Numero 31, anno IX: marzo 2009
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 31 anno IX
Rivista Ligure di Meteorologia
n° 31 anno IX marzo 2009
SOMMARIO
Inverno 2008-2009
SOMMARIO....................................................................................................................................................... 2
IL CLIMA MALATO ............................................................................................................................................ 3
CONTRAILS – 23 NOVEMBRE 2008 ............................................................................................................... 4
Breve introduzione alle energie rinnovabili (sole, vento, acqua)...................................................................... 8
ANDAMENTO CLIMATICO ANNO 2008......................................................................................................... 13
NOTIZIE DAL MONDO.................................................................................................................................... 18
CRONACA METEO LIGURIA ......................................................................................................................... 27
CRONACA METEO SUD AMERICA............................................................................................................... 33
Meteorologia d’altri tempi ............................................................................................................... 38
FOTO COPERTINA:
Scie di condensazione "contrails".
Scattata dalla collina di Righi, alle spalle della città di Genova, verso sud-ovest il 23 novembre
2008 alle ore 16.43.
Foto di: Franco Ibba
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 31 anno IX
Rivista Ligure di Meteorologia
n° 31 anno IX marzo 2009
EDITORIALE
A cura di: Roberto Pedemonte
IL CLIMA MALATO
Fiumi che esondano, magari senza raggiungere il livello di guardia (vedi l’ “alluvione” a Roma
per la piena del Tevere); freddo polare, magari con temperature di pochi gradi sotto lo zero
(vedi l’ultima “ondata di gelo” nell’Italia del nord); inversione di tendenza del riscaldamento
climatico, magari solo perché la temperatura media di un mese è inferiore a quella
climatologica (vedi alcuni valori dell’anno appena trascorso). E si potrebbe continuare.
E’ un’epidemia. Un virus che si diffonde, ormai da alcuni (troppi) anni, a macchia d’olio:
l’emergenza clima. Ogni episodio del tempo, che viene oltretutto descritto dai mezzi di
comunicazione con eccessi di drammaticità, pathos e… ignoranza meteorologica, viene visto
come un sintomo del clima malato. Ma come? In passato forse il Tevere non ha mai avuto,
come tutti i fiumi, delle piene rilevanti? Oppure, ondate di gelo non si sono mai verificate? O
ancora, mesi più caldi o più freddi della norma, anche di molto, non si sono mai alternati?
Se è vero ciò che disse un famoso climatologo, che il clima non esiste in quanto le condizioni
climatiche medie raramente le ritroviamo nella vita reale, significa che le alternanze
meteorologiche sono all’ordine del giorno, le vicende del tempo, con picchi alti e bassi, sono
dovute alla normale circolazione generale dell’atmosfera. Solo che questo naturale
avvicendamento delle condizioni del tempo viene descritto e divulgato dai mass media come il
succedersi di fatti sempre straordinari, con non ultimo fine di attirare l’attenzione della gente
per incrementare le vendite e/o gli ascolti. E, si sa, sono le notizie brutte e tragiche e non le
belle ad avere il sopravvento nell’interesse, spesso morboso, del pubblico. Si riuscirà mai a
presentare un quadro equilibrato e obiettivo degli accadimenti atmosferici? Non lo sappiamo,
ma sappiamo, invece, che malato non è il clima, è il sistema di divulgazione che lo è, con la
conseguenza che la gente si ammala di “sindrome meteorologica”.
Rapporti meteorologici sulla climatologia ligure a cura dall’ARPAL (www.meteoliguria.it).
Rapporto termopluviometrico Settembre 2008 (file PDF)
Rapporto termopluviometrico Ottobre 2008 (file PDF)
Rapporto termopluviometrico Novembre 2008 (file PDF)
Ed inoltre. . .
Eventi meteorologici significativi nel 2007 in Liguria
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n° 31 anno IX - marzo 2009
METEOROLOGIA IN PILLOLE
CONTRAILS – 23 NOVEMBRE 2008
di: Luca Onorato
Introduzione
Proprio qualche settimana fa parlavo con Luca Lombroso (meteorologo e noto divulgatore TV
“di che tempo che fa”, del programma di Corrado Augias) delle scie di condensazione!
Luca mi raccontava di aver sciato in una bella giornata di sole anche se sotto un cielo inquinato
e attraversato da enormi scie di condensazione ed osservava che questo particolare fenomeno
in realtà è sicuramente molto inquietante per l’uomo comune a causa della sua incredibile
evidenza; ciò ha dato adito alle teorie estreme, come quelle legate ad esperimenti segreti che
secondo i fans di questa teoria produrrebbero appunto delle scie particolari (denominate scie
chimiche - vedere a proposito il mio articolo di Nimbus sull’ultimo numero 47-48 http://www.nimbus.it/meteoshop/VetrinaSezione.asp?IdSez=5)
Per mettere un pò di chiarezza si deve ribadire, con forza e serietà, che il problema delle scie
di condensazione ha assunto dimensioni significative se non negli ultimi decenni, in seguito al
moltiplicarsi del traffico aereo (e dei voli low cost), tanto che su scala planetaria le emissioni
del trasporto aereo iniziano a dare un contributo all’effetto serra di un fattore del 3-3,5 % (che
poi localmente può superare il 5%)! Le soluzioni anche se difficili, potranno concretizzarsi nel
medio-breve termine con un cambiamento delle rotte (anche se vi sono problemi di consumi,
aerovie, tempistica ecc), mentre nel medio-lungo termine un aiuto concreto potrà arrivare solo
da una svolta tecnologica/energetica globale capace di abbattere in maniera efficace le
emissioni di gas serra, responsabili dei cambiamenti climatici in atto. In questo contesto già il
2020 è una data fatidica in quanto il traffico aereo sarà presumibilmente raddoppiato!
Vedremo!…intanto osserviamo questa particolare immagine per capire con questa 'pillola
meteo' qualcosa di più sul fenomeno: non siamo di fronte a scie chimiche (frutto di esperimenti
segreti) ma di classiche scie di condensazione legate ad aerovie sempre più affollate e quasi
sature!
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Figura 1 – Le fenomenali scie di condensazione o "contrails".
Foto scattata dalla collina di Righi, alle spalle della città di Genova, verso sud-ovest il 23
novembre 2008 alle ore 16.43.
Foto di: Franco Ibba
L'incredibile immagine in Figura 1 evidenzia chiaramente l'effetto delle correnti in quota sulla
formazione ed espansione delle pittoresche contrails: l'andamento sinuoso e la maggiore
espansione (spreading) dell'unica scia di condensazione in primo piano, spicca rispetto a tutte
le altre contrails disposte parallelamente, e in questo caso è particolarmente favorito da forti
correnti in quota perpendicolari alla scia stessa (che ne provocano l'espansione laterale e la
sinuosità) ( Fig. 5).
L'elevato numero di scie e la loro espansione sono generalmente probabili segnali
dell'approssimarsi in quota di correnti umide prefrontali e in questo caso specifico erano
predittive di un possibile peggioramento delle condizioni meteorologiche a breve-medio
termine sulla zona di osservazione.
Infatti, proprio tra il 23 e 24 Novembre una profonda depressione sul mar del Nord (Fig. 2),
associata ad un'estesa perturbazione sull'Europa occidentale, causava un rapido
peggioramento del tempo dalla Francia verso il Nord-Italia.
Le contrails osservate il 23 Novembre evidenziavano effettivamente l'avanzata di aria umida in
quota che anticipava l’entrata del fronte caldo sui versanti tirrenici.
L’evoluzione nelle 24 –36 ore successive, vedeva un profondo minimo (fino a circa 992 hPa a
livello del mare - Fig. 4) in veloce transito sul mar Ligure, che è stato accompagnato sia da
venti di tempesta dal III quadrante (WSW fino 100-125 km/h) tra il Golfo Ligure e la Corsica
Nord-occidentale (come è possibile evidenziare dalla mappa di MeteoAllerte in Fig. 3), sia da
nevicate su gran parte dell'Appennino (a causa di una prevalenza di venti freddi padani ai bassi
livelli dal I quadrante e uno scorrimento di aria umida più in quota).
