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Bruno Munari - Sviluppare la creativitaÌ

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Appunti sulla creatività
a cura di Valentina Crivelli
1
Fantasie semantiche
La creatività è, riduttivamente, la capacità di elaborare informazioni al fine di creare idee
o oggetti originali e funzionali.
Pensiero creativo… o aperto, divergente (vs convergente, che converge verso
soluzione conosciute), laterale, produttivo (vs riproduttivo, che applica una regola o un
principio conosciuto).
E’ prodotto della fantasia tutto ciò che prima non c’era, anche se è irrealizzabile. La
fantasia è la facoltà più libera di tutte. Essa è libera di pensare qualunque cosa, anche la
più assurda, incredibile, impossibile.
E’ prodotto della creativita’ tutto ciò che prima non c’era, ma è realizzabile.
La creatività è un uso finalizzato e produttivo della fantasia.
Due miti da sfatare:
2
1.
la creatività non crea (genera dal nulla), ma elabora.
2.
la creatività non è una prerogativa degli artisti: essa riguarda ogni aspetto
della vita: dal modo di concepire le relazioni con il prossimo, al modo di
porsi verso qualsivoglia, al modo in cui si concepisce la propria stessa vita.
Creare ex nihilo
In metafisica la creazione è l’atto mediante il quale la divinità genera dal nulla il mondo
assegnandogli un’esistenza separata (creazione vs panteismo: la divinità non si
identifica e non coincide con il mondo): creazione ex nihilo (dal nulla).
L’idea “pura” di creazione non è presente in nessuna religione ad eccezione di quella
ebraica (da cui è mutuata quella cristiano cattolica). Il dogma cristiano ha assicurato in
seguito la fortuna dell’idea di creazione ex nihilo.
Nell’Antico Testamento non è presupposta l’esistenza di un caos o materia primordiale.
Dio crea le cose suscitandole integralmente, senza costrizione ed emanazione, non
ricorrendo a intermediari: dio presenta la sua parola e le cose si fanno presenti.
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Miti di creazione
L’idea di creazione è diffusa presso numerose culture. Essa è sempre concepita come
azione di uno o più esseri divini su qualcosa di preesistente (generalmente il caos).
La divinità crea attraverso:
– la parola (popolazioni primitive dell’Australia, dell’America e dell’Africa, vicino
Oriente)
– la modellazione di una figura (Mesopotamia, Sudan, Africa Orientale, area bantu)
– l’autosacrifico o metamorfosi: la realtà deriva dalle varie parti del corpo di un
essere mitico detto “dema” (Indonesia e Pacifico)
– l’emanazione (concezione filosofica orientale fatta propria dal neoplatonismo, da
Plotino e dall’idealismo romantico): la potenza originaria dell’essere non può non
uscire fuori di sé dando luogo al mondo oggettuale. Il mondo creato è
un’estrinsecazione necessaria di dio. L’emanazione consiste nella diffusione
spontanea, paragonabile ad una irradiazione continua, della potenza assoluta di
dio, che fa sorgere gli esseri restando uno e immutabile. In netta contrapposizione
alla tradizione ebraico-cristiana per cui il dio creatore rimane nettamente separato
e distinto dal creato.
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Miti di creazione
Una serie di miti attribuisce la creazione non all’essere supremo ma ad una figura
secondaria, il “demiurgo” che, talvolta, è antagonista dell’essere supremo. Sulla questa
linea si pone la vera creazione di tipo dualistico (Iran) intesa come opera di un essere
malefico che crea una realtà negativa opponendosi all’iniziale modo divino perfetto.
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Creatività innata o appresa?
Non esiste una definizione di “creatività” condivisa da tutti: non vi è accordo su cosa
essa sia, sul modo di apprenderla e di insegnarla o sulla possibilità stessa di
trasmetterla e impararla.
“Il talento è un concetto ingannevole.”
Gerhard Gollwitzer
“Una questione a lungo dibattuta è come accade che i bambini anche molto piccoli, che
assorbono in maniera naturale grandi quantità di informazione visiva, crescano per
essere visivamente illetterati? La risposta, per quanto io possa capirla, è che la loro
primitiva capacità sia semplicemente allontanata dai processi educativi.”
George Nelson
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Processo creativo: Herman Helmholtz
Herman Helmholtz ha distinto nel processo creativo 3 fasi. La durata di ogni fase può
variare infinitamente. Solo l’illuminazione viene riferita in quasi tutti i casi come
pressoché istantanea: un lampo di luce che investe il soggetto.
