriore . . . . . . . . . . . . . . 202
5.4 Parete posteriore del tronco: visione anteriore . . . . . . . . . . . . . . . 204
5.5 Parete anteriore del tronco: posizione clinicamente
significativa di alcuni vasi e nervi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 206
5.6 Parete anteriore del tronco: nervi, vasi sanguigni
e linfatici della mammella . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 208
5.7 Parete anteriore del tronco: canale inguinale . . . . . . . . . . . . . . . . . 210
5.8 Anatomia e punti deboli della parete addominale anteriore . . . . 212
5.9 Ernie inguinali e femorali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 214
5.10 Topografia delle ernie inguinali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 216
5.11 Diagnosi e terapia delle ernie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 218
5.12 Ernie esterne rare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 220
5.13 Sviluppo degli organi genitali esterni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 222
5.14Organi genitali esterni nel maschio:
discesa dei testicoli e funicolo spermatico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 224
5.15Organi genitali esterni nel maschio:
testicolo ed epididimo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 226
5.16Organi genitali esterni nel maschio:
fasce del pene e corpi cavernosi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 228
5.17Organi genitali esterni nel maschio:
vasi e nervi del pene . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 230
5.18Organi genitali nella femmina: panoramica . . . . . . . . . . . . . . . . . . 232
5.19Organi genitali esterni nella femmina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 234
Indice generale
Arto superiore
1Ossa, legamenti e articolazioni
1.1
Scheletro dell’arto superiore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 238
1.2 Posizione del cingolo scapolare nello scheletro assile . . . . . . . . . 240
1.3Ossa del cingolo scapolare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 242
1.4Ossa della parte libera dell’arto superiore: omero . . . . . . . . . . . . 244
1.5Ossa della parte libera dell’arto superiore:
torsione dell’omero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 246
1.6Ossa della parte libera dell’arto superiore: radio e ulna . . . . . . . 248
1.7Ossa della parte libera dell’arto superiore:
superfici articolari di radio e ulna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 250
1.8Ossa della parte libera dell’arto superiore: mano . . . . . . . . . . . . . . 252
1.9Ossa della parte libera dell’arto superiore: ossa del carpo . . . . . 254
1.10 Biomeccanica delle articolazioni radiocarpica, metacarpiche,
distali del radio e fratture dello scafoide . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 256
1.11 Panoramica delle articolazioni del cingolo toracico . . . . . . . . . . . . 258
1.12 Articolazioni della spalla: legamenti delle articolazioni
sternoclavicolare, acromioclavicolare e scapolotoracica . . . . . . . 260
1.13 Articolazioni della spalla: articolazione gleno-omerale
(superfici, capsula e cavità articolari) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 262
1.14 Articolazione della spalla: legamenti dell’omero,
legamenti della capsula e intervallo dei rotatori . . . . . . . . . . . . . . 264
1.15 Articolazione della spalla: spazio sottoacromiale . . . . . . . . . . . . . 266
1.16 Borsa sottoacromiale e borsa sottodeltoidea . . . . . . . . . . . . . . . . . 268
1.17 Artroscopia della spalla . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 270
1.18 Anatomia radiografica e sezionale della spalla . . . . . . . . . . . . . . . . 272
1.19 Movimenti del cingolo scapolare e dell’articolazione
della spalla . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 274
1.20 Articolazione del gomito nel suo insieme . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 276
1.21 Articolazione del gomito: capsula articolare e legamenti . . . . . . . 278
1.22 Avambraccio: articolazioni radioulnari prossimale
e distale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 280
1.23 Movimenti dell’articolazione del gomito e
dell’articolazione radioulnare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 282
1.24 Legamenti della mano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 284
1.25 Legamenti intrinseci della mano, complesso
e compartimenti comuni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 286
1.26 Tunnel carpale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 288
1.27 Legamenti delle dita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 290
1.28 Articolazione carpometacarpica del pollice . . . . . . . . . . . . . . . . . . 292
1.29 Movimenti delle articolazioni della mano e delle dita . . . . . . . . . 294
2.7
2.8
2.9
2.10
2.11
2.12
2.13
2.14
2.15
2.16
2.17
Muscolatura dell’arto superiore: muscoli grande
pettorale e coracobrachiale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 308
Muscoli dell’arto superiore: muscoli bicipite
brachiale e brachiale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 310
Muscoli dell’arto superiore: muscoli tricipite
brachiale e anconeo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 312
Muscoli anteriori dell’avambraccio:
flessori superficiali e profondi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 314
Muscoli laterali dell’avambraccio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 316
Muscoli posteriori dell’avambraccio:
estensori superficiali e profondi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 318
Muscoli della mano: muscoli dell’eminenza tenar
e dell’eminenza ipotenar . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 320
Muscoli della mano: muscoli palmari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 322
Panoramica sulle funzioni dei muscoli che agiscono
sulle articolazioni della spalla . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 324
Panoramica sulle funzioni dei muscoli che agiscono
sull’articolazione del gomito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 326
Panoramica sulle funzioni dei muscoli che agiscono
sulle articolazioni del polso e della mano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 328
3Topografia della muscolatura
3.1
Muscolatura della regione posteriore dell’arto superiore
e del dorso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 330
3.2 Muscolatura della regione posteriore della spalla
e del braccio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 332
3.3 Muscolatura della regione anteriore dell’arto
superiore e del tronco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 334
3.4 Muscolatura della regione anteriore della spalla e del braccio . . . . . 336
3.5 Muscolatura della regione anteriore dell’avambraccio . . . . . . . . . 338
3.6 Muscolatura della regione posteriore dell’avambraccio . . . . . . . 340
3.7 Sezioni trasversali del braccio e dell’avambraccio . . . . . . . . . . . . . 342
3.8 Guaine tendinee della mano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 344
3.9 Aponeurosi dorsale delle dita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 346
3.10 Muscoli brevi della mano: strato superficiale . . . . . . . . . . . . . . . . . 348
