IN PRATICA La menopausa precoce Se la fertilità vola via non è detto che sia per sempre Grazie ai progressi nelle terapie oncologiche, ma anche in quelle di sostegno e ripristino della fertilità, un tumore in giovane età non significa per forza menopausa. E anche quando accade, gli esperti possono dare una mano a cura di AGNESE CODIGNOLA a menopausa indotta dalle cure è, nel sentire comune, un effetto collaterale ineluttabile ma di gravità relativa rispetto a ciò che si deve combattere: un tumore. In realtà, quando insorge precocemente può essere molto di più: un problema psicologico e fisico le cui conseguenze si ripercuotono sull’intero corso della malattia. Perché quando una donna giovane si trova ad affrontare il cancro ciò che viene messo in discussione, oltre al suo stato di salute, è la sua identità, l’idea che ha di se stessa e del suo futuro, le sue relazioni affettive. Per questo la menopausa precoce non va sottovalutata, e per questo va ricordato che la scienza oggi riesce a offrire diverse soluzioni e aiuti e comunque a porre la donna di fronte a scelte che L segnano un percorso non codificato a priori, ma sempre dipendente dal singolo caso. Per capire meglio di che cosa si parla quando si parla di menopausa collegata a un tumore, Fondamentale ha chiesto lumi a uno dei massimi esperti italiani dell’argomento, a capo di uno dei pochi team che lavora specificamente con le pazienti più giovani: Fedro Peccatori, responsabile del Progetto fertilità e gravidanza in oncologia e direttore dell’Unità trapianto allogenico dell’Istituto europeo di oncologia di Milano (IEO), da anni in prima linea nella cura e nell’assistenza delle malate under 50. QUESTIONE DI FARMACI "La menopausa precoce insorge in due tipi di situazione” spiega Peccatori. “La prima, più rara, quando le ovaie vengono asportate perché malate. La seconda, molto 10 | FONDAMENTALE | APRILE 2011 più frequente, legata alla somministrazione di chemioterapici o all’irradiazione delle ovaie. Non tutti i farmaci sono però uguali: gli alchilanti come la ciclofosfamide o il melfalan inducono una menopausa precoce in una percentuale elevata di casi, mentre alcuni farmaci biologici come gli anticorpi monoclonali (tipo il trastuzumab o l’herceptin), utilizzati per le donne con un tumore mammario che esprime HER2, non hanno questo tipo di effetto collaterale, né lo hanno alcuni modulatori dell’assetto endocrino femminile; altri, come gli analoghi dell’LHRH utilizzati in donne giovani con tumori della mammella sensibili agli estrogeni, inducono una menopausa reversibile nella maggior parte dei casi. La menopausa precoce, quindi, non è una conseguenza certa delle cure. Ogni volta che è possibile, in base alle caratteristiche del singolo tumore, si scelgono farmaci che non hanno effetto sulla fertilità, altrimenti si ricorre ad altri strumenti per contrastare gli effetti più negativi della menopausa precoce". Ecco dunque una prima distinzione da tenere a mente: esistono farmaci che non inducono la menopausa, che L’ARTICOLO IN BREVE... n tumore sotto i 50 anni, per una donna spesso significa l’inizio della menopausa, indipendentemente dall’età. Oggi però non è un destino inevitabile, poiché molti farmaci non impediscono la comparsa del ciclo o lo fermano solo per un breve periodo. Anche quando la menopausa è inevitabile, è possibile mettere in atto strategie per garantire una futura gravidanza. Col supporto di un medico specializzato e di uno psiconcologo è poi possibile affrontare serenamente tutti i disturbi associati alla perdita della produzione di estrogeni. U In questo articolo: menopausa fertilità psiconcologia quindi non è un fenomeno scontato legato alle cure oncologiche. La domanda allora è: una volta che si è manifestata, è in qualche modo reversibile? Ed ecco la seconda sorpresa. Come spiega Peccatori, "talvolta