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Neonato fisiologico e processi
di adattamento
alla vita neonatale
IL NEONATO SANO
Il periodo neonatale è una fase
particolarmente vulnerabile nella vita di ogni individuo,
durante la quale si verificano gli adattamenti
alla vita extrauterina e l’inizio della vita autonoma.
La fase più delicata va dall’inizio del travaglio
fino alle prime 24 ore di vita.
In questa fase le probabilità di morte sono,
in assoluto, le più alte rispetto ai successivi
40 anni di vita.
Chi è il neonato fisiologico
Un bambino che presenta le seguenti caratteristiche
Condizioni prenatali
• Parto vaginale
• EG > = 37 e < 42 settimane
• Feto singolo, cefalico
• Peso tra 2500 e 4500 grammi
• Travaglio spontaneo
• Liquido amniotico limpido
• Placenta normalmente inserita
• CTG rassicurante
Chi è il neonato fisiologico
Assenza di patologia materna
• Cardiopatie a rischio di scompenso
• Anemia grave – Asma - Diabete
• Iperpiressia o sospetto d’infezione
• Emorragia vaginale
• Pre-eclampsia
• Anomalia del bacino
• Infezione di HV genitale in fase attiva
• Infezione da HIV
Chi è il neonato fisiologico
Condizioni neonatali
• Malformazioni evidenti
• IA al 5°> o = 7
• Peso appropriato all’EG
• Peso alla nascita tra 2500-4500
ADATTAMENTO ALLA VITA EXTRAUTERINA
L’ADATTAMENTOFISIOLOGICODELNEONATOCOMPRENDE:
1-LAFUNZIONERESPIRATORIA
F.R.40–60atti/minuto
30–50atti/minuto dopo le prime ore
2-LAFUNZIONECIRCOLATORIA
F.C. alla nascita fino a 180B/M
Nelle ore seguenti 120/140B/M
3-LA FUNZIONE TERMOCIRCOLATORIA
4-ADATTAMENTO METABOLICO
Metabolismo glucidico
Termoregolazione
Metabolismo del calcio
ADATTAMENTO ALLA VITA EXTRAUTERINA
Sistema cardiocircolatorio
In utero le resistenze vascolari sono molto alte a
livello polmonare e basse a livello aortico e placentare,
per questo motivo poco sangue circola nel sistema
vascolare polmonare e gli scambi gassosi avvengono
a livello della placenta.
Il polmone è funzionalmente a riposo ed è pieno di circa
5-10 ml/kg di liquido intrapolmonare.
Il VD ed il VS lavorano in parallelo perché la P in aorta
discendente è quasi uguale a quella in arteria polmonare
a causa della presenza del dotto arterioso pervio
ADATTAMENTO ALLA VITA EXTRAUTERINA
Sistema cardiocircolatorio
Al momento della nascita:
• rimozione del letto placentare con aumento della
pressione sistemica.
• a causa dei primi atti respiratori, dell’aumento
dell’ossigenazione e della produzione di bradichinina alveolare
cadono le resistenze vascolari polmonari ed il sangue inizia
ad affluire al polmone in gran quantità.
• progressiva chiusura, prima funzionale e poi anatomica, degli
shunt Dx Sin: Dotto arterioso e Forame ovale
• VD e VS lavorano adesso in sequenza, la circolazione è ormai
uguale a quella dell’adulto.
ADATTAMENTO ALLA VITA EXTRAUTERINA
Sistema respiratorio
I primi respiri devono superare la tensione
superficiale che fa tendere al collasso del polmone,
eliminare i fluidi residui, riempire i polmoni di aria.
Una volta ottenuta l’iniziale pressione di apertura,
i respiri successivi non necessitano di tali sforzi
Nella vita uterina ben poco sangue raggiunge i polmoni
a causa delle alte resistenze vascolari ed alle basse
resistenze aortiche e placentari.