3.11 Muscoli brevi della mano: strato intermedio . . . . . . . . . . . . . . . . . 350
3.12 Muscoli brevi della mano: strato profondo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 352
4Sistematica dei vasi e dei nervi
2Sistematica della muscolatura
2.1
2.2
2.3
2.4
2.5
2.6
Gruppi muscolari funzionali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 296
Muscolatura estrinseca dell’arto superiore:
muscoli trapezio, sternocleidomastoideo ed omoiodeo . . . . . . . 298
Muscolatura estrinseca dell’arto superiore: muscoli
dentato anteriore, succlavio, piccolo pettorale,
elevatore della scapola, grande e piccolo romboide . . . . . . . . . . . 300
Cuffia dei rotatori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 302
Muscoli della spalla: muscolo deltoide . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 304
Muscoli estrinseci dell’arto superiore:
muscoli grande dorsale e grande rotondo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 306
4.1
4.2
4.3
4.4
4.5
4.6
Arterie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 354
Vene . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 356
Vasi linfatici e linfonodi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 358
Plesso brachiale: struttura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 360
Plesso brachiale: porzione sovraclavicolare . . . . . . . . . . . . . . . . . . 362
Plesso brachiale: porzione sottoclavicolare –
panoramica e rami . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 364
4.7 Plesso brachiale: porzione sottoclavicolare –
nervo muscolocutaneo e nervo ascellare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 366
4.8 Plesso brachiale: porzione sottoclavicolare – nervo radiale . . . . 368
4.9 Plesso brachiale: porzione sottoclavicolare – nervo ulnare . . . . 370
4.10 Plesso brachiale: porzione sottoclavicolare – nervo mediano . . . 372
XVII
Indice generale
Arto inferiore
5Topografia dei vasi e dei nervi
1Ossa, legamenti e articolazioni
5.1
1.1
Arto inferiore nel suo complesso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 408
1.2 Assi anatomici e meccanici degli arti inferiori . . . . . . . . . . . . . . . . 410
1.3Ossa del cingolo pelvico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 412
1.4 Femore: panoramica e importanza dell’angolo
del collo anatomico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 414
1.5 Femore: testa e collo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 416
1.6Rotula (patella) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 418
1.7Ossa della gamba (tibia e perone) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 420
1.8 Panoramica delle ossa del piede: visioni dorsale e plantare . . . . 422
1.9Ossa del piede, visioni laterale e mediale:
ossa tarsali accessorie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 424
1.10 Articolazione dell’anca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 426
1.11 Legamenti dell’articolazione dell’anca:
stabilizzazione della testa del femore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 428
1.12 Legamenti dell’articolazione dell’anca:
irrorazione della testa del femore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 430
1.13 Anatomia radiologica e sezionale dell’articolazione dell’anca.
Frattura della testa del femore negli anziani . . . . . . . . . . . . . . . . . 432
1.14 Anatomia sezionale dell’articolazione dell’anca:
sonografia di un versamento a livello dell’anca . . . . . . . . . . . . . . . 434
1.15 Movimenti e biomeccanica dell’articolazione dell’anca . . . . . . . . 436
1.16 Sviluppo dell’articolazione dell’anca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 438
1.17 Articolazione del ginocchio: superfici articolari . . . . . . . . . . . . . . 440
1.18 Articolazione del ginocchio: legamenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 442
1.19 Articolazione del ginocchio: legamenti crociati e collaterali . . . . . 444
1.20 Articolazione del ginocchio: menischi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 446
1.21 Articolazione del ginocchio: assi di movimento e movimenti . . 448
1.22 Articolazione del ginocchio: capsula e cavità articolare . . . . . . . 450
1.23 Anatomia sezionale del ginocchio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 452
1.24 Articolazioni della caviglia e del piede . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 454
1.25 Articolazioni della caviglia e del piede:
superfici articolari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 456
1.26 Articolazioni della caviglia e del piede: articolazioni
tibiotarsica e astragalocalcaneale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 458
1.27 Legamenti della caviglia e del piede . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .460
1.28 Assi di movimento e movimenti del piede . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 462
1.29 Panoramica dell’arco plantare e dell’arco trasversale
del piede . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 464
1.30 Arco longitudinale del piede . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 466
1.31Ossa sesamoidi e deformità delle dita dei piedi . . . . . . . . . . . . . . 468
1.32 Anatomia radiografica e sezionale del piede . . . . . . . . . . . . . . . . . 470
1.33 La deambulazione umana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 472
Anatomia di superficie, vasi e nervi superficiali:
visione anteriore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 374
5.2 Anatomia di superficie, vasi e nervi superficiali:
visione posteriore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 376
5.3Regione della spalla: visione anteriore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 378
5.4 Cavo ascellare (regione ascellare):
parete anteriore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 380
5.5 Cavo ascellare (regione ascellare):
parete posteriore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 382
5.6 Anestesia periferica dei nervi del plesso brachiale:
principio, vie di accesso e blocco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 384
5.7 Superficie antero-mediale del braccio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 386
5.8 Visione posteriore della spalla . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 388
5.9 Faccia posteriore del braccio e della spalla . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 390
5.10 Gomito (regione cubitale) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 392
5.11 Faccia anteriore dell’avambraccio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 394
5.12 Faccia posteriore dell’avambraccio e dorso della mano . . . . . . . . 396
5.13 Palmo della mano: vasi e nervi superficiali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 398
5.14 Palmo della mano: irrorazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 400
5.15 Tunnel carpale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 402
5.16 Loggia di Guyon e faccia anteriore del carpo . . . . . . . . . . . . . . . . . 404
2Sistematica della muscolatura
2.1
2.2
2.3
2.4
2.5
2.6
XVIII
Principi di classificazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 474
Muscoli dell’arto inferiore: muscoli interni dell’anca . . . . . . . . . . . 476
Muscoli dell’arto inferiore: muscoli esterni dell’anca . . . . . . . . . . . 478
