Gibilterra 2010 Dopo aver toccato l'estremo nord d'Europa nel 2006 con il viaggio a Capo Nord, quest'anno ci è venuta la voglia di raggiungere l'estremo sud. Quindi la nostra meta sarà una delle colonne d'ercole, territorio d'oltremare inglese: Gibilterra. Equipaggio: Plinio & Plinia In totale abbiamo percorso 6000Km con 950 € di carburante. Partiamo la sera del 14 agosto verso il colle del Moncenisio (tra l'altro al Frejus c'è 1 ora di coda) piove e pioverà fino a Grenoble, verso l'alba siamo al confine Francia/Spagna, decidiamo di non fermarci e proseguiamo fino ad arrivare nella Mancha, dove approdiamo nel pomeriggio, forse abbiamo fatto male a tirare dritto e fare un tappone di 1500 km, perchè gli ultimi 500 km sono stati veramente pesanti. Usciamo dall'autostrada e ci incamminiamo verso il campeggio che ho adocchiato sul CD dell'Acsi, fortuna che avevo verificato le coordinate gps, perchè erano completamente sbagliate ed il navigatore ci avrebbe portato altrove. Questa non è una meta molto turistica, percorriamo 30 km di nulla, una strada dritta in mezzo alla campagna, fiancheggiata solo da campi di fieno, incrociamo ben 2 macchine. Che bello, mi piacciono questi posti dove non si vive tutti appiccicati come da noi, che in 30 km abbiamo 10 paesi uno attaccato all'altro. Giungiamo ad Ossa de Montiel, sperduto paesino senza circonvallazione, che ricorda certi paesi dell'Italia del sud, per attraversarlo bisogna passare con la caravan fra le case, facendo lo slalom per evitare le auto parcheggiate ai lati. Finalmente arriviamo al campeggio situato vicino ad un laguna, qui è pieno di gente, sembra che si siano materializzati tutti all'improvviso, facciamo il check in e ci “stanziamo” siamo gli unici stranieri del camping. Qui il cellulare non prende, siamo in una conca, per telefonare dobbiamo andare sulla cima di una collina a 2 km, è l'unico posto negli ultimi 10 anni dove ho visto la coda alle cabine telefoniche. Mangiamo e andiamo a dormire perchè siam stanchi morti. L'indomani: relax, piscina & paella. Dopo esserci riposati per un giorno intero, partiamo con l'auto per un tour sulle orme di Don Chisciotte, pioviggina ci ha raggiunto la perturbazione che avevamo lasciato in Francia. Iniziamo da Belmonte, dove ci sono 3 mulini a vento e l'omonimo castello, che visitiamo, come souvenir prendiamo un pezzo di cacio manchego sott'olio, poi rotta verso Mota del Cuervo dove i mulini sono tanti e via verso El Toboso a vedere la casa di Dulcinea, mentre aspettiamo che apra la casa museo, ci feriamo a pranzo in un bar, non c'è molta gente, qui sono tutti in ferie e poi è l'ora della “siesta”. Per ultimo ci rechiamo a Campo de Criptana dove c'è una bella serie di mulini che sovrastano il paese. Si riparte verso sud, destinazione Roquetas de Mar, in Andalusia vicino ad Almeria, sono circa 450 km, ci “apparecchiamo” in un campeggio molto grande a pochi metri dal mare, dotato anche di 2 piscine. Il camping è pieno al 50%, si sta relativamente tranquilli, peccato ci sia una famiglia in tenda che sente la tv a tutto volume, la sera ci tocca ascoltare Cold Case in spagnolo... Questa sarà la nostra base per un paio di escursioni e per un po' di relax in spiaggia. La prima gita è quella nel Desierto de Tabernas, dove Sergio Leone girava gli spaghetti western approfittando degli scenari adatti, manodopera a buon mercato e clima secco, qui non piove quasi mai. Infatti....... siamo arrivati noi e ci ha ri-raggiunto la perturbazione che ci trasciniamo dietro dall'Italia, ormai è quasi scarica di acqua, ma è stata sufficiente per far piovere un po' di sabbia. Il “Desierto” dista solo 35 km. C'è più di una “location” da visitare, noi optiamo per la più famosa, sperando di tornare un giorno a vedere le altre, fa caldo, ci sono 40° ma c'è una leggera brezza che asciuga il sudore ed evita l'effetto appiccicaticcio. Che dire: sembra proprio di essere nel west, ci sono le comparse, i cavalli, la diligenza, gli spettacoli con le sparatorie e le ballerine nel saloon, da un momento all'altro ti aspetti che arrivi