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Figura 2 - Analisi Met Office del 23 nov 2008 ore 00
Figura 3 – L’osservazione di veri e propri venti di tempesta tra Ligure e Corsica (da
MétéoAlerte del 24-11-2008)
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Figura 4 – Il successivo sviluppo del minimo di 992 hPa sul Mar Ligure per il 24 Novembre
(ore 6 UTC), rispetto al minimo principale sui Paesi Baschi.
Figura 5 - Si evidenzia le intense correnti occidentali a tutte le quote sull’Europa meridionale e
la penisola a causa della profonda saccatura Europea centrata sulla Penisola Scandinava.
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n° 31 anno IX - marzo 2009
DIDATTICA
Di: Diego Rosa
Breve introduzione alle energie rinnovabili
(sole, vento, acqua)
Parte terza – L'energia eolica – I
L’energia eolica è generata dalla forza del vento.
La prima menzione dell’esistenza di mulini a vento quali macchine di uso corrente per produrre
energia meccanica (sostanzialmente per pompare acqua e macinare il grano) risale alla prima
metà del 6° secolo della nostra era, in Persia. Intorno al 1200 il mulino a vento viene
introdotto in Europa e vi si diffonde rapidamente. Nel 1750 erano in attività circa 10000 mulini
in Germania ed in Inghilterra, 8000 in Olanda, 5000 in Danimarca. Attualmente la potenza
installata nel mondo supera i 30000 MW soprattutto in Europa nella quale spiccano Germania
(più di 8000 MW nel 2000), Danimarca, Spagna ed Olanda. Lo sviluppo è stato notevole negli
ultimi anni. L’Italia nel 2000 aveva circa 430 MW installati, soprattutto nel Centro-Sud.
Tecnica di sfruttamento e disponibilità della risorsa
I venti si possono dividere in: venti geostrofici, che spirano ad altitudini in genere superiori ai
1000 m e sono comandati dalla differenza di temperatura che esiste sulla superficie della terra,
dalle alte e basse pressioni e dalla forza di Coriolis, ed in: venti di superficie, che risentono
molto della morfologia del suolo (orografia). Tra gli elementi che determinano l’intensità locale
del vento si può evidenziare l’effetto tunnel (lungo una valle aperta il vento si incanala ed
aumenta la propria velocità) e l’effetto collina (sullo spartiacque esso dapprima compresso si
espande verso il lato sottovento aumentando la propria velocità).
La velocità del vento è estremamente variabile, pur tuttavia se ne possono individuare i valori
medi giornalieri, stagionali, annuali e costruire in particolare le curve di durata. La curva di
durata, ad esempio annuale, molto usata in idrologia e meteorologia, rappresenta in ascissa la
durata, cumulata su tutto l’anno, durante la quale un determinato valore di una grandezza, nel
nostro caso la velocità del vento, letto sulle ordinate, è stato eguagliato o superato.
Analiticamente si può definire come l’integrale della curva delle frequenze (o meglio delle
densità di frequenza). L’area sottesa alla curva di durata (valutata rispetto all’asse delle
ascisse a partire dall’estremità destra sino all’ascissa x ) rappresenta (in opportuna scala) il
volume d’aria defluita per unità di superficie frontale alla corrente(in m3/m2) avente una
velocità < di quella data, letta sull’asse delle ordinate (vedi fig. 2). La densità di frequenza
della velocità del vento è sovente ben rappresentata dalla curva di Weibull (fig.1)
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Fig. 1 - Istogramma di una distribuzione tipica della velocità del vento. In ordinata le ore
dell’anno durante le quali la velocità ha i valori, nelle ascisse, compresi negli intervalli definiti
dai singoli rettangoli. L’istogramma può essere ben rappresentato dalla curva statistica di
Weibull
Fig. 2 - Esempio di curve di durata della velocità del vento.
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Fig. 3 - Curve delle velocità medie annue del vento in Italia
Il CNR ha pubblicato un rapporto approfondito sulle condizioni anemologiche italiane. Le
regioni costiere centro-meridionali e delle isole ma anche in parte della Liguria sono le più
favorite.
Tab. 1 - Velocità del vento (km/h) a Genova alla stazione di Castellaccio, 1922-1940. (Da C.
Mennella. Il Clima d’Italia)
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Espressione della potenza e del rendimento
L’energia cinetica del vento (in J) per m3 è data da :
1) E= 1/2 ρ v2
Dove ρ (kg/m3 ) è la densità dell’aria che può essere assunta, al livello del mare, pari a 1,225
kg/m3 e v (m/s) è la sua velocità.
Mentre la potenza che passa attraverso una superficie S (m2) perpendicolare alla direzione del
vento è data da:
2) P = E S v = 1/2 S ρ v3
Cioè è il flusso della stessa energia attraverso S.
La potenza per unità di area è ancora ovviamente
3) Ps = 1/2 ρ v3 (W/m2)
Formula del Betz
Il rendimento o coefficiente di prestazione di un aeromotore (formula di Betz), inteso come
rapporto tra la potenza (lorda) fornita alla macchina e quella del vento in ingresso, è il
seguente:
4) Cp = 4a(1-a)2
Dove: a = (v1 – v)/v1 con : v1 = velocità del vento all’ingresso del rotore, v = velocità media
del vento nella macchina pari a:
(v1 +v2)/2, v2 = velocità del vento all’uscita del rotore.
La potenza lorda fornita P è data allora da :
5) P = Cp 1/2 S ρ v3
Il valore di Cp varia in funzione di a che è a sua volta funzione della velocità periferica della
girante u e della velocità del vento v. Derivando Cp rispetto ad a ed annullando la derivata, si
vede che il suo valore massimo si ha per a = 1/3 e risulta:
6) Cpmax = 16/27 = 0,59
Questo è il rendimento teorico massimo di un aeromotore per quanto concerne la
trasformazione dell’energia del vento in energia meccanica (lorda).
Altri rendimenti da considerare nella macchina reale per determinarne la potenza elettrica
fornita sono quelli relativi a:
•
•
•
•
•
girante 85%
moltiplicatore 95%
generatore 98%
trasformatore 98%
radrizzatore 98%
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che danno un rendimento totale η (prodotto di questi rendimenti parziali) di ca. il 70%.
Anche il 70% è un rendimento massimo, relativo alle condizioni nominali di funzionamento.
In pratica questo rendimento si colloca attorno al 50 - 55% per i generatori industriali, attorno
al 25 - 40 % per i generatori artigianali.
La potenza massima mediamente producibile di un aerogeneratore diventa:
7) P = 16/27 η S (1/2ρ v3 ) = 0,23 d2 η ρ v3
Avendo introdotto il valore massimo di Cp = 16/27 e dove d (m) = diametro rotore
Al livello del mare si ha, arrotondando (in W):
P = 0,25 S v3 (massimo); (con η = 0,7)
P = 0,18 S v3 – 0,20 S v3 per le macchine industriali
P = 0,09 S v3 - 0,14 S v3 per le macchine artigianali.
La velocità del vento alla quale è ottimizzata la macchia è quella dei venti prevalenti, ad
esempio per le coste atlantiche 7-10 m/s
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n° 31 anno IX - marzo 2009
CLIMATOLOGIA - Osservatorio sul clima
A cura di: Roberto Pedemonte
ANDAMENTO CLIMATICO ANNO 2008
In questo numero focalizziamo l’attenzione sull’andamento climatologico dell’anno appena
trascorso. Alla tabella riepilogativa riferita alla stazione automatica del Dipartimento di
Idraulica dell’Università di Genova (tab. 1), sono state predisposte le rappresentazioni grafiche
dell’andamento dei valori medi di temperatura e precipitazioni confrontati con quelli del periodo
1990-2007 (fig. 1, 2 e 3). Per quanto riguarda i giorni di neve e di temporale i raffronti sono
con il periodo 1951-2007 (fig. 4 e 5).