il ciclo mestruale ritorna anche dopo molti mesi di amenorrea, cioè di assenza del ciclo. Dipende da diversi fattori, e il più importante è certamente l’età della paziente. È un fenomeno probabilistico sul quale noi stessi, a oggi, possiamo azzardare solo delle stime. Mi spiego: se la menopausa insorge in una donna che per età e per condizioni fisiche si stava già avvicinando alla menopausa fisiologica, diciamo intorno ai 45 anni, la probabilità che possa essere reversibile è molto bassa. Tuttavia, se la paziente è giovane non è raro che l’amenorrea sia solo temporanea e che il ciclo mestruale possa ritornare e, con esso, la fertilità e tutti i vantaggi derivanti dalla produzione di estrogeni". Quando una donna giovane si trova a fare una scelta inerente alle cure, deve quindi sapere che non sempre la sua possibilità di procreare è compromessa in modo definitivo. Se questo si verifica, bisogna prendersi carico degli effetti a breve e a lungo termine di una menopausa anticipata. I SINTOMI, LE CONSEGUENZE E I RIMEDI La menopausa precoce non comporta soltanto un trauma psicologico, di cui comunque ci si deve occupare. Il calo drastico della produzione di ormoni, in questi casi, ha conseguenze anche fisiche che vanno tenute d’occhio e, per quanto possibile, contrastate. Spiega Peccatori: "Innanzitutto va ricordato che in queste donne il naturale processo di perdita di funzionalità ovarica, che normalmente impiega alcuni anni e dà tempo alla donna di abituarsi e di imparare a gestire il disagio, si verifica velocemente, nell’arco di pochi mesi. Le pazienti, che magari sono già provate dalle chemioterapie, devono anche fare i conti con le vampate di calore, la secchezza vaginale, gli effetti sul metabolismo dei grassi, degli zuccheri e dell’osso, l’insonnia e così via. Tutto ciò ha almeno due tipi di conseguenze: peggiora sensibilmente la qualità della vita, già messa a dura prova, e può indurre alcune di loro a interrompere le cure, in particolare quelle ormonali (che in genere si consigliano per tre-cinque anni), con un possibile aumento del rischio di recidiva. Ecco perché non bisogna mai trascurare i sintomi più acuti, che di solito non possono essere curati con terapie ormonali perché questo aumenterebbe il rischio oncologico, ma che possono essere contrastati con la dieta (vedi il riquadro a pagina 12), l’esercizio fisico e, talvolta, con un uso accorto di antidepressivi (quando gli effetti sull’umore sono particolarmente evidenti). Oltre a ciò, se una donna inizia ad avere alterazioni metaboliche o osteoporosi prima dei quarant’anni, bisogna cercare di limitare il più possibile i danni”. Per esempio, ricorda l’oncologo, bisogna proteggere le ossa con calcio, vitamina D e anche bisfosfonati (farmaci antiosteoporotici) se necessario, e poi cercare di controllare i livelli di grassi e zuccheri nel sangue intervenendo con la dieta, ma anche farmacologicamente se non si può fare altrimenti. L’AIUTO PSICOLOGICO Se già la menopausa di per sé rappresenta un momento molto delicato nella vita di una donna, per una ragazza giovane il suo avvento improvviso può essere devastante, perché preclude la futura procreazione e modifica alla radice quella che fino ad allora la paziente aveva immaginato sarebbe stata la propria vita. Per questo le conseguenze psicologiche non vanno mai sottovalutate, sottolinea Peccatori: "Come è stato ormai dimostrato da tempo, l’umore è fondamentale per riuscire ad affrontare al meglio le malattie oncologiche. La depressione e l’ansia non sono quindi solo disturbi che peggiorano la qualità della vita, ma posso- Oltre agli aspetti organici bisogna occuparsi anche della psiche APRILE 2011 | FONDAMENTALE | 11 IN PRATICA PER CHI NON PUÒ ASSUMERE SUPPLEMENTI ORMONALI LA SOLUZIONE POTREBBE NASCERE DAI CIBI L’AIUTO È IN TAVOLA opo anni di risultati