Muscoli dell’arto inferiore: muscoli adduttori . . . . . . . . . . . . . . . . 480
Muscoli dell’arto inferiore: muscoli della coscia . . . . . . . . . . . . . . 482
Muscoli dell’arto inferiore: muscoli posteriori della coscia
e muscolo popliteo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 484
Indice generale
2.7
2.8
2.9
2.10
2.11
2.12
2.13
2.14
Muscoli della gamba: gruppo dei muscoli anteriori (estensori)
e gruppo dei muscoli laterali (o peronei) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 486
Muscoli posteriori della gamba: strato superficiale . . . . . . . . . . . 488
Muscoli della gamba: muscoli posteriori (strato profondo) . . . . 490
Muscoli del piede: muscoli dorsali e plantari (mediali e laterali) 492
Muscoli del piede: muscoli plantari (intermedi) . . . . . . . . . . . . . . 494
Panoramica sulle funzioni dei muscoli:
articolazione dell’anca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 496
Panoramica sulle funzioni dei muscoli:
articolazione del ginocchio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 498
Panoramica sulle funzioni dei muscoli:
articolazione tibiotarsica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 500
3Topografia della muscolatura
Muscoli dell’anca, della regione glutea e della coscia . . . . . . . . . 502
Muscoli dell’anca, della regione glutea e della coscia,
visione anteriore; inserzioni prossimale e distale . . . . . . . . . . . . . 504
3.3 Muscoli dell’anca, della regione glutea e della coscia,
visioni laterale e posteriore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 506
3.4 Muscoli dell’anca, della regione glutea e della coscia,
visione posteriore; inserzioni prossimale e distale . . . . . . . . . . . . 508
3.5 Muscoli della gamba, visioni laterale e anteriore;
inserzioni prossimale e distale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 510
3.6 Muscoli della gamba, visione posteriore;
inserzioni prossimale e distale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 512
3.7 Guaine tendinee e retinacoli del piede . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 514
3.8 Muscoli del piede, visione plantare:
strato superficiale e aponeurosi plantare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 516
3.9 Muscoli del piede, visione plantare: strato intermedio . . . . . . . . . 518
3.10 Muscoli del piede, visione plantare: strato profondo,
inserzioni prossimale e distale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 520
3.11 Sezione trasversale della coscia, della gamba e del piede . . . . . . . 522
5.3Regione anteriore della coscia (regione femorale
anteriore con triangolo femorale) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 548
5.4 Irrorazione arteriosa della coscia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 550
5.5Regione glutea: vasi e nervi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 552
5.6Regione glutea: forami ischiatici e nervo ischiatico . . . . . . . . . . . . 554
5.7 Fossa ischiorettale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 556
5.8 Canale pudendo e regione perineale
(regione urogenitale e regione anale) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 558
5.9Regione posteriore della coscia e del ginocchio . . . . . . . . . . . . . . 560
5.10Regione posteriore della gamba e regione
retromalleolare mediale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 562
5.11 Pianta del piede . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 564
5.12Regione anteriore della gamba e del dorso del piede:
innervazione cutanea . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 566
5.13 Arterie del dorso del piede . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 568
3.1
3.2
Appendici
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 573
Indice analitico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 575
4Sistematica dei vasi e dei nervi
4.1 Arterie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 524
4.2 Vene . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 526
4.3 Vasi linfatici e linfonodi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 528
4.4Organizzazione dei plessi lombare e sacrale . . . . . . . . . . . . . . . . . 530
4.5 Nervi del plesso lombare: nervi ileoipogastrico, ileoinguinale, genitofemorale e cutaneo laterale della coscia . . . . . . 532
4.6 Nervi del plesso lombare: nervi otturatore e femorale . . . . . . . . . 534
4.7 Nervi del plesso sacrale: nervi gluteo superiore,
gluteo inferiore e cutaneo posteriore della coscia . . . . . . . . . . . . . 536
4.8 Nervi del plesso sacrale: nervo ischiatico
(panoramica e territorio di innervazione sensitiva) . . . . . . . . . . . . 538
4.9 Nervi del plesso sacrale: nervo ischiatico
(decorso e territorio di innervazione motoria) . . . . . . . . . . . . . . . . 540
4.10 Nervi pudendo e coccigeo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 542
5Topografia dei vasi e dei nervi
5.1
5.2
Anatomia di superficie, vasi e nervi epifasciali:
visione anteriore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 544
Anatomia di superficie, vasi e nervi epifasciali:
visione posteriore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 546
XIX
Arto superiore — 5. Topografia dei vasi e dei nervi
5.10
Gomito (regione cubitale)
Cute, sottocute e
fascia superficiale
A Gomito dell’arto destro dopo asportazione delle fasce e dei vasi e nervi epifasciali
Visione anteriore. Sono ben visibili il nervo mediano e il nervo muscolocutaneo con i rami principali (per quanto riguarda il possibile decorso
del n. mediano vedi D). Il n. radiale è individuabile solo dopo aver resecato il m. brachioradiale
(vedi B).
N. cutaneo mediale
dell’avambraccio
V. basilica
V. cefalica
Fascia brachiale
M. bicipite brachiale
A. e v. brachiali,
n. mediano
M. tricipite brachiale
A. collaterale
ulnare inferiore
M. brachiale
A. collaterale
ulnare superiore,
n. ulnare
M. brachioradiale
N. cutaneo laterale
dell’avambraccio
(n. muscolocutaneo)
Epicondilo mediale
M. pronatore rotondo
Tendine del
m. bicipite brachiale
M. flessore
radiale del carpo
V. perforante
M. palmare
lungo
A. radiale
Aponeurosi del m.
bicipite brachiale
(lacerto fibroso)
M. estensore
radiale lungo
del carpo
Cute, sottocute e
fascia superficiale
N. cutaneo mediale
dell’avambraccio
M. flessore
ulnare del carpo
V. cefalica
V. cefalica
M. brachiale
M. tricipite brachiale
N. muscolocutaneo
N. mediano
N. radiale,
rami muscolari
Ramo profondo
N. radiale
392
A. brachiale
Solco bicipitale laterale
M. brachioradiale
B Preparato anatomico del compartimento
profondo della fossa cubitale
Arto superiore destro, visione anteriore. La
porzione distale del m. bicipite brachiale è stata rimossa e i muscoli laterali dell’avambraccio
(mm. brachioradiale, estensore radiale lungo
del carpo ed estensore radiale breve del carpo)
sono stati scostati lateralmente per mostrare
il decorso del nervo radiale. Dopo essersi fatto
strada tra il m. brachiale ed il m. brachioradiale,
il nervo dà origine al ramo radiale superficiale
e ai rami muscolari che innervano i muscoli laterali dell’avambraccio, e si continua poi nel m.
supinatore (vedi pag. 393). Il passaggio del n.
mediano tra i due capi del m. pronatore rotondo
diventa visibile dopo aver lievemente spostato
in direzione mediale alcune parti del muscolo.