7
Processo creativo
Fase 1
Fase 2
SATURAZIONE
INCUBAZIONE
Coincide con la presa d’atto
dell’esistenza di un problema.
L'individuo raccoglie dati, pensa in
modo libero, cerca e ascolta
suggerimenti, vaga con la mente.
8
Il problema crea uno stato di disagio e difficoltà. La
persona è in cerca di risposte. La riflessione è lo
stato predominante. Il materiale raccolto non è
semplicemente introiettato, ma procede in un
periodo di elaborazione delle cui modalità il
creativo ha scarsa oppure nessuna
consapevolezza.
Talvolta il problema è apparentemente accantonato
(anche se tende a riemergere periodicamente).
Fase 3
ILLUMINAZIONE
Improvvisamente, senza il concorso della volontà
cosciente, la mente è “illuminata” e sopravviene
l’intuizione.
L’illuminazione è fissata in una forma tangibile e
sviluppata.
Saturazione, competenza e tecnica
La competenza è la conoscenza approfondita del campo in cui si opera.
Per risolvere creativamente un problema è necessario appropriarsi degli elementi
fondamentali di un problema e ciò è possibile solo se si possiedono tutte le informazioni
relative al campo in cui si opera. Todd Lubart, dell’Università di Parigi, condusse degli
studi da cui risultò che la creatività era relativamente specializzata, vale a dire che le
persone che risultavano creative in un campo, non lo erano necessariamente in un altro.
Ciò conferma che la competenza è una dote importante per produrre idee creative (la
tecnica non uccide la creatività).
9
Processo creativo: Henri Poincare
Henri Poincare (1908) aggiunge una quarta fase al processo creativo disegnato da
Helmholtz : la verifica.
Fase 1
SATURAZIONE
Fase 2
INCUBAZIONE
Fase 3
ILLUMINAZIONE
Fase 4
VERIFICA
Momento in cui la
soluzione assume
concretamente una forma
e ne si verifica l’utilità e
l’esattezza.
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Processo creativo: Jacob Getzels
Jacob Getzels (1960) aggiunge ai modelli precedenti un’ulteriore fase: la scoperta o
formulazione, o, come venne chiamata successivamente da George Kneller, l’intuizione
primaria. Questa fase precede la saturazione: le persone veramente creative non solo
risolvono problemi esistenti, ma spesso pongono problemi che nessuno si è mai posto.
Il formulare un problema produttivo rappresenta già di per sè un atto creativo.
Di fatto, da questi ed altri schemi che illustrano il processo creativo scomposto in fasi,
emerge una chiara metodologia operativa della creatività, un percorso nel quale l'analisi
(corrispondente alle fasi della preparazione e della verifica) si intreccia alla sintesi (che
avviene nel momento dell'incubazione e della illuminazione). E’ comunque da
sottolineare che tali schemi, ricavati da indagini retrospettive di tipiche esperienze e
situazioni creative, sarebbero poco utili se non fossero conditi da caratteristiche
individuali, strategie e motivazioni che fungono da motore nel gioco e nei momenti
cruciali dell'elaborazione creativa.
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Processo creativo e psicodinamica
La piscodinamica è un aspetto della teoria psicoanalitica che spiega i fenomeni
mentali, quali pensieri, sentimenti e comportamenti, come risultati di forze psichiche
motivazionali dirette ad uno scopo interagenti e in opposizione. Il concetto di apparato
psichico come struttura tripartita contribuisce a spiegare la dinamica.
Secondo questo modello, le tensioni che premono l’ES costringono la persona a
perseguirne la soddisfazione (omeostasi), ossia la scarica della tensione. L’IO, giudica la
sicurezza o il pericolo della gratificazione ed esercita forze costrittive per frustare,
ritardare o deviare la scarica in modo che la sua espressione definiva sia in armonia
con le esigenze della realtà e del SUPER-IO. L’opposizione tra queste realtà dà adito al
conflitto intrapsichico e il risultato della mediazione mentale inconscia a volte emerge
nella consapevolezza conscia sottoforma di sintomo nevrotico.
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Processo creativo e psicodinamica
Freud ha favorito la comprensione dei meccanismi psicologici formali del processo
creativo, riaffermando l'importanza delle motivazioni inconscie. La creatività per Freud è
una forma di sublimazione di conflitti (il conflitto è un tema ricorrente nella creatività) e
pulsioni inconscie che genera un'attività socialmente utile e riconosciuta (visione
psicopatologica della creatività).