GENOVA - Università DIAM
ANNO 2008
Temperatura Media 24 h
Temperatura Media Max+Min/2
Temperatura Media Massima
Temperatura Media Minima
Temperatura Massima
Temperatura Massima più bassa
Temperatura Minima
Temperatura Minima più alta
Wind Chill Estremo Minimo
Escursione Termica Giornaliera Media
Escursione Termica Giornaliera Massima
Escursione Termica Giornaliera Minima
Umidità Relativa Media
Giorni con Umidità Relativa 100%
Umidità Relativa Minima
Pressione Atmosferica Media hPa
Pressione Atmosferica Massima hPa
Pressione Atmosferica Minima hPa
Precipitazioni Totale mm
Precipitazione Giornaliera Massima
Giorni con Precipitazione >= 0,1 mm
Giorni con Precipitazione >= 1,0 mm
Giorni con Neve
Giorni con Temporale
Giorni con Nebbia
Giorni con Grandine
Giorni con Gelate
Durata Precipitazioni ore
Durata Gelo ore
Giorni con Temperatura Massima <10°
15,6
15,8
19,0
12,6
33,7
3,1
-0,6
25,2
-6,8
6,4
12,2
1,0
82,2
239
5
1015,2
1040
985
1467,2
74,8
129
103
2
37
0
1
1
628,5
9,0
29
13
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89
14
51
Giorni con Temperatura Minima >= 20°
2
13663,5
Radiazione Giornaliera Media KJoule/m
2117,2
Soleggiamento Assoluto ore
46,2
Soleggiamento Relativo %
5,8
Ore di sole giornaliere Medie
46,7
Copertura del Cielo %
16,3
Vento Velocità Media km/h
83,3
Vento Velocità Massima km/h
18,5
Mar Ligure Temperatura Media
27,3
Mar Ligure Temperatura Massima
12,8
Mar Ligure Temperatura Minima
3
Altezza Neve Fresca cm
19,0
Durata Precipitazioni Nevose ore
2
Giorni con Tornado
0
Giorni di Burrasca
tab. 1 – GENOVA Università DIAM - Tabella riepilogativa dati meteorologici anno 2008
Giorni con Temperatura >= 25°
Giorni con Temperatura >= 30°
fig. 1 – GENOVA Università DIAM – Temperatura Media Mensile
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fig. 2 – GENOVA Università DIAM – Precipitazione Media Mensile
fig. 3 – GENOVA Università DIAM – Numero giorni con precipitazione >= 0.2 mm
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fig. 4 – GENOVA Aeronautica – Numero giorni con precipitazione nevosa
fig. 5 – GENOVA Aeronautica – Numero giorni con temporale
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Quest’ultimo grafico (fig. 6) rappresenta il numero medio di giorni con temporale per ogni
mese dell’anno nelle città di Genova, Milano e Palermo nel periodo 1996-2008. Il numero
medio annuo è 28 per Palermo, 33 per Milano e 38 per Genova. Benché il totale dei giorni non
si discosti grandemente tra le località considerate, è interessante osservare l’andamento
mensile del fenomeno:
a Palermo registriamo in estate il numero più basso di giorni con temporale, rappresentanti il
14% del totale annuo, e in autunno il numero più elevato con il 41% seguito dalla stagione
invernale con il 28%;
Di segno esattamente opposto i casi temporaleschi a Genova e Milano, dove abbiamo il
maggior numero di giorni in estate, rispettivamente con il 39% e il 58% e il minor numero in
inverno con l’8% e lo 0% rispettivamente (a Milano è stato registrato un solo caso di
temporale in 13 anni nel mese di dicembre).
fig. 6 – Numero medio mensile di giorni con temporale
Giorni con Temporale
1996-2008
Palermo
Genova Milano
inverno
8
3
0
primavera
5
8
8
estate
4
15
19
autunno
12
12
6
anno
29
38
33
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Rivista Ligure di Meteorologia
n° 31 anno IX - marzo 2009
NOTIZIE DAL MONDO
Settembre - novembre 2008
A cura di: Roberto Pedemonte
e Massimo Riso
Europa
UNGHERIA - Record del caldo e del freddo..
UNGHERIA
A Szeged è stato registrato il nuovo record di temperatura massima per il giorno 7 settembre,
quando il mercurio è salito a 37.6°C, superando il record precedente di 36.7°C del 1946.
Un nuovo record nazionale è stato registrato in Ungheria per il giorno 15 settembre quando la
città di Sopron ha fatto registrare la sua temperatura più fredda: 8.6°C. Il record precedente
apparteneva alla città di Zalaegerszeg quando, nel 1925, la temperatura scese a 10.5°C.
REGNO UNITO
Temporali hanno causato pioggia torrenziale e conseguente inondazioni di campi e strade e
frane tra 6 e 8 settembre. Nella città di Morpeth centinaia di persone sono state costrette a
evacuare le loro proprietà. Sei persone hanno perso la vita a seguito degli allagamenti.
AMERICA
Wyoming - A Lander è stata registrata la più grande nevicata in ottobre con 75 cm di
altezza di neve fresca.
Nord America
PORTORICO
Piogge incessanti provocate da una depressione tropicale hanno colpito l’isola tra il 20 e il 24
settembre, scaricando 660 mm di pioggia in 24 ore. Questo ammontare di pioggia ha superato
il record precedente di 603.2 mm dell’ottobre 1985. La porzione meridionale dell'isola è stata
la più colpita con frane e l’esondazione di molti fiumi che hanno allagato centinaia di case. Il
livello del fiume Gurabo è aumentato di 7.62 m in meno di 24 ore il 21 settembre,
raggiungendo il massimo livello idrometrico di 9.23 m. Molte case sono state danneggiate o
distrutte e quattro morti sono attribuite alle inondazioni. La pioggia intensa ha provocato 14
milioni di dollari di perdita all'industria agricola di Portorico. I raccolti che hanno subito il colpo
più duro sono stati quelli del caffè e delle banane. Il presidente George W. Bush ha dichiarato
zona disastrata in otto municipi.
L’Uragano Omar, il primo uragano a colpire le Isole Sottovento occidentali fin dall’Uragano
Lenny nel 1999, si è sviluppato come depressione tropicale nel Mar dei Caraibi il 13 ottobre.
Come si è mossa verso nord-est ha cominciato a intensificarsi, divenendo tempesta tropicale il
14. Il medesimo giorno si è intensificata rapidamente in uragano, giungendo alla Categoria 3,
sua massima intensità, il 16, con venti fino a 185 km/h. Avvicinandosi a Portorico e alle Isole
Sottovento, molte persone hanno temuto il peggio. Fortunatamente la tempesta è transitata in
mare aperto tra San Martin e le Isole Vergine Americane, risparmiando la terra ferma dalla
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parte peggiore della depressione. La maggior parte dei danni nelle isole caraibiche sono state
le inondazioni, le frane e l’abbattimento degli alberi. Tuttavia a San Croix la tempesta ha
causato più di 700.000 dollari americani di danni alle strade, distrutto 100 aziende, affondato
più di 40 barche e, sia in San Croix che in Antigua, danneggiato i raccolti. A Portorico si
registra un morto. La tempesta il giorno 18 si è dissipata nell’Atlantico.
CANADA
L’Uragano Kyle, sviluppatosi come depressione tropicale, ha colpito Portorico provocando
inondazioni molto estese e la morte di quattro persone. Il 24 settembre la depressione ha
lasciato i Caraibi dirigendosi verso nord, raggiungendo forza di tempesta tropicale il giorno
successivo e fortificandosi in uragano il 27 settembre. Kyle ha raggiunto la sua intensità
massima con venti a 120 km/h prima di toccare la Nuova Scozia il 28, provocando 12.000 casi
di interruzione di energia elettrica lungo la costa meridionale. Immediatamente dopo si è
indebolito.