In conseguenza dei primi respiri cadono le resistenze polmonari
ed il sangue invade la circolazione polmonare per ossigenarsi
ADATTAMENTO ALLA VITA EXTRAUTERINA
Sistema respiratorio
Il polmone fetale non ha ruolo nello scambio dei gas,
è ripieno di liquido essenziale per la maturazione ed
il corretto sviluppo degli alveoli.
Nei 2-3 gg precedenti alla nascita la produzione del liquido si
riduce e si arresta completamente nel travaglio.
In questa fase inizia il suo riassorbimento.
• Gli effetti del travaglio sul liquido polmonare sono mediati
dalle catecolamine(adrenalina)che facilitano il riassorbimento.
• Durante il parto per via vaginale il torace viene sottoposto
a pressioni di 100-250 cmH2O per cui si ha come una spremitura
attraverso bocca e narici del liquido polmonare.
• con l’inizio della respirazione si sviluppa una pressione
transpolmonare che sposta il liquido negli spazi peri-vascolari
e ne favorisce il riassorbimento attraverso il circolo linfatico.
ADATTAMENTO ALLA VITA EXTRAUTERINA
Sistema respiratorio
Il feto inizia alcuni atti respiratori già in utero.
• Alla nascita, per stimolazioni tattili(manipolazione),
Termiche (raffreddamento), uditive, chimiche(aumento CO2,
riduzione pH e O2),compressione-decompressione cassa toracica,
rimozione del fattore di inibizione placentare,
inizia la respirazione spontanea,
l’aria entra nelle vie respiratorie espandendole.
• Grazie al surfactant, prodotto a partire dalla 24* settimana
di gravidanza, diminuisce la tensione superficiale a
livello degli alveoli, si forma la Capacità Funzionale Residua.
• primo atto respiratorio entro 30 sec(max entro 1’),con pianto
• respiro addominale (diaframmatico) e comunque fisiologicamente
instabile nei primi 15-30’ con variazioni di frequenza
(30-80 atti/min.) ed intensità.
ADATTAMENTO ALLA VITA EXTRAUTERINA
Termoregolazione
I neonati sono estremamente sensibili alle variazioni termiche
Si calcola che dal momento della nascita la temperatura corporea
del neonato possa scendere di 2 – 3.
Per tale motivo, dopo essere stato attentamente asciugato
in sala parto, viene opportunamente riscaldato con specifiche
apparecchiature riscaldanti o, come avviene in numerose
maternità, viene posto in incubatrice per alcune ore,
a temperatura costante e ad alta umidità.
La produzione di calore nel neonato avviene con un meccanismo
di termogenesi chimica, cioè di produzione di calore a partire
da un tessuto di cui il neonato è provvisto: il grasso bruno
ADATTAMENTO ALLA VITA EXTRAUTERINA
Termoregolazione
Il "grasso bruno" è particolarmente abbondante nel neonato e ne
costituisce il 3 - 5% del peso totale.
 Riccamente vascolarizzato ed innervato
 Situato in alcune zone particolari del corpo come la base
del collo, attorno al cuore e ai reni, alle ghiandole
surrenali e fra le scapole.
 Stimoli freddi sulla cute del neonato innescano la produzione
di calore da parte del grasso bruno che ne impedisce così
l'abbassamento della temperatura corporea.
 L'aumento della produzione di catecolamine stimola
il metabolismo del grasso bruno.
ADATTAMENTO ALLA VITA EXTRAUTERINA
Termoregolazione
Il calore corporeo tende a disperdersi attraverso meccanismi di:
 convenzione
 conduzione
 radiazione
 evaporazione.
L'ipotermia aumenta in maniera significativa il consumo di
ossigeno e l'attività metabolica.
Ciò è causa d’ipossiemia, acidosi, apnea, distress respiratorio,
tutti fattori che possono mettere seriamente
a rischio la vita stessa del neonato.
