caricato da Isabella Tokos

liceo classico T. Tasso Roma ARMI, ACCIAIO E MALATTIE vs. IL FORMAGGIO E I VERMI - Isabella Tokos 3A

Scrivi una relazione basata sulle sinossi lette in classe dei libri:
“ARMI, ACCIAIO E MALATTIE” di Jared Diamond
“IL FORMAGGIO E I VERMI” di Carlo Ginzburg
(Spiega quale dei due leggeresti e quale no, motivando le preferenze.)
1) ARMI, ACCIAIO E MALATTIE: breve storia del mondo negli ultimi tredicimila
anni di Jared Diamond
Armi, acciaio e malattie, in lingua originale Guns, Germs and Steel, letteralmente Armi,
Germi e Acciaio. È un titolo intrigante. Tre parole che nel loro insieme racchiudono l’intera
storia dell’umanità, fatta di scontri, contatti, regresso, progresso, evoluzione… Perché nella
storia dell’umanità non esiste uomo senza ambizioni o necessità; non esistono ambizioni o
necessità senza scontri; e non esistono scontri senza armi, armi che nel tempo si sono
perfezionate dai metalli a leghe più forti, come l’acciaio. E gli scontri comportano contatti, i
contatti creano a seconda dei casi arricchimento o, altrimenti, indebolimento spirituale, fisico,
causa e conseguenza delle malattie che hanno accompagnato e a volte anche sterminato popoli
interi.
Ogni popolo si è caratterizzato per un desiderio più o meno grande di espandersi, di
sfruttare al meglio le risorse e le opportunità offertegli principalmente dal territorio occupato.
Ma c’è un nodo da sciogliere, una ragione da comprendere e cioè il motivo per il quale alcuni
popoli, tra i quali spiccano quelli europei, hanno avuto una propensione maggiore rispetto ad
altri nell’invadere i confini di popoli vicini, di conquistarli e di sfruttarli. Quale aspetto,
geografico, politico, culturale, sociale, economico, ha permesso una tale svolta nella storia
umana? Perché alcuni popoli sì e altri popoli no? In che cosa differivano? Certamente è un
argomento assai delicato. E per fornire una risposta, Diamond si avvale di tutte le sue
conoscenze, in qualsiasi ambito, perché per un quesito tanto complesso serve una
documentazione approfondita e minuziosa, condurre studi, fare analisi confrontando le
diversità culturali per giungere infine a una conclusione. Il tutto partendo dall’origine, da
tredicimila anni fa, nel momento in cui compare la scrittura e la preistoria diventa storia.
Sicuramente sarebbe un’ottima lettura.
2) IL FORMAGGIO E I VERMI di Carlo Ginzburg
“Non giudicare un libro dalla copertina!” In questo caso, più propriamente, dal titolo, che a
prima vista non presagirebbe nulla di interessante. Ma la superficialità è una strada facile da
imboccare e mai quella giusta; proprio come le scorciatoie “per sentito dire”. E nel caso di
questo libro non c’è detto a calzar meglio.
Ci troviamo infatti di fronte alla storia di un mugnaio detto Menocchio. Uno sciagurato
contadino che si trova condannato dall’Inquisizione per la storia che ha da raccontare e cioè la
sua visione originale dell’origine del mondo. E con originale intendo dire particolare.
Soprattutto per il suo modo di abbordare un tema tanto profondo e difficile come la genesi.
Una concezione del mondo e della realtà che alla Chiesa non andrà molto a genio ma che di
superficiale non avrà niente. Perché Menocchio, pur essendo un contadino, possiede una sua
piccola libreria che custodisce come un tesoro. E i libri letti, anche se pochi, vogliono dire
cultura, la quale porta alla possibilità di liberare il pensiero, di spingerlo lì dove nemmeno si
immagina che possa arrivare, di immaginare, riflettere, capire. Formulare un proprio parere,
un proprio giudizio. E per Menocchio, all’inizio, c’era un caos in cui la terra, l’aria, l’acqua e
il fuoco si mescolavano e da cui si è poi formato il tutto. Proprio come succede con il latte che
diventa formaggio e da cui pian piano nascono i vermi…
Tutti e due hanno una loro complessità e una loro profondità credo uniche.
Io leggerò entrambi.
Roma, 23/09/2019
Isabella Tokos, III A