STATI UNITI
L’Uragano Gustav, sviluppatosi durante l'ultima settimana di agosto, ha pesato severamente in
molte nazioni dei Caraibi prima di fare approdo a ovest di Grand Isle, Louisiana, il primo
settembre come uragano di categoria 3, con massimo vento intorno a 185 km/h. Quasi due
milioni di persone hanno dovuto abbandonare le aree litoranee perché si temeva una
ripetizione dell’Uragano Katrina del 2005. Questa è stata descritta come la più grande
evacuazione nella storia Americana. I venti fortissimi di Gustav hanno abbattuto alberi e linee
elettriche, lasciando migliaia di utenti senza energia in Louisiana. Come Gustav ha raggiunto
l’entroterra si è indebolito. L’uragano ha reclamato la vita di 25 persone.
Dopo avere colpito Cuba, l’uragano Ike ha attraversato le calde acque del Golfo del Messico
dirigendosi verso le coste degli Stati Uniti e del Messico. Giunto sulla costa del Texas, Ike si è
fortificato raggiungendo la Categoria 2 ma prima di toccare le coste di Louisiana e Texas ha
fatto sentire i suoi effetti nelle Florida Keys. La depressione è entrata sul suolo americano a
Galveston, Texas, il 13 settembre, con vento a 176 km/h, portando con sé inondazioni molto
estese nell'area. Anche Houston è stata colpita quando Ike ha proseguito verso l’interno,
lasciando milioni di persone senza energia elettrica. Quindi si è indebolito quando si è portato
sugli Stati medio-occidentali, provocando tuttavia devastazioni, con pioggia torrenziale e venti
forti, l’allagamento di case e provocando interruzioni di energia a più di un milione case e
aziende. L’uragano ha scaricato tra 152 e 203 mm di pioggia sugli stati dell’Indiana, dell’Illinois
e del Missouri e ha scatenato la formazione di un tornado in Arkansas che ha danneggiato
molti edifici. Ike ha causato un totale di 40 vittime e la morte di 15 persone nei soli Stati
medio-occidentali.
Una significativa tempesta ha causato nevicate pesanti in Montana, Wyoming e Idaho tra il 10
e il 12 ottobre. Le condizioni meteo hanno determinato nevicate record, venti burrascosi che
hanno abbattuto alberi e linee elettriche e ridotto la visibilità. In molte contee del Wyoming
sono caduti fino a 83.8 cm. A Lander, Wyoming, è stata registrata la più grande nevicata in
ottobre con 75 cm di altezza di neve fresca, infrangendo il record precedente verificatosi tra il
30 ottobre e il primo novembre del 1920 con 70.1 cm. In Montana, la città di Red Lodge, ha
registrato il totale di neve più alto nel periodo di 24 ore con 107 cm. A Glasgow, Montana,
nuovo record per il 12 ottobre, quando sono caduti 32.5 cm, superando il record precedente di
29.2 cm misurati il 12 ottobre 1924, risultando la massima nevicata di un giorno in ottobre.
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Stati Uniti: copertura neve 10-11 ottobre 2008
BAHAMAS
L’Uragano Hanna si è sviluppato come depressione tropicale nell'Oceano Atlantico il 28 agosto,
fortificandosi successivamente in tempesta tropicale. Il primo settembre, dirigendosi verso le
Bahamas, si è rinforzato a uragano con vento a 130 km/h. Anche se Hanna non ha interessato
l'isola di Hispaniola, la parte esterna della tempesta ha portato pioggia copiosa su Haiti dove
ha provocato inondazioni e frane, reclamando le vite di 529 persone e distruggendo aree
immense di raccolti. La città più colpita è stata Gonaïves che l’uragano ha devastato
completamente. Il sistema si è diretto verso la costa orientale americana, toccando il suolo
vicino al confine tra Nord e Sud Carolina il 6 settembre con vento a 93 km/h, portando molta
pioggia dopo un insolito periodo di severa siccità. La tempesta si è mossa verso nord-est,
scaricando piogge intense e interessando la regione con forti venti. Hanna ha provocato
l’allagamento di strade, la cancellazione di voli, e lasciato migliaia di persone senza energia
elettrica.
CUBA
L’Uragano Ike sviluppatosi come temporale tropicale a ovest delle Isole di Capo Verde il primo
settembre, si è intensificato rapidamente, giungendo alla sua forza massima (Categoria 4) il
giorno 4, con velocità del vento di 233 km/h e una pressione di 935 hPa. Ike è risultata la
tempesta più forte della stagione degli uragani in Atlantico del 2008. In Haiti, già devastata da
tre tempeste tropicali precedenti (Fata, Gustav, e Hanna), Ike ha portato precipitazioni
torrenziali, provocando l’ingrossamento di fiumi e frane. Le inondazioni hanno ucciso 74
persone. Si è poi diretto poi verso Cuba (anch’essa già colpita dagli stessi uragani), che stava
preparandosi per la quarta volta all’evacuazione di quasi un milione di persone dalle aree
litoranee. Prima di fare approdo nell’isola, Ike si è indebolito leggermente a Categoria 3. Il 7
settembre ha toccato il suolo cubano nella parte orientale dell’isola con vento a 193 km/h, che
20
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 31 anno IX
ha scoperchiato tetti e sradicato linee elettriche. Attraversando l'isola, Ike si è indebolito,
rimanendo comunque di Categoria 1. Sulla parte occidentale di Cuba, ha provocato altre
inondazioni. L'Uragano è stato responsabile di sette morti nell’isola, il numero di morti più alto
per un uragano da anni, superando il totale di decessi dovuti all’Uragano Michelle del 2001
quando le vittime furono cinque. Gli uragani Gustav e Ike hanno provocato danni per quasi 5
miliardi di dollari americani, più di 63.000 case sono andate distrutte e circa 450.000
danneggiate
.
Immagini dal satellite GEOES-10 del percorso effettuato dall'uragano Ike.
Dal 5 al 12 settembre 2008
Fonte: NOAA
Cliccare sull'immagine per ingrandire (1280x1024 px)
Il 5 novembre una depressione tropicale si è formata nel Mar dei Caraibi al largo della costa
orientale del Nicaragua. Il ciclone, nel suo spostamento verso nord, si è fortificato da
depressione a tempesta tropicale e poi a uragano. Avvicinandosi alle Isole Cayman, Paloma,
questo il suo nome, ha raggiunto la Categoria 3, abbattendo linee dell’energia elettrica, tetti, e
provocando inondazioni lungo le coste orientali e meridionali delle isole. Procedendo verso est
si è ulteriormente fortificato, raggiungendo la sua intensità massima, Categoria 4, il giorno 8,
con velocità del vento a 222 km/h ma, prima di approdare a Cuba, Paloma si è indeboliito a
Categoria 3. Nell’isola, l’uragano ha interessato Santa Cruz del Sur con vento a 193 km/h, il
giorno prima di celebrare il 76° anniversario dell'uragano del novembre 1932 che uccise 3.000
persone. Paloma ha colpito la costa occidentale con onde alte quasi 3 metri e venti forti che
hanno distrutto 50 case e ne hanno danneggiate altre 435. La forte pioggia prodotta
dall'uragano ha provocato inondazioni che hanno allagato case e raccolti di banane.
Fortunatamente nessun decesso è stato segnalato L’Uragano Paloma, che il 9 novembre si è
indebolito a depressione tropicale. è risultato il secondo uragano di novembre più forte mai
registrato, dopo l’Uragano Lenny nel 1999.
