CORSO DI ABILITAZIONE PER COADIUTORI IN AZIONI DI CONTROLLO CORSI DI PREPARAZIONE ALLA GESTIONE FAUNISTICA DI CUI ALLA L.R. N. 8/1994, ART. 16, COMMA 3 E SUCCESSIVE MODIFICHE marzo – aprile 201 8 Motivazioni ecologiche all'origine del conflitto tra alcune attività antropiche e popolazioni selvatiche Strumenti d'intervento utilizzabili per il controllo indiretto del danno. Caratteristiche proprie di intervento Il termine “Ecologia” deriva da due parole di origine greca: “oikos” (casa) e “logos” (scienza). Quindi: SCIENZA DELLA CASA Dove la “casa” è intesa come habitat (il tipo di ambiente frequentato da una determinata specie). Una parte della “ecologia applicata” si occupa degli studi finalizzati alla pianificazione dello sfruttamento delle risorse naturali, tenendo in dovuta considerazione sia le leggi ecologiche, sia le esigenze umane. ECOLOGIA studio delle relazioni tra organismi (o gruppi di organismi) viventi e gli ambienti in cui vivono L’Ecologia studia le relazioni tra: FATTORI BIOTICI • • • produttori FATTORI ABIOTICI • consumatori decompositori ECOSISTEMA componenti chimici • componenti fisici L’ecosistema è una unità funzionale di base che comprende l’insieme delle componenti abiotiche (biotopo) e biotiche (biocenosi) Componenti dell’ecosistema ABIOTICI BIOTICI Luce Produttori (vegetali) Temperatura Consumatori (animali) Pressione Decompositori (vegetali e animali) Atmosfera Acqua Suolo Clima La catena alimentare Per catena alimentare si intende una serie di esseri viventi appartenenti ad un determinato ecosistema in cui ogni elemento della catena mangia quello che lo precede e può essere mangiato da quello che lo segue. I decompositori Decompositori (batteri, funghi, lieviti, ecc.) trasformano le sostanze organiche in sostanze minerali, Sostanza nuovamente organica assimilabili dai produttori. I consumatori di 2°, 3°…..N° livello, si nutrono prevalentemente a spese degli erbivori (sono quindi carnivori), possono però nutrirsi anche dei carnivori che li precedono nella catena alimentare. Consumatori di III°- IV° livello I produttori sono i vegetali clorofilliani in grado di trasformare l’energia solare in energia chimica assimilabile dai Produttori consumatori. (piante I consumatori verdi) primari si nutrono dei produttori Consumatori autotrofi e sono primari quindi (erbivori) prevalentemente erbivori; altri consumatori primari più rari sono i parassiti degli autotrofi. Consumatori di II° livello Uno stesso animale può appartenere a diversi livelli trofici: è il caso degli onnivori che si nutrono sia di vegetali che di animali e di alcuni carnivori che possono consumare prede appartenenti a diversi livelli. PIRAMIDE ECOLOGICA Rappresentazione grafica della catena alimentare D E C O M P O S I T O R I LE ATTIVITA’ ANTROPICHE E LE LORO CONSEGUENZE SI INSERISCONO NEL CIRCUITO NATURALE DEGLI ECOSISTEMI INTERAZIONI NEGATIVE CONFLITTI PRINCIPALI TIPOLOGIE DI CONFLITTI DETERMINATI DALLA FAUNA SELVATICA ALLE ATTIVITA’ ANTROPICHE: - Danni in agricoltura, selvicoltura, zootecnia - Sinistri stradali - Problematiche sanitarie - Impatti in programmi di gestione faunistica Principali tipologie di sistemi di prevenzione dei danni da fauna selvatica meccaniche RECINZIONI elettriche PROTEZIONI TRAPPOLE Visive Olfattive sul gusto a ultrasuoni Acustiche Meccaniche Principali accorgimenti per l’impianto delle recinzioni elettrificate Impiego di materiali e strumenti (tipo di filo elettrico, batteria, sostegni, isolatori) idonei alla situazione Impianto da realizzare almeno 30 giorni prima del periodo ipoteticamente a rischio danneggiamento Messa in opera attenta ad ogni dettaglio in relazione alla specie verso cui è rivolta Periodico controllo della funzionalità e periodica manutenzione (in particolare verifica della messa a terra e di eventuale presenza di corpi che determinano lo scarico a terra) Protezioni visive Palloni “predator” D.R.E.AM. Italia Protezioni olfattive Protezioni sul gusto D.R.E.AM. Italia Protezioni a ultrasuoni ed acustiche Protezioni meccaniche Trappole Andamento ed entità degli importi risarciti per danni da fauna selvatica da Province, Ambiti Territoriali di Caccia e totale nel quinquennio 2010-14 (nel 2010-2011 solo danni di competenza provinciale). Peso relativo del danneggiamento a carico delle diverse attività antropiche rispetto all’importo totale risarcito in regione, anni 2012-2014 Ripartizione percentuale tra tipologie di danneggiamento, anni 2012-2014 Importanza relativa delle specie selezionate per la mappatura dei danni in termini di percentuale dell’importo accertato sul totale regionale, anni 2010-14 Distribuzione delle collisioni con ungulati selvatici nei comuni delle province per le quali sono disponibili dati (periodo 2000-2015) Frequenza percentuale delle specie di ungulati coinvolte in incidenti stradali nel periodo 2000-2015 nel territorio regionale Confronto tra andamento del numero degli interventi di prevenzione e dell’importo dei risarcimenti per danni da fauna selvatica nel quinquennio 2010-2014 Distribuzione del totale delle attività di prevenzione dei danni da fauna selvatica in Emilia-Romagna, anni 2012-2014 Materiali impiegati nelle attività di prevenzione dei danni da fauna, anni 2010-14 Specie bersaglio delle attività di prevenzione nel triennio 2012-2014 Colture e attività oggetto delle attività di prevenzione dei danni da fauna, 2010-14 La revisione delle soluzioni impiegate per mitigare l’impatto alla circolazione stradale dovuto alla presenza di ungulati selvatici, permette di articolare gli interventi in tre categorie principali, in base alla loro differente natura: 1. gestione faunistico-venatoria; 2. informazione e sensibilizzazione dei conducenti; 3. gestione dell’attraversamento stradale da parte della fauna selvatica. La prima categoria di interventi, raggruppa il complesso delle azioni che permettono di raggiungere gli obiettivi fissati attraverso i Piani di settore. Tra gli strumenti più utilizzati rientrano le modalità di attuazione dell’attività faunistico-venatoria, le catture e traslocazioni, etc. La seconda raggruppa tutte le soluzioni che permettono di rendere più consapevoli i guidatori e che contribuiscono ad accrescere la soglia di attenzione mentre essi sono alla guida dei veicoli. Rientrano in questa categoria i segnali verticali, ma anche soluzioni innovative, che sfruttano la disponibilità di nuove tecnologie nonché la riduzione del limite della velocità nei tratti a rischio. La terza agisce direttamente sugli animali ed ha il fine di dissuaderli all’attraversamento in particolari tratti o momenti, eventualmente canalizzandone il movimento verso punti di attraversamento all’uopo strutturati o semplicemente cercando di contrastarne il movimento temporaneamente, ovvero in concomitanza di veicoli in transito. Componenti utilizzati per l’impianto di Ponte Messa (RN): a sinistra sensore di movimento; a destra cartello verticale con lampeggianti. Entrambi i dispositivi sono alimentati da pannello solare Il segnale verticale sperimentale utilizzato in provincia di Piacenza e Reggio Emilia Il dissuasore elettronico (acustico-visivo) utilizzato a Piacenza e Reggio Emilia. A sinistra posizionato su marginatore stradale; a destra si notano il pannello solare (A), il led luminoso in funzione (B) e il microfono (C). SPECIE (O GRUPPO) METODI ECOLOGICI PREVISTI DIFESA PASSIVA: misure di protezione meccanica (stesura di cavi e di reti anti-uccello) rifugi per i pesci (gruppi di pali e altri manufatti sommersi, sviluppo di idrofite) eliminazione di pali emergenti, potenziali posatoi, bassi fondali e dossi emergenti installazione di cordoni galleggianti perimetrazione bacini con recinti o arelle di canna. . Uccelli ittiofagi GESTIONE DELL¡¦HABITAT E DELLE RISORSE: costruzione di argini alti e ripidi favorire lo sviluppo di densi popolamenti di macrofite sommerse che danno rifugio ai pesci creazione di zone alternative di alimentazione con alte densita di pesci di scarsa importanza economica. DIFESA ATTIVA: disturbo delle specie ittiofaghe con strumenti dissuasivi ecologici non cruenti (nastri colorati o riflettenti, detonatori, spari a salve, dissuasori acustici) cannoncini a gas con detonazioni temporizzate durante i periodi piu sensibili ai danni impiego di sagome dissuasive; Piccione, Tortora dal collare, Storno presenza fisica e continuativa dell’uomo in atteggiamento vagante nelle aree coltivate con la possibilità di sparo occasionale (anche a salve); sistemi di dissuasione all’accesso di magazzini di stoccaggio di granaglie o altri materiali e/o nelle pertinenze di allevamenti di bestiame (pannelli basculanti, anche a strisce verticali, plastificati (PVC) e trasparenti, reti alle finestre). SPECIE (O GRUPPO) METODI ECOLOGICI PREVISTI forte limitazione o esclusione delle immissioni di selvaggina allevata in cattività o d’importazione; Corvidi incremento della disponibilità di siti di rifugio e di nidificazione per la selvaggina (aree incolte, siepi, ecc.), oltre che di colture a perdere; dissuasori visivi (palloni predator); dissuasori acustici (cannoncini a gas, emulatori di rapaci); reticelle metalliche; Nutria repellenti. recinzioni metalliche; recinzioni elettrificate limitazione o esclusione delle immissioni di selvaggina allevata in cattività o d’importazione; Volpe stabulazione degli animali di bassa corte; smaltimento degli scarti degli allevamenti; eliminazione discariche e depositi rifiuti di origine antropica