COSA PENSA "D I O" DELLE PREGHIERE ISLAMICHE OSPITATE NELLE CHIESE? PREMESSE Grazie al mio amico Wahid (afghano radicale islamico) che mi ha accompagnato ho fatto questa esperienza che voglio condividere. Questo scritto è indispensabile per comprendere appieno la mentalità musulmana nella sua originale espressione di pretesa superiorità. La maggioranza di cristiani non hanno mai sentito parlare di musulmani che si siano già spinti all'interno di una chiesa a loro prestata dai parroci, fino al punto di maledire gli Ebrei e condannare i cristiani (vedi Sura 'Aprente') e, non soddisfatti di ciò, arrivano a recitare brani del Corano contrari ai punti centrali della fede cristiana, ospitati da preti fiduciosi e ignari. Questo reportage da una chiesa anglicana, a nord-ovest di Londra. Questo resoconto, nello stesso tempo, non dovrebbe far scaturire sentimenti di repulsione verso i musulmani, ma è volto a sviluppare una coscienza nella cristianità soprattutto per le guide cristiane che probabilmente più che per 'santità' fanno della loro veste religiosa una professione politica e secolare. Non devono più consegnare "le loro greggi" o i loro fedeli, che Dio ha loro affidato, all'islam e all'apostasia o l'inferno ha spalancato la bocca per inghiottirli. Comandiamo che desistano dal farlo! Attenzione: succede in Italia concedere chiese per dare posto alle liturgie islamiche NON DATE LE COSE SANTE AI… E veniamo alle parole di Gesù che troviamo nel testo biblico: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi» A prima vista questo aforisma di Gesù sembra offensivo alla sensibilità del lettore odierno. Ma si tratta di un modo di dire, di un linguaggio semitico che chiede di essere interpretato. Non profanare le cose sante è, in fondo, un invito a usare prudenza e discernimento. · “Ho udito l'insulto di Moab e gli oltraggi degli Ammoniti, con i quali hanno insultato il mio popolo gloriandosi del loro territorio. Perciò, com'è vero ch'io vivo, - parola del Signore degli eserciti Dio d'Israele - Moab diventerà come Sodoma e gli Ammoniti come Gomorra: un luogo invaso dai pruni, una cava di sale, un deserto per sempre. I rimasti del mio popolo li saccheggeranno e i superstiti della mia gente ne saranno gli eredi». Questo accadrà ad essi per la loro superbia, perché hanno insultato, hanno disprezzato il popolo del Signore. Sofonia 2:8-10 Questa cronaca è un documento che testimonia l'infondatezza di chi, non-musulmano, afferma che ci sia un islam “moderato”. Con questa cronaca si vuole denunciare la prevaricazione dI questi musulmani protagonisti nella storia riportata, svelare la loro ipocrisia e le numerose scorrettezze etiche che contraddistinguono il loro operare. Si intende far luce sull'atteggiamento irrispettoso, in questo caso, di chi ha tradito la buona fede della comunità cristiana che ha prestato loro la chiesa. Dalla storia che segue cercheremo di interpretare le intenzioni di quei musulmani che, in qualità di ospiti nella chiesa evangelica, tengono i loro amici cristiani all’oscuro delle proprie reali motivazioni, si danno alla blasfemia, profanano quel luogo, fomentano assembramenti locali e recitano il Corano in arabo per un'ora di seguito, tradendo i cristiani ospitanti. Naturalmente i responsabili islamici hanno ottenuto la disponibilità dei locali cristiani. E’ accaduto a Londra presso la Chiesa Anglicana, All Hallows C Of E Church, 72 Horsenden La North, Greenford (vedi map: Ogni sera, durante tutti i 30 giorni del periodo del ramadan, i musulmani terminano la liturgia recitando il Corano per la durata di un'ora; ciò avviene nella sala della chiesa anglicana situata a fianco della piccola moschea, formato 'casalingo'. E' sera, circa le 21.00. I musulmani hanno appena terminato il programma liturgico nella piccola moschea, dove sono ospite come spettatore, quando, con mio immenso stupore, vengo a sapere dopo la cena collettiva con 70 musulmani, offertami dal mio amico Wahid (un musulmano radicale di nazionalità afghana), che, saremmo andati nella chiesa evangelica accanto per recitare la liturgia islamica. Ovviamente sono interessato a scoprire come si sarebbe svolta una liturgia islamica in una chiesa cristiana. Qui inizia il reportage. Soltanto cinquanta metri di strada