La sublimazione è la deviazione delle energie della libido (organicamente fondata)
rispetto alla meta originaria. Tale deviazione dell'energia sessuale avviene a causa della
pressione di fattori innati (latenza) e ambientali (educazione) che portano alla costituzione
nel bambino di strumenti psichici deputati specificamente al controllo dei contenuti
libidici perversi.
In altre parole, l'individuo creativo vivrebbe in uno stato di frustrazione rispetto alla
sessualità ed altri ambiti della vita. La creatività sarebbe dunque l'appagamento delle
spinte pulsionali; i desideri inappagati sono, cioè, un trampolino dal quale si originano le
fantasie che esaudiscono una realtà insoddisfacente (il tema della frustrazione/creatività
ricorre in molti autori). Le esperienze infantili e il bisogno di una soluzione ai conflitti da
esse emergenti spiegherebbero l'attività creativa di alcuni artisti come Leonardo da
Vinci.
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Winnnicot: le motivazioni profonde
Contro la visione psicopatologica della creativià, vi sono studiosi psicodinamici che
vedono la creatività come una funzione dell'attività sana degli individui. Per Winnicott
la creatività coincide con uno stato di vitalità esistenziale: "l'appercezione creativa fa sì
che l'individuo abbia l'impressione che la vita valga la pena di essere vissuta. Ciò in
antitesi ad un atteggiamento di "compiacenza" per il quale "il mondo e i suoi dettagli
vengono riconosciuti solamente come qualcosa in cui ci si deve inserire o richiede un
adattamento“ .
Questa visione porta ad un senso di inutilità associato all'idea che "niente sia importante
e che la vita non valga la pena di essere vissuta". Questo modo di vivere, è associato da
Winnicott allo stato patologico, ed ha come controparte la convinzione che: "vivere
creativamente sia una condizione di sanità". Sintetizzando, la creatività appartiene,
quindi, alla condizione stessa del vivere, in quanto è connaturata "alla maniera che ha
l'individuo di incontrarsi con la realtà esterna".
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Caratteristiche delle persone creative
Lo psicologo Mac Kinnon ha condotto studi in cui ha cercato di individuare le
caratteristiche che gli individui creativi hanno in comune fra loro. Da essi è risultato che
queste persone sono educate fin da piccoli ad essere responsabili ed indipendenti,
non sono soffocate dall’amore materno o da genitori autoritari, spesso cambiano città o
paese, a scuola ottengono voti alti solo nelle materie di loro gradimento e sono
portate ad essere più solitarie ed introverse delle altre. Spesso conflittuali, alternano
momenti di profonda frustrazione ad entusiasmi vivissimi.
La sicurezza psicologica è conditio sine qua non per sviluppare la creatività. Solo il
bambino che ha intorno a sé un’atmosfera stabile e di incondizionata accettazione dà
libero sfogo alle sue capacità creative.
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Erich Fromm
Il filosofo tedesco Erich Fromm identifica 5 condizioni necessarie alla creatività:
1. La capacità di essere perplessi. E’ una caratteristica dei bambini ma la maggior
parte degli adulti perde questa capacità di ammirare e di restare stupiti. L’adulto si
vergogna di provare sorpresa e perplessità. Il creativo è esperto nell’arte dell’imbarazzo:
quello che per altri è ovvio per lui diventa un problema.
2. La capacità di concentrazione. Significa vivere a contatto con la realtà, cioè con tutti
i sensi e la mente centrati sul momento presente. Per chi si concentra veramente, la
cosa che sta facendo in un dato momento è la più importante della vita…Una
consapevolezza autentica e una risposta autentica si hanno soltanto nel momento
presente… nell’impegno incondizionato alla cosa che facciamo, che vediamo e che
sentiamo, qualunque essa sia, in questo istante.
3. L’esperienza dell’io. Solitamente diciamo: “Io penso, io sento...” In realtà sono i
pensieri e le sensazioni di altri: non partono da noi veramente. Essere creativi significa
sperimentare il proprio io come autentico generatore dei nostri atti. Non si tratta
soprattutto di scoprire qualcosa di nuovo, ma piuttosto di sperimentare in modo tale che
l’esperienza abbia origine in noi.