V. basilica
M. bicipite brachiale
V. mediale
dell’avambraccio
A. collaterale
ulnare superiore,
n. ulnare
Epicondilo
mediale
Ramo superficiale
N. mediano
Tendine del
m. bicipite brachiale
A. ricorrente
radiale
A. ulnare
A. radiale
M. pronatore rotondo,
capo omerale
M. pronatore rotondo,
capo ulnare
M. flessore
radiale del carpo
M. supinatore
M. palmare
lungo
M. pronatore
rotondo
M. flessore
ulnare del carpo
Arto superiore — 5. Topografia dei vasi e dei nervi
Omero
Epicondilo mediale
A. profonda
del braccio
A. brachiale
A. collaterale
radiale
A. collaterale
ulnare superiore
A. collaterale
media
M. pronatore
rotondo
Capo
omerale
Capo
ulnare
A. collaterale
ulnare inferiore
A. ricorrente
radiale
Epicondilo mediale
A. radiale
Radio
A. ricorrente
interossea
A. ricorrente
ulnare
A. interossea
posteriore
A. ulnare
a
b
N. mediano
tra i due capi
A. interossea
anteriore
A. interossea
comune
C Anastomosi arteriose della regione cubitale: rete articolare del
gomito
Arto superiore destro, visione anteriore. Le anastomosi arteriose della regione del gomito formano complessivamente una rete vascolare (la rete
articolare del gomito), alimentata da numerose arterie:
› a. collaterale media e a. collaterale radiale provenienti dall’a. profonda
del braccio (anastomosi con l’a. radiale mediante l’a. ricorrente radiale
e l’a. ricorrente interossea);
› a. collaterale ulnare superiore e a. collaterale ulnare inferiore provenienti dall’a. brachiale (collegamento con l’a. ulnare mediante l’a. ricorrente ulnare).
c
N. mediano
perfora il
capo omerale
N. mediano,
passa al di sotto
del capo ulnare
D Posizione del nervo mediano rispetto al muscolo pronatore rotondo e varianti (secondo Lanz e Wachsmuth)
Braccio destro, visione anteriore.
a Normalmente (95% dei casi) il n. mediano decorre tra i due capi del
m. pronatore rotondo.
b e c Varianti:
b il n. mediano perfora il capo omerale del m. pronatore rotondo (2%
dei casi);
c il n. mediano decorre, in posizione direttamente adiacente all’osso,
sotto il capo ulnare (3% dei casi).
Grazie a questa rete arteriosa l’a. brachiale può essere legata distalmente
all’origine dell’a. profonda del braccio senza che ciò comprometta la vascolarizzazione della regione cubitale.
Omero
N. radiale
Omero
A. brachiale
Proc. sopracondiloideo
N. mediano
Canale sopracondiloideo
Leg.
sopracondiloideo
Epicondilo
laterale
N. radiale,
ramo superficiale
Capitello del radio
N. radiale,
ramo profondo
M. supinatore,
parte profonda
Arcata di Frohse
M. supinatore,
parte superficiale
Epicondilo mediale
N. interosseo
posteriore
E Processo sopracondiloideo dell’omero
Epifisi distale dell’omero del braccio destro, visione anteriore. Il proc.
sopracondiloideo è una formazione rara che regredisce nel corso della
filogenesi, e corrisponde al canale sopracondiloideo, presente in alcuni
vertebrati. Da questo processo osseo si diparte un legamento (leg. sopracondiloideo) che si dirige verso l’epicondilo mediale da cui origina
il m. pronatore rotondo. In caso di presenza del proc. sopracondiloideo
(nello 0,7% degli uomini), l’a. brachiale e il n. mediano decorrono attraverso questo canale osteofibroso, nel quale possono andare incontro a
compressione.
Ulna
Radio
F Decorso del nervo radiale nella regione del muscolo supinatore
Regione cubitale destra, visione laterale. Prossimalmente al m. supinatore, il n. radiale si divide in un ramo profondo e un ramo superficiale. Per
tale motivo, in caso di sindrome da compressione nell’area dell’arcata di
Frohse (sindrome del m. supinatore, vedi pag. 368), si manifesta solamente un deficit dei muscoli innervati dal ramo profondo.
393
Arto superiore — 5. Topografia dei vasi e dei nervi
5.11
Faccia anteriore dell’avambraccio
N. mediano
N. mediano
M. tricipite
brachiale
M. bicipite
brachiale
A. collaterale
ulnare inferiore
A. collaterale
ulnare superiore,
n. ulnare
M. brachiale
Epicondilo mediale
A. brachiale
Tendine del
m. bicipite brachiale
M. bicipite
brachiale
M. brachiale
M. brachioradiale
M. flessore
radiale del carpo
Aponeurosi del
m. bicipite brachiale
(lacerto fibroso)
M. brachioradiale
M. palmare
lungo
M. estensore
radiale lungo
del carpo
M. flessore
ulnare del carpo
M. estensore
radiale breve
del carpo
Tendine del
m. bicipite brachiale
A. interossea
comune
A. interossea
posteriore
A. interossea
anteriore
M. pronatore
rotondo
M. flessore
superficiale
delle dita,
capo radiale
M. flessore
radiale del carpo
A. collaterale
ulnare inferiore
Epicondilo
mediale
N. radiale,
ramo superficiale
M. pronatore
rotondo
A. radiale
A. collaterale
ulnare superiore,
n. ulnare
A. radiale
M. pronatore
rotondo, capo
omerale
M. flessore
radiale del carpo
M. palmare
lungo
M. pronatore
rotondo, capo
ulnare
M. flessore
superficiale
delle dita, capo
omeroulnare
M. flessore
ulnare del carpo
A. ulnare
N. ulnare
M. abduttore
lungo del pollice
M. flessore
superficiale
delle dita
A. radiale
M. flessore
lungo del pollice
M. abduttore
lungo del pollice
M. flessore
profondo
delle dita
N. mediano
A. ulnare
M. flessore
lungo del pollice
N. mediano
N. ulnare
M. pronatore
quadrato
M. flessore
radiale del carpo
Tendini del m. flessore
superficiale delle dita
Retinacolo dei
mm. flessori
Muscoli
dell’eminenza
ipotenar
Muscoli
dell’eminenza
tenar
Aponeurosi
palmare
A Avambraccio destro, visione anteriore – strato superficiale
Nella presente visione è possibile osservare un numero limitato di arterie
e di vene perché la gran parte dei vasi decorre in strati più profondi. Le
vene con decorso superficiale sono già state raffigurate (fasce e vasi epifasciali sono stati asportati; vedi D, pag. 375).