ADATTAMENTO ALLA VITA EXTRAUTERINA
CONSEGUENZE DELL'IPOTERMIA
 Alterazione dell'attività delle Piastrine
 Maggiore sensibilità alle infezioni
 Anomalie della risposta immunitaria
 Ritardo ed anomalie nei processi di riparazione chirurgica
 Alterazione del metabolismo dei farmaci
 Alterazioni dell'equilibrio idro elettrolitico
ed acido-base (acidosi)
 Aumento del consumo di ossigeno e delle attività metaboliche
 Aritmie cardiache
 Ipossiemia
 Apnea
 Distress Respiratorio
ADATTAMENTO ALLA VITA EXTRAUTERINA
Termoregolazione
 Temperatura ideale sala parto 25°C, MAI < 20°C
 Temperatura ideale nido 20-22°C
 Temperatura corporea adeguata in neonato a termine:
I. ascellare 35.6 - 37.3°C
II.rettale 36.5 – 37.5°C
III.cutanea 35,5 - 36,5°C
ASSISTENZA INFERMIERISTICA AL NEONATO
IN SALA PARTO
Aspirazione delle mucose
Assegnazione punteggio di APGAR
Clampaggio del cordone
Prelievo di sangue per il test di Coombs indiretto
Profilassi alla Credé
Profilassi antiemorragica
Collaborazione alla corretta identificazione
Rilevazione dei parametri antropometrici
Facilitare il processo di attaccamento madre-figlio
Mantenimento temperatura corporea
PROCEDURE ASSISTENZIALI ISOLA NEONATALE
Area adiacente sala parto: procedure normali o di rianimazione
Dotazione/materiale(sterile o pulito)
Biancheria pulita
Aspiratore
Lettino con piano rigido e pannello radiante
Flussometri per O2 pallone Ambu e maschere facciali
Tubi endotracheali di diametro da 2a5
Laringoscopio con lame diverse
Sondini per aspirazione (8–10Ch)
Orologio e fonendoscopio
Aghi cannula e Butterfly
Microlance e cerotto
Incubatrice e culla da trasporto
FARMACI (vit.K, collirio antibiotico, farmaci per urgenze,
Soluzione fisiologica e glucosata)
PRIME CURE
A Proposal for a New Method of Evaluation of the Newborn Infant
Virginia Apgar, M.D., New York, N. Y.
Department of Anesthesiology, Columbia University,
College of Physicians and Surgeons and the Anesthesia Service,
The Presbyterian Hospital
PRIME CURE
Punteggio di Apgar
PRIME CURE
“…ad ogni parto, ovunque esso avvenga, ci deve essere
perlomeno una persona in grado di fornire le cure di base
al neonato; di iniziare la rianimazione se necessario, e
chiamare per un aiuto se necessario….” BPA 1993
PRIME CURE
Fattori che influenzano il punteggio di Apgar
• Infezioni
• Malattie neuromuscolari
• Malattie del sistema nervoso
• Malattie respiratorie
• Farmaci materni (anestesia)
• Età gestazionale
• Soggettività dell’operatore
PRIME CURE
Un neonato sano con età gestazionale >35 settimane
nell’immediatezza del parto può essere adagiato
sul ventre materno, asciugato e coperto con panni
caldi e asciutti
PRIME CURE
Aspirazione delle vie aeree
Liberare delicatamente le vie aeree
da secrezioni mediante aspiratore
Aspirare solo se necessario e possibilmente
dopo corretto posizionamento del neonato
Non usare sonde (tranne che nelle manovre rianimatorie),
per valutare la pervietà delle vie digestive fino a che
il bambino non si è adattato (5-10 min. dopo la nascita)
La manovra può determinare, in un neonato sano, una grave
apnea da riflesso vaso-vagale
Dopo 10 min. di vita può essere introdotto un sondino per
verificare la pervietà delle narici e dell'esofago.
PRIME CURE
PRIME CURE
Clampaggio del funicolo
Il pieno rispetto della fisiologia prevede il taglio
del cordone a placenta espulsa
Sulla superficie tagliata di fresco devono essere
visibili la vena e le due arterie ombelicali.
PRIME CURE
Clampaggio del funicolo
WHO 2007
Il cordone non dovrebbe essere clampato prima del necessario (3 min.)