dividono la piccola moschea improvvisata in una villetta dalla grande sala (Hall) della chiesa anglicana locale. All’ingresso tante scarpe a terra... mi tolgo le mie ed entro in questa enorme sala. Tutto il pavimento è variopinto e ricoperto di immensi tappeti. All'ingresso un uomo barbuto e dallo sguardo accigliato, responsabile del servizio d'ordine, controlla che nessuno entri con le scarpe. Iniziano a recitare in arabo il corano, osservando scrupolosamente le tempistiche. Nel frattempo arrivano altri musulmani e altri ancora; osservo che la folla che continua ad entrare è composta in maggioranza da etnie asiatiche sunnite e da altre provenienti dal Corno d'Africa: afghani, pakistani, indiani, somali, sudanesi. Non ci sono arabi! Io scelgo naturalmente di limitarmi a sedere in un angolo, per terra, lontano da loro. Accendo il mio registratore per registrare la recitazione del Corano in arabo. Mi fa piacere esercitarmi in arabo. Nel frattempo osservo il grande salone... Si suppone che, essendo una chiesa anglicana, ci siano dei simboli cristiani sparsi per il locale, qualche versetto affisso su una parete come spesso siamo abituati a trovare nelle chiese... ma nulla di tutto ciò. Le pareti sono tutte spoglie. Se qualcuno entrasse venendo da fuori e vi vedrebbe gli oltre 250 seguaci di Maometto accovacciati secondo il rituale, potrebbe facilmente scambiare l'edificio per una comune moschea. L’islam spersonalizza perfino un edificio caratteristico come una chiesa, dove sono ospiti. Alcuni ragazzi entrano accompagnati dai loro padri ma non si uniscono alla preghiera, preferiscono correre allegramente nell’ampio salone e giocare durante la recitazione del Corano. Il responsabile del servizio d’ordine interviene subito, obbligandoli almeno a sedersi e rimanere in silenzio. Tuttavia quelli poco dopo riprendono a giocare… Per poi essere nuovamente ripresi dai leader che li invitano con fermezza a sedersi. Nel frattempo focalizzo la mia attenzione per ascoltare il corano recitato in lingua araba, anche se non riesco a restare concentrato a lungo. Sono seduto e prendo nota delle mie impressioni annotandole dal vivo. Dalla recitazione del Corano recitato in arabo, riesco a comprendere alcuni passi molto noti. Diverse volte viene ripetuta la brevissima sura di apertura, la prima sura del Corano. Tale sura è considerata dai musulmani la preghiera liturgica più frequente, come per i cattolici lo è frequente l’'Ave Maria' (per fare un paragone). Il versetto che disprezza Cristiani e Giudei La sura ‘aprente’(2), la prima sura del Corano, contiene una invocazione ed una preghiera. Questa preghiera è divisa in due parti: durante la prima parte si chiede ad Allah la guida per perseverare nella verità; la seconda parte contiene invettive e disprezzi contro coloro che, diversamente, non seguono l'islam, ovvero cristiani e giudei. Si tratta dell'unica sura (capitolo) coranica che richiede ai fedeli di rispondere al termine con un “AMEN!”. I versetti anti-cristiani. L'altra sura (3) che viene recitata è la sura 4 verso 171. In questo brano si attacca apertamente la divinità di Cristo, che viene detroneggiato fino ad essere identificato come semplice uomo, poi passa ad attaccare violentemente la dottrina sul Dio Uno e Trino. All'udire queste sure avverto in me una sana indignazione. Questi musulmani sono consapevoli di utilizzare come ospiti lo spazio dei cristiani. Non dovrebbero spingersi fino a tanta incoerenza e arroganza. Al termine della recitazione del Corano e della conclusione della riunione, mi si fa avanti un radicale musulmano pakistano dal fare minaccioso. E' disturbato dal fatto di avermi visto scrivere durante la funzione. Intuisco che fra poco mi chiederà cosa ho scritto...finché richiamerà l'attenzione di tutta la comunità islamica presente la dentro. Taglio subito corto, gli rispondo che se ha qualcosa di cui lamentarsi può andare dal mio amico afghano che mi ha invitato come ospite in moschea. Come supponevo, quando sente che sono ‘ospite’ di un altro musulmano mi lascia subito in pace. Grazie a Dio, l'ho scampata! Il radicalismo islamico, come tutte le dittature, si prefigge l'obiettivo di togliere la libertà di parola, di pensiero e di espressione. Un faccia a faccia Uscito