Dentisti: cresce la sindrome da poltrona vuota

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GENTE VENETA | Venezia e isole
Lunedi, 18 Aprile 2005
Dentisti: cresce la sindrome da poltrona vuota
Neppure i dentisti possono più dormire sonni tranquilli. Se fino a qualche tempo fa la loro era
considerata una delle professioni più sicure e più quotate, oggi tira aria di crisi ed il soldo non lo
si fa più così facilmente. Sarà un po' per la paura che in generale suscitano il trapano e gli altri
attrezzi del mestiere, sarà che gli italiani non hanno l'abitudine di fare prevenzione, o sarà
soprattutto per il costo dei trattamenti, ma i dentisti soffrono della "sindrome da poltrona vuota".
Ci si va poco insomma, soltanto in caso di fastidi o dolori veri e propri quando invece, a detta
dei professionisti, una persona con una sana dentatura dovrebbe controllarsi ogni sei mesi per
prevenire il peggio. «L'immagine di opulenza è un retaggio del passato, il paziente dei nostri
giorni ci pensa su tre o quattro volte prima di farsi una protesi fissa o mettersi una dentiera»,
commenta Luca Dal Carlo, dentista veneziano e consigliere dell'Andi provinciale, l'associazione
nazionale dei dentisti italiani, che fra i motivi della crisi del settore cita anche la crescita del
numero dei dentisti rispetto alla popolazione: «Il rapporto ideale - continua De Carlo - è di un
dentista ogni duemila abitanti. Oggi invece è di 1 a 1000 e la concorrenza non aiuta la
professione». Anche il mito del dentista ricco e al riparo dalle turbolenze del mercato sta
dunque vacillando, e forse si dovranno mettere in campo delle nuove strategie per evitare la
crisi. Il convenzionamento con le Asl (quello per cui il paziente paga solo il ticket per una serie
di prestazioni) può essere una via di uscita? Perché in tutta l'Ulss 12 c'è (a Marghera) un solo
dentista convenzionato? «Non amiamo molto questo tema perché significherebbe creare delle
differenze al nostro interno fra chi decide di convenzionarsi e chi no», taglia corto Dal Carlo. Il
dentista, invece, tiene a sottolineare l'importanza del rapporto fiduciario fra il medico ed il
paziente: «Se si hanno dubbi sulla professionalità del proprio dentista consiglio di rivolgersi ad
un altro per avere un secondo parere, soprattutto prima di intraprendere cure lunghe e
impegnative. Ma una volta fatta la scelta bisogna andare fino in fondo e terminare il
trattamento». Questo perché molto spesso - ed è emerso anche durante il servizio di guardia
medica - vengono in luce situazioni di trascuratezza: interventi iniziati da altri colleghi e poi
lasciati inconclusi perché il paziente si è stancato. Ma come stanno i denti dei veneziani?
Godono mediamente di buona salute in linea con la tendenza nazionale. Significa meno carie
negli ultimi anni ed un rapporto più frequente con lo spazzolino. Lungi dall'essere come gli
statunitensi, che hanno atteggiamenti maniacali per i denti, la nostra igiene orale è migliorata ed
è cresciuta anche l'attenzione per una sana alimentazione. Lavarsi bene i denti dopo i pasti,
una maggior prevenzione fatta assieme al proprio dentista e la classica pastiglietta di fluoro fin
da bambini, sono le buone prassi per evitare di versare lacrime sulla temuta poltrona.
Francesca Delle Vedove
Tratto da GENTE VENETA, n.15/2005
Approfondimenti
- Guardia odontoiatrica: 2500 veneziani vi hanno fatto ricorso
Articolo pubblicato su Gente Veneta
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