contrastanti, la soia sembra uscire vincitrice: la sua assunzione in menopausa o nel periodo che la precede non pare collegata a un aumento del rischio di sviluppare alcuni tumori sensibili agli ormoni, in primo luogo quelli mammari. Al contrario, potrebbe diminuire tale rischio. Lo sostengono alcuni studi recenti e, in particolare, uno pubblicato sul Canadian Medical Association Journal, nel quale 500 donne cinesi ex malate di cancro al seno sono state seguite per cinque anni. Alla fine è risultato che il rischio di recidiva era diminuito del 33 per cento in chi ne assumeva di più rispetto a chi ne assumeva di meno. La soia viene consigliata perché contiene alti livelli di isoflavoni, molecole che hanno una struttura simile a quella degli estrogeni, che ne mimano l’attività, riducendo, per esempio, le vampate dovute al calo di quelli naturali. Secondo gli autori, non bisogna rinunciare alle altre verdure: basta assumere l’equivalente di un bicchiere e mezzo di latte di soia al giorno per avere un effetto positivo. D no avere un impatto sulla storia della malattia. Per questo noi mettiamo sempre a disposizione di chi lo desidera anche un aiuto psicologico che, inserito in un’ottica di presa in carico globale della donna, la aiuti anche nei momenti più difficili e in quelli delle scelte. Per esempio, quando la menopausa è irreversibile, lo psiconcologo può dare una grossa mano alla progettualità della ragazza, aiutandola a pensare ad altre strade per diventare genitore (per esempio con l’adozione) o ad accettare il fatto di non avere figli. In certi casi è importante un sostegno alla famiglia o alla coppia, che non sempre ha in sé la forza necessaria. Non bisogna mai avere timore o vergogna, perché spesso solo uno specialista può fornire la chiave per trovare in sé quell’energia che è sempre presente, ma che talvolta è rinchiusa in qualche meandro della psiche". teoria non potrebbero sottoporsi a stimolazioni ormonali perché queste potrebbero favorire la crescita tumorale o le recidive. Tuttavia i dati raccolti negli ultimi anni sono tranquillizzanti: le brevi stimolazioni ormonali fatte per indurre l’ovulazione non sembrano avere conseguenze rilevanti sulla prognosi, e comunque oggi è possibile prelevare gli ovociti anche senza stimolazione e farli maturare in vitro, anche se la tecnica rimane sperimentale. Quando poi si vuole favorire l’annidamento dell’embrione e accompagnare i primi mesi di gestazione con una supplementazione ormonale, il discorso non cambia: il rischio non aumenta così come non aumenta per la gravidanza in sé. Anzi, in alcuni studi sembra esercitare un effetto vantaggioso sulla prognosi, per esempio per le pazienti con un pregresso tumore della mammella. "La gravidanza" conclude Peccatori "può rappresentare la vera svolta per una donna giovane che abbia superato un tumore, perché le garantisce uno sguardo sul futuro. La menopausa può essere più difficile da accettare, ma anche con essa si può convivere e nonostante essa si possono avere figli naturali (come dimostrano recenti fatti di cronaca) o meno. Tutto ciò ancora una volta dimostra che il tumore non necessariamente stravolge la vita. A patto che si chieda aiuto alle persone giuste e si continui ad avere speranza nella ricerca e nelle cure ". L’importante è mantenere uno sguardo vivo sul futuro COME BATTERLA SUL TEMPO L’effetto più vistoso della menopausa, per una donna giovane, resta la perdita della fertilità. Ancora una volta, tuttavia, non sempre ogni possibilità di diventare madre è preclusa a chi ha superato il tumore. Spiega ancora Peccatori: "Grazie alle moderne tecniche di congelamento degli ovociti, in cui l’Italia eccelle, oggi è possibile, prima delle cure, congelare i propri ovociti per poi tentare la strada della fecondazione assistita". Alcune donne – spiega ancora l’esperto – in