Il fiume
Elementi importanti di un corso d’acqua sono:
La lunghezza, ovvero la distanza sorgente-foce.
I fiumi più lunghi sono il Rio delle Amazzoni/Ucayali, il Nilo/Kagera che si
“contendono” il primo posto (comunque oltre 6400 km) per la difficoltà di stabilire
l’effettiva lunghezza del “più lungo” degli affluenti, e il Mississipi/Missouri, che
superano i 6000 km. In Asia il Fiume Azzurro supera i 6000 km, ma anche il fiume
Giallo e i grandi fiumi siberiani Jenisei e Ob superano i 5000.
In Europa il Volga supera i 3500 km mentre in Italia il Po supera i 600 km.
Il Livenza ha una lunghezza di circa 110 km ma il suo affluente maggiore, il
Cellina/Meduna, in realtà è più lungo: dalle sorgenti in Val Cellina a Caorle la
lunghezza è circa di 180 km
Il bacino imbrifero o idrografico è la zona di territorio, compresa tra due linee
“spartiacque” di solito rappresentate nel corso superiore da due catene montuose, le
cui acque di precipitazioni vanno al fiume.
Il Rio delle Amazzoni ha il bacino più vasto (pari a oltre mezza Europa..) mentre il
Livenza in realtà si “prende”parte delle acque delle sorgenti principali (Santissima e
Gorgazzo) dal “bacino” del Piave, ovvero parte delle acque del lago di S. Crocee del
Cansiglio vi arrivano attraverso la porosità delle rocce delle montagne che li
separano.
Inoltre anche il bacino del Cellina è di “fresca” acquisizione in
quanto fino a pochi secoli fa i due fiumi scorrevano e sfociavano
autonomamente poi, lentamente, il Cellina, più ricco di detriti,
prima si immetteva nel Livenza solo nei periodi di piena poi, dopo
aver colmato (di ghiaie e sabbie) il suo letto primario, ha
definitivamente “scelto” la configurazione attuale.
Ricordiamo che fino a poche centinaia di anni fa tutta la zona tra
l’alta pianura locale (tra Pordenone e Treviso) e il mare era un intreccio di terre emerse e sommerse
che diveniva una enorme laguna durante le piene, ed era difficile dire dove sfociasse un fiume o un
altro…
La portata è la quantità di acqua che passa attraverso una sezione trasversale ( in mc/sec).
Il Rio delle Amazzoni (oltre 150000 mc/sec) e il Congo (oggi Zaire, con oltre 40000 mc/sec hanno
la portata massima mentre il Nilo, che riceve acqua solo nelle sue
zone sorgentifere equatoriali e solo durante la stagione delle
piogge, ha una portata media circa doppia di quella del Po
(Eridano).
La portata massima (piena) o minima (magra ma addirittura secca..)
è influenzata dalle precipitazioni, la cui quantità, tipo (neve o
pioggia) e periodo di fatto determinano il regime.
Il Livenza fa ancora storia a sé, in quanto circa un quarto delle sue
acque deriva dalle sorgenti principali di tipo carsico mentre il resto proviene dagli affluenti: il che
significa che le acque che scorrono a Sacile sono poco influenzate dalle piogge di “ieri” ma molto
di più dallo scioglimento delle nevi invernali che, facendo entrare l’acqua nei “pori” delle montagne
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sovrastanti le sorgenti le “caricano” come delle spugne che poi la fanno uscire lentamente nei mesi
successivi rendendo così la sua portata relativamente costante
Il regime è l’andamento annuale della portata: in Italia i fiumi del Nord hanno generalmente un
regime “alpino” costante, ovvero hanno (meglio dire avevano..) acqua anche nel periodo estivo per
lo scioglimento delle nevi mentre avevano magre invernali.
I fiumi del Sud hanno invece massime invernali (periodo delle piogge) e minimi estivi che spesso
arrivano alla secca assoluta (tipiche le “fiumare” calabresi, fiumi corti, a regime torrentizio, con
portate che vanno rapidamente dal massimo al minimo in relazione alla precipitazione).
Il regime appenninico è una via di mezzo, con buone portate in Inverno, Primavera e Autunno e
magre estive.
Particolari sono gli uadi, corsi d’acqua delle zone semidesertiche
dell’Arabia e del NordAfrica, che si riempiono d’acqua rapidamente
durante le brevi e intense piogge e rimangono con gli alvei secchi
durante gran parte dell’anno.
Il corso superiore, medio, inferiore.
Normalmente un fiume nasce nelle zone montagnose come unione di decine di torrenti (corso
superiore) che quando sono in piena trasportano una grande quantità di rocce (che si staccano dalle
pareti sovrastanti (per criostatismo, vedi oltre): le rocce trasportate urtano tra loro e con le pareti
laterali frantumandosi in pezzi sempre più piccoli e levigati (ghiaie, sabbie, limo..).
Quando il fiume, ancora torrente, sbocca in pianura (corso medio e inferiore) la sua velocità
diminuisce e lentamente i detriti più grossi (le ghiaie) si depositano creando le pianure “alluvionali
(noi ci siamo sopra..): via via depositano poi le sabbie e il limo (fango argilloso): (corso inferiore).
Alla foce arrivano solo le sabbie più fini e il limo che poi vanno a formare le spiagge.
Normalmente nel corso
inferiore il percorso del
fiume è sinuoso, creando
curve denominate meandri (il
Livenza ne è ricco)
(dall’omonimo fiume della
Turchia) mentre alla foce se
il mare è con escursione di
marea ridotte (cioè alte maree
minime..) e i detriti sabbiosi e limosi abbondanti si forma il
delta (con grandi cordoni litorali sabbiosi, vedi) mentre nelle
coste oceaniche la grande escursione di marea normalmente
crea degli estuari, foci a imbuto larghe e profonde, adatte alla creazione di porti.
Nel Mediterraneo il Po, l’Ebro (SP), il Rodano (FR) e soprattutto il Nilo hanno un delta mentre nei
fiumi che sboccano negli Oceani solo i più grandi e ricchi di detriti (Amazzoni, Reno, Fiume Giallo,
Gange-Brahmaputra, Mekong,….) hanno enormi delta mentre gli altri hanno grandi estuari.
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