394
Mm. dell’eminenza
ipotenar
Mm. dell’eminenza Ramo palmare
tenar
del n. mediano
B Avambraccio destro, visione anteriore – strato profondo
I mm. pronatore rotondo, flessore superficiale delle dita, palmare lungo
e flessore radiale del carpo sono stati parzialmente asportati, in modo da
rendere visibili il n. mediano e il ramo superficiale del n. radiale, nonché
l’a. radiale e l’a. ulnare (per quanto concerne le varianti del decorso delle
arterie, vedi D).
Arto superiore — 5. Topografia dei vasi e dei nervi
A. brachiale
Arteria primitiva
centrale
A. ulnare
A. interossea
A. mediana
A. ascellare
A. brachiale
A. radiale
A. ulnare
A. profonda
del braccio
A. interossea
in regressione
A. radiale
A. mediana
A. interossea
C Sviluppo delle arterie dell’arto superiore (secondo Stark)
Lo sviluppo delle arterie dell’arto superiore dimostra molto chiaramente
che il sistema vascolare abbozzato in stadio embrionale non si mantiene
tale nell’individuo adulto, ma si modifica più volte. L’abbozzo dell’arto in
via di sviluppo viene in un primo tempo irrorato da un tronco centrale da
cui si sviluppa, in posizione distale, l’arteria interossea comune. Successivamente, a livello dell’avambraccio si forma un secondo ramo longitudinale, l’arteria mediana, parallela al n. mediano, che ha la funzione di irrorare l’avambraccio e la mano, mentre l’a. interossea regredisce. Infine, da
piccoli rami muscolari presenti sui lati ulnare e radiale dell’avambraccio
hanno origine le arterie ulnare e radiale, che nei primati sostituiscono, nel
corso dello sviluppo, l’a. mediana, assumendone le funzioni. Negli animali
non mammiferi l’a. interossea rimane il vaso principale del braccio, mentre nei mammiferi inferiori è l’a. mediana ad acquisire un ruolo di primo
piano. L’a. interossea e l’a. mediana possono essere conservate nell’uomo
(vedi D) e costituire i vasi principali preposti all’irrorazione del palmo della mano.
A. ulnare
Arcata palmare
A. mediana
in regressione
A. brachiale
A. brachiale
A. brachiale
A. superficiale
del braccio
Epicondilo
mediale
A. radiale
M. brachioradiale
M. pronatore
rotondo
M. brachioradiale
M. flessore
ulnare
del carpo
Membrana
interossea
dell’avambraccio
M. brachioradiale
A. ulnare
A. ulnare
A. interossea
anteriore
M. pronatore
rotondo
A. interossea
anteriore
Radio
M. flessore
ulnare del carpo
M. pronatore
rotondo
A. ulnare
A. radiale
M. flessore
ulnare del carpo
A. ulnare
superficiale
Ulna
A. mediana
A. radiale
Arcata palmare
profonda
Arcata palmare
superficiale
a
b
D Decorso e varianti delle arterie dell’avambraccio (secondo Lippert
e Pabst)
Avambraccio destro, visione anteriore.
a Decorso comune delle arterie nell’avambraccio (84% dei casi).
b e c Varianti:
b è presente un’a. mediana distalmente all’origine dell’a. interossea comune, ramo proveniente dall’a. ulnare (8% dei casi);
c nell’avambraccio possono essere presenti arterie superficiali supplementari (aa. superficiali dell’avambraccio, 8% dei casi), come l’a.
c
ulnare superficiale proveniente dall’a. superficiale del braccio che
decorre superficialmente ai muscoli anteriori dell’avambraccio e può
anastomizzarsi distalmente con l’a. ulnare. In caso di iniezioni endovenose nella regione cubitale bisogna prestare grande attenzione
alle possibili varianti (vedi pag. 356). Tali arterie superficiali supplementari hanno origine in linea di massima quando l’a. brachiale si
divide già a livello del braccio in un’a. superficiale del braccio (che
nell’avambraccio si trasforma nell’a. radiale) e in un’a. brachiale (che
nell’avambraccio si trasforma nell’a. ulnare) (la cosiddetta divisione
alta, vedi pag. 387).
395
Arto superiore — 5. Topografia dei vasi e dei nervi
5.12
Faccia posteriore dell’avambraccio
e dorso della mano
M. estensore
ulnare del carpo
Retinacolo dei
mm. estensori
A. ulnare,
ramo carpico dorsale
M. estensore
proprio del mignolo
A. radiale,
ramo carpico dorsale
M. estensore
comune delle dita
Aa. metacarpiche
dorsali
Rete dorsale
del carpo
Mm. estensori
radiali breve e
lungo del carpo
M. tricipite brachiale,
capo laterale
A. collaterale
radiale
A. radiale
M. abduttore
lungo del pollice
M. estensore
breve del pollice
M. estensore
dell’indice
M. estensore
lungo del pollice
Mm. interossei
dorsali
Olecrano
M. anconeo
M. estensore
ulnare del carpo
A. ricorrente
interossea
Passaggio attraverso
la membrana interossea
M. brachioradiale
Rete articolare
del gomito ed
epicondilo
laterale
M. supinatore
M. estensore
comune delle dita
Aa. digitali
dorsali
A. interossea
posteriore
Mm. estensori
radiali breve e lungo
del carpo
M. estensore
ulnare del carpo
Passaggio dell’a.
interossea anteriore
A Arterie del dorso della mano e delle dita della mano destra
Per poter visualizzare le arterie, sono state asportate cute, sottocute e
fascia dorsale della mano (anche vene e nervi sono stati rimossi per semplicità didattica). L’irrorazione arteriosa del dorso della mano è garantita
per lo più dall’a. radiale. L’a. ulnare partecipa all’irrorazione sanguigna
solo con un ramo di calibro ridotto, il ramo carpico dorsale. I rami perforanti creano tuttavia numerosi collegamenti tra le reti palmare e dorsale;
a livello delle dita si creano alcune anastomosi laterali tra le aa. digitali
dorsali e le aa. digitali palmari proprie (qui non visibili).
