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Verso l'unificazione italiana (2019)[121]

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L’ITALIA VERSO L’UNIFICAZIONE
1. Le azioni dei gruppi clandestini come i Carbonari per tentare qua e là delle rivolte contro il
potere:
-1820-21: luglio 1821 Nola, poi Palermo che vuole l'indipendenza da Napoli; Piemonte
seguono le repressioni condotte dalla Santa alleanza.
- 1831: Modena (Ciro Menotti), Parma, Bologna e in Romagna. Questi tentativi non portano a
nessun risultato concreto, se non alla morte o alla prigionia dei protagonisti.
2. Gli eventi europei che favoriscono i moti anche in Italia
Spagna 1820 (Cadice) “Fu dal rifiuto di andare a combattere i ribelli
americani che il 1° gennaio 1820 derivò il pronunciamento a favore della
Costituzione del 1812 da parte delle truppe armate radunate a Cadice per
essere trasferite in America” Guarracino, La conoscenza storica vol. 2 p.
262).
Portogallo si instaura un governo costituzionale filo inglese
La vicenda greca dal 1821 (prime rivolte) alla guerra contro la Turchia,
all’indipendenza 1829.
La rivolta decabrista in Russia 1825.
Il 1830 in Francia: Da Carlo X a Luigi Filippo d’Orleans: i diversi aspetti
di questo periodo francese: sviluppo economico, imprese coloniali,
politiche anche repressive contro i ceti popolari.
L’Indipendenza del Belgio dall’Olanda (1830)
L’area tedesca (da collegare con l’approfondimento relativo allo sviluppo
industriale nell’’800): la Prussia si sta affermando come Paese in grande
sviluppo: già nella prima metà dell’800 è un paese che prende decisamente
la strada dello sviluppo industriale, a differenza dell’impero asburgico. E
qui diventa significativo il progetto di unione doganale (zollverein) che
libera il commercio all’interno dell’area tedesca (Confederazione). Cosa
osserviamo dunque: mentre politicamente sull’area tedesca insistono
Prussia e Austria, economicamente il soggetto che guida lo sviluppo è la
Prussia. Dopo il 1848 la leadership prussiana in Germania si fa sempre più
evidente, ma ricordiamo, la sua base non sta nell’idea dell’unificazione
politica e di diffusione delle istanze liberali e democratiche, ma nell’idea di
un forte soggetto economico e quindi egemonico in Europa. Si avvia così il
processo politico e militare che porterà ed estromettere l’Austria dall’area
tedesca. (vedi le vicende degli anni Sessanta: Manzoni pp. 488).
3. Il dibattito politico sulle prospettive dell’Italia: Giuseppe Mazzini
Le proposte e l’azione di Giuseppe Mazzini: Questo grande uomo politico riflettendo sui
fallimenti dei moti del 1820-21 e del 1831 si rende conto che quelle iniziative, pur fatte da
persone generose, non potevano portare a risultati in quanto avevano alcuni limiti molto gravi:
- erano tentativi fatti senza coinvolgere il popolo;
- ed erano tentativi poco coordinati tra loro.
Da questa analisi parte il progetto di Mazzini: far maturare il popolo perché sia il popolo
protagonista dell’unificazione italiana.
Egli fonda la Giovane Italia, una associazione clandestina, che mira però a coinvolgere tutti nel
progetto di un’Italia unitaria (un solo stato per tutti gli italiani), indipendente e
repubblicana. (Sono poco presenti in Mazzini nel primo periodo le questioni sociali, a queste
si avvicina durante l’esilio a Londra negli anni ’40).
Educazione e insurrezione: queste le due azioni proposte da Mazzini.
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Ma quando Mazzini decide di passare all’azione con i suoi uomini, anche per lui le cose non vanno
bene (come nel 1833 in Piemonte e in Liguria, come i tentativi dei Fratelli Bandiera nel 1844 e
di Carlo Pisacane nel 1857).