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Erich Fromm
4. La capacità di accettare il conflitto. I conflitti sono fonte di meraviglia. Chi evita i
conflitti diventa una macchina che funziona senza intoppi, nella quale ogni emozione è
immediatamente smussata e appianata, tutti i sentimenti schiacciati. La persona creativa
è consapevole dei conflitti … tra corpo e psiche, tra potenzialità e realizzazione, tra
progetti e incidenti banali che li rendono vani... La creatività ci impone di essere
consapevoli dei conflitti, di sperimentarli sino in fondo (ancora tema del conflitto).
5. La disposizione a nascere ogni giorno. Ogni atto creativo richiede il coraggio di
nascere e di abbandonare qualcosa: il grembo materno, il seno, di rompere alla fine con
tutte le certezze e di affidarsi alla forza della propria consapevolezza e della propria
creatività. Essere creativi significa considerare tutto il processo vitale come un processo
della nascita e non interpretare ogni fase della vita come una fase finale.
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Associazionismo
Gli studi nel campo associazionista descrivono dettagliatamente alcune operazioni
mentali che contribuirebbero alla maturazione di idee e all'elaborazione di prodotti
creativi.
L'associazionismo considera fattori essenziali del pensiero "l'abitudine, l'esperienza
passata e la ripetizione”. In questo quadro la produzione di idee creative avviene per
mezzo dell'associazione inusuale e nuova di idee conosciute, mediante prove ed
errori. Le prove possono essere oprate con l'immaginazione anziché con atti
comportamentali.
L'abilità di pensare in modo produttivo dipende perciò dalla quantità e dalla qualità
di associazioni che l'individuo può combinare.
Per Mednick, “il compito più importante nel processo creativo è mettere insieme, in
modo utile, idee di solito lontane l'una dall'altra", tanto più gli elementi utilizzati in tali
combinazioni sono distanti tanto più è ritenuto creativo il processo di soluzione.”
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Associazionismo
J. Bronowski afferma che essere creativi significa “prendere due parti dell’universo che
non sono state ma messe insieme e, mostrandone il rapporto, formare una più ampia
connessione totale”.
Secondo Vygotskij l'associazione si determina in relazione agli stimoli ambientali. Nel
processo creativo, infatti, in un primo momento avviene la ricezione delle
informazioni, segue un momento di trasformazione, ovvero frammentazione o
dissociazione in parti, che assumono diverso rilievo. Avviene, poi, la rielaborazione: le
informazioni frammentate vengono deformate, amplificate o ridotte in vario modo. Infine,
attraverso una fase di tipo associativo, le informazioni, così lavorate, sono collegate ad
"altri elementi psichici presenti nella mente dell'individuo" e "il risultato delle elaborazioni
e delle associazioni compiute dal soggetto viene tradotto in prodotti realizzabili o
comunicabili ad altre persone”.
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Operazioni elementari di creatività
Per capire come funzionano la creatività e la fantasia dovremo individuare le operazioni
che vengono fatte dalla mente nel momento in cui vengono messe in relazioni dei dati
conosciuti, alla ricerca di operazioni di creatività e fantasia elementari attraverso cui la
mente può associare idee.
Indagare sulle operazioni di base della fantasia non fornisce la ricetta per diventare
creativi. Come i colori ad olio non fanno la pittura o, come diceva Duchamp, “non è la
colla che fa il collage”. L’analisi dei casi elementari dell’attività fantastica e creativa deve
servire a capirne il meccanismo, poi l’operazione completa richiede impegno, cura,
cultura…
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Serendipità, mediazione, rovesciamento
La serendipità è una modalità nella quale le combinazioni avvengono in modo fortuito, è
la presenza casuale in un ambiente di stimoli appropriati ad evocare nuove associazioni:
"così due idee che non hanno legami possono essere messe insieme perché oggetti
che evocano queste idee possono per caso trovarsi insieme nell'ambiente". (Bruno
Munari)
Mediazione
Elementi o idee lontane tra loro sono avvicinate da uno o più elementi o idee intermedi:
per esempio puoi mettere insieme le idee X e Z, che di solito non avrebbero nulla in
comune, per mezzo dell'idea Y che è associata ad ognuna delle altre due.
Rovesciamento
Il più elementare atto di fantasia è quello di rovesciare una situazione, pensare il
contrario, l’opposto, il complementare. Questo elementare atto di fantasia è anche
detta gianica. Il termine è derivato dalla divinità che guardava in due direzioni grazie ai
suoi volti opposti. I prodotti artistici e scientifici creativi si determinerebbero quindi anche
nella combinazione consapevole di termini antitetici e apparentemente paradossali.
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Ripetizione, somiglianza: affinità visive o funzionali
Ripetizione
Tanti invece di uno, con o senza variazioni. Moltiplicazione delle parti di un insieme.
