La guerra del Peloponneso «Tucidide di Atene scrisse la guerra tra i Peloponnesiaci e gli Ateniesi, che combatterono tra di loro, avendo cominciato subito da ciò che successe e avendo sperato che sarebbe stata grande e la più degna di considerazione di quelle accadute precedentemente, avendolo determinato dal fatto che entrambi entravano in essa, essendo in pieno sviluppo, con grande preparazione militare e avendo visto che gli altri Greci si univano con ciascuna delle due parti, gli uni subito, gli altri anche avendolo in mente». Tucidide, La guerra del Peloponneso I,1 L’importanza della guerra • Per Sparta, si trattava di impedire che Atene acquisisse il controllo di tutta la Grecia • Scontro tra due supremazie: quella della Lega Delio-Attica (egemonia marittima) e quella della Lega Peloponnesiaca (egemonia terrestre) • Scontro tra due forme di governo: la democrazia ateniese e l’oligarchia spartana Le fasi della guerra La fase Archidamica (431 – 421) La fase intermedia (421 – 413) dalla Pace di Nicia alla spedizione in Sicilia La fase Deceleica (413-404) La Lega Delio-Attica e la Lega Peloponnesiaca La fase Archidamica (431-421 a.C.) ■ 432 a.C. Violazione ateniese dei patti della Pace trentennale ↓ dichiarazione di guerra di Sparta e della Lega del Peloponneso ■ 431 a.C. La Lega del Peloponneso con il re spartano Archidamo invade e devasta l’Attica ■ La strategia difensiva di Pericle: - Evacuazione della popolazione dentro le mura di Atene - Approvvigionamento tramite Lunghe Mura e Pireo - Logoramento forze nemiche tramite incursioni della flotta ■ 430 a.C. Epidemia in Atene → cause: - sovrappopolamento - condizioni igieniche precarie → conseguenze: - morte di migliaia di cittadini (tra cui Pericle 429 a.C.) Dopo la morte di Pericle Nicia Due fazioni ad Atene Cleone Capo del partito MODERATO Capo del partito DEM. RADICALE Di ricca famiglia aristocratica Fautore GUERRA a OLTRANZA Fautore della PACE Presentato come un demagogo ↓ Si vota per la guerra ad oltranza • 425 a.C. attacco generale spartano Brasida nella Grecia settentrionale • 424-422 a.C. battaglia di Anfipoli (Penisola Calcidica) → Atene vince con fatica ma muore Cleone • 421 a.C. PACE DI NICIA La peste nel racconto di Tucidide «L’effetto più tremendo in tutta questa calamità era lo scoramento, quando ci si accorgeva di essere colpiti (abbandonavano subito ogni speranza, si ritenevano senz’altro spacciati, e non opponevano nessuna resistenza al male); e il fatto che, curandosi a vicenda, morivano di contagio, come avviene tra le bestie. Era appunto al contagio che si doveva la più intensa mortalità. Quelli che per paura evitavano i contatti morivano in solitudine (e molte famiglie furono spazzate via perché nessuno volle far loro da infermiere). Quelli che non li evitavano vi rimettevano la vita: specie coloro che tenevano a mostrare una certa nobiltà di sentimenti. Spronati dal senso dell’onore essi arrischiavano la propria esistenza visitando gli amici; mentre invece perfino i familiari alla fine oppressi ed esauriti dall’orrore del male, arrivavano a trascurare anche le lamentazioni sui propri morti. A ogni modo maggiore pietà di questi familiari mostravano verso chi moriva e chi lottava col male coloro che ne erano scampati, per l’esperienza fatta, e perché ormai si sentivano al sicuro. Giacché il male non tornava una seconda volta: o almeno non tornava con esito letale. Gli altri li consideravano felici: ed essi stessi nell’esaltazione del momento si abbandonavano senza riflettere alla vaga speranza che anche per l’avvenire nessun’altra malattia se li sarebbe mai più portati via. Tucidide, La guerra del Peloponneso II,51 La fase intermedia (421-413 a.C.) ■ Pace di Nicia = tregua armata ↓ continui attacchi e crudeltà da entrambe le fazioni (es. il caso dell’isola di Melo, cfr. testo pdf) → Prevale la legge del più forte ■ Nuovo leader della politica ateniese ALCIBIADE - membro della famiglia degli Alcmeonidi - uomo dalla brillante intelligenza ambizioso e spregiudicato, fautore della guerra Progetto riprendere la politica in Magna Graecia di Pericle inserirsi nelle contese tra alleate spartane e ateniesi in Sicilia Obiettivo imporre la propria egemonia sull’isola ottenere nuove risorse per portare avanti la guerra ■ La città siciliana di Segesta invocò l'aiuto dell'alleata Atene contro Siracusa, che era a sua volta alleata di Sparta. ■ Alcibiade riuscì a far approvare dall’Ekklesìa la SPEDIZIONE in SICILIA (415 a.C.) Opposizione di Nicia e dei moderati Da Atene 130 navi con 7000 soldati e migliaia di marinai Più dura del previsto, perché? - Viene sottovalutata la potenza siracusana - Atene