4. Il dibattito politico sulle prospettive dell’Italia: altre prospettive
In questi anni vengono proposte altre soluzioni per arrivare all’unità italiana: sono le proposte di
coloro che pensano all’Italia come ad una federazione di stati, che mantengono i loro sovrani,
ma che sono indipendenti dallo straniero e si riuniscono in una federazione. Questi pensatori
ritengono che non sia possibile giungere ad uno stato unico, anche perché al Centro Italia c’è
lo stato del papa. Per questo propongono una federazione di stati. Vicenzo Gioberti pensa ad
una federazione presieduta dal papa, Cesare Balbo dal sovrano del Piemonte. Anche Carlo
Cattaneo pensa ad una federazione di stati, ma a differenza degli altri, è fortemente orientato
verso la repubblica e, a differenza di Mazzini, pensa ad una repubblica federalista.
Anche queste proposte non avranno sviluppi.
5. Il 1848. Questo è un anno assai agitato in tutta Europa: rivolte, insurrezioni, proteste in tutti
gli stati. Ai re vengono chieste costituzioni che garantiscano maggiori libertà e sicurezza alle
persone, ancora chiamate sudditi e non cittadini. Sulla ripresa delle agitazioni in Europa da
notare che rispetto alle precedenti ondate ora incidono anche fattori sociali ed economici:
-Le carestie legate a gravi difficoltà dell’agricoltura degli anni 1845-48;
-La crisi dello sviluppo industriale con la sovrapproduzione
Nasce così la “questione sociale”, ma ora noi seguiamo quella politica.
Nel 1848 i protagonisti delle agitazioni e delle rivolte sono i lavoratori, il proletariato, ma questo
periodo è anche quello nel quale si afferma la borghesia come la classe sociale dominante in
Europa (fine del primato dell’aristocrazia).
I principali eventi in Europa:
23/2/48 Francia: crisi della monarchia orleanista e avvio di una repubblica (II Repubblica dopo
quella del 1792) con istanze molto avanzate (ma avrà vita breve). Grande dibattito attorno alle
questioni sociali ed economiche. Varie vicende che sfociano nelle elezioni presidenziali del
dicembre 1848 nelle quali prevale Luigi Napoleone Bonaparte.
13/3/48 Vienna (Metternich abbandona la scena politica).
15/3/48 Budapest e Praga
13-16 marzo Berlino. Si comincia a porre la questione dell’unificazione tedesca, ma sul come
emergono due prospettive contrapposte: una filo austriaca, e una antiaustriaca. Federico
Guglielmo, non accelera pur avendone la possibilità, e la questione della Confederazione presa
tra due fuochi rimane aperta (cfr Manzoni p. 382).
Complessivamente in Europa si osserva che ci sono tre tipologie di obiettivi delle agitazioni:
a- Orientamento liberal-costituzionale
b- Orientamento nazionale/nazionalistico
c- Orientamento democratico-socialista: le agitazioni partono da movimenti sociali/socialisti e
pongono istanze di tipo sociale, dove l’aggettivo democratico sta per affermare l’uguaglianza
di tutti non solo a livello dei diritti civili e politici ma soprattutto a livello delle reali condizioni
di vita.
Tra il 1847 e il 1848 sembra che in Italia i sovrani siano disponibili a concedere maggiore libertà
e cambiamenti istituzionali e insieme siano disponibili a favorire un maggiore sviluppo
economico (nel 1847 sembra possibile creare una lega doganale che potrebbe favorire gli
scambi commerciali tra molti stati della penisola italiana, insomma sembra possibile qualcosa
di simile al zollverein tedesco).
I Principali eventi in Italia
1846 Roma Pio IX papa aperto alle nuove istanze… Anche lo Stato della chiesa con Pio IX mostra
segni di rinnovamento (una serie di riforme liberali). Difficoltà nel processo delle riforme
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avviate da Pio IX, che nel 1848 lascia Roma il 24 novembre dopo l'assassinio del ministro
Pellegrino Rossi e si rifugia a Gaeta. Repubblica romana con triumvirato (Mazzini, Armellini,
Saffi) La repubblica va dal 9/2/49 al 3/7/49, eliminata dalle truppe francesi inviate dal
presidente Napoleone.