Somiglianza
Sono attivate relazioni per somiglianza dovuta a affinità visive, funzionali, similarità
nelle proprietà, negli stimoli che generano.
Nella somiglianza funzionale l’oggetto o parte di esso perde il suo significato per
assumerne un altro grazie al modo in cui è usato.
Fusione
Un altro aspetto della fantasia appare dalla fusione di elementi diversi in un unico corpo.
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Cambio o sostituzione di qualcosa
Cambio o sostituzione di qualcosa
Cambio di materia, di colore, di peso, odore, luogo, tempo, funzione (si prende una
cosa che serve per una precisa funzione e la si usa per una funzione diversa),
dimensione (ingigantimento, miniaturizzazione), movimento.
Cambio di funzione
Una bottiglia usata come sostegno di un paralume, una damigiana con una lampadina
usata come apparecchio per l’illuminazione, un lampione da carrozza usata come
lampada da muro, una culla di legno usata come portariviste, un’armatura usata come
bar, una bottiglia usata come bomba.
Cambio di moto
Accelerare o decelerare i movimenti di un corpo in movimento. Alan Robbe Grillet
descrive visivamente ambienti a mille o tre mila fotogrammi al secondo. Altri film, al
contrario, sono ripresi a un fotogramma ogni due minuti o dieci minuti. Superman invece
di correre vola.
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Cambio di prospettiva, relazioni di relazioni
Cambio di prospettiva
Come vede il mondo un gatto? Un funanbolo? Una mosca? Una bolletta della luce?
Relazioni di relazioni
Le varie relazioni possono essere messe in relazione fra loro: una cosa che è il contrario
di un’altra ma è in un posto non suo di materia e colore diverso…
24
Fountain, Marcel Duchamp, 1917
Funzione elementare di creatività: ROVESCIAMENTO.
Questo oggetto, che ha sempre ricevuto getti liquidi, adesso li restituisce e
diventa una fontana.
25
Marylin Fountain, Andy Wharol, 1967
Funzione elementare di creatività: RIPETIZIONE.
26
Violin d’Ingres, Man Ray, 1924
Funzione elementare di creatività: AFFINITA’ VISIVA.
27
Il bibliotecario, Giuseppe Arcimboldi, 1565
Funzione elementare di creatività: AFFINITA’ VISIVA
28
Soft tolilet, Claes Oldenburg, 1966
Funzione elementare di creatività: CAMBIO DI MATERIA.
29
La tentazione di Sant’Antonio,
Hieronymus Bosch, 1500
Funzione elementare di creatività: FUSIONE.
30
La catena dei Pirenei, Rene Magritte, 1959
Funzione elementare di creatività: CAMBIO DI PESO.
31
La persistenza della memoria, Salvator Dalì, 1931
Funzione elementare di creatività: CAMBIO DI MATERIA.
32
Oggetto senza titolo, Meret Oppenheim, 1936
Funzione elementare di creatività: CAMBIO DI MATERIA.
33
Ritratto di Bob Dylan, Milton Graser, 1967
Funzione elementare di creatività: CAMBIO DI COLORE.
34
Giant Trowel, Claes Oldenburg, 1967
Funzione elementare di creatività: CAMBIO DI DIMENSIONE
35
Burning Giraffe, Salvator Dalì, 1937
Funzione elementare di creatività: FUSIONE.
36
Zagadka odjazdu, Giorgio De Chirico, 1916
Funzione elementare di creatività: CAMBIO DI LUOGO.
37
L’invenzione collettiva, Rene Magritte, 1935
Funzione elementare di creatività: FUSIONE e ROVESCIAMENTO
38
Bottiglia di “Vieux Marc”, Pablo Picasso, 1913
Funzione elementare di creatività: CAMBIO DI PROSPETTIVA.
39
…dal cinema
L’uomo invisibile (cambio di materia)
King Kong (ingigantimento
Ritorno al futuro (cambio di tempo)
Superman (cambio di moto)
Elephant Man (fusione)
Matrix (rovesciamento)
La mosca (cambio di propspettiva)
Viagio al centro della terra (cambio di luogo)
Nirvana (cambio di luogo)
…e dalle fiabe
I viaggi di Gulliver (cambio di dimensione)
Alice nel paese delle meraviglie (rovesciamento)
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Le forze … della creatività
1. Motivazione: l’atto creativo non può esistere se non è sostenuto da una forte volontà
e da un forte desiderio di trovare una soluzione. A questo proposito Wertheimer,
dall'esame di alcune bibliografie ricava che: "i processi produttivi hanno spesso questa
natura: un nuovo esame e un'indagine cominciano col desiderio di giungere a una vera
comprensione”.