dalla moschea, al termine della funzione durata un'ora, chiedo a Wahid di accompagnarmi alla più vicina fermata della metro. Giunti alla fermata, Wahid mi chiede compiaciuto se mi fosse piaciuta la liturgia e cosa ne pensassi del fatto che avevano pregato per un'ora. Aspettavo questo momento fino a quel punto. Gli faccio notare che, secondo il programma, non si trattava di una preghiera ma principalmente della recitazione liturgica del Corano in arabo contro la fede cristiana. Gli chiedo: “Secondo te, quanti fra di voi hanno compreso il Corano in arabo, visto che non erano presenti fedeli arabi nel locale? E perché, se siete fra di voi a maggioranza pakistana e afghana, nessuno può recitare il Corano ad esempio in lingua Urdu o in Dari anziché in Arabo, anche alla luce del fatto che, come tu stesso mi hai insegnato, non c’è amicizia fra voi e gli arabi? Tu certamente sai che, nel cristianesimo, noi cristiani possiamo leggere la Bibbia ciascuno nella propria lingua madre”. Poi prendo coraggio affermando che come cristiano non ho gradito affatto l’attitudine arrogante e blasfema assunta durante la recitazione del Corano in una chiesa, leggendo dal Corano affermazioni antitrinitarie e fino a maledire Ebrei e Cristiani, visto e considerato essere in qualità di ospiti di quella chiesa. Già che c'ero, continuo ribadendo il mio disdegno anche per la falsità e l'orgoglio dimostrati verso i cristiani della chiesa locale, i quali hanno addirittura prestato la chiesa Gli faccio notare che se i cristiani che hanno concesso loro l'uso della chiesa, in piena fiducia e buona fede, se sapessero realmente come sono andate le cose, forse non avrebbero più dato in prestito la propria struttura per pregare Allah. Quelle cose che avete lette dal Corano potete pronunciarle nelle vostre case e non nelle chiese dove avete ricevuto accoglienza e rispetto. Riprendo la sua storiella del ‘peso dell’ atomo di orgoglio’ (1), che, come ha trasmesso il suo profeta Maometto, l'islam offrirebbe la soluzione per debellarlo - pena altrimenti l'ingresso all'inferno. “Caro Wahid, come puoi dirmi che l’islam vi offre un cammino verso l’annullamento dell’orgoglio? Quando agite in questo modo non vedi che gli sforzi di buona volontà fatti fino a quel momento svaniscano e che dobbiate ricominciare da capo questo presunto cammino per spogliarvi da un'atomo di orgoglio? L’islam sostiene il vostro orgoglio, altro che reprimerlo! Non é così, Wahid??” Il buon Wahid, guardandomi con caparbietà negli occhi come volesse proprio imprimerlo nella mia mente quel che pronuncerà fra poco, mi dice: “Questo è l’islam… non possiamo saltare certi versetti del Corano per piacere agli altri o per non offenderli”. Mi pare sincero, allora gli ribadisco nuovamente: “Potete leggere tutto il Corano che volete in moschea, ma non in una chiesa ottenuta in prestito. Ciò che avete fatto altro non è che profanare un luogo di culto cristiano. Voi vi arrabbiereste per molto meno, anche entrare con le scarpe in moschea”. Proprio poco prima, lo stesso Wahid mi ha ammesso che quei versetti della prima sura del Corano - benché non siano espliciti- scagliano maledizioni rivolte a Ebrei e Cristiani. E così gli ripeto più incisivamente: “Avete maledetto la gente che vi ha prestato la chiesa, avete offeso il loro sentimento religioso e poi, usciti dalle chiese, ci ingannate affermando che tutte le religioni sono uguali?? Questo non è ciò che insegna il Dio della Bibbia. Gesù disse anche: “Fate agli altri quello che vorreste sia fatto a voi”. Wahid, fissandomi con uno sguardo allo stesso tempo risoluto ma comprensivo, mi risponde che questo loro modo di agire non è dettato dall’orgoglio, come io interpreto, ma è parte delle loro regole. Queste sue parole sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Io replico che, proprio perché sanno che devono attenersi alla recitazione intera del Corano in Arabo, non possono spingersi a chiedere di utilizzare una chiesa. E' un peccato di ipocrisia e mancanza di rispetto nei confronti dei loro “amici cristiani” ("guide di chiese" che non comprendendo l'arabo né le intenzioni o tattiche islamiche). Wahid riprende la parola: afferma che essi hanno il dovere di obbedire alla regola che Allah impone, perché - mi