12/01/48: Sud: rivolte a Palermo che portano ad ottenere una costituzione liberale,
8/2/48: è la volta della Toscana con alcune riforme costituzionali.
Marzo: rivolte nel Regno del Piemonte che portano ad ottenere lo Statuto Albertino (4/3/48)
che è la costituzione concessa dal re Carlo Alberto.
17 marzo 1848: Venezia, la repubblica veneta di D. Manin e N. Tommaseo. Venezia resiste a lungo,
ma capitola definitivamente il 2 agosto 1849. Questa vicenda si collega alla Prima guerra di
indipendenza. Da ricordare tra le varie vicende l'assalto al Forte Marghera: “Nei giorni
successivi Mestre fu riconquistata definitivamente e tra il 4 e il 26 maggio 1849 il Forte
Marghera fu tenuto sotto assedio. In quei giorni il forte fu il bersaglio di 70.000 bombe e 500
furono i morti e i feriti di parte italiana. I sopravvissuti del forte, dopo aver distrutto quanto
ancora poteva servire al nemico, si ritirarono a Venezia, l'estremo baluardo” (Figura
significativa quella di PF Calvi, ucciso a Belfiore. Antonio Criveller muore il 25 maggio 1849,
tra i 500 morti dell'assedio finale prima dell'occupazione definitiva di Venezia).
Marzo dal 18 al 22: Cinque giornate di Milano i milanesi combattono contro gli austriaci
liberando la città e creando un governo provvisorio.
Dopo Milano è la volta di Parma e Modena.
Le agitazioni finiscono nella repressione e dunque il 1848 è un anno assai duro per i patrioti italiani
perché ci sono tante condanne a morte e al carcere.
6. Nella situazione agitata del 1848, comincia a farsi sentire il ruolo dei Savoia, i sovrani del
Regno del Piemonte (Regno di Sardegna). Il sovrano Carlo Alberto è considerato aperto alle
idee liberali, e molti liberali chiedono a lui di prendere l’iniziativa per riunire i territori
dell’Italia. Carlo Alberto aveva appena concesso uno statuto ai suoi sudditi lo Statuto
Albertino. E’ uno statuto molto avanzato e questo fa aumentare la stima dei piemontesi, ma
anche di tutti gli altri italiani, nei confronti dei Savoia. Questo Statuto, dopo la nascita dello
stato italiano diventa la legge fondamentale dello stato italiano fino all’entrata in vigore della
nuova Costituzione repubblicana nel 1948 (anche se di fatto era stato scardinato dalle leggi
“fascistissime”.
Inizia così, nel 1848, il cammino che porterà all’unificazione italiana che sarà raggiunta dunque
sotto la guida dello Stato del Piemonte, che allargherà il suo territorio, inglobando quello degli
altri stati allora presenti nella penisola italiana.
Le tappe del cammino di unificazione italiana dopo il 1848
Questo percorso viene chiamato “Risorgimento” in quanto l’Italia dopo molti secoli
risorge, ritorna libera da governi stranieri e ritrova la sua unità.
A. Prima guerra di indipendenza (marzo 1848- agosto 1849): Carlo Alberto si lascia convincere
a tentare una guerra contro l’Austria per liberare il nord dell’Italia. Ma il risultato è ancora una
volta il fallimento e Carlo Alberto dopo le sconfitte militari del 1848 e del 1849 lascia il trono
al figlio Vittorio Emanuele II che firma la pace il 6 agosto 1849.
B. Ripresa del progetto mazziniano. Dopo le sconfitte di re Carlo Alberto riprende forza (negli
anni Cinquanta) il progetto di Mazzini che da Londra, dove si trova in esilio, progetta un’ampia
azione rivoluzionaria contro gli stati italiani. In tale contesto viene annunciata la nascita del
Partito d’azione nel 1853 con l’obiettivo di creare l’Italia unita, indipendente e repubblicana.