21
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 31 anno IX
L'uragano Paloma. 8 novembre 2008
Fonte: NOAA
MESSICO
L’Uragano Norbert, il più potente della stagione 2008 nel Pacifico Orientale si è formato nel
nord est dell’Oceano Pacifico, a sud di Acapulco, come depressione tropicale il 3 ottobre. In
movimento verso ovest nord-ovest, ha attraversato un'area con acque calde, che hanno
favorito la sua intensificazione. Il 6 ottobre Norbert è giunto allo status di uragano, è raggiunto
la sua intensità massima, Categoria 4, il giorno 8 con vento misurato a 217 km/h. La
depressione si è poi indebolita a Categoria 1 il giorno successivo, ma nuovamente
intensificatasi rapidamente a Categoria 2 il 10, in avvicinamento alla Penisola di Baja. Il giorno
11 ha interessato la parte meridionale della Baja California con vento massimo a 160 km/h.
Norbert è stato il primo uragano di ottobre a toccare la Penisola di Baja fin dall’Uragano
Pauline del 1968. Norbert ha portato con sé pioggia intensa e venti forti, provocando
inondazioni molto estese, abbattendo alberi di palme, e spazzando via tetti. Le isole di Santa
Margarita e Magdalena hanno avuto quasi il quaranta percento di case danneggiate. Attraverso
il Golfo della California ha poi fatto un secondo approdo, il 12 ottobre, in territorio messicano
sulla costa di Sonora con vento a 137 km/h, perdendo quindi rapidamente intensità,
indebolendosi a depressione tropicale, quando si è diretto nell’entroterra. I morti dovuti a
Norbert sono stati tre.
La tempesta tropicale Marco si è sviluppata da una piccola depressione tropicale nella Baia di
Campeche, nella parte meridionale di Golfo del Messico, il 6 ottobre, con venti di forza di
tempesta estesi 24 km dal suo centro. Spostatasi verso ovest nord-ovest ha interessato
Veracruz, il giorno successivo, con venti a 105 km/h. La tempesta, che ha portato pioggia
intensa con allagamenti di aree litoranee e determinato l’evacuazione della popolazione, si è
dissipata rapidamente subito dopo.
22
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 31 anno IX
America Centrale
La sedicesima depressione tropicale dell'Atlantico ha portato pioggia intensa dando luogo a
inondazioni molto estese e frane in molte aree dell'America Centrale, durante la metà di
ottobre. Il sistema depressionario si è sviluppato nel Mar dei Caraibi, a est del Costa Rica, il 14
ottobre, passando a tempesta tropicale che, il 16, muovendosi lentamente, è giunta sulla costa
settentrionale dell’Honduras, dissipandosi poi rapidamente appena toccata terraferma. La
pioggia intensa ha causato frane e ingrossato fiumi che hanno superato gli argini, inondato
villaggi e reso impraticabili strade. In Honduras, un'area immensa di raccolti è andata distrutta
e 62 ponti sono crollati, costringendo il presidente del paese a dichiarare lo stato nazionale di
emergenza. L'Istituto Meteorologico del Costa Rica riporta che l’ammontare delle precipitazioni
prodotte dalla depressione è stato equivalente al totale medio di pioggia mensile in ottobre,
raggiungendo in alcune aree 2.100 mm, il valore più alto in 40 anni. I morti in l'America
Centrale sono risultati ventinove in Honduras, sette in Costa Rica, quattro in Nicaragua,
quattro in Guatemala e uno in El Salvador.
AFRICA
Sud Africa - forti piogge hanno causato inondazioni e frane in molte aree del paese
SUD AFRICA
Il 19 giugno forti piogge hanno causato inondazioni e frane in molte aree del paese. L'area più
colpita è stata la provincia orientale di KwaZulu-Natal, dove quattro persone sono morte.
Scottburgh, ha ricevuto un totale di 128 mm di pioggia in 24 ore, l'ammontare di pioggia più
alto per questo giorno.
23
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 31 anno IX
OCEANIA
Australia: si è verificata la più intensa e lunga ondata di calore che abbia mai colpito
le città di Ceduna e Adelaide.
AUSTRALIA
Melbourne, con un totale di 12 mm di pioggia, ha avuto il settembre più asciutto dal 1855. Il
record precedente era del 1907 quando è stato registrato un totale di precipitazioni di 13.4
mm.
In Australia forti temporali con grandine, venti forti e pioggia intensa hanno provocato
devastazioni sulla costa orientale tra il 14 e il 16 novembre. L'area maggiormente colpita è
stata quella della città di Brisbane dove il vento, raggiunti i 129 km/h, ha abbattuto linee
elettriche, lasciando quasi 230.000 case energia. E’ risultato, per il Queensland, l’evento più
devastante degli ultimi 25 anni
NUOVA ZELANDA
Il 7 ottobre un sistema frontale ha interessato l’Isola del Nord della Nuova Zelanda con piogge
fortissime e venti forti che hanno superato la velocità di 130 km/h e raggiunto la punta di 160
km/h a Wellington e aree circostanti, provocando devastazioni. Le condizioni meteorologiche
severe hanno causato l’annullamento di 20 voli all'aeroporto di Wellington, la chiusura
temporanea di strade a causa dei pali elettrici e dagli alberi abbattuti e il danneggiamento di
dozzine di case. Fortunatamente non si conta alcun decesso.
Freddo e forti nevicate hanno colpito parte della Nuova Zelanda il 4 novembre. Sono stati
misurati 20 cm di neve nel Southland settentrionale, che hanno costretto gli organizzatori della
corsa ciclistica del Giro di Southland ad accorciare il percorso. E’ stata la nevicata di novembre
più intensa degli ultimi tre decenni
24
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 31 anno IX
ASIA
Taiwan - Il tifone Jangmi ha colpito l'isola con venti di 250 km/h riversando 1.124
mm di pioggia.
Il Tifone Sinlaku
Fonte: NASA - Natural Hazards
TAIWAN
Il Tifone Sinlaku si è sviluppato da una
depressione
tropicale
nell'Oceano
Pacifico
occidentale,
a
est
delle
Isole
Filippine
settentrionali, l’8 settembre diventando nello
stesso giorno tempesta tropicale. Anche se non
ha toccato le Filippine, gli effetti di Sinlaku si
sono avvertiti dell'isola di Luzon: acquazzoni
forti hanno allagato rapidamente le strade e
case. Il giorno successivo, Sinlaku si è fortificato
a tifone giungendo alla sua intensità massima il
10, con velocità del vento di 231 km/h. Il tifone
si è poi diretto verso la costa nord orientale di
Taiwan dove è giunto il 14 con vento a 148
km/h e pioggia intensa. Il tifone ha provocato
quattro morti e sette dispersi nella parte
centrale dell’isola. Qui Sinlaku ha scaricato più di
1,016 mm di pioggia nelle regioni montuose,
provocando frane e inondazioni che hanno
costretto centinaia di persone a evacuare le aree
colpite. Sinlaku si è indebolito a tempesta
tropicale appena ha lasciato Taiwan, dirigendosi
verso il Giappone. Quindi si è intensificata
nuovamente a tifone ma ancora una volta ha
perso energia prima di fare approdo in Kyushu
meridionale il 18 settembre, con vento a 139
km/h. Nel paese del sol levante, Sinlaku ha
provocato inondazioni e frane a Kagoshima ma
nessuna persona ha perso la vita.
Il 23 settembre si è sviluppata nell'Oceano
Pacifico
nordoccidentale
una
depressione
tropicale che ha raggiunto lo status di tifone il
25. Jangmi, così denominato, è giunto alla sua
massima intensità il giorno 27 con venti vicini a
Il percorso del tifone Jangimi.
250 km/h. Il giorno successivo ha toccato
Fonte: What's On Xiamen
Taiwan. Jangmi è risultato il tifone più potente
che abbia colpito l'isola durante la stagione del 2008. Le piogge hanno raggiunto l’altezza di
1.124 mm su alcune zone dell'isola e lasciato quasi 86.000 famiglie senza energia. Due
persone hanno perso la vita. Attraversando Taiwan si è indebolito ed è stato declassato a
tempesta tropicale il 29, appena lasciata l’isola diretto verso il Giappone, diventando tempesta
extratropicale il 30 settembre.