Grado della raccomandazione: weak, low quality evidence
Il clampaggio precoce del cordone è stato tolto dal protocollo
di gestione “attiva” del 3° stadio del travaglio di parto
PRIME CURE
Clampaggio del funicolo
Taglio tardivo nel nato a termine: nessun evento avverso
significativo - Prevenzione anemia sideropenica nell’infanzia
PRIME CURE
Trattamento del cordone ombelicale
La pulizia del moncone ombelicale viene eseguita al momento
delle prime cure al neonato e deve essere ripetuta a tutti
i cambi di pannolino ed in ogni caso quando il moncone è bagnato
o sporco, fino a cicatrizzazione avvenuta ed è raccomandata
anche per qualche giorno dopo la caduta del moncone mummificato.
PRIME CURE
Trattamento del cordone ombelicale
Nel tempo: applicazione di erbe, uso di alcool, clorexidina,
polveri cicatrizzanti, acqua ossigenata, mercurocromo...
Gli studi e le più recenti linee guida internazionali affermano
che in ambienti puliti e dove sono promossi la vicinanza
della madre al neonato e l’allattamento esclusivo al seno,
il trattamento che permette al moncone di distaccarsi nel minor
tempo e con minor incidenza di infezioni consiste semplicemente
nel tenere il cordone asciutto e pulito, coperto da una garza
senza applicare alcun tipo di sostanza.
Se il moncone si sporca con le urine o le feci del neonato
occorre semplicemente pulire la zona con acqua e sapone,
asciugare e apporre una garza nuova.
PRIME CURE
Prelievi ematici
Gli esami di routine da effettuare sono:
Coombs, Gruppo e Fattore Rh
Il Test di Coombs è un test di laboratorio che viene
eseguito per poter rilevare la presenza di anticorpi sulla
superficie dei globuli rossi, nel caso di test diretto,
oppure liberi nel siero, nel caso di test indiretto.
PRIME CURE
Profilassi congiuntivale
Carl Sigismund Franz Credé ostetrico e ginecologo tedesco
istituì, nel 1880, la profilassi dell'oftalmia blenorragica
del neonato (profilassi alla Credé), che consisteva
nell'istillazione di una goccia di nitrato d'argento all’1%
negli occhi del neonato, all'atto della nascita
Sebbene ancora oggi la prevenzione dell’oftalmia gonococcica
preveda l’instillazione oculare di nitrato d’argento all’1%
(DM 11ottobre1949,art.15,Gazzetta Ufficiale23ottobre1949,n.249),
la maggior parte dei centri nascita utilizza
un collirio o pomata oftalmica antibiotica, in grado di
prevenire anche l’infezione da Chlamydia.
La profilassi oculare viene eseguita in sala parto
Profilassi congiuntivale
Materiale
• Collirio o pomata
(in considerazione della scarsità di evidenze sull’efficacia
della procedura, è discrezionale la scelta dell’antibiotico
e della sua formulazione ai fini della somministrazione)
• Garzine sterili
.
Profilassi congiuntivale
Tecnica
• Lavare accuratamente le mani.
• Aprire le palpebre del neonato.
• Instillare 1-2 gocce del medicamento nel sacco congiuntivale
o stendere la pomata nella mucosa congiuntivale
di ciascun occhio.
• Tamponare con garza sterile se necessario.
• Registrare sulla cartella neonatale l’avvenuta profilassi
con data, farmaco ed eventuale concentrazione;
l’operatore che ha eseguito la manovra deve apporre
la firma sulla cartella neonatale.
PRIME CURE
Profilassi antiemorragica
Al neonato viene somministrata la vitamina k per prevenire
la MEN (malattia emorragica del neonato)
legata alla carenza di vitamina k.
