chirurgia ambulatoriale delle emorroidi

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CHIRURGIA AMBULATORIALE
DELLE EMORROIDI
Un moderno trattamento della patologia
emorroidaria, con riduzione della degenza,
dei sintomi dolorosi e del tempo di recupero
Dr. Riccardo Annibali
LE EMORROIDI
Un problema diffuso: Ne soffre una persona su quattro e più della metà delle persone che
hanno superato i 50 anni. Il disturbo è però frequente anche nelle età' più giovani, in parte legato ad
una predisposizione familiare, in parte dovuto al tenore di vita stressante e sedentario imposto dalla
civiltà' moderna e a un'alimentazione non corretta.
Cosa sono: sono cuscinetti costituiti da "gomitoli" di piccoli vasellini arteriosi e venosi, in cui
l'afflusso e l'efflusso di sangue sono regolati da apposite "valvole". Si parla e di "malattia
emorroidaria" quando questi cuscinetti sono abnormemente dilatati e causano dei sintomi.
Raramente le emorroidi sono una manifestazione secondaria di più gravi malattie (epatopatie
croniche, ipertensione portale, infiammazioni e tumori della regione pelvica, neoplasie della
prostata e dell'ovaio).
Come si classificano: si dividono in interne ed esterne, ma sono frequenti le forme miste, in cui
entrambe le condizioni coesistono. Possono anche essere classificate secondo 4 diversi gradi: 1˚
grado: le emorroidi possono protrudere, ma non sono prolassate; 2˚ grado: presentano un prolasso
intermittente, con riduzione spontanea al termine dello sforzo; 3˚ grado: il prolasso deve essere
ridotto manualmente dal paziente; 4˚ grado: il prolasso è irriducibile.
Come si manifestano: con sintomi come sanguinamento, dolore o bruciore anale, prurito,
perdite di muco e irritazione anale; l’emorragia massiva, il prolasso emorroidario e la tromboflebite
sono possibili complicanze.
QUALE TERAPIA ?
Per la cura delle emorroidi esistono diversi rimedi, che possono essere
(parachirurgici) o propriamente chirurgici.
ambulatoriali
Metodi ambulatoriali (eseguibili in Static)
Nei casi più lievi (1˚ e 2˚ grado), dopo la caduta in disuso e il progressivo abbandono della
crioterapia,
è possibile oggi ottenere ottimi risultati con la legatura elastica, con la
fotocoagulazione mediante raggi infrarossi o laser e con la terapia sclerosante. La scelta tra le varie
metodiche, tutte ugualmente valide, dipende dal tipo di emorroidi da trattare e dalla quantità di
tessuto che si desidera rimuovere, oltre che dalla esperienza dell’operatore.
Terapia chirurgica
Nei casi più avanzati ( 3˚ e 4˚ grado) i rimedi ambulatoriali non sono altrettanto efficaci, ed e'
necessario il ricorso ad un vero e proprio intervento chirurgico radicale. Fino a non molto tempo fa,
questo significava un ricovero medio di circa 4-5 giorni, l'astensione dall’attività' lavorativa per
circa un mese, e... proverbiali gravi sofferenze dovute al dolore nel periodo postoperatorio! I
progressi compiuti dalla chirurgia mini-invasiva hanno coinvolto anche questo campo, consentendo
oggi di eseguire una emorroidectomia completa e radicale in regime di day-hospital. Il paziente può
eseguire i controlli preoperatori il giorno stesso dell'intervento e tornare a casa dopo poche ore. La
maggior parte dei pazienti è in grado di riprendere le normali attività lavorative dopo pochi giorni.
EMORROIDECTOMIA CON TECNICA "CHIUSA"
La tecnica è quella messa a punto alla prestigiosa Mayo Clinic negli Stati Uniti: l'intervento
può essere eseguito completamente in anestesia locale, grazie a particolari accorgimenti che
consentono di minimizzare i fastidi causati al paziente dalle iniezioni e mirano a prolungare l'effetto
antidolorifico per alcune ore nel periodo postoperatorio. I gavoccioli non vengono bruciati né legati
con fili (spesso tra le maggiori cause del dolore), ma vengono asportati completamente, estendendo
la resezione all'interno del canale anale oltre i limiti imposti dalla tecnica tradizionale grazie
all'impiego di particolari divaricatori. Questo è anche garanzia di maggiore radicalità nella cura
della malattia: viene eliminato il problema delle recidive emorroidarie, spesso osservato dopo
intervento eseguito con la tecnica tradizionale (circa 15-20%). Infine, le ferite vengono
completamente suturate, per non dimettere il paziente con dolorose e fastidiose lesioni aperte che
possono creare un notevole disagio. In questo modo non è più necessario introdurre alcun tampone
nel canale anale al termine dell'intervento. I punti di sutura vengono riassorbiti spontaneamente e le
ferite guariscono in un periodo di circa 10 giorni. Oggi l’intervento può anche essere eseguito
utilizzando una apposita "cucitrice" meccanica, che chiude le ferite nel momento stesso
dell'asportazione delle emorroidi, eliminando le perdite di sangue e riducendo ulteriormente il
dolore.