M. estensore proprio
dell’indice
396
M. abduttore
lungo del pollice
M. estensore
breve del pollice
Membrana
interossea
A. ulnare,
ramo carpico dorsale
Retinacolo dei
mm. estensori
A. radiale,
ramo carpico dorsale
B Arterie della faccia posteriore dell’avambraccio e del dorso della
mano di destra
Nella regione cubitale, il m. anconeo è stato reciso all’origine e ribaltato
lateralmente; superiormente, il capo laterale del m. tricipite brachiale è
stato reciso. Nella regione posteriore dell’avambraccio sono stati parzialmente resecati sia il m. estensore ulnare del carpo sia il m. estensore
delle dita.
Si noti l’ingresso dell’a. interossea posteriore nella membrana interossea
dell’avambraccio, direttamente sotto il margine inferiore del m. supinatore, nella loggia dei mm. posteriori dell’avambraccio. Nella regione distale
dell’avambraccio è stata aperta una finestra sezionando i mm. estensore
lungo del pollice ed estensore proprio dell’indice, al fine di rendere visibile in profondità il passaggio dell’a. interossea anteriore. Entrambi i
vasi sono importanti per l’irrorazione sanguigna della faccia posteriore
dell’avambraccio.
M. estensore
lungo del pollice
M. estensore radiale
breve del carpo
M. estensore radiale
lungo del carpo
A. radiale
M. estensore
lungo del pollice
Arto superiore — 5. Topografia dei vasi e dei nervi
N. mediano,
rami dorsali
dei nn. digitali
palmari
N. radiale,
nn. digitali
dorsali
N. mediano,
rami dorsali
dei nn. digitali
palmari
Territorio di innervazione
autonoma del n. mediano
N. digitale dorsale
(territorio di innervazione
autonoma del n. ulnare)
N. ulnare,
nn. digitali
dorsali
N. ulnare,
ramo dorsale
N. radiale,
ramo superficiale
e nn. digitali
dorsali
N. ulnare,
ramo dorsale
N. radiale,
ramo superficiale
N. radiale,
n. cutaneo posteriore
dell’avambraccio
a
b
C Innervazione del dorso della mano
Mano destra, visione dorsale.
b Territori di innervazione sensitiva dei nervi ulnare, mediano e
radiale. I territori (o zone) di innervazione massimale sono aree cutanee innervate dal nervo corrispondente. La zona di innervazione
massimale di un nervo rappresenta l’insieme della zona intermedia,
che è l’area del territorio del nervo in cui si sovrappone l’innervazione
da parte di nervi adiacenti, e della zona autonoma, che rappresenta
l’area innervata esclusivamente dal nervo. Un deficit del nervo o un
disturbo della sensibilità si manifestano sempre dapprima nel corrispondente territorio di innervazione autonoma.
a Decorso dei nervi cutanei sul dorso della mano. Si noti la diversa
innervazione del 2°, del 3° dito e del versante laterale del 4° dito nelle
porzioni prossimale e distale:
› in posizione distale l’innervazione è fornita dai rami dorsali dei nn.
digitali palmari che hanno origine dal nervo mediano;
› in posizione prossimale l’innervazione è fornita dai nn. digitali dorsali
del nervo radiale (2° e 3° dito, circa fino all’art. interfalangea prossimale) e dal ramo dorsale del nervo ulnare (3° e 4° dito fino all’altezza
dell’art. interfalangea prossimale).
M. estensore comune delle dita
e m. estensore dell’indice
Osso
trapezio
M. estensore radiale
breve del carpo
M. estensore
lungo del pollice
Retinacolo dei mm. estensori
M. estensore radiale
lungo del carpo
Proc. stiloideo del radio
1° m. interosseo
dorsale
Scafoide
A. radiale, ramo
carpico dorsale
A. radiale
1° osso
metacarpale
b
Tendine di inserzione del
m. estensore proprio dell’indice
1° m. interosseo dorsale
a
Tubercolo
dorsale
Testa del 1° osso
metacarpale
Proc. stiloideo
del radio
M. estensore
lungo del pollice
M. estensore breve
del pollice e m. abduttore
lungo del pollice
Tabacchiera
anatomica
M. estensore
breve del pollice
A. radiale
M. abduttore
lungo del pollice
D Delimitazione della tabacchiera anatomica
a Anatomia di superficie del dorso della mano destra, visione posterolaterale.
b Muscoli e tendini del dorso della mano destra, visione laterale.
La tabacchiera anatomica è delimitata dai tendini di inserzione distale dei
mm. abduttore lungo del pollice ed estensore breve del pollice lateralmente, ed estensore lungo del pollice, medialmente. Il fondo è formato
sostanzialmente dalle ossa scafoide e trapezio. Per questo motivo, in caso
di fratture dello scafoide, si avverte spesso un dolore alla pressione nella
regione profonda della tabacchiera anatomica. In posizione prossimale,
la tabacchiera anatomica è delimitata dal retinacolo dei mm. estensori.
Si noti il decorso dell’a. radiale nella profondità della tabacchiera anatomica, tra osso trapezio e osso scafoide.
397
Arto superiore — 5. Topografia dei vasi e dei nervi
5.13
Palmo della mano:
vasi e nervi superficiali
Aa. digitali
palmari proprie
Nn. digitali
palmari propri
Aa. digitali
palmari
comuni
Nn. digitali
palmari
del pollice
M. flessore breve
del mignolo
M. adduttore
del pollice
M. abduttore
del mignolo
M. flessore breve
del pollice, capo
superficiale
Aponeurosi
palmare
M. abduttore
breve del pollice
M. palmare
breve
Retinacolo dei
mm. flessori
(leg. trasverso del carpo)
A. radiale, ramo palmare
superficiale
A. radiale
A. e n. ulnari
Loggia di Guyon
M. palmare
lungo
Fascia
antibrachiale
N. digitale palmare
con ramo dorsale
Art.
metacarpofalangea
A. digitale
dorsale
N. digitale dorsale
A. digitale palmare
comune
A. digitale palmare
propria
N. digitale palmare
proprio
398
A Arterie e nervi superficiali del palmo della mano
Mano destra, visione palmare. Al fine di raffigurare i vasi e nervi superficiali, sono state asportate tutte le fasce ad eccezione dell’aponeurosi
palmare. Per mostrare a. e n. ulnari che decorrono nella loggia di Guyon, è stato asportato
anche il leg. palmare del carpo (vedi pag. 405).