Il neonato è a rischio di deficit vit. K, essenziale per la
coagulazione, per i seguenti motivi:
• Passaggio scarso a livello placentare
•
Intestino del neonato sterile
• Insufficiente apporto attraverso il latte materno
• Terapia antiepilettica materna (fenobarbital, fenitoina)
e/o anticoagulante
Profilassi antiemorragica
Si distinguono tre forme di emorragia:
 Classica 2-7 giorni di vita
 Precoce prime 24 ore di vita
(figli di madri in trattamento farmacologico),le sedi
di sanguinamento sono cutanea, gastrointestinale, nasale.
 Tardiva 2a-12a settimana di vita
(neonati allattati al seno con diarrea protratta
o secondaria a patologia con malassorbimento)
I siti più comuni di emorragia in questa condizione tardiva
sono quello intracranico, cutaneo e gastrointestinale.
Profilassi antiemorragica
La profilassi viene effettuata in sala parto,
dopo la nascita, dall’infermiera che avrà cura
di segnare e firmare sulla cartella neonatale
l’avvenuta profilassi, indicando preparazione, dose
e modalità di somministrazione (orale o intramuscolo).
Profilassi antiemorragica
Materiale
• Konakion soluzione orale o fiale intramuscolo
• Garze sterili
• Disinfettante tipo Clorexidina 1%
o comunque disinfettante non iodato
• Siringa da tubercolina
Profilassi antiemorragica
Modalità
• Per via intramuscolare Konakion intramuscolo alla dose
di 0,5-1 mg, previa disinfezione della cute con disinfettante.
• Per os asciugare la bocca con una garza sterile
• Somministrare 2 mg di Konakion (1 goccia uguale a 1 mg,
quindi 2 gocce) mantenendo aperta la bocca del neonato
con il pollice e l’indice di una mano.
PRIME CURE
Identificazione del neonato
Apporre al polso o caviglia del neonato
striscia identificazione
Identificazione del neonato
Impronte del palmo della mano o della pianta del piede
PRIME CURE
Il bagnetto
Il primo bagno ha lo scopo di rimuovere l’eccesso di vernice
caseosa (secrezione sebacea, detriti di cellule epidermiche)
che protegge dall’azione macerante del liquido amniotico
e di altro materiale biologico eventualmente presente
sul corpo del neonato.
Il bagnetto può essere procrastinato, deve essere eseguito
tassativamente nell’immediatezza del parto solo in caso di
rischio infettivo (nato da madre HIV, HBV, HCV, HSV positiva)
e la manovra deve essere eseguita comunque prima di ogni
iniezione intramuscolo
Il bagnetto
 Accendere fasciatoio termico e posizionare teli riscaldati
per asciugare il neonato.
 Raccogliere acqua nella vaschetta controllando
la temperatura, consigliata a 37°C.
 Afferrare il neonato sotto l’ascella sinistra con la mano
sinistra affinchè la testa del piccolo poggi
sull’avambraccio dell’operatore, immergere il neonato
in acqua.
 Erogare adeguata quantità di sapone neutro e procedere al
lavaggio, asportare eventuali residui di sangue dalla testa;
risciacquare accuratamente.
 Estrarre il neonato dall’acqua e avvolgerlo nel telo caldo
posto sul lettino termico, asciugarlo, sostituire il telo
con altro caldo e asciutto per avvolgere infine il neonato
Il bagnetto
PRIME CURE
Rilevazione dei parametri antropometrici
PESO:
utilizzare una bilancia elettronica o con orologio
di precisione, coprire il piatto con un lenzuolino di carta
monouso, porre il neonato sul piatto stesso in posizione
supina e rilevarne i grammi indicati trascrivendo
il valore nella cartella neonatale.
Rilevazione dei parametri antropometrici
Lunghezza:
utilizzare un metro a nastro, posizionare
il neonato supino sul lettino e misurare la lunghezza
vertice-calcagno riportando il valore in cartella neonatale.
Se disponibile lo statimetro neonatale si fa appoggiare il
vertice all’estremità fissa dello statimetro, si distende
una gamba e si fa scorrere il piano mobile dello statimetro
fino a toccare il calcagno a piede flesso a 90°.
