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liceo classico T. Tasso Roma HOMO SUM, HUMANI NIHIL A ME ALIENUM PUTO - Isabella Tokos 3A

Scrivi una relazione/riflessione sulla seguente frase di Terenzio:
HOMO SUM, HUMANI NIHIL A ME ALIENUM PUTO.
(Traduzione: Sono un essere umano, niente di umano mi è estraneo.)
In origine questa frase è stata usata dal commediografo romano Terenzio nell’opera
Heauton timorùmenos, Il punitore di se stesso, una rielaborazione datata al 163 a.C.
dell’omonima opera di Menandro vissuto circa cento anni prima di lui.
La famosa citazione è stata collocata nella presentazione di un personaggio, Cremete, per
giustificare l’eccessiva curiosità di costui nei confronti dei fatti privati del protagonista
Menedèmo. Quindi, in quel contesto la frase assumeva il significato seguente: per il fatto che
sono umano, non posso stare alla larga di ciò che è umano, di ciò che succede agli umani
intorno a me.
Però, estratta dal contesto, la frase potrebbe assumere anche un significato più profondo.
Infatti, l’essere umano, per la sua triplice natura, anima, mente e corpo, non può ignorare
alcun aspetto di questa triplicità. Più prende consapevolezza di ciò che è, più diventa curioso
e coraggioso nell’esplorare se stesso e gli altri.
In effetti, come bambino, l’essere umano si mostra più interessato all’ambiente circostante
che a se stesso; conoscere per capire dove si trova e le cose che lo circondano; e meno si
chiede chi è e che cosa sono le emozioni che gli trafiggono l’anima. Il bambino è ciò che a lui
si dice di essere.
Con il tempo però si percepisce diverso da quel che gli è stato detto e sente di avere con se
stesso un rapporto che non aveva prima; la consapevolezza della sua natura materiale, del
suo corpo, diventa più interessante come oggetto di analisi e studio. E iniziano gli sguardi
introspettivi con le domande relative a tutto ciò, fino a un certo punto quando matura e, dopo
aver sperimentato varie circostanze ed esperienze, arriva a capire che è assolutamente
naturale come umano non trascurare le emozioni, la conoscenza e in uguale misura i bisogni
della materia, i piaceri dei sensi.
Essere umano vuol dire pensare, vivere emozioni e lasciarsi andare, provare con i sensi
tutto ciò che la vita ha da offrire.
Bellezza e bruttezza. Leggerezza e pesantezza. Felicità e dolore. Fisicità ed etereo. Da soli
nella propria privacy, con gli altri nella collettività. E tutto questo, insieme, non sarà mai
estraneo ad un essere umano, perché tutto questo, insieme, significa essere umano.
Roma, 02/10/2019
Isabella Tokos, III A