perde il suo miglior generale, Alcibiade, a motivo d uno scandalo relativo alla mutilazione delle Erme Comando di Nicia (nolente), Alcibiade e Lamaco. ■ La mutilazione delle Erme Pochi giorni prima della partenza molte immagini sacre al dio Ermes, le cosiddette "erme", che sorgevano in ogni strada di Atene, furono trovate mutilate; lo scandalo fu grande e tra la gente si diffuse la superstiziosa angoscia che questo sacrilegio avrebbe attirato sulla città l'ira degli dèi. → Gli avversari politici di Alcibiade lo accusarono del fatto → Alcibiade fu convocato dalla Sicilia a discolparsi davanti al tribunale. Alcibiade disertò e si rifugiò presso gli Spartani. ■ - Proseguo della Spedizione in Sicilia 414 a.C., gli Ateniesi bloccarono Siracusa per terra e per mare L’arrivo di un contingente spartano rianimò la difesa La flotta siracusana distrusse la flotta ateniese Ateniesi allo stremo: ritirata nell’interno La ritirata fu disastrosa: raggiunti e circondati dai nemici (413 a.C.). Comandanti, tra cui Nicia, giustiziati Superstiti imprigionati nelle Latomie. Il dialogo dei meli e degli ateniesi «ATENIESI Orbene, per quanto ci riguarda noi non faremo un discorso lungo e poco convincente, ornato di parole affascinanti, sostenendo che è giusto per noi avere un impero perché abbiamo sconfitto i Persiani, oppure che ora esercitiamo il diritto di rappresaglia perché abbiamo subito un torto; così come non consideriamo un vostro diritto pensare di persuaderci sostenendo di non avere partecipato con noi alle spedizioni perché siete coloni degli Spartani, oppure che non ci avete fatto alcun torto; riteniamo invece legittimo cercare di ottenere quello che è fattibile in base alle vere intenzioni che ciascuno di noi ha, perché come noi anche voi sapete che nel linguaggio umano il diritto si giudica a parità di condizioni, altrimenti i potenti fanno quello che possono e ai deboli tocca dichiararsi d'accordo. […] MELI Anche noi - siatene certi - pensiamo che sia difficile competere con la vostra potenza e con la fortuna, se essa non sarà imparziale; malgrado tutto abbiamo fede che non soccomberemo per la fortuna che dipende dalla divinità, perché rispettosi degli dei ci opponiamo a degli ingiusti […]. ATENIESI Quanto ai buoni sentimenti verso la divinità, nemmeno noi supponiamo che ci siano venuti meno. Giacché con le nostre richieste o con le nostre azioni non facciamo assolutamente nulla che contrasti con la credenza degli uomini nella divinità né con la loro volontà di decidere il proprio destino. Perché siamo convinti che tanto l'uomo che la divinità, dovunque hanno potere, lo esercitano, l'uno apparentemente, l'altro visibilmente e per sempre, per un insopprimibile impulso della natura. E non siamo noi che abbiamo imposto questa legge, né siamo stati i primi ad applicarla quando già esisteva. Essa esisteva quando noi l'abbiamo ereditata ed esisterà in eterno quando noi la lasceremo in eredità, e dunque l'applichiamo consapevoli che anche voi, come altri, agireste esattamente come noi se aveste la nostra stessa potenza.» Tucidide, La guerra del Peloponneso, V, 89 e 104 La fase deceleica (413-404 a.C.) ■ Il fronte della guerra si sposta di nuovo in Grecia ■ Occupazione spartana, su consiglio di Alcibiade, della città di Decelea, ai confini dell’Attica La prendono, fortificano e sfruttano come base Impediscono i rifornimenti per Atene Crisi del sistema amministrativo ateniese Crisi interna dell’imperialismo ateniese Sparta ne approfitta e instaura un’alleanza importante non militare ma finanziaria Il re persiano Dario II ↓ in cambio: riconoscimento dei diritti sui Greci d'Asia Rivolgimenti politici in Atene ■ 411 a.C. colpo di stato degli aristocratici - aboliscono la costituzione democratica - affidano il potere ad una Boulé «dei Quattrocento» Si propende per la fine della guerra e per la pace con Sparta Ma il regime oligarchico viene presto rovesciato dai democratici e dal ritorno di Alcibiade ↓ -riaccolto trionfalmente ad Atene -nominato stratego Le ultime battaglie ■ ■ ■ ■ Sparta allestisce una flotta con l’oro persiano 406 a.C. battaglia delle isole Arginuse _ vittoria ateniese 405 a.C. battaglia di Egospotami_ vittoria spartana Atene cinta per terra e per mare Si arrende nel 404 a.C. Le dure condizioni della pace Atene è costretta a: Abbandonare tutti i possedimenti fuori dell’Attica; Consegnare tutta la flotta (tranne 12 navi); Abbattere le Lunghe Mura; Accogliere nel Pireo una guarnigione spartana con a capo un armosta Sciogliere la Lega Delio – Attica Entrare nella Lega del Peloponneso Instaurare magistrati un governo oligarchico I Trenta Tiranni filospartano di 30