Si noti il ramo palmare superficiale che ha origine dall’a. radiale, e che può presentare un
decorso molto variabile. In questo caso esso
giunge fino al palmo della mano passando tra
le origini dei mm. abduttore e flessore breve del
pollice. Nel 30% circa dei casi tale nervo forma
l’arcata palmare superficiale (qui non visibile;
confronta con pag. 400) assieme all’a. ulnare.
B Vasi e nervi del 3° dito destro
Visione laterale. Nel metacarpo le arterie si
trovano in posizione palmare rispetto ai nervi;
nelle dita si trovano in posizione dorsale (incrocio più comunemente all’altezza dell’art. metacarpofalangea). Le facce laterali e il dorso delle
dita vengono innervati da rami provenienti dal
n. digitale palmare del n. mediano.
Arto superiore — 5. Topografia dei vasi e dei nervi
Ramo comunicante
ulnare
Ramo comunicante
mediano
Nn. digitali palmari propri
(territorio di innervazione
autonoma del n. mediano)
N. digitale palmare
(territorio di innervazione
autonoma del n. ulnare)
N. mediano,
ramo palmare
N. ulnare,
ramo palmare
N. radiale,
n. digitale
dorsale
d
b
a
c
C Innervazione del palmo della mano
Mano destra, visione palmare.
a-c Modello di innervazione del palmo della mano (secondo Schmidt
e Lanz). Il modello di propagazione degli stimoli sensitivi è caratterizzato dai rami di collegamento tra il n. mediano e il n. ulnare. I
modelli di innervazione più frequenti sono:
a
più comune (46% dei casi): n. mediano e n. ulnare sono collegati
mediante un ramo comunicante ulnare;
b variante 1 (20% dei casi): n. mediano e n. ulnare sono collegati da un
ramo comunicante ulnare e da un ramo comunicante mediano;
c variante 2 (20% dei casi): non esistono rami di collegamento tra n.
mediano e n. ulnare.
d Territori di innervazione sensitiva autonoma e massimale dei
nervi ulnare e mediano. I territori di innervazione autonoma sono
evidenziati a colori (per quanto riguarda i territori di innervazione autonoma e massimale confronta con C, vedi pag. 397).
Tendine del m. estensore
comune delle dita
Falange
distale
A. e n. digitali
dorsali
Falange
media
Pieghe
interdigitali
Falange
prossimale
Tendine del m. flessore
profondo delle dita
3° osso
metacarpale
A. digitale
palmare
propria
a
Tendine del m. flessore
superficiale delle dita
Nn. digitali
palmari propri
b
D Anestesia regionale secondo Oberst
Dorso della mano destra, visione dorsale. Questo tipo di anestesia locale
è clinicamente importante in caso di ferite delle dita, per esempio da taglio, che devono essere suturate.
A. digitale
palmare propria
a Le iniezioni vengono praticate nelle pieghe interdigitali.
b Dopo aver anestetizzato i rami nervosi dorsali, l’ago viene spinto, sia
lateralmente sia medialmente, verso il nervo che decorre in posizione
palmare; si iniettano quindi a livello sottocutaneo 1-2 ml di anestetico
locale a rilascio lento.
Rami digitopalmari
Osso metacarpale
M. flessore
profondo
delle dita
Vincoli
brevi
Vincoli
lunghi
E Vascolarizzazione dei tendini dei muscoli
flessori delle dita all’interno della guaina
tendinea (secondo Lundborg)
3° dito destro, visione laterale. L’irrorazione
sanguigna dei tendini dei muscoli flessori è garantita, all’interno della guaina tendinea, da vasi
provenienti dalle aa. digitali palmari che decorrono nel mesotendine (vincoli lunghi e brevi)
verso i tendini.
M. flessore superficiale
delle dita
399
Arto superiore — 5. Topografia dei vasi e dei nervi
5.14
Palmo della mano:
irrorazione
Arcata
palmare
superficiale
A. ulnare
A. radiale
a
Arcata
palmare
superficiale
Nn. digitali
palmari
propri
A. ulnare
Aa. digitali
palmari
proprie
Nn. digitali
palmari
del pollice
Mm. lombricali
1° m. interosseo
dorsale
Aa. digitali
palmari
comuni
M. adduttore
del pollice
Arcata palmare
superficiale
M. abduttore
del mignolo
Aa. digitali
palmari
comuni
Arcata
palmare
superficiale
A. radiale
A. ulnare
M. flessore breve
del pollice,
capo superficiale
M. flessore breve
del mignolo
c
A. radiale, ramo palmare
superficiale
N. ulnare,
ramo superficiale
M. abduttore
breve del pollice
M. opponente
del pollice
A. e n. ulnari,
ramo profondo
Aa. digitali
palmari
comuni
A. mediana
(variante)
A. ulnare
d
Retinacolo dei
muscoli flessori
M. palmare lungo
Leg. palmare del carpo
A. radiale, ramo palmare
superficiale
A. e n. ulnari
N. mediano
M. flessore superficiale
delle dita
M. pronatore
quadrato
M. flessore
ulnare del carpo
A. radiale
M. brachioradiale
M. flessore
lungo del pollice
A Arcata palmare superficiale e distribuzione dei rami
Mano destra, visione palmare. L’asportazione
delle fasce, inclusa l’aponeurosi palmare, con-
400
b
M. flessore
radiale del carpo
sente di osservare l’arcata palmare superficiale
(sulle varianti vedi B).
B Arcata palmare superficiale e varianti
(secondo Lippert e Pabst)
Mano destra, visione palmare (non esistono
studi sulle possibili varianti dell’arcata palmare
profonda).
a Comune (arcata palmare tipica, 37% dei
casi): a. radiale e a. ulnare contribuiscono, in
parti uguali, all’arcata palmare superficiale.
b-d Varianti:
b l’arcata palmare è formata solo dall’a. ulnare (37% dei casi);
c le aa. digitali palmari comuni originano, ad
eccezione della prima (dall’a. radiale), dall’a.
ulnare (13%);
d le aa. digitali palmari comuni originano (molto
raramente) dall’a. ulnare e da un’a. mediana.