CINA
Il 18 settembre si è sviluppata una depressione tropicale nell'Oceano Pacifico occidentale,
giungendo a forza di tempesta tropicale il 19 e lo status di tifone il 21. Le precipitazioni esterne
del tifone hanno colpito Taiwan e le Filippine settentrionali quando ha attraversato lo stretto di
Luzon, dirigendosi verso la Cina sudorientale. Hagupit, questo il nome assegnatogli, ha causato
la morte di tre persone e altre 13 sono rimaste intrappolate in una miniera d’oro nelle Filippine.
Il 23 settembre Hagupit è giunto alla sua massima intensità con vento a 222 km/h
attraversando il Mar Cinese Meridionale. Quindi ha toccato la terraferma nella provincia di
Guangdong il giorno 24 con venti intorno a 195 km/h e pioggia torrenziale che ha mietuto dieci
25
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 31 anno IX
vittime, distrutto quasi 18.500 case, allagate
altre 800 e distrutto i raccolti. Le perdite
economiche causate dal tifone sono state
valutate in 923,7 milioni di dollari americani.
Hagupit è stato il tifone peggiore che ha colpito
la provincia di Guangdong nell’ultimo decennio.
Quando il tifone si è diretto nell’entroterra, verso
il Vietnam, si è indebolito, portando comunque
acquazzoni torrenziali nella parte settentrionale
del paese, che hanno provocato inondazioni e
frane. Il sistema depressionario ha distrutto
24 sett. 2008 - Palme da cocco inclinate dal migliaia di ettari di raccolti, allagando molte
forte vento del tifone Hagupit nel distretto migliaia di case e uccidendo 41 persone. In
di Zhanjiang Xiashan nella provincia di Vietnam, le perdite economiche sono state
Guangdong.
valutate in almeno 65 milioni di dollari
Fonte: http://news.xinhuanet.com
americani.
VIETNAM
La tempesta tropicale Mekkhala, sviluppatasi come depressione tropicale nel Mar Cinese
Meridionale il 28 settembre, è giunta il 30 nel Vietnam centrale, con vento a 88 km/h e pioggia
intensa. Il vento ha divelto tetti di lamiera, alberi e pali dell’elettricità. Si contano otto morti e
altrettanti dispersi.
Il 14 ottobre si è formata una depressione tropicale nel Golfo del Tonchino, rinforzandosi a
tempesta tropicale quello stesso giorno. 22W, questo il suo nome, ha colpito la provincie
meridionali della Cina di Hainan e il Vietnam settentrionale, con forti rovesci. Hainan ha
cominciato a ricevere pioggia torrenziale dal giorno 11 fino al 14, con la conseguenza di
inondazioni improvvise nelle aree basse, allagamenti in più di 150 villaggi e costringendo
migliaia di persone ad abbandonare l'area. Tre i morti a causa della tempesta. 22W si è quindi
mosso verso il Vietnam il 15, con venti a 65 km/h. Qui precipitazioni intense e prolungate sono
durate fino al 20 ottobre, provocando inondazioni improvvise che hanno danneggiato 11.000
ettari di raccolti e distrutto tre scuole e molti chilometri di strade. Le quantità di precipitazione
è risultata da 300 a 450 mm. In Vietnam undici sono risultati i decessi e sette le persone
disperse.
BANGLADESH
Il Ciclone Tropicale Rashmi sviluppatosi da una depressione tropicale nella Baia del Bengala il
26 ottobre, si è fortificato in ciclone tropicale nel medesimo giorno. La tempesta ha toccato il
27 ottobre la costa centrale del Bangladesh con venti intorno a 80 km/h. Rashmi ha portato
pioggia e venti forti, distruggendo migliaia di case e acri di raccolto e abbattendo linee
elettriche e telefoniche. Quindici persone sono rimaste uccise e 10 pescherecci con 50 persone
a bordo risultano disperse. La tempesta si è poi dissipata quando si è inoltrata nell’entroterra.
TIBET
In Tibet, una intensa tempesta di neve si è abbattuta durante l'ultima settimana di ottobre,
rendendo impraticabili strade, provocando valanghe, e interruzioni della fornitura di energia
elettrica La copertura di neve media è stata di 150 cm. Nove persone sono rimaste uccise da
quella che è stata descritta come una delle tempeste di neve peggiori a memoria d’uomo.
26
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 31 anno IX
Rivista Ligure di Meteorologia
n° 31 anno IX - marzo 2009
CRONACA METEO LIGURIA
Settembre - novembre 2008
A cura di: Paolo Muzio
Settembre
1
Inizia con cielo coperto e temperature alte. Temporale pomeridiano sul ponente e
sull’entroterra genovese.
2
Nuvoloso
3
Inizia son un forte temporale nel primissimo mattino sul centro della regione.
4
Variabile. Poi forte temporale nel pomeriggio sera sul ponente.
5
Continua il temporale sul ponente, che ha causato danni in provincia di Imperia. (IMM_1)
Pioggia anche sul levante.
IMM 1: Immagine a colori falsati del Meteosat 9
Fonte: Consorzio LaMMa
27
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 31 anno IX
6/7
Variabile.
8/10
Belle giornate
11/12
Nuvolosità variabile
13
Brevi rovesci di pioggia in mattinata sul centro-levante. Poi nel pomeriggio-sera rovesci
temporaleschi anche intensi sul centro-ponente e in particolare su Genova a rovinare la “Notte
Bianca Genovese”. (IMM_2)
IMM 2: Immagine del radar meteorologico di monte Settepani
Fonte: Arpa Piemonte
14
Nuvoloso
15
Sereno al mattino poi durante la giornata piogge sul centro-ponente e poi anche rovesci
temporaleschi sul levante.
16/17
Giornate serene e fresche.
18
Coperto deboli piogge
19
Coperto. Pioggia nella prima parte della mattinata con accumuli tra i 20 e i 40 mm. Sul
ponente e sul centro della regione.
28
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 31 anno IX
20
Sereno durante la giornata. Temporale serale nell’entroterra ad est di Genova.
21
Sereno al mattino, coperto nel pomeriggio con rovesci da temporale sul centro-levante.
22
Altra pioggia nella notte sul centro-ponente per un temporale.
23
Nuvoloso poi temporale nel primo pomeriggio nell’entroterra genovese.
24/27
Cielo da poco a nuvoloso sulla regione.
28/29
Sereno.
30
Pioggia sul centro-ponente al mattino, poi nel pomeriggio anche sul levante.
Ottobre
1/3
Coperto con deboli piogge sul centro.
4/5
Sereno e fresco
6
Nuvoloso
7
Da nuvoloso a coperto con deboli piogge8
Rovesci di pioggia nel primo mattino sul centro della regione.
9/15
Giornate poco nuvolose e calde per il periodo.
16
Deboli piogge da maccaja
17/19
Simile al periodo 9/15
20/21
Coperto deboli piogge in mattinata sul centro-levante.
22
Rovesci temporaleschi in mattinata sul centro e sul levante. Locali allagamenti tra Chiavari e
Lavagna.
23
Coperto
24
Coperto con pioviggini
25
Nuvoloso
26
Sereno
27
Maccaja
29
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 31 anno IX
28
Nuvoloso al mattino, pioggia nel primo pomeriggio su tutta la regione. Rovesci anche intensi in
serata con accumuli, nel Genovese, intorno ai 70/80 mm.
29
Coperto piogge con rovesci nella primissima mattinata in particolare sul centro regione
(IMM_3)
I rovesci si ripetono durante la mattina e, in particolare nel pomeriggio, sul centro-levante.
Altri rovesci in serata con accumuli giornalieri sul centro superiori ai 100/140 mm.
IMM 3: Dati di pioggia cumulati su 24 hr
Fonte: Meteoliguria.it
30
Giornata da ricordare per il vento forte da sud-ovest e per le mareggiate che hanno creato non
pochi problemi temporali in serata con rovesci in trasferimento dal ponente a levante.
