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Valutazione ecografica di una tromboflebite settica di una vena giugulare in un cavallo

Ippologia, Anno 10, n. 1, Marzo 1999
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CASO CLINICO
VALUTAZIONE ECOGRAFICA
DI UNA TROMBOFLEBITE SETTICA
DI UNA VENA GIUGULARE IN UN CAVALLO
SERGIO CARTA
Ufficiale Veterinario, Reggimento Carabinieri a cavallo
Viale Tor di Quinto, 151 - 00191 ROMA
Riassunto
La trombosi di una vena superficiale, in particolar modo della vena giugulare, viene spesso riscontrata nel cavallo.
L’aspetto ecografico di un trombo della giugulare è indicato come non cavitario se vengono prodotti degli echi uniformi di
bassa o media ampiezza, o come cavitario nel caso vi siano degli echi eterogenei con aree anecogene od ipoecogene.
L’esame ecografico risulta molto utile per localizzare il punto esatto dove eseguire un aspirato di un campione per un esame
batteriologico ed altri test di diagnostica clinica.
Summary
Thrombosis of a superficial vessel, particularly the jugular vein, is often seen in the horse.
The ultrasonographic appearance of the thrombus in the jugular vein is classified as noncavitating if it has uniform low to
medium amplitude echoes, or as cavitating when it is heterogenous with anechoic to hypoechoic areas.
The ultrasound examination is help in selecting the site for aspiration of a specimen for bacteriologic culturing and susceptibility testing.
INTRODUZIONE
Nella specie equina la tromboflebite della vena giugulare è un problema clinico di notevole gravità.
Uno stato di ipercoagulazione, l’uso prolungato di un catetere, la non accurata disinfezione dell’area o l’iniezione endovenosa di una sostanza irritante predispongono alla
trombosi2.
La tromboflebite può essere complicata da uno stato
settico che deve essere sospettato quando compaiono
piressia e stato di abbattimento dell’animale.
L’uso dell’ecografo permette attualmente e di valutare la
patologia in atto e di seguire l’andamento del processo clinico.
CASO CLINICO
È descritto il caso di un cavallo castrone, grigio, di
razza italiana, di 12 anni, che in seguito ad un trauma,
aveva ricevuto una terapia endovenosa a base di fenilbutazone.
Al termine della cura si osservò gonfiore e calore a livello della vena giugulare sinistra nella regione del collo.
L’animale presentava uno stato di letargia ed anoressia,
dolore alla palpazione della regione giugulare ed un contemporaneo rialzo febbrile (39,5 C°).
Il profilo biochimico ematico risultò nella norma tranne
le proteine totali (9,4 g/dl) per effetto dell’aumento della
frazione globulinica.
L’esame ecografico evidenziò l’esistenza di un trombo
con area cavitaria nel terzo prossimale della regione giugulare ed a questo livello fu eseguito un aspirato ecoguidato.
La procedura consisteva in una aspirazione percutanea
con un ago di Chiba a diametro variabile 19 o 21 gauge
sotto la guida di una sonda da 7,5 Mhz provvista di un
distanziatore.
Una parte del materiale ottenuto fu posta in coltura ed
un’altra subito colorata con il metodo di Gram.
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Valutazione ecografica di una tromboflebite settica di una vena giugulare in un cavallo
FIGURA 1 - Immagine in sezione trasversale e longitudinale della vena
giugulare nel terzo distale del collo in cui si evidenzia un trombo non
cavitario.
FIGURA 3 - Il disegno mostra la procedura ecoguidata a livello della
regione cervicale.
FIGURA 2 - Immagine in sezione trasversale e longitudinale della vena
giugulare nel terzo prossimale del collo in cui si evidenzia un trombo
cavitario anecogeno.
La colorazione rivelò la presenza di microrganismi
Gram + ed il batterio fu identificato come Streptococcus
equisimilis, l’antibiogramma dimostrò sensibilità all’amossicillina.
La terapia intrapresa con questo antibiotico (5 g BID
IM) per sette giorni portò alla completa guarigione del
soggetto.
DISCUSSIONE
Nella tromboflebite della vena giugulare, l’area del
trombo interessa di solito la regione cervicale prossimale e
media e la vena mascellare esterna.
La vena linguofacciale e la porzione di giugulare all’ingresso del torace sono meno comunemente colpite.
Quando la trombosi della giugulare è unilaterale e si sviluppa lentamente, il drenaggio venoso viene compensato
dalla formazione di un circolo collaterale con distensione
di tutte le vene superficiali dell’area colpita.
Un grave edema segue invece l’occlusione venosa acuta
ed è esacerbato dalla tendenza dell’animale a tenere la
testa bassa.