Ma il progetto di Mazzini non ha successo, anche perché non trova il totale appoggio in uomini
come Cattaneo e Manin. Anche Pisacane denuncia i limiti di una proposta politica che non può
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unire il popolo che vuole riforme sociali. (si vedano i vari fallimenti dì quegli anni e l’uccisione
di molti patrioti (Belfiore, vari fallimenti insurrezionali, compresa l’impresa di Sapri).
C. In questo clima di delusione riprende forza l’idea che per raggiungere l’Unità e l’Indipendenza
dell’Italia bisogna andare per tappe e con la collaborazione del re dello stato piemontese. In tale
contesto nasce la Società nazionale italiana con il motto “Italia e Vittorio Emanuele”.
D. Dopo la rinuncia al trono (abdicazione) di Carlo Alberto, diventa re del Piemonte Vittorio
Emanuele II (1849). Vari segnali indicano che qualcosa si muove in Piemonte:
E. Camillo Cavour
- Dal 1851 comincia ad emergere la figura di Camillo Cavour (che entra in politica come
cattolico-liberale). Dopo essere stato ministro dell’agricoltura (1850) e delle finanze (1851)
nel governo D’Azelio, diventa primo ministro (1852). Cavour con il Connubio (unione
tra cattolici-liberali e sinistra moderata) garantisce una ampia base al governo che mette
in minoranza sia la destra conservatrice e clericale, sia la sinistra democraticorepubblicana. Cavour introduce la prassi secondo la quale il governo deve rispondere del
suo operato alle Camere, spostando in tal modo dalla Corona alle Camere il controllo
sull’attività di governo (Manzoni vol. 2 p. 531).
- Per molti anni questo ministro lavora per far capire alla Francia che il progetto di
riunificazione italiana non è a svantaggio della Francia, ma solo dell’Austria. Egli dunque
prepara un’alleanza con la Francia in vista di nuove azioni militari contro l’Austria. Fa
parte di questa strategia la partecipazione alla guerra di Crimea. La politica estera di
Cavour ottiene notevoli successi.
- In questo contesto si inserisce anche l’appoggio di D. Manin che spinge liberali e
repubblicani per un accordo che porti a sostenere il regno sabaudo in vista
dell’unificazione italiana.
- Dopo il fallimento dell’impresa di Carlo Pisacane (1857), cresce ancora di più il consenso
attorno a Cavour (si crea la Società nazionale italiana composta da ex mazziniani che
vogliono sostenere il progetto unitario sotto la guida del Piemonte (Manzoni, p. 534).
- In questo favorevole contesto avviene l’attentato a Napoleone III (gennaio 1858) ad opera
di un italiano. E’ a rischio il fallimento di tutto il progetto cavouriano. Ma Cavour insiste
sul fatto che proprio l’attentato dimostra come sia necessario ascoltare il desiderio degli
italiani, solo così si possono diminuire i rischi di attentati terroristici.
Si giunge così agli accordi di Plombiers (luglio 1858). Si prospetta la creazione in Italia
di quattro stati sotto la presidenza del papa. In vista di questo obiettivo è necessaria la
guerra all’Austria, ma deve risultare la risposta ad un’aggressione. Cavour pensa che
questa strada sia il grimaldello che porterà ad assicurare la preponderanza piemontese
sull’Italia, Napoleone III pensa invece alla preponderanza francese.
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F.
G.
H.
I.
24/1/59 Trattato di alleanza franco-piemontese e preparazione alla guerra. Anche
Garibaldi sta dalla parte dei Piemontesi. In marzo però si assiste in Europa ad una reazione
diplomatica antifrancese e anti piemontese. Sembra che tutto l’accordo vada in fumo per
i ripensamenti di Napoleone, ma arriva, quasi inaspettato, l’ultimatum austriaco il 23/4/59.
