caricato da Giorgio Iacono

lupus et agnus

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LUPUS ET AGNUS
Ad rivum eundem lupus et agnus venerant, siti compulsi.
Superior stabat lupus, longeque inferior agnus.
Tunc fauce improba latro incitatus iurgii causam intulit;
“Cur – inquit – turbulentam fecisti mihi aqua bibenti?”.
Laniger contra timens:
“Qui possum – quaeso - facere quod quereris, lupe? A te decurrit ad meos haustus liquor.”
Repulsus ille veritatis viribus:
“Ante hos sex mensen male – ait – dixisti mihi”.
Respondit agnus:
“Equidem non natus eram!”
“Pater, hercle, tuus – ille inquit – male dixit mihi!”
Atque ita correptum lacerat iniusta nece.
Haec propter illos scripta est homines fabula qui fictis innocentes opprimunt.
Un lupo e un agnello erano giunti al medesimo ruscello, spinti dalla sete.
Più su stava il lupo, molto più giù l’agnello.
Allora il prepotente spinto dalla gola malvagia addusse un pretesto di litigio:
“Perché – dice – hai reso l’acqua torbida a me che la bevevo?”.
Il lanuto rispose tremante:
“O lupo, in che modo posso fare ciò di cui ti lamenti? L’acqua scorre da te alle mie labbra”.
Quellp, respinto dalla forza della verità, disse
“Sei mesi fa hai parlato male di me”.
Rispose l’Agnello:
”Ma non ero ancora nato!”.
“Tuo padre, per Ercole, ha parlato male di me!”
E così dopo averlo afferrato lo sbrana con un’uccisione ingiusta.
Questa favola è stata scritta per quegli uomini che opprimono gli innocenti.
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