Se entrambe le giugulari vengono occluse si stabilisce
un edema della testa e possono insorgere problemi respiratori per edema laringeo e fatti emorragici.
Se il processo diviene settico, esso è caratterizzato da
calore e dolore alla palpazione della parte colpita e da
periflebite.
Febbre, neutrofilia e iperfibrinogenemia si riscontrano
frequentemente.
Nei casi cronici compaiono una anemia non rigenerativa
ed un incremento delle proteine totali, soprattutto della
frazione globulinica4.
In presenza di un’infezione può verificarsi la rottura del
trombo e la formazione di emboli che attraverso l’arteria
polmonare possono raggiungere il cuore ed i polmoni producendo a livello cardiaco una endocardite batterica o la
formazione di ascessi a livello polmonare.
L’uso di cateteri lunghi (8-10 cm) e la loro sostituzione
ogni 72 ore circa riduce l’incidenza di fenomeni settici
secondari1.
L’uso di cateteri venosi centrali, in corso di patologie
che richiedono una fluidoterapia prolungata e costante,
diminuisce notevolmente il rischio di trombosi.
Utilizzare un altro distretto venoso per la somministrazione di liquidi ed in particolare la vena toracica proprio
dietro il gomito potrebbe essere una valida soluzione.
Sembra infatti che il più alto flusso sanguigno ed il
diametro vasale minore siano due elementi che riduco-
Ippologia, Anno 10, n. 1, Marzo 1999
no la possibilità di instaurarsi di un trombo a questo livello3.
La vena giugulare è descritta da un punto di vista ecografico come una struttura tubolare anecogena di cui è
possibile osservarne il flusso e l’apparato valvolare.
Essa si distende durante una espirazione forzata e può
collassare sotto la pressione esercitata dalla sonda.
Questi eventi dinamici sono diminuiti o assenti quando
il lume vasale è occupato da un trombo.
Quest’ultimo può essere differenziato come non cavitario se sono presenti degli echi uniformi di bassa ampiezza
(Fig. 1), o cavitario se vi sono delle aree anecogene ed
ipoecogene dovute alla presenza di liquido o di aree
necrotiche (Fig. 2).
La presenza di un’area cavitaria nel trombo supporta la
diagnosi di una tromboflebite settica che viene confermata da una coltura batterica di un campione prelevato in
quel punto.
Durante l’esame ecoguidato, la migliore visualizzazione dell’ago si ottiene quando il fascio di echi è perpendicolare ad esso; i movimenti di avanzamento e retrazione
della punta dell’ago permettono di identificarlo più facilmente (Fig. 3 ).
Una terapia antimicrobica deve essere instaurata prima
possibile soprattutto sulla base dei risultati del prelievo
batteriologico.
Gli organismi più comunemente isolati sono streptococchi7.
La scomparsa dell’area cavitaria nelle ecografie successive indicherebbe l’eliminazione del focolaio settico.
Nei casi in cui non si ha una risoluzione della patologia
con una terapia medica, è necessario ricorrere ad un drenaggio o alla escissione chirurgica5.
L’esame ecografico risulta pertanto indispensabile
nella diagnosi e nella valutazione prognostica di una
tromboflebite; nel primo caso infatti permette di
mostrare il tipo di trombo ed il sito per il prelievo, nel
secondo rende possibile monitorare il processo nella sua
evoluzione clinica6.
Tabella 1
Risultati degli esami di laboratorio
Parametro
Cavallo, vena giugulare, tromboflebite settica.
Valori normali
Valori del paziente
PROFILO BIOCHIMICO
CK (U/L)
AST (U/L)
GGT (U/L)
Bil.tot.(mg/dl)
Prot.tot.(g/dl)
Albumine (g/dl)
Azot.ur.(mg/dl)
Creatin.(mg/dl)
100-300
150-400
10-40
0,0-3,2
5,6-7,6
2,6-4,1
24-48
1,1-1,8
150
174
14
1,27
9,4 ***
2
12
1,12
Commento: nei casi cronici di tromboflebite si osserva un innalzamento dei valori delle proteine totali per effetto dell’aumento della
frazione globulinica.
ESAME BATTERIOLOGICO SU SIERO:
ISOLAMENTO DI STREP. EQUISIMILIS
Antibiogramma: Sensibile: AMX25-CN30-CFP75-AMP2.
Resistente: ATM30-D30-GM10-L2-C30.
ESAME MICOLOGICO:
NEGATIVO PER FORME MICOTICHE
Key words
Horse, jugular vein, septic thrombophlebitis.
Bibliografia
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Parole chiave
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