Si riporta il valore letto in cartella neonatale.
Rilevazione dei parametri antropometrici
Circonferenza Cranica (CC):
utilizzare un metro
a nastro e posizionarlo attorno alla testa del neonato
avvolgendo le bozze frontali e la protuberanza occipitale
(circonferenza occipito-frontale), rilevare la CC massima
ripetendo l’operazione più volte se il neonato è irrequieto
trascrivendo poi il dato in cartella neonatale.
Rilevazione dei parametri antropometrici
Circonferenza Toracica(CT):
utilizzare un metro a nastro
e posizionarlo attorno al torace del neonato in corrispondenza di una linea ideale
che congiunge i 2 capezzoli e facendolo passare al di sotto delle ascelle.
Si trascrive il valore in cartella neonatale.
Alcuni punti essenziali della Circolare 24 ottobre 2000,
n 16 del Ministro della Sanità (Veronesi)
“Promozione e tutela dell’allattamento al seno”
1. Attuazione nei reparti di maternità dei modelli organizzativi più efficaci
nel promuovere l’allattamento al seno
2. Acquisto di sostituti del latte materno al pari delle altre forniture di beni
3. Eliminazione di omaggi o materiale che alla dimissione possa interferire
con l’allattamento materno
4. Eliminazione di uno spazio predefinito nei fogli-lettere di dimissione
dall’ospedale con l’indicazione di un latte artificiale
5. Organizzazione di un sistema di monitoraggio sull’avvio dell’allattamento
al seno
Promozione e sostegno dell’allattamento
al seno nel percorso nascita
FATTORI CHE OSTACOLANO L’ALLATTAMENTO AL SENO
IN UNA STRUTTURA OSPEDALIERA CONVENZIONALE
 Ritardato contatto tra madre e neonato
dopo il parto.
 Mancanza di aiuto durante le prime
poppate.
 Orari fissi e poppate poco frequenti
 Doppia pesata per ogni poppata.
 Separazione della madre dal neonato
 Aggiunte di acqua, glucosata e latte
artificiale.
 Mancanza di aiuto su come spremere il
latte.
 Consegna di campioni di latte alla
dimissione.
1. Perdita di fiducia
2. Stress
3. Insufficiente produzione
di latte
ALLATTAMENTO
ARTIFICIALE
I 10 passi per allattare con successo
L'UNICEF e l'OMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni
struttura sanitaria deve dimostrare di rispettare prima di
poter essere riconosciuta
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Definire una linea di condotta scritta per l’allattamento al seno e farla conoscere a tutto il personale
sanitario
Fornire a tutto il personale sanitario le competenze necessarie per l’attuazione completa di questa
linea di condotta
Informare tutte le donne in gravidanza sui vantaggi e le tecniche dell’allattamento al seno
Aiutare le madri ad iniziare l’allattamento al seno entro mezz’ora dal parto
Mostrare alle madri come allattare e mantenere la secrezione lattea anche nel caso di separazione
dal neonato
Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno, tranne su precisa
prescrizione medica
7.
Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre in modo che stiano assieme 24 ore
su 24 durante la permanenza in ospedale
8.
9.
10.
Incoraggiare l’allattamento al seno tutte le volte che il neonato sollecita di essere nutrito
Non usare tettarelle artificiali o succhiotti durante il periodo dell’allattamento al seno
Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dell’allattamento al seno in modo che le
madri vi si possano rivolgere dopo la dimissione
PERCHE’ IL ROOMING-IN?
Organizzazione
tradizionale
Privilegia l’aspetto
di efficienza
Organizzazione
“rooming-in”
Privilegia l’aspetto
relazionale
Rooming-in per favorire:
 L’allattamento al seno
 L’armonia e la stabilità del
neonato
 Il legame fra bambino/madre/
 famiglia
 La competenza genitoriale
 La prevenzione delle infezioni
 ospedaliere
I parametri vitali, gli aspetti biofisiologici alla nascita
tendonoo a migliorare con il contatto materno.
