"Il Barbiere di Siviglia": l`opera buffa di Rossini al "Verdi"

"Il Barbiere di Siviglia": l'opera buffa di Rossini al "Verdi"
Redazione 4 Marzo 2015
Presso Nuovo Teatro Verdi Dal 06/03/2015 Al 06/03/2015
Grande attesa, al Teatro Verdi di Brindisi, per «Il Barbiere di Siviglia» di Gioachino Rossini, in
scena venerdì 6 marzo alle ore 20.45. Primo titolo del cartellone lirico di quest'anno, «Il Barbiere
di Siviglia» debutta in assoluto nel politeama brindisino, prologo della riedizione di un’intesa con
la Provincia di Lecce che segna un momento centrale all’interno della programmazione. Il
melodramma buffo in due atti, per la regia di Bruno Praticò, è la prima opera italiana rimasta
sempre in repertorio e ancora oggi tra le più rappresentate in tutto il mondo. Sul podio
dell’Orchestra Sinfonica di Lecce tornerà il Maestro Alberto Veronesi, tra i più acclamati direttori
d’orchestra internazionali, mentre il Coro Lirico di Lecce sarà diretto dal Maestro Andrea
Crastolla.
«L’unico strumento per far conoscere al mondo la nostra
importantissima lingua - ha spiegato il regista Bruno Praticò durante la
presentazione della stagione - è la lirica. Tutte le opere liriche, infatti,
su qualsiasi palcoscenico internazionale sono interpretate in italiano.
Non penso che ci sia più cultura di così». Oltre a firmarne la regia,
Praticò interpreta il tutore di Rosina, don Bartolo, e nella sua carriera di
baritono buffo l’artista aostano ha all’attivo più di cento ruoli in un
repertorio che spazia dal Settecento fino a Mozart e Rossini. Del “suo”
allestimento dice: «abbiamo scelto di portare in scena un Barbiere
semplicissimo, classico, ambientato nel periodo giusto. Credo, infatti,
che il teatro sia un’occasione di evasione per il pubblico e lo spettatore
può evadere se si cala in un altro mondo, in un’altra epoca. Ci sono
costumi molto belli, anche la scenografia è ottima».
Fra le opere più conosciute e rappresentate di Rossini, «Il Barbiere di Siviglia» è considerato universalmente il capolavoro del
compositore pesarese. Il titolo originale è «Almaviva, o sia l’inutile precauzione». Il libretto era già stato musicato l’anno prima da
Francesco Morlacchi. Prima di lui, Giovanni Paisiello aveva messo in scena il suo «Barbiere di Siviglia» nel 1782. La prima
rappresentazione ebbe luogo il 20 febbraio 1816 al Teatro Argentina, a Roma, e terminò fra i fischi.
A provocarli, secondo i pettegolezzi dell’epoca,
sarebbero stati gli impresari di un teatro concorrente, il
Teatro Valle; secondo altri, la colpa fu di alcuni seguaci
di Paisiello e della sua versione dell’opera. Il solo
annuncio che Rossini stava preparando la nuova
versione del «Barbiere di Siviglia» aveva suscitato non
poche polemiche, anche in considerazione del fatto che
all’epoca Paisiello era ancora vivo. Il fiasco della prima
fu però riscattato immediatamente dal successo delle
repliche, e l’opera di Rossini finì presto per oscurare la
precedente versione di Paisiello. Il contralto Geltrude
Righetti Giorgi fu la prima Rosina della storia, mentre il
ruolo di Almaviva fu affidato al grande tenore spagnolo
Manuel Garcia.
L’opera ruota intorno alla storia d’amore tra l’irresistibile,
ricchissimo Conte D’Almaviva e la bella Rosina. Il
vecchio don Bartolo vuole sposare la giovane, di cui è
tutore, per portarle via l’eredità. Il Conte D’Almaviva, grazie all’aiuto del vecchio amico e servitore, il furbo ed esperto Figaro,
progetta un piano per rapire Rosina e fuggire con lei: da parte sua. Travestimenti, scambi di persona, bigliettini misteriosi,
situazioni buffe mettono a nudo una società che si nutre di avidità, di ipocrisia e di malaffare come proprio pane quotidiano. Ma
alla fine, come si conviene, trionfano l’intelligenza e l’amore.
Questi i principali interpreti del cast che saliranno venerdì sul palcoscenico del Verdi: Blagoj Nacoski (Il Conte d’Almaviva), Bruno
Praticò (don Bartolo), Anna Corvino (Rosina), Maurizio Leoni (Figaro), Fulvio Valenti (don Basilio), Idilia Annese (Berta), Carlo
Provenzano (Fiorello, un Ufficiale).