Trinità! Cabo de Gata è una località sul mare piuttosto lontana da grossi centri abitati, si trova nel sud est della Spagna, all'interno dell'omonimo parco naturale, la raggiungiamo lasciando sempre la rula a Roquetas, è il posto ideale per chi cerca tranquillità senza fronzoli, sembra di essere nell'Italia di 35 anni fa, ci sono 4 case, un paio di trattorie alla buona ed una chilometrica fila di camper e di Caravan piazzate in sosta libera vista mare. Dopo il paese, la strada stretta ed a senso unico alternato, si inerpica su un costone roccioso fino a raggiungere il faro di Cabo de Gata. Ci spostiamo di 350 km verso sud-ovest e troviamo una sistemazione al Campeggio Rio Jara di Tarifa, “El Camping Mas Meridional de Europa!” Le piazzole sono piccole e soleggiate, è stata una buona idea installare il clima prima di partire. Il campeggio confina con una spiaggia enorme, per arrivare al mare bisogna camminare sulla spiaggia per circa 500m, sulla sabbia c'è chi passeggia a cavallo e chi si abbronza, lo spazio è abbondante, le persone più vicine a prendere il sole sono a 20 metri da noi. All'orizzonte si vede il Marocco, il cartello indica che l'Africa dista solo 15 Km, (in realtà nel punto più stretto i km sono 14) Fa un po' impressione pensare che il continente Africano sia così vicino. Tarifa è una graziosa cittadina che nei secoli ha subito influenze moresche nella sua architettura, è piena di vita a tutte le ore del giorno e della notte, la movida non si ferma mai, c'è gente di tutte le età, c'è il porto con i traghetti verso il Marocco ed il forte sul mare. C'è anche qualcuno che ci clona la carta di credito. Tarifa ci servirà come base per andare a Gibilterra ed a Jerez Jerez de la Frontera: una volta sede del gran premio di Spagna di F1, ha sede la Tio Pepe, azienda nota in tutto il mondo per il suo Brandy. Anche qui ci troviamo di fronte ad una cittadina in vacanza (meglio, c'è meno traffico) ma la Tio Pepe è aperta e veniamo guidati nella visita di distillerie e cantine. Alla fine della visita, si attraversa la cantina dove vengono custodite le botti autografate dai personaggi famosi da Picasso a Jorge Lorenzo. Ci incamminiamo di buon ora per raggiungere Gibilterra, essendo al di fuori del trattato di Schengen per entrare bisogna fare più di un ora di coda alla dogana, una volta all'interno del territorio inglese trovare un parcheggio non è facile. Dopo aver parcheggiato, scarpiniamo sotto il sole cocente fino ad un Bar, dove facciamo uno spuntino prima di prendere la funivia che ci porterà in cima alla rocca. Sulla rocca vivono le scimmie in semilibertà, è vietato dargli da mangiare (multa di circa 300 sterline se ben ricordo) ma scippano la busta di Mc Donald's ad una famiglia francese e si pappano i dolci contenuti all'interno. Dalla rocca si ammira il panorama e si può scendere a piedi fino in città, per visitare i tunnel scavati nella rocca durante la prima e seconda guerra mondiale. Facciamo un ampio giro fra la vegetazione e le scimmie, agli incroci le indicazioni sono pessime, il sole picchia come un martello, decidiamo di tornare in città con la funivia. Ed eccoci a fare shopping nelle vie del centro, dove è anche possibile acquistare le sigarette e liquori a metà prezzo, raggiungiamo l'Europa Point dove c'è il faro e si osserva l'Africa posta di fronte. Curiosamente nello spazio alle nostre spalle convivono una chiesa ed una moschea, a poche centinaia di metri una dall'altra. Verso l'imbrunire torniamo alla base, non prima di aver fatto un' altra bella coda alla dogana. La meta successiva è in Portogallo, più precisamente in Algarve (450Km), terra verde con clima mite tutto l'anno. Il clima in realtà è un po' più caldo e secco del mite, probabilmente per apprezzare la regione al meglio bisogna venirci d'inverno, quando da noi fa freddo e qui giocano a golf con una temperatura di 20°. Giungiamo ad Armacao de Pera, in un campeggio a pochi minuti dalla spiaggia, siamo accaldati perciò decidiamo di collaudare la piscina del camping. Noto che nonostante gli orari esposti, la gente tira tardi, esce tardi dalla piscina, va via tardi dalla spiaggia, i locali aprono in ritardo... Il mattino dopo realizzo che qui sono un ora indietro rispetto alla Spagna, ecco perchè avevano tutti gli orari sballati...... rispetto al mio orologio........ Visitiamo Lagos, caratteristico paese sul mare e pranziamo in loco, la specialità sono le sardine fresche che si possono assaggiare spendendo poco. Parlano tutti un ottimo inglese a differenza degli spagnoli che capiscono solo la loro lingua. Nel pomeriggio ci spostiamo verso la costa ad ovest, paradiso dei surfisti, il panorama offre scogliere a picco sul mare ed un vento incessante. Per raggiungere le spiagge, situate in delle piccole calette, bisogna scendere lungo gli scalini ricavati sulle scogliere. La tappa seguente è Lisbona (265 Km), dotata di un bello e moderno campeggio in un parco naturale ai confini della città, dove al mattino seguente facciamo l'incontro con uno scoiattolo. Non abbiamo molti giorni a disposizione, quindi ci danno una piazzola da camper, cementata ed in salita (Lisbona è sui colli tipo Roma) però è dotata di carico e scarico acqua. (comodo) Se non avessi avuto il mover sarei ancora li a cercare di piazzare la rula in salita. Decidiamo di visitare la città con uno dei vecchi tram di Lisbona (e dire che a Torino i tram non mancano, ma l'erba del vicino.....) giriamo a caso per la periferia di Lisbona, cerchiamo un parcheggio vicino ad una fermata del Tram e molliamo il Freelander II, saliamo sul primo 28 che passa, si sale davanti e si paga al conduttore, impossibile fare i “portoghesi” a meno di appendersi fuori, come fanno loro per non pagare. Facciamo un bel giro turistico fino al capolinea, il 28 si arrampica su stradine tortuose in collina, dove sfiora, finestre e portoncini. Scendiamo e saliamo un paio di volte per visitare il centro, (ogni volta si ripaga, su questa linea niente abbonamenti). E poi lo “struscio” fra i negozi del centro, in cerca di quelli più interessanti, fuggo dai vari Calzedonia e simili che ormai hanno invaso tutte le città d'Europa rendendole tutte uguali ed omologate; cerco invece quelli più originali come “Al ginjinha” storico locale che serve dell' ottimo brandy con le ciliegie, oppure le varie torrefazioni che ti portano nel caveau a scegliere la bottiglia di Porto fra le più pregiate. (almeno una bottiglia bisogna portarla a casa, l'ho aperta con gli amici qualche sera fa ed è stata un successone ) Verso sera riprendiamo il tram ed andiamo a recuperare la macchina... Il tempo stringe, bisogna iniziare a tornare verso casa, ci incamminiamo verso Madrid (620Km) dove troviamo un comodissimo campeggio sulla tangenziale, il che ci consente di sganciare e risaltare in macchina 2 minuti dopo l'arrivo, per raggiungere il centro città per una rapida visita, in realtà non avevamo più intenzione di fermarci a visitare, ma visto che siamo arrivati ad un ora decente ne approfittiamo per fare un po' di shopping in salumeria, facciamo una bella scorta di Jamon Serrano e proseguiamo verso il palazzo reale, i negozi di souvenir, il mercato coperto. Cala la sera, la movida aumenta, noi ceniamo e ce ne torniamo in campeggio a fare una bella doccia e poi a nanna. La mattina seguente ripartiamo belli freschi (il clima è stato acceso tutta la notte, perchè a Madrid si moriva) in direzione casa, abbiamo deciso di fermarci 4 giorni al mare, per ricaricarci prima di tornare al lavoro, puntiamo lesti verso la Francia (790 km), ci fermiamo ad Argeles sur mer, ai piedi dei Pirenei. Qui ci dedichiamo alla vita di mare, alle colazioni con i prelibati croissant delle pasticcerie francesi, ed ai dehors dei ristorantini sul mare. Purtroppo 4 gironi passano in fretta ed arriva il momento di tornare a casa, (750 km), il 4 settembre ci godiamo ancora la mattina in spiaggia, partiamo con tutta calma nel primo pomeriggio, verso le 2 del mattino affrontiamo il Moncenisio dove incontreremo 2 volpi e un cinghiale, poi raggiungiamo casa, sganciamo la rula ed andiamo a coricarci, anche quest'anno le vacanze sono finite.