Quindi rooming-in come strumento di
continuità in un percorso nascita visto come
EVENTO NATURALE
 Bonding: contatto “pelle a pelle”
- aiuta nell’adattamento alla vita extrauterina
- riduce il pianto del neonato
 Allattamento precoce in sala parto
Il ruolo materno da passivo diventa attivo
Ruolo infermieristico da presa a carico totale
del neonato a supporto educativo/relazionale
con la madre/padre/famiglia
ACCOGLIENZA DELLA MADRE/BAMBINO/PADRE
Rooming-in diurno e notturno associato
Al “Nido aperto”
 Presenza libera del padre
 Dimostrazioni pratiche:
tecniche di allattamento
gestione del neonato
informazioni scritte e con video per i
genitori
 Rispetto delle diversità culturali
Trasferire la propria competenza ai genitori realizzando la qualità
dell’assistenza infermieristica che è tecnica, relazionale ed educativa
(profilo professionale dell’infermiere pediatrico – DM n°70/1997)
PROFILO COMPETENZE INFERMIERE
ASSISTENZA
INFERMIERISTICA
NEONATALE
1. Prendere in carico /accogliere: l’infermiere dell’area neonatale è il
2.
3.
4.
professionista responsabile dell’accoglienza del neonato dopo la nascita e
della famiglia.
Accertare /diagnosticare in collaborazione con i diversi professionisti
dell’equipe, la situazione assistenziale del neonato proveniente dalla sala
operatoria o dalla sala parto o da altra struttura.
Pianificare l’assistenza, a seconda del livello di cure richiesto dal neonato in
collaborazione con i diversi professionisti dell’equipe.
Attuare piano di assistenza del neonato con impostazione di intensità di cura
e complessità assistenziale utilizzando protocolli, procedure ed istruzioni
operative.
5. Valutare: l’infermiere di neonatologia è in grado di valutare l’assistenza
infermieristica erogata:
- piano di assistenza infermieristica neonatologica
- esiti dell’assistenza erogata e grado di soddisfazione della famiglia.
6. Educazione terapeutica: L’infermiere di neonatologia gestisce l’educazione e
la relazione dei genitori/care giver.
7. Promozione e prevenzione:
- promozione allattamento al seno e corretta alimentazione del
bambino e della mamma, educazione e promozione a stili di vita
adeguati
- attuazione di programmi di screening precoci delle malattie
dell’infanzia.
SCREENINGNEONATALI(L.104/1992)
CONTROLLO OBBLIGATORIO
SCREENING NEONATALI
 IPOTIROIDISMO CONGENITO (1:4000 nati) deficit della funzione
della tiroide con ritardo dell’accrescimento e sviluppo
psicomotorio. Si diagnostica dosando l’ormone tiroideo (T4)
e l’ormone ipofisario (TSH).
 FETINILCHETONURIA (testdiGutrie) (1:11000 nati) eccesso
di fenilalanina per carenza congenita di questo enzima,
con disturbi del SNC.
 FIBROSICISTICA (1:2500 nati) disfunzione delle ghiandole
esocrine, con alterazione dell’apparato respiratorio e
gastrointestinale, si diagnostica con il dosaggio della
tripsina(su sangue assorbito su carta).
SCREENING NEONATALI
Una goccia di sangue viene intrisa in una speciale carta
assorbente chiamata “spot” che viene poi fatta asciugare
e inviata al laboratorio analisi del “Centro screening
neonatali”. Attraverso l’utilizzo di una particolare
apparecchiatura, la tandem spettrometria di massa utile alla
determinazione strutturale di molecole, questo screening
permette di identificare non solo l’eventuale presenza di
una delle tre malattie genetiche più diffuse ma anche una
delle quaranta malattie metaboliche genetiche, molto gravi,
invalidanti e spesso mortali, per la maggior parte
suscettibili di terapia farmacologica
e/o semplicemente dietetica
Metodica
Prelievo capillare dal tallone del bambino tra la
48esima e la 72esima ora dalla nascita
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