puntualizza – il Corano afferma che “davanti ad Allah non sarà accettata altra religione che l’islam” (3). Avevo la risposta pronta: “Stai affermando dal Corano che l’islam dovrebbe dominare? Se questo è quello che credete realmente, perché allora distribuite nel mondo slogan che rassicurano che l’islam è portatore di pace, che si tratta della stessa religione, e soprattutto che il Corano sancisce che non c’è costrizione nell'islam? Quindi dovete mentire, ricorrete ala strategia dell’inganno (4) come stabilisce il Corano di fare contro noi, non musulmani. Vero, Wahid?” Gli chiedo con una domanda retorica cosa dicono al prete o pastore di quella chiesa anglicana per riuscire a convincerlo a farsi prestare loro la chiesa...che magari l' "l'islam è pace"?…,oppure "che tutte le religioni sono uguali"? Oppure che abbiamo lo stesso dio..? o altre simili menzogne? "Non vi approfittate forse del fatto che quei cristiani non conoscono né il vostro credo né che cosa leggete in arabo dal Corano, come ad esempio avete letto che Gesù non è né Dio né il Figlio di Dio, e soprattutto non hanno il minimo sospetto che giungiate a maledirli nella loro chiesa? Non avete abusato della loro fiducia? Voi ferite le convinzioni religiose di coloro che vi cedono in prestito i propri locali però in Afghanistan incendiate chi fa un affermazione inesatta su Maometto. In tal modo ci ingannate molteplici volte”. Eravamo in auto fermi davanti alla stazione della metropolitana da 10 minuti. Wahid, sempre cercando di districarsi dalla situazione, afferma che "anche all'interno della chiesa essi sono moralmente obbligati ad obbedire e a recitare tutti i versetti anti-cristiani del Corano". Gli rispondo per l’ennesima volta che "ben sapendo di essersi preparati a recitare dei versetti coranici di quel tenore in una chiesa, non avrebbero nemmeno dovuto osare chiedere con tanta faccia tosta i locali di culto. Infine, e concludo, affermando con un'iperbole che, a prescindere dal Corano o da Maometto, se una qualsiasi persona senza credo religioso avesse visto o udito quanto accaduto quella sera in merito alla vostra slealtà, probabilmente preferirebbe diventare ateo piuttosto che convertirsi all'islam. Per farlo riflettere (magari), ribadisco il mio punto di vista con un esempio che di solito tocca da vicino un musulmano. “Se voi invitaste uno speaker cristiano in moschea per dargli uno spazio per esprimersi (anche se questo non lo fareste di certo!) ed egli iniziasse a dire con parole inequivocabili quel che realmente pensa di Maometto e del Corano, molto probabilmente gli strapperete il microfono dalle mani perché avrebbe ripagato in modo blasfemo la fiducia e l'ospitalità che gli avete offerto". Gli chiedo allora: “Wahid, sarebbe giusta o errata la condanna per il comportamento di un tal uomo?” Lui risponde annuendo con la testa. Quindi continuo: “Se io stesso, poco fa nella moschea, dopo la vostra preghiera, avessi iniziato a dire ad alcuni di voi quel che esattamente penso del ramadan dal punto di vista biblico, tu non avresti pensato che avrei tradito la tua fiducia?” Wahid, senza scomporsi, mi ribadisce il mantra secondo cui " l’islam è l’unica religione accettata da Allah." Per finire il confronto, ricorrendo al suo dire, a proposito del fatto che la religione dell’islam aiuta il musulmano a spogliarsi del proprio orgoglio , gli ho detto(1),: “Vedo che con l’islam dovete fare ancora tanta strada, prima di non aver più addosso nemmeno il peso di milioni di atomi di orgoglio. Secondo quanto detto da Maometto, che parla del peso di un atomo, mi dispiace, ma non avete alcuna speranza di andare in paradiso. Per quanto mi riguarda, noi preferiamo come modello l'esempio di comportamento morale di Gesù Cristo”. Dopo l'amichevole chiacchierata, svoltasi serenamente e nel rispetto reciproco, Wahid mi offre della letteratura islamica che aveva precedentemente preparato per consegnarmela. Anch'io - guarda caso non mi sono presentato “a mani vuote” e ho portato con me un libro molto speciale, orientato a correggere alcune questioni dottrinali islamiche contro il cristianesimo ed un dvd di “Jesus” nella sua lingua, il dari (Afghanistan). Nel libro gli ho scritto una dedica e il mio indirizzo email. A lui ha fatto piacere