Arto superiore — 5. Topografia dei vasi e dei nervi
Nn. digitali
palmari propri
Aa. digitali
palmari proprie
Aa. digitali
palmari
comuni
Mm. lombricali
M. abduttore
del mignolo
M. adduttore del pollice,
capo trasversale
M. flessore breve
del mignolo
M. abduttore breve
del pollice
Aa. metacarpiche
palmari
M. flessore breve
del pollice
M. opponente
del mignolo
M. adduttore del pollice,
capo obliquo
Arcata palmare
superficiale
Arcata palmare
profonda
N. ulnare,
ramo profondo
M. opponente del pollice
N. ulnare,
ramo superficiale
A. radiale,
ramo palmare
superficiale
A. ulnare,
ramo profondo
Ramo terminale sensitivo
del n. interosseo
A. e n. ulnari
M. pronatore
quadrato
A. radiale
A. interossea
anteriore
M. flessore ulnare
del carpo
Aa. digitali
palmari
propri
Aa. digitali
palmari
comuni
Arcata
palmare
superficiale
Aa. digitali
palmari
del pollice
Rami perforanti
Arcata
palmare
profonda
a
Rami perforanti
A. carpica
dorsale
Aa. metacarpiche
dorsali
A. radiale
A. ulnare,
ramo carpico
dorsale
Rete dorsale
del carpo
A. interossea
anteriore
A. digitale
palmare
dorso
A. digitale
dorsale
A. metacarpica
dorsale
Arcata palmare
superficiale
Arcata palmare
profonda
Rete palmare
del carpo
A. metacarpica
palmare
Ramo perforante
A. carpica
dorsale
Rete dorsale
del carpo
A. radiale
b
A. interossea
posteriore
c
A. interossea
posteriore
A. radiale
A. ulnare
A. interossea
comune
palmo
Aa. digitali
dorsali
Rami carpici
palmari diretti
alla rete palmare
del carpo
Membrana
interossea
dell’avambraccio
C Arcata palmare profonda e distribuzione
dei rami
Mano destra, visione palmare. Per rappresentare l’arcata palmare profonda, formata principalmente dal ramo terminale dell’a. radiale, è
stato necessario asportare in parte i tendini dei
muscoli flessori superficiali e profondi, nonché
la muscolatura dell’eminenza tenar e dell’eminenza ipotenar.
Si noti il ramo terminale del n. interosseo anteriore dell’avambraccio, che decorre distalmente
fra la membrana interossea e il m. pronatore
quadrato, e che innerva la capsula articolare
della mano.
A. interossea
posteriore
A. interossea
ricorrente
D Anastomosi arteriose della mano
A. ulnare e a. radiale sono collegate per
mezzo delle arcate palmari superficiale e
profonda, dai rami perforanti e dalla rete
dorsale del carpo.
a Mano destra, visione palmare;
b mano destra, visione dorsale;
c 3° dito destro, visione laterale.
401
Arto superiore — 5. Topografia dei vasi e dei nervi
5.15
Tunnel carpale
Retinacolo
dei muscoli flessori
(leg. trasverso del carpo)
N. mediano
Scafoide
Trapezio
Eminenza tenar
Tendini e relative
guaine tendinee
nel tunnel carpale
Tendine del m. abduttore
lungo del pollice
A. e n. ulnari
Pisiforme
Tendine del m. estensore
breve del pollice
Tendine del m. estensore
lungo del pollice
Dettaglio, vedi B
Eminenza ipotenar
N. radiale,
ramo superficiale
Piramidale
Tendine del m. estensore
radiale lungo del carpo
Tendine del m. estensore
ulnare del carpo
Tendine del m. estensore
proprio del mignolo
Tendine del m. estensore
radiale breve del carpo
Uncinato
Sezione
di A e B
Tendine del m. estensore
comune delle dita e del
m. estensore proprio dell’indice
A Sezione trasversale della mano destra all’altezza delle ossa del
carpo (vedi anche B)
Visione prossimale. Il tunnel carpale forma un canale osteofibroso (vedi
pag. 288) nel quale, oltre ai dieci tendini di inserzione dei mm. flessore superficiale delle dita, flessore profondo delle dita, flessore lungo del
pollice e flessore radiale del carpo, decorre anche il n. mediano. Il limite
Capitato
dorsale è costituito dal solco carpale formato dalle ossa del carpo, mentre
il limite palmare è formato dal retinacolo dei mm. flessori (terminologia
clinica “leg. trasverso del carpo”). L’a. ulnare e il n. ulnare decorrono invece in posizione palmare rispetto al retinacolo, attraverso la loggia di
Guyon (vedi pag. 405).
Guaina tendinea dei
mm. flessori superficiale
e profondo delle dita
Retinacolo dei mm. flessori
(leg. trasverso del carpo)
Loggia di Guyon
Tendine del m. flessore
superficiale delle dita
A. e v. palmari
superficiali
Arcata palmare
superficiale
Tendine del
m. flessore
radiale del carpo
Leg. palmare del carpo
A. e n. ulnari
Tendine del
m. flessore
lungo del pollice
N. mediano
Pisiforme
Tendine del
m. flessore lungo
del pollice
Cavità della guaina sinoviale
Tunnel carpale
Arcata palmare
profonda
Guaina tendinea
carpale ulnare
Scafoide
Piramidale
A. radiale
Uncinato
a
Tendine del m. flessore
profondo delle dita
Capitato
B Posizione delle arcate palmari rispetto alle guaine del carpo e delle dita (secondo Schmidt e Lanz)
a Guaine tendinee nel tunnel carpale (dettaglio tratto da A). I tendini
dei muscoli flessori comuni decorrono all’interno del tunnel carpale
protetti da guaine mucose (o sinoviali). I tendini dei mm. superficiale
e profondo delle dita sono avvolti dalla guaina carpale ulnare. Lateral-
402
A. ulnare
b
mente ad essi decorrono il m. flessore lungo del pollice e il m. flessore
radiale del carpo, ciascuno all’interno di una propria guaina tendinea.
Il mesotendine comune a tutti i tendini dei muscoli flessori delle dita
aderisce al tunnel carpale sia in posizione laterale sia in posizione palmare (percorso variabile delle guaine tendinee, vedi pag. 344).
b Posizione delle guaine tendinee del carpo e delle dita rispetto alle
arcate palmari.
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