2. Conoscenza chiara dell’obiettivo o del problema (competenza e saturazione)
3. Frustrazione, ossia l’insoddisfazione per il presente o per le spiegazioni tradizionali
4. Curiosità
5. Temerarietà e perseveranza
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Attivazione della creatività
1. Per essere creativo comincia a comportarti in modo creativo: fai domande
improbabili, pensa cosa improbabili, non scartare nessuna idea. Entra nell’ottica di fare
domande piuttosto che dare risposte.
2. Identifica uno strumento che emetta “fuoco creativo”, qualcosa che ti aiuti a
lavorare. Ogni creativo ha un “rito” che innesca il processo. Può essere di utilità, ad
esempio, un contenitore dove sono collezionate tutte le cose insolite, curiose, che ti
piacciono, che in qualche modo hanno attirato la tua attenzione. Guardare questo
raccoglitore può aiutarti a “trovare ispirazione”. Questi oggetti ti aiuteranno perché per
aver colpito la tua attenzione, sono fuori dal quotidiano, dal banale e dal
routinario…sono preziosi!
3. Cambia la tua prospettiva. Avere gli stessi stimoli sensoriali, le stesse immagini al
muro, la stessa luce non è di grande aiuto per lo sviluppo della creatività. Quando sei in
cerca di una soluzione creativa cerca di cambiare la disposizione della stanza o cambia
ambiente: vai in un posto diverso dal solito.
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Attivazione della creatività
4. Combatti il blocco creativo: “Non sono una persona creativa!”.La creatività è una
dote che deve essere nutrita. Se smetti di trattarti come una persona creativa, la tua
dote creativa appassirà. Una volta che hai deciso che non sei creativo, ti aspetterai e
accetterai meno dalla tua mente creativa. L’idea del talento è il più grande blocco
stradale alla creatività. Il talento creativo ci sembra raro e al di fuori della norma perché ci
aspettiamo che sia così.
5. Portati sempre dietro un taccuino e prendi appunto delle tue idee: le idee vengono
anche nei momenti più impensati, non fartele sfuggire!
6. Interrogati di continuo: una mente sempre all’erta è una mente creativa, che
acquista sempre maggiore consapevolezza critica.
7. Non restare confinato nel tuo campo specifico di lavoro: conoscenze
apparentemente estranee possono servire a risolvere problemi o a creare nuovi prodotti,
servizi, nuovi modi di lavorare ecc.
8. Evita procedure rigide e abituali; rifiuta gli stereotipi e i luoghi comuni, cerca
prospettive e vie sempre nuove; non contentarti di una sola soluzione e non affezionarti
a quelle già trovate.
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Attivazione della creatività
9. Sii attento e ricettivo alle tue idee e a quelle degli altri. Una nuova idea è fragile:
trattala con molta cura.
10. Stai sempre all’erta: osserva le somiglianza, le differenze e le specificità degli
oggetti, delle situazioni, delle procedure e delle idee. Chiediti sempre come potrebbero
essere migliorate. Più associazioni crei, più probabilità hai di trovare la combinazione e la
soluzione giusta.
11. Creati qualche hobby: tutto ciò che ti fa stare bene e ti rende sereno sviluppa la
creatività.
12. Ridi liberamente: ti aiuterà a porre nella giusta prospettiva te stesso e i tuoi
problemi. Il buon umore allenta la tensione nervosa, che è la peggior nemica della
creatività.
13. Abituati al rischio: la paura di fallire uccide la creatività.
14. Il linguaggio verbale può ostacolare il pensiero creativo. Quando sei impegnato in
un processo creativo non parlare. Ascolta musica.
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Attivazione della creatività
15. Nutri la tua mente. Il prodotto della fantasia, della creatività e dell’invenzione nasce
da relazioni che il pensiero fa fra ciò che conosce. E’ evidente che non puoi fare relazioni
fa ciò che non conosci e nemmeno fra ciò che conosci e non conosci. La tua fantasia e
creatività, dunque, saranno più o meno fervide se avrai più o meno possibilità di fare
relazioni. Fantasia e creatività dipendono di base, da quante cose si sanno e si
conoscono. Una delle chiavi per sviluppare la creatività, quindi, è far crescere la
conoscenza.
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