31
Temporali al mattino su tutta la regione con rovesci di pioggia. Altri rovesci nel pomeriggiosera.
Novembre
1
Novembre si apre con una bella e limpida giornata.
2
Piogge al mattino sul ponente. Poi temporale serale e nella notte successiva. (IMM_4)
30
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 31 anno IX
IMM 4: Immagine del radar meteorologico svizzero
Fonte: MeteoSwiss
3
Temporale nelle prime ora della giornata con rovesci di pioggia e grandine con intensità fino a
60 mm/h. Altri rovesci di pioggia nel primo pomeriggio.
4
Altro temporale in mattinata sul centro-ponente, altre piogge sullo spezzino. (IMM_5)
Pioggia che continua anche nel pomeriggio con accumuli, a fine giornata, tra i 40/ 80
uniformemente distribuiti su tutta la regione. (IMM_6).
IMM 5: Immagine all'infrarosso del meteosat 9
Fonte: www.met.fu-berlin.de
31
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 31 anno IX
IMM 6: Dati di pioggia cumulati su 24 hr
Fonte: Meteoliguria.it
5
Rovesci di pioggia sullo spezzino in mattinata. Altri rovesci sul centro e anche sull’estremo
ponente nel pomeriggio per un temporale marittimo. Altro temporale sul centro-ponente, in
serata, con rovesci di pioggia e grandine. Allagamenti nel ponente genovese.
6
Nuvoloso al mattino, temporale serale sul centro-levante.
7
Coperto
8
Pioggia al mattino nell’entroterra del centro-levante, altrove poco nuvoloso. Brevi rovesci serali
sul centro.
9
Nuvoloso
10
Coperto deboli piogge
11
Piogge nella primissima mattinata sul centro. Poi rovesci in serata.
Maccaja: termine dialettale ligure-genovese, stratocumulo a bassa quota (600-1200m)
causato normalmente da una inversione termica provocata dalla temperatura del mare più
bassa di quella dell'aria. Sotto lo stratocumulo il tempo è umido e uggioso e si accumula
inquinamento e smog, sopra il cielo è sereno e l'aria limpida.
Tempo maccajoso: quando il fenomeno della maccaja si prolunga per lungo tempo.
32
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 31 anno IX
Rivista Ligure di Meteorologia
n° 29-30 anno VII
CRONACA METEO SUD AMERICA
A cura di: Gustavo Pittaluga
La primavera in Sudamerica, emisfero australe
(Settembre, Ottobre e Novembre 2008)
Le condizioni dell'Enso riportate si trovano entro valori normali. Le alte temperature a
novembre e la mancanza di piogge durante i tre mesi contraddistinguono questa stagione.
Mappe delle anomalie delle temperature
Settembre 2008
Fonte: Iri (USA)
Ottobre 2008
Anomalie delle temperature
(°C)
Novembre 2008
Anomalie delle temperature:
rispetto al periodo 1961 - 1990
33
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 31 anno IX
Mappe dei percentili delle temperature
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Percentili: sotto il ventesimo (colorati in azzurro) e sopra l’ ottantesimo percentile (colorati in
rosso)
Fonte: Iri (USA)
Mappe delle anomalie delle precipitazioni
Settembre 2007
Ottobre 2008
Fonte: Iri (USA)
Anomalie precipitazioni (mm)
Novembre 2008
Anomalie delle precipitazioni:
rispetto al periodo 1979 - 1995
34
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 31 anno IX
Mappe dei percentili delle precipitazioni
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Percentili: sotto il ventesimo(colorati in marrone) e sopra l’ ottantesimo percentile (colorati in verde)
Fonte: Iri (USA)
Bilancio climatico per settembre 2008
Nel nord del continente si verificano scarti positivi e significativi delle temperature (nord del
Perù, Ecuador, Venezuela, Colombia e nord del Brasile; anche nel sud del Cile e
dell'Argentina). Gli scarti negativi non hanno significanza statistica.
Le precipitazioni sono, nei confronti della media, scarse sulla zona centrale e ai limiti nord e
sud del continente, dove gli scarti negativi posso essere significativi (percentili più bassi).
Bilancio climatico per ottobre 2008
Gli scarti di temperatura positivi si ripetono come nel mese di settembre. Tuttavia i valori più
significativi si verificano nel nord (Colombia, Venezuela, parte del nord del Brasile).
Le piogge: ci sono scarti negativi con percentili più bassi nel Venezuela, nordest del Brasile e
sud dell'Argentina. Precipitazioni più abbondanti - con percentili più alti - verso il sud del
Paraguay e zone limitrofe.
Bilancio climatico per novembre 2008
Praticamente su tutto il continente ci sono scarti positivi delle temperature, significativi dal
punto di vista statistico - percentili più alti - (vedere tavola 1).
OMM NO.
Stazione meteo
Paese
80415
CARACAS/MAIQUETIA AE
VENEZUELA
82191
BELEM
BRASILE
82571
BARRA DO CORDA
BRASILE
82678
FLORIANO
BRASILE
83377
BRASILIA
BRASILE
83997
ST.VITORIA DO PALMAR
BRASILE
84735
JULIACA
PERU
86560
COLONIA
URUGUAY
87750
BAHIA BLANCA AERO
ARGENTINA
87791
VIEDMA AERO
ARGENTINA
TEMP. : temperatura media (C)
ANOM. : Scarto temperatura (C)
ANOM* : Scarto temperatura normalizato
TEMP.(C)
27.7
27.8
29.5
29.8
23.6
20.6
14.3
23.7
22.4
20.8
ANOM.(C)
1.0
1.1
2.2
1.9
2.4
2.3
2.2
4.3
4.0
3.3
ANOM*
2.0
2.7
2.4
1.9
3.4
2.8
2.4
4.7
3.0
2.5
Tavola 1 - Valori mensili delle temperature, novembre 2008 (Notare le alte temperature)
35
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 31 anno IX
Le precipitazioni in media sono normali con scarti negativi nel centro dell'Argentina e Uruguay
ed anche su una piccola parte del nord del Brasile. Dal punto di vista statistico questi valori
sono significativi.
Contemporaneamente rilevanti valori di precipitazione si presentano in particolare sulla
Patagonia, nord del Cile e sudest del Brasile.
Eventi più significativi e situazioni tipiche della primavera in
Sudamerica
Settembre 2008 - Argentina, Santa Fe e Santiago del Estero: importante siccità.
La provincia argentina di Santa
Fe ha avuto il 70% della
superficie
in
stato
di
emergenza. Secondo i mass
media sarebbe la peggiore
siccità degli ultimi 100 anni.
500.000 capi
di
bestiame
sarebbero morti a causa dalla
mancanza
di
acqua.
La
percentuale degli animali morti
varia a seconda della zona, si
ritiene tra il 15 e 20%.
Foto 1 - fiume secco sulla zona di siccità
8 settembre - Cile, inondazioni.
Forti piogge e inondazioni
hanno colpito Maule, Bio Bio, La
Araucania, Los Lagos e Los Rios
(vedere mappa). Ci sarebbero
state almeno 27000 persone
senza casa e 4 morti.
Figura 1 - mappa zona inondazione
36
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 31 anno IX
20 -23 novembre - Venezuela, inondazione
Verso la fine di novembre gravi inondazioni colpiscono le popolazioni costiere del nord del
Venezuela, causando 9 morti e cento persone rimangono senza casa.
Danneggiati coltivi e abitazioni.
25 novembre - Sud del Brasile: grave inondazione
50 morti, 22.000 senza casa e 160.000 case senza elettricità. Secondo il governatore è il
peggior disastro ambientale di Santa Catarina.
A Florianopolis sono caduti 535,8 mm di pioggia, cioè tre volte il valore normale. Secondo
pareri scientifici queste piogge intense sarebbero riconducibili alla deforestazione e al
cambiamento climatico.