Seconda guerra di indipendenza (1859)
Il 26 aprile arriva la dichiarazione di guerra e il 29 aprile 150.000 soldati austriaci varcano
il Ticino contro 50000 piemontesi. Il 14 maggio giunge Napoleone con 100 mila uomini.
4 giugno, battaglia di Magenta.
8 giugno, ingresso a Milano.
24 giugno battaglie di Solferino (francesi contro austriaci) e San Martino (piemontesi
contro austriaci).
6 luglio proposta di armistizio.
11 luglio firma dell’armistizio tra Austria e Napoleone. La Lombardia passa al Piemonte.
Cavour non condivide la decisione del re Vittorio Emanuele di firmare l’armistizio e si
dimette da primo ministro, ma gli eventi successivi che accadono in Italia, lo portano a
ritornare sui suoi passi e a riprendere il posto di primo ministro (gennaio 1860).
Nel frattempo altri territori italiani chiedono di entrare a far parte del Piemonte, cacciando i
loro sovrani: Toscana (agosto), Parma, Piacenza Modena, e poi anche Bologna e la Romagna.
I plebisciti del marzo 1860 sanciscono queste annessioni ma spingono anche a rimarcare la
modalità non annessionistica del progetto italiano da parte dei mazziniani. In tale contesto:
Impresa dei Mille nel 1860: Giuseppe Garibaldi un po’ di nascosto, un po’ con il consenso
del Piemonte, si lancia in una nuova avventura: tentare di approfittare di alcune rivolte
scoppiate in Sicilia per liberare la Sicilia dai Borboni. La sua azione riesce, anche perché
ottiene, in più occasioni, l’appoggio dei contadini che sognano di diventare proprietari delle
terre che lavorano, con la conquista della libertà. Dopo la conquista della Sicilia Garibaldi
passa in Calabria risalendo la Penisola, puntando verso Roma.
Mentre l’azione di Garibaldi procede con successo, Vittorio Emanuele decide di scendere al
sud della Penisola per fermare Garibaldi che, forte dei suoi successi, intende proseguire verso
Roma e toglierla al potere del papa per farla capitale del nuovo stato italiano. In questo modo
Vittorio Emanuele ottiene tre risultati:
1. I territori che attraversa, per raggiungere Garibaldi, e cioè le Marche,
e l’Umbria, chiedono di passare dal potere del papa al potere del
Piemonte;
2. Viene riconosciuto da Garibaldi come re d’Italia. Inoltre Garibaldi gli
consegna i territori del Sud Italia liberati dal regno borbonico;
3. Tutto questo avviene nel rispetto degli accordi stipulati tra il Piemonte
e la Francia, che stabilivano l’impegno italiano a rispettare Roma come
città del papa e quindi fuori dallo stato italiano.
J. Proclamazione del Regno d’Italia. Il 17 marzo 1861 il Parlamento italiano, composto da
rappresentanti provenienti da ogni parte d’Italia, proclama a Torino il Regno d’Italia.
K. Terza guerra di indipendenza (1866). Il Veneto e il Friuli vengono uniti all’Italia. L’Italia
alleata della Prussia contro l’Austria subisce pesanti sconfitte militari ma ottiene comunque il
Veneto e il Friuli come compenso per la partecipazione alla guerra.
L. Roma capitale d’Italia (20 settembre 1870). Gli italiani entrano nella città di Roma e mettono
fine allo Stato della Chiesa. Questa azione è resa possibile dal fatto che il sovrano francese
Napoleone III è stato sconfitto nella Guerra franco prussiana e ha lasciato il trono di Francia,
non ci sono dunque più le truppe francesi in difesa del papa.
M. Prima guerra mondiale (1915-1918): l’Italia con la vittoria ottiene i territori di Trento e della
Venezia Giulia con la citta di Trieste. Passano all’Italia anche Bolzano e il Sud Tirolo.
N. Seconda guerra mondiale (1940-1945): l’Italia viene privata di una parte del territorio della
Venezia Giulia e di una parte del territorio di Trieste.
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