ricevere i miei doni. Ci salutiamo rimanendo d’accordo che non appena sarei tornato a Londra avremmo ancora mangiato insieme. Lui, a modo suo, mi vuole bene. E anch'io gliene voglio. Ho concluso il nostro incontro con le parole di Gesù, nella speranza che le Sue parole, non le mie, penetrassero nel cuore di Wahid: “ fate agli altri quel che vorreste sia fatto a voi." Forse ogni sera, durante la recitazione del Corano in quella chiesa anglicana, Wahid si ricorderà del nostro amichevole confronto... preghiamo che il Signore possa fare uso della nostra conversazione per la conversione di Wahid. CONCLUSIONE Ad un estraneo senza convinzioni religiose questa storia potrebbe suonare come quei battibecchi fra squadre rivali di calcio, come il Brasile e la Spagna in gara per la conquista del titolo di campioni del mondo. Tuttavia, per i cristiani come per i musulmani, la questione è infinitamente più seria e grave. Entrambi i movimenti hanno ricevuto il mandato dal proprio fondatore di raggiungere il mondo intero con il messaggio predicato. Tra le maggiori religioni mondiali, queste due sono senza ombra di dubbio quelle che prevedono una missione da portare a compimento. I musulmani profanano le nostre chiese evangeliche ed estendono il proprio dominio, pronunciano blasfemie coraniche leggendo versetti anti-trinitari che attaccano la deità di Cristo. Tutto ciò avviene nelle chiese alla luce del sole dove chiedono di poter utilizzare gli spazi per la preghiera del ramadan, mentre invece offendono la fede e la religione dei cristiani, perfino in loro presenza. La loro tattica di dissimulazione (imbrogliare) è permessa dal Corano (5) verso tutti i non musulmani del mondo che ingenuamente continuano a prestare fede alla dichiarazione islamica secondo cui il “vero islam” porta pace e che in fondo adoriamo tutti lo stesso Dio. Inoltre, ciascuna delle parti è esclusivista quando si tratta di "verità", in quanto insegna che solo il proprio messaggio determinerà il destino di un uomo in cielo o all'inferno. Si tratta di criteri di salvezza l'uno contrario all'altro, e pertanto credere in una delle due religioni bisogna necessariamente escludere l'altra. Per questa ragione, islam e cristianesimo restano rivali in termini obiettivi, in quanto le scelte hanno conseguenze eterne per entrambe. Ecco perché non c'è spazio per il compromesso quando si toccano argomenti tanto importanti. Anziché rispondere con la paura e l'odio dovremmo rispondere, come abbiamo letto qui, in modo proattivo! Per molti aspetti, il discreto successo che l'islam ha riscontrato tra di noi dovrebbe servire da rimprovero alla Chiesa di Gesù Cristo. In questi tempi di modernismo e, più recentemente, di postmodernismo, dobbiamo tornare alle origini del Vangelo per aiutare i musulmani ad aprire le proprie menti e i propri cuori alle sublimi eccellenze di Gesù Cristo. Dobbiamo diventare ambasciatori attivi dell'amore di Cristo, perfino verso coloro che ci maledicono perché siamo cristiani, come questa storia ha, ancora una volta, dimostrato, però non essere ingenui a danno dell'eredità sacra lasciateci dalla Bibbia. Dobbiamo inoltre fare la nostra parte quotidiana, studiando l'islam e ciò che esso professa. Ignorando la religione di Mohammad si corrono molti rischi e pericoli, come l'apatia, l'incomprensione, l'ingenua accettazione da una parte o il rischio di sterile demonizzazione dall'altra. Questi rischi aumentano man mano che i musulmani si mischiano e si confondono nell'odierna popolazione europea. Francesco Maggio ( Promotore Dialogo cristiano con l’islam) Referenze: 1. Il Profeta disse: "Non entrerà in paradiso chi ha in cuore il peso di un atomo di arroganza" Un uomo allora disse "O Messaggero di Allah! Ad ognuno piace l'abito bello e la scarpa buona." Il Profeta gli rispose: "Allah è Bello ed ama la bellezza; ma l'arroganza respinge la verità e disprezza la gente." (Muslim n° 91) 2. http://sunnahonline.com/library/the-majestic-quran/455-tasfir-of-chapter-001surah-al-fatihah-the-opening#h16-qnot-the-path-of-those-who-have-earned-youranger-nor-those-who-have-gone-astrayq (see subtitle the Jews and the Christians) 3. Sura 3:19;3:85 4. Sure 8:30b; 3:54 (Allah è maakir; deriva da trucco, inganno, frode; to deceive, delude, cheat)