Fonti:
clarin.com.ar, noaa.gov, bbc.uk e le citate nei grafici e mappe
37
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 31 anno IX
Rivista Ligure di Meteorologia
n° 31 anno IX - marzo 2009
Meteorologia d’altri tempi
di Roberto Pedemonte
Introduzione
In questa seconda parte vengono illustrati quali furono gli osservatori e i direttori
dell’Osservatorio, la strumentazione e il tipo e le cadenze delle osservazioni eseguite nell’arco
dei primi cinquanta anni di vita.
Da Pietro Maria Garibaldi, Osservatorio della R. Università di Genova – Climatologia di Genova
desunta dai decenni meteorologici 1833-42 e 1871-80, Tipografia del R. Istituto Sordo-Muti,
Genova, 1884
L’osservatorio della
Regia Università di Genova
Dal primo decennio di queste osservazioni noi
abbiamo dedotte quelle poche cose (1) che ci venne
fatto di raccogliere sulla nostra locale meteorologia.
Tutto quanto precede si riferisce all’antico
Osservatorio e alle condizioni nelle quali si trovava
all’epoca del suo impianto fino al 1863 anno in cui
lo scrivente ne assunse la direzione la quale, come si
disse, è affidata al Prof. Di Fisica dell’Università.
Questo uffizio – partendo dall’impianto – fu
sostenuto dal Rev. Cav. Giacomo Garibaldi fino al
1844; dal Rev. Cav. Michele Alberto Bancalari delle
Scuole Pie fino al 1862, d’allora in poi dallo
scrivente.
Figura 1 - Barometro
Fortin
Gli Osservatori furono: il primo il sullodato Sig.
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 31 anno IX
Giacinto Grillo prof. di idraulica nella R. Università che coadiuvò
efficacemente il Rev. Prof. Garibaldi nell’instaurazione dell’Osservatorio,
poi il Sig. Nicolò Fasiani prof. di analisi algebrica nella Università,
attualmente disimpegna quest’uffizio il diligentissimo Prof. Ing. Francesco
Porrata.
Quando in questi ultimi anni la meteorologia, per opera di scienziati ed
efficace concorso governativo, prese novello e più razionale indirizzo e
coordinamento, si sentì la necessità di migliorare le condizioni
dell’Osservatorio fornendolo di nuovi e più perfezionati strumenti, collocati
in migliore e più comoda sede.
Per generoso concorso del Consorzio Universitario lo scrivente potè por
mano alla costruzione di un nuovo Osservatorio innalzandolo precisamente
sul terrazzo soprastante alla galleria di cui si parlò più sopra. (2).
Il nuovo edifizio consta di due sale e di un terrazzo scoperto. Nella prima
sala è collocato un barometro Fortin tipo, gran modello, il cui nonio misura
il cinquantesimo di millimetro: l’origine della scala è alta sul mare medio
metri 54,01.
Questo barometro è stato confrontato con quello della stazione centrale
italiana al Collegio Romano come tutti gli altri della rete italiana e
internazionale
Accanto a questo barometro ve ne sono altri destinati ad osservazioni di
confronto e altri usi diversi.
In questa stanza sono collocati vari cannocchiali uno
dei quali di Lerebours di mm. 132 di apertura e 2 metri
di distanza focale.
Figura 2 - Noel-Jean
Lerebours (1762-1840)
In questa sala oltre a varj strumenti di meteorologia,
sono custodite piccole bottiglie contenenti esemplari di
polvere del deserto africano che più volte, durante ogni
anno, i venti del SE trasportano a noi e spingono a
stazioni anche più a Nord.
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 31 anno IX
Queste polveri sono state confrontate con quelle raccolte in altri osservatorj
e negli annali dell’uffizio centrale del Collegio Romano furon illustrate
fisicamente, chimicamente e col microscopio.
In genere si può ritenere che son composte, come dicevamo nel resoconto
dell’anno 1872, di depositi che hanno tutti, presso a poco, il medesimo
aspetto e la medesima composizione chimica immediata.
Essi sono formati di polviscolo più o meno sottile di natura minerale,
composto di un infinito numero di scaglie informi, trasparenti, gialliccie
framiste ad avanzi organici di natura vegetale. Quelli raccolti nel 1841 e nel
1870 hanno quasi il medesimo aspetto, la sabbia del 1873 è molto più sottile
e più ricca di avanzi organici, quella del 1872 è più grossolana di tutte e
contiene la maggior quantità di materie organiche.
Per ciò che riguarda la natura chimica di questi pulviscoli essi sono in gran
parte formati di silicati, cloruri, solfati e carbonati di calce, magnesia ed
allumina; contengono una discreta quantità di ferro, ed una quantità molto
variabile di detriti organici. Insomma questi pulviscoli – qualunque sia
l’epoca e la località in cui sono raccolti – presentano presso a poco i
medesimi caratteri organolettici fisici e chimici; sono sempre portati dai vari
venti di SE di guisa che non havvi più dubbio sulla loro origine e
provenienza.
Nella sala superiore, cui si accede per una scala a
chiocciola, è collocata la stanza che ha la finestra
meteorologica propriamente detta rivolta al vero nord e
sulla quale sono disposti termometri tipo e diversi altri,
alcuni di essi a massimo e minimo, tutti debitamente e
periodicamente riconosciuti e verificati; il psicrometro
ordinario a due termometri asciutto e bagnato, e
l’evaporimetro.
Il pluviometro è alto 57m,86 sul mare ed ha 0m,76 di
diam.
Figura 3 - Psicrometro
Seconda metà XIX sec
Fonte: IMSS
All’antico anemoscopio a banderuola fu sostituto un
anemometrografo il quale automaticamente registra
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 31 anno IX
l’intensità e la direzione del vento. E’ alto sul mare metri 59,04. e funziona
regolarmente dal 1874.
Alle osservazioni antiche se ne aggiunsero altre così per uso della
meteorologia locale come per il servizio della meteorologia nazionale ed
internazionale di cui l’Osservatorio fa parte come stazione centrale della
provincia di Genova.
Le osservazioni, divise in sei gruppi, sono le seguenti:
Quelle del primo gruppo si fanno alle sette del mattino da Aprile a Settembre
e alle otto, sempre di mattino, negli altri mesi dell’anno per la spedizione del
telegramma cifrato alla stazione meteorologica centrale di Roma.
Le osservazioni del 2.°, 3.°, 4.°, 5.° gruppo sono fatte tutti i giorni alle 9
del mattino, 12 meridiane, 3 e 9 di sera: queste servono all’illustrazione della
meteorologia locale e sono spedite ogni decade all’uffizio Centrale suddetto.
e osservazioni del 6.° gruppo si fanno a 0h,44m in relazione
coll’Osservatorio di Washington.
Oltre a queste osservazioni, ad ora fissa, si fanno anche quelle per il servizio
dei temporali che, per la provincia di Genova, fa capo al nostro Osservatorio,
il quale, a sua volta, è legato a quello di Roma che compendia e discute il
servizio di tutta l’Italia.
In complesso si fanno 107 osservazioni al giorno colle relative correzioni,
riduzioni, registrazioni, invii telegrafici e postali e ricambi con molte
stazioni nazionali ed internazionali.
Le osservazioni continuano senza interruzione ormai da mezzo secolo,
tranne alcuni giorni di epidemia e formano, nel loro insieme una raccolta di
50 volumi tanti quanti sono gli anni che si contano dalla instaurazione
dell’Osservatorio.
(1) Vedi Guida di Genova sudetta: notizie meteorologiche.
(2) Nella stanza dell’Osservatorio antico furono lasciati alcuni
strumenti di meteorologia per continuare le osservazioni allo scopo di
riconoscere e se quali cangiamenti avvenissero per il nuovo
collocamento. L’esperienza ha dimostrato che variarono alquanto i
valori assoluti specialmente termometrici, ma le curve normali sono
identiche. Le osservazioni di confronto continuano sempre.
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